IL RITRATTO DI MONFALCONE COME OPERA D ARTE Marco Romano

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1 IL RITRATTO DI MONFALCONE COME OPERA D ARTE Marco Romano Sia i temi collettivi che le strade e le piazze tematizzate sono in tutte le città europee i medesimi, ma danno poi luogo a formae urbis molto diverse perché ciascuna ha una sua propria personalità, che sta a noi di scoprire proprio in quelle leggere trasgressioni nelle quali ciascuno di noi esprime la propria personalità sullo sfondo di comportamenti sociali i cui confini leciti sono tracciati da un tacito conformismo. Chi scende dalla piazza della stazione di Monfalcone un stazione con quell architettura standard che le compagnie avevano adottato, dopo aver ottenuto la concessione di una linea ferroviaria, per tutte le stazioni, diverse solo nella dimensione commisurata ciascuna alla dignità della città - e scende dalla collina dove corrono i binari verso il centro cittadino ha la lieve curiosità di qualche villa padronale che forse non si sarebbe aspettata, vuoi per il coraggio di uno stile art nouveau in una cittadina modesta inatteso vuoi invece per la pretenziosità di un portico colonnato. Ma la curiosità diventa una vera e propria sorpresa quando, al fondo della discesa, la strada sbocca sull inizio di un boulevard alberato largo 40 metri, una dimensione del tutto sorprendente anche per una grande città. 1

2 Sono queste improvvise trasgressioni a suggerirci di rintracciare le radici dello stile di una città - diciamo pure del suo carattere in qualche piega della sua storia, nel nostro caso quando nel 1908 vi vennero trasferiti da Trieste i cantieri navali: e dobbiamo immaginare che in quegli anni vi fossero venuti a lavorare tecnici viennesi a quei tempi la città faceva ancora parte dell impero austriaco e che costoro cercassero di fare di Monfalcone una residenza consona alla loro dignità borghese prendendone il modello proprio dai larghi boulevard del Ring di Vienna. Certo non avrebbero costruito lì quei medesimi palazzi di quattro piani, ma non tanto perché Monfalcone fosse una città più modesta ma perché agli inizi del Novecento era ormai consueto in tutta Europa che i maggiorenti costruissero le proprie abitazioni nella forma di ville schierate lungo i nuovi boulevard. 2

3 E in effetti una pianta del 1912 mostra con evidenza se ne avessimo voluto una conferma il tracciato del boulevard che sarà popolato di codeste ville ma anche, a settentrione, un ampia croce di strade a reggere un ordinata crescita futura forse di case meno fastose: questa sì di matrice italiana, la stessa per esempio di Arezzo. La pianta del 1912 e la pianta di Arezzo Lì, proprio dove inizia il boulevard, avremo di fronte l ampia strada principale della città con i suoi negozi più prestigiosi, disposta secondo le consuetudini in sequenza con la piazza principale e per l appunto con la strada più importante, non soltanto quella verso la stazione ma soprattutto quella più tortuosa per Trieste. La strada e la piazza principale Sia la strada principale che la piazza principale hanno come si vede - un aspetto francamente moderno, dove il pronao colonnato del palazzo municipale a sinistra certo non contribuirebbe a convincerci della sua vetustà se non avvertissimo subito che quella stessa piazza principale e a quei tempi anche piazza del mercato - è stata tale da sempre, in capo alla strada principale della città più antica, parallela e accanto a quella di oggi. 3

4 L antica strada principale con i suoi portici Pianta del 1872 Ma ecco aprirsi a sinistra, al fondo della piazza principale, una splendida passeggiata alberata con una fontana decorativa e con il monumento ai caduti e sorpresa! il campanile e la facciata di quella chiesa maggiore, ora francamente moderna, nel 1872 affacciata invece alle sue spalle attuali, sulla vecchia strada principale. La passeggiata con la chiesa e il suo campanile e con il monumento ai Caduti Questo inatteso ribaltamento della chiesa ha davvero il significato di aprirci lo spirito di questa civitas nel corso del Novecento, perché abbandonare la traccia visibile della nostra memoria è il segno clamoroso della ricerca di un altro se stessi, quella ricerca della quale abbiano visto il seme nel boulevard. Perché ora è quello stesso boulevard a diventare il filo della sequenza più vivace di una città nuova, conclusa non tanto dalla presenza incerta degli stabilimenti 4

5 quanto oltre il ponte dalla ricca sequenza trasversale che lega lo splendido nuovo giardino pubblico, il giardino dei cipressi, pieno di nostalgia e di mistero, al nuovo stadio degli anni Trenta del Novecento e, dalla parte opposta, a una doppia passeggiata lungo il canale conl aspetto di un naviglio domestico a fianco di due alzaie con le loro case e con i loro giardini. La sequenza dello stadio, del giardino dei cipressi e del naviglio Ma ecco che, risalendo il naviglio, questa sequenza viene clamorosamente conclusa da un vistoso grattacielo moderno, e se ogni manifestazione materiale della civitas nell urbs ha un significato, qui sembra evidente come la lunga avventura di una città dominata soprattutto dalla sua grandiosa infrastruttura industriale - che ha suggerito per quasi un secolo di tracciare le nuove sequenze verso i suoi capannoni, sia stata volutamente interrotta, un grattacielo dunque che sembra suggerirci che lì di fronte, dall altra parte del canale, è radicata una strada che ricondurrà queste sequenze quasi circolari alla loro radice naturale nella piazza principale al centro della città. Il grattacielo in via Ponziana e le prime sequenze E ora forse l immagine stessa dei cantieri declina e riprende vigore la sequenza lineare originale, la strada principale antica e la piazza del mercato, contrappuntata dalla sequenza di una strada principale secondaria, appena toccata nei primi decenni del secolo passato ma ora affollata di alti casamenti, che tocca la 5

6 piazza principale e la passeggiata della chiesa per proseguire poi verso Trieste lungo un nuovo tracciato, dove andranno sorgendo di recente nuovi fabbricati industriali e commerciali e lì dietro le case moderne dei nuovi ceti il cui benessere non ha più soltanto a che vedere con la cantieristica. La pianta tematizzata La strada principale secondaria, via duca d Aosta Via Matteotti verso Trieste e le ciminiere moderne 6

7 Le case moderne nei nuovi quartieri orientali Ecco che il viaggiatore risale verso la stazione lungo l antica strada di Trieste, e porta con sé l immagine di una città dalle molte vite parecchio più distinguibili di quanto non le si veda in altre città, dove il centro storico non era così essenziale e compatto, dove lo sviluppo industriale dei primi del Novecento non è stato così vigoroso nel voler dare alla città una propria nuova forma quasi circoscrivendo l antica - privandola della chiesa e del palazzo municipale e riducendola a una strada porticata - per poi nel processo della seconda metà del Novecento vedere questa città industriale declinare e affermarsi una nuova città che, forse, nel ricercare qualcosa di nuovo dà finalmente un senso al suo passato. A questo ritratto ha collaborato con molta passione, nell autunno del 2012, Ludovico Milesi 7