RAPPORTO RIFIUTI 2009

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3 RAPPORTO RIFIUTI 2009 Rifiuti solidi urbani e raccolta differenziata Dati definitivi Rifiuti speciali Dati definitivi

4 La Provincia di Siena è certificata ISO e registrata EMAS La Provincia di Siena ha ottenuto la certificazione ISO 14064/1 per il bilancio delle emissioni di gas serra

5 PRESENTAZIONE Con la seconda edizione del Rapporto Rifiuti della Provincia di Siena, realizzato a cura dell Osservatorio Provinciale Rifiuti, affidato in gestione alla Agenzia Provinciale per l Energia e l Ambiente s.r.l., oltre a rappresentare in modo puntuale e dettagliato, anche se più sinteticamente rispetto al Rapporto Rifiuti 2008, l evoluzione del quadro complessivo della produzione dei rifiuti urbani e delle raccolte differenziate disaggregati per Comune e per matrice, nonché il quadro relativo alla produzione di rifiuti speciali relativo all anno 2007, si è puntato l attenzione sul monitoraggio degli effetti relativi alla prima azione coordinata a livello dell intero territorio provinciale per la riduzione dei rifiuti urbani. contributo di lavoro e di idee che è stato sempre garantito per l elaborazione di questo report e lo sviluppo delle varie azioni necessarie per il mantenimento e l implementazione del sistema integrato di raccolta dei rifiuti urbani della Provincia di Siena. L Assessore all ambiente, Gabriele Berni La sfida che il sistema dei rifiuti urbani della Provincia di Siena intende affrontare si inserisce in uno scenario assolutamente nuovo e nel quale solo da pochi anni hanno iniziato a comparire elementi relativi a esperienze condotte in modo positivo da altre aree italiane ed europee. I dati che emergono dalle prime esperienze sono incoraggianti e dimostrano due aspetti: il primo è che al di là delle oggettive difficoltà è utile e importante misurarsi con il problema attraverso esperienze concrete, il secondo è che ogni area, nell ambito delle azioni possibili, dovrà individuare le attività e le iniziative più efficaci riferibili alla propria realtà economica, territoriale e sociale. Con questo spirito e con la convinzione che si sia fatto solo il primo dei tanti passi necessari si presenta pertanto questo lavoro per la cui realizzazione si ringrazia l Agenzia Provinciale per l Energia e l Ambiente s.r.l. per lo svolgimento di tutte le attività connesse alla elaborazione del documento, Sienambiente s.p.a., A.R.R.R. ed i Comuni del territorio per i dati gentilmente forniti e ovviamente il personale ed il dirigente del Servizio Ambiente della Provincia di Siena, dr. Paolo Casprini, per il

6 Realizzazione a cura di: Amministrazione Provinciale di Siena Via del Capitano, Siena - Italia Tel In collaborazione con: A.P.E.A. s.r.l. Agenzia Provinciale per l Energia e l Ambiente Via Massetana, Siena - Italia c/o tel c/o fax info@apea.siena.it osservatorio_rifiuti@apea.siena.it Riferimento: dr. Paolo Casprini Direttore Area Politiche dell Ambiente Dirigente Servizio Ambiente, Energia, Protezione civile, Sviluppo sostenibile, Attività estrattive Provincia di Siena Via Massetana, Siena - Italia Tel Fax casprini@provincia.siena.it Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del presente rapporto ed in particolare: la dr.ssa Silvia Monaco ed il Circolo Fotografico Stile di Monteroni d Arbia.

7 RAPPORTO RIFIUTI 2009

8 S O M M A R I O CAPITOLO 1 PREVENIRE LA PRODUZIONE DI RIFIUTI: ALCUNI RIFERIMENTI NORMATIVI. 11 LA NORMATIVA EUROPEA. 11 LA NORMATIVA NAZIONALE 13 LA NORMATIVA REGIONALE E PROVINCIALE CAPITOLO 2 ALCUNE BUONE PRATICHE DELLA PROVINCIA DI SIENA. 17 BANDO PROVINCIALE PER INTERVENTI PER LA PREVEN ZIONE E LA RIDUZIONE DI RIFIUTI APPROVATO CON D.G.P. DEL N IL SISTEMA DI MONITORAGGIO 20 AMBITO DI PARTECIPAZIONE: DISTRIBUZIONE DI COMPOSTER DOMESTICI PRESSO UTENZE PUBBLICHE E PRIVATE. 20 COMUNE DI CASTIGLIONE D ORCIA 22 COMUNE DI MONTEPULCIANO 24 COMUNE DI ASCIANO 26 COMUNE DI SAN GIOVANNI D ASSO 28 COMUNE DI COLLE VAL D ELSA 30 COMUNE DI MONTERONI D ARBIA 32 COMUNE DI MURLO 34 CHE COSA È IL COMPOSTAGGIO. 34 ALCUNI BUONI MOTIVI PER DEDICARSI AL COMPOSTAGGIO DOMESTICO. 35 IL COMPOST TERRA DI SIENA 37 AMBITO DI PARTECIPAZIONE: ACQUISTO ED INSTALLA ZIONE DI FONTANELLI PER LA DISTRIBUZIONE DI ACQUA DI ALTA QUALITÀ A CONSUMO LIBERO PER L UTENZA NEI CENTRI URBANI, NEGLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI, COMMERCIALI ED UFFICI E NELLE MENSE PUBBLICHE. 38 COMUNE DI MONTERIGGIONI 40 COMUNE DI SIENA 42 COMUNE DI SAN GIOVANNI D ASSO 44 COMUNE DI SAN GIMIGNANO 46 COMUNE DI GAIOLE IN CHIANTI 48 AMBITO DI PARTECIPAZIONE: PROGETTI CHE PROMUOVONO L INCONTRO TRA DOMANDA ED OFFERTA DI SERVIZI DI RIPARAZIONE, SCAMBIO E VENDITA ARTICOLI USATI, NOLEGGIO E SERVIZIO DI RICARICA. 48 COMUNE DI SIENA 50 COMUNE DI MONTERONI D ARBIA 52 AMBITO DI PARTECIPAZIONE: PROGETTI CHE PREVEDONO LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI ATTRAVERSO LA GESTIONE SOSTENIBILE DI MANIFESTAZIONI PUBBLICHE, FIERE E SAGRE.

