Rapporto sull Interruzione Volontaria di Gravidanza in provincia di Mantova

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1 ! Rapporto sull Interruzione Volontaria di Gravidanza in provincia di Mantova - a 30 anni dall entrata in vigore della maggio 1978 maggio 2008

2 DESCRIZIONE E VALUTAZIONE DEL FENOMENO SOCIO-SANITARIO DELL INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA NEGLI ANNI IN PROVINCIA DI PREMESSA Questa analisi prende le mosse dall esigenza di conoscere il fenomeno delle Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG) a livello locale e riferito ad una specifica popolazione residente, a 30 anni dall entrata in vigore di un legge che ne ha normato la pratica. E questo anche su sollecitazione dei piani regionali di sostegno delle attività dei Consultori (DGR 22 gennaio 2008 N.8/6453) In le IVG costituiscono forse l ambito sanitario più controllato e monitorato. Sono oggetto di periodiche relazioni che il Ministero della Salute rilascia al Parlamento con il contributo dell Istituto Superiore di Sanità (ISS) che utilizza i dati del sistema di sorveglianza ricavati dal modello ISTAT D.12, con il quale le strutture sanitarie che eseguono l intervento notificano l evento alle Regioni e quindi al Ministero della Salute. Tuttavia, nonostante non manchino precise e puntuali ricerche nazionali ed internazionali su questo fenomeno, non sono disponibili analoghe elaborazioni epidemiologiche declinate su ambiti amministrativi più ristretti. Da qui lo stimolo per una analisi disaggregata a livello provinciale e sub-provinciale condotta con gli stessi criteri adottati per le elaborazioni effettuate a livello nazionale, allo scopo di consentire un confronto omogeneo ed una sua contestualizzazione territoriale. Obiettivo ultimo è quello di pervenire ad una conoscenza dettagliata del fenomeno in esame per individuare criticità sociali e sanitarie di sistema in grado di orientare più efficacemente le politiche preventive ed assistenziali alla specificità dei bisogni locali, a partire dai Consultori pubblici che, istituiti in provincia di Mantova all indomani della legge 194, costituiscono una rete con 27 punti di erogazione per una popolazione residente totale di circa abitanti. MATERIALI E METODI Questa indagine ha riguardato tutta la popolazione femminile residente nella Provincia di Mantova osservata in due differenti serie temporali. Per condurla sono state infatti utilizzate più fonti attingendo all insieme dei flussi informativi a disposizione. Dai più lontani nel tempo, le schede riportanti le diagnosi di dimissione ospedaliera (SDO) a far data dal 1994, ai più recenti forniti dalla Regione, il flusso ISTAT delle IVG a partire dal Quest ultimo presenta il vantaggio di contenere molte informazioni di tipo socio-sanitario ed il limite, non presente invece nelle SDO, di comprendere solo gli eventi verificatisi nelle strutture ospedaliere della Regione. Sono esclusi quindi i flussi extra-regionali che, in alcune province come quella di Mantova, dimostrano una certa consistenza soprattutto per ragioni di contiguità territoriale che favorisce migrazioni frontaliere. Si è reso quindi necessario verificare se questo fenomeno avesse interessato sottogruppi di popolazione particolarmente caratterizzati sotto il profilo socio-sanitario tali da inficiare la rappresentatività dell analisi condotta a partire da una base dati con una completezza che si approssima all 80%. Il flusso delle SDO ha consentito di quantificare con completezza le IVG e di costruire dei trend temporali, mentre il flusso ISTAT ha permesso di meglio apprezzare alcuni aspetti sociali del problema. Gli indicatori utilizzati a livello nazionale ed internazionale per lo studio delle IVG sono: il tasso di abortività = n IVG / n donne in età anni x Esprime la frequenza del fenomeno sulla popolazione femminile in età fertile e rappresenta l indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso all IVG. il rapporto di abortività = n IVG / n nati vivi x Esprime la frequenza del fenomeno rapportata alla frequenza della procreazione e quindi la tendenza (volontaristica) della popolazione femminile a portare a termine la gravidanza. In ultima istanza a pianificare la propria fecondità. 2

