Quaderno n 6 SARDEGNA. Consulenza tecnica di Donato Sabato ed Emilio Lagrotta

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4 Quaderno n 6 SARDEGNA Consulenza tecnica di Donato Sabato ed Emilio Lagrotta

5 APPROCCIO AL PROBLEMA La struttura geologica della Sardegna si distingue nettamente dal resto dell Italia ed anche dalla Sicilia, infatti essa poggia su una piattaforma (come la Corsica) con abbondanza di rocce granitiche e basaltiche che rendono abbastanza stabile il territorio. La diversità tra le due grandi isole italiane presenta molteplici aspetti, soprattutto fisici ed ambientali: ad esempio la Sicilia è legata al territorio continentale, nel senso che le sue principali catene montuose (Peloritani, Nebrodi, Madonie) altro non sono che prosecuzione dell Appennino Meridionale. La Sardegna invece offre una grande varietà di paesaggi naturali - coste alte e frastagliate - accanto a zone basse e paludose. Da segnalare la unicità dei paesaggi naturali, in zone incontaminate che peraltro ancora ospitano alcune specie di animali piuttosto rari (mufloni, grifoni e rarissime foche monache). È dominante, eccetto le zone montuose più elevate, il clima mediterraneo. La scarsità delle precipitazioni, che si è accentuata negli ultimi 20 anni, unita a corsi di acqua brevi a regime torrentizio rendono la vita in questa regione, nei periodi particolarmente siccitosi, molto penalizzata per la difficoltà nella irrigazione, nell allevamento del bestiame ed anche nell alimentazione della popolazione residente. La regione è bagnata ad Est dal Mar Tirreno, a Sud dal Mar Mediterraneo, ad Ovest dal Mare di Sardegna ed a nord dalle Bocche di Bonifacio. Presenta una netta prevalenza collinare (68%) e montana (14%), a sud ovest del Campidano si sviluppano i rilievi del Sulcis e dell Inglesiente, proseguendo verso Nord-Est la regione montuosa culmina nel Gennargentu (Punta la Marmora m.). Più a nord si incontrano le catene del Marghine e le catene del Goceano, i Monti di Alà ed il Monte Limbara (1362 m.). Le zone pianeggianti rappresentano il 18% del territorio regionale, l unica vera pianura, di tipo alluvionale è quella del Campidano che si estende dal Golfo di Oristano fino a quello di Cagliari. Meno importante è la pianura fra Porto Torres ed Alghero, denominata la Nurra. I principali corsi d acqua sono il Flumendosa ed il Cedrino che sfociano nel Tirreno, il Coghinas ed il Tirso che sfociano nel Mare di Sardegna, il Flumini-Mannu che sbocca nel Golfo di Cagliari. 3

6 La popolazione residente nell isola, nell ultimo censimento, risulta di circa unità, con tendenza alla stazionarietà. L approvvigionamento idrico per i tre settori fondamentali di utenza (civile - industriale - agricolo irriguo) utilizza, per la maggior parte, acque superficiali, immagazzinate e regolate da oltre 50 invasi artificiali. Le acque sotterranee sono utilizzate soprattutto per fabbisogni locali e la reale entità delle risorse disponibili è tutt oggi ancora incerta; si presume comunque limitata anche perché in diversi territori costieri da qualche tempo si è manifestata la salinizzazione progressiva delle falde. La stessa disponibilità dei volumi idrici derivabile dagli invasi esistenti non può prescindere dalla considerazione che dalla metà degli anni ottanta è in atto nell isola una sensibile diminuzione delle precipitazioni Questa drammatica rottura climatica, imprevedibile anche con i più sofisticati modelli idrologici, si inserisce in un quadro geografico più generale di riduzione delle piogge, in atto da circa un ventennio nei territori rivieraschi e nelle isole del Mediterraneo Occidentale. Per avviare a soluzione definitiva il problema del deficit di risorse idriche ancora molto elevato, la Regione ha approvato recentemente il Piano Stralcio direttore di bacino che ha analizzato in profondità il problema ed ha individuato le modalità di soluzione, sia nel reperimento di nuove risorse idriche, sia nella riduzione dei consumi nell irrigazione nonché delle perdite nelle reti acquedottistiche. Il territorio della Sardegna viene suddiviso in sette sistemi di intervento e precisamente: 1. Sistema Posada - Cedrino, caratterizzato da un deficit idrico di 16 Mmc/anno, che può essere recuperato con la costruzione e il completamento di dighe di ritenuta previste nell ambito del documento di base elaborato per la definizione dell Accordo di Programma Quadro Risorse Idriche 2. Sistema Cixerri, caratterizzato da un deficit di acqua di circa 36 Mmc/anno, a cui si prevede di ovviare con la costruzione di traverse, l interconnessione tra invasi esistenti, il recupero dei reflui del depuratore consortile di Iglesias e il trasferimento di risorse da altra area, interventi tutti contemplati nel documento di base elaborato per la definizione dell Accordo di Programma Quadro Risorse Idriche. 4

7 3. Sistema Gallura, caratterizzato da un deficit di 15 Mmc/anno, che viene superato con la previsione nel documento di base elaborato per la definizione dell Accordo di Programma Quadro Risorse Idriche e nel Piano d Ambito attraverso la interconnessione tra gli invasi esistenti, nonché con la proposta derivante dall attuazione della Legge Obiettivo di un trasferimento di acqua dalla Corsica alla Sardegna utilizzando l invaso del Liscia e quello di Coghinas 4. Sistema Nord-Occidentale, caratterizzato da un deficit idrico di 35 Mmc/anno, facilmente superabile con l utilizzo di reflui tratti dai depuratori di Porto Torres, di Sassari e di Alghero, con la realizzazione della diga di Badu Crabolu e la realizzazione della condotta di trasporto; interventi previsti nel documento di base elaborato per la definizione dell Accordo di Programma Quadro Risorse Idriche e nel Piano d Ambito, nonché nella costruzione delle infrastrutture strategiche previste dalla Legge Obiettivo con i collegamenti dell invaso di Coghinas all invaso di M. Lerno e di questo con il bacino del Tirso. 5. Sistema Tirso, contraddistinto da un sostanziale equilibrio tra fabbisogni idrici e disponibilità, ma capace di accumulare elevati volumi d acqua nel grande invaso Cantoniera - Omodeo, che tuttavia trova difficoltà a riempirsi con gli apporti del bacino sotteso. Per cui si prevede di trasferire le risorse idriche recuperate da altri corsi d acqua e con una serie di interventi previsti nel documento di base elaborato per la definizione dell Accordo di Programma Quadro Risorse Idriche e con il proposto collegamento M. Lerno - Tirso contemplato dalla Legge Obiettivo. 6. Sistema Sud Sardegna, caratterizzato da una forte richiesta di acqua valutata in circa 424 Mmc/anno e da un enorme deficit di circa 101 Mmc/anno, che si prevede di superare con il trasferimento di risorse dal bacino del Tirso e con il recupero di fluenze libere, attraverso la costruzione di traverse e sbarramenti su fiumi e torrenti, mediante interventi previsti nel documento di base per la definizione dell Accordo di Programma Quadro Risorse Idriche e con la Legge Obiettivo. 7. Sistema Sulcis, caratterizzato da una domanda modesta di 27 Mmc/anno, cui 5

