Le macchine per la meccanizzazione dell oliveto

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1 RACCOLTA, POTATURA E DIFESA Le macchine per la meccanizzazione dell oliveto La redditività dell olivo e lo sviluppo dell olivicoltura passano attraverso importanti scelte legate alla meccanizzazione aziendale in quanto determina, più di altri aspetti, una consistente riduzione dei costi di produzione e la valorizzazione delle produzioni. Le tipologie di macchine disponibili Marcello Biocca, Giancarlo Imperi, Daniele Vannucci In olivicoltura l incidenza sui costi di produzione della raccolta e della potatura effettuate manualmente (?) sfiora il??% (??% e??% rispettivamente). (PER AUTORI COMPLETARE e o ARRICCHIRE). È evidente, quindi, quanto la meccanizzazione di entrambe le operazioni colturali, integrale o intermedia che sia, possa incidere sulla riduzione dei costi. In questo articolo si descrivono le principali tipologie di macchine disponibili sul mercato, alcune delle quali si potranno osservare durante la terza edizione di «Olivo in campo 2005». Durante la manifestazione, che si articolerà in due giornate (il 27 e 28 ottobre prossimi), oltre alla 27 E 28 OTTOBRE A CASTEL MADAMA (ROMA) Il programma «Olivo in campo 2005» Durante la 3 a edizione della manifestazione, che si svolgerà il 27 e 28 ottobre prossimi presso l Azienda agricola Tenuta Colfiorito 1974 a Castel Madama, in provincia di Roma, accanto all esposizione e alle dimostrazioni delle macchine e delle attrezzature si svolgeranno anche iniziative diverse, quali «lezioni pratiche in campo» e «convegni tematici» con l intervento di esperti del settore. Giovedì 27 ottobre Ore 11,00: Saluto e inaugurazione con le autorità. Ore 11,15: Lezione pratica su «Taratura delle attrezzature per l irrorazione». Ore 12,00: Lezione pratica su «Caratteristiche organolettiche dell olio e assaggio». Ore 14,30: Presentazioni delle ditte (20 min. cadauna + 10 min. pausa). Ore 16,00: Convegno tematico su «Confezionamento ed etichettatura dell olio d oliva (norme e soluzioni tecniche)». Chiusura stand al tramonto. Venerdì 28 ottobre Ore 9,00: Apertura stand. Ore 11,00: Lezione pratica su «Risparmio energetico nella conduzione dell oliveto». Ore 12,00: Lezione pratica su «Potatura». Ore 14,30: Presentazioni ditte (20 min. cadauna + 10 min. pausa). Ore 16,00: Convegno tematico su «Olio e territorio (i nuovi elementi per la definizione della qualità)». Al termine: Chiusura manifestazione. Per informazioni: Isma-Cra - Geom. Giancarlo Imperi - Tel Fax g.imperi@ingegneriaag raria.it; Azienda Romana Mercati - Dott.ssa Pina Ponzielli - Tel Fax p.ponzielli@roma mercati.com - presentazione delle macchine per le operazioni colturali nell oliveto, saranno allestite alcune lezioni pratiche e riunioni tecniche (vedi riquadro). La manifestazione, organizzata dall Azienda romana mercati della Camera di commercio di Roma in collaborazione con l Isma Cra, si svolgerà presso l azienda «Tenuta Colfiorito 1974» di Castel Madama, in provincia di Roma. Macchine per la raccolta La raccolta è l operazione che incide maggiormente sul bilancio economico delle aziende a indirizzo olivicolo. Nelle condizioni ideali, le scelte relative alla meccanizzazione della raccolta dovrebbero essere determinate al momento dell impianto dell oliveto o della sua ricostituzione, com è avvenuto talvolta dopo le gelate. In questo caso è possibile determinare i fattori che influenzano maggiormente il sistema di raccolta, quali i sesti d impianto, le forme d allevamento e la varietà. Dove le condizioni del terreno, la disponibilità di capitale e la dimensione aziendale lo consentono, queste scelte dovrebbero essere orientate proprio a permettere la massima meccanizzazione delle operazioni di raccolta, al fine di ridurre i costi di produzione. Tali scelte, però, devono al tempo stesso salvaguardare la qualità della produzione e non contrastare la scelta di varietà che, per caratteristiche qualitative, consentono di ottenere oli di particolare pregio e richiesti dal mercato o rispondenti a marchi di qualità. Le rese di raccolta sono in genere molto variabili in funzione della varietà, del periodo di raccolta, del peso delle drupe e della conformazione della chioma. Decisiva risulta, inoltre, la produttività della pianta, che deve essere sempre elevata per garantire la convenienza economica dell operazione (si indicano 15 kg per pianta nella raccolta con scuotitori). In funzione del livello di meccanizzazione adottato si può distinguere una meccanizzazione integrale della raccolta e una meccanizzazione intermedia, che prevede l uso di attrezzature agevolatrici. 1

