IL COLLEGIO DI ROMA. Dott. Comm. Girolamo Fabio Porta Membro designato dalla Banca d'italia. [Estensore]

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1 Pag. 2/ IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Avv. Bruno De Carolis... Dott.ssa Claudia Rossi. Membro designato dalla Banca d Italia, che svolge le funzioni di Presidente ai sensi dell art. 4 del Regolamento per il funzionamento del Collegio Membro designato dalla Banca d'italia Dott. Comm. Girolamo Fabio Porta Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone. Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario per le controversie in cui sia parte un consumatore Prof.ssa Liliana Rossi Carleo Membro designato dal C.N.C.U. [Estensore] nella seduta dell 11/11/2011, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica; Diritto Il ricorrente lamenta l inserimento illegittimo nella Centrali rischi private dei propri dati con riferimento ad un finanziamento, accordato dalla parte resistente il , ed estinto a marzo 2010; tale inserimento, si specifica, è avvenuto senza aver ottemperato all obbligo di preavviso di cui all art. 4, comma 7, del Codice deontologico. Il ricorrente evidenzia, in particolare, che la violazione di tale obbligo gli ha impedito di attivarsi al fine di evitare la segnalazione, inibendogli la possibilità di intervenire al fine di sanare la propria posizione debitoria. Citando puntualmente numerose decisioni dell ABF, nel ricorso si ribadisce l illegittimità di segnalazioni effettuate in mancanza dell invio e,

2 Pag. 3/ principalmente, in mancanza di ogni prova della certa ricezione del preavviso e precisa, altresì, che l illegittimità riguarda sia l inserimento che il trattamento stesso. A tale riguardo il ricorrente fa riferimento anche all art. 11 d.lgs. 196/2003, secondo il quale i dati trattati devono essere esatti e aggiornati, e all art. 12 d.lgs. 196/2003, secondo il quale il rispetto delle disposizioni del Codice deontologico è condizione essenziale per la liceità e la correttezza del trattamento dei dati stessi. Ne discende, secondo quanto viene osservato nel ricorso, che le centrali rischi finanziarie private sono tenute ad osservare i principi in materia di trattamento dei dati a prescindere dal ritardo o dall inerzia delle banche nell aggiornare i dati stessi o nell effettuare le verifiche richieste dagli interessati. Il ricorrente manifesta il suo interesse ad accertare l illegittimità dei dati non solo per ottenere la cancellazione/rettifica, ma anche per il fatto che la illegittimità di tale trattamento gli ha determinato numerosi problemi sia per l impossibilità di accedere al credito che per il disagio personale patito a causa della segnalazione come cattivo pagatore. A tale riguardo ritiene di dover precisare che l illegittimo trattamento dei dati personali configura un ipotesi di responsabilità oggettiva ex art 2050 cc, ciò trova riscontro, secondo quanto asserisce, sia nel contenuto dell art. 15 D.lgs. 196/03, che richiama espressamente l art 2050 cc, sia nella recente giurisprudenza della Suprema Corte (Cass. sez. Un. 11/11/08 n ). In questa ottica ritiene di non dover dare alcuna ulteriore e specifica prova del danno derivato a seguito delle illegittime segnalazioni, che, di per sé, rappresenta un evento dal quale far discendere il risarcimento. Pertanto, chiede all ABF: di accertare l illegittimità del comportamento tenuto dall intermediario; di disporre la cancellazione dai SIC dei dati contestati oppure la rettifica dei dati stessi; di condannare la società finanziaria al risarcimento dei danni non patrimoniali da determinare in via equitativa e alla refusione delle spese legali.

3 Pag. 4/ Nelle controdeduzioni l intermediario espone una serie di circostanze tese a dimostrare la correttezza del proprio operato. In particolare precisa che il finanziamento (come risulta dagli estratti allegati) ha presentato ritardi nella regolarizzazione di alcune rate e che, pertanto, sono state inviate al ricorrente apposite lettere con le quali si informava della possibile segnalazione nei succitati sistemi, nel caso in cui fosse perdurata la mancata regolarizzazione delle rate scadute. Fa, inoltre, presente di aver, successivamente, messo in mora il ricorrente con raccomandata A/R del con cui invitava a regolarizzare la posizione entro 15 giorni e di aver incaricato anche una società di curare il recupero del credito. A seguito di tale intimazione la parte ricorrente ha emesso due assegni uno in data pari a 100, a titolo di parziale decurtazione dell importo della rata n. 23, e l altro in data dell importo di 216 a saldo della posizione debitoria, consentendo, in tal modo, l aggiornamento dei dati nei sistemi di informazioni creditizie. L intermediario chiede, pertanto, che il ricorso venga respinto. Le controdeduzioni sono state integrate con , pervenuta alla ST il e inoltrata alla parte ricorrente il giorno successivo; la resistente ha chiarito che come già confermato nella nostra precedente comunicazione, in conseguenza dell'estinzione contabile del debito da parte del ricorrente, le preposte funzioni della nostra banca nel mese di marzo 2010 hanno provveduto a chiedere la cancellazione dei dati riconducibili al cliente dagli archivi dei sistemi di informazioni creditizie di CRIF, Experian e CTC, dai quali non risultano essere più visibili i dati riferiti al ricorrente in relazione al finanziamento oggetto del ricorso; a tal ultimo proposito, non essendo possibile ottenere dai succitati sistemi apposite certificazioni al riguardo, vengono allegate le relative schermate riconducibili alla posizione del cliente.

4 Pag. 5/ Diritto Dall esposizione dei fatti e dalla documentazione allegata risulta che l intermediario, nel mese di marzo 2010, a seguito dell'estinzione contabile del debito da parte del ricorrente, ha provveduto a chiedere la cancellazione dei dati riconducibili al cliente dagli archivi dei sistemi di informazioni creditizie di CRIF, Experian e CTC, e che i dati riferiti al ricorrente in relazione al finanziamento, oggetto del ricorso, non risultano essere più visibili. Viene, dunque a mancare l oggetto stesso della istanza di cancellazione/rettifica dei dati, il che impone di rilevare, che, a tale riguardo, è intervenuta la cessazione della materia del contendere. Per quanto riguarda la richiesta di risarcimento del danno non patrimoniale, va considerato che non è sufficiente il mero accertamento della illiceità del trattamento al fine di ottenere, automaticamente, un risarcimento del danno (cfr. Cass. Sez. Un. N del 2008, secondo cui il danno non patrimoniale, anche quando sia determinato dalla lesione di diritti inviolabili della persona, costituisce danno conseguenza (Cass. N e n. 8828/2003; n 16004/2003) che deve essere allegato e provato. Ciò posto, nel caso specifico appare evidente che, a prescindere dalle doglianze del ricorrente, mancano precisi indici di riferimento dai quali trarre, sia pure in via presuntiva, una prova, non solo del quantum, ma ancor prima dell an, con riferimento al danno subito, anche in considerazione dei ritardi che hanno contrassegnato i pagamenti. Il collegio respinge, pertanto sia la richiesta di risarcimento del danno che quella di refusione delle spese legali. P.Q.M. Il Collegio dichiara cessata la materia del contendere con riferimento alla domanda di cancellazione.

5 Pag. 6/ Respinge ogni altra domanda. firma 1 IL PRESIDENTE