SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

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1 (Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 2) Codice di accreditamento: NZ ) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1 CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: CRESCERE NELLA CONVIVIALITÀ 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): A 02 minori A 06 disabili 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Il progetto Crescere nella convivialità si sviluppa nelle aree di intervento della disabilità e dei minori, due categorie di persone particolarmente deboli, che rappresentano alcune tra le dimensioni in cui si concretizza la caratteristica principale delle case famiglia: la condivisione con le persone in difficoltà e la presenza delle persone diversamente abili all interno delle case. Il progetto è relativo al territorio provinciale ravennate, dove l Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è presente dal 1983 con le proprie sedi (case famiglia, comunità terapeutiche, pronte accoglienze per adulti). Le case famiglia dell Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, le cui caratteristiche verranno meglio declinate in seguito, rispondono a problematiche di disagio sociale, proponendo una realtà di famiglia allargata che può dare risposta anche alle disabilità. Le Case Famiglia dell Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII La casa famiglia, come risposta creativa anche alla problematica della disabilità, è così descritta in un recente documento dell Associazione: Con questo termine si intende una 1

2 struttura educativa residenziale che si caratterizza per la convivenza continuativa e stabile di due adulti (di norma coppia sposata con o senza figli) che risiede presso la struttura, che accolgono minori e adulti con età e caratteristiche diverse, prive di ambiente familiare idoneo, allo scopo di garantire un contesto di vita caratterizzato da un clima di disponibilità affettiva con rapporti individualizzati per assicurare sviluppo e maturazione affettiva, educazione, mantenimento, assistenza, partecipazione alla vita sociale. Ospitalità in una organizzazione della vita quotidiana di tipo familiare. L accoglienza è complementare secondo il metodo attuato da oltre 30 anni nella Comunità Papa Giovanni XXIII in Italia e all Estero. Dove per complementare si intende completa che non distingue tra patologia e patologia. Che nel diffuso linguaggio socio-sanitario è detta multiutenza. Quindi non solo nelle Casa famiglia in oggetto non si accoglie per fascia di utenza, ma, al contrario, persone diverse per età, genere, bisogno, figli naturali e non, costituiscono una proprietà distintiva delle Case famiglia e una peculiare forza terapeutica. 1, in opposizione radicale alle risposte tradizionali per cui: "alle persone che soffrono di carenze relazionali e quindi cercano sicurezza, identificazione, identità, originalità, spesso proponiamo una vita con altre sei o sette persone che soffrono della stessa cosa e presentano gravi disturbi psicopatologici, il che accentua il sovrapporsi di problemi all'interno del gruppo, moltiplica le interazioni patologiche, i mimetismi, i livellamenti che non hanno nulla a che vedere con i bisogni di relazione di queste persone 2 La costituzione della Casa famiglia fornisce uno schema famigliare che molto si assomiglia alla famiglia allargata. La presenza di figure genitoriali e parentali di età e vissuti diversi, possono rappresentare i differenti componenti di una famiglia allargata (padre madre fratelli, nonni,zii, cugini) e funzionare da veri collettori relazionali, lì dove la perdita dei legami famigliari di origine ha causato o potrebbe causare conseguenze disastrose che possono andare dai comportamenti antisociali alla perdita di una identità spaziale e temporale con conseguente disgregazione dell Io fino a disturbi psicotici gravi (sono in aumento i casi di persone con disturbi psichici, segnalati dai servizi sociali, che si trovano a non avere più una famiglia perché rifiutati dalla loro famiglia di origine o perché una famiglia non l'hanno mai avuta). Disabilità Una prima, semplice e incompleta definizione recita: È persona handicappata, colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. L Organizzazione Mondiale della Sanità (OSM) nel 1980 ha introdotto la Classificazione Internazionale delle Menomazioni, Disabilità e Svantaggi Esistenziali (International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps - ICIDH) all interno della quale leggiamo la seguente definizione di Disabilità: qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a una menomazione) della capacità di compiere un attività nel modo o nell ampiezza considerati normali per un essere umano. La disabilità rappresenta l oggettivazione della menomazione e come tale riflette disturbi a livello della persona. La disabilità si riferisce a capacità funzionali estrinsecate attraverso atti e comportamenti che per generale consenso costituiscono aspetti essenziali della vita di ogni giorno. In seguito dal 1993 si è intrapreso un lungo lavoro di revisione giungendo nel 2001 alla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF). Si tratta di una delle classificazioni internazionali, sviluppate dall OMS che permettono di codificare un'ampia gamma di informazioni relative alla salute (ad es. diagnosi, funzionamento e disabilità, accesso ai servizi ). La classificazione integra in un approccio di tipo biopsicosociale (in cui la salute viene valutata complessivamente secondo tre dimensioni: biologica, individuale e sociale). È in sostanza il passaggio da un approccio individuale ad uno socio-relazionale nello studio della disabilità. La disabilità viene intesa, come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui egli vive. Ne consegue che ogni individuo, date le proprie condizioni di salute, può trovarsi in un 1 F. Trovato L esperienza trentennale della Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XIII: Uno studio di valutazione, Tesi di Laurea, Università di Genova Facoltà di Scienze della Formazione, pag F. Trovato cita J. Cartry, pag

