IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Prof. avv. Diego Corapi Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Prof. avv. Vincenzo Meli Dott.ssa Claudia Rossi Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Prof. avv. Diego Corapi Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. avv. Marco Marinaro Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 19/07/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Con ricorso pervenuto il 31/10/2012, il ricorrente espone di essere erede della madre, la quale, con testamento olografo, lo ha nominato beneficiario - tra gli altri - di un obbligazione del valore nominale di ,00. Il testamento gli attribuiva in via esclusiva, oltre a detto strumento finanziario, una quota di fondo comune. Mentre quest ultima risulta regolarmente intestata dall intermediario, nonostante sia stata prodotta tutta la documentazione richiesta rimane tuttora inevasa, con motivazioni che il ricorrente considera pretestuose, la richiesta di intestazione dell obbligazione. Il denaro depositato sul conto corrente risulta assegnato integralmente alle altre due coeredi. Il ricorrente precisa che: - avverso il suddetto testamento olografo non sono state proposte opposizioni; Pag. 2/7

2 - egli ha provveduto a consegnare alla convenuta tutta la documentazione richiesta e cioè l atto notorio, la copia conforme all originale della dichiarazione di successione presentata all Agenzia delle Entrate e il verbale di pubblicazione del testamento olografo; - l intermediario ha, in una mail, espressamente dichiarato che tutta la documentazione inviata era perfettamente valida e corretta e, nonostante i ripetuti solleciti, non ha ancora provveduto a dare esecuzione ex art. 620 cod. civ. alla disposizione testamentaria contenuta nel suddetto verbale di pubblicazione del testamento olografo; - la diffida inviata da altra coerede, invocata dall intermediario a giustificazione della sospensione della procedura di riconoscimento al ricorrente del titolo de quo, è priva di fondamento giuridico e comunque non legittima in alcun modo la convenuta a trattenere pretestuosamente somme di denaro e/o titoli di proprietà del deducente; allo stato non sussiste nessun provvedimento dell Autorità giudiziaria che giustifichi l intermediario a non dare esecuzione alla disposizione testamentaria - l irragionevolezza del comportamento della convenuta è dimostrata dal fatto che, nonostante la consegna dell atto notorio atto pubblico al pari del verbale di pubblicazione del testamento nel quale è stato espressamente chiesto, tra le altre dichiarazioni, che avverso il testamento non risultassero opposizioni, l intermediario continua a non intestare quanto spettante al ricorrente, giustificando il proprio operato sulla base dell avvenuta ricezione di una diffida inviata da altri coeredi, quasi a significare che questa abbia più valore dell obbligo imposto dalla legge di dare esecuzione alla chiara ed inequivocabile disposizione contenuta nel verbale di pubblicazione della scheda testamentaria. - con raccomandata AR ha chiesto all istituto di dare immediata esecuzione alla disposizione testamentaria contenuta nel verbale di pubblicazione del testamento olografo; - la risposta negativa fornita dall intermediario alla richiesta di dare immediata esecuzione alla disposizione testamentaria non è assolutamente condivisibile, in quanto, oltre ad essere pretestuosa, richiama norme contrattuali non applicabili al caso di specie, avendo il testatore eseguito la divisione dei beni relativi al patrimonio relitto; le norme contrattuali richiamate riguardano Pag. 3/7

3 esclusivamente i conti correnti cointestati e quindi risultano non pertinenti sia perché non esiste alcuna cointestazione del conto corrente caduto in successione, intestato al solo de cuius, sia perché la divisione dei beni dell eredità devoluti agli eredi esclude espressamente la possibilità del ricorrente di prelevare somme di denaro dal suddetto conto corrente, essendo queste state devolute alle altre due coeredi (con conseguente contitolarità delle attività di pertinenza del c/c). In data 27 settembre 2012, il ricorrente ha inviato un esposto alla Banca d Italia e alla Consob rappresentando i gravi inadempimenti posti in essere dall intermediario. Il ricorrente chiede all ABF di accertare il diritto all intestazione del titolo in questione, oltre al pagamento delle cedole maturate e maturande dalla data di apertura della successione, che si presume vengano accreditate sul conto corrente intestato alla madre defunta con la grave conseguenza di dover agire per la ripetizione delle stesse. Con controdeduzioni del 10/12/2012, l intermediario chiede il rigetto del ricorso, esponendo di non aver proceduto alla intestazione del titolo al ricorrente in quanto la dichiarazione da questi presentata di successione non risultava completa, dal momento che il patrimonio in essa dichiarato era privo dell indicazione e della valorizzazione del conto corrente intestato alla de cuius. Nega di aver mai fornito conferma in merito alla correttezza e alla completezza della documentazione prodotta, contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente. Espone che il 10/7/2012 le coeredi, per il tramite di un legale, hanno notificato alla banca formale diffida a non effettuare alcuna liquidazione a favore di altri eredi, trasmettendo copia dell Atto di accettazione di eredità con beneficio d inventario redatto da un notaio. Sostiene che il sopraggiungere di disposizioni discordanti da parte delle altre eredi non consente di dare corso a quanto richiesto dal ricorrente in quanto, conformemente a quanto stabilito nelle norme contrattuali che regolano i servizi bancari e finanziari, in vigore all atto dell apertura del conto corrente intestato alla de cuius, ai sensi delle quali la banca può dare esecuzione alle disposizioni impartite dagli eredi solo se congiunte tra loro. L 11/12/2012, il ricorrente ha replicato, negando che la dichiarazione di successione fosse incompleta, atteso che la sua pretesa riguarda Pag. 4/7

