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1 INDICE 1. PREMESSA BARRIERA IDRAULICA. CENNI TEORIA PRESENTAZIONE DEL MODELLO DI FLUSSO MOTIVAZIONI E SCOPO DELL APPLICAZIONE DEL MODELLO DIMENSIONAMENTO E UBICAZIONE DEI POZZI Cenni Teorici Metodologia di indagine Barriera idraulica PROCEDURA DI VERIFICA DELLE BARRIERE IDRAULICHE Obiettivi dell intervento FORMULAZIONE PRELIMINARE DEL MODELLO CONCETTUALE Descrizione concettuale del Modello Campagne di controllo qualitativo e analitico delle acque di falda APPLICABILITÀ DEL MODELLO E SUE LIMITAZIONI TEMPI DI REALIZZAZIONE DELL INTERVENTO DI MISE TIPOLOGIA OPERE EDILI E MOTIVAZIONI MISE ANALISI CONCLUSIVE... 16

2 2 ALLEGATI Cronoprogrammi 1 e 2 Planimetria progettuale Tabella analisi chimico-fisica TAVOLE Tav 1 Corografia area di progetto scala 1: Tav. 2 - Carta Idrogeologica scala 1:3.000 Tav. 3 Planimetria con pozzi e piezometri scala 1:2.500 Tav. 4 Schema Barriera idraulica scala 1:2.500 Tav. 5 Progetto Barriera Idraulica scala 1:2.000 Tav. 6a, 6b e 6c Planimetria con schema interventi da realizzare Tav. 7 Stralcio Catastale scala 1:1.000 Tav. 8 Carta Isoconcentrazioni scala 1:300 Tav. 9 Layout impianto

3 3 1. PREMESSA La presente relazione tecnica illustra le attività progettuali relative l intervento di messa in sicurezza d emergenza dell area privata di proprietà della ditta Italiana Carburanti S.r.l., ubicata tra via Sonnino e Via Enaudi, nel Comune di Civitanova Marche (MC) ed identificata dalle Particelle n 352, 353, 354, 355, 356, 358, 359, 367, 368, 369, 370, 371, 372, 373, 384, 385, 386, 387, del Foglio catastale n. 28. L iter progettuale è attivo dall approvazione, con prescrizioni, del Piano della Caratterizzazione ambientale in sede di C.dS.D. c/o Ministero dell Ambiente del 27 dicembre 2006 (prot. n. 3243/QvD/DI/B). L intervento verrà attuato attraverso un sistema costituito da una barriera idraulica composta da: N. 2 (due) piezometri esistenti; N. 2 (due) pozzi idrici da realizzare. L area di progetto ha con destinazione urbanistica: Zona Omogenea F" Sub Sistema M2 Mc. Nel presente studio viene analizzato e prospettato un sistema integrativo di risanamento delle acque sotterranee inquinate, per evitare la potenziale migrazione degli inquinanti riscontrati in falda dall area in esame verso valle. La necessità di un adeguato sistema di messa in sicurezza d emergenza dell area di progetto per la falda idrica, scaturisce a seguito delle evidenze analitiche derivanti dalle risultanze delle evidenze analitiche sui risultati del Piano della caratterizzazione, a firma del Geol. Paolo Giannoni, presentato agli Organi preposti il ed approvato, con prescrizioni, in sede Conferenza dei Servizi Decisoria Ministeriale. 2. BARRIERA IDRAULICA. CENNI TEORIA La barriera idraulica è un intervento di rapida messa in opera e di efficacia operativa, che consente la messa in sicurezza d emergenza secondo le specifiche del D.Lgs. 152/2006 s.m.i..