3 ambiente con caratteristiche che possono limitare o restringere le proprie capacità funzionali e di partecipazione sociale. 3 Il trend complessivo della disabilità è in aumento in Italia in quanto i progressi della medicina e l erogazione di una tutela sanitaria e sociosanitaria più qualificata hanno determinato una minore mortalità (specialmente in età perinatale e neonatale), migliori condizioni di vita e quindi un aumento della vita media. Queste condizioni richiedono un potenziamento degli interventi sanitari e misure di inclusione sociale mirate e continuate nel tempo. Minori In Emilia Romagna con il crescere di una maggiore sensibilità politica e capacità progettuale, si è registrato anche sul piano quantitativo un andamento dell affidamento familiare che, pur con qualche difficoltà in alcuni periodi, rivela un evoluzione positiva. L affidamento familiare è una delle risorse più utilizzate per dare una risposta concreta ai bisogni dei minori. Complessivamente i casi di affidamento familiare al 31/12/2003 in Emilia Romagna, rappresentavano il 16,5/10000 della popolazione minorile residente e il 2,6 dei minori assistiti dai servizi sociali. Provincia Durante l anno Durante l anno Durante l anno Durante Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì Cesena Rimini Regione Var. % - 7.5% - 2.7% % annua l anno Fonte: Regione Emilia Romagna servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza, Tutela: tra reti di protezione e iniziative coordinate e promozione. Il contesto territoriale di realizzazione del progetto: la Provincia di Ravenna Dati salienti Superficie: Kmq.1858,49 Altidudine max/min 966/0 Lunghezza coste: Km.46 di cui: in Comune di Ravenna Km.37 in Comune di Cervia Km. 9 Popolazione Residente: abitanti Maschi Femmine Province confinanti: Forlì-Cesena, Ferrara, Bologna (Emilia-Romagna) Firenze (Toscana) Rete stradale principale: 3 Il concetto di disabilità tratto da: 3

4 Autostrade Km.46 Superstrade Km.19,5 Strade Statali Km.146 Strade Provinciali Km.817 Distanza da principali Aeroporti: Bologna Km.80 Rimini Km.60 Forlì Km.30 (specializzato merci) Porti: Ravenna (Porto commerciale; 9 Km di banchine) Marina di Ravenna, Cervia (Porti turistici) Turismo e cultura: Vocazione balneare, ambientale (Parco del Delta del Po) e storica- artistica, parte del patrimonio è stato riconosciuto dall' UNESCO come Bene dell' Umanità Economia e lavoro: Comparti principali: Edilizia, metalmeccanica, chimica, calzaturiero, tessile, ceramico. Istruzione: Oltre alla scuola dell'obbligo, vi sono 30 istituti di scuole superiori e due facoltà dell'università degli Studi di Bologna (Scienze Ambientali ad indirizzo marino, e Conservazione dei Beni Culturali). Sono inoltre presenti 30 Enti di formazione professionale. Comuni: (n 18) Ravenna (capoluogo) Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Brisighella, Casola Valsenio, Castelbolognese, Cervia, Conselice, Cotignola, Faenza, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda, Riolo Terme, Russi, S.Agata sul Santerno, Solarolo. Di seguito riportiamo una tabella relativa al numero di abitanti, del livello di densità e del numero di famiglie per ogni comune della Provincia. 4

5 Elenco Comuni Provincia di Ravenna Pos Comune Residenti Densità per kmq Numero Famiglie 1 Ravenna , Faenza , Lugo , Cervia , Bagnacavallo , Alfonsine , Russi , Conselice , Massa Lombarda , Castel Bolognese , Fusignano , Brisighella , Cotignola , Riolo Terme , Solarolo , Casola Valsenio , Sant'Agata sul Santerno , Bagnara di Romagna ,7 688 In particolare, le strutture di riferimento del progetto sono: Faenza, Lugo e Russi. Faenza Popolazione Residente (Maschi , Femmine ) Densità per Kmq: 248,7 Numero Famiglie Numero Abitazioni Lugo Popolazione Residente (Maschi , Femmine ) Densità per Kmq: 270,3 Numero Famiglie Numero Abitazioni Russi Popolazione Residente (Maschi 5.179, Femmine 5.324) Densità per Kmq: 227,7 Numero Famiglie Numero Abitazioni

6 STRUTTURE DELL ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII NELLA PROVINCIA DI RAVENNA *nota: le strutture direttamente coinvolte nel progetto Crescere nella convivialità sono evidenziate con un asterisco vicino al nome. NOME STRUTTURA CASA FAMIGLIA DELLA GIOIA * CASA FAMIGLIA S.GIOVANNI BOSCO * LUOGO FAENZA NUM. ACCOGLIENZE A OTTOBRE FAENZA 10 TIPOLOGIA DELLE ACCOGLIENZE accoglie minori e adolescenti con handicap. accoglie minori e adolescenti con handicap, con problemi sanitari, in affido temporaneo o in attesa di adozione, ragazze minorenni, anche straniere, vittime della tratta. SEGRETERIA ZONA FAENZA * IMMOBILE A DISPOSIZIONE PER ACCOGLIENZE COMUNITA TERAPEUTICA S.ANTONIO CASA FAMIGLIA SAN GIUSEPPE * CASA DI ACCOGLIENZA PER RAGAZZE BLESSING CASA FAMIGLIA ACQUA VIVA CASA DI ACC. E CON. GIOVANI S.GABRIELE CASA FAMIGLIA SS. ANGELI CUSTODI * CASA FAMIGLIA S.TERESA DEL BAMBIN GESU * FAENZA FRAZ. GAMBELLARA FAENZA - LOC. ALBERETO LUGO loc.s.m. IN FABRIAGO 4 RAVENNA RAVENNA FAENZA RUSSI LUGO adulti, giovani, minori con problemi di dipendenza e disagio sociale, disabili con problemi di grave marginalità. Accoglie adulti tossicodipendenti accoglie minori e adolescenti con handicap. 5 accoglie ragazze, anche straniere, vittime della tratta. 4 accoglie ragazze, anche straniere, vittime della tratta. 3 accoglie adolescenti 6 6 accoglie minori e adolescenti con handicap. accoglie minori in affido temporaneo o in attesa di adozione, ragazze minorenni, anche straniere, vittime della tratta. 6

