IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Prof Avv. Diego Corapi Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Dott.ssa Claudia Rossi Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Pietro Sirena Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Prof Avv. Diego Corapi Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Avv. Marco Marinaro Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 26/10/2012, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica; Fatto Il ricorrente ha affermato: - che, in data 30 ottobre 2009, la banca avrebbe accolto la sua richiesta di mutuo per l importo complessivo ,00, destinato all acquisto di un immobile, effettuando la relativa segnalazione nella Centrale dei rischi; - che il mutuo non sarebbe stato tuttavia erogato perché il perito della banca avrebbe rilevato nella documentazione urbanistica dell immobile alcune irregolarità formali, le quali sarebbero state sanate dal venditore il 23 ottobre 2010 mediante la presentazione della D.I.A. in sanatoria rilasciata dal Comune di Frosinone; - che, in data 30 marzo 2010, il ricorrente avrebbe comunicato all intermediario l avvenuta regolarizzazione della pratica edilizia; - che, in pari data, la banca gli avrebbe comunicato per posta elettronica di non essere ancora in possesso della relazione finale a causa di un ritardo del perito nella Pag. 2/7

2 predisposizione dell elaborato, richiedendo altresì un integrazione dei dati reddituali del ricorrente e della cointestataria del mutuo, sua coniuge; - che, in pari data, telefonando al perito, il ricorrente avrebbe tuttavia appreso che la relazione sarebbe stata pronta e lo avrebbe comunicato alla banca per posta elettronica; - che, in data 31 marzo 2010, la banca avrebbe confermato al ricorrente il giudizio favorevole espresso dal perito e la propria volontà di addivenire alla stipulazione del contratto, sollecitando l invio di ulteriore documentazione reddituale; - che, in data 1 aprile 2010 e 6 aprile 2010, il ricorrente avrebbe pertanto provveduto a inviare all intermediario la seguente documentazione: modello unico 2009 del ricorrente e della cointestataria del mutuo, contratto di lavoro del ricorrente e busta paga della cointestataria, modello 730 dell anno 2008, certificati di indennità di comunicazione della cointestataria e del figlio; - che, ciononostante, non avrebbe più ricevuto alcuna notizia in ordine alla erogazione del suddetto mutuo, subendo così gravi danni, sia per quanto riguarda il mancato acquisto dell immobile di cui sopra e la perdita dell anticipo, sia per quanto riguarda la sua immagine e la sua credibilità; - che sarebbe stata mantenuta un illegittima iscrizione pregiudizievole nella Centrale dei Rischi della Banca d Italia dalla data di delibera del mutuo (30 ottobre 2010) fino al reclamo del ricorrente, a seguito del quale sarebbe avvenuta la cancellazione effettiva (22 luglio 2011); - che a ciò sarebbe conseguito un ulteriore ingiustificato pregiudizio. Prendendo posizione sulla risposta negativa ricevuta dalla banca al proprio reclamo, il ricorrente ha precisato inoltre: - che sarebbe falso che egli non abbia inviato i nuovi documenti reddituali richiestigli dalla banca. Ciò posto, il ricorrente ha chiesto che gli sia risarcito il danno per: - mancata erogazione del mutuo già deliberato; - illegittima iscrizione pregiudizievole nella Centrale dei Rischi della Banca d Italia; - mancanza di trasparenza e comunicazione; - mancata risposta nei termini del reclamo. La banca ha resistito al ricorso, affermando: - che i documenti inviati dal ricorrente in allegato ai messaggi di posta elettronica datati dal 1 al 6 aprile 2010 non sarebbero stati sufficientemente recenti (busta paga di dicembre 2008, contratto di lavoro, 730 congiunto del 2009); - che pertanto non sarebbero state fornite prove sul recente stato reddituale dei richiedenti il mutuo, cosicché non sarebbe stato possibile erogarlo; - che di ciò i richiedenti sarebbero stati edotti per le vie brevi; - che da quel momento, e fino alla presentazione dei loro reclami, essi non avrebbero dato più alcuna nuova comunicazione; - che pertanto non Pag. 3/7

