L'AUTORITA' GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

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1 Provvedimento n ( C4190 ) SAN PAOLO-IMI/BANCO DI NAPOLI L'AUTORITA' GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO NELLA SUA ADUNANZA del 15 novembre 2000; SENTITO il Relatore Professor Michele Grillo; VISTA la legge 10 ottobre 1990, n. 287; VISTA la comunicazione della BANCA D ITALIA, pervenuta in data 8 settembre 2000, integrata in data 27 settembre 2000; VISTO il parere dell'isvap, pervenuto in data 14 novembre 2000; CONSIDERATO quanto segue: 1. Le parti SanPaolo-IMI Spa (di seguito anche SanPaolo-IMI) è la banca posta a capo dell'omonimo gruppo bancario, che comprende altre 69 società, fra cui 11 banche italiane ed estere, 48 società finanziarie e 10 strumentali. Il gruppo opera in tutto il territorio nazionale con 1356 sportelli, dei quali 959 sono ubicati nell'italia Nord Occidentale. Il fatturato da considerare ai sensi dell'articolo 16, commi 1 e 2, della legge n. 287/90 (un decimo del totale dell'attivo dello stato patrimoniale, esclusi i conti d'ordine) è stato, al 31 dicembre 1999, di circa miliardi di lire. Il Banco di Napoli Spa (di seguito anche Banco di Napoli) è la banca al vertice dell omonimo gruppo bancario composto, oltre che dalla capogruppo, da dodici società. Il Gruppo Banco di Napoli opera sull intero territorio nazionale ed offre direttamente la generalità dei servizi bancari e finanziari previsti dalla vigente normativa nazionale. Con la struttura operativa il gruppo è presente in gran parte del territorio nazionale attraverso 731 sportelli della banca, prevalentemente ubicati nell Italia del sud, e 58 sportelli per l attività esattoriale. Il fatturato da considerare ai sensi dell articolo 16, commi 1 e 2, della legge n. 287/90 (un decimo del totale dell'attivo dello stato patrimoniale, esclusi i conti d'ordine) è stato, al 31 dicembre 1999, di circa miliardi di lire. 2. Descrizione dell operazione L operazione comunicata consiste nell acquisizione del controllo del Banco di Napoli da parte del SanPaolo-IMI attraverso l acquisizione da parte del SanPaolo-IMI del 51% del capitale sociale della società Banco di Napoli Holding, che a sua volta detiene il 56% del capitale ordinario del Banco di Napoli. 3. Qualificazione dell operazione L operazione, in quanto comporta l'acquisizione del controllo di un impresa, costituisce una concentrazione ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera b), della legge n. 287/90. Essa rientra nell'ambito di applicazione della legge n. 287/90, non ricorrendo le condizioni di cui all'articolo 1 del Regolamento CEE n. 4064/89, così come modificato dal Regolamento CE n. 1310/97, ed è soggetta all'obbligo di comunicazione preventiva disposto dall'articolo 16, commi 1 e 2, della medesima legge, in quanto il fatturato totale realizzato nell'ultimo esercizio a livello nazionale dall'insieme delle imprese interessate è superiore a 714 miliardi di lire.

