IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Avv. Bruno De Carolis Avv. Massimiliano Silvetti Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. avv. Marco Marinaro Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 7/02/2013, dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica. Fatto Il ricorrente riferisce di aver stipulato con l intermediario, in data 2/11/2010, un contratto di mutuo fondiario edilizio garantito da ipoteca, a tasso variabile, dell importo di ,00 finalizzato alla costruzione di immobile abitativo prima casa, con ammortamento di durata pari a mesi 300. Il contratto prevedeva erogazioni correlate allo stato di avanzamento dei lavori. Al riguardo formula tre distinte contestazioni. La prima riguarda la mancata erogazione dell intera somma, avendo conseguito solo l importo di ,00, con conseguente violazione degli artt. 1), 2) e 3) del contratto stesso. La restante somma di 5.000,00, diversamente da quanto pattuito, è stata concessa al mutuatario tramite apertura di un affidamento bancario, che il ricorrente qualifica come non richiesto e non previsto dalle condizioni contrattuali. Il ricorrente afferma di essere stato costretto ad accettare tale apertura di credito perché aveva urgente necessità di acquisire Pag. 2/7

2 maggiore liquidità per far fronte alle spese di costruzione; contesta che tale finanziamento ha generato interessi passivi su base annua in una misura d ingresso del 2,62%, destinati poi a variare nella stessa misura degli interessi applicati al contratto di mutuo. Pertanto ha dovuto corrispondere interessi che alla data del reclamo ammontano a 600,00. In secondo luogo il ricorrente sostiene che l intermediario avrebbe dovuto corrispondergli una percentuale pari al 55% del valore complessivo dell immobile da realizzare, che in base allo stato di avanzamento dei lavori è stato valutato, dal perito della medesima banca, in ,00, con un incremento di ,00 rispetto alla stima originaria. Ne consegue che la banca avrebbe dovuto incrementare la somma mutuata di altri ,00 al fine di adeguarla al 55% previsto contrattualmente. Una terza doglianza riguarda l asserita indebita iscrizione del nome del ricorrente nella banca dati CRIF come cattivo pagatore, ciò di cui si è avveduto allorché ha richiesto ulteriori finanziamenti ad altre banche. Afferma di aver contestato l illegittimità di tale iscrizione nei confronti della banca, la quale ha riconosciuto che la stessa è stata dovuta ad un disguido. Tutto ciò premesso, il ricorrente chiede: a) l esatto adempimento del contratto e quindi il versamento di 5.000,00 quale quota di mutuo non ancora erogata, oltre al risarcimento del danno commisurato all ammontare degli interessi versati per 600,00; b) l erogazione di altri ,00 in ragione della nuova stima del valore dell immobile, come sopra descritto, oltre ad ,00 come danni da lucro cessante per mancata realizzazione dell impianto fotovoltaico a causa della mancanza di liquidità e conseguente impossibilità di usufruire delle più vantaggiose condizioni di mercato allora sussistenti; c) infine, un risarcimento di ammontare pari ad ,00 per danni patrimoniali e non patrimoniali determinati dall indebita iscrizione in CRIF. Il tutto per complessivi ,00 di cui 500,00 per spese di assistenza legale. Nelle sue controdeduzioni, l intermediario fa presente che nel contratto di mutuo è stabilito che l importo del mutuo viene erogato in somministrazioni rateali in relazione allo stato di avanzamento lavori. Coerentemente a tali previsioni la banca ha proceduto ad erogare alla parte mutuataria, nell arco del tempo Pag. 3/7

3 ricompreso tra il 2/11/2010 (1 stato di avanzamento lavori) e il 1 /8/2011 (5 stato di avanzamento), la complessiva somma di ,00, pari al 54% circa dei lavori effettuati dal mutuatario, conformemente a quanto previsto all art. 3 del contratto stesso. Precisa che non avrebbe potuto procedere all erogazione della differenza indicata dal ricorrente ( 5.000,00) in quanto si era raggiunto il tetto massimo finanziabile come espressamente previsto all art. 3 del contratto di mutuo. Al solo fine di venire incontro alle esigenze del ricorrente, ha poi ritenuto di concedere su sua richiesta un affidamento di 4.800,00 sotto forma di scoperto di c/c a revoca, con stipula di apposito contratto sottoscritto sia dal ricorrente che dal fideiussore. Quanto alle doglianze circa la mancata erogazione di ,00 a titolo di integrazione del valore del 55% dell immobile, l intermediario rileva che all art. 3 del contratto di mutuo fondiario è espressamente stabilito che la banca mutuante si impegna ad erogare la rimanente somma mediante accrediti di importi da definire sulla base degli stati di avanzamento lavori e dello stato finale dei lavori di costruzione al limite del 54% di ogni stato di avanzamento lavori, fino a concorrenza dell intero importo mutuato. Ritiene pertanto di aver ottemperato a quanto previsto dal contratto corrispondendo al ricorrente la complessiva somma di ,00 pari a circa il 54% dei lavori effettivamente eseguiti. Conseguentemente, le richieste del ricorrente volte a ottenere un ulteriore erogazione di ,00 nonché il risarcimento dei danni derivanti dalla mancata corresponsione di tale importo, non trovano alcun fondamento nel contratto, perché l importo da erogare, per un tetto massimo di ,00 è basato unicamente sullo stato di avanzamento lavori e non sul valore dell immobile realizzato. Per quanto riguarda l ulteriore doglianza del ricorrente, relativa alla segnalazione del suo nominativo presso la CR della Banca d Italia, l intermediario avendo riconosciuto l erroneità della segnalazione stessa rende noto di aver già provveduto alla relativa correzione all inizio del La banca avrebbe quindi provveduto prontamente a rettificare l erronea segnalazione e d altra parte il ricorrente non ha fornito alcun adeguato supporto probatorio al lamentato danno patrimoniale subito. In conclusione, chiede il rigetto del ricorso. Pag. 4/7