8 corrispondono disponibilità altrettanto trascurabili, tali da determinare comunque un deficit di 15 Mmc/anno, a cui si prevede di ovviare con il recupero di reflui, la costruzione di un dissalatore ed il trasferimento di risorse dal Tirso. In definitiva si può affermare che il forte deficit idrico della Sardegna, aggravato negli ultimi anni da una notevole diminuzione degli afflussi superficiali, è concentrato nel Sud dell isola, in cui più pressante è la richiesta di acqua sia per la presenza di aree irrigue sia per l alta densità demografica. GEOLOGIA E OROGRAFIA La Geologia della Sardegna si caratterizza per una prevalenza di rocce paleozoiche, che in superficie si estendono per chilometri quadrati circa e che sono rappresentate da scisti metamorfosi e da graniti. Le formazioni scistose sono costituite essenzialmente da gneiss e migmatiti e affiorano nei settori montuosi della Nurra, della Barbagia, dell Ogliastra, del Sarcidano, del Sarrabus e del Sulcis-Inglesiente. I massicci montuosi del Gennargentu e del Monte Rasu sono formati da scisti, mentre la catena del Limbara è costituita da graniti. Le formazioni mesozoiche e terziarie occupano i restanti chilometri quadrati dell Isola. I terreni del Mesozoico sono formati essenzialmente da banchi calcarei e dolomitici e costituiscono l altopiano del Sarcidano, il Sopramonte di Orgosolo, Oliena, Dorgali e Urzulei nonché i bastioni costieri del Golfo di Orosei e di Baunei. I terreni di Terziario occupano la grande fossa sarda, che si estende dal Golfo di Arisana al Golfo di Cagliari, comprendono in pratica i settori collinari, o pianeggianti, dal Turritano Anglona, Logudoro, Campeda alla valle del Tirso, al Campidano e alla piana della Marmilla. Rocce laviche sono presenti nella Valle del Cedrino, nel Golfo di Orosei e nell Ogliastra costiera oltre che nei pianori e altopiani di Pozzomaggiore, Bonorva e Macomer. Terreni del Quaternario costituiscono le formazioni alluvionali e le pianure di Campidano, di Cagliari e Oristano nonché i litorali delle foci del Flumendosa, del Rio Picocca e del Rio Quirra. Data la netta prevalenza delle formazioni impermeabili, quali scisti, graniti, 6

9 basalti e sedimenti clastici del Terziario e del Quaternario, la Sardegna non ha abbondanza di acque di falda, che si creano con la percolazione nel sottosuolo delle piogge. In compenso il suolo sardo si presta all impianto di invasi artificiali, a motivo delle caratteristiche impermeabili dei terreni. Secondo una stima grossolana riportata da vari documenti della Sardegna, oltre l 85% del territorio isolano ha bassa permeabilità, mentre il 5% della superficie, dominata dalle argille, è assolutamente impermeabile. I terreni permeabili, costituiti da formazioni calcaree e dolomitiche o da depositi sciolti di origine alluvionale e di frana, rappresentano appena il 10% dell isola. La Sardegna ha configurazione orografica molto varia, che si caratterizza per rilievi montuosi anche notevoli, per la presenza di altopiani e pianori, per la diffusione del paesaggio collinare e di ampie pianure alluvionali, a cui si affiancano estese vallate di origine tettonica e valli strette di erosione, profondamente incassate, come quelle del Flumendosa, del Flumineddu e del Temo. I rilievi montuosi principali, originati per sollevamento del basamento granitico, sono il Gennargentu con la punta massima a quota 1834 metri s.l.m., il massiccio di Limbara che raggiunge i 1362 metri s.l.m., le catene del Marghine, del Gonario e dei Monti di Alà, le montagne del Serpeddi e dei Sette Fratelli con altitudine massima rispettivamente di 1062 metri s.l.m. e 1023 metri s.l.m. ed i massicci del Sulcis-Iglesiente. Notevole importanza hanno gli altipiani, che sono le forme di rilievo dominanti nell isola e che rappresentano grandi superfici di spianamento, più o meno estese. Interessanti sono gli altopiani granitici che si estendono dal Limbara al Gennargentu e quelli trachitici dell Anglona, del Logudoro, del bacino del Temo e delle valli del Tirso. Sono invece di natura basaltica gli altopiani di Calpeda e Albasanta e di natura calcarea quelli delle Barbagie e dei Supramonti di Orgosolo, Oliena, Urzulei e Baunei. La piana del Campidano è l area economicamente più ricca della Sardegna e la pianura più estesa: infatti ha uno sviluppo di circa 110 km da Cagliari a Nord di Oristano con una larghezza variabile tra 15 e 21 km. L altra pianura è quella della Nurra, che si estende dal golfo dell Asinara alla rada di Alghero. Di minore estensione sono le pianure della valle di Cixerri, del Rio Palmas e di Olbia. 7

10 LA PROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE A causa della struttura geologica, il territorio della Sardegna si caratterizza per la scarsità delle acque di falda e per l esigenza di fare assegnamento quasi esclusivamente sulle acque di superficie, dipendenti dalle precipitazioni e dalla presenza di serbatoi artificiali. Poiché, nonostante la diffusione di invasi sparsi per tutta l isola, da tempo la Sardegna ha sofferto di scarsezza d acqua, la Regione ha profuso notevole impegno nella programmazione delle risorse idriche, al fine di razionalizzare l uso ed assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni, sfruttando le opportunità offerte dall assetto idrografico. La prima pianificazione nel settore idrico risale al 1985, allorché fu redatto il Piano Acque, che censiva i fabbisogni e le disponibilità sulla base dei dati di pioggia rilevati dal 1922 al 1975 nelle numerose centrali pluviometriche sparse per tutta l isola. Già allora emergeva una forte carenza di acqua rilevata dallo stato delle opere di ritenuta delle traverse e veniva avanzata una articolata proposta di interventi finalizzati all accrescimento della risorsa idrica. In relazione alla constatazione della riduzione delle precipitazioni verificatasi intorno agli anni 90 e aggravatasi successivamente, veniva aggiornata la previsione delle disponibilità di acqua e conseguentemente il piano delle opere subiva una notevole modifica con la stesura del documento di base quale proposta per la definizione dell accordo di programma quadro risorse idriche, approvato dalla Giunta Regionale con delibera n. 35/5 del 17 agosto Intanto con D.P.C.M. del lo stato di emergenza idrica in Sardegna, proclamato nel 1995, veniva prorogato fino al 31 dicembre Con Ordinanza del Ministro dell Interno, delegato per la Protezione Civile, n del 12 aprile 2002 venivano conferiti poteri speciali al Commissario Governativo-Presidente della Giunta Regionale. Il Commissario Governativo provvedeva ad approvare il Piano d Ambito, di cui all art. 11 della legge n. 36, con Ordinanza n. 321 del Nell allegato 2 di detto Piano, nella premessa erano svolte le considerazioni che si riportano, al fine di far risaltare l affannosa ricerca dell equilibrio tra domanda e disponibilità d acqua: Ciò risulta ancora più vero per la regione Sardegna, dove la gran parte dell alimentazione idropotabile proviene da schemi idrici multisettoriali mediante la captazione e 8