3 si sarebbe potuto procedere più all erogazione del mutuo deliberato. Nelle proprie controdeduzioni, la banca resistente ha inoltre per la prima volta affermato: - che le delibere inerenti al credito non sarebbero a durata indefinita; - che nelle more dell erogazione del mutuo sarebbe stato rilevato un cambio di status lavorativo in capo al ricorrente, il quale avrebbe instaurato un contenzioso con il Comune di [..] per il reintegro nella carica di Comandante dei Vigili; - che pertanto l attestato di servizio o la dichiarazione di un altro datore di lavoro sarebbero state imprescindibili per il rinnovo della delibera; - che diversamente non sarebbe stato più raggiunto il rapporto rata/reddito pari al 30% previsto dalla normativa; - che il ritardo nella risposta ai reclami sarebbe dovuto alle ferie estive, durante le quali opererebbe la sospensione dei termini dal 1 al 31 agosto (e dal 23 dicembre al 6 gennaio) disposta dalla Banca d Italia; - che fino ai loro reclami i richiedenti non avrebbero comunicato alcuna richiesta scritta o verbale di rinuncia all operazione, la quale giustificasse la loro cancellazione dalla Centrale dei Rischi. Diritto Invertendo per ragioni logico-giuridiche l ordine delle domande proposte, si deve anzitutto rilevare che le risposte che la banca resistente ha inviato al ricorrente e a sua moglie a seguito dei loro reclami non possono considerarsi tardive. Al riguardo, si deve rilevare che le disposizioni della Banca d Italia sul procedimento innanzi a questo Arbitro prevedono che l intermediario debba rispondere al reclamo entro trenta giorni dalla sua ricezione. Le medesime disposizioni peraltro statuiscono che i termini del procedimento innanzi a questo Arbitro restino sospesi dal 1 al 31 agosto e dal 23 dicembre al 6 gennaio. Nel caso di specie, risulta che il reclamo sia stato inviato dal ricorrente il 13 luglio 2011 e che la risposta della banca resistente gli sia stata comunicata il 31 agosto 2011, e pertanto tempestivamente. Per quanto riguarda la mancata erogazione del mutuo che era stato deliberato a favore del ricorrente (e della sua coniuge), si deve preliminarmente rilevare che la libertà di iniziativa economica privata degli intermediari, la quale è tutelata dall art. 41 Cost., esclude che essi siano obbligati all erogazione del credito, e pertanto che siano obbligati alla stipulazione dei relativi contratti (decisione ABF, Collegio di Roma, n. 590 del 2011). Pag. 4/7

4 In particolare, questo Arbitro ha più volte ribadito che «la valutazione del c.d. merito creditizio costituisce prerogativa dell istituto erogante ove una conclusione diversa finirebbe per violare la libertà negoziale dell intermediario» (ex plurimis, decisione ABF, Collegio di Roma, n del 2011). Nel caso di specie, il ricorrente è stato adeguatamente edotto che le informazioni che aveva comunicato sulla situazione economica sua e della sua coniuge non erano più aggiornate, e d altro canto non lo sono state neppure quelle che ha fornito alla banca mediante i documenti inviati dal 1 al 6 aprile 2010 per posta elettronica. Ciò appare tanto più significativo se si considera che, com è stato documentato dalla banca (e non specificamente contestato dalla controparte), il ricorrente aveva nel frattempo perso il proprio precedente posto di lavoro e aveva instaurato un contenzioso giudiziario con l ente pubblico dal quale precedentemente dipendeva. Il mutamento delle condizioni economiche del ricorrente ha giustificato pertanto il rifiuto della banca di erogare il finanziamento richiesto e di stipulare il relativo contratto di mutuo. Per quanto riguarda invece la segnalazione nella Centrale dei Rischi della Banca d Italia, si deve rilevare che, se essa non era illegittima in sé considerata, non appare tuttavia effettivamente giustificato il ritardo con il quale è stata cancellata. In via preliminare, si deve rilevare che le banche «sono tenute ad improntare le proprie relazioni d affari a criteri di buona fede e correttezza, secondo quanto puntualizzato dalle Disposizioni emanate dalla Banca d Italia in tema di trasparenza delle opera-zioni e dei servizi bancari in vigore all epoca dei fatti di causa (Istruzioni di vigilanza, 9 agg., 25 luglio 2003, Tit. X, Cap. I, Sez. I, 1.2), ora sostituite dalle Disposizioni emanate il 29 luglio 2009 (ivi, Sez. I, Premessa, 1.3) che, come già puntualizzato da questo Collegio (dec. 8 febbraio 2010, n. 21), costituiscono specificazione dei principî enunciati, in via più generale, dal codice civile» (decisione ABF, Collegio di Roma, n. 437 del 2010). In particolare, la circolare della Banca d Italia n. 139 dell 11 febbraio 1991 (Centrale dei rischi - Istruzioni per gli intermediari creditizi), così come successivamente aggiornata e modificata, prevede che «gli intermediari partecipanti sono tenuti a comunicare alla Centrale dei rischi i cambiamenti qualitativi intervenuti nella situazione debitoria della propria clientela nel momento in cui si verifica tale mutamento. Le informazioni devono essere fornite utilizzando l apposito messaggio da trasmettere entro i tre giorni lavorativi Pag. 5/7

