ASILO POLITICO D.L. 30 dicembre 1989, n. 416 Norme urgenti in materia di asilo politico, di ingresso e soggior-

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1 Asilo politico 1. D.L. 30 dicembre 1989, n Norme urgenti in materia di asilo politico, di ingresso e soggiorno dei cittadini extracomunitari e di regolarizzazione dei cittadini extracomunitari ed apolidi già presenti nel territorio dello Stato (Gazzetta Ufficiale Serie gen. - n. 303 del 30 dicembre 1989), convertito, con modificazioni, nella L. 28 febbraio 1990, n. 39 (Gazzetta Ufficiale Serie gen. - n. 49 del 28 febbraio 1990). (Estratto) 1. Rifugiati. 1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto cessano nell ordinamento interno gli effetti della dichiarazione di limitazione geografica e delle riserve di cui agli artt. 17 e 18 della Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951, ratificata con L. 24 luglio 1954, n. 722, poste dall Italia all atto della sottoscrizione della convenzione stessa. Il Governo provvede agli adempimenti necessari per il formale ritiro di tale limitazione e di tali riserve. 2. Al fine di garantire l efficace attuazione della norma di cui al comma 1, il Governo provvede ( 1 ) ai sensi dell art. 17 della L. 23 agosto 1988, n. 400 ( 2 ), a riordinare, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, gli organi e le procedure per l esame delle richieste di riconoscimento dello status di rifugiato, nel rispetto di quanto disposto nel comma 1 ( 3 ) ( 4 ). 3. Agli stranieri extraeuropei «sotto mandato» dell Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) alla data del 31 dicembre 1989 è riconosciuto, su domanda da presentare, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, al Ministro dell interno, lo status di rifugiato. Tale riconoscimento non comporta l erogazione dell assistenza. 4. Non è consentito l ingresso nel territorio dello Stato dello straniero che intende chiedere il riconoscimento dello status di rifugiato quando, da riscontri obiettivi da parte della polizia di frontiera, risulti che il richiedente: a) sia stato già riconosciuto rifugiato in altro Stato. In ogni caso non è consentito il respingimento verso uno degli Stati di cui all art. 7, comma 10; b) provenga da uno Stato diverso da quello di appartenenza, che abbia aderito alla convenzione di Ginevra, nel quale abbia trascorso un periodo di soggiorno, non considerandosi tale il tempo necessario per il transito del relativo territorio sino alla frontiera italiana. In ogni caso non è consentito il respingimento verso uno degli Stati di cui all art. 7, comma 10; [c) si trovi nelle condizioni previste dall art. 1, paragrafo F, della convenzione di Ginevra] ( 5 ); [d) sia stato condannato in Italia per uno dei delitti previsti dall art. 380, commi 1 e 2, del codice di procedura penale o risulti pericoloso per la sicurezza dello Stato, ovvero risulti appartenere ad associazioni di tipo mafioso o dedite al traffico degli stupefacenti o ad organizzazioni terroristiche] ( 5 ). 5. Salvo quanto previsto dal comma 3, lo straniero che intende entrare nel territorio dello Stato per essere riconosciuto rifugiato deve rivolgere istanza motivata e, in quanto possibile, documentata all ufficio di polizia di frontiera. Qualora si tratti di minori non accompagnati, viene data comunicazione della domanda al tribunale dei minori competente per territorio ai fini dell adozione dei provvedimenti di competenza. Qualora non ricorrano le ipotesi di cui al comma 4, lo straniero elegge domicilio nel territorio dello Stato. Il questore territorialmente competente, quando non ricorrano le ipotesi previste negli articoli 1 bis e 1 ter, rilascia, su richiesta, un permesso di soggiorno temporaneo valido fino alla definizione della procedura di riconoscimento ( 6 ). 6. Avverso la decisione di respingimento presa in base ai commi 4 e 5 è ammesso ricorso giurisdizionale. [7. Fino all emanazione della nuova disciplina dell assistenza in materia di rifugiati, in sostituzione di ogni altra forma di intervento di prima assistenza prevista dalla normativa vigente, nei limiti delle disponibilità iscritte per lo scopo nel bilancio dello Stato, il Ministero dell interno è autorizzato a concedere, ai richiedenti lo status di rifugiato che abbiano fatto ingresso in Italia dopo la data di entrata in vigore del presente decreto, un contributo di prima assistenza per un periodo non