9 52 COMUNE DI MONTEPULCIANO 55 COMUNE DI SINALUNGA 59 CHE COSA SONO LA POLPA DI CELLULOSA ED IL MATER-BI? 60 COMUNE DI CASOLE D ELSA 62 ALCUNE CONSIDERAZIONI. 67 RICAPITOLANDO CAPITOLO 3 I RIFIUTI SPECIALI 71 MODALITÀ DI ACQUISIZIONE ED ELABORAZIONE DEI DATI 71 PRODUZIONE RIFIUTI URBANI TOTALI: CONFRONTO TRA LA PROVINCIA DI SIENA E LE ALTRE PROVINCE TOSCANE 75 RACCOLTA DIFFERENZIATA: ANALISI DEI RISULTATI RAGGIUNTI 80 PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI INDIFFERENZIATI 82 TABELLE RIEPILOGATIVE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI IN PROVINCIA DI SIENA 83 RACCOLTA DIFFERENZIATA DELLE PRINCIPALI FRAZIONI MERCEOLOGICHE IN PROVINCIA DI SIENA. 87 ANALISI DELLA PRODUZIONE DI RU ED RD NEI SINGOLI COMUNI 93 ANALISI PER FRAZIONI MERCEOLOGICHE 104 TABELLA RIEPILOGATIVA PRODUZIONE RU, RD E FRAZIONI MERCEOLOGICHE NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI SIENA, ANNI LA RACCOLTA PORTA A PORTA 124 RIFIUTI SPECIALI

10 08 Prevenire la produzione di rifiuti

11 CAPITOLO 1 PREVENIRE LA PRODUZIONE DI RIFIUTI: ALCUNI RIFERIMENTI NORMATIVI. Prevenire la produzione di rifiuti 09

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13 Prevenire la produzione di rifiuti 11 CAPITOLO 1 - PREVENIRE LA PRODUZIONE DI RIFIUTI: ALCUNI RIFERIMENTI NORMATIVI. La normativa europea. Il Parlamento ed il Consiglio dell Unione Europea, il 22 luglio 2002, hanno emanato la decisione 2002/1600/CE nella quale viene istituito il VI Programma Comunitario in materia ambientale Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta. L obiettivo di questo documento è garantire, per i prossimi anni, un livello elevato di tutela dell ambiente e della salute umana mediante le seguenti priorità ambientali: - cambiamenti climatici e protezione della fascia dell ozono; - protezione e valorizzazione sostenibile della natura umana; - qualità dell ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani; - prelievo delle risorse e produzione di rifiuti. Le risorse del pianeta, soprattutto quelle rinnovabili come il suolo, l acqua, l aria e le foreste sono soggette a forti pressioni esercitate dalla società umana. E indispensabile adottare una strategia che, mediante strumenti fiscali, incentivi economici, l applicazione di buone pratiche ambientali, normative severe ed efficaci possa garantire un uso sostenibile delle risorse. In particolare per ciò che concerne i rifiuti, il Programma si sofferma sulla diffusione di strategie di prevenzione e riduzione, obiettivi centrali delle politiche di gestione integrata. Il Programma prevede anche alcuni importanti obiettivi quantitativi: la riduzione della produzione dei rifiuti del 20% entro il 2010 rispetto ai valori del 2000, e la riduzione del 50% entro il Nel Giugno 2008, il Parlamento Europeo ed il Consiglio hanno approvato il testo di una nuova Direttiva Quadro sui Rifiuti che andrà a sostituire la direttiva 2006/12/Ce relativa ai rifiuti e la Direttiva 75/439/Cee relativa agli oli usati. Questa normativa dovrà essere recepita dagli stati membri entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore. In sintesi questa direttiva: - fissa nuovi obiettivi in materia di riciclaggio che gli Stati membri dovranno perseguire entro il 2020: il 50% di riciclaggio per i rifiuti domestici e simili e il 70% per i rifiuti di costruzione e demolizione; - rafforza le disposizioni in materia di prevenzione dei rifiuti imponendo agli Stati membri l obbligo di elaborare programmi nazionali di prevenzione ed impegnando la Commissione a riferire su queste politiche ed a fissare obiettivi in questo ambito; - stabilisce cinque fasi della gestione dei rifiuti, tra le quali la prevenzione è la soluzione privilegiata, seguita dal riutilizzo, il riciclaggio, da altre forme di recupero e dallo smaltimento come ultima ratio; - chiarisce un numero di definizioni importanti, quali il riciclaggio, il recupero e lo stesso concetto di rifiuto. La normativa nazionale. Le linee guida per la gestione dei rifiuti della Comunità Europea sono state recepite in Italia dal d. Lgs. 152/06 come modificato dal d.lgs. 4/2008. In particolare l art. 179 stabilisce che le pubbliche amministrazioni, nell esercizio delle rispettive competenze, [debbano perseguire], iniziative dirette a favorire prioritariamente la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti. Il legislatore ritiene che questo possa avvenire in particolar modo mediante: a) lo sviluppo di tecnologie pulite, che permettano un uso più razionale e un maggiore risparmio di risorse naturali; b) la messa a punto tecnica e l immissione sul mercato di prodotti concepiti in modo da non contribuire o da contribuire il meno possibile, per la loro fabbricazione, il loro uso o il loro smaltimento, ad incrementare la quantità e la nocività dei rifiuti ed i rischi di inquinamento; c) lo sviluppo di tecniche appropriate per l eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti al fine di favorirne il recupero. Per meglio comprendere il tema della riduzione dei rifiuti è necessario fare riferimento anche all art. 180 del d. lgs. 152/06 e s.m.i., il quale elenca i diversi strumenti utili e necessari per la concretizzazione dei