2 4. Il parere dell Isvap Con riferimento al settore assicurativo, l Isvap, in data 14 novembre 2000, ha rilasciato il proprio parere nel quale rileva che, per quanto riguarda l impatto sulla concorrenza, considerate le quote di mercato delle imprese interessate, non ravvisa elementi ostativi all'operazione di concentrazione in esame. 5. Valutazione dell'operazione L operazione comunicata, che realizza l aggregazione di uno dei maggiori gruppi bancari nazionali (il SanPaolo- IMI) con una delle primarie banche fra quelle operanti prevalentemente nell Italia meridionale (il Banco di Napoli), interessa, oltre che i mercati bancari della raccolta e degli impieghi, anche vari mercati del settore finanziario. Per alcuni di questi, l operazione in esame realizza importanti effetti in una molteplicità di province del centro e sud dell Italia. I mercati principalmente interessati dall operazione di concentrazione sono quelli compresi nel settore della gestione del risparmio, quali la gestione dei fondi comuni d investimento e la gestione su base individuale di portafogli d investimento per conto terzi. In tali mercati l operazione in oggetto realizza importanti effetti, oltre che nella fase della produzione, soprattutto nelle relative fasi distributive. Ai mercati citati si aggiungono quelli della negoziazione dei valori mobiliari per conto terzi e della distribuzione di polizze assicurative vita, nei quali l operazione di concentrazione non determina modifiche sostanziali dei relativi assetti concorrenziali. Diversamente, nei mercati del credito al consumo, in alcuni mercati della finanza aziendale ed in quelli esattoriali l'operazione non realizza alcuna sovrapposizione in quanto una delle due parti risulta assente dal mercato rilevante. La gestione dei fondi comuni d investimento Per fondi comuni d investimento si intende "il patrimonio autonomo, suddiviso in quote di pertinenza, di una pluralità di partecipanti, gestito in monte" (articolo 1, comma 5, lettera d), del Decreto Legislativo n. 58/98). L'attività di gestione dei fondi comuni d investimento è caratterizzata dalla presenza di una fase produttiva, centralizzata a livello nazionale, ed una fase distributiva, la cui dimensione geografica assume carattere locale essendo correlata alla mobilità territoriale della clientela, all'effettiva presenza e dislocazione territoriale dei canali di collocamento, nonché al rapporto fiduciario che lega il soggetto che colloca la GPM al cliente. Sotto il profilo produttivo, nella gestione dei fondi comuni d investimento, il gruppo SanPaolo-IMI, con una quota di poco superiore al 17% del mercato nazionale, si pone come il primo operatore. Considerato che il Banco di Napoli non ha una presenza apprezzabile a livello nazionale nella produzione di fondi, detenendo circa l'1% del mercato (dati relativi al 1999 forniti dalle parti), e considerata la presenza di importanti e qualificati concorrenti in possesso di quote di mercato vicine a quella del SanPaolo-IMI (quali, ad esempio, Banca Intesa con oltre il 14% ed UniCredit con oltre il 13%), si ritiene che l operazione non produrrà rilevanti effetti di sovrapposizione e non consentirà al gruppo acquirente di rafforzare in maniera significativa la sua posizione sul mercato. Sotto il profilo distributivo, i mercati considerati sono circoscritti alle aree geografiche comprese nelle province di Napoli, Caserta, Campobasso, Pescara, Reggio Calabria, Salerno, Foggia, Frosinone e Bari. Si tratta, infatti, di aree in cui entrambe le parti interessate sono presenti ed in cui, di conseguenza, potrebbero verificarsi sovrapposizioni significative a seguito dell operazione. Fra queste, solamente nelle province di Napoli, Caserta e Campobasso vengono raggiunte quote di mercato complessive di un certo rilievo mentre, nelle restanti aree, la posizione delle parti si mantiene ad un livello più contenuto. Le quote di mercato nelle tre province maggiormente interessate sono state fornite dalle parti, nell ambito della comunicazione dell operazione, come riportato nella tabella 1. Tabella 1: quote delle parti nei mercati provinciali della distribuzione di fondi comuni nel 1999 (%). SanPaolo-Imi Banco di Napoli Totale Napoli 18,3 11,1 29,4 Caserta 16,7 21,6 38,3 Campobasso 26,6 13,5 40,1 Fonte: dati forniti dalle parti.