3 RISULTATI Entità e distribuzione spazio-temporale del fenomeno Il tasso di abortività ed il rapporto di abortività in Provincia di Mantova risultano entrambi inferiori al dato regionale ed a quello dell settentrionale (Tab.1), nonché in linea con il panorama internazionale (Tab.2). Tab.1 Tasso di abortività e rapporto di abortività aa- anno 2006 Tasso x 1000 donne Rapporto x 1000 nati vivi settentrionale 9,8 243, ,2 9,2 214,5 centrale 10,9 265 meridionale 8,8 222, ,5 Tab.2 Tassi abortività internazionali aa Fed. Russa (2003) Romania (2003) Bulgaria (2003) Ungheria (2003) USA (2003) Svezia (2005) Inghilterra (2005) FRANCIA (2004) Canadà (2003) Norvegia (2005) Lituania (2003) Danimarca (2005) ITALIA (2002/06) (2002/06) Finlandia (2003) SPAGNA (2005) Olanda (2005) Belgio (2003) Germania (2006) Svizzera (2005) Svizzera (2005) Germania (2006) Belgio (2003) Olanda (2005) SPAGNA (2005) Finlandia (2003) MANTOV A (2002/06) ITALIA Danimarca Lituania (2002/06) (2005) (2003) tasso 6,6 7,2 7,9 8,6 9,6 10, ,2 14, ,2 17,3 17,8 20,2 20,8 25,8 29,9 46,8 55,3 Norvegia (2005) Canadà (2003) FRANCIA (2004) Inghilterra (2005) Svezia (2005) USA (2003) Ungheria (2003) Bulgaria (2003) Romania (2003) Fed. Russa (2003) 3

4 Il tasso di abortività che interessa le minorenni è decisamente inferiore sia rispetto al dato regionale che a quello nazionale (Tab.3). Tab.3 IVG in età <18 anni % sul totale delle IVG tasso x 1000 (14-17 anni) settentrionale 3 5,4 3,1 5,8 2,4 4,1 centrale 3 5,8 meridionale 3,3 4 4,5 4,4 Il trend verificato negli anni non evidenzia alcuna tendenza alla diminuzione e nell ultimo triennio si dimostra sostanzialmente stabile collocandosi attorno 9. Viceversa il rapporto di abortività è in costante flessione, suggerendo quindi un migliore controllo della propria fertilità (Grafico 1). La rilevazione a scansione quinquennale 1997, 2002, 2006 mostra un lieve ma progressivo incremento del numero assoluto delle IVG nella classe di età anni (Grafico 2). Più marcato nel 2006 per il contributo principale, anche se non esclusivo, della componente straniera (Grafico 3). Grafico1 tasso e rapporto di abortività anni ,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 x100 nati x 1000 donne età a.1994 a.1995 a.1996 a.1997 a.1998 a.1999 a.2000 a.2001 a.2002 a.2003 a.2004 a.2005 a

5 Grafico2 Distribuzione ivg anni per classi di età <18 < Grafico3 Distribuzione x classi di età 2002/06 -senza quota straniera <18 < Il confronto dei tassi per classi di età dimostra che quando la curva del tasso nazionale e regionale inizia a flettere (20-24 anni), a livello locale continua invece a salire raggiungendo l acme nella classe di età successiva, intorno ai 30 anni (Grafico 4). Grafico4 Trend x classi di età: Mantova vs e <18 < MN