14 12 Prevenire la produzione di rifiuti criteri individuati nell art Nello specifico l art. 180 prevede: a) la promozione di strumenti economici, ecobilanci, sistemi di certificazione ambientale, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e di sensibilizzazione dei consumatori, l uso di sistemi di qualità, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico ai fini della corretta valutazione dell impatto di uno specifico prodotto sull ambiente durante l intero ciclo di vita del prodotto medesimo; b) la previsione di clausole di gare d appalto che valorizzino le capacità e le competenze tecniche in materia di prevenzione dei rifiuti; c) la promozione di accordi e contratti di programma o protocolli di intesa, anche sperimentali, finalizzati alla prevenzione ed alla riduzione della produzione dei rifiuti. In altri termini, attraverso gli strumenti negoziali, attraverso il coinvolgimento di tutti i portatori d interesse: cittadini, associazioni, istituzioni, operatori economici, ecc. il legislatore cerca di determinare cambiamenti sostanziali nei comportamenti dei produttori e dei consumatori. Afferma due fondamentali principi della nuova politica di gestione dei rifiuti: il principio della responsabilità estesa del produttore e quello della responsabilità condivisa tra tutti gli attori coinvolti nel ciclo di gestione dei rifiuti. Per un più efficace raggiungimento degli obiettivi prefissati, le politiche gestionali devono prevedere specifici interventi programmati in maniera integrata. Si riassumono alcune tipologie di misure adottabili allo scopo di prevenire e ridurre la produzione di rifiuti: misure di tipo economico indirette (incentivi, esenzioni), o dirette (tasse, tariffe); misure amministrative finalizzate alla limitazione di consumo, distribuzione, impiego di determinati tipi di prodotto o sostanze; accordi di programma tra il sistema delle imprese, della distribuzione e gli enti locali; politiche di prodotto che diano attuazione al principio di responsabilità del produttore (obblighi di recupero e gestione del prodotto a fine vita), a misure di promozione (ecolabel, indirizzi per gli acquisti dal parte del sistema pubblico) e ad attività di formazione sociale finalizzate a promuovere stili di vita e prodotti ecologicamente più sostenibili; politiche di sensibilizzazione ed informazione volte a spingere i cittadini a ridurre i loro consumi e ad acquistare prodotti in un modo diverso, nonché a creare una sempre maggiore consapevolezza delle problematiche ambientali. La prevenzione della produzione dei rifiuti è la soluzione da percorrere da un punto di vista tecnico, economico, ambientale e sociale. A questo scopo occorre da un lato incentivare a livello nazionale e sovranazionale l utilizzo di tecnologie pulite e favorire prodotti e comportamenti virtuosi in particolar modo nell industria. Dall altro lato è necessario intervenire a livello regionale, provinciale e comunale attraverso la promozione, la diffusione e l attuazione di buone pratiche tra i cittadini.

15 Prevenire la produzione di rifiuti 13 La normativa regionale e provinciale. Conformemente agli indirizzi nazionali ed europei la Regione Toscana, con il Programma Regionale di Sviluppo, si è posta alcuni obiettivi da raggiungere entro il 2010: ridurre la produzione di rifiuti urbani del 15% e, parallelamente, incentivare l utilizzo di materiale recuperabile e la raccolta differenziata fino a raggiungere la percentuale del 55%. Gli obiettivi del Piano Regionale di Sviluppo sono stati recepiti nel Piano Regionale di Azione Ambientale , un documento in cui è racchiusa l intera programmazione ambientale della Regione. Il PRAA definisce quattro aree di azione prioritaria: 1) cambiamenti climatici, 2) natura biodiversità e difesa del suolo, 3) ambiente e salute, 4) uso sostenibile delle risorse e gestione dei rifiuti. Nell ambito di queste aree individua quattordici macrobiettivi su cui far convergere le proprie politiche. In materia di rifiuti si ricorda il macrobiettivo D1: Ridurre la produzione totale di rifiuti, la percentuale conferita in discarica, e migliorare il sistema di raccolta aumentando il recupero ed il riciclo, in cui vengono specificati i seguenti interventi: Interprovinciale dei Rifiuti (vedi Rapporto Rifiuti 2008 dell OPR di Siena). Attualmente la Provincia, con DGP del 31 marzo 2009 n. 54, ha preso atto della proposta di Bando di Gara d Appalto Servizi predisposta dalla Provincia di Arezzo, sull attribuzione di specifici incarichi volti alla predisposizione degli atti necessari alla formulazione di unaproposta di piano interprovinciale. Quest ultimo dovrà essere realizzato nel rispetto degli obiettivi, del metodo e dei contenuti fissati nell atto di avvio del procedimento di cui alla DGP di Arezzo n. 403/2008. Prevenire la produzione dei rifiuti; Minimizzare la produzione dei rifiuti; Implementare la raccolta differenziata, il recupero ed il riciclo; Incentivare il riutilizzo di materiale recuperabile; Sviluppare il sistema impiantistico; Prevenire l abbandono dei rifiuti. Nel novembre 2007 è stata approvata la L.R.T. n. 61 di modifica alla LR n. 25/98, che allo scopo di realizzare un Sistema di Gestione dei Rifiuti Urbani più efficiente, riduce a tre il numero di Ambiti Territoriali Ottimali e stabilisce i tempi e le modalità per l assegnazione delle gestioni uniche. Tale legge detta inoltre nuove disposizioni sui piani interprovinciali e sui piani regionali. La Provincia di Siena, insieme alle Province di Arezzo e Grosseto ha costituito l Ambito Territoriale Toscana Sud e si è attivata per la Redazione del Piano

16 14 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena

17 CAPITOLO 2 ALCUNE BUONE PRATICHE DELLA PROVINCIA DI SIENA. Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 15

18 16 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena

19 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 17 CAPITOLO 2 ALCUNE BUONE PRATICHE DELLA PROVINCIA DI SIENA. Bando Provinciale per interventi per la prevenzione e la riduzione di rifiuti approvato con D.G.P. del n. 1. In conformità con quanto stabilisce il macrobiettivo D1a) del Piano Regionale di Azione Ambientale, la Regione Toscana, con DGRT n. 536/2007, ha destinato alle Province Toscane delle risorse finanziarie per promuovere azioni tese a sviluppare la prevenzione e riduzione dei rifiuti, ed ha stabilito che le Province stesse provvedano ad individuare, mediante un apposito bando, i destinatari finali dei contributi. Le risorse regionali sono state ripartite sulla base della popolazione residente, ed alla Provincia di Siena sono stati attribuiti Euro ,00, somma destinata a coprire soltanto il 70% dell importo complessivo previsto per il finanziamento del progetto. Alla suddetta cifra è stato aggiunto un cofinanziamento provinciale pari ad euro ,00 per un totale di euro ,00. Il Bando provinciale indetto dalla Provincia di Siena è stato destinato al finanziamento degli enti locali territoriali senesi che intendevano realizzare azioni delle seguenti tipologie: Riduzione della produzione di rifiuti attraverso la gestione sostenibile di manifestazioni pubbliche, feste e sagre; Riduzione della produzione di rifiuti delle mense pubbliche; Promozione dell incontro tra domanda ed offerta di servizi di riparazione, scambio e vendita di articoli usati, noleggio e servizi di ricarica; Distribuzione di composter domestici; Installazione di fontanelli per la distribuzione di acqua di alta qualità a consumo libero per l utenza. testi diversi da quelli originali, le modalità d informazione e diffusione dei risultati, l incremento occupazionale realizzabile, la percentuale di cofinanziamento comunale. La Giunta Provinciale con Delibera 2 settembre 2008 n. 158 ha ammesso al finanziamento 17 progetti, 1 progetto è stato ammesso e finanziato parzialmente, 3 progetti sono stati valutati ammissibili e potranno essere finanziati nel caso in cui gli interventi ammessi che li precedano in graduatoria non vengano realizzati. Di seguito si riporta una cartina della Provincia di Siena in cui sono evidenziati i Comuni destinatari del finanziamento. La valutazione degli interventi finanziati, effettuata da una Commissione appositamente costituita, si è fondata sulle seguenti caratteristiche: il numero di utenti coinvolti, i quantitativi di rifiuti ridotti, la facilità/possibilità di riproducibilità dell iniziativa in con-

