Dipartimento di ECONOMIA e STATISTICA Task force Calabria. PIT 8 Serre Cosentine Un profilo socioeconomico

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1 Dipartimento di ECONOMIA e STATISTICA Task force Calabria PIT 8 Serre Cosentine Un profilo socioeconomico Campus di Arcavacata, febbraio 2002

2 Indice 1. Metodologia ed avvertenze Caratteri fisici e geografici... 5 Superficie e densità insediativa... 5 Patrimonio abitativo e stock infrastrutturale di base Demografia e mercato del lavoro... 7 Le tendenze della popolazione nell ultimo ventennio... 7 Famiglie e classi di età... 8 Occupazione e disoccupazione... 9 Popolazione attiva per settori di attività e posizione professionale Grado di istruzione Struttura produttiva La struttura agricola La distribuzione commerciale La struttura extragricola: uno sguardo d insieme I settori prevalenti Tassi di imprenditorialità e di occupazione La polverizzazione aziendale Forme giuridiche elementari Le attività manifatturiere Le strutture alberghiere Le tendenze recenti Le tendenze di lungo periodo Redditi e consumi Reddito prodotto e reddito disponibile Consumi privati Criticità e potenzialità Criticità Potenzialità Presentazione del rapporto d area

3 1. Metodologia ed avvertenze Questo rapporto di ricerca scaturisce dall incarico affidato dal Formez Rap 100 al Dipartimento di Economia e Statistica dell Università della Calabria finalizzato alla redazione di 23 rapporti d area sui PIT calabresi. Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Economia e Statistica che ha lavorato all impostazione scientifica e metodologica nonché alla redazione dei singoli rapporti di ricerca è stato così composto: Prof. Domenico Cersosimo (coordinamento scientifico ed operativo, redazione e presentazione rapporti di ricerca) Dott. Giovanni D Orio (redazione e presentazione rapporti di ricerca) Dott. Giuseppe Farace (raccolta ed elaborazione dati, presentazione rapporti di ricerca) Dott. Alfredo Fortunato (redazione e presentazione rapporti di ricerca) Dott. Fabrizio Guzzo (redazione rapporti di ricerca) Dott.ssa Rosetta Lombardo (redazione e presentazione rapporti di ricerca) Dott. Paolo Praticò (redazione e presentazione rapporti di ricerca) Prof. Aldo Pugliese (redazione e presentazione rapporti di ricerca) Dott.ssa Valeria Pupo D Andrea (redazione rapporti di ricerca) Prof. Agostino Tarsitano (consulenza statistica e grafica) Nelle pagine seguenti si presenta un analisi dei principali assetti socioeconomici dell area PIT, basata sui dati statistici esistenti e disponibili a livello comunale. Si tratta per lo più di un analisi descrittiva, rivolta cioè a leggere i dati quantitativi più recenti sulla situazione economica e sociale locale e talvolta, laddove la disponibilità delle informazioni lo consente, a commentare l evoluzione nel tempo di alcuni degli indicatori sintetici più significativi. L analisi indaga sia sull articolazione interna della struttura produttiva e sociale del PIT, sia sulla comparazione sistematica tra le caratteristiche della situazione locale e quelle della Provincia di appartenenza del PIT e della Calabria, che sono assunte come ambiti territoriali di confronto. Il perimetro del PIT, come è noto, è stato determinato dalla Regione Calabria e dal partenariato istituzionale regionale come sommatoria di territori comunali confinanti. Per tale motivo, nella quasi totalità dei casi, i confini dei PIT sono differenti da quelli di altri ambiti spaziali di programmazione europea, nazionale e regionale (Patti territoriali, Gal, Comunità montane ecc.), nonché dalle aggregazioni economiche omogenee (sistemi locali del lavoro, distretti industriali, ecc.). Ciò implica che i valori assunti dalle variabili socioeconomiche del PIT utilizzate nel presente rapporto sono ottenuti come assemblaggio dei singoli valori delle variabili registrati a livello comunale. Analisi basate soltanto su dati comunali implicano, tuttavia, diverse limitazioni. Innanzitutto limiti riferiti all ampiezza del set di dati utilizzati. I dati disponibili a livello comunale sono soltanto una frazione esigua di quelli della contabilità nazionale e regionale, per cui molte informazioni, soprattutto riferite al reddito, agli investimenti, alle produzioni, agli scambi con l estero, sebbene riccamente disponibili alla scala nazionale e regionale, e qualche volta anche a quella provinciale, non sono forniti a livello comunale. Di conseguenza, l analisi fondata sui 3

4 dati disponibili nei data-base comunali è meno articolata di quella possibile allorché si trattano ambiti territoriali più ampi. Un secondo limite è insito nella scarsa freschezza dei dati disponibili. E noto che la quasi totalità dei dati disaggregati a livello comunale sono raccolti ed elaborati in occasione dei censimenti generali realizzati dall Istat, che hanno una scansione temporale decennale. Attualmente, dunque, molti delle informazioni quantitative utilizzabili fanno riferimento ai censimenti della popolazione, dell agricoltura e delle attività economiche extragricole che sono stati realizzati nei primissimi anni novanta. Tuttavia, per cercare di attenuare i limiti ora esposti, il rapporto di ricerca ha per verso fatto ricorso anche a dati e informazioni quantitative diversi da quelli censuari dell Istat e, per l altro, a fonti statistiche con dati più aggiornati. Un ulteriore limite è connesso al fatto che, di norma, si presentano analisi di stock e non di flusso, dal momento che non sono disponibili serie storiche di dati omogenei. Cosicché, anche quando si effettuano comparazioni tra periodi differenti, l analisi si riferisce alle omogeneità e/o alle differenze tra le situazioni dei due punti di osservazione, perdendo dunque informazioni preziose sulle modalità, la composizione e la natura dell evoluzione socioeconomica. In definitiva, il rapporto contiene un analisi a tavolino di dati freddi, cioè considerazioni, spunti interpretativi, comparazioni analitiche e confronti diacronici basate unicamente sull osservazione e la manipolazione statistica e grafica di dati già disponibili. Mancano completamente gli ascolti e le verifiche dirette sul campo, ossia gli approfondimenti qualitativi sul funzionamento e sulle dinamiche recenti delle economie e delle società nelle aree PIT, nonché i quadri istituzionali e la struttura delle relazioni dei governi territoriali che, come è noto, influenzano ampiamente qualità e trend evolutivi dei sistemi socioeconomici locali. Per tali motivi, l analisi presentata di seguito non ha il carattere della completezza, tantomeno risulta impeccabile sotto il profilo del rigore scientifico. Piuttosto, essa va considerata come una prima scrematura macroeconomica della situazione locale, come una parziale messa a fuoco delle principali problematicità e potenzialità economiche e sociali, come una base di partenza per ulteriori approfondimenti analitici qualitativi, come un contributo conoscitivo a supporto delle decisioni pubbliche locali. Il rapporto è organizzato in 6 capitoli, escluso il presente. Nel secondo capitolo si espongono i principali caratteri fisici dell area PIT. In particolare, si analizzano la superficie e la localizzazione, la densità insediativa e il patrimonio edilizio e infrastrutturale di base, col fine di individuare l esistenza di eventuali vincoli e strozzature di natura materiale. Nel terzo, l attenzione si focalizza sulla demografia e sul mercato del lavoro, affrontando l analisi della composizione e dell evoluzione della popolazione, nonché della qualità della forza lavoro. Nel capitolo successivo si affronta diffusamente l analisi della struttura produttiva locale, evidenziando performances e trasformazioni dei principali settori di attività economica. Nel quinto capitolo, l analisi si concentra sulle condizioni di reddito e di consumo della popolazione locale in rapporto ai contesti più vasti della Provincia di insediamento e della Calabria. Nel sesto capitolo, si avanzano delle considerazioni sulle criticità e le potenzialità dell area PIT emerse dall analisi complessiva dei dati. In particolare, si tenta un bilancio sintetico delle differenziazioni socioeconomiche intercomunali, evidenziando i Comuni più 4