6 Si osserva che la componente di donne straniere in provincia di Mantova è diventata progressivamente più consistente nel tempo ed ha alimentato il fenomeno IVG contribuendo all incremento degli ultimi anni (Grafico 5). L apporto della componente di popolazione straniera della provincia di Mantova è però in linea con quella della regione che comunque si colloca al di sopra di molte altre Regioni italiane. Solo il Veneto presenta un numero superiore di donne straniere che incorrono in una IVG (Grafico 6). Oltre all opposta direzione dei rispettivi trend, va rilevato che il 10% circa della popolazione (quota straniera) produce da sola il 40% delle IVG totali. Questo dato completa il quadro dei bisogni in ambito riproduttivo della popolazione straniera decisamente più marcati rispetto a quella italiana, anche relativamente alle nascite (25% del totale), e suggerisce per il futuro la necessità di analizzare separatamente i fenomeni di interesse nelle due popolazioni per consentire confronti appropriati e per indirizzare le politiche sanitarie e sociali. Grafico 5 trend ivg anni n ivg totale italiane straniere non rilevato Grafico 6 ivg straniere anno 2003 in Veneto (anni Umbria Emilia Romagna Piemonte Lazio Liguria Marche Toscana Friuli V.G. Abruzzo Campania Calabria Valle d'aosta Molise Sardegna Sicilia Basilicata Puglia Fonte ISS-2005 I tassi di abortività occorsi nella popolazione mantovana sono stati disaggregati secondo il comune e il distretto di residenza allo scopo di verificare la sussistenza di eventuali addensamenti territoriali per offrire spunti di riflessione alla programmazione dei Servizi dedicati (Tabella 4). In effetti, i tassi dimostrano andamenti quanto mai variegati all interno dei comuni della provincia, solo in parte riconducibili alla composizione della popolazione ivi residente. Infatti, i tassi di 6

7 abortività e le percentuali di popolazione straniera nei distretti non seguono un andamento speculare(grafico 7). Tab. 4 DISTRETTO DI ASOLA DISTRETTO DI GUIDIZZOLO DISTRETTO DI tasso COMUNE tasso abortività COMUNE tasso abortività COMUNE abortività ACQUANEGRA S/CHIESE 10,87 GOITO 10,18 BAGNOLO S/VITO 7,13 ASOLA 8,3 CASTIGLIONE D/STIVIERE 11,85 BIGARELLO 5,66 CANNETO S/OGLIO 9,83 CAVRIANA 8,51 BORGOFORTE 9,52 CASALMORO 11,89 GUIDIZZOLO 9,92 CASTEL D'ARIO 9,28 CASALOLDO 14,24 PONTI SUL MINCIO 7,36 CASTELBELFORTE 5,5 CASALROMANO 9,4 MEDOLE 8,82 CASTELLUCCHIO 7,54 CASTEL GOFFREDO 11,92 MONZAMBANO 10,48 CURTATONE 6,44 CERESARA 3,99 VOLTA NA 8,49 10,43 GAZOLDO D/IPPOLITI 7,41 SOLFERINO 10,81 MARMIROLO 6,27 MARIANA MA.NA 3,03 P.TO NO 6,86 PIUBEGA 9,04 RODIGO 8,39 REDONDESCO 4,24 RONCOFERRARO 7,47 ROVERBELLA 6,61 SAN GIORGIO 6,62 VILLIMPENTA 5,64 VIRGILIO 8,53 DISTRETTO m 8,68- ± 3,5 DISTRETTO m 9,6- ± 1,4 DISTRETTO m 7,3-± 1,4 % STRANIERI 10,31 % STRANIERI 9,82 % STRANIERI 5,99 DISTRETTO DI OSTIGLIA DISTRETTO DI SUZZARA DISTRETTO DI VIADANA COMUNE tasso abortività COMUNE tasso abortività COMUNE tasso abortività BORGOFRANCO SUL PO 9,84 GONZAGA 10,59 BOZZOLO 9,38 CARBONARA DI PO 5,48 MOGLIA 9,36 COMMESSAGGIO 14,56 FELONICA 8 MOTTEGGIANA 10,69 DOSOLO 14,16 MAGNACAVALLO 8,14 PEGOGNAGA 9,77 GAZZUOLO 8,53 OSTIGLIA 8,42 S. BENEDETTO PO 8,65 MARCARIA 8,72 PIEVE DI CORIANO 8,51 SUZZARA 9,24 POMPONESCO 10,11 POGGIO RUSCO 9,41 RIV. NO 12,77 S.MARTINO QUINGENTOLE 12,08 DALL'ARGINE 10,34 QUISTELLO 7,45 SABBIONETA 7,22 REVERE 8,78 VIADANA 11,77 S.GIACOMO D/SEGNATE 6,86 S.GIOVANNI DEL DOSSO 10,49 SCHIVENOGLIA 10,45 SERMIDE 6,8 SERRAVALLE A PO 6,01 SUSTINENTE 7,34 VILLA POMA 6,87 DISTRETTO m 8,29-± 1,7 DISTRETTO m 9,7-± 0,8 DISTRETTO m 10,75-± 2,4 % STRANIERI 6,71 % STRANIERI 8,09 % STRANIERI 6,79 7