4 Diritto La vertenza all esame del Collegio si è determinata a causa dei diversi criteri interpretativi adottati dalle parti in relazione alle clausole del contratto di mutuo. In particolare, il ricorrente afferma di aver subito una serie di pregiudizi patrimoniali per la non corretta applicazione delle previsioni negoziali. Il primo aspetto eccepito in proposito nel ricorso riguarda l asserita mancata erogazione dell intero importo del finanziamento deliberato dalla banca mutuante, pari ad ,00 avendo finora ricevuto il complessivo importo di ,00, per cui reclama la ingiustificata sottrazione di 5.000,00. La banca, al contrario, afferma che il contratto stabilisce che l importo da erogare è commisurato ad una percentuale del 54% dei vari stati di avanzamento e di aver pertanto già erogato l importo massimo previsto dalle norme contrattuali, data l entità degli stati di avanzamento. Fatte queste premesse, si osserva che, a norma dell art. 2 del contratto, la banca ha proceduto ad una prima erogazione di ,00, mentre all art. 3 si legge che la rimanente somma di ,00 sarà erogata mediante accrediti da definire sulla base degli stati di avanzamento lavori e dello stato finale dei lavori al limite del 54% di ogni stato di avanzamento fino a concorrenza dell intero importo mutuato. Ciò posto, si rileva, in base alla documentazione prodotta dalle parti, che l ultimo stato di avanzamento (il n. 5) porta un valore del costo delle opere eseguite pari a ,00 il cui 54% corrisponde a ,2. Non risultano agli atti ulteriori stati di avanzamento, né il ricorrente produce documenti dai quali si possa ricavare un maggior valore dei lavori eseguiti. Ne consegue che la domanda del ricorrente di ricevere l ulteriore importo per raggiungere l intero ammontare del mutuo, come previsto nel contratto, può essere accolta nei limiti della differenza tra il suindicato ammontare di ,20 e quanto finora erogato dalla banca, non avendo quest ultima motivato le ragioni giustificatrici del più ridotto importo accreditato al ricorrente. Non appare invece fondata la richiesta di erogazione di ulteriori ,00 correlata dal ricorrente al valore finale dell immobile risultante da una perizia, peraltro non esibita, posto che non si rinviene, né il ricorrente dà indicazioni al riguardo, una clausola contrattuale che legittimi tale ulteriore pretesa. Altra contestazione del ricorrente riguarda i presunti danni derivanti dalla necessità di richiedere alla medesima banca un ulteriore finanziamento a causa della mancata completa erogazione del mutuo. In proposito, dalla documentazione Pag. 5/7

5 agli atti, risulta che il ricorrente ha sottoscritto il relativo contratto, ma non si rinviene alcun elemento di prova circa un eventuale stato di necessità o di forza maggiore che lo avrebbe indotto a richiedere il nuovo finanziamento. In sostanza, il ricorrente si è limitato alla descrizione del suo punto di vista sulla genesi del contratto, ma non ha provato in alcun modo che il predetto finanziamento e in particolare l ammontare degli interessi corrisposti alla banca, quantificati in 600,00, concretino una fattispecie di danno ingiusto meritevole di risarcimento. Quanto all ultima questione sollevata dal ricorrente, riguardante la contestata iscrizione del suo nome nella centrale dei rischi, si rileva che l intermediario ha riconosciuto che la segnalazione è dovuta ad un errore, per cui non può esservi dubbio sull illegittimità della stessa, con conseguente responsabilità della banca per gli eventuali effetti pregiudizievoli determinatisi nei confronti del ricorrente. In proposito, il ricorrente sostiene di aver subito danni patrimoniali e non patrimoniali; tuttavia, quanto alla prima specie di danno, il ricorrente non offre alcun elemento di prova circa la sussistenza e l entità dell asserito pregiudizio patrimoniale, come è suo onere (art c.c.), per cui la relativa domanda non può trovare accoglimento. Anche la domanda relativa ad asseriti danni non patrimoniali deve ritenersi infondata, posto che l iscrizione del nome del ricorrente nella banca-dati riguarda un semplice sconfinamento, circostanza che appare non suscettibile di determinare un pregiudizio non patrimoniale meritevole di risarcimento. Deve ritenersi invece meritevole di accoglimento la domanda di rimborso delle spese per l assistenza legale, che si liquidano in complessivi 400,00. In conclusione, il Collegio, in parziale accoglimento del ricorso, dispone che la banca provveda a corrispondere al ricorrente la differenza tra l importo finora erogato e quello pari al 54 per cento del valore effettivo quale risultante dallo stato di avanzamento dei lavori n. 5; dispone altresì che corrisponda al ricorrente 400,00 per spese di assistenza legale. Pag. 6/7

6 P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7