IL COLLEGIO DI MILANO. Prof.ssa Antonella Maria Sciarrone Alibrandi Membro designato dalla Banca d Italia

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1 IL COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: Prof. Avv. Antonio Gambaro Presidente Prof.ssa Antonella Maria Sciarrone Alibrandi Membro designato dalla Banca d Italia Prof. Avv. Emanuele Cesare Lucchini Guastalla Membro designato dalla Banca d Italia Dott. Dario Purcaro Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Avv. Franco Estrangeros Membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato (Estensore) nella seduta del 20 dicembre 2011 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica. FATTO La ricorrente chiede la restituzione di parte del prezzo corrisposto all intermediario convenuto per l esercizio del riscatto anticipato di un contratto di leasing immobiliare stipulato fra le parti l In particolare, con reclamo dell la società ricorrente esponeva quanto segue: - di aver chiesto per esigenze operative interne e ottenuto il consenso dell intermediario al riscatto anticipato del bene immobile oggetto del leasing; - che l intermediario nel calcolare la somma dovuta per l operazione, in un primo momento, aveva aggiunto al prezzo di riscatto le rate non scadute comprensive degli interessi e, solo a seguito dei rilievi della ricorrente, aveva accordato di depurare i ratei non scaduti della quota di interessi, in considerazione del pagamento immediato; - che, con nota del , con la quale la società manifestava l esigenza di chiudere il contratto entro il 2010, l intermediario fissava in Euro ,39 il prezzo per il riscatto anticipato (riducendo l importo richiesto in prima battuta di circa euro ,00); - che data l urgenza di definire l operazione la società provvedeva a versare all intermediario l importo richiesto per acquisire la proprietà del complesso immobiliare avvedendosi solo successivamente all esecuzione del versamento che l importo richiesto dall intermediario e versato dalla società eccedeva di euro ,00 rispetto all importo risultante dalla somma del capitale concordato per il riscatto (pari a Euro ,62) e la quota capitale delle rate di leasing a scadere; - che la natura del leasing finanziario non consente, né sono previste nel contratto, penali di sorta per l anticipato riscatto che, se (come nella specie) accordato, deve avvenire a fronte del solo pagamento del residuo debito capitale, maggiorato dei (soli) interessi maturati dal pagamento dell ultima rata di canone al saldo del prezzo. Pag. 2/7

2 Concludeva dunque la società reclamante di aver diritto alla restituzione della somma pagata in eccedenza rispetto a quanto dovuto secondo i patti (e secondo giustizia). Non soddisfatta del riscontro ricevuto dall intermediario il successivo 7 febbraio 2011, la ricorrente, con ricorso del 21 aprile 2011, si è rivolta all ABF. In particolare, dopo aver riepilogato i fatti all origine della controversia, già esposti in sede di reclamo, la ricorrente ha osservato che: - se è vero che il creditore (ex art c.c.) non può esigere la prestazione prima della scadenza, è pur sempre consentito invece al debitore di adempiere prima della scadenza. A riprova di ciò ha evidenziato come la legge non consenta al debitore di ripetere quanto pagato anticipatamente, anche ignorando l esistenza di un termine (art. 1185, co. 2, c.c.); - ai sensi dell art c.c., se per l adempimento è fissato un termine, questo si presume a favore del debitore, qualora non risulti stabilito a favore del creditore o di entrambi; - l art c.c. stabilisce che i crediti liquidi ed esigibili producono interessi di pieno diritto, con la conseguenza che venendo meno la sussistenza del credito per effetto del pagamento anticipato del capitale, divenga del tutto illegittima la richiesta di interessi ulteriori per un credito inesistente, tenuto anche conto che l intermediario potrebbe reimpiegare il capitale ricevuto ottenendo una duplicazione di interessi; - venuto meno il credito capitale deve in ogni caso considerarsi decaduto l obbligo di corresponsione di interessi in quanto ai sensi dell art. 1284, co. 3, c.c. gli interessi superiori alla misura legale devono essere determinati per iscritto; - il contratto di leasing non prevedeva alcun particolare diritto dell istituto finanziatore per il caso di riscatto anticipato. - ha ottenuto la disponibilità finanziaria per procedere al riscatto anticipato tramite mutuo fondiario stipulato con la banca che controlla l intermediario le cui condizioni replicano quelle previste dal contratto di leasing estinto e che, dunque, per l effetto il gruppo bancario ha conseguito dall operazione una duplicazione di interessi che colora di illegittimità la pretesa dell