4 esclusivamente l obbligazione e non le somme giacenti sul conto corrente, lasciate integralmente agli altri eredi, sui quali incombe, quindi, l onere di procedere alla necessaria dichiarazione di successione in qualità di beneficiari (coeredi) delle somme ivi depositate. Respinge, invocando il supporto documentale, l affermazione dell intermediario di non aver mai confermato la correttezza e la completezza della documentazione ricevuta. Conclude evidenziando come sia priva di fondamento giuridico l affermazione secondo la quale la banca può dare esecuzione alle disposizioni impartite dai coeredi solo se congiunte tra di loro. Nel caso di specie le disposizioni non sono state impartite dagli eredi ma direttamente dal de cuius. Sottolinea dunque come il comportamento dell intermediario si in violazione dell art. 620, comma 5, c.c., secondo il quale una volta avvenuta la pubblicazione il testamento olografo ha esecuzione. DIRITTO Il ricorso è fondato. Dalla descrizione dei fatti appare evidente che la controversia attiene alla correttezza del comportamento della banca che rifiuta di eseguire, come richiestole da uno degli eredi, le disposizioni del testamento relative ad un conto titoli. Deve innanzitutto precisarsi che a questo Collegio non compete interpretare disposizioni testamentarie. Pertanto, esso si limita a verificare se, alla luce dei fatti descritti, l operato della banca sia corretto in relazione, in particolare, alla richiesta di colui che appare legittimato, in virtù della qualità di erede testamentario, a disporre del titolo obbligazionario, già di titolarità della de cuius. Si premette che tra i coeredi non sussiste uno stato di comunione ereditaria, in quanto la stessa de cuius ha già proceduto con il testamento ad operare la divisione (art. 734 c.c.), attribuendo loro individualmente i cespiti dell asse ereditario. Risultano così direttamente assegnati dalla de cuius, senza che sul punto risultino agli atti contestazioni di sorta, all odierno ricorrente il titolo obbligazionario oggetto della controversia e alle coeredi le somme presenti nel conto corrente. Ne deriva che infondata deve essere ritenuta l eccezione Pag. 5/7

5 dell intermediario, circa una sua impossibilità a dare corso alle istruzioni dell erede ricorrente, in quanto sarebbe necessario l unanime consenso degli eredi, nel caso di specie assente. La disposizione contrattuale richiamata (peraltro, mai trasmessa a questo Collegio) presuppone chiaramente una situazione di comunione ereditaria qui, appunto, non sussistente ab origine per volontà del testatore. D altro canto, non è stato indicata dall intermediario alcuna altra circostanza, di fatto o di diritto, che possa legittimarlo a discostarsi da quanto disposto dall art. 620, comma 5, c.c., per cui, avvenuta la pubblicazione, il testamento olografo ha esecuzione. Le obiezioni relative ad una pretesa incompletezza della dichiarazione di successione trasmessa dal ricorrente possono, in realtà, avere qualche attinenza con le somme sul conto corrente, ma non con lo strumento finanziario in questione. Ciò considerato, anche laddove dovessero in futuro (ad esempio, a seguito di un ipotetico contenzioso, oggi, per quanto risulta a questo Collegio, neppure avviato) emergere circostanze idonee a porre in discussione il diritto oggi vantato dall erede, l avvenuto adempimento della richiesta di intestazione dello strumento finanziario al ricorrente non presenterebbe comunque per l intermediario alcun rischio, alla luce dell art c.c., che fa salvo il pagamento effettuato in buona fede al creditore apparente (si veda, per analogo orientamento, Collegio di Milano, n. 629/2013; si veda anche, in tal senso, Cass., Sez. VI, 29 maggio 2012, n. 8581). Il Collegio, dunque, dispone che l intermediario provveda senza ulteriore indugio all intestazione al ricorrente del titolo in questione e dispone altresì che l intermediario riversi al medesimo le somme corrispondenti alle cedole maturate dalla data di apertura della successione fino all effettiva intestazione. Pag. 6/7

6 P.Q.M. Il Collegio accoglie il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 7/7