Il Regolamento dell Organismo di Vigilanza

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il Regolamento dell Organismo di Vigilanza"

Transcript

1 Il Regolamento dell Organismo di Vigilanza di Sonia Mazzucco e Daniele Sciardiglia Sommario 1 Premessa 2 L Organismo di vigilanza 3 Il Regolamento dell Organismo di Vigilanza 4 Conclusioni 1 Premessa Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 ha introdotto nell ordinamento giuridico italiano la disciplina della responsabilità amministrativa degli enti, prevedendo che possa essere imputata alla società una responsabilità diretta per la commissione di reati (tassativamente previsti dalla norma) commessi nel suo interesse o a suo vantaggio da parte di soggetti, apicali o sottoposti, facenti parte della sua organizzazione. La società può esimersi dalla predetta responsabilità amministrativa, ma di fatto penale quando abbia adottato ed efficacemente attuato un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (di seguito anche Modello Organizzativo ) idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi, ed abbia altresì istituito un Organismo a cui sono affidati i compiti di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei Modelli, nonché di curarne il loro aggiornamento (di seguito anche Organismo di Vigilanza o OdV ). 2 L Organismo di vigilanza I compiti di vigilanza ed aggiornamento del modello debbono essere, come detto, affidati ad un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo (art. 6, comma 1, lett. b). Questo organismo non deve essere alle dirette dipendenze Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 1

2 del vertice aziendale, deve essere indipendente e dotato di un adeguata professionalità 1, oltre a possedere continuità di azione ed essere privo di mansioni operative. Detti requisiti dell Organismo di Vigilanza sono rinvenibili sin dalle prime decisioni giurisprudenziali, ed in particolare l Ordinanza 4-14 aprile 2003 del G.I.P. del Tribunale di Roma, la quale ha permesso di individuare gli elementi necessari (assieme poi ad altre fonti) dell Organismo di Vigilanza affinchè possa essere ritenuto validamente costituito ed efficacemente munito di poteri. Riporta testualmente la citata ordinanza che: tale organismo, per essere funzionale alle aspettative, deve necessariamente essere dotato di indispensabili poteri di iniziativa, autonomia e controllo ( ) l organismo di controllo non dovrà avere compiti operativi che facendolo partecipe di decisioni dell attività dell ente potrebbero pregiudicare la serenità di giudizio al momento delle verifiche ( ) appare auspicabile che si tratti di un organismo di vigilanza formato da soggetti ( ) forniti della necessaria professionalità che vengano a realizzare effettivamente quello organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo ( ) per gli enti di dimensioni medio grandi la forma collegiale si impone così come si impone una continuità di azione. Le attività, o meglio i compiti, che l OdV deve assolvere, sostanzialmente sono: vigilanza sull efficacia ed effettività del modello, ovvero verifica della coerenza fra il modello previsto e i comportamenti concreti posti in essere; verifica dell adeguatezza e dell idoneità del modello, ovvero della sua sostanziale capacità di prevenire i comportamenti illeciti che nella specifica realtà dell ente possono, o si sono, realizzati; verifica dell adeguatezza del sistema sanzionatorio; analisi del mantenimento nel tempo dei requisiti di solidità e funzionalità del modello, in relazione all evoluzione dell ente; cura del necessario aggiornamento del modello, laddove le analisi precedenti lo richiedano, attraverso proposte di adeguamento ed attività di verifica dell attuazione e della funzionalità delle soluzioni proposte. 1 La professionalità richiesta all Organo di Vigilanza, e quindi la comprensione nello stesso di saperi diversi, fa preferire un organismo che sia collegiale, rispettoso dei requisiti di onorabilità, reputazione e imparzialità. Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 2

3 Si tratta, come è agevole rilevare, di una serie di attività specialistiche, prevalentemente di controllo, che presuppongono la conoscenza di tecniche e strumenti specifici, oltre che una elevata continuità d azione. Per effetto di quanto detto, possono individuarsi i seguenti principali requisiti dell Organismo di Vigilanza: 1) Autonomia ed indipendenza. Le attività poste in essere dall organismo di vigilanza non possono essere sindacate da alcun altro organismo o struttura aziendale, dovendosi, inoltre, garantire che la sua collocazione assicuri l autonomia dell iniziativa di controllo da ogni forma di interferenza e/o di condizionamento. In sostanza tale autonomia è ottenibile con l inserimento dell organismo in una posizione gerarchica di staff elevata che preveda la non attribuzione di compiti operativi e il rapporto diretto con i massimi vertici dell ente (quale ad esempio il Presidente, il Consiglio di Amministrazione nel suo complesso, il Collegio Sindacale); 2) Professionalità. L organismo di vigilanza deve essere dotato degli strumenti e delle tecniche specialistiche proprie di chi svolge attività ispettiva o consulenziale: tecniche di analisi, valutazione e misure per il contenimento dei rischi, tecniche di intervista e di elaborazione di questionari, elementi di psicologia, metodologie per l elaborazione delle frodi, campionamento statistico, etc.; 3) Continuità di azione. La continuità d azione dell OdV è la caratteristica sostanziale che deriva dal suo essere formalmente un organismo dell ente. D altra parte, è proprio tale requisito la prerogativa che consente all organismo di svolgere una corretta ed adeguata vigilanza, che lo rende realmente parte attiva del flusso di informazioni indispensabile per l adempimento dei propri compiti ed in particolare dell esercizio del potere di controllo, secondo una significativa autonomia di iniziativa e di azione. La continuità d azione comporta la conoscenza e la vicinanza alle aree sensibili in modo da poter verificare prontamente l efficacia del sistema di controllo adottato dall ente ed espresso nel Modello Organizzativo. A questo punto si pongono diversi interrogativi. Ma quale deve essere la struttura dell Organismo di Vigilanza? da chi è nominato e da chi è composto? a chi riferisce dell attività svolta? Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 3

4 Per quanto riguarda il primo interrogativo, le alternative riguardano i sindaci, le strutture di controllo interno e eventuali strutture esterne nella prospettiva di outsourcing. La legge di Stabilità 2012 (L.183/2011- pubbl. su G.U. del14/11/2011 n. 265 S.O. n. 234) ha previsto l inserimento nell art. 6 del D.Lgs. 231/2001 del comma 4- bis, il quale ha previsto che nelle società di capitali, il Collegio Sindacale, il Consiglio di Sorveglianza ed il Comitato per il Controllo della Gestione, possano svolgere le funzioni dell Organismo di Vigilanza. In sostanza, tali organi sono considerati dal legislatore organismi dell ente dotati di autonomi poteri di iniziativa e di controllo ai fini dell esimente di cui all art. 6 del Decreto. A tal riguardo si rileva che l altra e finora unica previsione contenuta nel Decreto individuante i soggetti che possono svolgere all interno dell ente i compiti dell OdV è quella di cui al comma 4 dell art. 6, la quale dispone che negli enti di piccole dimensioni i compiti indicati nella lettera b), del comma 1, possono essere svolti direttamente dall'organo dirigente. Tale attribuzione non risulta aver avuto esiti positivi nella prassi aziendale, soprattutto perché non garantisce sufficienti garanzie in termini di autonomia ed indipendenza della vigilanza svolta dall organo dirigente. Tale novità ha sollevato non poche perplessità e critiche da parte degli addetti alla materia. Tale tematica verrà approfondita in un successivo specifico articolo della Commissione. Analoghe perplessità sussistono relativamente alle strutture di controllo interno, cui invece spesso si fa riferimento: l opzione di affidare i compiti dell organo di vigilanza a funzioni aziendali già attive (quali ad esempio, l ufficio legale o l internal auditing) ci pare presentare la controindicazione per cui tali funzioni potrebbero non avere il grado di indipendenza rispetto ai <<soggetti in posizione apicale>>, né la stabilità necessaria al fine di garantire l efficace applicazione del <<modello>> 2. Tale orientamento negativo è ribadito con riferimento alle imprese bancarie: del pari è dubbio che l organismo de quo possa coincidere con l attuale internal audit (Revisione Interna) il quale, nonostante quanto precisato dalle istruzioni di vigilanza, 2 Frignani, Grosso, Rossi, I modelli di organizzazione previsti dal d.lgs. n. 231/2001 sulla responsabilità degli enti, in Le Società, n. 15, 2002, 149. Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 4

