IL COLLEGIO DI ROMA. Prof. Avv. Gustavo Olivieri. Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale..... Presidente Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio Dott. Comm. Girolamo Fabio Porta... Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Gustavo Olivieri. Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. Avv. Federico Ferro Luzzi Membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato [Estensore] nella seduta del 13/07/2012 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Il ricorrente riferisce che nel settembre 2009 instaurava con l intermediario resistente un rapporto di un conto corrente per la propria ditta individuale, richiedendo altresì l attivazione di un servizio POS e di una carta di credito; il rapporto con la banca avveniva senza alcuna contestazione e/o problematica di sorta dal settembre 2009 fino al mese di agosto Del tutto inaspettatamente, con messaggio telefonico (sms) inviato il 22 agosto 2011 alle ore 9:22 sul cellulare, l intermediario comunicava di aver disposto il "blocco" della carta di credito a decorrere dal 25 agosto 2011 ore 10:43, nonché, la disattivazione del servizio POS dal giorno 23 agosto 2011 alle ore 12. Allarmato dalla comunicazione ricevuta, prendeva immediati contatti telefonici con la banca - attraverso il call-center - e apprendeva che la stessa aveva deciso di risolvere il Pag. 2/6

2 rapporto contrattuale in essere. Il ricorrente presentava, allora, alla banca immediato reclamo con raccomandata a.r. del 26 agosto 2011, anticipata via mail, con la quale si richiedevano le motivazioni che avevano indotto l'istituto di credito ad una tale decisione. In data 23 settembre 2011 la banca motivava la propria determinazione in ragione dei ripetuti sconfini generatisi sul rapporto di conto corrente a lui intestato e divenuti ancor più frequenti nel secondo e terzo trimestre In data 23 gennaio 2012, il ricorrente contestava la circostanza secondo cui sul rapporto di conto corrente si fosse operato generando ripetuti sconfini, rilevando che tale rapporto presentava una continua movimentazione in entrata e che, in ogni caso, provvedeva periodicamente a versamenti di denaro contante presso gli sportelli postali (inviando anche comunicazione di avvenuto versamento contante a mezzo fax). Di più. Il Family Banker di riferimento lo aveva assicurato circa la correttezza della procedura adottata, tesa ad avere disponibilità delle somme versate entro la chiusura della giornata. Ancora. Tramite il Family Banker a lui assegnato, aveva contestato ripetutamente il fatto che i pagamenti avvenuti tramite POS presso il suo negozio fossero accreditati sul conto corrente a distanza di uno o due giorni, con la conseguenza che gli sconfinamenti erano in realtà meramente apparenti e originati dagli ingiustificati scarti temporali tra la data di accredito contrattualmente stabilita e quella successiva erroneamente attestata dalla Banca. In data 23 febbraio 2012, la banca dava seguito alla lettera raccomandata a.r. evidenziando la facoltà di recedere dal contratto in qualunque momento dandone comunicazione per iscritto al cliente con un preavviso di 60 giorni di calendario. L'istituto di credito precisava di voler esercitare la facoltà di recesso non per grave inadempienza del cliente, unico caso in cui il recesso era previsto senza preavviso. Evidenzia allora parte resistente di non comprendere l'operato della Banca in quanto, in presenza di ordinario recesso con preavviso (per ammissione stessa dell'istituto), detta facoltà avrebbe dovuto essere esercitata nel rispetto dei termini (almeno 60 giorni prima) e delle forme (raccomandata/telegramma) previste dal contratto. Il modus operandi scelto dalla resistente discostandosi e in maniera illegittima dal modello contrattuale gli ha causato gravi conseguenze, in quanto si è trovato improvvisamente privo della possibilità di utilizzare il POS senza neppure avere il tempo di ricorrere tempestivamente ad altri istituti bancari per sopperire all'interruzione del servizio, circostanza, questa, che aveva creato un danno all'immagine del negozio. Pag. 3/6