5 successivi a quello in cui è stato accertato il nuovo status. La Centrale dei rischi acquisisce le informazioni e prontamente le trasmette agli altri intermediari interessanti» (cap. III, sez. 4, 2). Per quanto qui rileva, tali Istruzioni impartite dalla Banca d Italia rilevano come specificazioni del dovere generale di buona fede di cui all art c.c. e la loro violazione determina pertanto una responsabilità precontrattuale della banca. Nel caso di specie, è pacifico tra le parti che la banca abbia segnalato il mutamento di status del ricorrente soltanto il 22 luglio 2011, a seguito della presentazione del reclamo, laddove secondo l allegazione stessa della banca ricorrente fin dagli inizi di aprile 2010 essa aveva acquisito dal ricorrente e dalla sua coniuge informazioni economiche decisive al fine di negare l erogazione del mutuo che era stato precedentemente deliberato a loro favore. È pertanto indubbio che, violando il dovere generale di buona fede nella fase delle trattative e della formazione del contratto (art c.c.), la banca resistente abbia provveduto a cancellare la segnalazione del ricorrente dalla Centrale dei Rischi Creditizi della Banca d Italia ben oltre la scadenza del termine che è a tal fine previsto dal cap. III, sez. 4, par. 2, della circolare della Banca d Italia n. 139 dell 11 febbraio 1991 (Centrale dei rischi - Istruzioni per gli inter-mediari creditizi), così come successivamente aggiornata e modificata. Deve essere tuttavia respinta la domanda di risarcimento del danno, poiché il ricorrente non ha dato alcuna prova di un danno risarcibile. In particolare, si deve osservare che solamente la segnalazione nella categoria di censimento sofferenze crediti passati a perdita della Centrale dei Rischi può far presumere a questo Arbitro che l intermediario il quale l ha illegittimamente effettuata abbia cagionato al cliente un danno non patrimoniale. Quest ultimo, pur non essendo in re ipsa, costituisce infatti pur sempre una conseguenza normale della violazione del diritto alla reputazione personale del cliente, sempre che, secondo le concrete circostanze di fatto, non si debba invece escludere l esistenza di un danno siffatto (decisione ABF, Collegio di Coordinamento, n. 3089/2012), ad es. quando il cliente si sia precedentemente reso responsabile di ripetuti ritardi di pagamento nelle rate di un finanziamento (decisione ABF, Collegio di Coordinamento, n. 3503/2012). La segnalazione invece nella categoria di censimento rischi a scadenza, attenendo alla mera concessione di un finanziamento dal cliente, in se stessa considerata non determina Pag. 6/7

6 la violazione del diritto alla reputazione personale del cliente e non può pertanto far presumere che egli abbia subito un corrispondente danno non patrimoniale. In parziale accoglimento del ricorso, il Collegio, accertato preliminarmente che la cancellazione tardiva dei dati del ricorrente dalla Centrale dei rischi ha costituito da parte della banca resistente una violazione del dovere generale di buona fede nella fase delle trattative e della formazione del contratto (art c.c.), rigetta nel merito le domande risarcitorie proposte, perché il ricorrente non ha provato alcun danno risarcibile, né patrimoniale né non patrimoniale. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7