5 presenta un grado di indipendenza inferiore rispetto a quello previsto dal D.Lgs. n. 231/2001 per l organismo per cui si discute, laddove esso debba colloquiare con i vertici aziendali 3. Analogamente le Linee Guida di Confindustria sconsigliano espressamente che funzioni e strutture aziendali già esistenti (Personale e Organizzazione, Legale, Amministrazione e Controllo di Gestione) si facciano carico delle attività proprie dell Organismo di Vigilanza, sia perché di solito sono prive delle competenze necessarie, sia perché a queste funzioni sono di solito affidati poteri decisori che potrebbero configgere con il requisito dell indipendenza e dell obiettività di giudizio richiesto. Si è chiesto se tale organismo possa essere affidato in outsourcing, come avviene per le funzioni di controllo legale dei conti e certificazione affidate alle società di revisione, che non appartengono alla struttura del soggetto controllato, ovvero dell ente. La risposta è stata negativa anche in questo caso sostenendosi che la legge parla di un organismo dell ente e che il suo carattere interno è espressamente richiamato nella norma, nonchè nella Relazione al decreto. Alcune interessanti proposte per l identificazione di tale organo possono essere sviluppate a partire dai contenuti delle Linee Guida di categoria, in particolare quelle dell ABI 4, le quali, pur non escludendo che l OdV possa e debba, ove necessario, servirsi della collaborazione di soggetti esterni alla banca, quali la società di revisione, esprime parere negativo sull affidamento di tale funzione in via permanente a soggetti esterni all ente. In particolare, si considera come il riferimento espresso presente nel D.Lgs. n. 231 del 2001 ad un organismo dell ente porti a ritenere che esso non possa essere identificato tout court con un soggetto esterno all ente medesimo. Sull inopportunità di attribuire la funzione dell Organismo di Vigilanza ad un soggetto esclusivamente esterno, pur in presenza di un evidente vantaggio quale l accentuazione dell indipendenza e delle possibilità operative dell organo di controllo, questa soluzione potrebbe presentare notevoli costi di attuazione anche in termini 3 F.Maimeri, Controlli interni delle banche tra regolamentazione di vigilanza e modelli di organizzazione, in Rivista di diritto commerciale, I, 2002, Linee Guida dell Associazione Bancaria Italiana per l adozione di modelli organizzativi sulla responsabilità amministrativa delle banche. Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 5

6 organizzativi che ne limitano l adozione, quanto meno per gli enti non dotati di discrete dimensioni. L istituzione di un organismo ad hoc solleva poi il problema se la relativa previsione debba avvenire nello statuto dell ente. La risposta sul punto deve essere negativa, come sembra essere l orientamento espresso dall ordinanza G.I.P. Tribunale di Roma in Cassazione penale, che ha ritenuto che tutto il modulo previsto dall art. 6 del decreto debba essere adottato con delibera dell organo amministrativo e dunque in assenza di qualsivoglia modifica statutaria. D altra parte l Organismo di Vigilanza previsto dal D.Lgs. n. 231 del 2001 non costituisce una novità riguardo a quelli di sistema di controllo interno conosciuti dall ordinamento vigente. L esigenza di stabilire controlli interni e introdurre organi che possano espletare queste funzioni all interno dell impresa si è manifestata in altre occasioni con riguardo a specifiche attività e momenti dell impresa. 3 Il Regolamento dell Organismo di Vigilanza L Organismo di Vigilanza viene nominato mediante delibera dell organo amministrativo, che ne stabilisce contestualmente il numero e la qualifica dei componenti, siano essi interni od esterni, oltre che la durata dell incarico conferito ed il compenso. I compiti, i doveri ed i poteri, e le caratteristiche che l OdV deve avere, sono contenute all interno del Modello di Organizzazione. L atto con il quale, poi, l Organismo disciplina il suo funzionamento è il Regolamento. Quindi, affinchè un OdV sia dotato di un proprio Regolamento, è necessario che il Modello contenga quanto meno le linee guida concernenti i criteri di nomina, le cause di decadenza ed ineleggibilità, le eventuali sostituzioni, le mansioni, i poteri, i doveri, le responsabilità, la composizione, la revoca e la cessazione, nonché la modalità di flusso di informazioni tra esso e gli altri organi societari 5. 5 E.De Sabato, Irresponsabilità penale ex lege 231/01 a fronte di condotte penalmente rilevanti dei suoi soggetti apicali, in Giurisprudenza commentata, 2011, 3, 677. Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 6

7 Per meglio comprendere la portata di tale documento, il suo contenuto e l iter approvativo che lo stesso debba seguire per la definitiva adozione, appare opportuno risalire alla fonte che ne ha determinato l esistenza. Il D.Lgs. 231/2001 nulla dice rispetto al Regolamento dell OdV, l esigua sezione relativa alla individuazione dell Organismo, infatti, si sofferma solo su alcune caratteristiche che lo stesso debba possedere 6. La prima menzione al Regolamento la troviamo nelle prime Linee Guida emanate da Confindustria 7 che, all interno del paragrafo riguardante la continuità d azione, specifica che la definizione degli aspetti attinenti alla continuità dell azione dell Organismo, quali la calendarizzazione dell attività, la verbalizzazione delle riunioni e la disciplina dei flussi informativi dalle strutture aziendali all Organismo, potrà essere rimessa allo stesso Organismo, il quale in questi casi dovrà disciplinare il proprio funzionamento interno. A tale proposito è opportuno che l Organismo formuli un regolamento delle proprie attività (determinazione delle cadenze temporali dei controlli, individuazione dei criteri e delle procedure di analisi, ecc.). Non è, invece, opportuno che tale regolamento sia redatto ed approvato da organi societari diversi dall Organismo di cui ci occupiamo giacché questo potrebbe far ritenere violata l indipendenza dello stesso Vale la pena precisare che tali indicazioni non sono state modificate nei successivi aggiornamenti delle Linee Guida del 2004 e Analizzando congiuntamente sia la loro collocazione all interno del documento che il loro contenuto, le raccomandazioni di Confindustria individuano la redazione del Regolamento dell OdV come uno degli atti necessari per verificare il requisito della continuità di azione ed, allo stesso tempo, danno una indicazione sull auspicato iter approvativo che lo stesso debba seguire Art. 6 comma 1, lettera b) D.Lgs. 8 giugno 2001, n Linee Guida per la redazione di modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001, Confindustria, 7 marzo Dello stesso avviso, tra gli altri, è Assobiomedica che ha ribadito la posizione nell ultimo aggiornamento del novembre 2013 delle sue Linee Guida per la costruzione di modeli di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001. Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 7

8 Dal testo emerge, inoltre, quale debba essere la ratio volta ad individuare il contenuto del documento; questo dovrebbe, infatti, fissare le regole di funzionamento dell operare quotidiano dell Organismo. A ben vedere, anche l indicazione fornita sulla redazione ed approvazione interna all Organismo di Vigilanza del documento, parrebbe sottolineare che gli aspetti strutturali e quindi non ricompresi nel Regolamento dell OdV siano di esclusiva competenza dell organo amministrativo. Relativamente al contenuto poi del Regolamento, nella prassi si è teso a ricomprendere elementi quali: a) la durata in carica, b) le regole relative alla eventuale rieleggibilità, c) le ipotesi di revoca. Ad avviso di chi scrive, anche alla luce di quanto sopra esposto, una tale interpretazione del contenuto potrebbe comportare una duplicazione di quanto già statuito nella parte del Modello dedicata all Organismo di Vigilanza; inoltre, nel caso in cui nel Modello tale sezione non fosse prevista, secondo quanto stabilito nelle Linee Guida Confindustria, un siffatto Regolamento dovrebbe essere approvato dall organo amministrativo con il rischio di veder minata l autonomia dell Organismo di Vigilanza. Ed infine, una tale duplicazione potrebbe comportare, in caso di inadeguata manutenzione del Modello e del Regolamento, ad incongruenze tra i documenti rischiando di minare il potere esimente da responsabilità del Modello nel suo complesso. Nella direzione originariamente tracciata da Confindustria sembra essersi indirizzato anche l Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili il quale, nelle recenti Linee Guida emanate 9, ha elaborato un esempio di Regolamento del funzionamento dell OdV volto a disciplinare esclusivamente l operatività dell Organismo, rimandando ai contenuti del Modello per quanto concerne poteri, doveri e compiti. L impostazione seguita dall IRDCEC, in pratica, prevede che il Regolamento debba contenere i seguenti aspetti 10 : 9 Linee guida per l organismo di vigilanza ex D.Lgs. 231/2001 e per il coordinamento con la funzione di vigilanza del collegio sindacale, IRDCEC, Documento n. 18, maggio 2013, in 10 Op.Cit. pag. 33. Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 8