11 regolazione delle risorse idriche superficiali in grandi serbatoi di accumulo. Si è, pertanto, ritenuto necessario inquadrare la situazione attuale del bilancio idrico regionale e ripetere la verifica per un orizzonte temporale, posticipato rispetto ad oggi di circa 2-3 anni, corrispondente all ipotesi di completamento di tutte le opere in costruzione o prossime all appalto e di perfezionamento del programma di invaso sperimentale per i serbatoi artificiali di recente costruzione o risanamento. Come si potrà rilevare, anche in tale scenario, pur avendo ipotizzato un importante riduzione dei fabbisogni unitari di ciascun settore di prelievo, considerati attuati tutti gli interventi di razionalizzazione del sistema, l equilibrio del bilancio idrico regionale non è garantito. Tale disavanzo, ovviamente, si ripercuote in prima battuta sulla disponibilità d acqua per il settore agricolo, essendo prioritarie le idroesigenze per il consumo umano. Tuttavia si deve sottolineare che le caratteristiche idrologiche della Sardegna e la correlata struttura del sistema infrastrutturale di approvvigionamento idrico multisettoriale rendono vulnerabili, in condizioni di deficit strutturale, tutte le utenze e determinano le premesse per lo sviluppo di un pesante conflitto tra i diversi usi. Risulta quindi necessario provvedere alla individuazione delle azioni da intraprendere al fine di diminuire il peso derivante dall uso della risorsa da parte del settore civile nei confronti dei settori concorrenziali. A tale riguardo si è effettuata una ricognizione che ha portato ad individuare le opere infrastrutturali previste a vario titolo nella programmazione regionale e nazionale del settore: Documento di base quale proposta per la definizione dell Accordo di Programma Quadro-Risorse Idriche (A.Q.P.) approvato con Deliberazione Giunta Regionale n. 35/5 del 17 agosto 2000 Ripartizione risorse aree depresse delibera CIPE n. 4/1999, n. 14/2000e n. 138/2000 D.G.R. 36/48 del Legge Obiettivo: Programma Sistemi Idrici - Delibera Cipe n. 121/2001. A partire da tali documenti si è delineato un quadro di interventi ritenuti possibili al fine di conseguire l equilibrio del bacino idrico a livello regionale così da minimizzare i fattori di criticità del servizio idropotabile. Si sottolinea, tuttavia, che non è stata effettuata una puntuale selezione fra le diverse alternative, basata su parametri che consentissero uno specifico ordinamento preferenziale delle diverse soluzioni infrastrutturali, in quanto la definizione delle variabili 9

12 decisionali da ottimizzare nel campo delle opere multisettoriale non poteva essere di competenza di un piano di settore quale il Piano d Ambito. Né sono state inserite ulteriori configurazioni che, anche a seguito dell evoluzione dei parametri fisico climatici e dell approfondimento di un analisi integrativa degli impatti sono state individuate ma non ancora compiutamente definite. Tale documentazione rappresenta, pertanto, uno scenario possibile, fermo restando che la scelta delle più puntuali strategie di intervento sui sistemi idrici multisettoriali è affidata a piani gerarchicamente superiori al Piano d Ambito e specificatamente al Piano Stralcio di bilancio di Gestione delle risorse idriche. In tale scenario di idroesigenze e di sviluppo infrastrutturale, nell ipotesi della persistenza delle condizioni climatiche degli ultimi due decenni (senza ulteriori riduzioni degli apporti meteorici), l equilibrio del bilancio idrico, su base regionale viene sostanzialmente raggiunto. Come detto tale equilibrio consegue a una consistente riduzione dei fabbisogni unitari dei diversi settori di utenza e alla realizzazione di un complesso di opere per il reperimento di nuove risorse. Il Piano Stralcio di bacino di cui sopra è il piano per la razionalizzazione dell uso delle risorse idriche ed il controllo del bacino idrico. Ai sensi dell art. 3 della legge n. 36/94 le Regioni definiscono ed aggiornano periodicamente il bilancio idrico diretto ad assicurare l equilibrio tra le disponibilità di risorse reperibili o attivabili nell area di riferimento ed i fabbisogni per i diversi usi. Gli obiettivi del Piano Stralcio sono: la ricostruzione del quadro delle disponibilità idriche, superficiali e sotterranee, tenendo conto degli aspetti quantitativi e qualitativi; la definizione del quadro dei fabbisogni idrici per i diversi usi e della distribuzione stagionale; la individuazione della situazione di criticità; la caratterizzazione dello stato delle infrastrutture e l analisi degli strumenti di superamento della criticità; la definizione degli schemi ottimali per l equilibrio tra risorsa e domanda. In assenza di alcuni approfondimenti relativi al bacino idrico e in particolare all assetto e al funzionamento delle falde idriche e di alcuni prelievi, il Commissario Governativo per l emergenza idrica in Sardegna, non potendo adottare il Piano Stralcio summenzionato, ha approvato con Ordinanza n. 334 del , il 10

13 Piano Stralcio Direttore di bacino regionale per l utilizzo delle risorse idriche, che fissa i criteri e le modalità con le quali si dovrà procedere alla selezione degli interventi da realizzare nel breve e medio termine, a partire dalle ipotesi progettuali già selezionate nelle altre fasi di programmazione, ma rivisitati alla luce delle tecniche di valutazione degli studi di fattibilità. Il Piano Stralcio Direttore contiene le indicazioni delle azioni di carattere gestionale e degli investimenti infrastrutturali, la descrizione dei sistemi di intervento, la ricostruzione dello stato attuale delle conoscenze sulle risorse e sulle opere idriche e la definizione del quadro di domanda attuale e futura. In pratica detto documento fondamentale riporta in quadro organico ed unitario le ipotesi, le indicazioni, le proposte contenute nei vari atti di programmazione di settore. Molti dati riportati nel presente opuscolo sono stati desunti dal predetto Piano Direttore. EVOLUZIONE DELLE PRECIPITAZIONI Il Piano Stralcio Direttore prende in considerazione con metodo rigoroso il tema della riduzione delle precipitazioni verificatesi negli ultimi anni e cerca di pervenire alla valutazione del trend, utilizzando le rilevazioni disponibili sulle altezze di pioggia di 52 stazioni del Servizio Idrografico della Sardegna per il periodo , e i dati riportati nello studio dell Idrologia Superficiale dell isola eseguita dall Ente Autonomo Flumendosa del 1996 per il periodo Sono stati raccolti anche i dati di 51 stazioni pluviali gestite dal servizio Agrometeorologico Regionale, localizzate in siti prossimi a quelli del Servizio Idrografico, consentendo in tal modo di incrementare il numero delle osservazioni e in particolare di acquisire le notizie relative alle piogge cadute nel periodo gennaio-luglio 2002, rendendo possibile l utilizzo di elementi dell ultimo anno idrologico, particolarmente siccitoso. Per meglio visualizzare le variazioni intervenute nelle precipitazioni, nel Piano Stralcio Direttore sono riportati i diagrammi delle altezze di pioggia cadute annualmente tra il 1922 e 2002, della media generale, delle medie 1922/ /1975 e delle medie 1986/ /2002, relativamente all intera isola e ai bacini idrografici del Flumendosa, del Tirso e del Coghinas. 11