intermediario. Tutto ciò premesso la ricorrente chiede che l ABF disponga la restituzione degli interessi versati sui canoni a scadere il cui importo è stato quantificato, in prima battuta, in euro ,00 e, quindi limitato ad euro ,00 a seguito della nota della Segreteria Tecnica trasmessa con lettera prot /11 volta a comunicare il limite di competenza per valore dell ABF. In uno con il ricorso, la ricorrente ha provveduto al deposito della seguente documentazione: all. 1) contratto di leasing, unitamente alla scrittura modificativa del ; all. 2) mail dell intermediario del con la quale si trasmette alla società il piano di ammortamento del leasing espresso in Euro e relativo piano; all. 3) mail del di trasmissione del (secondo) conteggio per l estinzione anticipata e relativo conteggio; all. 4) mail della Banca capogruppo alla società ricorrente del con la quale si evidenzia che il differenziale da pagare in più per il riscatto anticipato oltre al capitale residuo è di Euro ,00; all. 5) atto di vendita dell immobile oggetto di leasing a seguito di esercizio dell opzione di riscatto (datato ); all. 6) atto di mutuo con la Banca capogruppo; all. 7) fattura dell Intermediario del per Euro ,39. L intermediario ha depositato le controdeduzioni presso la Segreteria Tecnica il con le quali ha osservato quanto segue: - che il contratto di leasing sottoscritto dalla ricorrente non prevede la facoltà dell utilizzatore di riscattare anticipatamente il bene concessogli in leasing, estinguendo il rapporto prima della sua naturale scadenza, né, di conseguenza individua i criteri di quantificazione dell eventuale somma dovuta; Pag. 3/7

3 - di aver ciononostante assecondato la volontà della ricorrente di estinguere anticipatamente il leasing entro il 2010, inviandole un primo conteggio di estinzione anticipata con mail del (nel quale il corrispettivo era quantificato in Euro ,40, corrispondente all attualizzazione al tasso del 3,6365 tasso talmente elevato e quindi a favore del cliente da coincidere con il tasso contrattuale - di n. 7 canoni semestrali di euro ,41 a scadere, cui è stato aggiunto il valore di riscatto di Euro ,37 oltre Iva, contrattualmente previsto, oltre spese di riscatto anticipato e comunicazioni periodiche) e un secondo conteggio il , ridotto di quasi Euro ,00 - quindi pari a Euro ,99 - a seguito delle lamentele della ricorrente, sottoscritto da quest ultima per accettazione il di aver invitato la ricorrente a versare la somma indicata nella comunicazione del (pari a Euro ,99) solo qualora avesse deciso di procedere al riscatto dell immobile concesso in leasing. - che la ricorrente ha sollevato le contestazioni sul conteggio solo successivamente al rogito per la vendita dell immobile ( ) e al saldo della fattura emessa il che il ricorso appare irricevibile per incompetenza per valore e conseguente inammissibilità della regolarizzazione in assenza del reclamo, rilevando che la richiesta originariamente formulata nel ricorso fosse pari a Euro ,00 successivamente ridotta nei limiti di competenza per valore dell ABF a seguito di comunicazione della ST, senza che tale ultima richiesta fosse preceduta da un nuovo reclamo. - che le disposizioni di cui agli art e 1185 c.c. sarebbero inapplicabili al leasing, che sarebbe regolato invece dall art c.c. ai sensi del quale il termine per la restituzione si presume stipulato a favore di entrambe le parti, come sostenuto dalla decisione del Collegio ABF di Napoli, n. 721 del 12 luglio 2010 in relazione ad una fattispecie di estinzione anticipata di un contratto di leasing. - che la concedente società finanziaria avente un interesse legittimo alla remunerazione del finanziamento concesso fino alla scadenza del termine fissato per la sua restituzione abbia titolo per richiedere al debitore di versare una somma di denaro pari all intero montante del debito, comprensivo sia della sorte capitale sia degli interessi a scadenza. - che la richiesta di riscatto anticipato si sostanzierebbe infatti in una proposta di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali che necessiterebbe del consenso del creditore, che può essere subordinato al riconoscimento di una determinata somma di denaro a titolo di penale quale corrispettivo della riduzione del termine dell obbligazione da lui consentita. Precisa infine che la ricorrente ha volontariamente sottoscritto per accettazione la delibera del che riportava espressamente gli importi dovuti per l eventuale riscatto anticipato. Conclude dunque l intermediario chiedendo che il Collegio: (i) In via pregiudiziale dichiari improcedibile il ricorso per i motivi esposti in narrativa; (ii) Nel merito, in via principale, rigetti integralmente tutte le domande ed eccezioni proposte dalla ricorrente in quanto infondate in fatto e in diritto, con ogni conseguente statuizione. Sono allegati, in copia: all. 1, contratto di locazione finanziaria; all. 2, scrittura modificativa; all. 3. Mail intermediario / ricorrente; all. 4, racc intermediario / ricorrente; all. 5. Fax ricorrente / intermediario; all. 6 fattura di vendita. DIRITTO La questione dedotta avanti l ABF inerisce i diritti da riconoscersi all intermediario allorquando, nel corso della conduzione di un rapporto di leasing (all. 1 ricorrente), venga richiesto dal cliente il riscatto anticipato del bene, in assenza di una pattuizione che attribuisca Pag. 4/7

