IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Prof. Massimo Caratelli Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Prof. Avv. Pietro Sirena Prof. Avv. Andrea Gemma Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Massimo Caratelli Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Avv. Maddalena Rabitti Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 30/04/2013, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto I ricorrenti hanno affermato che: -il 27 luglio 2010, avrebbero chiesto alla banca resistente di inviare loro un libretto di assegni a mezzo del servizio postale; -il 4 agosto 2010, avrebbero informato la banca resistente di non averlo ricevuto; -avendo fatto richiesta di un finanziamento nella loro qualità di amministratori di una società di capitali, avrebbero successivamente appreso che i loro nominativi erano stati inseriti negli elenchi dei soggetti protestati con la causale assegno rubato/smarrito ; -il 24 ottobre 2012, avrebbero adito il giudice ordinario, chiedendo che i loro nominativi fossero cancellati dai suddetti elenchi; -la banca resistente non avrebbe provveduto a bloccare tempestivamente gli assegni di cui si tratta, posto che essi sarebbero stati smarriti o rubati nel luglio del 2010 e negoziati a settembre del Arbitro Bancario Finanziario Pag. 2/10

2 medesimo anno. Ciò premesso, i ricorrenti hanno chiesto che la banca resistente sia condannata al pagamento di 5.000,00 a titolo di risarcimento del danno. La banca ha resistito al ricorso, affermando che: -il 22 luglio 2010, avrebbe spedito per posta ordinaria ai ricorrenti il libretto degli assegni che avevano richiesto; -il 4 agosto 2010, avrebbe cautelativamente disposto il blocco del medesimo libretto; -il 10 settembre 2010, a seguito della presentazione all incasso di tre degli assegni ivi contenuti, avrebbe levato il protesto e avrebbe denunciato all autorità di Pubblica Sicurezza la mancata ricezione del libretto da parte dei ricorrenti; -per due dei suddetti assegni, i quali recavano una firma di traenza illeggibile, i protesti sarebbe stati levati (il 13 settembre 2010 e, rispettivamente, il 23 settembre 2010) a nome dei ricorrenti e fatti con la causale assegno denunciato o smarrito con firma di traenza non conforme a quella depositata dal correntista ; -tali protesti sarebbe legittimi, e segnatamente conformi alla circolare del Ministro dell Industria, del Commercio e dell Artigianato 30 aprile 2001, n. 3512; -la pubblicazione degli elenchi mensili dei protesti avrebbe in ogni caso reso manifesta la non colpevolezza dei ricorrenti; - non sarebbe stato pertanto cagionato alcun danno alla loro reputazione, poiché il protesto sarebbe stato fatto con una causale non infamante. Ciò posto, la banca resistente ha chiesto che il ricorso sia respinto, perché infondato e perché non sarebbe stato provato dai ricorrenti alcun danno risarcibile. DIRITTO 1. In via pregiudiziale, si deve rilevare che il ricorso al Tribunale Ordinario di Roma depositato dai ricorrenti il 25 ottobre 2012 non preclude a questo Arbitro di decidere il presente giudizio nel merito. A tale proposito, si deve premettere che, secondo quanto stabilito dalle Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari della Banca d Italia, innanzi a questo Arbitro «non possono essere [ ] proposti ricorsi inerenti a controversie già sottoposte all autorità giudiziaria» (sez. I, 4). Nel caso di specie, il ricorso a questo Arbitro non è tuttavia inerente alla Arbitro Bancario Finanziario Pag. 3/10