14 I diagrammi sono di seguito riprodotti: Si può facilmente osservare che la media delle altezze di pioggia per gli anni compresi tra il 1922 e il 1975 ha andamento stazionario, essendo le fluttuazioni molto contenute. 12

15 Invece i valori delle medie per il periodo suddetto e del periodo subiscono un gradino molto evidente. Il periodo tra il 1975 e il 1985 deve considerarsi di transizione. Le altezze annue di pioggia hanno subito tra i primi due periodi una contrazione del 13

16 18% come valore medio sull intera isola, del 20% sul bacino del Flumendosa, del 17% sul bacino del Tirso e del 13% sul Coghinas. Si rileva per la contrazione delle piogge aumenta da nord a Sud e da Ovest ad Est. Tale fenomeno è stato oggetto anche di ricerca da parte dell Istituto di Fisica dell Atmosfera di Roma, che in una pubblicazione apparsa sulla rivista Il Nuovo Cimento di maggio-giugno 1988 ha documentato le seguenti variazioni delle piogge annue nel Mediterraneo Centro-Occidentale nel periodo : Contraz. altezza di pioggia (mm) Percentuale di contrazione Trend (mm/anno) Intero bacino ,7-3,2 Fascia settentr ,3-2,4 Fascia centrale ,3-3,3 Fascia merid ,5-3,5 Per la Sardegna per il periodo si hanno le seguenti variazioni: Contraz. altezza di pioggia (mm) Percentuale di contrazione Trend (mm/anno) Sardegna ,6-3,5 Bacino Coghinas ,3-2,1 Bacino Tirso ,1-3,7 Bacino Flumendosa ,2-5,4 Il fenomeno della riduzione delle altezze di pioggia è stato anche messo in luce da una rigorosa analisi condotta da tecnici, che hanno progettato e realizzato la diga di Corongio nel comune di Cagliari e che hanno ricostruito i dati delle precipitazioni in una stazione prossima all impianto per il periodo che va dal 1868 al Dal grafico disegnato dai predetti professionisti si evince che la media delle altezza di pioggia per il periodo / si discosta dalla media delle altezze di pioggia per il periodo / di circa il 26%. La contrazione delle altezza ha effetto moltiplicativo sui deflussi dei corsi d acqua, nel senso che questi ultimi si riducono in misura maggiore. Lo studio dell Idrologia Superficiale della Sardegna, redatto alla fine degli anni 70 e aggiornato a metà degli anni 90, ha ricostruito i deflussi mensili con riferimento ai dati idrografici rilevati nel periodo per i bacini idrografici aventi una superficie complessiva di Kmq. su una superficie totale dell isola di circa kmq. Il bacino idrografico medio per il periodo indicato dava il seguente risultato: 14

17 afflussi 779,3 mm deflussi 256,4 perdite 522,9 coeff. di deflusso 0,33 Lo studio effettuava il bilancio idrologico per 30 bacini idrografici, nei quali era stata installata la rete di misure del Servizio Idrografico. Inserendo in diagramma i valori di afflusso e deflusso medio annuo di tutte le sezioni di interesse, è stato ricostruito il legame tra le precipitazioni e le portate nei corsi d acqua. È stata trovata una correlazione tra deflussi D e afflusso A del seguente tipo: D 1/3 = C 1 +C 2 log.a Sono stati valutati anche i parametri C1 e C2, che risultano per l isola intera e i principali fiumi sardi Coghinas, Tirso e Flumendosa del prospetto seguente: C1 C2 Sardegna Coghinas Tirso Flumendosa con l ausilio dell equazione su riportata sono state calcolate le grandezza idrologiche medie per il periodo e il periodo , che compaiono nel seguente prospetto. Periodo Valori in mm Sardegna Coghinas Tirso Flumendosa Afflussi 779,3 766,2 799,7 871, Deflussi 256,4 266,4 244,4 427,8 A Perdite 522,9 499,7 553,3 443,8 Coeff. deflusso 0,33 0,35 0,31 0, Afflussi 639,0 669,2 666,1 700, Deflussi 121,7 164,4 122,9 214,4 B Perdite 517,3 478,6 543,2 486,2 Coeff. deflusso 0,19 0,25 0,18 0,31 Rapporto Afflussi 0,820 0,873 0,833 0,804 B/A Deflussi 0,475 0,617 0,503 0,501 Perdite 0,989 0,985 0,978 1,096 coeff. deflusso 0,579 0,707 0,604 0,623 Dal prospetto si desume che per l intera isola ad una contrazione delle precipitazioni 15

18 del 18% corrisponde una riduzione dei deflussi del 53%, per il Coghinas ad una riduzione degli afflussi del 13% segue una riduzione del 38%, per il Tirso alla contrazione degli afflussi del 17% si ha una riduzione dei deflussi del 50%, per il Flumendosa le riduzioni sono rispettivamente del 20% e di oltre il 50%. Il Piano Stralcio Direttore conclude con la seguente affermazione: Al fine di elaborare una prima valutazione delle risorse idriche potenzialmente utilizzabili in Sardegna con opere di captazione di risorse superficiali, appare opportuno assumere, come scenario idrologico di base quello riferito ad una riduzione dei deflussi uniforme sull intero territorio regionale, in misura pari al 55% della media del periodo storico di 52 anni / , e quindi con un nuovo valore medio pari al 45% di quello osservato in precedenza. Tale assunzione è fatta, in via preliminare, sulla base delle seguenti considerazioni; il valore del 55% di riduzione è quello che si sta registrando nell area dove il fenomeno appare più rilevante in Sardegna, anche ai fini dell utilizzazione delle risorse: nel bacino del Flumendosa, nella zona sud orientale dell isola; tale valore è molto simile a quello registrato sul Tirso, accomunando sotto tale aspetto i due maggiori bacini idrografici dell isola. il fenomeno appare meno grave nell area nord occidentale, nella quale d altra parte la riduzione è sempre significativa. Comunque il valore medio sull isola è stimato pari 52% di riduzione, corrispondente ad un valore medio pari al 47-48% di quello storico. Tali livelli sono molto prossimi a quelli osservati sul Flumendosa: come si è visto queste condizioni climatiche appaiono interessare l intero bacino del Mediterraneo occidentale, per cui le diverse indicazioni territoriali registrate nell isola potrebbero dipendere da situazioni contingentali e tendere ad uniformarsi all estendersi della serie storica; l esigenza di assumere parametri cautelativi nella valutazione delle risorse è sottolineata dal fatto che i parametri idrologici registrano differenze statisticamente significative rispetto al passato e non mostrano di avere ancora raggiunto una condizione di nuova stabilità. Il processo peraltro sembra essere ancora in evoluzione. L adozione del coefficiente 0,45 per passare dai dati di deflusso del periodo / ai valori di deflusso del periodo / appare molto prudenziale, anche se è giustificata dal timore di evenienze eccezionali negative, come si è verificato in alcuni anni passati. 16