9 Scopo e ambito di applicazione; Composizione e sostituzione dei membri dell Organismo; Presidente dell Organismo; Riunioni Convocazioni e ordine del giorno; Consultazioni per iscritto; Audizioni; Verbali; Risorse finanziarie; Voto e decisioni dell Organismo; Segreteria dell Organismo; Consulenti esterni; Obblighi di riservatezza; Modifiche del Regolamento. Tale impostazione dovrebbe contribuire al verificarsi del requisito della continuità di azione richiamato nelle Linee Guida Confindustria 11. Ci si chiede, infine, quale debba essere l iter approvativo del Regolamento. Come anticipato, le Linee Guida Confindustria parrebbero escludere la possibilità che lo stesso venga approvato dall organo amministrativo. Le richiamate Linee Guida dell IRDCEC, riconoscendo l onere della sola redazione del documento in capo all OdV, prevedono che venga comunicato all organo amministrativo e da esso approvato 12 ; inoltre, in merito alle regole per la modifica del Regolamento, viene asserito che può essere modificato con il consenso della maggioranza dei sui componenti e, in tal caso, deve essere portato nuovamente all approvazione dell organo amministrativo 13. Nella prassi, si assiste alla stesura, alla approvazione 14 ed alle successive modifiche del documento a cura dell OdV con la previsione di un mero recepimento da parte 11 Op.cit. pag Op.cit. pag Op.cit. pag In una survey sull attuazione dei Modelli Organizzativi, è risultato che la maggioranza degli OdV delle società partecipanti aveva approvato un proprio Regolamento di funzionamento, Modalità di Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 9

10 dell organo amministrativo; ad opinione di chi scrive, è ammissibile, nel rispetto dell autonomina dell Organismo, ed in considerazione del fatto che lo stesso espleta la propria funzione nell interesse dell ente riferendo all organo amministrativo che lo ha nominato, che quest ultimo possa dare suggerimenti sul Regolamento, ma non impedire l approvazione del documento. 4 Conclusioni Alla luce delle riflessioni svolte, si può delinare una doppia disciplina volta a regolare da un lato la composizione, i poteri ed i doveri dell Organismo di Vigilanza, dall altro l operatività dello stesso. La prima, di competenza dell organo amministrativo dell ente generalmente contenuta all interno del Modello Organizzativo, la seconda, di esclusiva pertinenza dell OdV, che si identifica nella redazione ed approvazione ad opera dello stesso di un Regolamento che disciplini il suo funzionamento 15. Nonostante dottrina e prassi stiano delineando lo scenario appena descritto, il tema del Regolamento dell Organismo di Vigilanza continua a rappresentare una delle tante aree grigie che la normativa di riferimento ha creato, lasciando il campo alla interpretazione dottrinaria e giurisprudenziale. Ci si chiede allora se, alla luce delle possibili conseguenze che potrebbero emergere a seguito di una condanna di un ente per uno dei reati presupposto, sia giunto il momento per il legislatore di intervenire con aggiornamenti non esclusivamente riguardanti l ampliamento del catalogo degli illeciti, ma volti invece a chiarire definitivamente le zone d ombra di taluni degli aspetti generali che rendono ancora oggi (a distanza di ben 13 anni dalla sua entrata in vigore) non sempre di facile applicazione la normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. n. 231/2001. Ed in particolare, in merito all argomento in esame, è opportuno dare maggiori chiarimenti su quale debba essere il funzionamento dell Organismo di attuazione dei modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/01 nelle società italiane ; I risultati dell indagine, ComplianceAziandale.com, Gruppo ODV, Ernst & Young, Novembre Dello stesso avviso, N.Abriani, F.Giunta, L organismo di vigilanza previsto dal D.Lgs. 231/2001. Compiti e funzioni, in La responsabilità amministrativa delle società e degli enti, marzo Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 10

11 Vigilanza, il cui operato è condizione indispensabile ed imprescindibile al fine dell esimente dalla responsabilità dell ente. Dott.ssa Sonia Mazzucco e Dott. Daniele Sciardiglia Pag. 11

L ORGANISMO DI VIGILANZA EX D. LGS. 231/2001

L ORGANISMO DI VIGILANZA EX D. LGS. 231/2001 L ORGANISMO DI VIGILANZA EX D. LGS. 231/2001 A cura di Sonia Mazzucco Dottore Commercialista, Revisore Legale e Componente del CdA della Fondazione Centro Studi UNGDCEC Il D. Lgs. 231/2001, recante la

Dettagli

Il ruolo del dottore commercialista nel 231/2001. Organismo di Vigilanza

Il ruolo del dottore commercialista nel 231/2001. Organismo di Vigilanza Il ruolo del dottore commercialista nel 231/2001 Organismo di Vigilanza A cura di Daniele Sciardiglia Dottore Commercialista in Roma LA NORMATIVA art. 6 del D.Lgs. 231/2001 Reati commessi da soggetti in

Dettagli

DISCIPLINA DELL ORGANISMO DI VIGILANZA

DISCIPLINA DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DISCIPLINA DELL ORGANISMO DI VIGILANZA (ALLEGATO DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ADOTTATO DAL FONDO FOR.TE. AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, n. 231) INDICE 1. L ORGANISMO

Dettagli

Regolamento dell Organismo di Vigilanza del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001

Regolamento dell Organismo di Vigilanza del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001 Regolamento dell Organismo di Vigilanza del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001 Documento approvato dal Consiglio di Amministrazione di AUTOGRILL S.p.A. con delibera del

Dettagli

A12 91 QUADERNI DI DIRITTO ED ECONOMIA DELLE COMUNICAZIONI E DEI MEDIA

A12 91 QUADERNI DI DIRITTO ED ECONOMIA DELLE COMUNICAZIONI E DEI MEDIA QUADERNI DI DIRITTO ED ECONOMIA DELLE COMUNICAZIONI E DEI MEDIA per la Facoltà di Giurisprudenza dell Università LUMSA Libera Università Maria SS. Assunta 5 A12 91 Federico Maurizio d Andrea LA SOCIETÀ

Dettagli

COMPLIANCE PENALE Adozione ed Aggiornamento del Modello 231 Approccio Operativo

COMPLIANCE PENALE Adozione ed Aggiornamento del Modello 231 Approccio Operativo COMPLIANCE PENALE Adozione ed Aggiornamento del Modello 231 Approccio Operativo Avv. Luigi Pecorario Pagina2 La Compliance nel settore del diritto Penale, intesa come conformità alle disposizioni normative,

Dettagli

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DELL ORGANISMO DI VIGILANZA Approvato dal Consiglio di Amministrazione in data pag. 2 di 5 1. SCOPO E AMBITO DI APPLICAZIONE Trentino trasporti esercizio S.p.A. ha istituito un Organo con funzioni di vigilanza

Dettagli

Funzioni di Audit e Sistema Duale Workshop Cetif Il sistema dei controlli interni alla luce delle nuove prospettive di gestione del rischio

Funzioni di Audit e Sistema Duale Workshop Cetif Il sistema dei controlli interni alla luce delle nuove prospettive di gestione del rischio 1 Pag. 1 Funzioni di Audit e Sistema Duale Workshop Cetif Il sistema dei controlli interni alla luce delle nuove prospettive di gestione del rischio La presentazione è stata realizzata da Banca Popolare

Dettagli

REGOLAMENTO ODV E SISTEMA DI CONTROLLO FONDAZIONE G. CASTELLINI - SCUOLA D ARTI E MESTIERI

REGOLAMENTO ODV E SISTEMA DI CONTROLLO FONDAZIONE G. CASTELLINI - SCUOLA D ARTI E MESTIERI REGOLAMENTO ODV E SISTEMA DI CONTROLLO FONDAZIONE G. CASTELLINI - SCUOLA D ARTI E MESTIERI Aggiornato con Delibera del CDA del 16/01/2015 punto 1 O.d.G. 1 SOMMARIO ART. 1 ISTITUZIONE DELL ORGANO DI VIGILANZA...