8 Grafico7 Trend abortività e stranieri % popol str tasso abortività 2 0 ASOLA GUIDIZZOLO SUZZARA PROVINCIA VIADANA OSTIGLIA Per quanto riguarda la mobilità dei ricoveri per IVG, si nota che il ricorso della popolazione femminile residente nella provincia di Mantova alle strutture ospedaliere extra-provincia ed extraregione è pressoché il doppio di quello che si verifica in (Tab.5). La mobilità si indirizza soprattutto verso la regione Emilia Romagna ed interessa prevalentemente i comuni limitrofi. Tab. 5 IVG e tendenza alla mobilità extra-provincia extra-regione totale settentrionale 11,1 0,7 11,08 10,9 11,1 32,00 26,5 19,8 46,30 centrale 11,1 6 17,10 meridionale 15,6 4,7 20, ,4 20,40 8

9 Considerando che la percentuale di donne straniere che incorrono in una IVG è circa il 40% del totale delle IVG, se ne desume che il ricorso al ricovero fuori regione di questa popolazione è proporzionalmente inferiore a quello delle donne mantovane (Tab.7) La distribuzione per classi di età non appare condizionare significativamente la mobilità (Tab.8). Sulla scorta di quanto emerge dalle tabelle si può ritenere che i motivi che sottendono alla migrazione sanitaria sono principalmente riconducibili alla contiguità territoriale favorita dalla disponibilità dei servizi di pertinenza. Quindi si possono ragionevolmente escludere bias di selezione prodotti da analisi condotte su basi dati che, come quella del flusso ISTAT regionale, sono limitate alla popolazione residente che si serve esclusivamente dei Servizi sanitari lombardi. Tab. 7 IVG e tendenza alla mobilità: nazionalità ricoveri extra regione straniere italiane % straniere ,83 Tab. 8 IVG e tendenza alla mobilità: classi di età n IVG Totale % classi età extra IVG < ,88 < , , , , , , ,79 9

10 Determinanti sociali Si sono seguiti i criteri adottati nella relazione annuale del Ministero della Salute già richiamata in premessa. L ultima, datata 22 aprile 2008, che commenta i dati del 2006 e quelli preliminari del 2007, viene assunta come riferimento comparativo. Si è operato un confronto nazionale e per macro-area, nonché regionale con la. IVG e scolarità Anche in il titolo di studio, in quanto proxy dell istruzione, è un importante indicatore di condizione sociale. Il dato di Mantova, confrontato sia con i dati nazionali che regionali, mostra una frequenza percentuale decisamente maggiore di donne con istruzione medio-inferiore che ricorrono all interruzione di gravidanza. Considerando che la frequenza relativa delle IVG delle donne straniere residenti nel mantovano è sovrapponibile a quella delle donne complessivamente residenti nell intera regione, il maggiore coinvolgimento a livello locale di classi sociali sott ordinate, non può essere spiegato con il fenomeno migratorio (Tab. 9) Tab.9 IVG e scolarità meridionale centrale settentrionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% settentrionale centrale meridionale NR 2,80 4,40 2,7 6, ,7 Laurea 6,7 6,2 2,8 9,5 5,1 5,5 M.Superiore 40, ,3 45,3 36,6 36,7 M. Inferiore 45,7 47,1 52,8 40,6 50,1 50,1 S. Elementare 7,2 8,7 14,4 4,7 8,3 7,7 10