19 Il metodo di calcolo delle grandezze idrologiche non è ancora sperimentato e quindi va accolto con riserva. INFRASTRUTTURE PER LA RACCOLTA DELL ACQUA La Sardegna non dispone di acque sotterranee a causa della natura impermeabile delle formazioni geologiche del proprio territorio e quindi ha fatto assegnamento per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici solo sulle risorse di superficie. Fin dai tempi remoti ha proceduto alla costruzione di dighe di ritenuta e di traverse, anche sui corsi d acqua secondari, a differenza del comportamento tenuto da altre Regioni, nelle quali è prevalso lo sfruttamento intensivo dei fiumi e torrenti più importanti. Oggi sono presenti nell isola 57 dighe, di cui: 4 sono in costruzione: trattasi degli sbarramenti di Monti di Deu, Cumbidanova, dei Monti Nieddu ed Is Canargius; 2 non sono invasabili, perché realizzate per la laminazione delle piene, ma sono in corso modifiche per la riconversione a opere di ritenuta: trattasi delle dighe di Monte Crispu e Mogoro; 32 sono collaudate; 19 sono in corso di collaudo. Delle dighe collaudate, 7 sono ad invaso ridotto o nullo e precisamente: la diga di Bunnori è stata svasata su ordine del servizio Nazionale Dighe (ore RID) a causa del cattivo stato delle murature; la diga di Santa Vittoria ha una quota di massima regolazione di 16,05 metri s.l.m., al posto della quota 17,30 metri s.l.m., alla quale può arrivare una volta effettuata la sostituzione dei panconi amovibili con paratie manovrabili automaticamente; la diga Monteponi sul rio Bellicai è stata svuotata per ordine del Servizio Nazionale Dighe a causa dell assenza del gestore; la diga di rio Guttari Mannu è stata svasata sempre per ordine del Servizio Nazionale Dighe a causa della fatiscenza degli impianti; la diga di Minghetti sul rio Istitti è stata svuotata ancora per ordine del servizio Nazionale Dighe in attesa dell esecuzione dei lavori di adeguamento; la diga di Surighiddu presso Alghero è sottoposta al regime di invaso limitato in attesa della verifica degli interventi effettuati; 17

20 la diga di Caprera non ha ottenuto l autorizzazione agli invasi sperimentali in attesa degli accertamenti amministrativi. Dalle 19 dighe non collaudate, 13 sono soggetti a invasi limitati o nulli e la loro situazione è illustrata di seguito: diga di Govossai: il Servizio Nazionale Dighe ha imposto una limitazione di invaso a causa del cattivo stato della muratura; diga del Liscia: dopo l esecuzione degli interventi di consolidamento, si sta procedendo agli invasi sperimentali; diga di Nuraghe Arrubiu: l intervento di risanamento sul parametro di monte è da tempo terminato e si sta procedendo agli invasi sperimentali; diga del Cuga: sono in corso gli invasi sperimentali, ma permane il problema dell insufficienza del franco rispetto al valore previsto, per una diga in materiali sciolti, dal Regolamento Dighe vigente all epoca della costruzione; diga del Torrei: sono in corso gli invasi sperimentali; la quota attualmente autorizzata (865,50 m. s.l.m.) è di 1 m al di sotto dalla soglia dello sfioratore (libero); diga di Monteleone Roccadoria sull Alto Temo: sono in corso gli invasi sperimentali. L autorizzazione di maggiori quote rispetto a quella attualmente assentita, contrasterebbe con una disposizione emanata dalla Regione Sarda che impone una limitazione di invaso atta a conservare una capacità di circa 16 Mmc per accogliere un eventuale piena con tempo di ritorno fino a 500 anni, a protezione della città di Bosa, situata a valle; diga di Sarroch: si tratta di una piccola diga gestita da privati, soggetta ad un ordine di svaso da parte del Servizio Nazionale Dighe, sono in corso gli interventi di adeguamento; diga del Rio Coxinas (Villacidro): il Servizio Nazionale dighe ha imposto lo svaso totale in attesa che si concludano i necessari lavori di adeguamento; diga Ninnai, sul Rio Barzolu: il Genio Civile ha imposto lo svaso totale (poi confermato dall ufficio periferico del Servizio Nazionale Dighe, successivamente insediatosi), in quanto non sussistevano le condizioni minime di sicurezza. Il comune di Sinnai, concessionario dello sbarramento, ha eseguito diversi interventi di adeguamento ed ha richiesto l invaso parziale della diga. Si attende il parere della sede centrale del Servizio Nazionale Dighe, sentita la commissione di collaudo; diga di Medau Zirimilis, sul Rio Casteddu: sono in corso gli invasi sperimenta- 18

21 li nell ambito dei quali sono emersi alcuni problemi che hanno richiesto degli interventi di sistemazione. In particolare si sono riscontrate forti venute d acqua dai drenaggi del cunicolo-taglione, che hanno consigliato una riparazione del manto di tenuta e delle ulteriori iniezioni; diga di Cantoniera: sono in corso gli invasi sperimentali. La quota attualmente autorizzata dal Servizio Nazionale Dighe è di 93 m. s.l.m., corrispondente ad un volume invasato di 220 Mmc. La quota massima effettivamente raggiunta, in data , è di 91,80 m. s.l.m., corrispondente ad un volume invasato di circa 190 Mmc. Per il proseguimento gli invasi sperimentali, nell ambito dei quali il consorzio di Bonifica dell Oristanese, concessionario dello sbarramento, ha richiesto l autorizzazione al raggiungimento di quota 97,00 m. s.l.m., sono necessari alcuni adeguamenti ed integrazioni della strumentazione di misura; diga di Simbiriesi: sono in corso gli invasi sperimentali; diga di Olai: sono in corso gli invasi sperimentali. Sono presenti anche 22 traverse, dalle quali vengono derivati notevoli volumi d acqua, l elenco di esse e dei deflussi medi alle sezioni di impianto è riportato di seguito: Denominazione defl. medio (Mmc/anno) T1 - Mannu a la Crucca 25,87 T2 - Rio Mascari 5,18 T3 - Mannu di Mores 14,21 T4 - Rio S. Ortas a Scana Manna 4,82 T5 - Rio Badde de Juna 2,14 T6 - Crabolu+Cumone 48,7 T7 - Pabillonis 26,33 T8 - Rio Mogoro 20,59 T9 - Bau e Mela 24,84 T10 - Bau è Mandara 5,68 T11 - Flumendosa a Villanovatulo 94,12 T12 - Fluminimanno a Casa Fiume 23,34 T13 - Mannu a Monastir 24,06 T14 - Rio Fanaris 5,9 19