Dettagli

Determinazione dirigenziale n. 1 del adottata dall Agenzia per la Formazione, l Orientamento e il Lavoro del Sud Milano a.s.c.

Determinazione dirigenziale n. 1 del adottata dall Agenzia per la Formazione, l Orientamento e il Lavoro del Sud Milano a.s.c. Determinazione dirigenziale n. 1 del 07.01.2015 adottata dall Agenzia per la Formazione, l Orientamento e il Lavoro del Sud Milano a.s.c. OGGETTO: RINNOVO INCARICO SUPPORTO CONSULENZIALE QUALIFICATO PRESIDENTE

Dettagli

L APPLICAZIONE CONCRETA DEL D.LGS. 231/01: IL RUOLO DELLE LINEE GUIDA CONFINDUSTRIA E L ESPERIENZA DI CONFINDUSTRIA VERONA

L APPLICAZIONE CONCRETA DEL D.LGS. 231/01: IL RUOLO DELLE LINEE GUIDA CONFINDUSTRIA E L ESPERIENZA DI CONFINDUSTRIA VERONA L APPLICAZIONE CONCRETA DEL D.LGS. 231/01: IL RUOLO DELLE LINEE GUIDA CONFINDUSTRIA E L ESPERIENZA DI CONFINDUSTRIA VERONA Verona, 22 aprile 2010 PERCORSO DI VALUTAZIONE DEI CONTENUTI DEL D. LGS. 231/01

Dettagli

La predisposizione ed implementazione del M.O.G. ex d.lgs 231/2001. Roma: 20 Ottobre 2015 Corte di Cassazione

La predisposizione ed implementazione del M.O.G. ex d.lgs 231/2001. Roma: 20 Ottobre 2015 Corte di Cassazione La predisposizione ed implementazione del M.O.G. ex d.lgs 231/2001 Roma: 20 Ottobre 2015 Corte di Cassazione L esclusione di responsabilità Accertamento del reato Il reato è previsto dal d.lgs. 231/01?

Dettagli

Compiti, requisiti e poteri

Compiti, requisiti e poteri Compiti, requisiti e poteri Composizione Costituzione L O.d.V. nei gruppi di imprese Compiti, requisiti e poteri Organismo interno all azienda dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo, con

Dettagli

IL DOTTORE COMMERCIALISTA NEL RUOLO DI SINDACO E COMPONENTE DELL ODV

IL DOTTORE COMMERCIALISTA NEL RUOLO DI SINDACO E COMPONENTE DELL ODV S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO I RAPPORTI FRA CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE E COLLEGIO SINDACALE E ALTRI ORGANI PREPOSTI AL CONTROLLO NELLE SOCIETÀ QUOTATE TEMI DI RILIEVO IN MERITO AL RAPPORTO

Dettagli

MODULO 2 ex D.Lgs. n.231/2001 MODELLO ORGANIZZATIVO

MODULO 2 ex D.Lgs. n.231/2001 MODELLO ORGANIZZATIVO MODULO 2 ex D.Lgs. n.231/2001 MODELLO ORGANIZZATIVO 1 1 Il D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 in materia di responsabilità delle imprese per reati commessi da dipendenti, amministratori o collaboratori 2 2

Dettagli

Regolamento dell Organismo di Vigilanza

Regolamento dell Organismo di Vigilanza Regolamento dell Organismo di Vigilanza Allegato n.2 al Modello di organizzazione, gestione e controllo (D. Lgs. 231/2001 Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle

Dettagli

Compliance in Banks 2010 La sfida di integrazione dei controlli interni

Compliance in Banks 2010 La sfida di integrazione dei controlli interni Compliance 2010 La sfida di integrazione dei controlli interni Compliance in Banks 2010 La sfida di integrazione dei controlli interni Claudio Cola Roma, 12 Novembre 2010 www.assoaicom.org LA FUNZIONE

Dettagli

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DELLA SOCIETÀ DEL GRUPPO BRESCIA MOBILITÀ: BRESCIA TRASPORTI SPA

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DELLA SOCIETÀ DEL GRUPPO BRESCIA MOBILITÀ: BRESCIA TRASPORTI SPA REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DELLA SOCIETÀ DEL GRUPPO BRESCIA MOBILITÀ: BRESCIA TRASPORTI SPA ARTICOLO 1 SCOPO ED AMBITO DI APPLICAZIONE 1.1 La società Brescia Trasporti spa (di seguito Società

Dettagli

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 Parte Speciale B Organismo di Vigilanza

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 Parte Speciale B Organismo di Vigilanza Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 Parte Speciale B Organismo di Vigilanza 1 I NDICE B - 1. I DENTIFICAZIONE DELL O RGANISMO DI V IGILAN ZA B -

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Data: 26/03/2015 Pag. 1 di 7 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Statuto dell Organismo di Vigilanza Data: 26/03/2015 Pag. 2 di 7 Rev Data Descrizione delle modifiche Pagine 00 29/09/2010 Prima

Dettagli

APAM ESERCIZIO SPA REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA D. LGS. 231/01

APAM ESERCIZIO SPA REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA D. LGS. 231/01 APAM ESERCIZIO SPA REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA D. LGS. 231/01 SOMMARIO Art. 1 Scopo e ambito di applicazione pag. 3 Art. 2 Convocazione, voto e delibere dell Organismo pag. 3 Art. 3 Nomina

Dettagli

REGOLAMENTO DEL COMITATO NOMINE DI POSTE ITALIANE S.p.A.

REGOLAMENTO DEL COMITATO NOMINE DI POSTE ITALIANE S.p.A. REGOLAMENTO DEL COMITATO NOMINE DI POSTEE ITALIANE S.p.A. Documento approvato dal Consiglio di Amministrazionee di Poste Italiane S.p.A. nella riunione del 22 settembre 2015 2 ART. 1 Composizione 1.1 Il

Dettagli

ORDINE DEGLI ATTUARI

ORDINE DEGLI ATTUARI La Funzione Attuariale in ottica Solvency 2 Coordinamento, gestione e controllo in materia di riserve tecniche A. Chiricosta Roma, 1 luglio 2014 Agenda Indicazioni dalla Lettera al mercato applicazione

Dettagli

COBE DIREZIONALE S.r.l.

COBE DIREZIONALE S.r.l. Reg. Imp.: 01239540162 Rea: 185732 COBE DIREZIONALE S.r.l. Società soggetta a direzione e coordinamento di COMUNE DI BERGAMO Sede in Piazza Matteotti n. 27-24122 BERGAMO Capitale sociale 50.000,00 i.v.

