IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale IL COLLEGIO DI ROMA Presidente Avv. Bruno De Carolis Prof. Avv. Vincenzo Meli Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Massimo Caratelli Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Avv. Chiara Petrillo Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 30/04/2013 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Con lettera del il ricorrente contestava alla banca l ammontare degli interessi debitori contabilizzati sul conto corrente, assistito da apertura di credito, chiedendo la restituzione delle somme indebitamente percepite. Con lettera del , la banca convenuta, respingeva ogni addebito e inoltre comunicava al cliente il recesso dal contratto di apertura di credito, chiedendo la restituzione delle somme utilizzate entro il termine di 5 giorni dalla ricezione della comunicazione stessa. Il ricorrente contestava il recesso e chiedeva chiarimenti in proposito, ma la banca, secondo il ricorrente, non forniva i chiarimenti richiesti, confermando con lettera del la comunicazione di recesso e chiedendo il rientro dell esposizione entro 5 giorni dalla ricezione della comunicazione. Con missiva del il ricorrente, tramite avvocato, chiedeva un termine più congruo per effettuare il rientro, diffidando la banca dall effettuare segnalazioni pregiudizievoli nelle banche dati creditizie. Senonché, con lettera del , Pag. 2/6

2 la banca comunicava di aver provveduto a segnalare la posizione del ricorrente a sofferenza nella Centrale dei Rischi. Il ricorrente contestava la mancanza dei presupposti per la segnalazione a sofferenza, che presuppongono l accertamento dell incapacità di far fronte ai propri debiti, mentre egli nel giro di pochi giorni aveva provveduto a sanare integralmente la sua esposizione debitoria. La banca procedeva alla cancellazione della segnalazione nella Centrale dei rischi dopo 18 giorni, ma il ricorrente sottolinea come la segnalazione resti comunque visibile nel sistema, benché rettificata. Faceva inoltre presente che la suddetta segnalazione pregiudizievole nei suoi confronti gli aveva creato notevoli difficoltà presso altri istituti di credito e produceva al riguardo una lettera di altro intermediario che condizionava la concessione di un finanziamento alla cancellazione della segnalazione di cui trattasi. Riferiva anche di un tentativo di mediazione sulla situazione debitoria, cui tuttavia la banca non avrebbe aderito. In conclusione, il ricorrente contesta l ingiustificato ed improvviso recesso della banca dal contratto di apertura di credito e sostiene di essere stato segnalato a sofferenza in Centrale dei Rischi in assenza dei presupposti. Chiede pertanto il risarcimento dei danni derivanti dall illegittima segnalazione, quantificati in Euro ,00. Nelle controdeduzioni la banca ricostruiva la vicenda, riferendo che in data il ricorrente ha stipulato con la banca un contratto di conto corrente assistito da una linea di credito a revoca dell importo di Euro ,00. Faceva presente che il il personale della Sede di Roma della banca - presso la quale era incardinato il rapporto - aveva convocato per iscritto il ricorrente per concordare un piano di rientro del fido a suo tempo concesso. La missiva, ricevuta il , era rimasta priva di riscontro. Riferisce che nel successivo mese di febbraio 2011 il ricorrente aveva presentato un reclamo in materia di anatocismo. Nella risposta al reclamo, la banca in data 29/7/2011 dichiarava di recedere rapporto. Seguivano ulteriori fasi interlocutorie nel cui ambito il cliente si impegnava a formulare una proposta circa le modalità di rientro, ma poi non dava seguito al riguardo, né disponeva alcun versamento a copertura dell esposizione. Con lettera del la banca comunicava al ricorrente il nuovo termine per il rientro, ma in assenza di risultati utili la banca segnalava la posizione del ricorrente a sofferenza nella Centrale dei Rischi. Il ricorrente nel frattempo contestava nuovamente il termine di 5 giorni per il rientro e chiedeva un ulteriore Pag. 3/6