5 dinamici e, nel contempo, quelli più marginali e stagnanti. Infine, nell ultimo capitolo si riportano alcune considerazioni emerse a seguito della presentazione del rapporto ai rappresentanti dei comuni che compongono l area PIT. 2. Caratteri fisici e geografici Superficie e densità insediativa Il PIT 8 Serre Cosentine si estende per circa 34mila e 700 ettari nella parte Sud-occidentale della Provincia di Cosenza. A Nord confina con il PIT 5 Media Valle del Crati, ad Ovest con il PIT 7 Basso Tirreno Cosentino, a Sud con il PIT 10 Savuto, sempre nel Cosentino (Fig. 2.1). E composto da 16 Comuni, tutti interni, con una popolazione complessiva di circa 158mila unità, pari al 21 per cento dell intera popolazione della Provincia di Cosenza e al 7.7 di quella regionale. Dal punto di vista altimetrico, 9 dei 16 Comuni sono classificati come montagna interna (Carolei, Cerisano, Dipingano, Domanico, Marano Principato, Mendicino, San Fili, San Pietro in Guarano e San Vincenzo la Costa), che coprono il 59 per cento della superficie complessiva e assorbono meno di un quinto della popolazione totale. I restanti 7 Comuni (Castiglione Cosentino, Castrolibero, Cosenza, Lappano, Marano Marchesato, Rende e Zumpano), che coprono il 41 per cento della superficie e contengono l 80.7 per cento della popolazione, sono classificati come collina interna. (Tab. 2.1, Fig. 2.2 e Fig. 2.3). Il Comune più esteso è Rende, che con poco più di 5mila e 400 ettari assorbe il 15.8 per cento dell intera superficie territoriale. All opposto i Comuni meno estesi sono Marano Marchesato con l 1.5 per cento della superficie totale, Zumpano (2.3) e Castrolibero (3.3). In termini di popolazione residente, il Comune più popoloso è Cosenza con circa 74mila e 200 abitanti, pari al 47 per cento di quella complessiva. Segue Rende con circa 34mila e 800 abitanti, il 22 per cento di quella totale, e più distaccato Castrolibero con più di 10mila e 200 abitanti, pari al 6.5 per cento. Insieme questi tre Comuni, che rappresentano un area urbana continua e fisicamente integrata, coprono i tre quarti della popolazione residente nell area. Tra i Comuni rimanenti Mendicino è il più popoloso con 7mila e 700 abitanti, seguito da Dipingano (4244 abitanti) e San Pietro in Guarano (3690); mentre Domanico e Lappano sono i Comuni meno popolati, rispettivamente con 970 e 990 residenti. Nel complesso, dunque, l area PIT mostra una forte agglomerazione urbana, intorno ai Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. L elevata cifra demografica dell area è testimoniata dall alta densità di popolazione per kmq, pari a 455 abitanti, di gran lunga superiore ai valori medi, particolarmente contenuti, della Provincia (112.1 abitanti) e della Regione (136). Cosenza è il Comune con la densità abitativa più elevata (1992 residenti per kmq), seguito da Castrolibero (899) e Rende (633); di contro, Domanico, San Pietro in Guarano e Lappano denunciano una densità inferiore a 100 abitanti per kmq (Fig. 2.4). 5

6 Patrimonio abitativo e stock infrastrutturale di base Secondo i dati del censimento Istat della popolazione del 1991, ad oggi l ultimo realizzato, l 86.7 per cento dello stock abitativo dell area PIT risultava occupato da famiglie e il rimanente 13.3 per cento non occupato (Tab. 2.2). Rispetto alle situazioni provinciale e regionale, nell area PIT appariva ben più accentuato il fenomeno delle abitazioni occupate (oltre il 20 per cento in più). Castrolibero e Cosenza erano i Comuni con il maggior numero di abitazioni occupate, rispettivamente con il 93.9 e il 91.9 delle abitazioni totali. Di contro il Comune con la percentuale maggiore di abitazioni non occupate risultava Domanico (48.1 per cento). A Castrolibero si registrava la percentuale più elevata di abitazioni costruite dopo il 1981, cioè il 21.7 per cento di quelle totali. Ancora più vecchi di quelli del patrimonio abitativo sono i dati disponibili relativi alla capacità del sistema idrico locale. Secondo le elaborazioni Istat riferite al 1987, che vanno dunque prese solo come un mero punto di riferimento, l acqua immessa nelle reti comunali era pari a più di 23milioni e 400mila mc., di cui circa 16milioni erogata e 7.5milioni dispersa. L incidenza delle dispersioni era, dunque, comparativamente a ciò che si registrava nella provincia di Cosenza e nella Regione, maggiore: il 32 per cento circa contro il 23 per cento medio della Provincia e il 21.6 della Regione. Sotto questo profilo, i sistemi idrici più critici risultavano quelli di Domanico (con il 45.9 per cento delle dispersioni), Cosenza e Mendicino (40) e Carolei (30.2), mentre particolarmente efficienti risultavano quelli dei Comuni di Castiglione Cosentino (con il solo 2.4 per cento delle dispersioni), Marano Marchesato (2.7), Rende, Dipingano, San Fili e Zumpano che segnalavano una dispersione di acqua su quella immessa nella rete al di sotto del 10 per cento. Sempre nel 1987 l acqua erogata per abitanti era mediamente inferiore nell area PIT che nel resto della Regione: 97.5 mc. all anno pro capite nella prima e 116 nella Regione, mentre era di pochissimo superiore a quella mediamente erogata all interno della Provincia di Cosenza (96.9). Particolarmente sottodotate in termini idrici erano le popolazioni di San Vincenzo la Costa, Cerisano, Zumpano, Castiglione Cosentino, San Pietro in Guarano, Carolei, Marano Marchesato e Lappano, che denunciavano una disponibilità di acqua per abitanti inferiore ad 70 mc. annui; diversamente meglio dotati, in riferimento ai valori medi dell area ma non di quelli della Regione, risultavano i comuni di Dipignano (114 mc. di acqua pro capite) e Cosenza (111.5). In riferimento alle strutture sanitarie, il PIT Serre Cosentine contava, nel 1995, soltanto un istituto ospedalierio pubblico (Cosenza) e 11 strutture privata (9 a Cosenza e 2 a Mendicino) (Tab. 2.4). Nel 1993 si contavano nell area PIT 247 spazi interni dedicati a scuole materne (la metà dei quali concentrati nel solo Comune di Cosenza e più dei tre quarti nei Comuni più popolosi Cosenza, Rende e Castrolibero) con 5776 alunni, pari ad un rapporto alunni/spazi disponibili pari a 23.4 contro i 22.2 della Provincia e i 22.1 della Regione. Nello stesso anno, le aule disponibili negli edifici delle scuole elementari erano 578, due terzi delle quali concentrati nei Comuni di Cosenza e Rende e i rimanenti sparsi negli altri Comuni, con 9606 alunni, pari a 16.6 alunni per aula (2 punti percentuali in più della Provincia e della Regione) (Tab. 2.5). 6