2 Foto 1 - Scuotitore semovente con sistema di raccolta a ombrello capovolto. Il sistema è adatto a piantagioni con largo sesto d impianto e piante di maggiore sviluppo Foto 2 - Scuotitore portato da trattrice di media potenza con sistema di intercettazione delle olive a ombrello capovolto, adatto anche per piante di minore sviluppo Meccanizzazione integrale della raccolta Oggi sono disponibili numerose macchine sia di costruzione nazionale sia estere per la raccolta completamente meccanizzata delle olive. Possiamo dividere queste macchine in tre grossi gruppi. Gli scuotitori (la tipologia di attrezzatura più diffusa): sono macchine in grado di scuotere la pianta o le branche attraverso vibrazioni indotte da sistemi di eccentrici e dotate di un organo operatore consistente in una pinza che viene bloccata sul tronco e trasmette delle vibrazioni monodirezionali (nei modelli più vecchi) o multidirezionali (una combinazione di movimenti orbitali e monodirezionali) in quelli più nuovi. La pinza è costituita di ganasce mobili ricoperte di rulli in gomma per limitare le lesioni sulla corteccia dell albero. Si possono vincolare con le ganasce tronchi di varie dimensioni (anche fino a 800 mm di diametro) (foto 1 e 2). Le soluzioni più interessanti in questo gruppo sono rappresentate dalle macchine dotate anche di sistemi autonomi di intercettazione del prodotto (in genere in forma di ombrelli capovolti) che permettono l aumento delle rese orarie grazie all eliminazione dei tempi dovuti allo spostamento e alla messa in posizione delle reti di raccolta. Anche in questo caso possiamo avere macchine semoventi o portate e azionate dal trattore. Il generalizzato anticipo del periodo di raccolta, con conseguente aumento della forza di distacco della drupa, ha limitato in talune aree olivicole l ulteriore diffusione di queste attrezzature, a favore di altri sistemi di raccolta. Foto 3 - Macchina scavallatrice per la raccolta in continuo. Il prototipo rappresenta una possibilità per nuovi oliveti specializzati rendendo possibile la meccanizzazione integrale della raccolta Grossi organi bacchiatori del tipo «a pettine»: sono montati su lunghi bracci idraulici, che vengono posizionati all interno di porzioni delimitate della chioma, con o senza sistemi automatici di intercettazione del prodotto; si compongono di un aspo oscillante lungo cm, dotato di più file di bacchette (in nylon, fibra di vetro o altri materiali plastici duri) e montato su bracci estensibili che raggiungono la chioma fino un altezza di 8-10 m. La testata di raccolta può in genere ruotare di 270. Anche in questo caso l oscillazione assiale dell aspo è data da un sistema di eccentrici che, ruotando in fase, imprimono al sistema un movimento in senso alternato. Queste attrezzature, di minore diffusione, sono però le uniche in grado di operare su piante con tronchi di forme e dimensioni tali da impedire l aggancio al tronco dello scuotitore. Macchine semoventi scavallatrici: operano per vibrazione della vegetazione (prototipi sperimentali) e sono in grado di operare in continuo; richiedono oliveti adattati allo scopo, con piante allevate a parete verticale e piante disposte in filari continui. Lavorano a cavallo del filare (o sui due lati) e dispongono di una serie di aspi battitori montati elasticamente su bracci idraulici al fine di aderire sempre perfettamente alla chioma. Il prodotto raccolto cade su nastri trasportatori che lo raccolgono in bins, non prima di essere stato investito da un getto d aria necessario all illuminazione delle foglie e dei piccoli rametti (foto 3). Le potenze impegnate da questo tipo di macchine sono sempre elevate (dai 50 CV in su) in particolare per le semoventi (dagli CV) e il loro peso può avere effetti negativi per la compattazione del terreno (spesso bagnato al momento della raccolta). Tra gli accessori che alcune di queste attrezzature possono montare, va ricordata la possibilità di installare un sistema che consente di utilizzare i comandi della testata tramite radiocomando. Con tale dispositivo, mentre un operatore si occupa solamente della guida del trattore, un altro, da terra, effettua l azionamento della testata in condizioni di migliore visibilità. Meccanizzazione intermedia: le agevolatrici La raccolta della oliva mediante macchine agevolatrici rappresenta una soluzione molto interessante di meccanizzazione intermedia, cioè quel livello di meccanizzazione che prevede l impiego di attrezzature portate dall uomo e a bassa richiesta di capitale. 2

