BILANCIO DELLE COMPETENZE REGA GIUSEPPE (AD01) I. AREA DELLE COMPETENZE RELATIVE ALL INSEGNAMENTO
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- Ferdinando Valenti
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1 BILANCIO DELLE COMPETENZE REGA GIUSEPPE (AD01) I. AREA DELLE COMPETENZE RELATIVE ALL INSEGNAMENTO (Didattica) a) Organizzazione delle situazioni di apprendimento 1. Individuare con chiarezza le competenze (profili, traguardi, ecc.) che gli allievi devono conseguire 2. Rendere operativi gli obiettivi di apprendimento individuati, traducendoli in evidenze concrete capaci di supportare la verifica del loro conseguimento 3. (PRIMARIA, SECONDARIA, compreso SOSTEGNO) Individuare i concetti-chiave della disciplina / porre in relazione i concetti-chiave per costruire un percorso formativo adeguato alla classe, all alunno 4. (INFANZIA, compreso SOSTEGNO) Conoscere i concetti fondamentali dei campi di esperienza 5. (SOSTEGNO) Elaborare il Piano Educativo Individualizzato (PEI, PEP, PDP ) per gli alunni con bisogni educativi speciali, rendendolo coerente con il percorso della classe 6. (INFANZIA, PRIMARIA, SECONDARIA) Partecipare alla progettazione di percorsi personalizzati e inclusivi per studenti con particolari problematiche affinché possano progredire all interno del gruppo classe 7. Strutturare l azione di insegnamento, impostando una relazione coerente tra obiettivi, attività, mediatori e valutazione 8. Verificare l impatto dell intervento didattico rimettendone a fuoco gli aspetti essenziali 9. Utilizzare le tecnologie per migliorare la comunicazione e la mediazione didattica, anche in vista di interventi funzionali e/o compensativi 10. Prevedere compiti di apprendimento in cui gli allievi debbano fare uso delle tecnologie 11. Attivare gli alunni nel costruire conoscenze individualmente e in gruppo attraverso la definizione di attività in situazione aperte e sfidanti che richiedano ricerca, soluzione di problemi, costruzione di progetti 12. Prefigurarsi i possibili ostacoli di apprendimento e predisporre adeguate strategie di intervento posizionandosi rispetto ai livelli di competenza percepiti. Si suggerisce di prendere in esame solo alcuni degli indicatori presenti nell'ambito. Le competenze che gli alunni della scuola superiore Italiana devono possedere non sono univoci, sia per la natura individuale dell utenza, sia per le esigenze della società che cambiano costantemente. Quali allora le competenze che gli allievi devono conseguire? Lo studente Italiano al termine del proprio percorso di studi, deve conseguire la consapevolezza di essere cittadino del mondo, riuscendo quindi a saper interpretare il proprio ruolo nella società e a crearsi nuovi ruoli per poter esprimere se stesso e le sue idee. Deve sapersi districare tra le insidie e le difficoltà che quotidianamente ogni cittadino affronta. Saper leggere un contratto, saper leggere una norma giuridica, ed interpretare in modo critico qualunque tipo di testo (sia che si tratti di un articolo di giornale che di un testo filosofico), sono competenze necessarie per raggiungere l obiettivo di libero cittadino pensante. Ovviamente ciò diventa irraggiungibile senza una buona cultura di base, il confronto quotidiano con i docenti e con i compagni di classe e con la diversità, e una curiosità innata in ognuno di noi che troppo spesso resta assopita e poco stimolata da chi di dovere.