4 4 Il sistema d intervento mediante pozzi, che si andrà a realizzare nel sito in esame, consiste nel creare una depressione piezometrica in grado di catturare i flussi idrici inquinanti; tale depressione provoca una deviazione delle linee di flusso piuttosto che determinare un abbassamento del livello della falda, in modo tale che le acque sotterranee non interessino gli eventuali orizzonti di terreno contaminato. Affinché l intervento sia funzionale è necessario che la forma della depressione creata coinvolga l intera superficie areale inquinata, che risulta allungata nel senso di flusso della falda. Il corretto dimensionamento di una barriera idraulica richiede una idonea conoscenza idrogeologica del sito, acquisita nelle varie fasi di caratterizzazione dell area. Le acque emunte verranno trattate attraverso un sistema di adsorbimento dei solventi organici. Operativamente verrà messo in opera un sistema pozzo-barriera e di risanamento per arrestare integralmente la propagazione verso valle dei contaminati. Tale sistema estrae le acque contaminate inviandole al trattamento e quindi allo scarico in pubblica fognatura. Il metodo di valutazione della performance del sistema dipende dal tipo di dati che vengono raccolti presso il sito e dal metodo di rappresentazione di tali dati, oltre che dal tipo di metodo statistico o di modello numerico utilizzato per la loro interpretazione. È fondamentale il controllo del contenimento idraulico ed idrochimico degli inquinanti, per evitare qualsiasi fuga di sostanze dannose per la salute dell uomo e per l ambiente. La metodologia utilizzata nella progettazione della barriera idraulica consiste nella modellizzazione del flusso di falda attraverso modelli numerici (es. Winflow). Il prodotto di questi modelli numerici viene elaborato tramite software di tracciatura delle particelle, per la determinazione delle linee di flusso e le zone di cattura di sistemi, presso siti a configurazione piuttosto complessa. Tutte le osservazioni effettuate nella scelta ed i risultati ottenuti tramite i modelli numerici vengono riassunti nella presente relazione tecnica. 3. PRESENTAZIONE DEL MODELLO DI FLUSSO La documentazione per la modellizzazione delle acque sotterranee illustra in dettaglio i processi che hanno portato alla scelta, allo sviluppo, alla calibrazione, alla verifica ed all utilizzo del modello. Lo studio svolto include le seguenti informazioni: Una descrizione delle motivazioni e degli scopi dell applicazione del modello; Presentazione dei dati idrogeologici utilizzati per la caratterizzazione del sito; Documentazione delle fonti di tutti i dati utilizzati nel modello, sia che derivino da fonti pubbliche, o misure effettuate sul campo, o calcoli, o test di laboratorio; Descrizione concettuale del modello;

5 5 Identificazione del modello scelto, sull applicabilità e limitazioni; Documentazione di tutti i calcoli; Sommario della calibrazione del modello, risultati dell analisi di sensibilità; Per i modelli predittivi presentazione di tutti i risultati delle simulazioni, come gamma di risultati possibili, dato l intervallo d incertezza dei valori dei parametri utilizzati (fattore sicurezza). Nelle Relazioni sui risultati delle indagini di caratterizzazione ambientale dell area di progetto della ITALIANA CARBURANTI S.r.l., sono stati restituite le seguenti tavole e modelli: Stratigrafie di pozzi e sondaggi, con specificazione di: - Nome di tutti i pozzi e sondaggi; - Coordinate Gauss-Boaga con relativa quota; - Dati piezometrici Tali dati sono stati immessi nel modello WINFLOW con l aggiunta dei seguenti integranti: tavola delle Isoconcentrazioni analiti inquinanti quota della base dell acquifero utilizzata nel modello; conducibilità idraulica o trasmissività; analisi chimiche della qualità delle acque (se necessario per il modello); risultati delle eventuali prove effettuate (pompaggio, ecc.); calibrazione del modello e verifica dei risultati tramite confronto tra i dati misurati e simulati; risultati dell analisi di sensibilità con intervallo di variazione dei parametri e relative variazioni dei livelli piezometri o nelle velocità di flusso delle acque. Negli allegati al presente progetto sono riportate le seguenti tavole: Corografia area di progetto (Tavola 1); carta della distribuzione dei carichi idraulici: isopiezometriche (Tavola 2); Carte delle Isoconcentrazioni degli analiti inquinanti (Tavola 8); carte elevazione del livello di base dell acquifero e della superficie piezometrica (Tav. 5); distribuzione areale della conducibilità idraulica o della trasmissività (Tav. 5); griglia con ubicazione delle diverse condizioni limite utilizzate nel modello (Tav. 5); Schema della distribuzione.

