EcoAmbiente Salerno SpA. Direttore Tecnico Ing. Domenico Ruggiero. STIR di Battipaglia Biostabilizzazione

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1 EcoAmbiente Salerno SpA Direttore Tecnico Ing. Domenico Ruggiero STIR di Battipaglia Biostabilizzazione

2 SOMMARIO 1. PREMESSA BIOSTABILIZZAZIONE DESCRIZIONE DELL IMPIANTO DI BIOSTABILIZZAZIONE Sistema di alimentazione Sistema di insufflazione aria (platea areata) Sistema di drenaggio dei percolati Sistema di aspirazione e trattamento aria VANTAGGI... 5

3 1. PREMESSA L insediamento produttivo dello STIR gestito dalla società EcoAmbiente Salerno S.p.a., sito nel comune di Battipaglia (SA), via Bosco II S.P. 195 zona industriale Battipaglia, riceve i rifiuti urbani indifferenziati della Provincia di Salerno. La lavorazione consiste in una trito vagliatura per la separazione della frazione secca da quella umida e recupero di materiali ferrosi. Nella presente relazione verranno illustrati il funzionamento dell impianto di biostabilizzazione presente presso lo STIR di Battipaglia, ed i vantaggi che questo rende in termini sia ambientali che economici. 2. BIOSTABILIZZAZIONE La biostabilizzazione è un processo di trattamento biologico aerobico del rifiuto e consiste nella degradazione biologica della frazione organica contenuta nel rifiuto ad opera di microrganismi che si sviluppano e vivono nell ambiente in cui è presente l ossigeno. Lo scopo del processo è la mineralizzazione delle componenti organiche maggiormente degradabili e l igienizzazione della massa di rifiuto. Il rifiuto biostabilizzato ha il vantaggio di essere più facilmente gestibile rispetto al rifiuto organico di partenza essendo igienizzato, più o meno fortemente stabilizzato dal punto di vista biochimico, avendo perso umidità e putrescibilità, oltre ad aver conseguito consistenti riduzioni volumetriche e ponderali (riduzione in peso valutabile nell ordine del 20-30% del materiale trattato). Tale rifiuto può essere impiegato per operazioni di copertura giornaliera dei rifiuti collocati in discarica, in quanto una volta stabilizzato il materiale riduce notevolmente la capacità di produzione di biogas e percolati. Altro potenziale impiego è nelle operazioni di recupero paesaggistico di siti degradati (cave e discariche esaurite), nelle bonifiche e ripristini di siti contaminati da smaltimenti abusivi o comunque degradati. Le buone performance dei microrganismi richiedono che le condizioni ambientali siano mantenute a livello ideale durante tutte le fasi del processo. I microrganismi, come batteri, funghi e actinomiceti giocano un ruolo attivo nella decomposizione del materiale organico. Man mano che i microrganismi decompongono il materiale organico, il carbonio contenuto è convertito in sostanze intermedie (tipo CO2, H2O e humus). Parte del carbonio è consumato dai microrganismi per la crescita e la riproduzione. La decomposizione avviene con sviluppo di calore e la temperatura può raggiungere anche i C. In questi processi i prodotti finali, risultanti dall'attività metabolica di una generazione o tipo di microrganismi può diventare alimento o sorgente di energia per un'altra generazione o altro tipo di microrganismi. Tutto questo continua finché rimane materiale organico compostabile. Il prodotto finale è un prodotto sufficientemente stabile con tempi di trattamento, in impianti con insufflazione e ricircolo d aria molto intensiva, di circa 21 giorni e corrispondente alle norme regionali. Nonostante molti microrganismi siano benefici per il processo e possono essere presenti nel prodotto finale, vi sono altri microrganismi patogeni che devono essere distrutti durante il processo o prima della distribuzione o impiego. La gran parte della distruzione avviene mediante il controllo della temperatura durante la fase di biostabilizzazione. Tale distruzione è ottenuta quando la componente organica rimane ad una temperatura superiore a 55 C per almeno 3 giorni. È importante che tutte le parti del materiale organico siano esposte a queste temperature per assicurare la distruzione dei patogeni presenti. A queste temperature avremo anche la distruzione dei semi infestanti presenti. Quando la distruzione dei patogeni è avvenuta, la temperatura può essere mantenuta inferiore, tra i 51 e i 55 C.

