Realizzazione dei nuovi impianti ed adeguamento degli esistenti con uso di acqua calda
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1 Realizzazione dei nuovi impianti ed adeguamento degli esistenti con uso di acqua calda ING. LUCA MICHELETTI Bardolino, 4 marzo
2 Le linee guida 13 gennaio 2005 coinvolgono: GESTORI DI STRUTTURE TURISTICHE E TERMALI PROGETTISTI DI IMPIANTI GESTORI DI IMPIANTI RESPONSABILI DELLA SICUREZZA 2
3 TEMPERATURA DI EROGAZIONE DELL ACQUA CALDA 3
4 AL PUNTO 3.1 lettera a) DELLE LINEE GUIDA 13 GENNAIO 2005 E RIPORTATO: MANTENERE COSTANTEMENTE L'ACQUA CALDA AD UNA TEMPERATURA SUPERIORE AI 50 C ALL'EROGAZIONE... 4
5 RISCALDARE L ACQUA A 50 C PROVOCA, INFATTI, IN TEMPI BREVI LA MORTE DELLA LEGIONELLA, COSÌ COME ATTESTATO DAL DIAGRAMMA DI HODGSON-CASEY ORMAI ASSUNTO, A LIVELLO EUROPEO ED INTERNAZIONALE, COME SICURO PUNTO DI RIFERIMENTO PER STABILIRE TEMPERATURE E RELATIVI TEMPI NECESSARI PER REALIZZARE LE DISINFEZIONI TERMICHE ANTILEGIONELLA. 5
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7 TUTTAVIA PER POTER REALIZZARE CORRETTAMENTE UNA DISINFEZIONE TERMICA CONTINUA, È NECESSARIO CHE TUTTA L ACQUA DELL IMPIANTO (E NON SOLO QUELLA EROGATA) SIA MANTENUTA ALMENO A 50 C. SE GLI IMPIANTI NON SONO BEN ISOLATI E BEN BILANCIATI (COSA CHE SUCCEDE MOLTO SPESSO) TRA I PUNTI DI EROGAZIONE E CERTE ZONE DEL RICIRCOLO POSSONO DETERMINARSI ELEVATI SALTI TERMICI. 7
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9 ANCHE SE L ACQUA CALDA VIENE EROGATA A TEMPERATURE NON INFERIORI AI 50 C, NELLE RETI DI RICIRCOLO POSSONO SUSSISTERE TEMPERATURE IN GRADO DI FAVORIRE LO SVILUPPO DELLA LEGIONELLA. PER POTER OPERARE IN CONDIZIONI DI SICUREZZA, BISOGNA QUINDI INTEGRARE QUANTO RICHIESTO AL PUNTO 3.1. lettera a) CON DISINFEZIONI TERMICHE PERIODICHE O ANCORA MEGLIO CON TRATTAMENTI CHIMICI CONDIZIONATI 9
10 MISURE DI PROTEZIONE ANTISCOTTATURA IN MERITO, SEMPRE AL PUNTO 3.1. lettera a),: SI RACCOMANDA DI METTERE DEGLI AVVISI ACCANTO AI RUBINETTI E ALLE DOCCE O, IN ALTERNATIVA, DI UTILIZZARE RUBINETTI A VALVOLA TERMOSTATICA 10
11 PER PREDISPORRE DIFESE CONTRO IL PERICOLO DELLE SCOTTATURE, SONO PROPOSTE DUE SOLUZIONI CON PRESTAZIONI E LIVELLI DI SICUREZZA DEL TUTTO DIVERSI FRA LORO. IN VERO, LAPRIMA SOLUZIONE, QUELLA DEGLI AVVISI ACCANTO AI RUBINETTI, APPARE BEN POCO AFFIDABILE. 11
12 TRA L ALTRO È DEL TUTTO INCAPACE DI PROTEGGERE I BAMBINI CHE NON SANNO LEGGERE; E I BAMBINI, COME GLI ANZIANI, SONO I SOGGETTI PIÙ ESPOSTI ALLE SCOTTATURE. INOLTRE, CONSIDERANDO CHE LE NUOVE LINEE GUIDA SONO INDIRIZZATE ALLE STRUTTURE RICETTIVE 12
13 NON SI SA BENE CON QUALI LINGUE INFORMARE DEL PERICOLO LA CLIENTELA INTERNAZIONALE. 13
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16 LA SECONDA SOLUZIONE, INVECE, BASATA SU SISTEMI DI SICUREZZA TERMOSTATICI, PUÒ DARE TUTTE LE PRESTAZIONI E LE GARANZIE CHE SI DEVONO RICHIEDERE AD UN ADEGUATO SISTEMA DI PROTEZIONE ANTISCOTTATURA 16