11 IVG e stato civile Più della metà delle donne mantovane che incorrono in un IVG sono coniugate. Una frequenza decisamente superiore a quella dell settentrionale e della stessa Regione, dove, invece prevalgono le nubili. Quindi una distribuzione complessiva opposta a quella che si verifica localmente (Tab. 10). Tab.10 IVG e stato civile meridionale centrale settentrionale 0% 20% 40% 60% 80% 100% settentrionale centrale meridionale NR 0,9 1,1 0,4 1,1 0,9 0,2 se/div 7,3 7,0 7,6 6,5 5,2 4,8 vedova 0,5 0,5 0,4 0,5 0,5 0,3 cgt 42,6 43,0 54,0 42,0 54,9 50,5 nubile 49,6 49,5 37,6 50,9 39,4 44,4 11

12 IVG e occupazione La frequenza delle donne mantovane che si definiscono casalinghe è circa doppia di quella rilevata nell settentrionale e nella stessa Regione. Al contrario la condizione di studente e di disoccupata è circa la metà rispetto ai riferimenti considerati (Tab. 11) Tab.11 IVG e occupazione meridionale centrale settentrionale 0% 20% 40% 60% 80% 100% settentrionale centrale meridionale NR 1,4 1,5 0,2 2,7 9,1 20,9 altra cond 0,2 0,4 0,2 0,5 1,1 0,1 studentessa 8,5 8,3 4,9 11,6 12,1 13,9 casalinga 18,1 18,9 30,2 21,9 42,1 40,7 in cerca di occ 0,9 0,7 0,2 1,3 3,0 1,6 disoccupata 16,1 14,8 6,4 15,0 11,8 17,4 occupata 56,1 56,8 57,9 49,8 29,9 26,3 12

13 IVG e aborti volontari precedenti In provincia di Mantova la reiterazione della pratica dell IVG è meno frequente che altrove (Tab.12), anche se nella classe di età anni i valori si allineano con quelli regionali. Tab.12 IVG e aborti volontari precedenti meridionale centrale settentrionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% settentrionale centrale meridionale 1 26,9 25,6 21,7 27,6 28,9 18,4 0 73,1 74,4 78,3 72,4 71,1 81,6 IVG e numero di figli Sia nel confronto con la che con l settentrionale e centrale, la percentuale di donne che fanno ricorso ad una IVG e che già ha 1 o più figli è maggiore di quella di coloro che non hanno mai partorito (Tab.13) Tab.13 IVG e parità meridionale centrale settentrionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% settentrionale centrale meridionale 2 31,2 31,8 36, ,7 41,2 1 26,2 26,3 28,9 23,3 18,3 19,8 0 42,6 41,9 34,2 47,

14 Percorso sanitario L analisi delle modalità in cui accade l evento è importante perché traccia il percorso che la donna attua attraverso i Servizi e le Strutture che hanno il compito istituzionale di dare seguito alla richiesta di IVG. Luogo di certificazione In provincia di Mantova la frequenza percentuale delle certificazioni per IVG rilasciate dai Consultori pubblici è molto inferiore a quella dell settentrionale ed a quella della regione in favore di quella rilasciata dal proprio medico di fiducia (Tab. 14) Tab.14 IVG e luogo di certificazione Meridionale centrale settentrionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% settentrionale centrale Meridionale Altro 2 2,40 0,9 2,9 0,9 1,3 Servizio Ost_Gin 24 26,20 31,1 28,3 49,4 54,5 Medico di fiducia 27,9 30,70 37, ,8 27,8 Consultorio 45,7 40,40 30,6 46, ,4 14