6 6 4. MOTIVAZIONI E SCOPO DELL APPLICAZIONE DEL MODELLO L attività di programmazione e realizzazione degli interventi di messa in sicurezza di urgenza dell area privata di proprietà della Ditta Italiana Carburanti S.r.l. è stata strutturata e condotta in funzione anche di problematiche che hanno spesso trasceso da un discorso puramente tecnico di individuazione ed applicazione di una metodologia di disinquinamento e bonifica. 5. DIMENSIONAMENTO E UBICAZIONE DEI POZZI 5.1 Cenni teorici. L approccio teorico si basa sull ipotesi di mezzi omogenei, isotropi, contaminazione verticalmente omogenea, elevazione della base dell acquifero uniforme e pozzi completi (che attraversano la parte superiore dell acquifero e sono fenestrati per tutto lo spessore considerato). Per controllare la migrazione di un pennacchio, il tasso di pompaggio totale (portata estratta) minimo, dovrebbe essere uguale alla quantità di acqua passante attraverso la sezione massima del plume di contaminazione, cioè la massima larghezza del plume per lo spessore saturo dell acquifero. Il tasso di pompaggio necessario può essere determinato con la Legge di Darcy. L'area da considerare corrisponde all intero sito contaminato, ad una isocona di riferimento, ad esempio quella che caratterizza il superamento della concentrazione massima ammissibile delle normative per una determinata sostanza, oppure all'intera larghezza del pennacchio. Segue un metodo per stimare la zona di cattura di un pozzo. Nel caso di più pozzi si applica il principio di sovrapposizione: Y X = 2 π K b i Y tan Q x, y = coordinate cartesiane; l origine è il pozzo K = conducibilità idraulica media [L/T] b = spessore dell acquifero [L] i = gradiente idraulico in condizioni pre-pompaggio [adimensionale] Q = portata estratta dal pozzo (tasso di pompaggio) [L3/T] La distanza tra il pozzo ed il punto di stagnazione a valle è data dalla seguente: X 0 = Q 2 π K b i La massima semi-ampiezza della zona di cattura (con x tendente all infinito) è data da: Y Q = MAX 2 K b i

7 7 5.2 Metodologia di indagine. La metodologia di indagine, finalizzata al corretto dimensionamento della barriera idraulica, può essere così sintetizzata: Misure piezometriche eseguite nei piezometri ubicati all interno dell area in esame; Stima ed elaborazione dei principali parametri idrodinamici dell acquifero, rielaborati dai dati reperiti nell area e da stime mediante formule teoriche (permeabilità, trasmissività, porosità, coefficiente di immagazzinamento, raggio di influenza del pozzo, ecc.); Realizzazione della Carta delle isofreatiche, marzo 2008 (Tavola 2), Realizzazione dello schema di barriera idraulica (Tavola 4). Realizzazione modello concettuale dell acquifero e dimensionamento della barriera idraulica, mediante l utilizzo del Modello di calcolo Winflow (Tavola 5); La carta delle isofreatiche è stata redatta (Cfr. Tavola 2) misurando i livelli freatimetrici dei piezometri istallati nei 4 (quattro) fori di sondaggi eseguiti all interno dell area di progetto. Ciò ha consentito una ricostruzione di dettaglio dell andamento della falda nonché l interpretazione della morfologia piezometrica, con l'individuazione della direzione di flusso verso cui le acque sotterranee tendono a defluire preferenzialmente ("zona di deflusso") ed il locale gradiente idraulico dell'acquifero. Nel seguito vengono riportati i valori delle letture piezometriche riferite all attuale p.c., svolte in data , effettuate in corrispondenza dei piezometri presenti nella proprietà: DATA MISURA: Misura Livello freatimetrico assoluto Profondità livello freatico p.c. Quota topogr. assoluta PZ mt mt mt PZ mt mt mt PZ mt mt mt PZ mt mt mt 5.3 Barriera idraulica. I dati acquisiti nel corso del presente studio sono stati utilizzati quali dati input del modello di calcolo Winflow, al fine di dimensionare adeguatamente la barriera idraulica necessaria al contenimento ed al conseguente emungimento degli inquinanti presenti in falda. Con il modello di calcolo è stato possibile stabilire la geometria della barriera idraulica, nonché le dimensioni e le portate di esercizio di ogni singolo pozzo.