3 Successivamente, per le sole province di Caserta e Campobasso, le parti hanno inviato nuove stime della propria posizione. Secondo tali dati la quota di mercato risultante dall operazione sarebbe pari al 30,8% nella provincia di Caserta ed al 14,3% in quella di Campobasso. Come emerge dal confronto con i dati presentati nella tabella, soprattutto nel caso della provincia di Campobasso, la situazione strutturale dei mercati della distribuzione dei fondi comuni d investimento interessati è sostanzialmente diversa a seconda che la si deduca dall una o dall altra delle stime prodotte. Entrambe le stime sono realizzate sulle consistenze, ossia tenendo conto dell intero valore dello stock di fondi collocati alla fine del Dal punto di vista del metodo di calcolo utilizzato, risulta che i due gruppi di dati prodotti dalle parti sono frutto di stime realizzate ponendo al numeratore la consistenza per provincia dei fondi distribuiti dalle parti ed al denominatore la consistenza complessiva dei fondi distribuiti in ciascuna provincia. Mentre il primo dato è noto alle parti, il denominatore è frutto di una stima realizzata da un istituto di ricerca, nel primo caso, e dalle parti stesse, per quanto riguarda il secondo gruppo di dati. Pertanto, ciò che distingue le due stime è il valore assegnato al denominatore. In sostanza, non essendo nota la ripartizione per provincia dell'intero ammontare nazionale dei fondi distribuiti, è necessario ricorrere a metodi di stima per attribuire a ciascuna provincia interessata la relativa quota parte di fondi comuni d'investimento, sulla base di parametri che, per le loro caratteristiche, sono atti ad approssimare la vera, ma ignota, distribuzione provinciale di tale dato. Secondo quanto dichiarato dalle parti, la prima stima è stata realizzata da un istituto di ricerca tenendo conto di "indicatori [...] quali: variabili socio-demografiche, reddito delle famiglie, depositi bancari e raccolta indiretta". Ciò significa che la stima è stata realizzata considerando che l'ammontare complessivo dei fondi comuni d'investimento acquistati in una provincia dipenda dalle condizioni socio-demografiche dell area, dal reddito delle famiglie che la abitano, dai depositi bancari e dalla raccolta indiretta realizzati nella provincia. Diversamente, le parti hanno realizzato una seconda e differente stima dello stesso dato, per le due province di Caserta e Campobasso, "riproducendo l elaborazione ricavando tuttavia il posizionamento sul mercato dei fondi a partire dalla posizione competitiva della rete distributiva, rappresentata dagli sportelli bancari e dai promotori finanziari. Dalle dichiarazioni delle parti si evince, quindi, che tale seconda stima della ripartizione provinciale sia stata ottenuta tenendo conto esclusivamente degli sportelli bancari e dei promotori finanziari presenti nella provincia. Tale metodo, non tenendo conto delle variabili di popolazione, ricchezza e reddito, non appare in alcun modo in grado di cogliere la peculiarità delle differenti province italiane, essendo tuttalpiù adatto a generare stime attendibili solamente per quegli ambiti territoriali nei quali le predette variabili esplicative assumono valori vicini alla media nazionale. In particolare, per quanto riguarda le province di Campobasso e Caserta, l'uso della suddetta metodologia appare vistosamente distorsivo in quanto tali aree non possono considerarsi in alcun modo rappresentative della media nazionale per quanto riguarda la distribuzione della popolazione, della ricchezza e del reddito. Né sembra plausibile assumere che l entità delle quote in fondi comuni d investimento acquisite da parte dei risparmiatori prescinda dalle citate variabili. La metodologia alla base della seconda stima appare, pertanto, non condivisibile e i risultati forniti risultano di scarsa attendibilità a confronto con quelli ottenuti con la prima metodologia, dai quali peraltro si discostano vistosamente. Diversa dalle precedenti è la situazione che risulta dalla lettura dei dati in possesso della BANCA D ITALIA (si veda la tabella 2). Come la BANCA D ITALIA ha fatto presente con nota dell 8 settembre 2000, si tratta di dati derivati