7 Le strutture dell Ente sono in continua evoluzione. A fronte delle aumentate richieste di accoglienza che, sempre in accordo con i Servizi Sociali territoriali della provincia giungono a trovare risposta presso le strutture dell associazione, ma soprattutto in risposta alla necessità di diversificare l offerta assume rilevanza l avvio del presente progetto. 7) Obiettivi del progetto: Obiettivi generali L obiettivo generale proprio a tutte le modalità operative dell ente e delle forme associative ad esso collegate, nei diversi contesti dov è presente, è la realizzazione di un intervento integrato a più livelli in grado di agire sulla rimozione delle cause del disagio e della marginalità sociale con una metodologia nonviolenta. Tale modello è fondato sulla sperimentazione di esperienze personali di condivisione piena e diretta con le persone svantaggiate e socialmente escluse. A partire da queste relazioni concrete vengono intraprese azioni di educazione, sensibilizzazione, informazione, finalizzate alla promozione di una cultura di solidarietà, pace e cooperazione tra i popoli. Gli obiettivi generali che caratterizzano la gestione di tutti i progetti di servizio civile si sviluppano su tre livelli Rispetto all Ente: qualificare l azione sociale ed educativa dell ente attraverso il coinvolgimento sempre crescente di una società civile giovanile motivata all incontro con l altro, il diverso, l escluso con il quale cerca di costruire relazioni significative. Integrare l intervento globale dell ente con l istituto del servizio civile nazionale, quale esperienza di cittadinanza attiva volta a concorrere in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari, così come recita l Art. 1 della L. 64/2001. Rispetto al volontario: offrire un occasione istituzionalmente riconosciuta di formazione civica attraverso un esperienza di cittadinanza attiva, volta da una parte alla crescita personale, dall altra all accrescimento di competenze di base trasversali e specificoprofessionali. offrire uno spazio di coinvolgimento nelle attività dell ente, attraverso la sperimentazione di una dimensione di vita comunitaria basata sull accoglienza, la condivisione e la nonviolenza: in questo modo il giovane qualifica e porta un plus valore alle attività stesse. Rispetto agli utenti: Utenza in senso stretto (beneficiari diretti delle attività rispetto alle quali i volontari in servizio civile portano un valore aggiunto): favorire l integrazione fra soggetti svantaggiati e giovani, nel tentativo di costruire relazioni fondate su un rapporto di gratuità, sostanzialmente differente dal rapporto operatore professionale/utente. Utenza in senso ampio (beneficiari indiretti: società civile, istituzioni pubbliche e private, realtà associative, territorio):difendere la Patria partendo dal proprio territorio attraverso l esperienza del servizio civile,quale occasione di partecipazione ad iniziative motrici di cambiamento sociale. L esperienza di cittadinanza attiva e responsabile in cui Il volontario è protagonista, rende il giovane testimone di una cultura di solidarietà e portavoce delle situazioni di povertà, disagio ed esclusione sociale che durante l esperienza incontra. In questo contesto, assume un importanza fondamentale il percorso formativo di volontari, e viene ridefinito il concetto di difesa della Patria: una difesa del patrimonio umano del nostro paese, dei suoi valori educativi, solidali, di cooperazione e tutela dei diritti fondamentali. 7

8 Obiettivi generali in riferimento al progetto Crescere nella convivialità Obiettivo generale 1 Migliorare la risposta al bisogno di accoglienza di minori e disabili nel territorio ravennate dal punto di vista quantitativo, e qualitativo in particolare sotto il profilo dell autonomia dell utente nell ambito della gestione personale, del rapporto operatore-utente e della relazione con la realtà in cui è inserita la struttura d accoglienza. Obiettivi specifici 1. Favorire l incremento della capacità di accoglienza temporanea, permanente, o di emergenza delle strutture dell associazione presenti sul territorio ravennate 2. Offrire esperienze e momenti di incontro e condivisione di vita, volti alla costruzione di legami significativi fra case famiglia e disabili con genitori in età avanzata, utili ad eventuali future accoglienze. 3. Qualificare i percorsi specifici individualizzati volti al recupero dell autonomia individuale e sociale dei minori o dei disabili residenti nelle strutture dell associazione. 4. Sviluppare, nei volontari in servizio civile, competenze utili all analisi di situazioni di svantaggio ed alla gestione di relazioni d aiuto con disabili e minori svantaggiati Indicatori rilevanti Numero di nuovi inserimenti di minori e disabili, accolti in maniera residenziale o diurna nelle strutture dell associazione effettuati con il progetto. Numero di famiglie con genitori in età avanzata e figli disabili entrate in contatto con l associazione durante lo svolgimento del progetto. Numero di famiglie con genitori in età avanzata e figli disabili prese in carico dall associazione al termine del progetto. Numero di percorsi individualizzati di recupero dell autonomia attivati dal progetto. Obiettivo generale 2 Sensibilizzare la società civile della provincia di Ravenna circa le problematiche di minori e disabili, promuovendo la cultura dell accoglienza e della famiglia allargata come modalità di vita che favorisce la rimozione delle cause che portano a situazioni di ingiustizia e disagio sociale. Obiettivi specifici 1. Produrre e promuovere un informazione qualificata, pertinente e fruibile circa il disagio di minori e disabili, nonché delle opportunità offerte dal territorio ravennate; 2. Sostenere le reti di collaborazione ed attivare nuove sinergie, in particolare giovanili, che abbiano come focus minori e disabili, utili ad arricchire il ventaglio delle possibili risposte al disagio minorile e delle persone affette da disabilità. 3. Favorire le occasioni di incontro riflessione e dibattito, sui temi della disabilità, delle problematiche minorili, preferendo i luoghi frequentati da giovani ed incentivando le esperienze di incontro,volontariato, servizio civile, anche in rete con altre associazioni, istituzioni ed enti presenti sul territorio. Indicatori rilevanti Quantità di informazione prodotta Fruizione dell informazione prodotta Numero di attività condotte in collaborazione con altri enti e associazioni giovanili del territorio Numero di iniziative di sensibilizzazione attivate Obiettivo generale 3 Favorire l integrazione fra mondo giovanile e realtà di esclusione, accrescendo i rispettivi spazi di espressione, anche attraverso attività di volontariato. Obiettivi specifici 1. Favorire la frequentazione delle strutture dell associazione, da parte di giovani, in modo da consentire alle persone accolte una vita socialmente 8