8 8 Nel presente intervento di MISU, viene considerato un sistema di barriera idraulica, con le seguenti portate per l emungimento della locale falda acquifera. Le stesse, come da tabella seguente, risultano relativamente basse: Numero pozzi / piezometri di estrazione Distanza ottimale tra pozzi adiacenti Massima ampiezza della zona di cattura della barriera idraulica 4 90 mt 50 mt Il sistema di Barriera Idraulica è costituto da 4 punti di pompaggio: N. 2 POZZI DI EMUNGIMENTO (da realizzare): PzR1 e PzR2 N. 2 PIEZOMETRO DI EMUNGIMENTO (esistenti): Pz2 e Pz4 Trattasi di pozzi idrici da realizzare ex-novo e posizionati nella zona orientale dell area di progetto, precisamente ai limiti settentrionale e meridionale della stessa, intercettando ortogonalmente il flusso idrico della falda. I pozzi di emungimento sono profondi 15 ml (Cfr. Tav. 6A) I piezometri sono esistente nell area di progetto. Localizzati anch essi nella zona orientale dell area di progetto, specificatamente nella zona dell impianto carburanti, intercettando ortogonalmente il flusso idrico della falda. I piezometri di emungimento sono profondi 15 ml (Cfr. Tav. 6A) I risultati ottenuti sono evidenziati nella planimetria in Tavola 6A. In tale figura è indicata la disposizione planimetrica dei pozzi di emungimento e dei piezometri per il sistema barriera idraulica considerato. BARRIERA IDRAULICA Pozzo PzR Diametro = 0.50 m Portata da emungere = 0.28 l/s= 1.0 mc/h Pozzo PzR2 Diametro = 0.50 m Portata da emungere = 0.28 l/s= 1.0 mc/h Piezometro Pz1 Diametro = 0.10 m Portata da emungere = 0.28 l/s= 1.0 mc/h Piezometro Pz2 Diametro = 0.10 m Portata da emungere = 0.28 l/s= 1.0 mc/h PORTATA TOTALE DA EMUNGERE = 1,1 l/sec = 4 mc/h

9 9 Di seguito sono elencati i dati di input, per l acquifero utilizzati per il calcolo: - Hydraulic Conductivity = 3 x 10-5 m/s - Bottom = m - Top = m - Reference Head = 8.30 m - Gradient = 4 x Porosity = Storage = 5 x 10-3

10 10 6. PROCEDURA DI VERIFICA DELLE BARRIERE IDRAULICHE La contaminazione riscontrata impone l adozione di un criterio specifico di approccio al problema di verifica di funzionalità di una barriera idraulica, seguendo la procedura illustrata di seguito che è stata resa di semplice complementazione. FASE 1 REVISIONE DEI DATI Questa operazione, da eseguire preliminarmente alla fase di messa in opera, si rende necessaria per le seguenti ragioni: - la realizzazione della barriera idraulica per la messa in sicurezza di urgenza può essere deve comunque essere effettuata con un livello di progettazione adeguato, prossimo al grado di definizione di un progetto definitivo di bonifica. In ogni caso, dato che trattasi di MISE, si può procedere per progressivi adattamenti in corso d opera, utilizzando innanzitutto i pozzi esistenti e/o prevedendo la realizzazione di pozzi d estrazione se non risultassero sufficienti. Si procederà al prelievo di acque, osservando gli effetti sulla morfologia, sulla dinamica della falda e sulle concentrazioni dei contaminanti, adattando le portate prelevate, integrando eventualmente il numero di punti di captazione e sostituendo i pozzi che si sono rilevati via inutili o inefficienti; - nel corso della gestione della barriera idraulica si possono introdurre delle modifiche alle condizioni iniziali di approccio, in risposta a situazioni contingenti connesse alla struttura idrogeologica (maggiore o minore trasmissività locale dell acquifero da sbarrare) o logistica (spostamento di opere di captazione per necessità di bonifica o di uso del suolo); FASE 2 MONITORAGGIO EFFICACIA ED EFFICIENZA DELLA BARRIERA IDRAULICA Le misure da effettuare in sito sono finalizzate alla verifica dell efficienza e dell efficacia della barriera idraulica intendendo con questi due termini quanto segue: - efficienza idraulica: grado di copertura dell area contaminata operata dalla depressione piezometrica originata dal pompaggio di acque sotterranee; - efficacia idrochimica: massa di inquinante estratta in un intervallo di tempo ristretto rispetto al volume di acqua prelevato nello stesso intervallo temporale. L efficienza idraulica della barriera viene verificata mediante un approccio sperimentale (misure piezometriche in campo) e teorico (modellazione del flusso idrico sotterraneo). L efficacia idrochimica viene invece verificata mediante il prelievo e l analisi fisico-chimica delle acque a monte, all interno ed a valle dell area risultata contaminata. Dato che la barriera idraulica verrà attivata in condizioni di messa in sicurezza d emergenza, questa fase risulta pertanto molto importante, poiché consente di valutare ed attivare eventuali aggiustamenti in corso d opera per migliorarne le prestazioni.