22 T15 - Rio di S. Lucia 5,47 T16 - Monti Nieddu 16,51 T17 - S Isca Rena 51,7 T18 - Flumentepido 4,69 T19 - S. Giovanni M. Cardinali 6,34 T20 - Spiritu Santu 0,74 T21 - Rio Sa Schina de sa Stola 1,01 T22 - Cannisoni 2,91 TOTALE 415,15 Gli invasi e le traverse danno origine a 10 schemi multisettoriali, che forniscono acqua sia ad acquedotti potabili sia a condotte irrigue o industriali. Tali schemi sono: Flumendosa - Campidano; Tirso; Nord Occidentale; Orientale - Alto Flumendosa; Cedrino; Gallura; Posada; Leni; Cixerri; Sulcis. Gli schemi non sono completamente indipendenti, ma sovente sono tra loro interconnessi, infatti si verificano le seguenti interazioni: tra lo schema Flumendosa - Campidano e lo schema Orientale - Alto Flumendosa; tra lo schema Flumendosa - Campidano e lo schema Sulcis; tra lo schema Flumendosa - Campidano e lo schema del Tirso, per il trasferimento di acqua da quest ultimo al primo. Allo stato attuale gli invasi efficienti e pienamente sfruttati per l approvvigionamento idrico sono elencati nel prospetto seguente, che riporta lo schema multisettoriale di appartenenza, la capacità massima e quella autorizzata, nonché quella adottata nella simulazione per gli scenari 0 e 3, di cui si dirà in seguito: 20

23 SCHEMA MULTISETTORIALE DENOM. INVASO CAPACITÀ INVASO (Mmc) Massima Autorizzata addotta in addotta simulazione simulazione scenario 0 scenario 3 Flumendosa-Campidano Bau Muggeris 58,37 56,81 58,15 58,15 Flumineddu 1,42 1,42 1, Flumendosa 263,00 232,00 262,66 262,66 Mulargia 323,00 323,00 320,00 320,00 Sa Forada 1,27 1,13 1,33 1,33 Is Barrocus 12,25 12,25 11,96 11,96 Simbirizzi 30,30 30,30 30,30 30,30 Basso Cixerri 24,00 24,00 24,00 24,00 Bau Pressiu 8,25 8,25 8,26 8,26 Coronfiu 4,74 3,70 4,74 4,74 Casa fiume 0,75 0,75 0,00 0,00 TOTALE SCHEMA 727,35 693,61 722,84 722,84 Tirso Olai 16,21 5,93 9,50 9,50 Govossai 3,06 2,80 2,20 2,20 Gusana 49,90 49,90 28,25 28,25 Cucchinadorza 16,99 16,99 16,45 16,45 Benzone 0,94 0,94 1,08 1,08 Torrei 0,94 0,94 0,86 0,86 Cantoniera 748,20 82,77 220,00 740,00 Nuraghe Pranu Antoni 9,00 9,00 9,00 9,00 Tirso a S. Vittoria ,50 TOTALE SCHEMA 845,24 169,27 287,34 807,84 Nord-Occidentale Coghinas 261,93 223,91 242,09 242,09 Casteldoria 3,47 3,47 7,03 7,03 Cuga 33,93 25,00 20,40 34,24 Temo 81,18 58,87 59,17 81,40 Bidighinzu 11,00 11,00 10,90 10,90 Mannu Pattada 71,84 71,84 52,50 72,10 Sos Canales 3,58 3,58 3,58 3,58 Bunnari 1,61 1,61 1,44 1,44 TOTALE SCHEMA 468,54 399,28 397,11 452,78 Orientale Bau muggeris 58,37 56,81 58,15 58,15 Santa Lucia 3,10 3,10 3,10 3,10 TOTALE SCHEMA 61,47 59,91 61,25 61,25 Cedrino Cedrino 16,05 16,05 16,00 16,00 TOTALE SCHEMA 16,05 16,05 16,00 16,00 Gallura Liscia 104,00 63,90 105,13 105,13 TOTALE SCHEMA 104,00 63,90 105,13 105,13 Posada Posada 25,00 25,00 25,00 25,00 TOTALE SCHEMA 25,00 25,00 25,00 25,00 Leni Rio Leni 19,50 19,50 19,50 19,50 TOTALE SCHEMA 19,50 19,50 19,50 19,50 Cixerri Punta Gennarta 12,20 12,20 12,10 12,10 Medau Zerimilis 18,80 1,89 3,89 3,89 TOTALE SCHEMA 31,00 14,09 15,99 15,99 Sulcis Monte Pranu 49,34 38,44 49,30 49,30 TOTALE SCHEMA 49,34 38,44 49,30 49,30 TOTALE 2289, , , ,48 21

24 A dimostrazione dell estrema variabilità della quantità di acqua disponibile nel tempo, si riporta il prospetto delle risorse accumulate negli invasi di cui sopra al 30 aprile degli ultimi 7 anni SCHEMA MULTISETTORIALE DENOM. INVASO Risorse Accumulate al 30 aprile (mmc) Flumendosa-Campidano Bau Muggeris 56,82 52,12 40,47 48,87 44,29 51,99 38,47 Flumineddu 0,57 0,40 0,04 1,46 0,25 0,92 0,27 Flumendosa 96,85 145,81 121,16 120,49 63,24 105,65 15,46 Mulargia 214,75 284,76 181,70 19,12 4,61 25,06 3,02 Sa Forada 0,99 0,97 0,88 1,02 1,03 0,90 1,03 Is Barrocus 7,93 12,34 7,21 2,43 2,15 10,22 5,11 Simbirizzi 13,55 10,91 9,93 13,50 13,17 13,67 1,59 Basso Cixerri 20,63 18,79 23,07 15,17 16,76 21,78 5,67 Bau Pressiu 6,17 6,28 2,54 2,28 2,54 5,87 1,70 Coronfiu 4,20 4,72 3,05 1,10 2,23 3,52 1,53 Casa fiume 0,48 0,45 0,46 0,35 0,42 0,36 0,34 TOTALE SCHEMA 422,94 537,54 390,50 225,79 151,28 239,94 74,19 Tirso Govossai 3,07 2,96 2,74 3,02 1,49 2,31 1,63 Gusana 46,43 45,62 47,29 46,07 38,69 47,31 38,05 Cucchinadorza 12,33 12,81 9,06 13,56 1,94 13,24 6,37 Benzone 0,98 0,39 0,24 0,46 0,40 0,23 0,38 Torrei 0,94 0,95 0,96 0,86 0,59 0,94 0,24 Omodeo 141,68 89,64 74,73 76,87 TOTALE SCHEMA 205,43 152,36 135,02 140,84 43,11 64,03 46,65 Nord-Occidentale Coghinas 208,80 137,88 188,89 161,01 82,21 192,39 74,31 Casteldoria 6,89 1,17 0,00 1,48 0,00 2,13 2,42 Cuga 13,22 8,68 8,10 4,98 4,65 24,53 16,72 Temo 31,71 38,82 8,85 15,11 1,57 46,56 13,81 Bidighinzu 10,58 5,93 9,02 5,46 2,47 9,42 3,38 Mannu Pattada 43,74 36,61 24,74 19,65 13,24 36,26 20,00 Sos Canales 3,56 2,81 0,94 2,00 0,28 3,46 0,86 Bunnari 1,51 1,11 1,02 1,35 0,57 1,15 0,26 TOTALE SCHEMA 320,01 233,00 241,55 211,04 104,99 315,91 131,77 Orientale Bau muggeris 56,82 52,12 40,47 48,87 44,29 51,99 38,47 Santa Lucia 2,43 1,18 0,00 0,00 1,03 1,92 0,54 TOTALE SCHEMA 59,25 53,30 40,47 48,87 45,35 53,91 39,01 Cedrino Cedrino 14,00 10,80 16,03 15,32 11,44 15,24 15,42 TOTALE SCHEMA 14,00 10,80 16,03 15,32 11,44 15,24 15,42 Gallura Liscia 53,18 40,31 42,34 54,49 35,65 49,50 32,15 TOTALE SCHEMA 53,18 40,31 42,34 54,49 35,65 49,50 32,15 Posada Posada 24,36 25,00 24,36 24,34 21,74 24,97 19,75 TOTALE SCHEMA 24,36 25,00 24,36 24,34 21,74 24,97 19,75 Cixerri Medau Zerimilis 3,85 7,61 5,07 1,30 2,07 9,79 5,49 TOTALE SCHEMA 3,85 7,61 5,07 1,30 2,07 9,79 5,49 Sulcis Monte Pranu 20,37 45,12 42,66 16,95 8,72 31,66 7,70 TOTALE SCHEMA 20,37 45,12 42,66 16,95 8,72 31,66 7,70 TOTALE 1066, ,92 897,53 690,06 380,03 752,94 333,64 22