7 Le aule delle scuole medie attive nell area PIT erano nel 1995 pari a 359, l 80 per cento delle quali concentrate ancora una volta nei Comuni di Cosenza (191 aule), di Rende (72) e di Castrolibero (21) e il restante 20 per cento distribuito negli altri Comuni. Gli alunni erano 6845, pari ad un indice alunni/aule del 19.1 per cento, anche in questo caso superiore ai valori medi provinciali (18) e regionale (18.2). Le scuole superiori si raggruppavano esclusivamente nei tre Comuni più popolosi: Cosenza (527 aule e alunni), Rende (102 aule e 2387 alunni) e Castrolibero (43 aule con 842 alunni). 3. Demografia e mercato del lavoro Le tendenze della popolazione nell ultimo ventennio Nell ultimo ventennio la popolazione residente nell area PIT mostra una tendenza alla contrazione. Tra il 1981 e il 1999 i residenti si riducono infatti di oltre 12mila e 300 unità, pari ad un decremento relativo del 7.3 per cento. Nello stesso periodo, la popolazione della Provincia cosentina sperimenta una crescita quasi impercettibile (2151 unità in più, pari ad un incremento relativo dello 0.3 per cento), mentre quella regionale mostra una lievissima contrazione (-0.5 per cento) (Tab. 3.1). A determinare l andamento negativo della variazione della popolazione residente è principalmente il Comune di Cosenza con una perdita sostenutissima quantificabile in unità, pari ad una variazione del per cento nel periodo Perde popolazione anche il Comune di San Pietro in Guarano (-8 per cento). I restanti 14 Comuni registrano nel ventennio in questione un incremento demografico. Particolarmente vistosa è la crescita di Marano Principato, che incrementa i suoi residenti del 68.4 per cento, ma sostenuto è anche l aumento che ha interessato Mendicino (+50 per cento), Castiglione Cosentino (+49.1), Castrolibero (+42.3), Rende (+37.3), Zumpano (+36.4). Molto meno pronunciata è invece la crescita demografica di Domanico (+2.9 per cento), di San Fili (+5.8) e di Lappano (+8.2). Dunque, è il Comune capoluogo a ceder parte della sua popolazione a vantaggio dei Comuni limitrofi che accrescono consistentemente il numero dei propri abitanti. In termini aggregati, l area PIT perde popolazione negli anni novanta a causa del movimento emigratorio, ossia del saldo negativo tra uscite e ingressi di residenti. L indice medio annuo d incremento migratorio, dato dal rapporto tra la differenza degli iscritti e i cancellati dalle liste anagrafiche dei comuni e la popolazione media residente, mostra un valore negativo pari alla perdita di 19.8 abitanti per ogni mille, un valore molto più alto di quello medio provinciale (-5.9) e regionale (-4.9) (Tab. 3.2). Il Comune più colpito dal fenomeno migratorio è Cosenza, che accusa un indice medio annuo pari a Molto più contenuto è il fenomeno migratorio nei Comuni di Domanico (-3.1), Castrolibero (-2.6) e San Pietro in Guarano (-1.3). Diversamente, i restanti Comuni mostrano un indice d incremento migratorio positivo. I valori più elevati si registrano a Marano Principato (+27), Mendicino (+18.2) e Rende (+9.4) (Fig. 3.2). L indice medio annuo d incremento naturale, dato dal rapporto tra la differenza tra nati vivi e deceduti e la popolazione media residente, risulta invece positivo (+1.7 abitanti per ogni mille), sebbene più contenuto di quello medio provinciale (+2.2) e regionale (+2.6) (Tab. 3.3). 7