9 più ricca e stimolante soprattutto nelle relazioni e nelle amicizie. 2. Coinvolgere i giovani della provincia in iniziative specifiche di sensibilizzazione ed esperienze di condivisione. 3. Favorire l acquisizione di competenze rispetto alla pianificazione di azioni e lavoro in equipe, da parte dei volontari in servizio civile. Indicatori rilevanti Numero di giovani del territorio che frequentano le strutture, durante lo svolgimento del progetto di servizio civile. Numero di giovani coinvolti in iniziative di sensibilizzazione ed esperienze di condivisione nei 12 mesi di progetto. Competenze acquisite, rispetto a pianificazione di azioni e lavoro in equipe dai volontari al termine del progetto. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: Il progetto di servizio civile Crescere nella convivialità nasce principalmente come proposta di coinvolgimento di giovani volontari nell esperienza della condivisione diretta in casa famiglia e strutture di accoglienza con minori, adolescenti e disabili svantaggiati che vivono nel territorio della provincia di Ravenna e quale occasione di interazione e scambio fra l ente e le realtà sociali giovanili presenti sul campo. Il progetto cerca di rispondere al bisogno del territorio di spazi e tempi utili a contrastare l esclusione di minori e disabili sperimentando e costruendo modalità di integrazione e convivenza tra minori, adolescenti e giovani altrimenti ai margini della società. La condivisione diretta è la modalità che più caratterizza gli interventi realizzati dall ente. Le case-famiglia, intervento tipico dell ente, sono strutture educative residenziali dove gli operatori dell associazione e le persone accolte costruiscono fra loro un contesto a base familiare. In tali strutture l operatore assume il ruolo che la figura genitoriale ricopre nella famiglia naturale. L utente non è considerato univocamente destinatario di una prestazione ma soggetto attivo all interno di una relazione affettiva il più possibile caratterizzata dalla stabilità dei legami, allo scopo di favorirne lo sviluppo e la maturazione affettiva, l educazione, l assistenza, e avviarne il reinserimento nel proprio ambiente familiare d origine o l accompagnamento nella costruzione di un ambiente nuovo, sano e vitale. Altra caratteristica delle strutture dell associazione è l eterogeneità: i soggetti accolti nelle case famiglia provengono da differenti situazioni di disagio e convivono nel tentativo di trasformare le proprie differenze e peculiarità in arricchimento per l altro attraverso lo scambio reciproco delle proprie positività e risorse. Ognuno si sente valorizzato e accettato per quello che è e può dare, in una dimensione di complementarietà e interdipendenza. Le case famiglia e le strutture di accoglienza coinvolte nel progetto Crescere nella convivialità accolgono pertanto soggetti diversi per età, sesso, cultura e percorsi di vita. Il progetto, tuttavia avrà come beneficiari diretti minori e disabili. L esperienza di accoglienza e condivisione si realizza in sinergia con le risorse del territorio: i servizi sociali, le AUSL, le associazioni, i gruppi giovanili e famigliari presenti nella provincia e tutte le organizzazioni private e pubbliche espressione della società civile locale. I volontari in Servizio Civile in questo progetto si collocano come figure qualificanti e di sostegno alle strutture, ricoprendo un ruolo di supporto agli operatori nei percorsi educativi degli utenti accolti. Il progetto si articola su una rete di sei strutture: tre situate nel territorio faentino, due sul territorio lughese ed una nel territorio di Russi. Sede di attuazione 1: Casa famiglia della gioia a Faenza (Ra), in via Donizetti 12; accoglie minori e adolescenti con handicap. Casa famiglia S.Giovanni Bosco a Faenza (Ra), in via Fratelli Rosselli 18; accoglie minori e adolescenti con handicap, con problemi sanitari, in affido temporaneo o in attesa di adozione, ragazze minorenni, anche straniere, vittime della tratta. Segreteria di zona Faenza, a Faenza (Ra) in C.so Matteotti 10; struttura di riferimento ed 9