20 18 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Figura 1. Comuni finanziati dalla Provincia di Siena ai sensi del Bando approvato con DGP del n. 1. Fonte: A.P.E.A. s.r.l..

21 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 19 Il sistema di monitoraggio. sistema di raccolta dati in grado di garantire omogeneità di informazione sul territorio e facilitare il confronto fra esperienze diverse. L Osservatorio Provinciale dei Rifiuti, gestito dall Agenzia Provinciale per l Energia e l Ambiente, A.P.E.A. s.r.l., ha realizzato un sistema di monitoraggio delle iniziative rivolte alla prevenzione dei rifiuti finanziate dalla Provincia di Siena ai sensi del Bando sopra descritto. I Comuni sono stati chiamati a compilare una scheda descrittiva su: 1) stato di attuazione del progetto ad oggi, 2) risultati quali-quantitativi raggiunti, 3) modalità di realizzazione del monitoraggio e della diffusione dei risultati, 4) pregi e problemi legati a ciascuna iniziativa, 5) descrizione della eventuale campagna di informazione realizzata; 6) costi effettivi e valutazione dell efficienza del progetto. Di seguito si riporta delle tabelle riepilogative sui progetti attivati dai Comuni. Oltre ai progetti descritti nelle schede, la Provincia di Siena, ha ammesso al finanziamento i progetti di costruzione di due fontanelle pubbliche per l erogazione di acqua di alta qualità: una nel Comune di Poggibonsi, l altra nel Comune di Asciano. La realizzazione di entrambi i progetti risulta attualmente sospesa per questioni di carattere economico ed amministrativo. I Comuni auspicano di poter iniziare i lavori il prima possibile. Presumendo che i composter, le fontanelle e le attrezzature varie acquistate possano avere una durata di almeno dieci anni, si è proceduto ad una stima della produzione di rifiuti che si presume potrà essere evitata nel prossimo decennio, e di conseguenza al calcolo del costo in euro di ogni singolo kg di rifiuto recuperato. Quest ultimo valore, seppure soltanto indicativo, ci permette di valutare l efficienza delle azioni realizzate in relazione alle risorse impiegate. L obiettivo principale dell OPR è procedere alla valutazione dell efficienza delle singole iniziative al fine di raccogliere informazioni utili al completamento del Piano Interprovinciale dei Rifiuti, ed alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione ed iniziative, rivolte ai cittadini, sempre più mirate ed efficaci. Altro obiettivo dell Osservatorio è diffondere un

22 20 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Ambito di partecipazione: distribuzione di composter domestici presso utenze pubbliche e private. Comune di Castiglione d Orcia.

23 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 21 **Modalità di calcolo: Si presume che in ciascuna delle 250 compostiere acquistate possano essere recuperati 120 kg di frazione organica allʼanno. Ipotizzando che le compostiere acquistate vengano utilizzate per almeno dieci anni, il Comune di Castiglione dʼorcia potrebbe recuperare quasi 300 tonnellate di rifiuti al costo di 0,04 euro/kg* 10 anni.

24 22 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Montepulciano.

25 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 23

26 24 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Asciano.

27 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 25

28 26 Alcune buone pratiche della Provincia di SienaRifi Comune di San Giovanni d Asso.

29 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 27 ** Modalità di calcolo: Si presume che in ciascuna delle 100 compostiere acquistate possano essere recuperati 120 kg di frazione organica allʼanno. Ipotizzando che le compostiere acquistate vengano utilizzate per almeno dieci anni, il Comune di San Giovanni dʼasso potrebbe recuperare quasi 120 tonnellate di rifiuti al costo di 0,05 euro/kg* 10 anni. Figura 2. Compost Terra di Siena. Fonte: Fabio Cappelli, Circolo Fotografico Stile di Monteroni d Arbia.

30 28 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Colle Val d Elsa.

31 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 29 **Modalità di calcolo: Si presume che in ciascuna delle 375 compostiere acquistate possano essere recuperati 120 kg di frazione organica allʼanno. Ipotizzando che le compostiere vengano utilizzate per almeno dieci anni, il Comune di Colle Val dʼelsa potrebbe recuperare quasi 450 tonnellate di rifiuti al costo di 0,05 euro/kg* 10 anni.

32 30 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Monteroni d Arbia.

33 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 31 **Modalità di calcolo: Si presume che in ciascuna delle 210 compostiere acquistate possano essere recuperati 120 kg di frazione organica allʼanno. Ipotizzando che le compostiere acquistate vengano utilizzate per almeno dieci anni, il Comune Monteroni dʼarbia potrebbe recuperare quasi 252 tonnellate di rifiuti al costo di 0,03 euro/kg* 10 anni. Figura 3. Compostiere domestiche. Fonte. Donato Relitti, Circolo Fotografico Stile di Monteroni d Arbia.

34 32 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Murlo.