11 11 Le misure sull efficienza e sull efficacia dell impianto di MISU vengono definite nel protocollo di monitoraggio, che è di seguito prospettato, nell ambito delle procedure amministrative connesse alla bonifica di un sito. Esse saranno più frequenti nelle prime fasi di avviamento del sistema e diverranno progressivamente più diradate nelle fasi di gestione ordinaria (Cfr., in allegato, Cronoprogramma 1 e 2). I parametri chimico/fisici monitorati sono: Ph, Temperatura, conducibilità elettrica, Composti organo alogenati. LE MISURE E LE ANALISI SONO DI COMPETENZA DELLA PROPRIETÀ [ITALIANA CARBURANTI S.R.L.] CHE ATTUA LA M.I.S.U. E SONO VERIFICATE PERIODICAMENTE DALL ENTE REGIONALE PREPOSTO AI CONTROLLI (ARPAM). FASE 3 SINTESI RISULTATI RAGGIUNTI: PROSEGUIMENTO O CESSAZIONE INTERVENTO Le verifiche sulle barriere idrauliche sono condotte sia in corso d opera, per verificare che l azione di intercettazione della contaminazione sia ottimizzata, sia in fase conclusiva, laddove esse abbiano operato anche come sistema di pump & treat o sia stato bonificato il terreno soprastante da cui avviene la lisciviazione dei contaminanti. In quest ultima fase è quindi necessario valutare, sulla base dell andamento tendenziale delle concentrazioni nei punti di monitoraggio, se si possa considerare cessata la necessità del funzionamento della barriera idraulica. In merito a questo aspetto e considerando le tipologia di contaminanti disciolti, si dovranno valutare i tempi di attesa, dopo la sospensione del pompaggio, per poter considerare concluso l intervento. 6.1 Obiettivi dell intervento. Gli inquinanti riscontrati sono rappresentati da solventi organoalogenati (C.O.A.). Essi sono classificati, per le loro caratteristiche chimico-fisiche, come inquinanti DNAPL (Dense Non Aqueous-Phase Liquids). La densità dei composti organoalogenati alifatici è in genere nettamente più alta di quella dell acqua mentre la viscosità è considerevolmente inferiore. Entrambe queste proprietà ne favoriscono il movimento verticale, per gravità, verso le falde acquifere, che è stimato essere di circa 3 volte più rapido di quello dell acqua d infiltrazione. Una volta che la massa del fluido contaminante raggiunge la falda, questa tende a depositarsi alla base dell acquifero, formando depositi sulla base dell acquifero (substrato argilloso marnoso) e nella direzione di flusso della falda. Le principali caratteristiche degli inquinanti organici: - immiscibili in acqua; - dotati di una elevata tendenza a volatilizzare, da cui dipende la loro distribuzione nella fase gassosa, eventualmente presente nel sottosuolo (es. nella zona non satura);

12 12 - tendenza ad adsorbirsi nella sostanza organica ed in subordine legandosi con i minerali argillosi presenti nei terreni. Il trasporto di questo tipo di contaminanti dipende anche dai tipi di terreni che caratterizzano il sito di progetto. In considerazione degli elementi sopra descritti, per il sistema messa in sicurezza di ugenza del sito in esame, è stata scelta la tecnologia pump & treat (di cui rimandiamo la descrizione ed i principi su cui si basa nei paragrafi successivi).