3 controversia che è stata sottoposta dai ricorrenti all autorità giudiziaria, sussistendo una diversità evidente del rispettivo petitum. Infatti, la domanda proposta dai ricorrenti innanzi a questo Arbitro ha a oggetto il risarcimento del danno che essi affermano di aver subìto a causa della iscrizione dei loro nominativi nel registro dei protesti; la domanda proposta innanzi al Tribunale Ordinario di Roma ha invece a oggetto la cancellazione dei loro nominativi dal medesimo registro. Posto quindi che l oggetto del presente giudizio è diverso da quello sottoposto alla magistratura, questo Arbitro può pronunciarsi nel merito. 2. Secondo quanto affermato dalla banca resistente (a p. 1 delle controdeduzioni) il libretto degli assegni di cui si tratta è stato spedito ai ricorrenti per posta prioritaria il 22 luglio In proposito si osserva: - che tale modalità di spedizione è stata introdotta nel 1999 al fine di assicurare, ad un prezzo superiore, una rapidità di consegne maggiore rispetto alla posta ordinaria ; - che, dal maggio 2006 non esiste più la posta ordinaria e che, da allora, gli invii in precedenza effettuati con tale modalità avvengono per posta prioritaria. E quindi evidente che la spedizione per posta prioritaria - a differenza di quelle previste, rispettivamente, per le raccomandate e per le assicurate - non prevede il monitoraggio del tragitto compiuto dal plico, né contempla alcuna possibilità di indennizzo in caso di mancato recapito. Non vi è quindi dubbio che la banca resistente, facendo ricorso a tale modalità di spedizione, si sia resa colpevole di grave negligenza che, quale operatore professionale, non poteva non essere a conoscenza dei gravi rischi che la spedizione del blocchetto di assegni comportava per la propria cliente. In un precedente nel quale il traente di un assegno bancario lo aveva inviato al prenditore per posta ordinaria (senza averlo peraltro riempito in ogni sua parte), questo Arbitro ha ritenuto che fosse stata violata una elementare regola di diligenza, tenuto anche conto che è notorio il fatto che Poste Italiane s.p.a. raccomanda espressamente il ricorso alla posta assicurata «per spedire, con la garanzia dell assicurazione, cosa di valore, documenti importanti, denaro, oggetti Arbitro Bancario Finanziario Pag. 4/10

4 preziosi, titoli o valori» (decisione ABF, Collegio di Napoli, n del 2010). Un analogo principio di diritto non può non valere anche per l invio del libretto degli assegni da parte della banca trattaria al correntista; e anzi vale a maggior ragione, se si considera che, com è stato costantemente ribadito da questo Arbitro sulla scorta di un consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità, la diligenza richiesta a una banca nell adempimento delle proprie obbligazioni deve essere valutata con particolare rigore, perché è «qualificata dal maggior grado di prudenza e attenzione che la connotazione professionale dell agente consente e richiede» (Cass. civ., sez. I, 24 settembre 2009, n ). Infatti, è stato ritenuto da questo Arbitro che, laddove sia andato smarrito l assegno bancario che era stato restituito per posta ordinaria da una banca, non possa esservi alcun dubbio in ordine alla responsabilità di quest ultima per l inadempimento colposo delle proprie obbligazioni contrattuali (decisione ABF, Collegio di Roma, n del 2010). 3. Accertato preliminarmente che la banca resistente non ha diligentemente adempiuto le proprie obbligazioni contrattuali nei confronti dei ricorrenti, ai fini dell accoglimento della domanda che è stata proposta innanzi a questo Arbitro incombe loro pur sempre l onere di (allegare e di) provare che a causa di quell inadempimento hanno subìto un danno risarcibile in base al combinato disposto dell art c.c. con l art c.c. A tale proposito la banca resistente (a p. 2 delle controdeduzioni) ha affermato che i protesti di cui si tratta sarebbe stati fatti in conformità alla normativa vigente, citando espressamente la circolare del Ministero dell Industria, del Commercio e dell Artigianato 30 aprile 2001, n. 3512; ha altresì affermato che comunque non sarebbe stato cagionato alcun danno alla reputazione dei ricorrenti, in quanto i protesti di cui si tratta sarebbe stati fatti con la causale di assegno denunciato smarrito o rubato, la quale non potrebbe essere considerata come infamante. Sebbene non privi di riscontro nella prassi bancaria e anche nella giurisprudenza di legittimità e di merito, tali assunti difensivi non possono considerarsi risolutivi del presente giudizio. Ai sensi dell art. 3-bis, 1 comma, del d.l. 18 settembre 1995, n. 381 (Disposizioni urgenti in materia di camere di commercio), così come convertito Arbitro Bancario Finanziario Pag. 5/10