25 CENNI SULL IDROGRAFIA DELLA SARDEGNA Con deliberazione n. 45/57 del , la Giunta Regionale determinò di assumere l intero territorio della Sardegna, quale unico bacino idrografico, suddiviso in 7 subbacini, coincidenti con le aree idrografiche definite dal Piano Acque redatto nel 1985 per la pianificazione delle risorse idriche: I sub-bacini sono: I - Sulcis II - Tirso III - Coghinas - Mannu - Temo IV - Liscia V - Posada-Cedrino VI - Ogliastra VII - Flumendosa - Campidano- Cixerri La suddivisione era nata dalla omogeneità del territorio nei riguardi della conservazione del suolo e delle condizioni orografiche, che limitano la possibilità di trasferimento di acqua tra le diverse zone, per cui conviene fare assegnamento sulla disponibilità di ciascun comprensorio per il soddisfacimento dei relativi fabbisogni. Il realtà lo sviluppo degli studi per la ricerca delle risorse idriche capaci di far fronte alle esigenze della intera isola ha portato al superamento delle delimitazioni prima operate ed una più accentuata interconnessione delle aree idrografiche. Le caratteristiche essenziali delle aree idrografiche sono sommariamente di seguito riportate. Area I - Sulcis L area può considerarsi divisa in due parti. La prima parte comprende terreni prevalentemente scistosi e granitici e quindi impermeabili: i corsi d acqua hanno regime torrentizio con piene nella stagione piovosa e secche nel resto dell anno; il torrente più importante è il rio Palmas con 476 Kmq di bacino imbrifero. La seconda parte costituisce la principale regione mineraria della Sardegna con la presenza di solfuri metallici, barite e fluorite: per la prossimità dello spartiacque alla costa, i corsi d acqua sono modesti; i più importanti sono il Flumentipedo e il Fluminimaggiore. 23

26 Area II - Tirso L area può considerarsi divisa in due parti. La prima costituisce l estremità nord-occidentale del Campidano di Cagliari scolante nel Golfo di Oristano; in essa scorrono il Fluminimanno di Pabillonis e il rio Mogoro. La seconda è costituita dal bacino idrografico del Tirso, che ha una estensione di 3376 Kmq. L asta principale del Tirso nasce dell altopiano granitico di Buddusò e si svolge in terreni impermeabili, poi il corso d acqua attraversa aree pianeggianti dominate dalle formazioni trachitiche. Gli affluenti principali del Tirso sono il Taloro, che scorre in terreni scistosi e granitici, e il Flumineddu, che si svolge nei calcari giuresi del Sarcidano e nelle trachiti della Marmilla. I bacini Imbriferi del Taloro e del Flumineddu misurano rispettivamente 505 e 840 Kmq. e ricevono le acque dai versanti settentrionali e occidentali del Gennargentu. Area III - Coghinas, Mannu, Temo L area è formata essenzialmente da scisti e graniti, sui quali si sono depositati terreni trachitici, basaltici e miocenici. Nella zona di Montiferru abbondano però le formazioni vulcaniche, che danno luogo a manifestazioni cospicue di sorgenti, come accade anche per i calcari del Logoduro, del Sassarese e dell Aglona. Il Coghinas è il secondo dei fiumi sardi per estensione del bacino imbrifero di 2477 Kmq. ed è formato dalla confluenza di rio Mannu di Orzieri e di rio Manni di Berchidda, che hanno bacini estesi rispettivamente 1026 Kmq. e 802 Kmq. Il Temo ha un bacino di 837 Kmq. Il Mannu di S. Lussurgiu è alimentato dal gruppo di sorgenti di Montiferru. Area IV - Liscia L area è dominata dalle formazioni di granito ed è quindi impermeabile. I corsi d acqua principali sono il Liscia, che ha un bacino di 564 Kmq., Vignola, che ha un bacino di 142 Kmq., il rio di S. Giovanni di Arzachena, che ha un bacino di 181 Kmq, il Padrogiano, che ha bacino di 443 Kmq. Area V - Posada-Cedrino L area comprende buona parte del versante nord-est dell isola ed è caratterizzata dalla presenza di graniti e scisti e pure a sud dalle formazioni mesozoiche calcareo-dolomi- 24