delle segnalazioni di vigilanza che effettuano le SGR (Società di Gestione del Risparmio). Tali informazioni sono costituite da dati di flusso, ovvero indicano il valore dei fondi d investimento distribuiti nell arco dell anno di riferimento e non quello dell ammontare dello stock derivante dal saldo fra la raccolta ed i riscatti avvenuti in tutti gli anni precedenti. Esse, pertanto, sono affette da fenomeni congiunturali che possono assumere rilievo significativo. In questo senso, esse non possono indicare la reale posizione di ogni operatore in termini di quota di fondi distribuiti. Pertanto, per quanto tali dati rappresentino valori certi e non stime, essi esprimono una limitata capacità di descrivere correttamente gli assetti strutturali dei mercati. Si può rilevare, invece, che tali stime sono adatte ad individuare la capacità degli operatori di attrarre i nuovi sottoscrittori di fondi, quelli dell anno di riferimento, raffigurando in tal modo le tendenze evolutive delle quote di mercato. Tabella 2: quote delle parti nei mercati provinciali della distribuzione di fondi comuni d investimento mobiliare e principali concorrenti (%). SanPaolo-Imi Banco di Napoli Totale 1 concorrente Napoli 16,5 7,3 23,8 14,4 (Intesa) Caserta 9,9 4,9 14,8 25,9 (B. di Roma) Campobasso 16,6 2,6 19,2 32,1 (B. di Roma) Fonte: BANCA D ITALIA 2 concorrente 11,8 (B. di Roma) 14,9 (Intesa) 12,3 (nd) 3 concorrente 8,5 (nd) 12,4 (MPS) 10,1 (nd)

4 Nel complesso, si deve ritenere che il reale assetto strutturale dei mercati in esame può essere correttamente descritto solo da quote di mercato calcolate sulle consistenze (dati di stock) e che i dati di flusso possono, invece, fornire utili indicazioni sulle tendenze evolutive del mercato. Per tutte le ragioni illustrate, nel caso di specie, si deve ritenere che i dati forniti dalle parti, in quanto basati su consistenze, meglio descrivono, fra le fonti disponibili, la reale posizione degli operatori sul mercato. Fra le due diverse stime delle parti, risulta però evidente l inferiorità del secondo metodo di calcolo dei denominatori rispetto al sistema utilizzato nella prima comunicazione: quest ultimo rappresenterà, pertanto, la base per la valutazione strutturale dell operazione. Alla luce delle considerazioni fatte e sulla base dei dati presentati nella tabella 1, appare evidente che, nelle province di Napoli, Caserta e Campobasso, l'operazione produce effetti di sovrapposizione di un certo rilievo e conduce al raggiungimento di una quota di mercato aggregata significativa. A Caserta e Campobasso, in particolare, il livello della quota di mercato raggiunta, vicino al 40%, è molto rilevante, e tale da lasciar presumere, in prima approssimazione, l esistenza una posizione dominante. E tuttavia opportuno integrare tale conclusione con gli altri elementi disponibili atti a suffragare la capacità dell'impresa in posizione di rilievo di assumere con profitto comportamenti che rivestano un certo grado di indipendenza dai concorrenti. Nel caso di specie, le informazioni a disposizione fanno ritenere che l operazione in esame non sia in grado di comportare la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante in capo alle parti. In primo luogo, la posizione di leadership delle parti non risulta stabile, quanto meno nell ultimo anno. I dati della BANCA D ITALIA, infatti, pur non offrendo un quadro della situazione strutturale dei mercati interessati possono essere intesi, come si è visto, come una descrizione delle tendenze evolutive dell'assetto concorrenziale in esame. Ciò in quanto essi indicano la quota di mercato di cui gli operatori sono riusciti ad appropriarsi nel corso dell'ultimo anno. Sotto questo profilo essi indicano che complessivamente la posizione relativa delle parti, nel 1999, si è mossa verso un significativo ridimensionamento. In particolare, nelle province di Caserta e Campobasso le quote di mercato che le parti hanno conquistato nella distribuzione dei fondi di nuovo collocamento sono drasticamente inferiori (in entrambi i casi, meno della metà) alle stime delle quote storicamente detenute nelle due aree. A ciò si accompagna la presenza significativa, nei fondi collocati