5 dalla l. 15 novembre 1995, n. 480 e successivamente modificato dall art. 4, l. 18 agosto 2000, n. 235, la notizia di ciascun protesto levato è riportata nell apposito registro informatico che è tenuto dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. 4. In effetti, la circolare ministeriale n. 3512/01, che reca l elenco delle causali e delle motivazioni da utilizzare in caso rifiuto del pagamento degli assegni bancari, prevede che, nel caso di un assegno, che sia stato in precedenza denunciato smarrito o rubato, recante una firma di traenza illeggibile e non corrispondente allo specimen, il protesto debba essere levato nei confronti del correntista, cioè del titolare del conto (ivi, All. 1, n. 35), Sull esattezza di tale previsione è lecito tuttavia nutrire qualche dubbio. Invero, perché il correntista possa essere ritenuto cartolarmente obbligato al pagamento di un assegno tratto sul suo conto è necessario che la firma di traenza soddisfi i requisiti di chiarezza, univocità e certezza specificamente richiesti dal legislatore per essere a lui riferita (art. 11, r.d. 21 dicembre 1933, n. 1736). Per contro, quando, come nel caso di specie, la sottoscrizione non è conforme allo specimen ed è, inoltre, illeggibile - manca ogni segno esteriore di riferibilità dell obbligazione cartolare al titolare del conto. E non si comprende, quindi, come possa ritenersi che, in detta ipotesi, tale soggetto assuma la qualità di debitore cambiario e si realizzino i presupposti per la levata del protesto nei suoi confronti e per il conseguente inserimento nominativo dei suoi dati identificativi nell atto di protesto e nel relativo registro informatico (art. 3, comma 2, l. 12 febbraio 1955, n. 77). Invero, anche se ricorressero le condizioni per ritenere che l indebita circolazione del titolo sia imputabile al correntista ma non è certamente questo il caso di specie si tratterebbe pur sempre di una responsabilità extracartolare, inidonea a giustificare la levata del protesto nei suoi confronti. Dal punto di vista del diritto cartolare è poi principio consolidato che un soggetto diventa obbligato cambiariamente al pagamento del titolo solo se (e nel momento in cui) lo sottoscrive con firma autografa. Ed è evidente che la preoccupazione pur autorevolmente prospettata: Cass. 18 ottobre 1974, n che il correntista, possa firmare in modo artefatto per sottrarsi ai suoi obblighi non può giustificare l imputazione a suo carico di qualsiasi Arbitro Bancario Finanziario Pag. 6/10

6 assegno tratto sul suo conto, che può essere riconosciuta solo se vi è conformità tra la firma di traenza e quella apposta sullo specimen. Il protesto non ha solo la funzione di impedire la decadenza dall esercizio dalle azioni di regresso eventualmente esperibili e, appunto per questo, può essere legittimamente levato anche soltanto allo scopo di far attestare in forma pubblica, ad ogni altro possibile effetto, il mancato pagamento del titolo (Cass. 10 marzo 2000, n. 2742; ABF, Coll. Coord. n del 10 maggio 2013). Invero, l obbligo che la legge impone di trasmettere periodicamente al presidente della Camera di commercio competente per territorio l elenco dei protesti per mancato pagamento (art. 3, comma 1, l. 12 febbraio 1955, n. 77), al fine della loro pubblicazione nel registro informatico dei protesti, nulla ha a che vedere con la tutela dell interesse degli obbligati di regresso alla certezza dell avvenuta tempestiva presentazione del titolo, essendo chiaramente diretto ad esercitare, nell interesse del portatore del titolo, una pressione psicologica sul debitore per indurlo all adempimento, onde evitare il discredito derivante dalla pubblicità data al mancato pagamento del titolo (dec. Coll. Coord. n. 2567/13, cit.). Detta forma di pubblicità, in quanto finalizzata ad assicurare il regolare andamento degli adempimenti legati alla utilizzazione di tali strumenti di pagamento, risponde a un esigenza meritevole di tutela sufficiente a giustificare la conoscibilità da parte dei terzi di dati per loro natura destinati altrimenti a rimanere riservati (artt. 1 e 117 d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196). Sempre che, tuttavia, il soggetto tenuto in via cartolare all adempimento della prestazione portata dal titolo sia identificabile. In caso contrario la levata del protesto nei confronti del correntista non risponde ad alcuna esigenza apprezzabile e non trova, del resto, fondamento nelle disposizioni di legge che disciplinano il protesto degli assegni. L art. 62, r.d. 23 dicembre 1933, n contrariamente a quel che si afferma nella motivazione della sentenza della C.S. n del prescrive infatti che il protesto deve essere levato nei confronti del trattario, pur non escludendo che nel relativo atto possa darsi indicazione del soggetto tenuto al pagamento della somma trascritta sul titolo, come previsto dall art. 3, comma 2, della citata l. n. 77 del 1955, che fa esplicito riferimento al debitore, vale a dire del soggetto tenuto all adempimento dell obbligazione cartolare. Arbitro Bancario Finanziario Pag. 7/10