4 al conduttore tale facoltà e in assenza di una disciplina contrattuale volta a disciplinare la fattispecie. Nel caso di specie, l intermediario, a seguito di negoziazione su richiesta della ricorrente, ha acconsentito alla richiesta della ricorrente chiedendo il versamento, oltre che dell ammontare pattuito per il riscatto, anche dei canoni a scadere, comprensivi in particolare della componente relativa agli interessi, ridotta quest ultima di una quota forfettaria individuata dall intermediario medesimo (doc. 4 Intermediario). Nel caso di specie il riscatto anticipato del bene oggetto di leasing è intervenuto con la sottoscrizione per accettazione, da parte della ricorrente, della proposta formulata dall intermediario (all. 5 intermediario). Al fine della decisione del presente ricorso è preliminarmente necessario riscontrare l eccezione di improcedibilità svolta dall intermediario convenuto, che osserva, da un lato, come il ricorso sia stato proposto per un valore di euro ,00, dunque per un valore esorbitante il limite di euro ,00 previsto per la cognizione dell ABF (ai sensi del par. 4, sez. I delle Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari, da ora in poi, le Disposizioni), e che la successiva limitazione della domanda ad euro ,00, svolta dalla ricorrente a seguito della nota della Segreteria Tecnica, determina la difformità tra reclamo e ricorso, viceversa richiesta ai sensi dei parr. 1 e 2 della sez. VI delle Disposizioni. Le eccezioni svolte dall intermediario in via preliminare non possono essere accolte. Come già osservato da questo Collegio (Decisione n del ) infatti non può negarsi efficacia alla scelta processuale compiuta dalla ricorrente di limitare la propria domanda restitutoria nell importo limite di euro ,00 essendo la medesima legittima e conforme a diritto. Ciò premesso, posto che le Disposizioni sopra richiamate (par. 4, sez, I) non pongono limite di valore alcuno con riferimento alle domande di mero accertamento, mentre lo dispongono, nell ammontare di euro ,00, se la richiesta del ricorrente ha ad oggetto la corresponsione di una somma di denaro a qualunque titolo, non è chi non veda come la domanda restitutoria, siccome ridotta dalla ricorrente alla soglia limite, non possa che rientrare nella competenza per valore del Collegio adito. Sotto altro profilo, poi, non può condividersi la fondatezza dell eccezione relativa all assenza di identità tra reclamo e ricorso (derivante da una diversa quantificazione dell importo oggetto di domanda di restituzione: ,00 euro in sede di reclamo e ,00 euro in sede di ricorso). La disciplina di cui ai parr. 1 e 2 della sez. VI delle Disposizioni, nel prevedere che Il ricorso ha ad oggetto la stessa contestazione del reclamo non può essere interpretata nel senso che la identità sia estesa alla quantificazione, in monetario, del risarcimento del danno, ovvero della somma che, come nel caso di specie, è richiesta in restituzione, dovendosi infatti riferire ai fatti oggetto di contestazione che costituiscono il presupposto del petitum e la cui conoscenza da parte dell intermediario consente a quest ultimo di replicare puntualmente alle contestazioni svolte dal cliente in sede di reclamo. Sussistono dunque nel caso di specie i presupposti per l esame nel merito delle richieste della ricorrente. Peraltro, ritiene il Collegio che le domande svolte non siano passibili di accoglimento. E documentale la circostanza per cui il contratto di leasing sottoscritto fra le parti e prodotto dalla ricorrente sub doc. 1 non consentiva alla ricorrente di riscattare anticipatamente il bene detenuto in godimento dalla ricorrente, né attribuiva alla ricorrente il diritto di recedere dal contratto, determinando quindi la sua estinzione prima della sua scadenza contrattualmente convenuta. Sotto tale profilo, dunque, la richiesta sottoposta dalla ricorrente all intermediario di accedere al riscatto anticipato del bene detenuto in godimento non poteva che integrare una richiesta di modifica delle pattuizioni contrattuali già convenute che, per produrre gli effetti desiderati, ai sensi dell art cod. civ., avrebbe necessariamente implicato una nuova manifestazione di volontà dell altro contraente volta ad accettare la richiesta modifica. Non Pag. 5/7