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36 34 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Che cosa è il compostaggio. In natura le sostanze organiche prodotte e non più utili alla vita (foglie secche, feci, spoglie di animali, ecc.) vengono aggredite da microrganismi ed insetti, presenti nel terreno e nella materia organica, fino ad ottenere acqua, anidride carbonica, sali minerali ed humus. Il compostaggio è una tecnica attraverso la quale viene controllato ed accelerato questo processo naturale a cui vanno incontro tutte le sostanze organiche presenti nell ambiente. Tale processo applicato a matrici organiche di rifiuti preselezionati (quali la frazione organica dei rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata o i residui organici delle attività agro-industriali) porta alla produzione di un ammendante noto come Compost di qualità. Quest ultimo può essere ottenuto collettivamente in grandi impianti, appositamente attrezzati e adibiti al trattamento giornaliero di notevole quantità di materiale, o in ambito domestico per smaltire autonomamente i rifiuti organici familiari. Alcuni buoni motivi per dedicarsi al compostaggio domestico. L autocompostaggio è realizzabile da ogni nucleo familiare che disponga di uno spazio libero (giardino, orto) dove porre il cumulo di materiale raccolto o di una compostiera, ossia un contenitore aerato appositamente studiato per fare il compostaggio. Vi possono essere diverse buone ragioni per dedicare parte del proprio tempo al compostaggio domestico. In primo luogo, il compostaggio, se attuato in modo sistematico in una comunità, consente di ridurre immediatamente il volume dei rifiuti da smaltire e di eliminare gli odori dai cassonetti, facilitando la separazione meccanica di tutte le altre categorie di rifiuti (carta, plastica, vetro, metalli, stracci ecc.). Inoltre le comunità che praticano il compostaggio domestico di scarti alimentari e di scarti biodegradabili in genere, contribuiscono ad evitare gli odori nauseabondi che fuoriescono dalle discariche e che arrecano un perenne disagio alle persone che vivono nei loro dintorni. Inoltre ai fini della determinazione del contributo per lo smaltimento dei rifiuti in discarica, la DGRT 108/2006 (relativa al metodo di certificazione della RD), prevede che ai comuni che pratichino il compostaggio domestico venga riconosciuta una percentuale aggiuntiva di RD, secondo lo schema seguente:

37 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 35 Figura 4. Impianto di selezione e compostaggio di Pian delle Cortine nel Comune di Asciano. Fonte: Fabio Cappelli, Circolo Fotografico Stile di Monteroni d Arbia. ll Compost Terra di Siena In Provincia di Siena, il compost di qualità viene prodotto da Sienambiente spa nell impianto di Pian delle Cortine nel Comune di Asciano, e dal maggio 2008, anche ad Abbadia San Salvatore nel nuovo impianto in Località Poggio alla Billa. Di seguito si riporta una tabella sui quantitativi prodotti negli ultimi due anni: Tabella 1. Evoluzione storica della produzione di compost negli impianti di Sienambiente s.p.a.. Fonte: Sienambiente s.p.a.

38 36 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena ll Compost Terra di Siena, ha ottenuto il marchio di qualità rilasciato dal Consorzio Italiano Compostatori e viene sottoposto ad analisi chimico batteriologiche periodiche che permettano di verificarne le caratteristiche. Classificato ai sensi del d. lgs. n. 217 del 29 aprile 2006, come ammendante compostato misto, risulta ricco di sostanza organica ed ha una buona dotazione in elementi nutritivi come azoto, fosforo e potassio. Per le sue caratteristiche agronomiche questo prodotto può essere comparato al letame, con la sola differenza che, contenendo meno acqua, è possibile utilizzarne un quantitativo inferiore. Può essere applicato in tutte le produzioni agricole, comprese le biologiche, per la preparazione dei terreni per gli impianti arboricoli, per la produzione orticola, per la cura e la costruzione dei giardini, per le attività vivaistiche professionali ed amatoriali. Figura 5. Aiuola concimata con il Compost Terra di Siena, Comune di Monteroni d Arbia. Fonte: Pierluigi Tolu, Circolo Fotografico Stile di Monteroni d Arbia.

39 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 37 Ambito di partecipazione: acquisto ed installazione di fontanelli per la distribuzione di acqua di alta qualità a consumo libero per l utenza nei centri urbani, negli insediamenti produttivi, commerciali ed uffici e nelle mense pubbliche. Figura 6. Casa dell Acqua di Castellina Scalo. Fonte: A.P.E.A. s.r.l. Figura 7. Casa dell acqua di Castellina Scalo. Fonte: A.P.E.A. s.r.l..

40 38 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Monteriggioni.

41 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 39 **Modalità di calcolo: Si presume che in un anno la Casa dellʼacqua possa erogare litri di acqua, corrispondenti a circa di bottiglie di plastica. Ipotizzando che lʼimpianto possa avere una durata di almeno dieci anni, il Comune di Monteriggioni potrebbe evitare la produzione di circa 232 tonnellate di rifiuti con un costo di 0,36 euro/kg*10 anni.

42 40 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Siena.

43 Figura 8. Distributore Acqua di Alta Qualità, Porta San Marco, Comune di Siena. Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 41

44 42 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di San Giovanni d Asso.

45 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 43 ** Modalità di calcolo: Si presume che in un anno i due fontanelli possano erogare litri di acqua, corrispondenti a circa bottiglie di plastica. Ipotizzando che gli impianti possano avere una durata di almeno dieci anni, il Comune di San Giovanni dʼasso potrebbe evitare la produzione di circa 8 tonnellate di rifiuti con un costo di 1,19 euro/kg* 10 anni. Figura 9. Fontanello sito in Via della Stazione nel Comune di San Giovanni d Asso. Fonte: Comune di San Giovanni d Asso. Figura 10. Fontanello sito in Via della Martinella, Loc. Montisi, nel Comune di San Giovanni d Asso. Fonte: Comune di San Giovanni d Asso

46 44 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di San Gimignano.

47 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 45 ** Modalità di calcolo: Si presume che in un anno i 17 distributori possano erogare litri di acqua, corrispondenti a circa bottiglie di plastica. Ipotizzando che gli impianti possano avere una durata di almeno dieci anni, il Comune di San Gimignano potrebbe evitare la produzione di circa 9,5 tonnellate di rifiuti con un costo di 4,16 euro/kg* 10 anni.

48 46 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Gaiole in Chianti.

49 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 47 ** Modalità di calcolo: Si presume che in un anno i tre distributori possano erogare litri di acqua, corrispondenti a circa bottiglie di plastica. Ipotizzando che gli impianti possano avere una durata di almeno dieci anni, il Comune di Gaiole in Chianti potrebbe evitare la produzione di circa 3 tonnellate di rifiuti con un costo di 5,25 euro/kg* 10 anni.