13 13 7. FORMULAZIONE PRELIMINARE DEL MODELLO CONCETTUALE 7.1 Descrizione concettuale del Modello. Il modello adottato per la messa in sicurezza di urgenza del sito in esame è denominato Pump & Treat. Tale sistema prevede l utilizzo di una Barriera Idraulica costituita da pozzi (o dreni) disposti nella zona in uscita della falda, in grado di creare una depressione piezometrica per controllare ed interrompere il flusso delle acque contaminate, nel settore orientale dell area in esame. Affinché l intervento sia funzionale al raggiungimento del controllo della mobilità dell inquinante, è necessario che la depressione creata permetta di captare tutte le acque dell acquifero superiore limitato a quella zona. Le acque emunte verranno poi inviate ad un impianto di trattamento composto da sistema a carboni attivi adeguatamente dimensionato e successivamente saranno inviate allo scarico in fognatura (Cfr. Tav. 4: Schema Barriera Idraulica). Durante le operazioni, per verificare l attenuazione delle concentrazioni di organo-alogenati, verranno prelevati ogni giorno per la prima settimana e, successivamente, una volta a settimana, i campioni di acqua da analizzare in laboratorio, fino al raggiungimento dei valori di concentrazione inferiori ai limiti accettabili e previsti dal D.Lgs 152/2006 s.m.i.. L acqua depurata e con valori inferiori ai limiti indicati nella Tabella 2, Tavola 5, parte quarta, Titolo V, del D.Lgs 152/2006 s.m.i., verrà immessa in pubblica fognatura dopo richiesta e rilascio dell autorizzazione da parte dell autorità competente. L impianto di trattamento prevede l attivazione di n. 4 pozzi/piezometro d emungimento della falda idrica, tali da garantire lo sbarramento, attraverso un prelievo idrico complessivo massimo di circa 4 mc/h. La barriera idraulica è così strutturata; N. 2 pozzi di 15 ml di profondità (PzR1, PzR2) con diametro di 0,50 m. N. 2 piezometro di 15 ml di profondità (Pz1, Pz2) con diametro 0.1o m. 7.2 Campagne di controllo qualitativo e analitico delle acque di falda. Per essere certi della continuità, efficacia ed efficienza di funzionamento della barriera idraulica, sarà necessario approntare piani di monitoraggio e di mantenimento del sistema, affinché si possa individuarne le eventuali avarie o malfunzionamenti. I controlli previsti per un intervento con Barriera Idraulica durante la fase di progettazione e realizzazione richiedono: misure del livello di falda per verificare l efficacia del sistema di estrazione,

14 14 controllo che il flusso delle acque sotterranee sia diretto verso la barriera e che tutto il pennacchio contaminato sia intercettato; prove di emungimento a gradini per verificare la portata ottimale di emungimento e le perdite di carico; monitoraggio della qualità delle acque attraverso i pozzi situati: - a monte della barriera idraulica (per conoscere le caratteristiche idrochimiche delle acque in arrivo dalla zona di intervento); - all interno della depressione creata (per valutare la progressiva riduzione dell estensione dell area inquinata durante l intervento); - a valle della barriera (per dimostrare la decrescita dei livelli di concentrazione dei contaminanti o l effettiva interruzione del flusso delle acque contaminate verso i potenziali bersagli). Questo tipo di controlli consentiranno di individuare la velocità di emungimento più appropriata in base alle caratteristiche idrogeologiche del sito e alle caratteristiche dei contaminanti e di confrontare la rispondenza tra i valori stimati con la modellizzazione e quelli reali.