2 Lo sviluppo dello spirito critico nel ragazzo è una costante quotidiana, e il ragazzo deve imparare innanzitutto a porsi domande al fine di individuare relazioni causa-effetto, significati secondari, collegamenti con altre materie. Come risposta a queste domande, rientra il concetto di operatività degli obiettivi individuati. Riuscire a trarre da una regola astratta un esempio concreto è un ottimo strumento di verifica dei propri obiettivi di apprendimento, e si può giungere a ciò potenziando e supportando uno studente nello sviluppo della sua capacità di sintesi, nella capacità di creare schemi e mappe concettuali, e nel supporto ed assistenza nella ricerca di contenuti su internet e con l uso in generale delle tecnologie. A ciò devono seguire lavori di gruppo e riadattamenti continui ai diversi stili di apprendimento. b) Osservare e valutare gli allievi secondo un approccio formativo 13. Acquisire una visione longitudinale degli obiettivi dell insegnamento (curricolo verticale) 14. Rendere visibili agli occhi degli allievi i loro avanzamenti rispetto all obiettivo prestabilito attraverso un feedback progressivo 15. Utilizzare diverse tecniche e strumenti per la valutazione formativa 16. Fornire indicazioni per consolidare gli apprendimenti e favorire integrazione e ristrutturazioni delle conoscenze a distanza di tempo 17. Verificare collegialmente l acquisizione di competenze trasversali (soft skills). posizionandosi rispetto ai livelli di competenza percepiti. Si suggerisce di prendere in esame solo Gli allievi, soprattutto quando si parla di allievi con handicap, nella maggioranza dei casi hanno bisogno di gratificazioni. Nella mia esperienza di insegnante ho quasi sempre avuto a che fare ragazzi che avevano poca autostima, e quasi tutti loro cercavano la gratifica nel voto. Il voto quindi è uno strumento fondamentale nel mostrare ai ragazzi gli avanzamenti e i progressi fatti durante l anno scolastico. In più però, l Insegnante ha il dovere di mostrare e consolidare nel ragazzo l idea che non è il voto degli altri che giudica il valore di una persona, ma il voto che noi diamo a noi stessi. Per questo è importante che, di ogni lavoro che esegue l alunno, se ne dia un voto l alunno stesso, al fine di individuare i punti di forza e i punti di debolezza sui quali lavorare maggiormente. Ovviamente, a meno di patologie più o meno conclamate, gli allievi devono consolidare nel tempo le competenze raggiunte. Pensiamo ad esempio all insegnamento della matematica, e a quanto sia connesso ciascun argomento proposto con tutto ciò che è stato insegnato precedentemente. Senza una adeguata memoria, sarebbe difficoltoso riuscire ad acquisire nuove competenze. E allora necessario che l insegnante di sostegno usi tutte le strategie possibili come disegni, mappe concettuali, colori, oggetti da manipolare e trasformare con le mani, affinché riesca ad entrare nella mente del ragazzo possa consolidare nella memoria a lungo termine, regole e parole chiavi.
3 c) Coinvolgere gli studenti nel loro apprendimento e nel loro lavoro 18. Lavorare partendo dalle conoscenze degli studenti. Rilevare le conoscenze esistenti e i legami tra le stesse 19. Costruire ambienti di apprendimento capaci di sollecitare partecipazione, curiosità, motivazione e impegno degli allievi 20. Sviluppare la cooperazione fra gli studenti e le forme di mutuo insegnamento 21. Favorire autoregolazione, autonomia e strategie di studio personali 22. Costruire regole chiare e condivise insieme alla classe 23. (INFANZIA) Curare l'organizzazione di una giornata educativa equilibrata, ricca di momenti di accoglienza, relazione, gioco, apprendimento, vita pratica posizionandosi rispetto ai livelli di competenza percepiti. Si suggerisce di prendere in esame solo Ovviamente il nostro lavoro di sostegno, proprio per il nostro ruolo di mediatori, ci porta a conoscere gli studenti a 360 gradi, potendo uscire fuori dagli schemi dettati dall insegnamento di una disciplina, e guardare a questi giovani innanzitutto come adolescenti più che come studenti, quindi con tutte le loro fragilità e le loro difficoltà nel sapersi dare un ruolo tra gli altri. A maggior ragione vale questo discorso quando si parla di alunni con handicap. Non può iniziare l anno scolastico, se prima l insegnante di sostegno non legga con attenzione il fascicolo di ciascun ragazzo, e organizzi una riunione prima che inizino le attività didattiche per potersi confrontare con gli altri colleghi di sostegno, i genitori gli operatori ASL ed eventuali educatori privati ove siano presenti. Da questo punto in poi si può lavorare, una volta conosciuto un ragazzo, a costruire nuove conoscenze a partire da quelle già acquisite. E necessario quindi all inizio di ogni anno scolastico un periodo di osservazione in cui si chiariscano le competenze già acquisite per poter poi affrontare nuovi lavori. Sono necessari quindi test di verifica, test iniziali e piccole prove singole per poter stabilire quali sono in generale i livelli di partenza di una classe. In seguito, per poter stimolare adeguatamente ciascun alunno, bisogna saper variare l ambiente e le modalità di lavoro, potendo offrire agli alunni spazi diversi dove lavorare (laboratori, palestre, sale multimediali) oppure proponendo lavori di gruppo in cui magari si richiede di diventare leader del gruppo chi è meno motivato a farlo. Tutto ciò può creare un ambiente favorevole all insegnamento che migliora la cooperazione e la socialità tra i giovani che possono anche proporre individualmente degli approfondimenti da discutere poi in classe con i compagni. Per ricordare: il metodo di Barbiana, in cui il più forte, aiuta il più debole, non ha motivo di non esistere nella scuola italiana.