50 48 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Ambito di partecipazione: progetti che promuovono l incontro tra domanda ed offerta di servizi di riparazione, scambio e vendita articoli usati, noleggio e servizio di ricarica. Comune di Siena.

51 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 49 **Modalità di calcolo: Il Comune di Siena, in via sperimentale, ha realizzato LʼAngolo del Baratto da maggio ad ottobre, con una frequenza di una giornata al mese. Ipotizzando che lʼiniziativa venga resa permanente, si stima che in dieci anni possano essere recuperati circa kg di rifiuti al costo di 1,48 euro/kg*10 anni. Figura 11. Brochure pubblicitaria sull angolo del Baratto. Fonte: Comune di Siena.

52 50 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Monteroni d Arbia.

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54 52 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Ambito di partecipazione: Progetti che prevedono la riduzione della produzione di rifiuti attraverso la gestione sostenibile di manifestazioni pubbliche, fiere e sagre. Comune di Montepulciano.

55 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 53

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57 Comune di Sinalunga. Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 55

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59 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 57

60 58 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena

61 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 59 Che cosa sono la polpa di cellulosa ed il Mater-BI? La polpa di cellulosa è un composto di origine vegetale realizzata con fibre vergini di scarto dalla lavorazione della canna da zucchero e del bamboo ed è quindi perfettamente biodegradabile e compostabile. Alcuni prodotti realizzati in polpa di cellulosa, come ad esempio le stoviglie usa e getta, vengono resi impermeabili e resistenti al calore accoppiandoli con il mater bi, una bio- plastica altamente compostabile. Il Mater bi è costituito da amido di mais, di patate o di grano allo stato naturale opportunamente trattato e mischiato con una piccolissima parte di polimeri sintetici, derivati essenzialmente dal petrolio, ma con procedimenti che ne rendono le molecole biodegradabili. Il processo di biodegradazione avviene mediamente nel tempo di un ciclo di compostaggio e senza rilascio di sostanze inquinanti per l ambiente. Durante l uso il mater bi ha le stesse caratteristiche chimico fisiche della plastica e può essere impiegato in molteplici campi di applicazione: per la realizzazione di film per il confezionamento, per l imballaggio alimentare, per la realizzazione di articoli di cartoleria, di sacchetti e sacchi per la raccolta differenziata, ecc.. Ovviamente per sfruttare correttamente la biodegradabilità della polpa di cellulosa e del mater bi è necessario che i prodotti finiscano il loro ciclo di vita in modo corretto: usare ad esempio piatti biodegradabili per poi gettarli in discarica insieme a tutti gli altri rifiuti è sicuramente poco conveniente. E indispensabile che al loro utilizzo segua un adeguata raccolta differenziata. Il problema che per ora maggiormente ostacola la diffusione di questo materiale è il prezzo, decisamente maggiore rispetto ai prodotti di plastica tradizionali ma sicuramente di minor rilievo se confrontato con le spese sostenute per lo smaltimento del relativo rifiuto.

62 60 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Comune di Casole d Elsa.

63 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 61

64 62 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Alcune considerazioni. In questo paragrafo ci proponiamo di effettuare una valutazione specifica e dettagliata delle quattro tipologie di intervento poste in essere dai Comuni. Tra gli indicatori più significativi segnaliamo in particolar modo il costo medio per unità di rifiuto non non prodotto/anno, utile al fine di verificare la effettiva efficacia delle azioni intraprese, in relazione alle risorse impiegate. I Composter Grazie ai finanziamenti provinciali, i Comuni hanno potuto acquistare 1295 composter, 970 dei quali sono già stati distribuiti ai cittadini. Dal momento dell attivazione dei vari progetti al settembre 2009 ciascun abitante coinvolto ha evitato una produzione media di 41,29 kg di organico per un totale di 85 tonnellate. Ipotizzando, sulla base della configurazione del nostro territorio, che il compostaggio domestico venga praticato da circa il 40% della popolazione senese (pari a circa abitanti), in un anno sull intero territorio provinciale, potrebbe essere evi- Tabella 2. Resoconto composter acquistati ai sensi DGP del n.. Fonte: Provincia di Siena.

65 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 63 Figura 12. Paesaggio. Fonte: Vasile Vaida, Circolo Fotografico Stile di Monteroni d Arbia tata la produzione di circa tonnellate di rifiuto, circa il 2,3 % della produzione totale di RU nel Sulla base di una valutazione complessiva della caratteristiche del territorio della nostra Provincia, dell efficacia di queste azioni di riduzione/recupero e del costo medio per unità di rifiuto assolutamente ragionevole (0,046 euro/kg*10 anni), deduciamo che un utilizzo sistematico delle compostiere potrebbe sicuramente costituire un supporto significativo per la prevenzione della produzione di rifiuti. Non si può però trascurare che una diffusione sistematica delle compostiere domestiche deve essere inevitabilmente accompagnata da un attenta attività di formazione sul corretto ed efficace utilizzo delle attrezzature e da una persistente e dettagliata attività di monitoraggio sui risultati raggiunti. Possibili azioni di riduzione della TIA per gli utenti disponibili ad utilizzare le compostiere potrebbero sicuramente rappresentare un ulteriore stimolo all esercizio di questa pratica tra i cittadini del territorio senese. I fontanelli per acqua di alta qualità Tabella 3. Resoconto fontanelli esterni acquistati ai sensi DGP del n. 1. Fonte: Provincia di Siena. * Si stima che i fontanelli dei Comuni di Monteriggioni, Siena e San Giovanni d Asso possano erogare in un anno rispettivamente litri, litri e litri di acqua, per un totale di litri. Sulla base di questo valore si ritiene possa essere evitato l utilizzo di circa bottiglie di plastica da un litro e mezzo ( /1,5 = ) pari a circa kg di rifiuti ( *24 g a bottiglia = kg).