8 I Comuni che sperimentano una diminuzione demografica per motivi naturali sono San Pietro in Guarano con un indice medio annuo pari a 2.2, Domanico (-1.4) e Cosenza (-0.2). I Comuni rimanenti subiscono un incremento naturale positivo, sebbene di proporzioni limitate (tra lo 0.1 di Lappano e il 4.6 di Castrolibero), ad eccezione dei Comuni di Marano Principato e Zumpano che mostrano valori un po più elevati (rispettivamente +7.1 e +6.6). Nel corso degli anni novanta sia il tasso di natalità che di mortalità nelle Serre Cosentine si mantiene sistematicamente al di sotto di quello medio provinciale e regionale (Tab. 3.4 e 3.5, Fig. 3.3 e 3.4). Famiglie e classi di età Considerando ora la popolazione attuale, va innanzitutto rilevato che i circa 158mila residenti nei Comuni del PIT sono costituiti per il 51.6 per cento da femmine e per il rimanente 48.4 per cento da maschi. Le donne prevalgono in tutti i Comuni, ad eccezione di Marano Principato (dove la popolazione maschile è pari al 51.1 per cento di quella totale), con punte particolarmente alte nei Comuni di Cosenza (dove risiedono 52.6 donne ogni 100 abitanti), Domanico (52.4) e San Fili (51.8). Rispetto alla Provincia di Cosenza e alla Calabria, l area PIT si caratterizza nel suo insieme per una più spiccata presenza di popolazione femminile (Tab. 3.6). I nuclei familiari sono nel complesso 57205, mentre la famiglia media è composta di 2.8 componenti, un valore praticamente in linea con quello provinciale (2.8 componenti) e regionale (2.9). I nuclei più numerosi si registrano a Castiglione Cosentino (3.4 componenti), Castrolibero, Marano Marchesato e Mendicino (3.2); di contro, le famiglie meno numerose si riscontrano a Domanico (2.4 componenti). La distribuzione della popolazione per fasce di età mette in evidenza per l area PIT, comparativamente alla Provincia e alla Regione, una minore incidenza dei giovanissimi di età compresa tra 0-14 anni (15.6 per cento della popolazione nell area PIT, 17 per cento nella Provincia e 17.8 in Calabria), una maggiore incidenza della popolazione compresa nella classe di età tra i 24 e 64 anni e una minore, seppur di poco, polarizzazione relativa di residenti anziani (65 e oltre) (Tab. 3.7). I Comuni con una più alta incidenza relativa di anziani sono Domanico (i residenti con almeno 65 anni sono pari a un quinto della popolazione) e Cosenza (19.1 per cento); mentre quelli con la più bassa incidenza sono Castrolibero (8 per cento) e Rende (10.3). Le comunità locali con una presenza relativa di giovanissimi (0-14) comparativamente più pronunciata risultano Marano Principato (20.9 per cento), Marano Marchesato (19.6) e Zumpano (18.7), ossia i Comuni che hanno attratto più popolazione; mentre la presenza più bassa si registra a Cosenza dove la popolazione compresa tra i 0 e i 14 anni è pari al solo 14 per cento della popolazione. L analisi dell indice di vecchiaia, calcolato dal rapporto percentuale tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 14, evidenzia per l area del PIT un maggior addensamento demografico nella fascia di età più alta rispetto alla Provincia e alla Regione: 99 anziani ogni 100 giovanissimi nella prima, contro 92.7 nella seconda e 89 nella terza (Tab. 3.8). Il Comune con l indice di vecchiaia più elevato è Cosenza, dove per ogni giovanissimo risiedono 1.4 anziani, un valore consistentemente più alto della media provinciale e regionale. Indici superiori alle medie regionali e provinciali si registrano anche a Lappano (114.6), San 8

9 Pietro in Guarano (114.2), Domanico (110.6), Cerisano (109.2) e San Fili (101.9). Valori relativamente bassi dell indicatore si registrano invece a Marano Principato (60.4), Rende (61.4) e Marano Marchesato (69) (Fig. 3.5). Le tendenze recenti evidenziano un deciso aggravamento del tasso di vecchiaia. Tra il 1991 e il 1998 infatti l indicatore subisce nell area PIT un peggioramento, aumentando di 14 punti percentuali, a fronte di incrementi più contenuti, non superiori all 11 per cento, nella Provincia di Cosenza e nella Regione. Su 16 Comuni solo 6 mostrano una riduzione dell indice di vecchiaia. Se invece si considera l indice di dipendenza, ossia il rapporto percentuale tra i giovanissimi e gli anziani sulla popolazione in età lavorativa (tra i 15 e i 65 anni), si denota una situazione migliore dell area PIT rispetto alla Provincia e alla Regione, nonché un netto miglioramento nel tempo. Nel 1998, l indice di dipendenza dell area è pari al 45 per cento (nel 1991 era pari al 53.4), a fronte del 48.5 della Provincia e del 50.6 della Regione. Livelli elevati di dipendenza si riscontrano nei Comuni di Domanico (valore dell indice pari a 60.8), Cerisano (52.1) e Lappano (51.8) (Fig. 3.6). Occupazione e disoccupazione Al censimento generale della popolazione dell Istat del 1991, nell area PIT il complesso della popolazione attiva ammontava a circa 65mila e 500 unità, pari ad un tasso di partecipazione del 40.1 per cento. Alla stessa data gli occupati risultavano poco più di 45mila e 300, i disoccupati in senso stretto quasi 5mila e 300 e i disoccupati alla ricerca della prima occupazione poco meno di 14mila e 900 (Tab. 3.9). In termini di distribuzione relativa, l area PIT mostrava rispetto al cosentino e alla Calabria una percentuale minore di popolazione attiva disoccupata (8.1 per cento contro l 11.5 per entrambe le aree di riferimento) e una porzione maggiore di residenti occupati (69.2 per cento contro 65.5 e 63.9), il che indicano una condizione sensibilmente migliore del mercato del lavoro locale rispetto alla situazione provinciale e regionale (Tab. 3.10). Il tasso di attività più elevato si riscontrava nei Comuni di Castrolibero (43 residenti ogni 100), Rende (42.5) e Mendicino (41.3), mentre quello più basso caratterizzava Lappano (36 per cento) e Castiglione Cosentino (36.8) (Tab. 3.11). Il tasso di occupazione dell area era più alto del livello provinciale e regionale, attestandosi sui 27.8 occupati ogni 100 residenti (2 punti superiore a quello della Provincia e 3 punti in più della Regione). I tassi maggiori si riscontravano ancora una volta a Castrolibero (32.7), Rende (32.3) e Mendicino (29.2). Contrariamente, i tassi d occupazione più contenuti si registravano a Domanico (22 per cento) e Cerisano (22.2). I disoccupati complessivi nell area erano, come si è appena visto, poco più di 20mila unità, pari ad un incidenza del 30.8 per cento sulle forze di lavoro. Rispetto alla Provincia, il tasso di disoccupazione nell area PIT era inferiore di ben 3.7 punti percentuali (di 5.3 rispetto alla Regione). Livelli meno pronunciati di disoccupati si registravano a Castrolibero (23.9 per cento) e Rende (24). Mentre livelli consistenti di inoccupazione si registravano a Domanico, dove il tasso di disoccupazione superava il 45 per cento, Cerisano (42.7) e San Fili (40.5). Complessivamente, in 10 Comuni su 16 il livello della disoccupazione risultava inferiore a 9