10 appoggio per l accoglienza di adulti, giovani, minori con problemi di dipendenza e disagio sociale, disabili con problemi di grave marginalità. Casa famiglia SS.Angeli Custodi a Russi (Ra) in via Vittorio Veneto 1; accoglie minori e adolescenti con handicap. Casa famiglia S.Giuseppe a Santa Maria in Fabriago (Ra) in via Curiel 20; accoglie minori e adolescenti con handicap. Casa famiglia S.Teresa del Bambin Gesù a Lugo (Ra) in piazza Cavina 6; accoglie minori in affido temporaneo o in attesa di adozione, ragazze minorenni, anche straniere, vittime della tratta. 8.1 Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi Per facilità di lettura si preferisce integrare i punti 8.1 e 8.2, offrendo una visione d insieme del complesso delle attività, suddivise per obiettivi (generali e specifici) e piani di attuazione 8.2 Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione. Obiettivo generale 1: Migliorare la risposta al bisogno di accoglienza di minori e disabili nel territorio ravennate dal punto di vista quantitativo, e qualitativo. Obiettivo specifico 1.1: Favorire l incremento della capacità di accoglienza nelle strutture dell ente [ ] Piano attuazione 1. formazione, conoscenza e inserimento nella struttura e nella realtà circostante. (1 mese) Presentazione e conoscenza della struttura, degli scopi, del metodo educativo, delle modalità di lavoro, degli strumenti utilizzati, del responsabile, degli operatori, delle figure di riferimento e dei volontari, che compongono l equipe educativa, delle regole e dell organizzazione della casa. Partecipazione agli eventi formativi a livello centrale organizzati dall Ente Conoscenza delle figure di riferimento delle altre case famiglia dell ente presso cui, in alcuni momenti della settimana, verranno inseriti gli utenti. Piano attuazione 2. Fase di condivisione nelle attività della struttura. (2-12 mese). Partecipazione alla vita quotidiana della struttura (cura e accudimento disabili, commissioni esterne, gestione e pulizia degli spazi interni ed esterni, collaborazione nella gestione della cucina). Collaborazione con i responsabili nello svolgimento delle attività educative quotidiane (compiti, attività sportive e ludiche, di aggregazione giovanile, uscite) Partecipazione e accompagnamento nelle uscite, e nelle attività ludico-ricreative o di aggregazione giovanile settimanali organizzate dal Servizio Giovani dell Associazione sul territorio Interazione con i referenti dei Servizi dell Associazione attivi sul territorio (Minori, Giovani, Antitratta, Handicap, Maternità difficile, Carcere) Sostegno nel completamento del percorso scolastico attraverso accompagnamento e tutoraggio in corsi serali o di specializzazione. Azioni di affiancamento nell orientamento, nella ricerca e nel progressivo avviamento al lavoro. Affiancamento e accompagnamento degli utenti nelle attività ergoterapiche Accompagnamento e partecipazione alle attività educative e riabilitative diurne in altre sedi Piano attuazione 3. Fase di verifica del percorso (ogni fine trimestre) Incontri periodici con il responsabile della struttura, gli operatori e i volontari per l analisi delle situazioni di svantaggio e la gestione delle relazione d aiuto con i minori e i disabili accolti. Equipe di confronto con gli altri enti che collaborano nel progetto con attività di parternariato Incontri di verifica in itinere e finale con il tutor e il referente locale di progetto 10

11 A ragione della complementarietà degli obiettivi specifici 3.1 e 3.2, essendo sovrapponibili i rispettivi piani di attuazione, per facilitarne la lettura, evitando superflue ripetizioni, si procede alla descrizione congiunta di piani di attuazione ed attività. Obiettivo specifico 1.2 e 1.3: Aumentare esperienze di incontro per: Qualificare i percorsi specifici individualizzati dei minori o dei disabili accolti; [ ] Costruire legami significativi con disabili con genitori in età avanzata [ ] Piano attuazione 1. Approccio e contatto con le realtà esterne alla struttura (2-5 mese) Monitoraggio del territorio per ricavare informazioni e dati sui bisogni delle famiglie di disabili con genitori anziani. Interazione con i referenti dei Servizi dell Associazione attivi sul territorio (Minori, Giovani, Antitratta, Handicap, Maternità difficile, Carcere) che segnalano casi per inserimenti in struttura. Partecipazione ad incontri ed eventi ed iniziative promozionali sui temi del progetto organizzati da altri enti o dalle reti di settore Conoscenza delle famiglie e degli altri operatori che operano con i disabili per individuare modalità utili allo sviluppo di relazioni d aiuto su singoli casi. Incontri di programmazione mirata su singoli utenti con gli altri enti che collaborano nel progetto in attività di parternariato per la formazione professionale. Piano attuazione 2. Arricchimento esperienze individualizzate (3-11 mese) Programmazione attività aggregative con i responsabili delle altre strutture e con altri enti per l organizzazione e la gestione di attività rivolte alle famiglie con minori disabili e genitori anziani. Partecipazione ad eventi territoriali organizzati da altri enti con utenti e loro famiglie d origine. Partecipazione ad occasioni aggregative e uscite con gli utenti organizzate dal servizio Giovani dell Ente Adesione alle attività promosse dai Centri per le Famiglie del Comune di Ravenna Partecipazione ai campi di condivisione estivi ed invernali organizzati dall ente Partecipazione ad attività educative e riabilitative diurne di alcuni utenti presso le altre strutture dell associazione presenti sul territorio per attivare percorsi individuali Piano attuazione 3. verifica e rielaborazione del percorso (periodico ogni 3 mesi) Verifiche periodiche del piano di azione implemento esperienze di aggregazione mirate con tutti i responsabili di struttura, gli operatori e volontari coinvolti. Obiettivo specifico 1.4: Sviluppare, competenze utili all analisi di situazioni di svantaggio ed alla gestione di relazioni d aiuto [ ] Piano attuazione 1. conoscenza e formazione (1-4 m ese) Partecipazione alla formazione generale e specifica. partecipazione ad eventi di carattere formativo sui temi inerenti al progetto presenti sul territorio Piano attuazione 2 condivisione diretta (1-12 mese ) sperimentazione dei contenuti affrontati nelle occasioni formative attraverso le attività di cui al piano di attuazione 2 degli obiettivi specifici 1.1, 1.2 e 1.3 Piano attuazione 3. Verifica e rielaborazione (periodico ogni 3 mesi) Incontri di verifica e rielaborazione periodici, anche in chiave formativa Incontri di tutoraggio ad hoc 11