5 risultando nel nostro ordinamento norma imperativa che ex lege attribuisca all utilizzatore professionale di un bene in leasing il diritto al riscatto anticipato od al recesso (norma che peraltro neppure è stata individuata nella narrativa del ricorso dalla ricorrente) e determinando il recesso anticipato una modifica del sinallagma contrattuale già convenuto non può censurarsi la condotta dell intermediario che controproponga nuove condizioni per acconsentire al risultato voluto dal cliente. Sotto altro profilo, non può condividersi il presupposto enunciato dalla ricorrente per il quale i termini di pagamento apposti nel contratto di leasing dovessero considerarsi pattuiti nell esclusivo interesse del debitore ai sensi della norma generale di cui all art cod. civ.. Nel sinallagma contrattuale proprio del rapporto di leasing, infatti, non può negarsi la natura finanziaria dell intervento dell intermediario, che, acquisita la titolarità del bene nell interesse dell utilizzatore, gliene conferisce il godimento, in previsione del successivo esercizio della facoltà di riscatto alla scadenza. In tale contesto non v è chi non veda come l intermediario nutra un interesse fisiologico alla remunerazione del finanziamento, che peraltro integra l attività professionalmente svolta dall intermediario in via riservata. Per tale ragione non appare applicabile al caso di leasing finanziario la disciplina generale invocata dalla ricorrente di cui all art cod. civ. quanto quella speciale, in tema di mutuo oneroso, di cui all art cod. civ. che dispone che il termine per la restituzione si presume stipulato in favore di entrambe le parti. Sulla base di tali presupposti, come già osservato da questo Organo con la decisione n. 721del 12 luglio 2010, nel contratto di leasing il pagamento anticipato e ridotto suppone il consenso del creditore, trattandosi di un atto di accettazione del patto modificativo che il debitore è venuto a proporgli e nulla vieta che il creditore subordini a concessione del suo consenso al riconoscimento di una determinata somma di denaro (di importo minore, va da sé, del quantum degli interessi residui) quale corrispettivo della riduzione del termine dell obbligazione da lui consentita. Nel caso di specie, dunque, la disponibilità manifestata dall intermediario di acconsentire al riscatto anticipato richiesto dalla ricorrente previo pagamento, a titolo di prezzo di vendita, di un importo comunque inferiore alla somma del rateo residuo (comprensivo di capitale residuo ed interessi) e del prezzo pattuito per il riscatto del bene non appare suscettibile di valida censura né di motivo idoneo a determinare l inefficacia e/o l invalidità dell accordo, peraltro raggiunto tra le parti in data 16 dicembre 2010 (doc. 5 intermediario). Infatti risulta in atti che la ricorrente abbia espressamente accettato in tale data la proposta formulata dall intermediario (doc. 5 intermediario), che peraltro, aderendo alla negoziazione del prezzo di vendita avviata dalla ricorrente, ha ridotto il medesimo da euro ,40 (doc. 3 intermediario) ad euro ,39 (doc. 4 intermediario), con ciò, di fatto, rinunciando ad una quota parte degli interessi a scadere. E non può neppure tacersi la circostanza per cui il 16 dicembre 2010 la ricorrente risulti aver espressamente accettato la proposta così formulata dall intermediario restituendo la copia del conteggio di estinzione anticipata debitamente sottoscritto per accettazione e procedendo, in seguito, al versamento della somma così pattuita quale prezzo di vendita (doc. 6 intermediario). Del tutto irrilevante ai fini della decisione del presente ricorso appare, infine, il riferimento svolto dalla ricorrente alla remunerazione di altra operazione di mutuo fondiario cui la ricorrente è acceduta contestualmente al riscatto anticipato dalla medesima richiesta e che, come riferito, risulterebbe essere stato concesso da altro intermediario appartenente al medesimo gruppo bancario di quello convenuto. Da un lato, infatti, i due rapporti non presentano fra loro alcun elemento di collegamento negoziale e, dall altro, non integrano, o sono conseguenza, di richieste impositive di provenienza del medesimo intermediario risultando, come la stessa ricorrente riconosce, da esigenze e da conseguenti scelte imprenditoriali esclusivamente riferibili alla ricorrente medesima. Pag. 6/7

6 Per quanto sopra osservato, la domanda proposta dalla ricorrente non è suscettibile di accoglimento. P.Q.M. Il Collegio non accoglie il ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7