10 quello medio provinciale: oltre Castrolibero e Rende già citati, si associano Mendicino (29.2), Zumpano (30.3), Carolei (30.6), Lappano (31.7), Dipignano (32), San Vincenzo la Costa (32.2), Cosenza (33) e San Pietro in Guarano (34.1). Sempre con riferimento al fenomeno della disoccupazione, è opportuno segnalare che, rispetto alla Provincia e alla Regione, nell area PIT era comparativamente meno pressante la cosiddetta disoccupazione in senso stretto, ossia quella composta da lavoratori precedentemente occupati e alla ricerca attiva di un altra occupazione. Al contrario, sembrava molto più accentuata la componente della disoccupazione giovanile. Infatti, quest ultima rappresentava quasi il 74 per cento della disoccupazione totale nell area PIT mentre copriva una quota attorno al 67 per cento sia Provincia e al 68 per cento in Regione. Popolazione attiva per settori di attività e posizione professionale Le attività terziarie già nel 1991 assorbivano la maggior parte della popolazione attiva dell area PIT. Infatti, ben 76.8 attivi su 100 gravitavano nell ambito dei servizi, un incidenza molto elevata anche rispetto a quella provinciale (56.2) e regionale (59.2) (Tab. 3.12). Il settore secondario assorbiva circa il 20.6 per cento della popolazione attiva dell area, un valore significativamente più basso di quello medio provinciale (27.4) e regionale (24.7), che pure erano tra i più bassi dell intero Paese. I rimanenti attivi, pari al solo 2.5 per cento, facevano capo al settore agricolo (16.2 in Provincia e 16.1 in Calabria). Dunque, la distribuzione settoriale degli attivi sembra essere quella tipica degli agglomerati urbani con una robusta presenza di attivi nel terziario, un discreto addensamento nell industria e un numero irrilevante di attivi nel settore primario. Dal punto di vista comunale, il Comune più terziarizzato era Cosenza, che assorbiva l 82 per cento degli attivi. Seguivano, a breve distanza, Castrolibero (78), Rende (77.9) e Mendicino (75). Di contro, meno terziarizzati risultavano Domanico (45.7), San Vincenzo la Costa (47.7) e Marano Principato (54.1). I comuni più industrializzati risultavano Marano Principato, che assorbiva il 41.6 per cento degli attivi, San Vincenzo la Costa con il 38.9 e Cerisano con il 36.9 per cento. Di contro, i meno industrializzati erano Cosenza (16.7 per cento) e Rende (20.1). Infine, il Comune a maggiore specializzazione agricola risultava Domanico, che assorbiva il 21.6 per cento degli attivi totali, seguito a distanza da San Vincenzo la Costa con il 13.4 per cento. I Comuni viceversa che mostravano quote insignificanti di attivi in agricoltura erano Castrolibero (1.0), Cosenza (1.3), Mendicino (1.4) e Rende (2.0). Sotto il profilo della posizione nella professione, gli attivi (occupati o disoccupati) nell area PIT gravitavano prevalentemente nella sfera dei lavori alle dipendenze. Infatti questi ultimi rappresentavano il 42 per cento del totale, pari in valore assoluto a circa 21mila e 200 unità, a fronte del 54 per cento a livello provinciale e del 50 per cento regionale (Tabb e 3.14). A Domanico, dove si registrava il valore più alto, questi lavoratori erano pari al 67 per cento degli attivi, a San Vincenzo la Costa al 55.2 per cento. Alquanto consistente era anche la quota assorbita dagli impiegati: il 28.5 per cento degli attivi, con punte del 45.5 per cento a Castrolibero, del 43.9 a Rende e del 37.2 a Mendicino. Di rilievo era pure la presenza di imprenditori e di lavoratori autonomi, che coprivano il 26.5 per cento degli attivi, 4.7 punti in più dell analoga incidenza a livello provinciale e 5.6 in più di quella regionale. Cosenza (31.6 per cento) era il Comune con la più alta incidenza di imprenditori e lavoratori autonomi, 10

11 anche se valori consistenti si accertavano anche a Zumpano (27.3), Carolei (25.6) e Marano Marchesato (24.3). E interessante segnalare che la presenza sociale di imprenditori e lavoratori autonomi era nell area PIT significativamente più elevata di quella media registrata nella Provincia e nella Regione. Infatti, mentre nella prima si contavano 8.2 imprenditori o lavoratori autonomi ogni 100 abitanti residenti, nella seconda e nella terza l identico indicatore si attestava rispettivamente su 6.6 e 6.1 (Tab. 3.15). Il record del lavoro autonomo si registrava nei Comuni di Cosenza con 9.1 imprenditori o lavoratori autonomi ogni 100 abitanti residenti, Zumpano (8.3), Castrolibero (8.2) e Carolei (8.1) (Fig. 3.7). Grado di istruzione I dati sul grado di istruzione della popolazione segnalano una situazione indubbiamente migliore rispetto alla Provincia di Cosenza e alla Regione. Sempre con riferimento al censimento del 1991, nell area PIT risultavano presenti 5mila e 600 residenti analfabeti e altri 21mila e 259 alfabeti senza titolo di studio (Tab. 3.16). In termini relativi, gli analfabeti censiti rappresentavano il 3.7 per cento della popolazione residente con almeno 6 anni, un valore ben più basso di quello medio provinciale e regionale (in Provincia pari al 7.3 per cento e in Regione al 7.1). Allo stesso tempo, gli alfabeti senza titolo di studio ammontavano al 14.1 per cento della popolazione in età scolare a fronte del 17.9 per cento della Provincia e del 17.4 della Regione (Fig. 3.8 e Tab. 3.17). La situazione relativamente più critica si registrava nel Comune di Dipignano, dove gli analfabeti arrivavano a coprire il 6 per cento della popolazione con almeno 6 anni. Diversamente, di gran lunga migliore era la situazione di Castrolibero, che presentava un incidenza di analfabeti pari ad appena il 2 per cento. Di conseguenza, molto più numerosi erano i residenti in possesso di un titolo di studio. Mediamente, nell area PIT i residenti forniti di un diploma erano pari all 82.2 per cento, ben 7.4 punti in più dell analoga incidenza in Provincia e 6.7 punti in più di quella della Regione. Le percentuali più elevate si registravano a Castrolibero (85 per cento), Rende (84.2), Lappano e Cosenza (82.9). Consistente era la quota dei laureati: il 7.3 per cento a fronte del 3.4 della Provincia e della Regione, favorita senz altro dalla presenza dell Università della Calabria nel Comune di Rende. A Rende la percentuale di laureati era pari al 9.1 per cento della popolazione e a Cosenza all 8.2. A Zumpano (1.4 per cento), Domanico (1.5) e San Vincenzo la Costa (1.8) si registravano invece i più bassi indici di popolazione laureata. Particolarmente elevata era anche la presenza di diplomati: il 24.8 per cento della popolazione, contro il 16.4 della Provincia e della Regione. Particolarmente deficitario di residenti diplomati era il Comune di Domanico (9.8). Viceversa il Comune con il tasso più elevato era Castrolibero, con il 30.6 per cento di diplomati sul totale dei residenti con almeno 6 anni d età, seguiva Rende (28.4 per cento) e Cosenza (25.4). 11