7 Il titolare del conto viene ad essere così esposto al pregiudizio derivante dal protesto quando pur non essendo la prestazione trascritta sul titolo a lui riferibile; pregiudizio la cui gravità non può ritenersi attenuata dalla menzione obbligatoria, nell elenco dei protesti dei motivi del rifiuto di pagamento (art.5, comma 4, lett. l, d.m. 9 m aggio 2000, n. 316; art. 1, d.m. 23 febbraio 2001 e relativo allegato A), posto che tale indicazione deve essere effettuata mediante l indicazione del relativo codice e quindi con modalità inidonee a consentire l agevole percezione delle ragioni del mancato pagamento. 5. Ben altrimenti conforme al sistema è la soluzione adottata per l iscrizione nell archivio C.A.I. dei dati del traente, ai fini della revoca ad emettere assegni, in caso di mancato di mancato pagamento del titolo per mancanza di autorizzazione o di provvista: si è infatti stabilito che se il traente non è identificabile il trattario non effettua alcuna trasmissione di dati all archivio (art. 5, comma 2, d.m. 7 novembre 2001, n. 458). Ed è auspicabile, ad avviso del Collegio, che una soluzione analoga sia adottata anche ai fini della iscrizione nel registro dei protesti. E indubbio, tuttavia, che, fino a quando tali modifiche non saranno apportate, gli intermediari bancari non potranno essere chiamati a rispondere della segnalazione del nominativo del correntista ai fini del protesto nei casi in cui la firma di traenza sia illeggibile e non conforme allo specimen: l esistenza della circolare in esame porta infatti a ritenere non censurabile, il loro affidamento sulla legittimità di tale segnalazione, 6 L illegittimità del comportamento della resistente deve essere peraltro riconosciuta sotto un diverso profilo, per aver effettuato la spedizione del blocchetto degli assegni con modalità che, come si è posto in rilievo, non prevedevano alcuna cautela a tutela dell interesse del destinatario alla corretta ricezione del plico (retro, 3). La ricorrente ha chiesto che le sia liquidata a titolo di risarcimento del danno, per il pregiudizio subito, la somma complessiva di 5.000,00. La resistente si oppone all accoglimento della domanda, deducendo che la pubblicazione, doverosa, dei protesti nel Bollettino [recte: Registro informatico] era stata accompagnata dall indicazione dei motivi del mancato pagamento degli assegni Arbitro Bancario Finanziario Pag. 8/10

8 con una dicitura che rendeva evidente la non colpevolezza della ricorrente. E però agevole replicare come si è già posto in evidenza che l inserimento dei motivi del rifiuto di pagamento degli assegni protestati nel Registro informatico dei protesti avviene tramite indicazione del relativo codice e, quindi con modalità che non consentono ai terzi di percepire in modo chiaro e trasparente le effettive ragioni del protesto e, come nel caso di specie, la totale incolpevolezza del soggetto nei cui confronti il protesto è stato levato. Tanto premesso, il collegio ritiene che l inadempimento contrattuale della banca abbia cagionato ai ricorrenti un indubbio danno non patrimoniale, costituito dalle comprensibili preoccupazioni, dai fastidi e da tutti gli altri disagi psichici che l inserimento dei loro nominativi nel registro informatizzato dei protesti ha indubbiamente comportato. Secondo il principio di diritto enunciato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nella sentenza 21 febbraio 2002, n. 2515, tale tipo di danno non patrimoniale è autonomamente risarcibile ai sensi dell art c.c. anche in mancanza di una lesione dell integrità psico-fisica del danneggiato (ovvero della sua reputazione personale). Poiché è stato cagionato mediante un trattamento di dati personali, sussiste uno dei casi previsti dalla legge in cui il danno non patrimoniale è risarcibile ai sensi dell art c.c. anche quando non sia stato violato un diritto della persona costituzionalmente garantito: in tal senso dispone infatti l art. 15 del d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (c.d. codice della privacy). Ai sensi dell art c.c., tale danno non patrimoniale deve essere liquidato in via equitativa, tenendo conto delle effettive sofferenze patite dall offeso, della gravità dell illecito e di tutti gli elementi della fattispecie concreta (Cass. civ., sez. III, 10 marzo 2010, n. 5770). In applicazione di tali criteri, e principalmente della gravità della colpa che è ascrivibile alla banca resistente per aver spedito per posta ordinaria ai ricorrenti il libretto degli assegni di cui si tratta, questo Arbitro ritiene equo liquidare il suddetto danno nella somma di 5.000,00 che è stata indicata dai ricorrenti. In accoglimento del ricorso, questo Arbitro condanna pertanto la banca al pagamento di 5.000,00 a titolo di risarcimento del danno, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali dal giorno di produzione del danno (individuato in Arbitro Bancario Finanziario Pag. 9/10

9 via equitativa nel 17 settembre 2010) a quello del pagamento. P.Q.M. Il Collegio accoglie il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Arbitro Bancario Finanziario Pag. 10/10