2 Art. 1 bis Asilo politico 266 superiore a quarantacinque giorni. Tale contributo viene corrisposto, a domanda, ai richiedenti di cui al comma 5 che risultino privi di mezzi di sussistenza o di ospitalità in Italia] ( 7 ). 8. Con decreto del Ministro dell interno, di concerto con il Ministro del tesoro, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite la misura e le modalità di erogazione del contributo di cui al comma All onere derivante dall attuazione dei commi 2 e 7 valutato rispettivamente in lire milioni ed in lire milioni in ragione di anno per ciascuno degli anni 1990, 1991 e 1992, si provvede, quanto a lire milioni, a carico dello stanziamento iscritto al capitolo 4239 dello stato di previsione del Ministero dell interno per l anno 1990 e corrispondenti capitoli per gli anni successivi e, quanto a lire milioni, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale , al capitolo 6856 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per il 1990, all uopo parzialmente utilizzando l accantonamento «Interventi in favore dei lavoratori immigrati». All eventuale maggiore onere si provvede sulla base di una nuova specifica autorizzazione legislativa. 10. Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. 11. I richiedenti asilo che hanno fatto ricorso alle disposizioni previste per la sanatoria dei lavoratori immigrati non perdono il diritto al riconoscimento dello status di rifugiato. Nei loro confronti non si fa luogo a interventi di prima assistenza. ( 1 ) Questo provvedimento è stato adottato con il D.P.R. 15 maggio 1990, n ( 2 ) Disciplina dell attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri. ( 3 ) Si veda il D.P.R. 15 maggio 1990, n. 136: Regolamento per l attuazione dell art. 1, comma 2, del D.L. 30 dicembre 1989, n. 416, convertito, con modificazioni, dalla L. 28 febbraio 1990, n. 39, in materia di riconoscimento dello status di rifugiato. ( 4 ) Si veda il D.M. 24 luglio 1990, n. 237, in materia di prima assistenza ai richiedenti lo status di rifugiato. ( 5 ) Questa lettera è stata soppressa dall art. 34, comma 1, del D.L.vo 19 novembre 2007, n ( 6 ) L ultimo periodo di questo comma è stato così sostituito dall art. 31 della L. 30 luglio 2002, n Il periodo previgente così disponeva: «Il questore territorialmente competente rilascia, dietro richiesta, un permesso di soggiorno temporaneo valido fino alla definizione della procedura di riconoscimento». ( 7 ) Questo comma è stato abrogato dall art. 32, comma 1, lett. a), della L. 30 luglio 2002, n bis. ( 1 ) Casi di trattenimento. 1. Il richiedente asilo non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la domanda di asilo presentata. Esso può, tuttavia, essere trattenuto per il tempo strettamente necessario alla definizione delle autorizzazioni alla permanenza nel territorio dello Stato in base alle disposizioni del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, nei seguenti casi: a) per verificare o determinare la sua nazionalità o identità, qualora egli non sia in possesso dei documenti di viaggio o d identità, oppure abbia, al suo arrivo nello Stato, presentato documenti risultati falsi; b) per verificare gli elementi su cui si basa la domanda di asilo, qualora tali elementi non siano immediatamente disponibili; c) in dipendenza del procedimento concernente il riconoscimento del diritto ad essere ammesso nel territorio dello Stato. 2. Il trattenimento deve sempre essere disposto nei seguenti casi: a) a seguito della presentazione di una domanda di asilo presentata dallo straniero fermato per avere eluso o tentato di eludere il controllo di frontiera o subito dopo, o, comunque, in condizioni di soggiorno irregolare; b) a seguito della presentazione di una domanda di asilo da parte di uno straniero già destinatario di un provvedimento di espulsione o respingimento. 3. Il trattenimento previsto nei casi di cui al comma 1, lettere a), b) e c), e nei casi di cui al comma 2, lettera a), è attuato nei centri di identificazione secondo le norme di apposito regolamento. Il medesimo regolamento determina il numero, le caratteristiche e le modalità di gestione di tali strutture e tiene conto degli atti adottati dall Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR), dal Consiglio d Europa e dall Unione europea. Nei centri di identificazione sarà comunque consentito l accesso ai rappresentanti dell ACNUR. L accesso sarà altresì consentito agli avvocati e agli organismi ed enti di tutela dei rifugiati con esperienza consolidata nel settore, autorizzati dal Ministero dell interno. 4. Per il trattenimento di cui al comma 2, lettera b), si osservano le norme di cui all articolo 14 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n Nei centri di permanenza temporanea e assistenza di cui al medesimo articolo 14 sarà comunque consentito l accesso ai rappresentanti dell ACNUR. L accesso sarà altresì consentito agli avvocati e agli organismi ed enti di tutela dei rifugiati con esperienza consolidata nel settore, autorizzati dal Ministero dell interno.