nell ultimo anno, di concorrenti che riescono ad acquisire quote di mercato superiori a quelle delle parti. Si tratta, peraltro, di concorrenti di rilievo (Banca Intesa, Banca di Roma e Monte dei Paschi di Siena) che, anche a livello nazionale, giocano un ruolo di primo piano nei mercati dei fondi d'investimento e che sono caratterizzati, come il SanPaolo-Imi, da una elevata capacità distributiva (data da sportelli bancari e promotori finanziari) e da una presenza importante anche nella fase produttiva della gestione dei fondi d'investimento. La capacità di collocamento, peraltro, assume rilievo critico nei mercati della distribuzione dei fondi comuni d'investimento, potendo rappresentare una significativa barriera all'ingresso, data l'onerosità e la difficoltà di costituire le indispensabili capillari reti distributive. Sotto questo profilo, si consideri, inoltre, che analizzando la posizione delle parti nell attività di collocamento di prodotti finanziari tramite i promotori finanziari emerge che nelle regioni Campania e Molise la capacità distributiva dei gruppi SanPaolo-IMI e Banco di Napoli è contenuta e, comunque, inferiore alla quota detenuta nei fondi d'investimento. Le parti, infatti, risultano disporre in Campania, alla fine del 1999, del 19% dei promotori finanziari presenti nella regione. In Molise, a fronte di poco meno del 24% dei promotori complessivi detenuti dai gruppi SanPaolo-IMI e Banco di Napoli, il concorrente Banca Mediolanum detiene una quota degli stessi superiore al 22% (dati forniti dalle parti). Nel complesso, pertanto, data la presenza di concorrenti in grado di esercitare un'adeguata pressione concorrenziale, con quote di mercato nell ultimo anno nella distribuzione dei fondi comuni di nuovo collocamento significativamente superiori a quelle delle parti, l'operazione in esame non è in grado di costituire o rafforzare una posizione dominante nei mercati interessati. La gestione su base individuale di portafogli d investimento per conto terzi (GPM) La gestione su base individuale di portafogli d investimento per conto terzi è il servizio con il quale il cliente delega l'intermediario a compiere sia le scelte d investimento relative a un dato portafoglio, sia le attività necessarie affinché tali scelte siano tradotte in termini operativi. Tale servizio è caratterizzato dalla possibilità di indirizzo riconosciuta al cliente gestito, il quale normalmente sceglie una linea di gestione. Come per la gestione dei fondi comuni d investimento, anche per i servizi di GPM si distingue tra una fase produttiva, centralizzata a livello nazionale, e una fase distributiva, la cui dimensione geografica assume carattere locale. Per ciò che riguarda la fase produttiva, a livello nazionale il gruppo SanPaolo-IMI detiene quasi l 8% del mercato, mentre il Banco di Napoli detiene una quota inferiore allo 0,6% (dati relativi al 1999 forniti dalle parti). Considerato il contenuto livello della quota di mercato del gruppo acquirente e l'esiguità del suo incremento derivante dalla concentrazione, nonché la presenza di importanti e qualificati competitori in possesso di quote di mercato anche significativamente superiori (ad esempio, Intesa con il 17,9% ed UniCredit con l 11,2%), è da ritenersi che l'operazione non produrrà effetti di rilievo a livello della gestione centralizzata dei servizi di GPM. Per ciò che riguarda il collocamento dei servizi di GPM, sotto il profilo geografico i mercati dove l operazione produce i suoi effetti principali sono circoscritti alle aree comprese nelle province di Napoli, Caserta, Catanzaro,