3 4b Foto 4a - Agevolatrice scuotitrice zainata. Piccole macchine di questo tipo offrono una maggiore potenza, buona capacità di raccolta e ottima distribuzione del peso rispetto ad analoghe macchine agevolatrici, ma presentano l inconveniente della vicinanza del motore a scoppio all operatore. Foto 4b - Particolare del gancio di raccolta Foto 5 - Agevolatrice elettrica con accumulatore zainato. La posizione della batteria è ergonomicamente corretta, lasciando ampia possibilità di movimento con migliore distribuzione del peso Foto 6 - Bacchiatore elettrico con denti di lunghezza sufficiente per l esplorazione anche in profondità della chioma Foto 7 - Brucatore elettrico con organi utensili in lega metallica leggera che permette il distacco delle drupe attraverso l azione di intrappolamento con i denti Foto 8 -???????????, per l accumulo dell aria prodotta dal compressore. Le notevoli dimensioni ne permettono la contemporanea utilizzazione di diverse attrezzature pneumatiche e una notevole autonomia 4a Le agevolatrici sono macchine raccoglitrici dotate di semplici dispositivi, quali pettini vibranti o ganci oscillanti, che vengono posizionati all interno della chioma e, una volta azionati, provocano il distacco delle olive, con un incremento nelle rese orarie rispetto alla raccolta manuale di circa 3 o 4 volte. L organo raccoglitore si trova in genere su un asta in metallo o vetroresina, di lunghezza fissa o telescopica. In alcuni modelli è possibile impugnare lo strumento direttamente, separandolo dall asta. Possono essere classificati in base al principio di distacco della drupa. Scuotitori: trasmettono le vibrazioni indotte da un ingranaggio eccentrico ai rami o alle branche determinando il distacco della drupa per le sollecitazioni trasmesse al peduncolo. In funzione dell aggancio al ramo, e di conseguenza del tipo di trasmissione della vibrazione indotta, gli scuotitori possono essere di due tipi diversi: con aggancio solidale al ramo tramite pinze, così come avviene negli scuotitori di più grandi dimensioni; con gancio di dimensioni fisse che agisce percuotendo ad alta velocità il ramo. In entrambi i casi sono possibili danni alla corteccia, specie con operatori poco esperti (foto 4). Bacchiatori: sono rappresentati da denti in materiale plastico montati su pettini controvibranti, che colpiscono le olive e i rametti provocando il distacco della drupa direttamente o per le vibrazioni indotte. Le principali differenze tra i numerosi modelli esistenti riguardano il materiale con cui sono fatti i denti, il tipo di movimento e la frequenza di vibrazione. Si possono avere delle controindicazioni nell uso di queste macchine (se impiegate incautamente) per il distacco di rametti e per l apertura di microferite sul legno, che potrebbero favorire l entrata di patogeni (foto 5 e 6). Brucatori: imitano la raccolta manuale e sono dotati di denti che si insinuano nella vegetazione provocando il distacco dell oliva attraverso la trazione della drupa intrappolata tra i denti spiralati del pettine raccoglitore (foto 7). Effettuano un ottimo lavoro in termini di qualità del prodotto, ma hanno spesso rese produttive inferiori alle altre macchine e possono essere limitate da chiome eccessivamente fogliose. È peraltro evidente che si tratta di macchine silenziose e senza alcun problema di emissioni. I modelli disponibili si differenziano inoltre per i diversi tipi di azionamento: elettrico, pneumatico (foto 8) o con motore a scoppio. Questo ne condiziona direttamente l ergonomia e la sicurezza d impiego, aspetti che spesso sono trascurati dall operatore al momento dell acquisto, ma che possono rivelarsi decisivi in termini di qualità e salubrità dell ambiente di lavoro. Le potenze impegnate dai vari modelli sono di pochi kw, mentre il peso varia dai 3-5 kg per le sole aste di raccolta azionate pneumaticamente a circa 10 kg quando si impiegano motori a scoppio. Negli ultimi anni la gamma dell offerta di queste piccole attrezzature si è molto ampliata, specie in quelle zone dove, per caratteristiche pedocolturali e socioeconomiche, la coltivazione dell olivo non consente una meccanizzazione spinta. Un aspetto interessante del loro impiego è dato dal fatto che possono operare facilmente su qualsiasi forma di allevamento (con la sola limitazione dell altezza massima: 3