3 267 D.L. 30 dicembre 1989, n. 416 Art. 1 ter 5. Allo scadere del periodo previsto per la procedura semplificata di cui all articolo 1 ter, e qualora la stessa non si sia ancora conclusa, allo straniero è concesso un permesso di soggiorno temporaneo fino al termine della procedura stessa. Il regolamento di cui al comma 3 è stato emanato con D.P.R. 16 settembre 2004, n. 303 (G.U. Serie gen. - n. 299 del 22 dicembre 2004). 1 ter. ( 1 ) Procedura semplificata. 1. Nei casi di cui alle lettere a) e b) del comma 2 dell articolo 1 bis è istituita la procedura semplificata per la definizione della istanza di riconoscimento dello status di rifugiato secondo le modalità di cui ai commi da 2 a Appena ricevuta la richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato di cui all articolo 1 bis, comma 2, lettera a), il questore competente per il luogo in cui la richiesta è stata presentata dispone il trattenimento dello straniero interessato in uno dei centri di identificazione di cui all articolo 1 bis, comma 3. Entro due giorni dal ricevimento dell istanza, il questore provvede alla trasmissione della documentazione necessaria alla commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato che, entro quindici giorni dalla data di ricezione della documentazione, provvede all audizione. La decisione è adottata entro i successivi tre giorni. 3. Appena ricevuta la richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato di cui all articolo 1 bis, comma 2, lettera b), il questore competente per il luogo in cui la richiesta è stata presentata dispone il trattenimento dello straniero interessato in uno dei centri di permanenza temporanea di cui all articolo 14 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286; ove già sia in corso il trattenimento, il questore chiede al tribunale in composizione monocratica la proroga del periodo di trattenimento per ulteriori trenta giorni per consentire l espletamento della procedura di cui al presente articolo. Entro due giorni dal ricevimento dell istanza, il questore provvede alla trasmissione della documentazione necessaria alla commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato che, entro quindici giorni dalla data di ricezione della documentazione, provvede all audizione. La decisione è adottata entro i successivi tre giorni. 4. L allontanamento non autorizzato dai centri di cui all articolo 1 bis, comma 3, equivale a rinuncia alla domanda. 5. Lo Stato italiano è competente all esame delle domande di riconoscimento dello status di rifugiato di cui al presente articolo, ove i tempi non lo consentano, ai sensi della Convenzione di Dublino ratificata ai sensi della legge 23 dicembre 1992, n La commissione territoriale, integrata da un componente della Commissione nazionale per il diritto di asilo, procede, entro dieci giorni, al riesame delle decisioni su richiesta adeguatamente motivata dello straniero di cui è disposto il trattenimento in uno dei centri di identificazione di cui all articolo 1 bis, comma 3. La richiesta va presentata alla commissione territoriale entro cinque giorni dalla comunicazione della decisione. L eventuale ricorso avverso la decisione della commissione territoriale è presentato al tribunale in composizione monocratica territorialmente competente entro quindici giorni, anche dall estero tramite le rappresentanze diplomatiche. Il ricorso non sospende il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale; il richiedente asilo può tuttavia chiedere al prefetto competente di essere autorizzato a rimanere sul territorio nazionale fino all esito del ricorso. La decisione di rigetto del ricorso è immediatamente esecutiva. 1 quater. ( 1 ) Commissioni territoriali. 1. Presso le prefetture-uffici territoriali del Governo indicati con il regolamento di cui all articolo 1 bis, comma 3, sono istituite le commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato. Le predette commissioni, nominate con decreto del Ministro dell interno, sono presiedute da un funzionario della carriera prefettizia e composte da un funzionario della Polizia di Stato, da un rappresentante dell ente territoriale designato dalla Conferenza Stato-città ed autonomie locali e da un rappresentante dell ACNUR. Per ciascun componente deve essere previsto un componente supplente. Tali commissioni possono essere integrate, su richiesta del Presidente della Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato prevista dall articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 maggio 1990, n. 136, da un funzionario del Ministero degli affari esteri con la qualifica di componente a tutti gli effetti, ogni volta che sia necessario, in relazione a particolari afflussi di richiedenti asilo, in ordine alle domande dei quali occorra disporre di particolari elementi di valutazione in merito alla situazione dei Paesi di provenienza di competenza del Ministero degli affari esteri. In caso di parità, prevale il voto del Presidente. Ove necessario, in relazione a particolari afflussi di richiedenti asilo, le commissioni possono essere composte da personale posto in posizione di distacco o di collocamento a riposo. La partecipazio-