15 15 8. APPLICABILITÀ DEL MODELLO E SUE LIMITAZIONI La tecnica scelta offre la possibilità di intervenire in molte situazioni in cui le acque sotterranee siano contaminate da composti relativamente solubili, con acquiferi permeabili e caratterizzati da una profondità della falda che rende inapplicabili altre tecnologie di trattamento. Tra le limitazioni principali del modello proposto, occorre tenere conto degli effetti di tailing e rebound che possono causare aumenti dei tempi di funzionamento, cioè al procedere dell estrazione di acqua sotterranea la velocità di diminuzione della concentrazione delle sostanze inquinanti si riduce progressivamente per poi, a seguito di una interruzione delle operazioni di estrazione, osservare la ripresa delle concentrazioni delle sostanze in soluzione. Tale intervento pertanto si configura all interno del contesto delle operazioni di messa in sicurezza di urgenza, per poi essere affiancato eventualmente, da altre attività di bonifica con efficacia maggiore. 9. TEMPI DI REALIZZAZIONE DELL INTERVENTO DI MISE I tempi di realizzazione prevedibili per l installazione dell impianto e la sua messa in funzione si prevedono in circa 20 (venti) gg lavorativi. La tipologia impiantistica applicata prevede l installazione di un impianto di trattamento acqua su carboni attivi, per consentire di raggiungere i parametri delle acque reflue depurate. Lo schema previsto per il trattamento delle acque emunte dai pozzi/piezometro-barriera sono presentati di seguito (Cfr. Tav. 9: Layout impianto). Modello Descrizione generale Elementi costruttivi DATI TECNICI DELL IMPIANTO [A] CARATTERISTICHE TECNICHE IMPIANTO CARBO Trattasi di impianto a colonna di adsorbimento solventi su carboni attivi per il trattamento dell effluente acquoso. Componenti convogliamento acqua Componenti idraulici N 2 Pompa sommersa LOWARA o simile N 3 Controlli di livello Tubazioni PVC rigido PN 16 FIP Tensione nominale Sistema di filtrazione N 1 impianto a carboni attivi da 1 mc ditta: B&B engineering S.a.s. 380 volt + Terra Linea elettrica 19 kw [B] ALIMENTAZIONI RICHIESTE

16 16 [C] ] DESCRIZIONE FUNZIONALE DELL IMPIANTO L impianto previsto per l area ITALIANA CARBURANTI S.r.l. è configurato tenendo conto, nel complesso, delle esigenze ambientali e delle performances necessarie al raggiungimento dei limiti allo scarico di acque sotterranee di cui alla Tab. 2, Tavola 5, parte quarta, Titolo V, del d. Lgs 152/2006 [D] ] FILTRO DI ADSORBIMENTO A CARBONI ATTIVI L adsorbitore a carboni attivi è formato da un cilindro in acciaio da circa 4 mc. Nel suo interno a partire dalla base si trova deposto su di una griglia sempre in acciaio graniglia silicea ed un quantitativo medio di 1 mc di carbone attivo del genere a scaglie, bloccato superiormente da una griglia omologa atta ad evitare il trascinamento dei cilindri all esterno da parte del flusso acquoso che li attraversa. Detto questo l impianto nelle condizioni di regime è in grado di garantire una tenuta di solvente pari al 20% del suo peso e quindi a fronte di q.li 5 a scaglie si ottiene lo stop di circa 1 q.le di solvente. Si provvederà ad attuare una procedura per la segnalazione ed il pronto intervento in caso di non operatività, in modo da limitare i tempi di inoperatività che possono essere dovuti, oltre che alla normali operazioni di manutenzione programmata, alle operazioni di pulizia degli elementi estranei, ricambio dei riempimenti, ecc., anche ad una serie di malfunzionamenti dovuti a problemi di corrosione/intasamento del pozzo di estrazione, modifiche dello schema d impianto e guasti del sistema di estrazione. Il sistema sarà dotato di 2 colonne per evitare tempi di inoperatività della barriera durante le fasi di contro lavaggio. 10. TIPOLOGIA OPERE EDILI E MOTIVAZIONI M.I.S.U. Nell area di progetto sono previsti investimenti per oltre 3 milioni di euro, con realizzazione di opere infrastrutturali di interesse pubblico e privato, nonché la realizzazione di due edifici denominati Corpo A e Corpo B con destinazione uffici e commerciale, che daranno lavoro, tra diretto ed indotto, a non meno di famiglie. Nella Tav. 6 sono riportate in sequenza le planimetrie progettuali degli interventi proposti e previsti. In relazione alla contingente crisi economica un intervento similare rappresenta senz altro un importante segnale di rilancio e sviluppo dell intero comprensorio sotteso alla problematica circoscritta dal D.M. Ambiente 26 febbraio 2003.

