IL COLLEGIO DI ROMA. Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario [Estensore]

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Avv. Bruno De Carolis Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Massimiliano Silvetti Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario [Estensore] Prof. avv. Marco Marinaro Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 07/02/2013, dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica. Fatto I ricorrenti erano cointestatari di due Buoni Fruttiferi Postali (BFP) dell importo dl lire cadauno, sottoscritti il 1 ottobre Dalla copia di detti Buoni, prodotta in giudizio, risulta che sul retro degli stessi era apposta la dicitura BUONO P. F. SERIE AF e l indicazione che l importo raddoppia dopo 9 anni e 6 mesi e triplica dopo 14 anni al lordo delle ritenute erariali. Se riscosso prima, matura gli interessi lordi del buono ordinario meno mezzo punto. In occasione di una verifica presso uno sportello dell intermediario, ai ricorrenti veniva indicato che i crediti incorporati nei titoli de quibus erano prossimi alla prescrizione e pertanto essi si determinavano a riscuotere, in data e Pag. 2/6

2 , le somme dovute ricevendo, tuttavia, solo l importo di Euro 6.972,17 per ciascuno dei due Buoni. Ad avviso dei ricorrenti, la somma liquidata è frutto di un errore in quanto non tiene conto delle indicazioni apposte sul titolo secondo le quali l originario importo di Lire , pari ad Euro 5164,57, moltiplicatosi per due per il decorso del periodo di 9 anni e 6 mesi, era pari a Euro ,14, a cui aggiungere gli interessi dall 1/10/2011 (calcolati, alla data del 1/6/2012, in Euro 1364,21) per un importo complessivo di Euro ,35 per ciascun buono. Inoltre, i ricorrenti fanno presente che solo la paventata ed erronea ipotesi che il diritto di credito si prescrivesse ha indotto i ricorrenti a riscuotere le somme recate dai Buoni, che, alla non lontana scadenza del 14 anno, sarebbero triplicate, giungendo ad un ammontare di Euro ,71. In relazione a quanto sopra, i ricorrenti, in data 4/6/2012, hanno chiesto, per il tramite di un legale, il versamento delle somme ancora dovute dall intermediario, che in data 2/7/2012 ha rifiutato il pagamento. Con il ricorso, i ricorrenti chiedono quindi all Arbitro: a) il pagamento delle somme non corrisposte dall intermediario, pari a complessivi Euro 9442,36 (Euro 4.721,18 per ciascun Buono); b) un indennizzo che tenga conto dell errore, indotto dall intermediario, che ha comportato una riscossione anticipata dei buoni fruttiferi postali prima della scadenza del quattordicesimo anno, con una perdita di ulteriori Euro ,14 (Euro per ciascun Buono); c) il risarcimento dei danni e il rimborso delle spese legali e di procedura. Nelle sue controdeduzioni l intermediario formula anzitutto due eccezioni preliminari sostenendo: a) l irricevibilità del ricorso, perché i fatti di causa si sono svolti in epoca largamente anteriore al 1 gennaio 2007; b) l incompetenza dell ABF a dirimere controversie concernenti la materia del risparmio postale, considerato che i Buoni postali rivestono la qualifica di prodotti finanziari e l attività svolta per il loro collocamento configura un servizio di investimento non assoggettato al titolo VI del T.U.B.. Nel merito l intermediario precisa poi che alla data di sottoscrizione dei Buoni in questione erano in collocamento i BFP a termine appartenenti alla serie AA2 istituita con il D.M. 29 marzo 2001, che decorso il settimo anno dalla data Pag. 3/6

3 d emissione fruttavano il rendimento lordo del 40% del capitale investito. I diversi rendimenti indicati sul retro dei titoli sottoscritti dai ricorrenti si giustificano in quanto la loro emissione è avvenuta successivamente all entrata in vigore del DM 19 dicembre 2000 che ha introdotto un diverso e più completo sistema di pubblicizzazione dei rendimenti dei BPF, realizzato non più attraverso indicazioni apposte sul retro dei titoli bensì mediante avvisi affissi presso gli Uffici Postali e gli organi di stampa e attraverso la consegna del foglio informativo contenente la descrizione delle caratteristiche dell investimento. L art. 10, comma 3, del DM ha inoltre autorizzato l utilizzo, fino ad esaurimento delle scorte, dei moduli cartacei vigenti anteriormente alla sua entrata in vigore, ma nel contempo lo stesso Decreto ha tolto ogni efficacia alle informazioni contenute sui vecchi moduli cartacei. L intermediario esclude pertanto che la discordanza nei rendimenti sia derivata da un errore in sede di emissione del BPF. In relazione a quanto sopra, l intermediario resistente conclude chiedendo che il Collegio dichiari il ricorso improcedibile per incompetenza ratione temporis, inammissibile per incompetenza ratione materiae o, in via subordinata, che lo rigetti in quanto infondato. Diritto Il Collegio ha già avuto occasione di pronunciarsi sulle eccezioni preliminari formulate dalla parte resistente, ritenendole infondate (cfr. dec. n. 509 del 17 febbraio 2012). Infatti, come meglio esplicitato nella decisione citata a cui si rinvia, in merito alla pretesa incompetenza temporale dell Arbitro è da osservare che, anche se la sottoscrizione dei Buoni è intervenuta in una data di molto anteriore al 1 gennaio 2007, oggetto del contendere sono gli effetti del rapporto così instauratosi e più precisamente il valore assunto dai Buoni al momento in cui ne veniva richiesto il pagamento, momento che si colloca in epoca successiva alla data sopra indicata e che quindi legittima in termini temporali la cognizione dell Arbitro. Quanto poi alla eccezione di incompetenza per materia va rilevato che il collocamento dei Buoni Fruttiferi Postali non è soggetto alla disciplina del d. lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo Unico della Finanza), la cui applicazione delimita, in Pag. 4/6