12 4. Struttura produttiva La struttura agricola I dati comunali più recenti disponibili sulla struttura agricola risalgono al 1990, data dell ultimo censimento generale dell agricoltura. Si tratta dunque di informazioni molto datate. Tuttavia se si considera che le trasformazioni strutturali nel settore primario (riordino fondiario, riconversioni culturali, ecc.) sono generalmente abbastanza lente, dati i vincoli fisici dell attività agricola, ragionare su dati non aggiornati non comporta, di norma, distorsioni marcate, come per gli altri settori economici. Nel 1990 nell area PIT operavano 4816 aziende agricole che occupavano 11mila ettari di Sau (Superficie agricola utilizzata) e più di 18mila ettari di superficie totale (Tab. 4.1). Il rapporto tra la Sau e la superficie totale, pari al 60.7 per cento, risultava abbastanza elevato rispetto alla Provincia di Cosenza e alla Calabria, spiegabile principalmente con la scarsa estensione della superficie boschiva (Tab. 4.2). I Comuni con il maggior numero di aziende erano Cosenza (1299, pari al 27 per cento), Rende (758 pari al 15.7 per cento) e Mendicino (570 in valore assoluto, pari all 11.8 per cento). In questi Comuni si condensava più della metà delle aziende agricole e il 40 per cento della Sau complessive dell area. Alquanto limitata era la presenza di aziende negli altri Comuni: in rari casi raggiungeva il 4 per cento del totale (ad eccezione di San Pietro in Guarano dove le imprese erano pari all 8.7 per cento). Nell area PIT si concentrava il 6.4 per cento delle aziende agricole provinciali. In riferimento alle coltivazioni prevalenti, quelle permanenti occupavano il 21.4 per cento della Sau e i seminativi il 20.8 per cento della Sau. Diversamente, come si è accennato in precedenza, poco consistente era la superficie boscata: solo il 24.4 per della superficie totale, circa 16 punti in meno della media provinciale e 10 punti in meno della media regionale. Non particolarmente consistente era il patrimonio zootecnico. Sempre nel 1990 i bovini allevati nelle aziende dell area PIT erano 4516, circa il 6.5 per cento di quelli provinciali; i caprini, pari nel complesso a circa 6mila e 800 capi, rappresentavano il 6.5 per cento dell intero patrimonio caprino del cosentino; mentre gli ovini (12670 capi) coprivano l 11 per cento degli allevamenti ovini provinciali; i suini allevati erano 11160, pari al 14 per cento di quelli provinciali (Tab. 4.3). Nell insieme, il settore agricolo dell area PIT si caratterizzava per una bassissima densità di aziende agricole: 2.9 aziende ogni 100 residenti a fronte delle 10 della Provincia e della Regione (Tab. 4.4). Lappano, con 17.5 aziende ogni 100 abitanti, era il Comune a maggiore specializzazione agricola, seguito da Domanico (14.9 aziende ogni 100 residenti) e Zumpano (13.6). All opposto, i Comuni con una bassissima densità di imprese agricole risultavano Castrolibero (0.9), Cosenza e Marano Principato (1.5). Le dimensioni medie delle aziende agricole erano particolarmente contenute. In media ogni azienda agricola dell area PIT faceva riferimento a 2.3 ettari di Sau soltanto, un valore addirittura inferiore a quello medio provinciale (3.6) e regionale (3.1). Nella stragrande 12

13 maggioranza dei casi dunque le aziende non erano altro che dei piccolissimi appezzamenti di terra coltivati del tutto incompatibili con aspettative di reddito autonome. Proprio perché le striminzite dimensioni medie aziendali non consentono di raggiungere livelli di reddito accettabili, il 29.3 per cento dei conduttori agricoli svolgeva un attività lavorativa prevalentemente fuori della propria azienda. Ciò nonostante, nell area PIT si riscontravano non soltanto microaziende marginali bensì una discreta consistenza di aziende medie e medio grandi. Non a caso, le aziende con oltre 50 ettari di Sau coprivano oltre un quinto di quella totale, con punte del 51.9 a Cerisano, del 41.5 a Mendicino e del 39.3 a San Pietro in Guarano. Le tendenze di lungo periodo indicano peraltro un processo di consistente ridimensionamento dell agricoltura locale. Nel periodo intercensuario , infatti, le aziende agricole nell area PIT si contraggono di ben 850 unità, corrispondente ad una diminuzione relativa del 15 per cento contro un ridimensionamento più contenuto registrato a livello provinciale (-3.1) e regionale (-4.4 per cento) (Tab. 4.5). Particolarmente drastica è la scrematura di aziende nei Comuni di Marano Principato (-71.3 per cento), San Fili (-56.7), Castrolibero (-40) e Cerisano (-34.8). Più contenuto il declino della superficie agricola utilizzata che, nel periodo in questione, si restringe di mille e 200 ettari, pari ad una contrazione del 9.8 per cento, a fronte di una riduzione dell 8.2 per cento sperimentata dalla Provincia di Cosenza e dell 8.3 per cento della Regione. A San Fili di fatto la Sau si azzera, riducendosi dell 80 per cento, ridimensionamenti più contenuti si registrano a Zumpano (-47.8 per cento) e Marano Marchesato (-30.3). In forte contrazione risulta la superficie totale, che cala del 56.4 per cento circa nell area PIT contro decrementi dell 8.5 per cento in Provincia e del 6.6 in Calabria. Nel Comune di Cosenza si assiste ad un annullamento quasi completo della superficie totale (-90 per cento), seguiva distanziato San Fili (-58.3) e Cerisano (-57). La distribuzione commerciale Nel 1994, le autorizzazioni al commercio nei 23 Comuni del PIT erano 4250, di cui 3535 per l esercizio del commercio fisso e 715 per il commercio ambulante (Tab. 4.6). Le attività non alimentari erano quelle prevalenti: 64 per cento del totale nel caso delle attività ambulanti e 71 per cento nel caso delle attività fisse. Relativamente ai due contesti territoriali di riferimento, l area PIT mostrava una maggiore specializzazione nelle attività commerciali con sede fissa; infatti, si registravano 22.3 autorizzazioni per il commercio fisso ogni 1000 abitanti, mentre in Provincia di Cosenza e in Calabria l identico indice si attestava sul 20.3 e In linea con i due contesti di riferimento era il commercio ambulante, dal momento che le autorizzazioni per il suo esercizio erano pari a 4.5 ogni 1000 abitanti nell area PIT e a 4.7 e 4.3 rispettivamente in Provincia e Regione. I Comuni con la più alta densità di autorizzazioni al commercio fisso erano Cosenza, Rende e San Fili che segnalavano un numero di autorizzazioni per 1000 abitanti pari, rispettivamente, a 30.7, 19.1 e Diversamente, una povertà assoluta di autorizzazioni connotava i Comuni di Castrolibero, Lappano, San Vincenzo la Costa e Dipignano che mostravano valori dell indicatore al di sotto delle 10 autorizzazioni ogni 1000 abitanti. Cosenza era anche il Comune che presentava la più alta consistenza di autorizzazioni per il commercio ambulante: 13

