IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Prof. Avv. Gustavo Olivieri Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Prof. Avv. Pietro Sirena Avv. Alessandro Leproux Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Gustavo Olivieri Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. Avv. Claudio Colombo Membro designato dal Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Confartigianato nella seduta del 26/07/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO La società ricorrente ha affermato che: -il 1 marzo 2011, avrebbe stipulato con la banca resistente un contratto di cessione pro soluto di alcuni crediti derivanti da forniture ospedaliere effettuate negli anni 2010, 2011 e 2012 e certificati dalle aziende sanitarie debitrici mediante una procedura telematica apposita; -a seguito della certificazione di un credito di ,48, il 28 novembre 2011 la società ricorrente avrebbe presentato alla banca ricorrente la fattura n. 586 del 7 novembre 2011, affinché fosse pagato il prezzo della cessione; -dopo aver provveduto a tale pagamento, la banca resistente ne avrebbe tuttavia stornato l importo, perché nel frattempo (ossia, il 28 gennaio 2012) la certificazione del credito di cui si tratta sarebbe stata bloccata sull apposito portale telematico della Pubblica Amministrazione; -tale comportamento della banca resistente sarebbe tuttavia illegittimo, perché, come risulterebbe dal suddetto portale Pag. 2/6

2 telematico, alla scadenza del termine di pagamento il credito di cui si tratta sarebbe stato certificato dall azienda sanitaria debitrice mediante l apposita procedura telematica; -la successiva revoca di tale certificazione costituirebbe un rischio a carico della banca resistente, tenuto anche conto che il contratto stipulato tra le parti prevederebbe che i crediti ivi considerati non siano ceduti pro solvendo, ma pro soluto; -mediante la lettera raccomandata a.r. del 13 dicembre 2012, la società ricorrente avrebbe intimato alla banca resistente di provvedere al pagamento del credito di cui si tratta; -mediante la lettera del 31 gennaio 2013, la banca resistente avrebbe tuttavia dato una risposta negativa, alla quale la società ricorrente avrebbe replicato. Ciò premesso, la società ricorrente ha chiesto che: -accertata l illegittimità del comportamento tenuto dalla banca resistente, quest ultima sia condannata al pagamento di ,00, nonché al risarcimento del danno costituito dalle spese legali sostenute dalla società ricorrente per la procedura innanzi a questo Arbitro. La banca ha resistito al ricorso, affermando che: -la società ricorrente, avendo originariamente domandato che la banca resistente fosse condannata al pagamento di ,48, avrebbe sì successivamente limitato la propria richiesta entro l importo massimo di ,00, ma riservandosi di esercitare le azioni necessarie per pretendere la differenza; -la controversia non potrebbe essere pertanto decisa da questo Arbitro, avendo comunque un valore superiore a ,00; -il fatto che posteriormente al suo pagamento la certificazione del credito di cui si tratta sia stata bloccata sull apposito portale telematico della Pubblica Amministrazione avrebbe fatto venire meno i suoi requisiti di certezza, liquidità ed esigibilità; - ciò avrebbe determinato la violazione delle garanzie contrattuali assunte dalla società ricorrente, obbligandola a riacquistare il credito di cui si tratta. Ciò posto, la banca resistente ha chiesto che il ricorso sia rigettato, perché infondato in fatto e in diritto. DIRITTO In via pregiudiziale, si deve rilevare che, dopo aver richiesto la corresponsione di ,48 mediante il ricorso a questo Arbitro, la società Pag. 3/6