4 senso negativo, la competenza dell Arbitro. Infatti, alla stregua dell art. 1, comma 1, lett. u) e comma 2 del d. lgs. n.58/1998, i titolo della specie non rientrano nella definizione di prodotti finanziari rilevante ai fini della disciplina dei servizi di investimento e, conseguente, al loro collocamento non può essere riferito il disposto dell art. 23, comma 4, dello stesso T.U.F. che rende inapplicabili le disposizioni del Titolo VI del T.U. Bancario. La questione trova comunque esplicita soluzione nella normativa riguardante il funzionamento dell ABF (delibera CICR n. 275 del 28 luglio 2008 e Disposizioni della Banca d Italia del 18 giugno 2009) ove viene specificato che nel novero degli intermediari assoggettati alla disciplina dell Arbitro è inclusa Poste Italiane s.p.a. in relazione all attività di Banco Posta, attività di cui è parte, in base al regolamento recante norme sui servizi di bancoposta (D.P.R. 14 marzo 2001, n. 144), la raccolta di fondi attraverso [ ] buoni postali fruttiferi. Passando ora al merito della controversia il Collegio non può che ribadire, come in altre decisioni riguardanti analoghe fattispecie (cfr. dec. n. 1846/2011 e n. 509/2012), che le indicazioni contenute nel titolo hanno indotto il ricorrente ad un legittimo affidamento sull applicazione di un tasso di interesse maggiore di quello ritenuto applicabile dall intermediario e che tale affidamento merita di essere salvaguardato. In tal senso si è espressa anche la Suprema Corte che, in tema di tutela dell affidamento del cliente, ha statuito che pur configurandosi i buoni postali fruttiferi come documenti di legittimazione e non come titoli di credito, la corresponsione degli interessi va effettuata secondo quanto indicato per iscritto in detti buoni, nonostante che il relativo regime fosse stato previamente mutato da un decreto ministeriale non menzionato nei relativi documenti. Nella vigenza della disciplina dettata dal codice postale, le diciture che figuravano sui buoni postali fruttiferi consegnati ai sottoscrittori, con cui veniva specificato il regime degli interessi, dovevano ritenersi prevalenti sulle determinazioni difformi contenute in un decreto ministeriale precedente alla loro emanazione. (Cass. S. U., , n ). Per le considerazioni sopra formulate, il Collegio stabilisce quindi che l intermediario rimborsi i Buoni Postali Fruttiferi in conformità alle condizioni Pag. 5/6

5 riportate sul retro del titolo, versando ai ricorrenti, per ciascun Buono, l ulteriore importo di Euro 3.356,97 (tremilatrecentocinquantasei/97); sulle somme dovute dovranno inoltre essere applicati gli interessi nella misura legale dalla data del reclamo (4/6/2012) fino all effettivo pagamento. Il Collegio ritiene invece di non poter riconoscere alcun indennizzo a fronte della riscossione anticipata dei Buoni considerato che non è stato provato che i ricorrenti siano stati indotti a richiederne anzitempo il pagamento per effetto delle indicazioni fornite dagli addetti allo sportello dell intermediario; rileva inoltre che non sono stati provati neppure gli ulteriori danni lamentati per i quali non può quindi essere riconosciuto alcun risarcimento. Considerato poi che dagli atti del procedimento risulta che il ricorrente si è fatto rappresentare da un legale e che le vigenti disposizioni disciplinanti la procedura presso l ABF non escludono un tale patrocinio, il Collegio accoglie la richiesta di rifusione delle spese legali che, in mancanza della produzione della documentazione relativa, liquida equitativamente nell importo di euro 500,00 (cinquecento/00). P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6