5 Foggia, Pescara e Salerno, zone in cui entrambe le parti interessate sono presenti ed in cui, di conseguenza, si verificano sovrapposizioni a seguito dell operazione. Anche nel caso del collocamento di GPM, le parti hanno fornito stime delle proprie quote di mercato basate sulla consistenza dei fondi avuti in gestione 1. Le quote di mercato realizzate dalle parti nelle aree summenzionate sono riassunte dalla tabella 3: Tabella 3: quote delle parti nei mercati provinciali del collocamento di GPM nel 1999 (%) SanPaolo-Imi Banco di Napoli Totale Napoli 14,5 12,6 27,1 Caserta 16,1 16,8 32,9 Catanzaro 17,3 15,5 32,8 Foggia 8,5 17,8 26,3 Pescara 21,3 3,6 24,9 Salerno ,9 20,8 Fonte: dati forniti dalle parti. Come si evince dalla tabella 3, a livello locale le quote congiunte delle parti interessate all operazione risultano apprezzabili in tutte le province citate e particolarmente significative a Caserta e Catanzaro dove, in virtù dell aggregazione, si arriva a realizzare una quota di mercato di poco inferiore al 33%, e nelle province di Napoli e Foggia, dove le parti si collocano fra il 26% ed il 27% del mercato. Nelle rimanenti province le quote di mercato risultanti dalla concentrazione dei due gruppi bancari e l'effetto di sovrapposizione delle stesse assumono minor rilievo. Sovrapposizioni sensibili accompagnate dal raggiungimento di quote di mercato complessive significative si realizzano, quindi, prevalentemente, nelle province di Napoli, Caserta, Catanzaro e Foggia. Sulla base dei dati stimati dalla BANCA D ITALIA si rileva tuttavia che a Napoli, Caserta e Foggia l'assetto strutturale dei mercati è caratterizzato dalla presenza di, almeno, altri tre operatori in possesso di quote di mercato significative (comprese fra il 37% ed il 10%). Si tratta di gruppi bancari di assoluto rilievo-banca Intesa, Banca di Roma, Monte dei Paschi di Sienache, in virtù della loro affermata posizione sia nei mercati della produzione che in quelli distributivi delle GPM, sono in grado di esprimere un'elevata pressione competitiva nei confronti delle parti. Inoltre, per ciò che riguarda la provincia di Catanzaro va considerato che l operazione si realizza in un area caratterizzata da un elevatissimo tasso di crescita del collocamento di GPM che ha visto il quadruplicarsi del valore dei fondi gestiti nel corso di un solo anno (dal 1998 al 1999). Tale fenomeno contribuisce a limitare il rilievo che una posizione strutturale di vantaggio può assumere nel tempo sotto il profilo competitivo introducendo dinamiche che possono agevolmente modificare in profondità le posizioni acquisite. A tali considerazioni si uniscono quelle relative alla contenuta capacità distributiva delle parti riportate a proposito dei mercati della distribuzione dei fondi comuni d'investimento. Nel complesso, pertanto, nelle province di Napoli, Caserta e Catanzaro, considerata la presenza degli operatori concorrenti, delle dinamiche di crescita del mercato e la presenza di estese reti di promotori finanziari facenti capo a qualificati concorrenti, la quota di mercato raggiunta dalle parti a seguito della concentrazione non appare di per sé atta a compromettere il corretto assetto concorrenziale dei mercati. Anche per quanto riguarda le altre aree geografiche interessate, considerato che a seguito della concentrazione le quote di mercato complessivamente raggiunte dalle parti sono apprezzabili ma non di assoluto rilievo, si ritiene che l operazione, non producendo modifiche rilevanti negli assetti concorrenziali dei mercati, non è in grado di determinare la costituzione di una posizione dominante. La negoziazione valori mobiliari per conto terzi Per mercato della negoziazione di valori mobiliari per conto terzi, di cui all'articolo 1, comma 5, lettera b), del Decreto Legislativo n. 58/98, si intende il mercato dei servizi, svolti da banche e da SIM autorizzate, consistenti nell'acquisto e nella vendita di titoli e di altri valori mobiliari su mercati regolamentati e non regolamentati effettuati per conto terzi. L'ampiezza geografica di tale mercato dipende dal tipo di servizio prestato, potendosi identificare con il territorio nazionale o con un ambito più ampio, nel caso in cui la negoziazione abbia per oggetto titoli italiani trattati sui mercati mobiliari esteri. Nel caso di specie, considerata l'attività svolta dalle parti interessate all'operazione, gli effetti dell'aggregazione si hanno essenzialmente sui mercati italiani, ossia sul mercato delle operazioni in borsa di azioni e titoli a reddito fisso e sul mercato dei titoli di Stato. 1 Con nota del 18 ottobre 2000 la Banca d'italia ha comunicato all Autorità che l indicazione della quota di mercato provinciale operata dalla parti approssima [...] le stime effettuate da questo Istituto.