4 II. AREA DELLE COMPETENZE RELATIVE ALLA PARTECIPAZIONE SCOLASTICA (Organizzazione) d) Lavorare in gruppo tra insegnanti 24. Elaborare e negoziare un progetto educativo di team, costruendo prospettive condivise sui problemi della comunità scolastica 25. Partecipare a gruppi di lavoro tra insegnanti, condurre riunioni, fare sintesi 26. Proporre elementi di innovazione didattica da sperimentare 27. Innescare ed avvalersi di attività di peer-review e peer-learning tra colleghi 28. (SOSTEGNO) Focalizzare l attenzione dell intero gruppo docente (team, consiglio di classe, ecc.) sui temi dell inclusione. Il lavoro di gruppo tra gli insegnanti è un altro degli aspetti fondamentali di un buon insegnamento. La scuola italiana fortunatamente in questo senso è al passo coi tempi. Le riunioni dipartimentali, i PEI degli alunni disabili redatti e approvati dall intero consiglio di classe, sono momenti fondamentali per la costruzione di un anno scolastico equilibrato e condiviso da tutti. Una volta individuati ad esempio argomenti comuni a più discipline, è utile poter consultare lezioni di più insegnanti sullo stesso argomento; in questo senso l opportunità di avere in classe una postazione multimediale, in cui ciascun insegnante può mettere a disposizione il proprio materiale, magari sfruttando una piattaforma digitale, e un ottimo modo per approfondire il momento di apprendimento. La buona riuscita di ciascuna di tutto ciò che è stato scritto fin d ora, dipende però dalla capacità della Scuola di restare sempre legata al territorio e alla tipologia di indirizzo a cui ci si riferisce. Ad esempio un Istituto professionale di indirizzo economico, situato in una periferia depressa a forte dispersione scolastica non può paragonarsi allo stesso Istituto di una regione turistica o ricca di aziende che operano nello stesso settore. La scuola deve sì formare secondo le indicazioni ministeriali, ma deve innanzitutto essere un riferimento per la popolazione circostante, in quanto istituzione pubblica presente sul territorio, che deve riuscire a tirare fuori da ciascun ragazzo il meglio che può. Forse accanto alle situazioni più difficili possono nascere i progetti migliori. Comunque, a qualsiasi contesto sociale ci si riferisca, la scuola ha il dovere di elaborare progetti e offrire opportunità agli allievi volti ad aumentare la loro professionalità e a facilitarne il loro inserimento nella società una volta completati gli studi. Esperienze lavorative aziendali, corsi approfonditi di lingua, viaggi di istruzione all estero, sono tutte occasioni per raggiungere questi obiettivi. e) Partecipare alla gestione della scuola 29. Contribuire alla gestione delle relazioni con i diversi interlocutori (parascolastici, di quartiere, associazioni di genitori, insegnamenti di lingua e cultura d origine) 30. (SOSTEGNO) Curare i rapporti con le équipe multidisciplinari ed i servizi specialistici. 31. Organizzare e far evolvere, all interno della scuola, la partecipazione degli studenti 32. Partecipare ai processi di autovalutazione della scuola 33. Impegnarsi negli interventi di miglioramento dell organizzazione scolastica.