Dettagli

5. ORGANISMO DI VIGILANZA

5. ORGANISMO DI VIGILANZA 5. ORGANISMO DI VIGILANZA 5.1. Identificazione e nomina dell Organismo di Vigilanza In attuazione di quanto previsto dal D. lgs. n. 231/2001 il quale, ex art. 6, comma 1, lett. b, è stata disposta l individuazione

Dettagli

COMUNE DI BANARI Provincia di Sassari Piazza Antonio Solinas n. 1 Tel Fax

COMUNE DI BANARI Provincia di Sassari Piazza Antonio Solinas n. 1 Tel Fax COMUNE DI BANARI Provincia di Sassari Piazza Antonio Solinas n. 1 Tel. 079.82.60.01 Fax 079.82.62.33 e-mail comunebanari@tiscali.it DECRETO DEL SINDACO N.3 del 11.07.2013 Oggetto: Nomina del Responsabile

Dettagli

LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI EX D.LGS. 8 GIUGNO 2001, N. 231

LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI EX D.LGS. 8 GIUGNO 2001, N. 231 LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI EX D.LGS. 8 GIUGNO 2001, N. 231 Dott. Luca Marega Bergamo, 30 settembre 2013 OPEN DOT COM SPA OPEN Dot Com Spa e CAF nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti

Dettagli

Scuola Superiore di Studi Giuridici Scuola di Specializzazione in Studi sull Amministrazione pubblica Camera penale F. Bricola di Bologna

Scuola Superiore di Studi Giuridici Scuola di Specializzazione in Studi sull Amministrazione pubblica Camera penale F. Bricola di Bologna Scuola Superiore di Studi Giuridici Scuola di Specializzazione in Studi sull Amministrazione pubblica Camera penale F. Bricola di Bologna Bologna, 1 marzo 2013 Diritto penale dell ambiente e responsabilità

Dettagli

La vigilanza del Collegio Sindacale: Norme, Operatività e Responsabilità

La vigilanza del Collegio Sindacale: Norme, Operatività e Responsabilità Pier Luigi Morara Studio Legale Macchi di Cellere Gangemi Bologna Via Degli Agresti n. 4 40123 Bologna Bologna, 1 febbraio 2012 AIRCES La vigilanza del Collegio Sindacale: Norme, Operatività e Responsabilità

Dettagli

- evoluzioni normative che hanno comportato l inclusione di nuove fattispecie di reato all interno del Decreto Legislativo n.231 del 2001.

- evoluzioni normative che hanno comportato l inclusione di nuove fattispecie di reato all interno del Decreto Legislativo n.231 del 2001. Premessa [1] Rai Com ha deciso di procedere alla predisposizione e adozione del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. 231/01 (di seguito, il Modello ) in quanto consapevole che tale

Dettagli

Con l occasione Ti invio i miei più cordiali saluti,

Con l occasione Ti invio i miei più cordiali saluti, Milano, 30 maggio 2011 Egr. Dott. Claudio Siciliotti Presidente CNDCEC Piazza della Repubblica, 59 00185 Roma Norme di comportamento del Collegio Sindacale Caro Presidente, ho il piacere di inviarti in

Dettagli

RELAZIONE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA EX. ARTT. 6 7 DEL D.LGS. 231/2001 DI PIERREL S.P.A. SULL ANDAMENTO DELL ESERCIZIO 2010

RELAZIONE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA EX. ARTT. 6 7 DEL D.LGS. 231/2001 DI PIERREL S.P.A. SULL ANDAMENTO DELL ESERCIZIO 2010 ************ RELAZIONE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA EX. ARTT. 6 7 DEL D.LGS. 231/2001 DI PIERREL S.P.A. SULL ANDAMENTO DELL ESERCIZIO 2010 Signori Azionisti, Signori Consiglieri di Amministrazione, Signori

Dettagli

Principi di comportamento del Collegio sindacale di società non quotate: Attività del collegio sindacale nella crisi di impresa

Principi di comportamento del Collegio sindacale di società non quotate: Attività del collegio sindacale nella crisi di impresa MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Commissione Procedure Concorsuali (Presidente R. Rordorf) ALLEGATO B Principi di comportamento del Collegio sindacale di società non quotate: Attività del collegio sindacale nella

Dettagli

STATUTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA

STATUTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA Rev. 01 2014.10.20 Pagine 7 Pagina 1 RHRG20 REVISIONE 01 RAVENNA HOLDING S.P.A. Via Trieste, 90/A - 48122 Ravenna - Italy Telefono +39 0544 45.08.57 - Telefax +39 0544 68.40.12 Codice Fiscale e Partita

Dettagli

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA 1) Costituzione, nomina e composizione dell Organismo di Vigilanza In conformità alle disposizioni contenute nell art. 6 del D.Lgs. 231/2001, l ATER ha costituito

Dettagli

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D. LGS. 231/2001

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D. LGS. 231/2001 REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D. LGS. 231/2001 Indice INDICE... 2 ARTICOLO 1 SCOPO E AMBITO DI APPLICAZIONE... 3 ARTICOLO 2 NOMINA E COMPOSIZIONE

Dettagli

Diventare Organismo di Vigilanza come Collegio Sindacale

Diventare Organismo di Vigilanza come Collegio Sindacale S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO Sistemi di Compliance e Decreto Legislativo 231 Diventare Organismo di Vigilanza come Collegio Sindacale Dott. Marco Rescigno Dottore Commercialista e Revisore

Dettagli

Azienda Speciale. STATUTO dell ORGANISMO di VIGILANZA

Azienda Speciale. STATUTO dell ORGANISMO di VIGILANZA STATUTO dell ORGANISMO di VIGILANZA Approvato dal Consiglio di Amministrazione del 4 dicembre 2012 AZIENDA SPECIALE CASA DI RIPOSO MONTICELLO Via G. Sirtori, 1 23876 MONTICELLO - LC Sommario Articolo 1

Dettagli

Federazione Autonoma Bancari Italiani

Federazione Autonoma Bancari Italiani Federazione Autonoma Bancari Italiani Delibera COVIP 31 marzo 2011 La nuova disciplina della revisione legale dei conti ed i fondi pensione: le indicazioni di COVIP Il Dlgs. 39/2010, entrato in vigore

Dettagli

REGOLAMENTO ORGANISMO DI VIGILANZA

REGOLAMENTO ORGANISMO DI VIGILANZA Pag. 1 di 6 Oggetto Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001 REGOLAMENTO ORGANISMO DI VIGILANZA 0 31.05.2009 EMISSIONE RGQ POV PRS Rev. Data Descrizione Modifica Redatto Approvato

Dettagli

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITÀ

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITÀ DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITÀ DELIBERAZIONE 20 aprile 2010. COMMISSIONE NAZIONALE PER LE SOCIETÀ E LA BORSA ModiÞ che al Regolamento recante l individuazione dei tipi di dati sensibili e giudiziari

Dettagli

DELCLIMA S.P.A. Sede Legale in Treviso - Via L. Seitz n. 47. Capitale Sociale Euro int. vers.

DELCLIMA S.P.A. Sede Legale in Treviso - Via L. Seitz n. 47. Capitale Sociale Euro int. vers. DELCLIMA S.P.A. Sede Legale in Treviso - Via L. Seitz n. 47 Capitale Sociale Euro 224.370.000 int. vers. Cod. Fisc. 06830580962 e Partita I.V.A. 06830580962 REA di Treviso 352567 * * * * RELAZIONE DEL

Dettagli

BIOERA S.P.A. Assemblea Ordinaria del 10 maggio 2016 in unica convocazione

BIOERA S.P.A. Assemblea Ordinaria del 10 maggio 2016 in unica convocazione BIOERA S.P.A. Assemblea Ordinaria del 10 maggio 2016 in unica convocazione Relazione illustrativa degli Amministratori sulle proposte concernenti le materie poste all Ordine del Giorno, redatta ai sensi

Dettagli

Le funzioni e i poteri dell organismo di vigilanza. di Andrea Quaranta

Le funzioni e i poteri dell organismo di vigilanza. di Andrea Quaranta Le funzioni e i poteri dell organismo di vigilanza di Andrea Quaranta Il concetto di organismo di vigilanza è da sempre oggetto di ampi dibattiti dottrinali, a causa delle imprecise indicazioni fornite,