66 64 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena L installazione delle fontanelle e degli erogatori interni, oltre a far in modo che una quantità enorme di plastica non venga trasportata, acquistata, distribuita, gettata e riciclata, permette ai cittadini di bere acqua di qualità a costo zero o quasi pari a zero. Di seguito, in due distinte tabelle, sono riportati i dati sui risultati raggiunti e potenzialmente raggiungibili dai fontanelli esterni e dagli erogatori interni di acqua di alta qualità. Nella tabella sui fontanelli esterni alcune stime comprendono soltanto i valori relativi al Comune di Monteriggioni e San Giovanni d Asso in quanto, al momento della redazione di questo rapporto, gli impianti del Comune Siena sono appena stati completati. Sulla base dei litri di acqua erogata dai fontanelli esterni si ritiene che, fino ad oggi, sia stato evitato l acquisto di quasi bottiglie da un litro e mezzo. Presupponendo che una bottiglia in plastica abbia un peso medio di circa 24 g, è stato possibile risparmiare quasi kg di imballaggi che, a questo ritmo, in un decennio, potrebbero diventare circa 350 tonnellate. Si stima che 4500 abitanti di Monteriggioni e 500 abitanti di San Giovanni d Asso ( per un totale di 5000 abitanti, pari a circa 1/53 della totalità della popolazione provinciale) possano evitare in un anno una produzione di circa kg di rifiuti. Se in una ipotesi tutta da verificare (ovviamente) si estendesse la dotazione dei fontanelli a tutto il territorio Tabella 4. Resoconto erogatori interni acquistati ai sensi DGP del n. 1. Fonte: Provincia di Siena

67 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 65 provinciale la produzione di RU potrebbe potenzialmente essere ridotta di circa tonnellate in un anno, pari a quasi l 1% della produzione di RU 2008 (24.064*53 = kg).quest ultima percentuale, sommata alla percentuale del 2,3% di rifiuto evitabile mediante l installazione delle compostiere, ci permetterebbe di ridurre i rifiuti urbani di oltre il 3% in un solo anno. L installazione di fontanelli ha sicuramente una valenza positiva, anche se, rispetto ai progetti di acquisto e diffusione delle compostiere comporta sicuramente costi più elevati.anche l installazione di erogatori interni agli edifici può sicuramente considerarsi una pratica positiva, in quanto permette di far percepire agli utenti l importanza del valore dell acqua e l opportunità di ridurre la produzione degli imballaggi in plastica. E però innegabile che questa fattispecie di intervento presenti due limiti importanti ed oggettivi: il costo abbastanza elevato degli impianti ed (attualmente) il modesto numero di persone coinvolte. Cercando di simulare gli effetti di una possibile installazione dei fontanelli alla totalità degli edifici provinciali sarebbe ipotizzabile il coinvolgimento di circa abitanti ed una riduzione della produzione di rifiuti di circa 100 tonnellate in un anno (1,24 * = kg). I centri di scambio di oggetti usati I dati sui centri di scambio di oggetti usati riportati nella tabella seguente si riferiscono esclusivamente al Comune di Siena, in quanto il progetto del Comune di Monteroni d Arbia, al momento della redazione del presente rapporto, è ancora in fase di realizzazione. Siena, attivando in via sperimentale lo scambio di oggetti usati, dal mese di maggio al mese di ottobre, ogni primo sabato del mese ha recuperato kg di rifiuti. Supponendo che questo servizio venga realizzato, almeno una volta al mese, per dieci anni, i rifiuti evitati potrebbero raggiungere le 24 tonnellate, per un costo di 1,49 euro al kg. Tabella 5. Resoconto luoghi di scambio realizzati ai sensi DGP. Del n. 1. Fonte: Provincia di Siena.

68 66 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena Questa fattispecie di intervento ha dimostrato di avere una buona efficacia, ma comporta una difficoltà oggettiva nello stimare il numero di cittadini coinvolti nonché dei costi di gestione piuttosto elevati. Gli effetti positivi di questo tipo di azione sono inevitabilmente legati ad una capillare campagna di informazione sulla struttura e sulle modalità di svolgimento dello scambio. Considerando che l esperienza del Comune di Siena ha una valenza sperimentale ci riserviamo di esprimere una valutazione più dettagliata sulla efficacia di questo genere di azione la quale merita assolutamente di essere sviluppata e ripetuta. lavaggio, al consumo di stoviglie compostabili. I costi sostenuti per l attivazione di questi progetti sono correlati a specifici eventi, pertanto possiamo monitorare soltanto il costo per kg di rifiuto recuperato fino ad oggi, pari a circa 1,26 euro per kg di rifiuto. Le stoviglie recuperabili Il riepilogo sulle azioni di acquisto di stoviglie recuperabili riguarda in prevalenza i Comuni di Montepulciano e Sinalunga, poiché il progetto di Casole d Elsa sarà ultimato nei prossimi mesi. L utilizzo di stoviglie in mater-bi nell ambito di feste e sagre non comporta una effettiva riduzione della produzione di rifiuti alla fonte, bensì il recupero di materiali altrimenti destinati a finire nell indifferenziato. Pertanto, ferma restando la valenza positiva di queste azioni, sarebbe sicuramente auspicabile preferire l acquisto e l utilizzo di stoviglie lavabili in ceramica/vetro e delle attrezzature necessarie al loro Tabella 6. Resoconto rifiuti recuperati attraverso i progetti di gestione sostenibile di feste e sagre finanziati ai sensi DGP del n. 1. Fonte Provincia di Siena.

69 Alcune buone pratiche della Provincia di Siena 67 Ricapitolando Tabella 7. Resoconto finale dei risultati raggiunti dai progetti finanziati ai sensi del bando approvato con DGP del n. 1. Fonte Provincia di Siena. I risultati numerici riportati nelle schede tecniche sui progetti finanziati dalla Provincia costituiscono sicuramente un valido strumento per valutare l efficacia di ciascuna intervento realizzabile in materia di riduzione della produzione dei rifiuti. I dati raccolti evidenziano come, in meno di un anno di attività, sia stato possibile recuperare oltre 100 tonnellate di rifiuti. Trattandosi inoltre per lo più di investimenti a lungo termine, il costo indicativo di 0,16 euro, sostenuto per il recupero di ogni kg di rifiuto prodotto in dieci anni, è sicuramente ragionevole a fronte delle spese necessarie per lo smaltimento o il riciclo dei rifiuti altrimenti prodotti. Le 117 tonnellate evitate apparentemente poco rilevanti, a fronte delle oltre tonnellate di RU prodotto sul territorio provinciale nel 2008, costituiscono un risultato più che soddisfacente. Come anticipato nel paragrafo precedente infatti, supponendo di estendere all intera provincia le iniziative realizzate, potremmo evitare che finiscano nei cassonetti oltre tonnellate di rifiuto all anno, pari a circa reale possibilità di estendere la generalità dei progetti ad aliquote più importanti e consistenti di territorio e di cittadini. Agli aspetti strettamente numerici si aggiunge la forte valenza educativa che i progetti realizzati dai Comuni Senesi possono esercitare sui cittadini e sui loro stili di vita. Le Pubbliche Amministrazioni, solo diffondendo giorno per giorno piccoli esempi di buone pratiche e sensibilizzando le nuove generazioni, potranno orientare i cittadini verso consumi sempre più rispettosi dell ambiente. il 3% degli RU. Alla luce di queste valutazioni risulta evidente la