17 ANALISI CONCLUSIVE Tutte le attività precedentemente svolte nell area di progetto ITALIANA CARBURANTI S.r.l., unitamente a quanto analizzato e previsto nella presente relazione, nonché alle motivazioni addotte nel precedente punto 10, sono finalizzate alla M.I.S.U. della microzona distinta catastalmente alle particelle n 352, 353, 354, 355, 356, 358, 359, 367, 368, 369, 370, 371, 372, 373, 384, 385, 386, 387, del Foglio catastale n. 28 del Comune di Civitanova Marche. Si chiede la restituzione agli usi legittimi delle aree all attivazione del sistema di trattamento delle acque (M.I.S.U.). CIVITANOVA MARCHE, MAGGIO 2010 Geologo Specialista N 398 (Albo Sezione A) Dr. Stefano PIERUCCI ORDINE DEI GEOLOGI DELLE MARCHE Geologo Specialista N 475 (Albo Sezione A) Dr. Fabio ROSSI ORDINE DEI GEOLOGI DELLE MARCHE

18 18 ALLEGATI

19 19 ATTIVITÀ CRONOPROGRAMMA 1 (primi 10gg e successivi 3 mesi) TEMPISTICA Registrazioni emungimenti (registro carico/scarico rifiuti) giornaliero Registrazione scheda protocollo giornaliero (primi 10 g) settimanale (success. 3 mesi) Monitoraggio chimico acque pozzi/piezometri emungimento giornaliero (primi 10 g) settimanale (success. 3 mesi) Prelievo ingresso euscita sistema di abbattimento (controllo scarico e efficienza idrochimica) giornaliero (primi 10 g) settimanale (success. 3 mesi) Controllo livello piezometrico giornaliero (primi 10 g) ogni 3 g (success. 3 mesi) Resoconto bilancio di massa inquinanti rimossi e modello di flusso (scala 1:2000) mensile Cronoprogramma per la sostituzione/rigenerazione dei filtri a carbone attivo utilizzati dai sistemi di abbattimento annuale

20 20 CRONOPROGRAMMA 2 (dopo 3 mesi) ATTIVITÀ Registrazioni emungimenti (registro carico/scarico rifiuti) TEMPISTICA GIORNALIERO Registrazione scheda protocollo QUINDICINALE Monitoraggio chimico acque pozzi/piezometri emungimento QUINDICINALE Prelievo INGRESSO E USCITA sistema di abbattimento (controllo scarico e efficienza idrochimica) SETTIMANALE Controllo livello piezometrico QUINDICINALE Resoconto bilancio di massa inquinanti rimossi e modello di flusso (scala 1:1000) TRIMESTRALE Cronoprogramma per la sostituzione/rigenerazione dei filtri a carbone attivo utilizzati dai sistemi di abbattimento ANNUALE

21 21

22 Gli accertamenti analitici condotti per le acque di falda nel sito ITALIANA CARBURANTI S.r.l., nel maggio 2007 da parte di gabinetto con certificazione ambientale Consulchimica Ambiente Srl (Civitanova Marche, MC), avevano evidenziato, per tutti i punti di prelievo e per l intera gamma dei parametri analizzati, contaminazione C in fase disciolta nelle acque, con relativo superamento delle C.S.C. (concentrazioni soglia di contaminazione), disciplinate dal D.Lgs. 152/2006, per i composti Alifatici Clorurati Cancerogeni: 1. Tetracloretilene : Pz1 ANALITI C.S.C. (D.Lgs. 152/2006) Tetracloeretilene C = 22,46 ng/l > 1,10 CSC Pz2 ANALITI C.S.C. (D.Lgs. 152/2006) Tetracloeretilene C = 20,28 ng/l > 1,10 CSC Pz3 ANALITI C.S.C. (D.Lgs. 152/2006) Tetracloeretilene C = 15,34 ng/l > 1,10 CSC Pz4 ANALITI C.S.C. (D.Lgs. 152/2006) Tetracloeretilene C = 13,52 ng/l > 1,10 CSC

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