3 dilazione per reperire la liquidità, sebbene fosse stato informato della necessità di rientrare già da gennaio dell anno precedente. I bonifici a copertura dell esposizione venivano effettuati in data 16 (valuta 17) e 17 (valuta 20) febbraio Ricevuti i pagamenti, la banca provvedeva a cancellare tempestivamente la segnalazione a sofferenza, registrata in Centrale Rischi dal al , informandone il ricorrente. Conclude le sue controdeduzioni affermando di aver esercitato la facoltà di recesso in considerazione della mancanza di movimentazione del rapporto, che presentava una staticità dell esposizione debitoria da oltre un anno. Sostiene di aver legittimamente segnalato la posizione del ricorrente a sofferenza, a fronte del mancato rientro. Contesta la richiesta di risarcimento del danno evidenziando come la stessa non sia supportata da prova sotto il profilo della quantificazione e del nesso causale con il presunto comportamento scorretto della Banca. Per quanto sopra, la banca domanda che il ricorso sia respinto in quanto infondato e, in subordine, chiede che sia rigettata la richiesta risarcitoria. DIRITTO Il ricorso merita accoglimento nei limiti qui di seguito indicati. Si osserva, infatti, che il recesso dal contratto di apertura di credito è stato operato dalla banca in modo non conforme al disposto dell art. 125-quater del TUB (d. lgs. n. 385/1993) che, con riguardo ai rapporti di credito ai consumatori, prevede la facoltà dell intermediario di recedere dai contratti a tempo indeterminato con un preavviso di almeno due mesi. Nella fattispecie, risulta invece che la banca convenuta, in violazione della citata norma, ha manifestato la volontà di recesso immediato dal contratto di apertura di credito, con richiesta di rientro dell esposizione debitoria entro il termine di cinque giorni. L altro aspetto oggetto di contestazione riguarda la segnalazione a sofferenza nella centrale dei rischi della posizione del cliente. In proposito, la convenuta sostiene di aver proceduto legittimamente a tale iscrizione, stante il mancato rientro del cliente dall esposizione debitoria. Nella Circolare n.139 dell 11 febbraio 1991 (e succ. aggiorn.), emanata dalla Banca d Italia e recante Istruzioni per gli intermediari finanziari, si legge: Nella categoria di censimento sofferenze va ricondotta l intera esposizione per cassa nei confronti di soggetti in stato di Pag. 4/6

4 insolvenza, anche non accertato giudizialmente, o in situazioni sostanzialmente equiparabili ; inoltre, è indicato che L'appostazione a sofferenza implica una valutazione da parte dell'intermediario della complessiva situazione finanziaria del cliente e non può scaturire automaticamente da un mero ritardo di quest'ultimo nel pagamento del debito (cfr. Cap.II, 1.5). Ciò posto, sulla base di quanto è possibile ricavare dalle affermazioni delle parti e dalla documentazione acquisita agli atti, appare non controverso che il ricorrente abbia provveduto a ripianare integralmente la sua esposizione debitoria, dopo una fase interlocutoria, nel giro di alcuni mesi dalla richiesta di recesso, tempo sul quale incide il mancato rispetto del termine di almeno due mesi stabilito dall art.125-quater del TUB. Tale circostanza rende insussistenti i presupposti previsti dalle citate disposizioni che regolano la segnalazione a sofferenza nella centrale dei rischi, non ravvisandosi una situazione di insolvenza nei confronti del ricorrente, la quale non può scaturire dal mero ritardo nel pagamento del debito o dal volontario inadempimento, ma deve essere determinata dal riscontro di una situazione patrimoniale deficitaria, caratterizzata da una grave e non transitoria difficoltà economica, equiparabile alla condizione d insolvenza (cfr. Cass., 1 aprile 2009, n. 7958). La non configurabilità di uno stato di insolvenza appare inoltre circostanza coerente con il comportamento della stessa banca convenuta, la quale riferisce di aver provveduto alla tempestiva cancellazione della segnalazione a seguito dell avvenuto pagamento da parte del ricorrente del suo residuo debito, confermando in tal modo l insussistenza di una grave e non transitoria difficoltà economica di quest ultimo. Al riguardo, si ritiene opportuno sottolineare che la segnalazione a sofferenza non può essere utilizzata, del tutto impropriamente, quale strumento di pressione psicologica per indurre il cliente al pagamento. Fatte queste premesse, si rileva che dall accertata illegittimità della segnalazione in C.R. consegue il diritto del ricorrente al risarcimento dei danni ove ne sussistano i presupposti. In proposito, il ricorrente afferma di aver subito una lesione apprezzabile sotto il profilo patrimoniale avendogli determinato difficoltà nell accesso al credito e a tal fine ha prodotto la lettera di un altro intermediario che subordina la concessione di un finanziamento a varie condizioni, tra le quali in primo luogo la cancellazione della sofferenza. Ciò posto, considerato che la segnalazione a sofferenza nella centrale dei rischi concreta la più grave delle informazioni negative rese al sistema degli intermediari sulla posizione soggettiva Pag. 5/6

5 della clientela, richiedendo pertanto una speciale attenzione e una particolare cautela da parte dell intermediario segnalante che nella fattispecie non risultano osservate, deve ritenersi che l illegittimità della stessa abbia determinato un pregiudizio per il ricorrente anche sotto il profilo economico. Ne consegue, ad avviso del Collegio, che la domanda risarcitoria deve essere accolta, ma ridimensionata nell ammontare complessivo, tenuto conto della sussistenza documentata di posizioni debitorie del ricorrente nei confronti di altri intermediari, suscettibili di condizionare comunque eventuali nuove richieste di credito. In conclusione, il Collegio dispone che l intermediario convenuto provveda a risarcire i danni subiti dal ricorrente, che quantifica in via equitativa in complessivi P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6