14 7.3 ogni 1000 abitanti a fronte di una media dell area PIT del 4.5 (4.7 e 4.3 in Provincia e in Regione). La buona consistenza della struttura distributiva locale è testimoniata anche dalla presenza di grandi magazzini e di supermercati alimentari. Nel 1998, i grandi magazzini presenti nell area del PIT erano sei (4 localizzati nel Comune di Cosenza e uno ciascuno a Rende e Zumpano) e rappresentavano la metà dei grandi magazzini presenti nella Provincia, con una superficie disponibile totale di mq e 461 addetti (Tab. 4.7). I grandi magazzini localizzati nell area si caratterizzavano per una dimensione piuttosto consistente: 76.8 addetti per unità distributiva contro valori medi più bassi sia a livello provinciale (42.8 addetti) che regionale (21.4). I supermercati alimentari erano in totale 9: di cui 7 localizzati a Cosenza e uno ciascuno a Rende e Zumpano, con poco più di 8mila e 400 mq di superficie e 147 addetti. Anche in questo caso con una dimensione più elevata di quella dei due contesti di riferimento: 16.3 addetti per supermercato a fronte dei 11.1 della Provincia di Cosenza e della Regione. La struttura extragricola: uno sguardo d insieme Un analisi sicuramente più fine della struttura produttiva non agricola dell area PIT è possibile ricorrendo ai dati del censimento intermedio Istat del Secondo tale fonte, alla fine di quell anno operavano nelle Serre Cosentine poco meno di 8mila e 800 imprese, ad esclusione di quelle propriamente agricole, a cui facevano capo addetti (Tab.4.8). Lo stock di imprese locali rappresentava il 25.8 e il 9.7 per cento dell universo delle imprese provinciali e regionali, mentre gli addetti alle imprese locali coprivano rispettivamente il 35.3 e il 14.3 per cento. I Comuni con i sistemi imprenditoriali più estesi risultavano Cosenza, Rende e Castrolibero, ossia quelli più popolosi, che assorbivano oltre i tre quarti delle imprese complessive. Solo Cosenza assorbiva il 60 per cento delle imprese extragricole con una popolazione pari al 47 per cento di quella complessiva d area. Altrettanto polarizzata risultava la distribuzione comunale degli addetti: Cosenza, Rende, Zumpano e Castrolibero coprivano, infatti, oltre il 90 per cento degli addetti complessivi. La situazione è praticamente identica se anziché alle imprese si fa riferimento alle unità locali, ossia alle strutture fisiche dove si svolge l attività economica (stabilimenti, laboratori, negozi, uffici, studi, ecc.). L unica nota degna di rilievo è che in questo caso la dimensione quantitativa è leggermente più ampia perché, come è noto, una singola impresa può articolarsi in più unità locali e anche perché possono localizzarsi nell area unità locali appartenenti ad imprese esterne all area PIT. Nell insieme le unità locali erano 9341 e gli addetti 27152, secondo una distribuzione comunale pressoché identica a quella vista per le imprese. Circa il 24 per cento delle unità locali e il 17 per cento degli addetti faceva riferimento a strutture organizzate sotto la forma dell artigianato. Rispetto alla Provincia e alla Regione, l area PIT mostrava una più ridotta specializzazione nelle strutture artigianali. Dipingano, Zumpano e San Vincenzo la Costa erano i tre Comuni dove la presenza artigianale era maggiore: nel primo il 39.7 per cento delle unità locali e il 41.3 per cento degli addetti facevano riferimento ad iniziative artigiane; nel secondo le medesime incidenze erano del 14

15 38.1 e del 12.6 per cento; nel terzo 37.7 per cento delle unità locali e il 44.8 per cento degli addetti. Al polo opposto, Cosenza era il Comune con il più basso tasso di artigianalità imprenditoriale: il 21.1 per cento delle imprese e il 13.9 per cento degli addetti complessivi. I settori prevalenti L analisi settoriale delle unità locali extragricole mette in evidenza la forte polarizzazione delle strutture produttive nelle attività commerciali. Queste ultime, infatti, assorbivano nell area PIT ben 3815 unità locali delle 9341 complessive, pari ad oltre il 40 per cento delle unità totali. In Provincia e in Regione l incidenza delle strutture distributive era addirittura superiore: rispettivamente il 42.5 e il 44.2 per cento (Tabb. 4.9 e 4.10). Dunque, l economia locale, al pari di quella provinciale e regionale, si presentava innanzitutto con il volto della redistribuzione e dell intermediazione di flussi di merci e servizi prodotti all esterno dell area. A Marano Principato, Zumpano, Castrolibero e San Pietro in Guarano le strutture commerciali toccavano l apice rappresentando oltre il 45 per cento delle unità locali totali. Molto più consistente, rispetto agli altri due contesti di riferimento, era il settore dei servizi alle imprese (il secondo per importanza a livello d area) che assorbiva il 23.4 per cento delle unità locali, a fronte del 15.7 per cento della Provincia e del 15.6 della Regione. Meno pronunciata era la presenza degli altri settori di attività economica. Le costruzioni rappresentavano il 10.5 delle unità extragricole totali, seguivano le industrie manifatturiere con il 9.6, gli altri servizi pubblici, sociali e personali con il 5.3 e gli alberghi e servizi pubblici con il 4.7. Del tutto inconsistenti gli altri settori. Rispetto alla Provincia e alla Regione, l'area PIT mostrava una maggiore specializzazione nel settore dei servizi alle imprese e, in misura più sfumata, nel settore del credito e delle assicurazioni, nel contempo, una leggera despecializzazione nei settori del commercio, nelle industrie manifatturiere, negli alberghi e pubblici esercizi. A livello comunale, Cosenza, Rende e Cerisano evidenziavano una più spinta specializzazione nei servizi alle imprese, Lappano e Castiglione Cosentino nelle costruzioni, Zumpano, ancora Castiglione Cosentino e Domanico nelle attività manifatturiere. Non molto difforme si presentava la situazione della specializzazione settoriale in riferimento agli addetti. Sotto quest ultimo profilo, si può notare una minore focalizzazione settoriale: il commercio assorbiva quasi il 30 per cento degli occupati complessivi, i servizi alle imprese il 17.3 per cento, le costruzioni il 14.6 per cento, i trasporti e le telecomunicazioni l 11.5, l industria manifatturiera l 11.2, il credito e le assicurazioni il 6.8, gli alberghi e i pubblici esercizi il 4.5 (Tab e 4.12). Rispetto alla Provincia e alla Regione, nel caso dell occupazione l area PIT mostrava una discreta specializzazione nel settore del credito e delle assicurazioni e dei servizi alle imprese. Al contrario, una lieve despecializzazione era ravvisabile nell industria manifatturiera e nel settore degli alberghi e dei pubblici esercizi. 15