4 Foto 9 - Piattaforma aerea semovente, che velocizza le operazioni di potatura evitando l impiego di scale con aumento di sicurezza delle lavorazioni Foto 10 - Piattaforma semovente con possibilità di telecomando, adatta alle operazioni di potatura anche in terreni in pendenza Foto 11 - Cesoie montate su aste azionate pneumaticamente, che permettono significative agevolazioni nelle operazioni di potatura circa 3-3,5 m), comprese quelle tradizionali, contribuendo così alla valorizzazione economica di forme di olivicoltura che altrimenti sarebbero destinate a una sempre maggiore marginalizzazione. Per quanto riguarda la qualità del prodotto, tutti questi modelli non presentano in genere grosse controindicazioni rispetto alla raccolta manuale, a patto che (in particolare impiegando i bacchiatori) le olive vengano conferite nel più breve tempo possibile al frantoio. Attrezzature per la potatura La potatura è, dopo la raccolta, la pratica che più contribuisce ai costi di produzione dell olio. Diverse possibilità sono state sperimentate per giungere alla meccanizzazione integrale di questa pratica colturale, senza però mai ottenere risultati soddisfacenti, principalmente per la difficoltà di lavorare su forme d allevamento che conciliassero l adozione di una meccanizzazione spinta con la produzione di qualità. Le attrezzature utilizzate nella potatura completamente meccanizzata sono delle barre falcianti a lame o a dischi dentati (seghe) (e teste di varia foggia), portate dal trattore e alimentate idraulicamente. In pratica possiamo ottenere tagli inclinati (hedging laterale), in genere con angoli di a seconda della forma delle chiome, e tagli paralleli al terreno per il topping. In queste macchine la velocità d avanzamento e degli organi di taglio (dipendente dai giri del motore) determina la qualità del taglio. È comunque dimostrato che quest ultima non è inferiore a quella dei tagli effettuati a mano o con le cesoie pneumatiche. Le potenze impiegate si aggirano intorno ai kw. Le barre falcianti possono essere montate al posto delle testate vibranti impiegate per la raccolta, sfruttando così il motore idraulico già montato sul trattore. La potatura ha grande influenza sull efficienza della raccolta meccanica e, quindi, deve essere razionalizzata in funzione delle tecniche adottate per la raccolta del prodotto. Ad esempio si è visto come, utilizzando macchine scuotitrici per la raccolta, sia indispensabile, attraverso la potatura, ottenere il compromesso tra una buona resa produttiva (che aumenta l utilizzazione della macchina) e frutti di maggiori dimensioni che si distaccano più facilmente e presentano maggiori contenuti in olio (ottenuti attraverso potature più energiche). Anche nel caso della potatura si parla quindi di meccanizzazione intermedia con l utilizzazione di attrezzature che semplificano l intervento dell operatore. La potatura manuale viene generalmente eseguita per mezzo di scale che vengono posizionate all interno della chioma e costringono l operatore a pericolosi movimenti sia durante la salita e la discesa sia durante le operazioni di taglio. Per rimediare alla pericolosità, alla faticosità e abbreviare i tempi di lavoro sono stati messi a punto diversi tipi di piattaforme agevolatrici elevabili, utilizzate particolarmente nelle colture arboree che prevedono la fruttificazione a livelli elevati, ma che possono essere impiegate ef ficacemente anche in olivicoltura (foto 9 e 10). Tali mezzi meccanici agevolano la potatura attraverso l avvicinamento dell operatore alle chiome, dove la potatura viene effettuata manualmente o con l impiego di piccole attrezzature a meccanizzazione intermedia. Tutte queste macchine sono state progettate principalmente per operare su forme di allevamento appiattite, ma possono trovare impiego anche in forme più espanse, quali quelle più diffuse in olivicoltura. Sul mercato si riscontrano prevalentemente due tipologie di agevolatrici: semoventi e trainate. Attualmente si stanno diffondendo maggiormente quelle semoventi poiché, nonostante un costo di acquisto superiore, presentano notevoli vantaggi legati alla loro maggiore manovrabilità e af fidabilità. Per quanto riguarda gli strumenti di taglio (cesoie, seghetti) questi possono essere montati su molte delle attrezzature agevolatrici impiegate per la raccolta, con un certo risparmio sul loro costo d acquisto (foto 11). Macchine per l utilizzazione degli scarti di potatura Negli ultimi anni si è assistito all aumento dell interesse verso la valorizzazione dei residui legnosi derivanti dalle potature. Questo è avvenuto sia per la disponibilità di macchine adatte al recupero del prodotto sia perché sussistono i presupposti economici per 4