Dettagli

CONFERENZA ZONALE PER L ISTRUZIONE Comuni di Livorno, Collesalvetti e Capraia Isola REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONFERENZA ZONALE

CONFERENZA ZONALE PER L ISTRUZIONE Comuni di Livorno, Collesalvetti e Capraia Isola REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONFERENZA ZONALE CONFERENZA ZONALE PER L ISTRUZIONE Comuni di Livorno, Collesalvetti e Capraia Isola REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONFERENZA ZONALE INDICE Art. 1 Istituzione Art. 2 Composizione Art. 3

Dettagli

COMITATO PER IL CONTROLLO E RISCHI, COLLEGIO SINDACALE E ORGANISMO DI VIGILANZA RUOLI, COMPITI E RESPONSABILITA NEL SISTEMA DEI CONTROLLI

COMITATO PER IL CONTROLLO E RISCHI, COLLEGIO SINDACALE E ORGANISMO DI VIGILANZA RUOLI, COMPITI E RESPONSABILITA NEL SISTEMA DEI CONTROLLI COMITATO PER IL CONTROLLO E RISCHI, COLLEGIO SINDACALE E ORGANISMO DI VIGILANZA RUOLI, COMPITI E RESPONSABILITA NEL SISTEMA DEI CONTROLLI SOMMARIO DEGLI ATTI Avv. Romina Guglielmetti Partner Santa Maria

Dettagli

ICCREA BANCA La responsabilità amministrativa degli enti: D.Lgs 231/01

ICCREA BANCA La responsabilità amministrativa degli enti: D.Lgs 231/01 ICCREA BANCA La responsabilità amministrativa degli enti: D.Lgs 231/01 1 ex D.Lgs. 231 4. OdV 231 3. Sistema sanzionatorio 2. Previsione di regole dirette a programmare la formazione ed attuazione delle

Dettagli

Technogym S.p.A. Regolamento del comitato controllo e rischi

Technogym S.p.A. Regolamento del comitato controllo e rischi Technogym S.p.A. Regolamento del comitato controllo e rischi 1 CAPO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI Art. 1 Ambito di applicazione Il presente regolamento (di seguito il Regolamento ) disciplina i compiti e

Dettagli

SOMMARIO. Articolo 1. Scopo e ambito di applicazione. Articolo 2. Nomina e composizione dell Organismo.

SOMMARIO. Articolo 1. Scopo e ambito di applicazione. Articolo 2. Nomina e composizione dell Organismo. REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. 231/2001 SOMMARIO Articolo 1. Scopo e ambito di applicazione. Articolo 2. Nomina e composizione dell

Dettagli

Regolamento del COMITATO CONTROLLO E RISCHI

Regolamento del COMITATO CONTROLLO E RISCHI Regolamento del COMITATO CONTROLLO E RISCHI ARTICOLO 1 FUNZIONI DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI 1.1 Il Comitato Controllo e Rischi (nel prosieguo anche il Comitato ), costituito nell ambito del Consiglio

Dettagli

Il modello di governance dualistico per le società chiuse

Il modello di governance dualistico per le società chiuse Il modello di governance dualistico per le società chiuse a prima critica che viene fatta al modello di governance dualistico riguarda la nomina dei componenti il Consiglio di sorveglianza e la disciplina

Dettagli

Regolamento Comitato Remunerazione e Nomine

Regolamento Comitato Remunerazione e Nomine Regolamento Comitato Remunerazione e Nomine 1. COSTITUZIONE E FUNZIONE DEL COMITATO REMUNERAZIONE E NOMINE 1.1 In ottemperanza alle disposizioni contenute nel Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana,

Dettagli

Piano triennale della Trasparenza e Integrità (P.T.T.I.)

Piano triennale della Trasparenza e Integrità (P.T.T.I.) MANTOVA ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI Piano triennale della Trasparenza e Integrità (P.T.T.I.) Anni 2015-2017 Predisposto dal Responsabile per la trasparenza Dott. Andrea

Dettagli

Statuto dell Organismo di Vigilanza del Modello di Organizzazione e Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n.231

Statuto dell Organismo di Vigilanza del Modello di Organizzazione e Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n.231 Statuto dell Organismo di Vigilanza del Modello di Organizzazione e Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n.231 ANTHEA S.R.L. Statuto dell Organismo di Vigilanza del Modello di Organizzazione e

Dettagli

Roma 30 Novembre 2011 Organizzazione Sviluppo Risorse Umane e Qualità

Roma 30 Novembre 2011 Organizzazione Sviluppo Risorse Umane e Qualità REGOLAMENTO O.D.V. ALES Roma 30 Novembre 2011 Organizzazione Sviluppo Risorse Umane e Qualità Certificata ISO 9001:2008 Certificata OHSAS 18001:2007 ORGANISMO DI VIGILANZA In osservanza dell art. 6, comma

Dettagli

Verbale dell Amministratore Unico del giorno 07 agosto 2015 (verbale. Il giorno 07 agosto 2015 alle ore 9.30, presso la sede sociale della soc.

Verbale dell Amministratore Unico del giorno 07 agosto 2015 (verbale. Il giorno 07 agosto 2015 alle ore 9.30, presso la sede sociale della soc. Verbale dell Amministratore Unico del giorno 07 agosto 2015 (verbale n. 2015/AU/16) Il giorno 07 agosto 2015 alle ore 9.30, presso la sede sociale della soc. Garda Uno S.p.A. in Padenghe sul Garda (BS),

Dettagli

REGOLAMENTO ORGANISMO DI VIGILANZA

REGOLAMENTO ORGANISMO DI VIGILANZA REGOLAMENTO ORGANISMO DI VIGILANZA Ufficializzato nel Consiglio di Amministrazione del 07/07/2014 - delibera nr. 24 Approvato dall organismo di vigilanza il 07/07/2014 Pagina 1 INDICE Art. 1. Organismo

Dettagli

REGOLAMENTO DEL COMITATO RISCHI

REGOLAMENTO DEL COMITATO RISCHI REGOLAMENTO DEL COMITATO RISCHI Marzo 2016 1 COMITATO RISCHI ARTICOLO1 (Funzioni) 1.1. Il Comitato Rischi è istituito con delibera del Consiglio di Amministrazione e lo supporta con funzioni consultive,

Dettagli

REGOLAMENTO ORGANISMO DI VIGILANZA EX D.LGS. 231/2001

REGOLAMENTO ORGANISMO DI VIGILANZA EX D.LGS. 231/2001 REGOLAMENTO ORGANISMO DI VIGILANZA EX D.LGS. 231/2001 Ruoli e Responsabilità L Organismo di Vigilanza (nel seguito anche l O.d.V.) è costituito ai sensi e per gli effetti del D.Lgs. 231/01 ed è dotato

Dettagli

CAPITOLO 3 COMPITI DELL ORGANISMO DI VIGILANZA 3.1 Organismo di Vigilanza di Snam Rete Gas S.p.A.

CAPITOLO 3 COMPITI DELL ORGANISMO DI VIGILANZA 3.1 Organismo di Vigilanza di Snam Rete Gas S.p.A. CAPITOLO 3 COMPITI DELL ORGANISMO DI VIGILANZA 3.1 Organismo di Vigilanza di Snam Rete Gas S.p.A. 3.1.1 Collegialità L Organismo di Vigilanza definisce e svolge le attività di competenza secondo la regola

Dettagli

Sindaci & revisori: comunicazioni al M.E.F R.G.S

Sindaci & revisori: comunicazioni al M.E.F R.G.S Sindaci & revisori: comunicazioni al M.E.F R.G.S SINDACI-REVISORI: OBBLIGO DI COMUNICARE AL M.E.F.-R.G.S. Anche nel caso di dimissioni o revoca di sindaci incaricati della revisione legale (nel seguito

Dettagli

COMUNE DI VILLANTERIO Provincia di Pavia DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 15

COMUNE DI VILLANTERIO Provincia di Pavia DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 15 COMUNE DI VILLANTERIO Provincia di Pavia DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 15 OGGETTO: Adozione Piano triennale di prevenzione della corruzione 2014-2016 L anno 2014 addì 1 del mese di febbraio alle

Dettagli

GOLF TOLCINASCO S.r.l. Sede in Pieve Emanuele località Tolcinasco (MI) Capitale Sociale 30.712.890,00 i.v. Registro delle Imprese e Codice Fiscale 02053200966 **** RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE SUL

Dettagli

La tutela del segnalante. Art. 54 bis del d.lgs. 50 marzo 2001 n. 165

La tutela del segnalante. Art. 54 bis del d.lgs. 50 marzo 2001 n. 165 La tutela del segnalante Art. 54 bis del d.lgs. 50 marzo 2001 n. 165 1 principi generali in materia di obblighi o divieti di informazione In materia di responsabilità amministrativa degli enti il dlgs.