16 Tassi di imprenditorialità e di occupazione L intensità imprenditoriale nelle attività extragricole nell area PIT è ben superiore a quella media provinciale e regionale, che però, non va dimenticato, è tra le più basse dell intero Paese. Sempre nel 1996, nelle Serre Consentine si contavano 58.9 unità locali non agricole per ogni 1000 residenti (solo 47.9 e 46.6 rispettivamente nel cosentino e nella Calabria) (Tab. 4.13). A livello settoriale, il commercio era l attività con la più densa presenza sociale di aziende, sia nell area PIT (24.1 unità locali ogni 1000 abitanti) che in Provincia (20.4) e Regione (20.6) unità locali per 1000 residenti operavano nei servizi alle imprese (a fronte delle 7.5 unità livello provinciale e delle 7.3 a livello regionale). Costruzioni (6.2) e industria manifatturiera (5.6) erano gli altri settori che segnalavano una qualche consistenza quantitativa; assolutamente marginali erano tutti gli altri. In riferimento ai Comuni, Cosenza e Rende mostravano le intensità imprenditoriali più elevate. Infatti, nel primo si addensavano ben 72.2 unità locali per ogni 1000 abitanti, un valore decisamente più alto di quello medio d area e non assai distante dal valore tipico nazionale; nel secondo si registravano 60 unità locali. Commercio e servizi alle imprese, ossia le caratteristiche attività delle realtà urbane più evolute, erano i settori che in definitiva contribuivano a determinare la buona performance dei due Comuni confinanti. Ad eccezione di questi due Comuni va, tuttavia, evidenziato che i restanti Comuni dell area PIT mostravano valori inferiori alle medie provinciali e regionali. Valori dell indicatore patologicamente bassi si riscontravano a San Vincenzo la Costa (25.2) e Domanico (28.6) (Fig. 4.1). Migliore era anche la situazione relativa alla densità occupazionale rispetto alla Provincia di Cosenza e alla Regione. Nell area PIT si contavano addetti ad unità locali extragricole ogni 1000 residenti, un valore di circa 70 punti più elevato di quello medio provinciale e di 66 di quello regionale (Tab. 4.14). Zumpano, Cosenza e Rende i Comuni che mostravano i risultati più brillanti sotto il profilo della densità occupazionale. Il primo, infatti, registrava un valore dell indice pari a 236.4, cioè di 65 punti più alto di quello medio d area, mentre Cosenza si attestava su e Rende su Lo sviluppo commerciale è prevalentemente alla base del successo di Zumpano, mentre nei Comuni di Cosenza e Rende contribuisce, oltre al settore del commercio, anche la buona densità occupazionale nel settore dei servizi alle imprese. Densità occupazionali consistenti mostrano anche i trasporti e la comunicazione, il credito e le assicurazioni nel Comune di Cosenza e le costruzioni e l industria manifatturiera nel Comune di Rende. Particolarmente critica risultava, invece, la situazione occupazionale nel Comune di San Vincenzo la Costa, dove gli addetti extragricoli per 1000 abitanti si attestavano sulle 41 unità e nei Comuni di Lappano e Domanico con 49.1 unità (Fig. 4.2). La polverizzazione aziendale Anche se il numero di unità locali ed occupati sia in media superiore rispetto ai valori provinciali e regionali, il sistema imprenditoriale locale, come del resto tutto il tessuto produttivo regionale, soffre l eccessiva polverizzazione delle strutture produttive che, come è 16

17 intuibile, non consente alle iniziative imprenditoriali di conseguire adeguate economie di scala. Nell insieme, le unità locali extragricole segnalavano nel 1996 una dimensione media di 2.9 addetti, un valore superiore, ma non particolarmente elevato, rispetto a quello delle striminzite unità produttive provinciali e regionali (Tab. 4.15). Un chiaro riscontro della miniaturizzazione aziendale è insito nella distribuzione delle unità locali per classi di addetti. Delle 9341 unità locali extragricole presenti nell area PIT 5981, pari al 64 per cento, erano rappresentate da iniziative con un solo addetto (Tabb e 4.17). Provincia di Cosenza e Calabria presentavano anch esse una spinta polverizzazione delle strutture produttive in misura addirittura superiore a quella ora vista per l area PIT. Domanico si caratterizzava per avere il 78.6 per cento delle unità locali costituite da strutture monoaddetto, seguiva Cerisano con il 77.9 per cento e Lappano con il 77.8 per cento. Le unità locali con meno di 6 addetti rappresentano il 92 per cento di quelle complessive. 47 erano le unità locali extragricole presenti nell area che occupavano almeno 50 addetti, mentre erano 84 nel resto della Provincia di Cosenza e 225 nell intera Calabria. 80 erano, invece, le unità locali con un numero di addetti tra 20 e 49, pari allo 0.9 per cento delle unità locali complessive dell area. Sebbene in forma meno marcata, la polverizzazione della struttura produttiva extragricola è confermata anche dalla distribuzione degli addetti tra le diverse fascie demensionali delle unità locali. Le strutture produttive con un solo addetto assorbivano nel 1996 il 22 per cento degli occupati complessivi, 7 punti in meno della Provincia di Cosenza e 9 in meno della Calabria (Tabb e 4.19). Se si include anche la fascia superiore quella delle unità locali con 2-5 addetti - l occupazione totale che faceva riferimento ad aziende con meno di 6 addetti era pari al 48.3 per cento contro il 60 per cento circa delle altre due circoscrizioni territoriali di riferimento. Le unità locali con almeno 10 addetti erano piuttosto consistenti e assorbivano nell area PIT il 42 per cento degli occupati complessivi a fronte del più modesto 30 per cento circa della Provincia e della Regione. Nella sola classe di addetti si concentrava circa il 17 per cento degli occupati locali, contro il solo 8.8 per cento della Provincia e dell 8.9 per cento della Regione. Unità locali di dimensioni apprezzabili, cioè che raggiungono almeno i 20 addetti fissi, erano riscontrabili in metà dei Comuni delle Serre Consentine, con punte di occupati elevate a San Pietro in Guarano (24.7 per cento) e Carolei (22.6). Forme giuridiche elementari Sebbene prevalessero nettamente nell area PIT le aziende organizzate sotto forme giuridiche elementari, il numero di società di capitali era piuttosto consistente a testimonianza della maggiore dinamismo del tessuto economico dell area rispetto alla Provincia di Cosenza e alla Calabria. Sempre con riferimento al censimento intermedio del 1996, circa 6700 unità locali sulle 9341 totali facevano riferimento a ditte individuali, pari al 71.7 per cento (Tab e 4.21). Valori più elevati si registravano in Provincia e Regione dove l impresa individuale dominava incontrastata, assorbendo poco meno dell 80 per cento delle imprese totali. L incidenza delle società di capitali era di gran lunga maggiore che nei due contesti di riferimento: queste 17

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