27 tiche della Baronia e del Supramonte. Le formazioni quaternarie dominano le foci e tronchi vallivi. Il Posada ha un bacino di 675 Kmq. Più a sud il Cedrino, il cui bacino imbrifero ha una estensione di 1089 Kmq., raccoglie le acque del versante nord-occidentale del Gennargentu, è arrichito dalle acque portate dalla sorgente del Galagone ai piedi del Supramonte di Oliena e sbocca nella pianura alluvionale di Galleli e Orosei. Gli affluenti principali del Cedrino sono il Flumineddu di Dorgali con un bacino di 181 Kmq. e l Isalle con un bacino di 288 Kmq. Area VII - Flumendosa, Campodano, Cixerri L area può considerarsi divisa in tre parti: il bacino del Flumendosa, la zona compresa fra il Flumendosa e il Fluminimannu, il bacino del Fluminimannu. Il bacino imbrifero del Flumendosa è dominato da scisti metamorfici e granito e solo verso la foce del fiume si presentano le formazioni sedimentarie. Il bacino del Flumendosa misura 1826 Kmq. ed è il quarto della Sardegna per estensione, ma presenta i deflussi unitari più notevoli, dovuti sia alla quasi assoluta impermeabilità dei terreni, sia alla configurazione topografica contrassegnata da forti dislivelli. Il Flumendosa scorre, quasi fino alla foce, incassato in gole strette con versanti di Scisti e basalti. La zona compresa tra il Flumendosa e il Fluminimanno è costituita dal massiccio granitico dei Sette Fratelli ed è attraversato da un solo corso d acqua di rilievo, e cioè il rio Picocca, che si estende per 365 Kmq. Il bacino del Fluminimannu comprende nella parte più elevata i calcari del Sarcidano, da cui si originano gruppi sorgentizi di grande rilevanza, nella parte intermedia è dominato da scisti e terreni miocenici, mentre la parte valliva è formata da alluvioni quaternarie, che costituiscono il Campidano Nord di Cagliari. Gli affluenti più importanti sono il Lanessi e il Leni. I fiumi Mannu di S. Sperate con un bacino di oltre 500 Kmq e il Cixerri con un bacino di 543 Kmq., pur confluendo nel Fluminimannu, possono considerarsi corsi d acqua autonomi, in quanto la confluenza avviene praticamente alla foce, senza influenzare il regime idraulico. Il Fluminimanno, che ha un bacino di 2284 Kmq e quindi terzo per estensione in Sardegna, non ha molta importanza idrografica perché non ha una portata di rilievo. 25

28 GLI SCHEMI ACQUEDOTTISTICI E I FABBISOGNI POTABILI Il Sardegna sono stati definiti 49 schemi acquedottistici potabili, dei quali solo 17 sono alimentati con acque sotterranee, sulle quali non gravano richieste per altri usi. Il genere però gli schemi potabili sono interconnessi con altri, che prevedono usi alternativi e competitivi della risorsa. Tale situazione crea non pochi conflitti tra gli Enti erogatori d acqua, che tutelano interessi divergenti. Gli schemi idrici potabili, come si è detto, sono in numero di 49 secondo le previsioni del Nuovo piano Regolatore degli Acquedotti in fase di redazione a cura dell ESAF. Si tratta di schemi idrici di sviluppo lineare contenuto, specialmente se raffrontati ad altri sistemi acquedottistici di regioni del mezzogiorno continentale, quali ad esempio l Acquedotto del Sele, che convoglia fino a 6 mc/sec e si estende per centinaia di chilometri, l Acquedotto del Pertusillo, che condotta circa 4 mc/sec e si ramifica fino all estremità del Salento, L Acquedotto della Campania Occidentale in grado di trasferire circa 8 mc/sec e di servire oltre 2 milioni di utenti, l Acquedotto campano che inizia nel cuore del Molise dalle sorgenti del Biferno e alimenta un gran numero di comuni campani, l Acquedotto Molisano Destro che interessa i territori di tre Regioni, l Acquedotto del Ruzzo che alimenta quasi l intera area della provincia di Teramo, etc.. Gli schemi potabili sardi servono un numero limitato di abitati e convogliamo portate d acqua alquanto modeste. Fa eccezione il sistema acquedottistico di Cagliari e di altri territori del Campidano, che convogliano volumi più consistenti, ma ha centri di alimentazione diversificati. Gli schemi potabili indipendenti dagli schemi multisettoriali sono: N schema Nome schema NPRGA da NPRGA 8 Florinas 16 Bortigali 17 S. Antioco 18 Sennariolo 19 S. Lussurgiu 26

29 20 Bau Pirastu 22 Milis-Narbolia- Seneghe 23 Oristano 24 Paulilatino 27 Mandrainas 29 Gairo 30 Seulo-Sadali 31 Tirso 33 Laconi 36 Marina di Arbus 41 Fluminimannu 42 Buggerru Gli schemi potabili che risultano invece connessi agli schemi multisettoriali, sono conseguentemente quelli forniti nella seguente tabella: Schema n. schema Nome schema multisettoriale NPRGA potabile N.P.R.G.A. Flumendosa - Campidano 21 Flumineddu 32 Sarcidano 34 Nurallao- Nuragus 35 Gerrei 37 Santu Miali 39 Sud-Orientale 40 Campidano 43 Burcei 45 Sulcis Nord 46 Cagliari 47 Sud Occidentale 48 Sud Occidentale 49 Sulcis sud Tirso 13 Cedrino 14 Govossai 25 Barbagia Mandrolisai 27

30 Nord Occidentale 3 Casteldoria 4 Perfugas 5 Pattada 6 Porto Torres - Sorso - Sassari 7 Bidighinzu 9 Alghero - Cuga 10 Goceano 12 Temo 15 Luzzanas 14 Govossai Orientale Alto Flumendosa 21 Flumineddu 26 Bacu Turbina 28 Ogliastra Cedrino 13 Cedrino Gallura 1 Vignola 2 Liscia 3 Casteldoria Posada 11 Siniscola Leni 37 Santu Miali 38 Villacidro Cixerri 44 Iglesias Sulcis 45 Sulcis Nord La domanda di acqua potabile è stata diversamente quantificata dall ESAF in occasione dell aggiornamento in itinere del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti e dal Piano di Ambito redatto dall ESAF e dalla SOGESID ed approvato con Ordinanza n. 321 del del Commissario Governativo. La divergenza si deve alla diversa dotazione idrica attribuita ad abitante per giorno. Le dotazioni per fasce demografiche sono state assunte dall ESAF come segue: fasce demografiche dotazione media (1/abxg) fino a ab. 235 da a ab. 280 da a ab

31 da a ab. 418 oltre ab. 455 nuclei e case sparse 200 fluttuanti 500 L applicazione di detti parametri alla popolazione attuale e quella prevista all anno 2041 porta al seguente fabbisogno: attuali: 315 milioni di mc per anno futura: 368 L ESAF ha rilevato che attualmente il consumo pro capite per usi domestici in condizioni di abbondanza di acqua si attesta sui 175 1/ab x g Pertanto da tale constatazione, il Piano Ambito ha considerato un consumo domestico di base per abitante pari a 170 1/ab x g più una quota aggiuntiva in funzione delle dimensioni del centro di domanda. Tale quota aggiuntiva è stata prevista tra i 60 e i 140 1/ab x g. Ai fluttuanti si è attribuita una dotazione di 300 1/ab x g estesa a 60 giorni nell arco dell anno. In base a tali considerazioni, le dotazioni assegnate dal Piano di Ambito sono state le seguenti: fasce demografiche dotazione media (1/ab. x g.) fino a ab. 230 da a ab. 250 da a ab. 270 da a ab. 290 oltre ab. 310 fluttuanti 300 È stato anche valutato in circa il 40% il livello di perdite d acqua, di cui un 10% nelle reti di adduzione e un 30% nelle reti di distribuzione. È stata considerata la popolazione almeno per gli anni di attività del soggetto gestore del servizio idrico integrato. Il volume complessivo di acqua per usi domestici è risultato del 297 milioni di metri cubi all anno. 29

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