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO IN MATERIA DI GOVERNO SOCIETARIO

INFORMATIVA AL PUBBLICO IN MATERIA DI GOVERNO SOCIETARIO INFORMATIVA AL PUBBLICO IN MATERIA DI GOVERNO SOCIETARIO DI BANCA PATRIMONI SELLA & C. S.p.A. 27 maggio 2016 Circolare Banca d Italia n. 285 del 17.12.2013, Parte Prima, Titolo IV, Capitolo I, Sezione

Dettagli

REGOLAMENTO EMITTENTI MODALITA E TERMINI DEL CONTROLLO SULL INFORMAZIONE FINANZIARIA DIFFUSA DA EMITTENTI AZIONI (ART.

REGOLAMENTO EMITTENTI MODALITA E TERMINI DEL CONTROLLO SULL INFORMAZIONE FINANZIARIA DIFFUSA DA EMITTENTI AZIONI (ART. REGOLAMENTO EMITTENTI MODALITA E TERMINI DEL CONTROLLO SULL INFORMAZIONE FINANZIARIA DIFFUSA DA EMITTENTI AZIONI (ART. 118-BIS DEL TUF) DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE 2 marzo 2007 Le osservazioni al presente

Dettagli

W I S E S G R S. p. A.

W I S E S G R S. p. A. W I S E S G R S. p. A. REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA. (AI SENSI DEL D.LGS. 231/01) Sommario Articolo I. Articolo II. Articolo III. Articolo IV. Articolo V. Articolo VI. Articolo VII. Articolo

Dettagli

Modello Organizzativo D.Lgs 231/01. di Poste Italiane

Modello Organizzativo D.Lgs 231/01. di Poste Italiane Modello Organizzativo D.Lgs 231/01 di Poste Italiane Roma 14 dicembre 2005 Dott.ssa Dittmeier 1 Il Modello Organizzativo D.Lgs. 231 quale sistema di controllo interno Il Modello di Organizzazione Gestione

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA LA BANCA D ITALIA E LA GUARDIA DI FINANZA

PROTOCOLLO D'INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA LA BANCA D ITALIA E LA GUARDIA DI FINANZA PROTOCOLLO D'INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA LA BANCA D ITALIA E LA GUARDIA DI FINANZA La Banca d Italia e la Guardia di Finanza: VISTI il decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385,

Dettagli

Protocollo Gestione degli acquisti

Protocollo Gestione degli acquisti 24//205 di 7 Situazione Revisione Vers. Atto e data di approvazione Motivazione della revisione Autore 24//205 2 di 7 Sommario Generalità3 Scopo3 Campo di applicazione3 Definizioni3 Riferimenti5 Premessa5

Dettagli

LA FIGURA DEL MEDICO COMPETENTE NEL TESTO UNICO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO:

LA FIGURA DEL MEDICO COMPETENTE NEL TESTO UNICO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: LA FIGURA DEL MEDICO COMPETENTE NEL TESTO UNICO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: UN COLLABORATORE INDISPENSABILE PER IL DATORE DI LAVORO Agosto 2008 Presentiamo questo mese un articolo dell'ing.

Dettagli

Regolamento dell Organismo di Vigilanza del Modello di Organizzazione e Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n.231

Regolamento dell Organismo di Vigilanza del Modello di Organizzazione e Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n.231 Regolamento dell Organismo di Vigilanza del Modello di Organizzazione e Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n.231 ANTHEA S.R.L. Regolamento dell Organismo di Vigilanza del Modello di Organizzazione

Dettagli

Etica, Legalità e Modelli Organizzativi (D.Lgs. n. 231/2001 Legge n. 190/2012)

Etica, Legalità e Modelli Organizzativi (D.Lgs. n. 231/2001 Legge n. 190/2012) e con il patrocinio di: Ordine degli Ingegneri della Provincia di Palermo con il patrocinio di AICQ Sicilia Etica, Legalità e Modelli Organizzativi (D.Lgs. n. 231/2001 Legge n. 190/2012) Ordine dei Consulenti

Dettagli

SOCIETA' PATRIMONIALE DELLA PROVINCIA DI VARESE SPA

SOCIETA' PATRIMONIALE DELLA PROVINCIA DI VARESE SPA SOCIETA' PATRIMONIALE DELLA PROVINCIA DI VARESE SPA Sede Legale: PIAZZA LIBERTA' 1 - VARESE (VA) Iscritta al Registro Imprese di: VARESE C.F. e numero iscrizione: 00322250127 Iscritta al R.E.A. di VARESE

Dettagli

RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SUL SESTO PUNTO ALL ORDINE DEL GIORNO

RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SUL SESTO PUNTO ALL ORDINE DEL GIORNO RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SUL SESTO PUNTO ALL ORDINE DEL GIORNO Conferimento dell incarico di revisione legale dei conti per il periodo 2013 2021; determinazione del relativo compenso.

Dettagli

LA PROGETTAZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE

LA PROGETTAZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE LA PROGETTAZIONE DEL MODELLO Premesse L articolo 9 della legge 123 del 2007 (in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità

Dettagli

AVV. PROF. MARIO CASELLATO

AVV. PROF. MARIO CASELLATO AVV. PROF. MARIO CASELLATO Mario Casellato è nato a Roma il 18.11.1958 e si è laureato con lode in giurisprudenza presso l Università La Sapienza di Roma; si è specializzato in diritto penale e criminologia

Dettagli

ARTICOLO 1. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione con delibera del 14 giugno

ARTICOLO 1. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione con delibera del 14 giugno REGOLAMENTO DEL COMITATO REMUNERAZIONE E NOMINE ARTICOLO 1 DISPOSIZIONI PRELIMINARI Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione con delibera del 14 giugno 2007 e successivamente

Dettagli

La relazione del collegio sindacale all assemblea dei soci, il giudizio sul bilancio del soggetto incaricato del controllo contabile.

La relazione del collegio sindacale all assemblea dei soci, il giudizio sul bilancio del soggetto incaricato del controllo contabile. La relazione del collegio sindacale all assemblea dei soci, il giudizio sul bilancio del soggetto incaricato del controllo contabile. Dott. Daniele Bernardi, Bernardi&Associati,, Milano 1 La relazione

Dettagli

Approvato CdA REGOLAMENTO INTERNO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA EX D.LGS N. 231/2001

Approvato CdA REGOLAMENTO INTERNO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA EX D.LGS N. 231/2001 REGOLAMENTO INTERNO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA EX D.LGS N. 231/2001 1. REGOLAMENTO INTERNO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA ex D.Lgs n. 231/2001 Articolo 1 Scopo e ambito di applicazione 1.1 E istituito presso

Dettagli

CORSO DI REVISIONE CONTABILE IL QUADRO GIURIDICO DI RIFERIMENTO

CORSO DI REVISIONE CONTABILE IL QUADRO GIURIDICO DI RIFERIMENTO CORSO DI REVISIONE CONTABILE IL QUADRO GIURIDICO DI RIFERIMENTO ALESSIO SILVESTRI Università di Pisa -Legge n. 1966, 1939 - D.P.R. n. 136, 1975 - D. Lgs. n. 88, 1992 - D. Lgs. n. 58, 1998 (Legge Draghi)

Dettagli

Regolamento per la nomina e la disciplina dei compiti del Responsabile del Procedimento e per la composizione e il funzionamento della commissione di

Regolamento per la nomina e la disciplina dei compiti del Responsabile del Procedimento e per la composizione e il funzionamento della commissione di Regolamento per la nomina e la disciplina dei compiti del Responsabile del Procedimento e per la composizione e il funzionamento della commissione di gara per le procedure di affidamento di beni e servizi

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 28/10 DEL

DELIBERAZIONE N. 28/10 DEL Oggetto: Organi di controllo e organi di revisione degli enti, agenzie e organismi societari partecipati e/o controllati dalla Regione. Atto di indirizzo. Integrazione della Delib.G.R. n. 27/45 del 19.6.2012.