15 Epoca gestazionale In provincia di Mantova la richiesta di IVG è più frequente nelle fasi precoci della gravidanza, parimenti a quanto accade nell settentrionale e in regione (Tab. 15). Tab.15 IVG ed epoca gestazionale meridionale centrale settentrionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% settentrionale centrale meridionale >12 sett 3,4 3,20 3,8 2,9 1,2 3, sett 20,9 20,90 20,9 20 7,9 13, sett 47,4 42,50 39,5 44,1 33,8 41 8sett 28,3 33,30 35, ,5 15

16 Tempi di attesa Il tempo di attesa intercorrente tra il rilascio della certificazione e l intervento, individuato dal Ministero della Salute come critico oltre il 14 giorno, a Mantova è superiore a quello della regione, nonché dell settentrionale, centrale, meridionale ed insulare (Tab. 16). Tab.16 IVG e tempi di attesa Meridionale centrale settentrionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% settentrionale centrale Meridionale NR 0 2,1 0 1,6 22,7 21,6 >28 6,9 6,8 7,4 4,2 4,4 4, ,3 11,3 14,8 13,4 9,9 8, ,6 23,9 25,1 27,2 22,1 20, ,2 58,6 52,7 55,2 63,

17 IVG e urgenza L accesso alle procedure d urgenza previste per evitare il superamento del limite dei 90 giorni stabilito dalla legge 194, risulta di poco superiore al riferimento regionale (Tab. 17). Tab.17 IVG e urgenza meridionale centrale settentrionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% settentrionale centrale meridionale N.R. 1,9 2,4 1,8 4,1 10,7 21,2 non urgente 88,8 91,4 90,3 83,0 81,7 74,0 urgente 9,3 6,2 7,9 12,9 7,6 4,8 Assenso alle minori In provincia di Mantova, l intervento del giudice sulle minorenni risulta il più basso rispetto a qualsiasi confronto, in favore del consenso rilasciato ai genitori (Tab. 18) Tab.18 IVG e assenso per minori meridionale centrale settentrionale 0% 20% 40% 60% 80% 100% settentrionale centrale meridionale NR 6,2 3,6 0 18,4 12,4 7,6 dato dal giudice 29,7 33,2 12, ,7 18,6 dato dai genitori 69,9 66,1 88,7 60,5 70,9 80,4 17

18 IVG ed appropriatezza dell intervento Le metodiche d intervento più invasive sono superiori per frequenza rispetto all settentrionale ed alla regione (Tab.19), come pure il ricorso all anestesia generale (Tab.20) e la durata della degenza (Tab.21). Viceversa la frequenza delle complicanze risulta inferiore ai riferimenti (Tab.22). Tab.19 IVG e tipo intervento meridionale centrale settentrionale 0% 20% 40% 60% 80% 100% settentrionale centrale meridionale N.R. 0,5 0,4 0,1 1,4 8,9 20,8 altro 3 2,1 2,3 4,1 0,8 1,7 isterosuzione 26,4 27,3 12,7 28, ,8 Karman 62,8 63,5 75,2 55,8 70,7 46,6 raschiamento 7,8 7,1 9,6 11,8 16,6 34,9 18

19 Tab.20 IVG e anestesia generale meridionale centrale settentrionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% settentrionale centrale meridionale N.R. 0,7 0,7 0,3 0,9 8,9 21,1 altro 1,7 0,4 0,1 0,1 0,3 0 nessuna 1,5 0,6 0,6 2,1 0,5 1,1 analgesia 0,9 1,2 0,6 0,1 0,3 0,7 locale 9,4 11,2 6,7 23,7 10 3,6 generale 86,5 86,7 91,7 73,9 88,9 95,5 Tab.21 IVG e durata degenza meridionale centrale settentrionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% settentrionale centrale meridionale N.R. 0,8 0 0,0 0,4 10,8 20,5 >2 0,8 0,7 1,5 1,2 3,3 4,4 2 1,3 0,7 1,3 1,6 5,2 3,4 1 2,7 2,6 3,2 1,6 11,6 2,4 <1 95, ,0 95,6 79,9 89,8 19