4 I processi di compostaggio sono sensibili a molti fattori che possono essere suddivisi in fattori "ambientali" e in fattori derivanti dalla "natura del substrato". Quelli che maggiormente influenzano il processo di degradazione biologica sono: Ambientali concentrazione di ossigeno aerazione temperatura in base alla "natura del substrato": nutrienti il rapporto C/N la dimensione delle particelle umidità ph Il compito degli impianti di biostabilizzazione è quello di favorire la vita e la crescita dei microrganismi mantenendo le condizioni dell'ambiente compatibili per lo sviluppo corretto del processo. 3. DESCRIZIONE DELL IMPIANTO DI BIOSTABILIZZAZIONE La fase di stabilizzazione aerobica della Frazione Umida Tritovagliata (FUT), prodotta dallo STIR di Battipaglia, avviene entro un edificio chiuso, mantenuto in condizioni di leggera depressione, dove il rifiuto permane in condizioni controllate di ossigenazione, temperatura e umidità, con ventilazione forzata. L'ossidazione della frazione organica trasforma il rifiuto in ingresso in una matrice più stabile dal punto di vista biologico. L impianto di stabilizzazione è del tipo a cumuli statici con platea areata. La platea areata presenta dimensioni planimetriche 45 x 40 m. Essa risulta essenzialmente costituita dalle seguenti parti: linea di alimentazione della FUT; linee di insufflazione aria; linea di drenaggio percolati; linea di aspirazione e trattamento aria. 3.1 Sistema di alimentazione La Frazione Umida Tritovagliata (FUT) si genera dal trattamento di selezione meccanica svolto all interno dello STIR di Battipaglia. Nello specifico la FUT è costituita dai due seguenti flussi: 1. il sottovaglio secondario (fori vaglio 60 mm); 2. la frazione fine della classificazione balistica (fori elementi filtranti 20 mm); entrambi i flussi vengono sottoposti a deferrizzazione e vanno ad alimentare l aia di biostabilizzazione. L'alimentazione della FUT all aia è effettuata da un nastro trasportatore denominato tripper conveyor, installato in corrispondenza del muro longitudinale lungo il capannone che riceve i due flussi di rifiuto e lo deposita longitudinalmente lungo il muro. Con l ausilio di una pala gommata il rifiuto da trattare viene depositato al di sopra della platea aerata formando un cumulo a sezione semi trapezioidale.

5 3.2 Sistema di insufflazione aria (platea areata) L aria fresca viene inviata nella massa della miscela attraverso un complesso sistema di aerazione. Esso è costituito da: n 2 ventilatori; n 2 plenum in cls; un sistema di tubazioni in PEAD che alimenta i settori di areazione dell aia; un sistema di tubazioni con diffusori (SPIGOT), annegate sul pavimento in grado di immettere l'aria per il processo di biostabilizzazione; L aria viene prelevata dall esterno da n 2 ventilatori ed inviata all interno di 2 plenum interrati in cls posti agli estremi del fabbricato. Da ogni plenum partono n 4 tubazioni in PEAD che alimentano rispettivamente n 4 nuovi plenum dove sono collegate tutte le tubazioni per l'insufflazione dell'aria dal pavimento. Pertanto la platea areata, ai fini dell'insufflaggio dell aria, è funzionalmente costituita da 4 campi di fermentazione serviti da 8 linee di insufflazione per la distribuzione parzializzata dell'aria di processo. Questa soluzione rende l impianto estremamente flessibile la gestione del processo. 3.3 Sistema di drenaggio dei percolati I percolati rilasciati dal materiale in fermentazione nell'aia di biostabilizzazione accelerata vengono intercettati da una rete di raccolta che li convoglia in un pozzetto di raccolta centrale. I percolati ivi raccolti, vengono convogliati tramite un'ulteriore tubazione in HDPE, alla centralina di accumulo e sollevamento che provvede a rilanciarli al serbatoio di accumulo; da qui, essi vengono periodicamente prelevati per essere inviati a smaltimento. 3.4 Sistema di aspirazione e trattamento aria Il sistema è costituito da tubazioni in lamiera zincata. L'aria viene aspirata tramite ventilatore centrifugo che la convoglia al biofiltro, dopo l operazione di lavaggio con acqua effettuata nell apposito scrubber. Dati di dimensionamento: Volume del fabbricato m 3 Numero ricambi d'aria 3 Portata aspirata m 3 /h

6 4. VANTAGGI Il sistema sopra descritto realizzato presso lo STIR di Battipaglia, è previsto nella Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dello Stabilimento e comporta innanzitutto vantaggi ambientali: Abbattimento delle emissioni odorigene sulla massa dei rifiuti stabilizzati; Assenza di percolato; Riduzione della produzione di Biogas nei siti di destinazione finale; Facilità di abbancamento e movimentazione; Riduzione volumetrica e ponderale che si traduce in riduzione della movimentazione di mezzi pesanti; Igienizzazione della massa del materiale trattato; e vantaggi di tipo economico: Riduzione del 20 % in peso del rifiuto conferito presso i siti di destinazione finale. Tale perdita di processo ammonta a circa 7800 tonnellate all anno che si traducono in di risparmio (considerando il costo attualmente sostenuto). L impianto di Biostabilizzazione di questa tipologia (cumuli statici areati in fase attiva) realizzato presso lo STIR di Battipaglia risulta l unico attualmente funzionante in impianti pubblici della Regione Campania.

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