Dettagli

Corso di qualifica per Auditor 231, componente OdV 231 ed Specialista 231

Corso di qualifica per Auditor 231, componente OdV 231 ed Specialista 231 Corso di qualifica per Auditor 231, componente OdV 231 ed Specialista 231 Un percorso formativo che permette di certificare il possesso di requisiti e competenze necessarie a realizzare, gestire e auditare

Dettagli

INDICE SOMMARIO. 8. Il compenso... 34

INDICE SOMMARIO. 8. Il compenso... 34 SOMMARIO CAPITOLO 1 I SISTEMI ALTERNATIVI DI GOVERNANCE E CONTROLLO NELLE SPA NON QUOTATE 1. I nuovi sistemi di governance e controllo. Generalità... 1 2. Il sistema dualistico... 2 2.1. Le possibili applicazioni

Dettagli

1. COMPOSIZIONE DELL ODV E REQUISITI Composizione Requisiti Cause di ineleggibilità' e decadenza...3

1. COMPOSIZIONE DELL ODV E REQUISITI Composizione Requisiti Cause di ineleggibilità' e decadenza...3 PAG 1 di 6 INDICE 1. COMPOSIZIONE DELL ODV E REQUISITI 2 1.1 Composizione 2 1.2 Requisiti..2 1.3 Cause di ineleggibilità' e decadenza...3 1.4 Nomina e cessazione dall'ufficio..3 1.5 Sostituzione 3 2. DOVERI

Dettagli

La sorveglianza sanitaria: cosa dice la norma, cosa succede nella applicazione concreta.

La sorveglianza sanitaria: cosa dice la norma, cosa succede nella applicazione concreta. Dott.ssa T. Vai Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro - ASL Milano La sorveglianza sanitaria: cosa dice la norma, cosa succede nella applicazione concreta. Assemblea Regionale RLS FILCAMS Milano

Dettagli

AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI TRAPANI DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE

AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI TRAPANI DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE N.20160002269 DEL 22/06/2016 AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI TRAPANI DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE OGGETTO: Approvazione del Regolamento per il funzionamento del Servizio Ispettivo Interno e Individuazione

Dettagli

LA PREVENZIONE DEL REATO DI FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI

LA PREVENZIONE DEL REATO DI FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI SLIDE 1 LA PREVENZIONE DEL REATO DI FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI Dott.ssa Silvia Cornaglia Gruppo di lavoro 231 ODCEC TORINO SLIDE 2 SOMMARIO Il ruolo dei diversi organi di controllo La prevenzione del

Dettagli

Pianificazione dell attività di vigilanza del Collegio Sindacale

Pianificazione dell attività di vigilanza del Collegio Sindacale Pianificazione dell attività di vigilanza del Collegio Sindacale a cura di Piera Braja per il Comitato Pari Opportunità dell ODCEC di Torino Comitato Pari Opportunità Gruppo di Lavoro L. 120/2011 PREMESSA

Dettagli

Istituzione del Comitato tecnico nazionale sulla sicurezza informatica e delle telecomunicazioni nelle pubbliche amministrazioni

Istituzione del Comitato tecnico nazionale sulla sicurezza informatica e delle telecomunicazioni nelle pubbliche amministrazioni DECRETO INTERMINISTERIALE Istituzione del Comitato tecnico nazionale sulla sicurezza informatica e delle telecomunicazioni nelle pubbliche amministrazioni IL MINISTRO DELLE COMUNICAZIONI E IL MINISTRO

Dettagli

Le implicazioni del d.lgs. 231/01 nel Gruppo Fiat. Sinergie tra Organismo di Vigilanza e Internal Audit. Milano, 23 novembre 2005

Le implicazioni del d.lgs. 231/01 nel Gruppo Fiat. Sinergie tra Organismo di Vigilanza e Internal Audit. Milano, 23 novembre 2005 1 Le implicazioni del d.lgs. 231/01 nel Gruppo Fiat Sinergie tra Organismo di Vigilanza e Internal Audit Milano, 23 novembre 2005 NDA 2 IL GRUPPO FIAT IL MODELLO EX D.LGS. 231/01 NEL GRUPPO L ORGANISMO

Dettagli

R E P U B B L I C A I T A L I A N A

R E P U B B L I C A I T A L I A N A Numero 02942/2012 e data 18/06/2012 R E P U B B L I C A I T A L I A N A Consiglio di Stato Sezione Consultiva per gli Atti Normativi Adunanza di Sezione del 7 giugno 2012 NUMERO AFFARE 04878/2012 OGGETTO:

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 29/1 DEL

DELIBERAZIONE N. 29/1 DEL Oggetto: Adeguamento del sistema della contabilità economico-patrimoniale delle aziende sanitarie al Titolo II D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 concernente Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi

Dettagli

3. Proposta di adeguamento dei corrispettivi spettanti alla società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A. deliberazioni inerenti e conseguenti

3. Proposta di adeguamento dei corrispettivi spettanti alla società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A. deliberazioni inerenti e conseguenti RELAZIONE ILLUSTRATIVA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SUL PUNTO 3 ) ALL ORDINE DEL GIORNO DELL ASSEMBLEA DI RISANAMENTO S.P.A. DEL 27/30 APRILE 2012 3. Proposta di adeguamento dei corrispettivi spettanti

Dettagli

Assemblea ordinaria e straordinaria di ISAGRO S.p.A.

Assemblea ordinaria e straordinaria di ISAGRO S.p.A. Assemblea ordinaria e straordinaria di ISAGRO S.p.A. Relazione illustrativa sulle materie all ordine del giorno dell Assemblea, parte ordinaria ex art. 125-ter del D. Lgs. n. 58/1998 24 aprile 2015 (unica

Dettagli

Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici. Determinazione n. 13/2004. del 28 luglio 2004

Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici. Determinazione n. 13/2004. del 28 luglio 2004 Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici Determinazione n. 13/2004 del 28 luglio 2004 Chiarimenti in merito ai lavori di manutenzione ed ai contratti aperti Considerato in fatto L Associazione Nazionale

Dettagli

*** RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE ALL ASSEMBLEA DEI SOCI AI SENSI DELL ART. 2429, COMMA 2, C.C.

*** RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE ALL ASSEMBLEA DEI SOCI AI SENSI DELL ART. 2429, COMMA 2, C.C. Esempio di relazione del Collegio sindacale all Assemblea dei soci (art. 2429, comma secondo, c.c.) *** RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE ALL ASSEMBLEA DEI SOCI AI SENSI DELL ART. 2429, COMMA 2, C.C. Ai

Dettagli

PREVIMODA. Relazione del Collegio Sindacale al Bilancio chiuso al 31 dicembre 2015

PREVIMODA. Relazione del Collegio Sindacale al Bilancio chiuso al 31 dicembre 2015 PREVIMODA Fondo pensione Complementare a capitalizzazione per i lavoratori dell industria tessile abbigliamento, delle calzature e degli altri settori industriali del sistema moda Iscritto all albo dei

Dettagli

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI Normativa di riferimento

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI Normativa di riferimento LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI Normativa di riferimento Settembre 2016 Università degli Studi di Bari Facoltà di Economia Esame di Revisione Aziendale CPA Anno Accademico 2016-2017 Materiale a supporto

Dettagli