17 STRATIFICAZIONE DELL ACQUA CALDA NEI SERBATOI L ACQUA NEI SERBATOI DI ACCUMULO TENDE A STRATIFICARSI NELLA PARTE PIU ALTA CON LA CONSEGUENTE DIMINUZIONE DELLA TEMPERATURA NELLA PARTE INFERIORE DELL ACCUMULO 17
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19 PROGETTAZIONE DELLE RETI DI RICIRCOLO NELLE NORMALI APPLICAZIONI SONO DUE LE RETI UTILIZZATE PER DISTRIBUIRE L ACQUA CALDA SANITARIA: LA PRIMA (DETTA DI ALIMENTAZIONE O DI ANDATA) SERVE A PORTARE L ACQUA CALDA AI PUNTI DI EROGAZIONE; LA SECONDA (DETTA DI RICIRCOLO O DI RITORNO) SERVE A MANTENERE IN MOVIMENTO L ACQUA, PER EVITARE UN SUO RAFFREDDAMENTO IN MANCANZA DI PRELIEVI. 19
20 DIMENSIONAMENTO TRADIZIONALE DELLE RETI DI RICIRCOLO SI BASA SULLA IMPOSIZIONE DI UN DETERMINATO SALTO TERMICO (DIFFERENZA DI TEMPERATURA) FRA LA TEMPERATURA DI INVIO IN RETE (TI) E QUELLA DI EROGAZIONE AL PUNTO PIÙ SFAVORITO (TS). 20
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22 IMPIANTI IDROSANITARI: POTENZIALI INTERVENTI PER FACILITARE LA LORO CONSULTAZIONE, SUDDIVIDEREMO CONSIGLI E AVVERTENZE PER DUE PARTI DI IMPIANTO: CENTRALE TERMICA RETI DI DISTRIBUZIONE 22
23 CENTRALE TERMICA UTILIZZARE SERBATOI D ACCUMULO DELL ACQUA CALDA OMOLOGATI PER RESISTERE ALLE ALTE TEMPERATURE E TRATTAMENTI DI DISINFEZIONE PREVISTE UTILIZZARE TUBAZIONI DI COLLEGAMENTO IN ACCIAO INOX PRIVILEGIARE SISTEMI CON CONTROLLO DELLA TEMPERATURA DI RITORNO DEI RICIRCOLI PREVEDERE ACCESSORI DI COLLEGAMENTO E SCARICO DELLE APPARECCHIATURE PER TRATTAMENTO CHIMICO E PER I PRELIEVI PERIODICI 23
24 RETI DI DISTRIBUZIONE PREVEDERE SVILUPPI DELLE RETI DI ALIMENTAZIONE E DI RICIRCOLO ATTI A MINIMIZZARE POSSIBILI ZONE DI STAGNAZIONE DELL ACQUA EVITARE DERIVAZIONI CHIUSE, AD ESEMPIO: PREDISPOSIZIONI DI ALLACCIAMENTO DI APPARECCHIATURE FUTURE DIMENSIONARE LE RETI DI RICIRCOLO CON VELOCITA ELEVATE E TEMPERATURE DI RITORNO ELEVATE PREDISPORRE EVENTUALI SISTEMI ANTISCOTTATURA 24
25 RIPORTIAMO UN ELENCO DEGLI IMPIANTI E DEI RELATIVI PUNTI CRITICI A MAGGIOR RISCHIO: TORRI DI RAFFREDDAMENTO TORRI AD UMIDO A CIRCUITO APERTO TORRI A CIRCUITO CHIUSO CONDENSATORI EVAPORATIVI 25
26 IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO UMIDIFICATORI A PACCO BAGNATO LAVATORI D ARIA A SPRUZZO NEBULIZZATORI SEPARATORI DI GOCCE FILTRI SILENZIATORI 26
27 IMPIANTI IDROSANITARI TUBAZIONI SERBATOI DI ACCUMULO VALVOLE E RUBINETTI SOFFINI DI DOCCE DOCCETTE DI VASCHE 27
28 SISTEMI DI EMERGENZA DOCCE DI DECONTAMINAZIONE STAZIONI DI LAVAGGIO OCCHI SISTEMI ANTINCENDIO A SPRINKLER 28
29 PISCINE E VASCHE PISCINE E VASCHE DI IDROMASSAGGIO, VASCHE CALDE 29
30 FONTANE DECORATIVE APPARECCHI DI EROGAZIONE OSSIGENO SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO MACCHINE UTENSILI 30
31 E ADESSO COSA FACCIO? 31
32 LA PRESA DI COSCIENZA ACCOMPAGNATA DALLA COMPETENZA TECNICA DI PERSONE PREPARATE E QUALIFICATE NON SEMPRE COSTITUISCE UN COSTO MA PIUTTOSTO UN INVESTIMENTO 32
33 Grazie per l attenzione ING. LUCA MICHELETTI Bardolino, 4 marzo
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