5 Come già accennato precedentemente, la scuola, in quanto istituzione immersa nel territorio, deve essere in contatto con tutte le parti sociali connesse al territorio. Il nostro ruolo di insegnante, compreso il mio di insegnante di sostegno, è quello di restare in contatto con ogni organo che frequenta ciascun alunno. Sia se si tratti di alunni stranieri, che si tratti di alunni con handicap, alunni con situazioni familiari difficili, il docente, e il consiglio di classe in generale, ha l obbligo morale e legislativo di potersi confrontare con le altre realtà che circondano ciascun alunno, per capire i reali bisogni e quindi gli obiettivi da inquadrare per ogni alunno. In particolar modo per gli alunni disabili, il contatto con i medici specialisti, educatori, e personale di terapia è più che d obbligo. E questo contatto va tenuto sia in fase di progettazione di inizio anno, che di verifica di fine anno, che di verifica intermedia. Grazie a questi incontri infatti può capitare spesso di elaborare progetti che possano potenziare aspetti cognitivi in cui l alunno disabile può avere maggiore deficit, o progetti di integrazione che possono facilitare il processo di inclusione. In questo ritengo il mio lavoro più che soddisfacente. Attraverso l attuazione di questo tipo e intensità di lavoro, ne beneficiano, oltre che gli alunni e l insegnante, anche il prestigio della scuola e a lungo termine la società stessa, in quanto i giovani di oggi saranno gli uomini di domani. f) Informare e coinvolgere i genitori 34. Coinvolgere i genitori nella vita della scuola 35. Organizzare riunioni d informazione e di dibattito sui problemi educativi 36. Comunicare ai genitori obiettivi didattici, strategie di intervento, criteri di valutazione e risultati conseguiti 37. (INFANZIA E SOSTEGNO) Assicurare un rapporto personalizzato e accogliente verso singoli genitori Riallacciandosi a tutto ciò di scritto precedentemente, le riunioni sono fondamentali. Una scuola che funzioni è una scuola in cui si danno regole, che valgano per tutti e con continuità. Se si parla quindi di educazione abbiamo bisogno di riferirci ad un regolamento di Istituto e alle norme giuridiche. Il ragazzo che vìola tali norme, va sanzionato. Non prima di aver comunicato e colloquiato con la famiglia, per intraprendere un percorso educativo volto ad eliminare i comportamenti inadeguati. Per questo ad inizio anno la scuola fa con ogni familiare degli alunni una sorta di contratto un patto con la famiglia, nella quale si descrivono brevemente gli obiettivi didattici, le strategie di intervento, i criteri di valutazione e gli strumenti con cui si misurano tutti questi indici. Tutto ciò ha il fine ultimo di creare un legame più stretto con la famiglia fatto di sinergia e di lavoro educativo comune. Certamente, accanto ad un patto del genere va accompagnata un adeguata accoglienza delle famiglie e dei ragazzi, specie quando si tratta di alunni disabili, che in primis hanno il bisogno di conoscere gli spazi e gli ambienti e di sentirsi a casa.
6 III. AREA DELLE COMPETENZE RELATIVE ALLA PROPRIA FORMAZIONE (Professionalità) g) Affrontare i doveri e i problemi etici della professione 38. Rispettare regole, ruoli e impegni assunti all interno del proprio contesto professionale 39. Ispirare la propria azione a principi di lealtà, collaborazione, reciproca fiducia tra le diverse componenti 40. Contribuire al superamento di pregiudizi e discriminazioni di natura sociale, culturale o religiosa 41. Rispettare la privacy delle informazioni acquisite nella propria pratica professionale. Il docente in servizio scolastico, oltre che insegnante ed educatore è anche un pubblico ufficiale, che quindi ha il dovere, come ogni ufficiale pubblico, di rispettare e far rispettare le regole e di adempiere ai propri impegni. Ovviamente il ruolo di insegnante, come detto prima, è anche educativo, e di formazione, in cui il linguaggio verbale e il linguaggio del corpo sono i mezzi attraverso i quali avviene il momento educativo e di formazione. La buona comunicazione quindi è un altro mattone su cui di fonda l edificio del buon insegnante, e solo chi fa un lavoro di comunicazione sa quanto è difficile riuscire a far arrivare ad una vasta utenza il significato di un messaggio. Si può dire che la scuola è, proprio per l età media dell utenza e per la quantità di ore che essa vi trascorre, il primo baluardo su cui si costruisce la società del domani. Il nostro ruolo è quindi quello di richiamare i principi fondamentali dell uomo, eguaglianza, libertà di pensiero, fraternità, libertà religiosa e di renderli eseguibili in ciascuna proto-società che è proprio la classe. Si impara in primo luogo a stare insieme in armonia così come si impara a stare insieme fuori dalla scuola, e poi si impara a collaborare in gruppo, così come si impara a lavorare in team nel mondo del lavoro, e si gioca in una sorta di gioco di ruolo sociale in cui il docente è una specie di datore di lavoro che premia il lavoratore che raggiunge gli obiettivi, e il lavoro è culturale. Ovviamente, inclusione e amicizia non devono precludere il rispetto sulle norme della privacy, il rendimento scolastico, la documentazione relativa ad un alunno disabile, sono aspetti strettamente personali e vanno quindi tutelati nel rispetto della persona.