12 Obiettivo generale 2 : Sensibilizzazione del contesto territoriale sulle tematiche dei minori e dei disabili promuovendo la cultura della famiglia allargata e dell accoglienza. Obiettivo specifico 2.1: Produrre e promuovere un informazione qualificata, [ ] Piano attuazione 1.conoscenza del tema e del territorio (1 e 2 mese) studio e monitoraggio del territorio per ricavare informazioni e dati sulle tematiche del progetto. Partecipazione ad incontri ed eventi sui temi del progetto Piano attuazione 2. produzione di materiale informativo (3 mese) Conoscenza del centro di documentazione dell ente Elaborazione di materiale informativo Produzione in equipe con gli altri volontari e il centro documentazione dell ente di materiale informativo (dossier, articoli, depliant, ecc.) Piano attuazione 3 divulgazione del materiale prodotto od esistente (4-12 mese) Divulgazione del materiale prodotto, unitamente alla testimonianza diretta della propria esperienza attraverso organi di stampa del territorio, emittenti radiofoniche e televisive locali, sportelli informagiovani della provincia e newsletter interessati dal progetto. Verifiche periodiche del piano di informazione Obiettivo Specifico 2.2 :Sostenere le reti [ ] Piano attuazione 1: Conoscenza degli attori dell azione sociale (1-2 mese): Approfondimento,della conoscenza, della realtà sociale provinciale. Conoscenza degli attori e degli interventi in essere attraverso la partecipazione ad incontri ed attività promosse da essi Incontri con gruppi giovanili e familiari del territorio utili a conoscere le modalità operative Piano attuazione 2: Sostegno a reti od iniziative in essere (3-12 mese): Partecipazione a banchetti informativi sul territorio, all interno di iniziative in essere. Incontri con gruppi giovanili e familiari del territorio per far conoscere la realtà della struttura e offrire disponibilità a ricevere visite per approfondire tematiche relative all accoglienza di minori e disabili Testimonianze dirette in momenti di dibattito pubblico in scuole, parrocchie, gruppi Partecipazione ad incontri ed eventi organizzati insieme alle altre realtà sociali del territorio, promuovendo lo specifico dell associazione. Piano attuazione 3: Promozione di nuove sinergie (8-12 mese): Promozione di banchetti informativi sul territorio, all interno di iniziative in essere. Testimonianze dirette in momenti di dibattito pubblico in scuole, parrocchie, gruppi Partecipazione ed organizzazione di incontri ed eventi in rete con altre realtà sociali del territorio, promuovendo lo specifico dell associazione Incontro periodico con i responsabili dell associazione per elaborare e promuovere nuove iniziative Obiettivo Specifico 2.3: Favorire le occasioni di incontro riflessione e dibattito [ ] Piano di attuazione 1 conoscenza della realtà territoriale (2-12 mese): Partecipazione ad occasioni aggregative e promozionali Uscite con gli utenti Partecipazione a feste interculturali partecipazione alle attività promosse dai centri per le famiglie di Ravenna Favorire la partecipazione dei minori accolti ad iniziative a tema 12

13 Piano di attuazione 2 elaborazione proposte di aggregazione (3-8 mese): Gruppi di studio volti ad individuare aree di bisogno di aggregazione fra minori, disabili, giovani del territorio e famiglie di disabili con genitori anziani Studio di modalità utili allo sviluppo di relazioni d aiuto su singoli casi Laboratori di ideazione iniziative di aggregazione Piano di attuazione 3 promozione delle iniziative (5-12 mese): Incontri di programmazione attività aggregative Contatti con le emittenti radiofoniche, televisive ed organi di stampa locali promozione dei progetti ideati all interno di iniziative cittadine, nelle università, nelle scuole, nei luoghi pubblici frequentati dai giovani, nelle parrocchie v co Obiettivo generale 3 : Favorire l integrazione fra mondo giovanile e realtà di esclusione accrescendo i rispettivi spazi di espressione, anche attraverso attività di volontariato Obiettivo specifico 3.1-Favorire la frequentazione delle strutture[ ] Obiettivo specifico 3.2-Coinvolgere i giovani della provincia in [ ]esperienze di condivisione. A ragione della complementarietà degli obiettivi specifici 3.1 e 3.2, essendo sovrapponibili i rispettivi piani di attuazione, per facilitarne la lettura, evitando superflue ripetizioni, si procede alla descrizione congiunta di piani di attuazione ed attività. Piano attuazione 1- Conoscenza struttura (1 2 mese) Svolgimento delle attività di condivisione con gli accolti (compiti, attività sportive, uscite, attività ludiche, di aggregazione giovanile) Attività di accoglienza di gruppi giovanili per fine settimana di condivisione in struttura. Affiancamento degli studenti in percorsi didattici volti a promuovere la cultura del volontariato Supporto all accoglienza di nuclei familiari con genitori anziani e figli disabili per verificare o costruire modalità di interazione Piano attuazione2: Individuazione e costruzione di spazi di apertura (3-8 mese) Analisi del bisogno di coinvolgimento, di minori e disabili, in spazi di aggregazione quali campi vacanza, gite etc. Partecipazione a campi di condivisione estivi e invernali già in programma Programmazione dell offerta in equipe con i referenti dell ente. Ideazione in equipe di campi e giornate di condivisione Coinvolgimento di famiglie con figli disabili e/o genitori anziani nell organizzazione di periodi di vacanza assistita e condivisa. Svolgimento delle attività di condivisione con gli accolti (compiti, attività sportive, uscite, attività ludiche, di aggregazione giovanile) Piano attuazione3:promozione e realizzazione degli spazi di apertura (4 12 mese) Percorsi didattici ed educativi di conoscenza nelle scuole superiori del territorio con proposta di stage di volontariato in struttura o partecipazione a campi di condivisione. Accoglienza di nuclei familiari con genitori anziani e figli disabili volta a favorire, attraverso la conoscenza reciproca, la partecipazione alle iniziative promosse. Partecipazione a campi di condivisione estivi o invernali ed alle iniziative dell associazione che coinvolgono minori e giovani svantaggiati e disabili oltre che giovani e adolescenti del territorio e di gruppi organizzati (gruppi giovanili, scout, associazioni sportive, studenti, volontari, ecc.). 13