20 Tab.22 IVG e complicanze meridionale centrale settentrionale 0% 20% 40% 60% 80% 100% settentrion ale centrale meridional e insulare nessuna 94,9 94,0 96,7 92,4 88,3 75,4 N.R. 1,9 2,8 2,9 3,0 9,0 22,7 altro 1,2 1,1 0,2 2,2 0,4 0,3 infezione 0,1 0,2 0,0 0,2 0,2 0 emorragia 1,9 1,9 0,2 2,2 2,1 1,6 20

21 CONCLUSIONI L entità del fenomeno IVG appare contenuta nel confronto regionale, nazionale ed europeo. Si osserva un trend abbastanza simile a quello nazionale che non tende a diminuire e che nell ultimo triennio si attesta intorno al 9. Analogamente a quanto accade a livello nazionale, se si scompone la popolazione femminile residente in italiana e straniera compaiono due trend con andamento opposto, quasi stabile il primo, in crescita il secondo. Il solo apporto della popolazione straniera non appare però sufficiente a giustificare le differenze che si riscontrano nei diversi Distretti socio-sanitari. Infatti, la distribuzione territoriale del tasso di abortività non è speculare a quella della popolazione straniera. I risultati forniti dall analisi disaggregata per distretto socio-sanitario e per comune di residenza si offrono ad una lettura utile per la rilevazione dei bisogni e la conseguente offerta di servizi. L ulteriore disamina dei dati è stata orientata per capire se il fenomeno in studio interessasse soprattutto un particolare sottogruppo di popolazione, allo scopo di consentire un migliore adeguamento della prevenzione e dell assistenza. In effetti, un target è stato individuato. E costituito da trentenni, coniugate con figli, spesso con esperienza di precedente IVG, di scolarità medio-bassa, che non si dichiara disoccupata. Si tratta di caratteristiche la cui prevalenza è apparsa sempre superiore in tutti i confronti regionali, inter-regionali e nazionali che è stato possibile condurre. Un profilo quindi che si discosta dall atteso epidemiologico e pare configurare più una condizione sociale di stabilità relativa che di precarietà. L appartenenza ad una nazionalità straniera di un terzo della popolazione target non sembra costituire un elemento discriminante. Infatti, la frequenza relativa delle variabili che la definiscono (stato civile, parità, reiterazione IVG, scolarità, occupazione) non risulta correlata alla diversa prevalenza della popolazione straniera nelle diverse classi di età. La capacità della rete dei consultori di intercettare la domanda socio-sanitaria collegata alla richiesta di IVG non appare pienamente espressa, sia rispetto alla diffusione territoriale di questi servizi che al loro radicamento consolidato da una lunga tradizione locale. Attualmente la prevenzione in sanità pubblica, in questo come in tanti altri ambiti -quali la sicurezza sul lavoro, gli screening oncologici, gli stili di vita- è già culturalmente orientata verso una segmentazione del proprio target per agire con modalità differenziate e soprattutto accompagnate da interventi attivi. Si tratta forse di estendere alla struttura consultoriale in modo più incisivo, nonché rivisitato alla luce delle più recenti trasformazioni sociali, questo approccio della prevenzione che per altro appartiene alla storia delle sue origini. Per quanto concerne il percorso sanitario della popolazione femminile che pratica l IVG, si rileva che il tempo di attesa intercorrente tra il rilascio della certificazione e l intervento è superiore a quello di ogni altro termine di confronto regionale e nazionale. Probabilmente questo ritardo contribuisce in parte a favorire interventi invasivi più frequenti, ricorso all anestesia generale, nonché degenze più lunghe, pur in assenza di complicanze. Questa stessa criticità potrebbe spiegare il più frequente ricorso a strutture ospedaliere extraregionali, nel confronto con altre realtà, indotto dalla loro maggiore ricettività, oltre che agevolato da ragioni logistiche. Bibliografia di riferimento (in preparazione). 21

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