70 68 Rifiuti urbani e speciali

71 CAPITOLO 3 RIFIUTI URBANI E SPECIALI. Rifiuti urbani e speciali 69

72 70 Rifiuti urbani e speciali

73 Rifiuti urbani e speciali 71 CAPITOLO 3 RIFIUTI URBANI E SPECIALI Modalità di acquisizione ed elaborazione dei dati I dati relativi alla produzione di rifiuti urbani e speciali sono stati ottenuti adottando la medesima procedura utilizzata in occasione della predisposizione del Rapporto Rifiuti In particolare, le informazioni sulla produzione di RU e la RD sono state richieste all Agenzia Regionale Recupero Risorse (A.R.R.R. S.p.A. ), mentre i dati sulla produzione di rifiuti speciali sono stati estratti dalle dichiarazioni MUD che afferiscono ogni anno alla Sezione Regionale Toscana del Catasto Rifiuti. Questi ultimi non sono integrati con stime dei soggetti non tenuti alle dichiarazioni e neppure dei soggetti evasori. Produzione rifiuti urbani totali: confronto tra la Provincia di Siena e le altre Province Toscane Produzione di rifiuti urbani totali in Provincia di Siena (Tonnellate/anno) ATO ATO 1 Provincia di Massa Carrara , , , , , , , , ,68 ATO 2 Provincia di Lucca , , , , , , , , ,10 ATO 3 Provincia di Pisa , , , , , , , , ,37 ATO 4 Provincia di Livorno , , , , , , , , ,46 ATO 5 Provincia di Pistoia, Area Empolese Valdelsa , , , , , , , , ,04 ATO 6 Provincia di Firenze, esclusa Area Empolese Valdelsa , , , , , , , , ,44 ATO 7 Provincia di Arezzo , , , , , , , , ,91 ATO 8 Provincia di Siena , , , , , , , , ,95 ATO 9 Provincia di Grosseto , , , , , , , , ,83 ATO 10 Provincia di Prato , , , , , , , , ,23 TOSCANA , , , , , , , , ,01 Tabella 8. Evoluzione storica produzione di rifiuti urbani nei singoli ATO della Regione Toscana, anni Fonte: A.R.R.R. spa.

74 72 Rifiuti urbani e speciali Tra il 2000 ed il 2007 la produzione di rifiuti urbani in Provincia di Siena risulta costantemente in crescita. Più precisamente, nel quadriennio si registra un incremento medio annuale del + 4,73%, tra il 2004 ed il 2007 del +6,72%, mentre nel biennio , con una variazione positiva di appena lo 0,23%, la produzione di RU può considerarsi costante. Nel periodo insieme all ATO8 Siena mantengono valori costanti gli ATO1, 2, e 10 mentre l ATO7 e l ATO9 registrano un aumento della produzione rispettivamente del + 2,07% e del +1,10%. Per quanto riguarda gli Ambiti Territoriali 3,4,5,6 si calcola un decremento tra il -0,94% ed il -2,10%. L ATO 8 Siena, con le sue ,68 tonnellate di RU totali si conferma tra le Province con la produzione di rifiuti urbani più bassa, insieme a Massa Carrara con ,68 tonnellate e Grosseto con ,83 tonnellate. Tra i fattori che possono aver determinato una stabi- lizzazione del dato di produzione dei rifiuti senesi, negli anni , possiamo annoverare una serie di limitazioni alla possibilità di assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani introdotte dal d. lgs. 152/06 e successive modifiche e l attivazione, in vari contesti territoriali, di specifiche misure di prevenzione. In vari comuni, sono infatti stati attivati, o sono in fase di attivazione, vari progetti di riduzione dei rifiuti alla fonte, tra i quali si ricordano la distribuzione di composter, l installazione di fontanelli di erogazione di acqua potabile, l introduzione di stoviglie pluriuso e lavastoviglie mobili da utilizzare durante feste e sagre, nonché la progressiva sostituzione dei tradizionali shopper in plastica biodegradabile con quelli in carta od in tessuto riutilizzabile. Figura 13. Evoluzione storica produzione rifiuti urbani e della raccolta differenziata in Provincia di Siena, anni Fonte: rielaborazione dati A.R.R.R. s.p.a..

75 Rifiuti urbani e speciali 73 Produzione di rifiuti urbani pro capite (kg/abitante*anno) ATO ATO 1 Provincia di Massa Carrara 593,52 638,25 652,81 654,73 685,05 695,00 704,57 708,19 703,42 ATO 2 Provincia di Lucca 735,46 744,61 759,54 757,26 780,36 766,80 770,88 757,61 755,66 ATO 3 Provincia di Pisa 598,30 620,69 651,85 661,96 695,96 682,32 669,92 662,76 641,92 ATO 4 Provincia di Livorno 697,19 701,70 710,77 719,16 749,90 736,19 730,60 737,01 722,19 ATO 5 Provincia di Pistoia, Area Empolese Valdelsa 597,02 608,67 626,61 610,54 633,79 643,98 666,98 648,17 632,99 ATO 6 Provincia di Firenze, esclusa Area Empolese Valdelsa 627,85 638,90 648,18 649,46 673,47 678,09 690,39 679,67 669,45 ATO 7 Provincia di Arezzo 533,09 559,92 583,03 575,87 595,44 596,93 609,93 597,14 603,37 ATO 8 Provincia di Siena 544,08 582,97 577,06 610,87 634,91 646,66 674,32 676,62 669,62 ATO 9 Provincia di Grosseto 627,23 647,91 677,03 721,76 792,37 797,46 768,90 740,21 740,36 ATO 10 Provincia di Prato 718,62 759,76 782,32 765,99 780,03 792,71 813,58 798,69 798,22 TOSCANA 628,24 647,51 663,32 666,77 694,34 695,23 702,73 692,74 684,43

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