14 8.3 Risorse umane complessive necessarie per l espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell ente. Le risorse umane vengono indicate in relazione alla struttura di riferimento Struttura Risorsa Ruolo Casa Famiglia della gioia 1 N 2 volontari residenti N 1volontario SCN N 1 figura genitoriale maschile N 1 figura genitoriale femminile n 1volontario SCN Segreteria zona Faenza Casa famiglia San Giovanni Bosco 1 Casa famiglia San Giuseppe Casa famiglia S.Teresa del Bambin Gesù Casa famiglia SS.Angeli Custodi N 2 volontari N 1 dipendente N 2 volontari residenti n 1 volontario SCN N 2 volontari residenti N 2 volontari residenti N 3 volontari residenti n 1 responsabile della struttura n 1 educatore professionale n 1 volontario n 2 volontari, animatori diurni e serali n 2 volontari SCN N 1 figura genitoriale maschile N 1 educatore professionale N 1 volontario SCN N 1 figura genitoriale maschile N 1 figura genitoriale femminile N 1 figura genitoriale maschile N 1 figura genitoriale femminile N 1 figura genitoriale maschile N 1 figura genitoriale femminile n 1 volontario 8.4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell ambito del progetto. Modalità e tempistica di coinvolgimento abituale dei volontari SCN Sede di attuazione Attività previste per i volontari Casa Famiglia della gioia 1 Il volontario sarà inserito per 5 giorni la settimana in turni mattutini (ore ), pomeridiani (ore ) o serali (ore ). In ogni turno è garantito il vitto consumato con le persone presenti nella sede Casa famiglia San Giovanni Bosco 1 Il volontario sarà inserito per 5 giorni la settimana in turni mattutini (ore ), pomeridiani (ore ) o serali (ore ). In ogni turno è garantito il vitto consumato con le persone presenti nella sede Casa famiglia San Giuseppe Il volontario sarà inserito per 5 giorni la settimana in turni mattutini (ore ), pomeridiani (ore ) o serali (ore ). In ogni turno è garantito il vitto consumato con le persone presenti nella sede Casa famiglia S.Teresa del Bambin Gesù Il volontario sarà inserito per 5 giorni la settimana in turni mattutini (ore ), pomeridiani (ore ) o serali (ore ). In ogni turno è garantito il vitto consumato con le persone presenti nella sede Casa famiglia SS.Angeli Custodi Il volontario sarà inserito per 5 giorni la settimana in turni mattutini (ore ), pomeridiani (ore ) o serali (ore ). In ogni turno è garantito il vitto consumato con le persone presenti nella sede Segreteria zona Faenza Il volontario sarà inserito per 5 giorni la settimana in turni mattutini (ore ). E garantito il vitto consumato con le persone presenti nella sede 14

15 Attività previste per i volontari nell ambito del progetto: - Affianca il responsabile e gli altri operatori per conoscere la sede, le persone inserite e le attività proprie - Collabora con il responsabile di struttura e gli altri volontari nell organizzazione e gestione delle attività quotidiane di condivisione con gli accolti: sostegno nello svolgimento dei compiti, accompagnamento a lezioni scolastiche, attività e corsi sportivi, uscite, momenti ludici e di aggregazione giovanile; attività di cura e di accudimento dei minori e disabili, gestione ordinaria della sede (riordino e pulizie). - Supporto ad attività di segretariato in struttura. - Partecipa ad incontri periodici di verifica con gli operatori della struttura per analizzare le situazioni di svantaggio e la gestione delle relazione d aiuto con i minori e i disabili accolti. - Ricerca, partecipa e affianca nelle attività di informazione, testimonianza, promozione e messa in rete delle tematiche inerenti il progetto. - Partecipa alle iniziative e attività del Servizio Giovani (gruppo di animazione giovanile) dell associazione sul territorio ravennate e/o nelle altre strutture della zona. - Organizza, partecipa e accompagna i disabili ai campi residenziali di condivisione estivi e invernali, al mare o ai monti, nelle strutture dell ente. -1 giorno alla settimana effettua attività di ricerca, preparazione di materiali informativi e messa in rete delle tematiche inerenti il progetto in collaborazione con gli altri volontari e il centro di documentazione dell ente. -partecipa e affianca gli operatori nelle attività di informazione, sensibilizzazione e testimonianza sul territorio (scuole, gruppi giovanili, parrocchie) sulle tematiche relative alla disabilità, al volontariato e al servizio civile. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 6 10) Numero posti con vitto e alloggio: 5 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 0 12) Numero posti con solo vitto: 1 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 30 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a: - rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di servizio - rispettare le regole delle strutture, orari, linguaggio e abitudini consolidate - mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile - disponibilità a trasferimenti in Italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e promozione del SCV - flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone a cui si presta servizio Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione 15

16 non è possibile prendere giornate di permesso. 16

17 CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto: N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Cod. ident. Sede N. vol. per sede Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e nome Data di nascita C.F Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Casa Famiglia della gioia 1 Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Segreteria zona Faenza Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Casa famiglia San Giovanni Bosco 1 Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Casa famiglia San Giuseppe Faenza Via Donizetti, Zama Mariangela 13/05/1961 ZMAMNG61E53D458R Faenza Corso Matteotti, Negri Andrea 26/11/1960 NGRNDR60S66E897M Faenza Via Fratelli Rosselli, Belosi Giovanni 21/06/1968 BLSGNN68H21D458K Lugo Via Curiel, Samorì Francesca 12/08/1970 SMRFNC70M52E289M 17

18 5 6 Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Casa famiglia S.Teresa del Bambin Gesù Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Casa famiglia SS.Angeli Custodi Lugo Piazza Cavina, Russi Via Vittorio Veneto, Benedetti Brunella 15/11/1959 BNDBNL59S55D121F Pirini Marco 08/07/1969 PRNMRC69I08C573I 17) Altre figure impiegate nel Progetto: N. 1 Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Cod. ident. sede Associazione Comunità Papa Faenza Via Donizetti, N. vol. per sede Cognome e nome 1 Bendandi TUTOR Data di nascita 14/07 /1970 C.F. BNDNDR70L1 4H199V Cognome e nome RESP. LOCALI ENTE ACC. Data di nascita C.F. 18