3 ricorrente ha precisato di limitare fino all importo massimo di ,00 l oggetto delle domande proposte nel presente giudizio. La banca resistente ha obiettato (a p. 1 delle controdeduzioni) che, secondo quanto previsto dalle Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari della Banca d Italia (sez. I, 4), la controversia comunque non potrebbe essere decisa nel merito da questo Arbitro, in quanto la società ricorrente si sarebbe riservata di agire giudizialmente per il recupero della differenza rispetto all intera somma di denaro che assume esserle dovuta (pari a ,48). Il fatto che la società ricorrente non abbia rinunciato ad agire in altra sede per il pagamento della differenza è tuttavia irrilevante ai fini del presente giudizio, posto l oggetto di quest ultimo è stato precisato dalla società ricorrente entro il limite che è posto dalle suddette Disposizioni della Banca d Italia. L eccezione della banca resistente è pertanto respinta e il ricorso può essere deciso nel merito. Nel merito, è pacifico tra le parti del presente giudizio che il credito di cui si tratta sia stato regolarmente certificato dall azienda sanitaria debitrice e pertanto acquistato dalla banca resistente il 12 dicembre È altresì pacifico che, il 28 gennaio 2012, sull apposito portale telematico tale certificazione sia stata bloccata e la banca resistente abbia pertanto stornato dal conto corrente della società ricorrente la somma che le aveva accreditato a titolo di prezzo della suddetta cessione. Secondo quanto allegato dalla banca ricorrente (a p. 2 delle controdeduzioni), il contratto stipulato tra le parti (depositato dalla società ricorrente come doc. ) espressamente prevede che la società ricorrente garantisca «che i Crediti/Crediti Certificati ceduti ai sensi del presente Contratto sono/saranno, a seguito della loro certificazione, certi, liquidi ed esigibili», stabilendo inoltre quanto segue: «il Fornitore che non adempia alle previsioni di cui ai precedenti punti del presente articolo 3), nel caso in cui già ricevuto il pagamento del Credito da parte del Factor, ha l obbligo di riacquistare il Credito/Credito Certificato ceduto mediante il pagamento di un Corrispettivo di Riacquisto pari al Corrispettivo di Cessione di detto credito maggiorato degli interessi calcolati al tasso Euribor a 1 mese + 2% a partire dal giorno della presente Cessione al giorno dell effettivo riacquisto e ciò anche a titolo di risarcimento dell eventuale maggior danno subito dal Factor». Pag. 4/6

4 Si deve tuttavia rilevare da un lato che la società ricorrente non ha garantito o altrimenti promesso alla banca resistente che avrebbe ottenuto dall azienda sanitaria debitrice (ovvero dalla Regione competente) la necessaria certificazione del credito di cui si tratta, e dall altro che la banca resistente non ha dato alcuna prova del fatto che tale credito non fosse certo, liquido ed esigibile, considerato che la revoca della sua certificazione da parte dell azienda sanitaria debitrice non è a tal fine decisiva, perché potrebbe essere astrattamente imputabile al dolo o alla colpa di quest ultima. Si deve piuttosto rilevare che, per quanto qui rileva, la clausola individuata come articolo 1.4 del contratto stipulato tra le parti prevede quanto segue: «Resta inteso tra le Parti che costituiscono e formano oggetto della Cessione tutti i Crediti presenti e futuri che risulteranno Certificati [ ]. Resta comunque inteso che verranno ceduti unicamente i Crediti che saranno certificati secondo la relativa procedura prevista nell Accordo e nei suoi Allegati. Ne consegue che i Crediti successivamente non certificati saranno da considerare come mai ceduti al Factor e, quindi, come mai verificatisi gli effetti traslativi, economici e giuridici di cui sopra» (sottolineatura aggiunta). Dal documento allegato dalla banca resistente alle controdeduzioni, risulta che alla data in cui il credito è stato acquistato dalla banca resistente (ossia, il 12 dicembre 2011) la certificazione del credito di cui si tratta era già stata bloccata dall azienda sanitaria debitrice (e fin dal 1 dicembre 2011), sebbene essa sia stata poi nuovamente autorizzata il 26 gennaio 2012, per essere poi bloccata ancora il 28 gennaio In applicazione della clausola contrattuale sopra menzionata, tale credito deve considerarsi pertanto come mai acquistato dalla banca resistente, essendo venuto meno per volontà delle parti contraenti l effetto traslativo previsto dal contratto che esse hanno stipulato. Ne consegue che lo storno del prezzo della cessione di tale credito da parte della banca resistente non può essere considerato illegittimo, poiché il suo pagamento aveva ormai perso la propria ragione giustificativa ed era pertanto divenuto indebito ai sensi dell art c.c. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio respinge il ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 6/6