7 h) Servirsi delle nuove tecnologie per le attività progettuali, organizzative e formative 42. Utilizzare efficacemente le tecnologie per ricercare informazioni 43. Utilizzare le tecnologie per costruire reti e scambi con altri colleghi anche nell ottica di una formazione continua. 44. Esplorare le potenzialità didattiche dei diversi dispositivi tecnologici L uso delle tecnologie è ovviamente un aspetto importantissimo nell insegnamento moderno. Se pensiamo ad un po alla nostra storia e alla storia della Scuola Italiana, notiamo che è dagli anni 60 che le tecnologie sono entrate nella scuola, e puntualmente, ad ogni circolare del Ministero o ad ogni riforma, sull argomento dell uso delle tecnologie nelle scuole ci sono sempre pareri discordanti. Nell ultimo decennio la tecnologia è entrata prepotentemente in classe, e questa volta l orientamento è quello di un insegnamento delle singole discipline più tecnologico. L uso delle LIM, tanto diffuse in questi anni, è sì utile, specie per le discipline tecnico-scientifiche e nel sostegno, per la multitudine di opportunità di avere diversi strumenti di apprendimento, ma a mio parere sono già obsolete (almeno per quanto riguarda il supporto hardware). Le LIM, per loro natura costruttiva, sono imprecise delicate e poco stabili, ma, ahimé, è il meglio che lo Stato che ci può dare, e quindi cerchiamo di sfruttarlo al meglio. La dotazione in ogni classe di un computer, con una lavagna interattiva, e soprattutto collegata ad internet, ha delle potenzialità enormi. A parte la condivisione dei file da parte di tutti i docenti sul pc di classe, l uso del web ha delle potenzialità spropositate per quanto riguarda la condivisione di contenuti e idee, perché col web si diventa connessi con tutto il Mondo. Piuttosto, c è da interrogarsi sulla reale preparazione e capacità del corpo Docente a saper usare tali mezzi, e, anche se lo Stato in questo senso è attivo nell aggiornamento di tutti, ancora tanta sarà la strada per poter mettere tutto il personale scuola al passo coi tempi. i) Curare la propria formazione continua 45. Documentare la propria pratica didattica 46. Reinvestire, nelle pratiche, i risultati dell analisi e della riflessione sull agito 47. Aggiornare il proprio bilancio di competenze ed elaborare un proprio progetto di sviluppo professionale 48. Partecipare a programmi di formazione personale e con colleghi, gruppi, comunità di pratiche 49. Essere coinvolto in attività di ricerca didattica, anche in forma collaborativa 50. Utilizzare i risultati della ricerca per innovare le proprie pratiche didattiche
8 L insegnante di Sostegno, forse più degli altri insegnanti, è quello col lavoro più diversificato e Multitasking. Come si fa a stabilire una linea univoca nell insegnamento di sostegno? Il mondo dell handicap e il concetto di inclusione sono talmente variegati e diversificati, ed è talmente personale, che l insegnante di sostegno deve sempre reinventare il proprio ruolo di anno in anno e spesso deve reinventarsi con lo stesso alunno durante l anno. Le strategie didattiche, per mediare tra l insegnante e lo stile di apprendimento del disabile sono da adattare di volta in volta. Per questo è necessario un confronto continuo e l aggiornamento costante dell insegnante. Restare sempre aggiornati attraverso il Web sulle nuove strategie di insegnamento e sulle esperienze di altri insegnanti (consultando ovviamente i siti attendibili), e confrontarsi quotidianamente e periodicamente con delle riunioni programmate con gli altri docenti di sostegno è ciò che si deve fare ed è ciò che già si facciamo con i miei colleghi in ogni scuola dove ho lavorato. I corsi di aggiornamento, con personale esperto. Vanno sempre fatti, a mio parere su base biennaletriennale sempre per tenere vivo il contatto e lo scambio di idee con gli altri.
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