5 12 13 Foto 12 - Macchina imballatrice per la compattazione dei residui di potatura (nella foto impiegata su sarmenti di vite). La macchina produce piccole balle del peso di circa 10 kg, adatte all impiego diretto in forni di cottura. Foto 13 - Irroratrice a getto portato nebulizzato. Sebbene dotate di piccoli motori e quindi piuttosto leggere, queste macchine permettono l irrorazione anche su chiome di un certo sviluppo. Foto 14 - Atomizzatore portato adatto anche a chiome di grande espansione. Foto 15 - Atomizzatore trainato con particolari convogliatori d aria in grado di indirizzare opportunamente il getto sulla chioma con riduzione delle dispersioni il loro impiego ai fini della produzione di energia o di compost di qualità. In questo settore, più che in altre operazioni colturali, è proprio la meccanizzazione, ovvero la convenienza economica del cantiere adottato per la gestione del residuo, che rende interessante e conveniente l operazione stessa. Mentre lo smaltimento tradizionale prevede la trinciatura in loco e la reimmissione nel terreno oppure, nel caso peggiore, l allontanamento delle ramaglie e la loro successiva bruciatura, la valorizzazione del sottoprodotto passa per due diverse alternative tecniche. Nel primo caso le ramaglie si utilizzano per la produzione di compost di qualità mentre, nel secondo, le stesse servono ad alimentare una filiera per la produzione di energia. In entrambi i casi si possono utilizzare delle macchine adattate o progettate per questo scopo, secondo due metodologie di raccolta dei residui di potatura in campo: lo sminuzzamento immediato con produzione e successiva movimentazione di cippato di legno; la compattazione delle ramaglie con la produzione di balle di diversa forma e dimensioni e la loro successiva movimentazione. Questo secondo tipo di trattamento è quello che meglio si adatta a una utilizzazione del legno ai fini energetici anche in piccola scala, con impiego aziendale del prodotto e/o in un piccolo bacino d utenza. Le macchine per la valorizzazione del residuo di potatura sono derivate da quelle analoghe per l imballaggio dei foraggi attraverso opportune modifiche. Possiamo, quindi, avere imballatrici a balle quadrate (o parallelepipede) e rotoimballatrici. La loro utilizzazione dipenderà dalla forma di utilizzazione a cui sono destinati i residui legnosi. Su scala locale, ad esempio, sono molto diffuse le imballatrici che producono ballette quadrate o parallelepipede, dal peso inferiore a 30 kg e con dimensioni tali da essere utilizzate facilmente nei forni per la cottura (foto 12). Macchine per la difesa Anche nel caso della difesa, in olivicoltura è presente una meccanizzazione piuttosto varia, che cambia con l intensità della coltivazione, con le forme di allevamento e i sesti d impianto e con il sistema di coltivazione (se basato su produzione biologica o convenzionale). Le molteplici valutazioni legate alla scelta della macchina e alle modalità del suo impiego si riflettono non solo sui costi e sulla convenienza economica, ma hanno dirette conseguenze sull impatto ambientale del trattamento e sulla qualità del prodotto finale. Le macchine certamente più diffuse e utilizzate in tutti i contesti olivicoli nazionali sono quelle per la distribuzione di prodotti fitosanitari liquidi, cioè irroratrici. Tra queste, la tipologia di riferimento, sia in olivicoltura sia nella difesa delle altre colture arboree, è rappresentata dal cosiddetto «atomizzatore», cioè l irroratrice a getto portato, che può essere trainata o portata dal trattore. Rimane comunque importante l impiego delle «lance» e delle altre piccole attrezzature trasportate direttamente dall uomo. In questo caso possiamo avere macchine ad azionamento manuale e irroratrici a spalla dotate di motore, generalmente a scoppio (foto 13). L olivicoltore trova sul mercato italiano una vastissima gamma di modelli, provenienti principalmente dalla produzione nazionale che, nel caso delle macchine irroratrici, rappresenta quella con il maggior numero di imprese nel mondo. Al giorno d oggi a condizionare maggiormente l evoluzione tecnologica delle macchine nuove, le modalità di applicazione del prodotto e l impiego della macchina in campo sono principalmente la riduzione dell impatto ambientale, con la conseguente riduzione delle dosi impiegate, e il raggiungimento di produzioni di qualità. Questi obiettivi hanno condotto le case costruttrici di irroratrici verso tre filoni di evoluzione principali: il miglioramento della copertura e la riduzione dei volumi a ettaro, il miglioramento del confort e della sicurezza degli operatori e la diminuzione delle perdite per gocciolamento e deriva (foto 14 e 15). Marcello Biocca Giancarlo Imperi Daniele Vannucci Istituto sperimentale per la meccanizzazione agricola Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura 5