6 Il gruppo SanPaolo-IMI sul mercato della negoziazione per conto terzi di azioni e titoli a reddito fisso ha una presenza pari al 6,5% a livello nazionale, mentre la quota del Banco di Napoli è pari all 1,1% (dati relativi al 1999, forniti dalle parti.). Sul mercato telematico dei titoli di Stato il gruppo SanPaolo-IMI è presente con una quota del 4,23%, mentre il Banco di Napoli non è attivo. Considerata l'esiguità delle quote di mercato detenute da entrambi i gruppi e la circostanza che gli effetti delle sovrapposizioni sono molto modesti o nulli, considerata altresì l'esistenza nel settore di imprese concorrenti con quote di mercato superiori a quelle che verranno a realizzarsi a seguito dell'operazione, non si ritiene che l'operazione sia idonea a determinare modifiche sostanziali della struttura concorrenziale del mercato. I mercati assicurativi Infine, il Banco di Napoli, che non è presente direttamente nel mercato assicurativo attraverso proprie controllate, sulla base di accordi distributivi con la compagnia BNL Vita, colloca sul mercato prodotti assicurativi tramite la propria rete. Secondo quanto comunicato dalle parti, a seguito della presente operazione di concentrazione, tali rapporti distributivi verranno interrotti. La rete costituita dagli sportelli bancari del Banco di Napoli sarà pertanto disponibile per la distribuzione dei prodotti assicurativi vita realizzati da imprese del gruppo SanPaolo-IMI, che invece è presente in tale settore sia al livello produttivo che distributivo. Considerato, pertanto, che, per effetto della concentrazione in esame, il gruppo acquirente accrescerà la capacità distributiva anche dei propri prodotti assicurativi, la valutazione dell operazione deve essere effettuata anche con riguardo agli effetti che la stessa produce nei mercati locali della distribuzione dei prodotti assicurativi vita. Nei mercati della distribuzione di polizze assicurative vita delle province interessate (Napoli, Caserta, Salerno, Campobasso, Pescara, Foggia, Bari, Catanzaro e Reggio Calabria) il gruppo acquirente detiene quote di mercato contenute, sempre comprese fra l 1% ed il 4%, ad eccezione della provincia di Napoli dove raggiunge il 7,2% (dati riferiti al 1999 forniti dall Isvap). La capacità distributiva del Banco di Napoli può essere solamente approssimata per eccesso dato che le quote di mercato dei prodotti assicurativi vita collocati nelle province interessate dalla BNL Vita sono il frutto sia dell attività di collocamento svolta dagli sportelli del Banco di Napoli che di quella realizzata dagli sportelli della Banca Nazionale del Lavoro. Pertanto, le quote di mercato provinciali della BNL Vita rappresentano la quota congiunta di collocamento di polizze assicurative vita di Banco di Napoli e BNL. Ciò premesso si rileva che in tutte le province interessate la quota di BNL Vita assume valori contenuti, ovvero compresi fra il 5% e l 11%. Considerato che, come si è detto, le quote citate non sono attribuibili interamente all attività di collocamento del Banco di Napoli, che il livello delle quote di mercato è comunque contenuto e che in tutte le province interessate vi sono concorrenti in possesso di quote di mercato anche sensibilmente più elevate di quelle delle parti (quali, ad esempio, Generali, Carivita, Cattolica, Toro e Royal & Sun Alliance), l operazione in esame non risulta in grado di incidere significativamente sulla distribuzione delle polizze assicurative vita nelle province interessate. RITENUTO, pertanto, che l operazione in esame non determina, ai sensi dell articolo 6, comma, 1 della legge n. 287/90, la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante sui mercati interessati tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza; DELIBERA di non avviare l istruttoria di cui all articolo 16, comma 4, della legge n. 287/90. Le conclusioni di cui sopra saranno comunicate, ai sensi dell'articolo 16, comma 4, della legge n. 287/90, alle imprese interessate e al Ministro dell'industria, del Commercio e dell'artigianato. Il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi di legge. IL SEGRETARIO GENERALE Rita Ciccone IL PRESIDENTE Giuseppe Tesauro * * *

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