3 Conclude parte resistente chiedendo: (i) l accertamento del corretto operato dell intermediario; (ii) il risarcimento del danno per euro 5.000,00 derivante dalla perdita degli incassi, il danno all immagine, le spese legali sostenute e il tempo e le energie perse per risolvere la problematica occorsa. L intermediario, regolarmente costituitosi, eccepisce di aver provveduto a comunicare al ricorrente il blocco della carta con telegramma del 25 agosto 2011 e che la disattivazione del POS è stata anticipata telefonicamente via SMS sull utenza di telefonia mobile del ricorrente e, in aggiunta, lo stesso è stato contattato in data 25 agosto 2011 dal Servizio Clienti per essere reso edotto della circostanza. La disattivazione del POS è poi avvenuta in conformità con quanto previsto dal "Servizio POS - Foglio Informativo Esercenti Convenzionati"consegnato al ricorrente, alla cui pagina 2 al paragrafo VALIDITA' DEL CONTRATTO è dato leggere: "il Contratto ha validità sino a quando una delle parti - a suo insindacabile giudizio, in qualsiasi momento e senza necessità di preavviso - ne dia disdetta mediante comunicazione da inoltrare alla controparte con qualsiasi mezzo, anche verbale, che consenta la conoscenza della disdetta stessa". Il blocco della carta è avvenuto in conformità con quanto previsto dalle "Norme che regolano i servizi Bancari e Finanziari forniti da (.)" alla cui Sez. VII, art. 8, al secondo capoverso, è dato leggere: "Qualora ricorra un giustificato motivo ai sensi dell art bis, comma 4, cod.civ., la Banca ha facoltà di recedere dal contratto senza preavviso, dandone immediata comunicazione al Cliente.". Nella lettera del 23 febbraio 2012, si comunicava al ricorrente l'uso non regolare del rapporto di conto corrente, e ivi si provvedeva ad allegare uno storico operazioni che rendesse ancora più esplicito il comportamento contestato. Quanto, infine, alla domanda risarcitoria invocata da parte ricorrente, la stessa non è supportata da documentazione alcuna. Conclude parte resistente chiedendo il rigetto integrale del ricorso. Diritto Rileva il Collegio che dalla documentazione agli atti e indipendentemente dal comportamento in fatto tenuto dall intermediario emerge con chiarezza come la banca abbia esercitato il diritto di recesso così come contrattualmente previsto per le ipotesi di interruzione volontaria del rapporto negoziale in assenza di grave inadempimento. E la Pag. 4/6

4 banca resistente che con propria missiva, nel richiamare la clausola contrattuale del recesso ad nutum con preavviso di 60 giorni, afferma che il requisito della grave inadempienza è richiesto solo nel caso in cui la banca decida di recedere dal contratto senza preavviso, dandone immediata comunicazione al cliente,., facoltà questa di cui la Scrivente non ha inteso avvalersi nonostante le inadempienze poste in essere dal cliente siano reali e documentate.. In tale ambito negoziale e confessorio, le modalità con le quali la banca resistente ha esercitato in fatto il recesso risultano allora essere state irregolari, per mancanza del preavviso di 60 giorni. Per quanto concerne poi il blocco del POS, indipendentemente dalla previsione negoziale a mente della quale "il Contratto ha validità sino a quando una delle parti - a suo insindacabile giudizio, in qualsiasi momento e senza necessità di preavviso - ne dia disdetta mediante comunicazione da inoltrare alla controparte con qualsiasi mezzo, anche verbale, che consenta la conoscenza della disdetta stessa (cfr. "Servizio POS - Foglio Informativo Esercenti Convenzionati"consegnato al ricorrente, alla cui pagina 2 al paragrafo Validità del contratto), il comportamento della banca appare comunque non conforme al principio di buona fede, principio che obbliga ciascuna parte a comportarsi in modo tale da non pregiudicare e anzi da salvaguardare il ragionevole interesse dell'altra, quando ciò non comporti a suo carico alcun apprezzabile e ingiusto sacrificio (cfr. Cass. nn /2006 e 20106/2009). In tale ambito, la banca avrebbe dovuto considerare con doverosa attenzione che la revoca (in assenza di giustificato motivo, come dalla stessa banca dichiarato) del POS avrebbe creato obiettive difficoltà al cliente, in relazione all esercizio dell attività commerciale. In altri termini: tenuto fermo il diritto di revoca della banca del servizio POS in qualsiasi momento, in assenza di giustificato motivo la stessa avrebbe dovuto concedere un periodo di tempo al Cliente per organizzarsi differentemente senza incidere sulla sua attività commerciale; non priva di rilievo in questo senso la circostanza che il ricorrente sia riuscito ad attivare nuovo rapporto POS con altro istituto in meno di 30 giorni, ove allora un termine ragionevole per l interruzione la restituzione della strumentazione POS, dopo l esercizio del diritto di recesso, avrebbe consentito una chiusura di rapporto non traumatico e senza conseguenze per le parti contrattuali. Per questi motivi, il Collegio ritiene che il ricorso debba essere accolto relativamente alla domanda di accertamento dell illegittimo operato dell intermediario. Pag. 5/6

5 Quanto alla richiesta risarcitoria, ritiene il Collegio che l indisponibilità del servizio POS dal 23 agosto 2011 al 22 settembre 2011, le spese legali sostenute e il sacrifico del tempo libero, possano essere liquidate equitativamente in euro 2.500,00. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6