19 Giovanni XXIII Andrea Casa Famiglia della gioia 1 2 Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Faenza Corso Matteotti, Bendandi Andrea 14/07 /1970 BNDNDR70L1 4H199V 3 4 Segreteria zona Faenza Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Casa famiglia San Giovanni Bosco 1 Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Casa famiglia San Giuseppe Faenza Via Fratelli Rosselli, 18 Lugo Via Curiel, Bendandi Andrea 1 Bendandi Andrea 14/07 / /07 /1970 BNDNDR70L1 4H199V BNDNDR70L1 4H199V 5 6 Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Casa famiglia S.Teresa del Bambin Gesù Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Casa famiglia SS.Angeli Custodi Lugo Piazza Cavina, 6 Russi Via Vittorio Veneto, Bendandi Andrea 1 Bendandi Andrea 14/07 / /07 /1970 BNDNDR70L1 4H199V BNDNDR70L1 4H199V 19

20 18) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L associazione comunità Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima come obiezione di coscienza sostitutiva al servizio militare, poi come servizio civile nazionale in Italia come all estero. Per questo motivo, credendo profondamente nello strumento del sevizio civile e nei valori che trasmette a livello sociale, riteniamo che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all arco temporale di emanazione e scadenza del bando, ma siano permanenti e attraversino trasversalmente le altre attività dell Ente. L associazione ha implementato da dieci anni un ufficio centrale finalizzato alla gestione dei progetti di servizio civile con una sede locale per le varie aree, italiane ed estere, dove opera. Nel corso di tutto l anno solare, riceviamo richieste di partecipazione ai progetti da parte dei giovani, così come durante tutto l anno portiamo avanti azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione, riguardanti i vari aspetti del SC. Programma di promozione del progetto 1 livello : attività di rilevanza nazionale Incontro pubblico (all atto dell eventuale approvazione del progetto a bando) che illustri e chiarifichi ai giovani interessati a presentare domanda il percorso progettuale. Ci si avvarrà di testimonianze dei giovani che hanno concluso il periodo di SCN in progetti analoghi dell Ente, con preferenza di quelli attivati nello stesso territorio, se presenti. Tempo: 3 ore Interventi nelle scuole: almeno 3 moduli da 2 ore ciascuno per incontri formativi nelle scuole superiori della provincia/e interessata/e al progetto Tempo: 6 ore Volontariamente party il Servizio Civile in festa : occasione promozionale che coinvolge i volontari impegnati in tutti i progetti dell Ente, sia in Italia che all estero e gli ex volontari. Si tiene ogni anno a Rimini nel mese di luglio e prevede al suo interno una manifestazione pubblica (con un convegno) in cui i giovani incontrano il territorio. Tempo: 10 ore Banchetto in occasione della Tre Giorni Generale dell Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale (nel mese di maggio) alla Fiera di Rimini, e a cui partecipano persone provenienti da tutta Italia e da diverse zone estere. Tempo: 24 ore Collaborazione fissa con il mensile Sempre attraverso la rubrica Frontiere di pace, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace dell Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all estero. Tempo: 36 ore Attività diverse per cui non è possibile quantificare, per loro natura, un tempo di realizzazione, come: promozione su siti web, interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, etc. 2 livello : attività di rilevanza territoriale rea lizzate in proprio o congiuntamente ad altri enti In collaborazione col Coordinamento provinciale enti servizio civile nel corso del 2007, partecipazione alla realizzazione di: - interventi presso istituti scolastici superiori del territorio provinciale ravennate; - interventi in luoghi d incontro e ritrovo dei giovani (cinema, teatri, locali, centri 20

21 d aggregazione, ecc ); - interventi in luoghi di incontro e ritrovo delle famiglie (parrocchie, fiere, eventi, ecc ). - una campagna promozionale coordinata e congiunta che preveda la realizzazione e distribuzione, sull intero territorio provinciale, di materiale promozionale (cartoline, pieghevoli, locandine, poster, ecc ), la pubblicazione di articoli e comunicati stampa su quotidiani locali, interventi nelle televisioni e radio locali, realizzazione di punti informativi presso eventi fiere, feste, ecc ; - incontri di orientamento rivolti ai giovani presso gli sportelli INFORMAGIOVANI del territorio provinciale ravennate; - un servizio informativo all interno di uno sportello aperto ai giovani e ubicato presso la sede del Co.Pr.E.S.C. di Ravenna, che svolga specifiche funzioni di orientamento alla scelta del progetto e che metta in contatto i ragazzi interessati direttamente con i referenti degli enti coinvolti dal bando; - punti informativi all interno delle singole Facoltà dell Università degli Studi di Ravenna e della Segreteria Universitaria; - la promozione/pubblicizzazione di tutti i progetti di Servizio Civile a bando nel territorio provinciale e delle iniziative di promozione in programma, attraverso il sito del Co.Pr.E.S.C. di Ravenna (copresc@racine.ra.it; - una o più serate a tema presso luoghi di ritrovo e incontro dei giovani (cinema, teatri, locali, centri di aggregazione, ecc ); - incontri di orientamento coordinati e congiunti rivolti specificatamente ai giovani e organizzati nei territori dell alto, del basso e del medio ravennate; - momenti di promozione/informazione/sensibilizzazione all interno degli istituti scolastici ed superiori della provincia di Ravenna che coinvolgano soprattutto le classi quarte e quinte e centrati sulle opportunità offerte dagli enti del territorio provinciale ravennate. Tempo di impegno dell ente 17 ore TEMPO TOTALE STIMATO 96 H 19) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari: Si prevede di utilizzare il sistema di selezione approvato dal direttore generale del servizio civile con determinazione del 30 maggio ) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): NO 21) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto: Si utilizzerà il sistema di monitoraggio verificato dall UNSC in sede di accreditamento 22) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII 21

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