4 Art. 1 quinquies Asilo politico 268 ne del personale di cui al precedente periodo ai lavori delle commissioni non comporta la corresponsione di compensi o di indennità di qualunque natura. 2. Entro due giorni dal ricevimento dell istanza, il questore provvede alla trasmissione della documentazione necessaria alla commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato che entro trenta giorni provvede all audizione. La decisione è adottata entro i successivi tre giorni. 3. Durante lo svolgimento dell audizione, ove necessario, le commissioni territoriali si avvalgono di interpreti. Del colloquio con il richiedente viene redatto verbale. Le decisioni sono adottate con atto scritto e motivato. Le stesse verranno comunicate al richiedente, unitamente all informazione sulle modalità di impugnazione, nelle forme previste dall articolo 2, comma 6, del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n Nell esaminare la domanda di asilo le commissioni territoriali valutano per i provvedimenti di cui all articolo 5, comma 6, del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, le conseguenze di un rimpatrio alla luce degli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali di cui l Italia è firmataria e, in particolare, dell articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali, ratificata ai sensi della legge 4 agosto 1955, n Avverso le decisioni delle commissioni territoriali è ammesso ricorso al tribunale ordinario territorialmente competente che decide ai sensi dell articolo 1 ter, comma 6. 1 quinquies. ( 1 ) Commissione nazionale per il diritto di asilo. 1. La Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato prevista dall articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 maggio 1990, n. 136, è trasformata in Commissione nazionale per il diritto di asilo, di seguito denominata «Commissione nazionale», nominata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta congiunta dei Ministri dell interno e degli affari esteri. La Commissione è presieduta da un prefetto ed è composta da un dirigente in servizio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, da un funzionario della carriera diplomatica, da un funzionario della carriera prefettizia in servizio presso il Dipartimento per le libertà civili e l immigrazione e da un dirigente del Dipartimento della pubblica sicurezza. Alle riunioni partecipa un rappresentante del delegato in Italia dell ACNUR. Ciascuna amministrazione designa, altresì, un supplente. La Commissione nazionale, ove necessario, può essere articolata in sezioni di analoga composizione. 2. La Commissione nazionale ha compiti di indirizzo e coordinamento delle commissioni territoriali, di formazione e aggiornamento dei componenti delle medesime commissioni, di raccolta di dati statistici oltre che poteri decisionali in tema di revoche e cessazione degli status concessi. 3. Con il regolamento di cui all articolo 1 bis, comma 3, sono stabilite le modalità di funzionamento della Commissione nazionale e di quelle territoriali. 1 sexies. ( 1 ) Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. 1. Gli enti locali che prestano servizi finalizzati all accoglienza dei richiedenti asilo e alla tutela dei rifugiati e degli stranieri destinatari di altre forme di protezione umanitaria possono accogliere nell ambito dei servizi medesimi il richiedente asilo privo di mezzi di sussistenza nel caso in cui non ricorrano le ipotesi previste dagli articoli 1 bis e 1 ter. 2. Il Ministro dell interno, con proprio decreto, sentita la Conferenza unificata di cui all articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, provvede annualmente, e nei limiti delle risorse del Fondo di cui all articolo 1 septies, al sostegno finanziario dei servizi di accoglienza di cui al comma 1, in misura non superiore all 80 per cento del costo complessivo di ogni singola iniziativa territoriale. 3. In fase di prima attuazione, il decreto di cui al comma 2: a) stabilisce le linee guida e il formulario per la presentazione delle domande di contributo, i criteri per la verifica della corretta gestione dello stesso e le modalità per la sua eventuale revoca; b) assicura, nei limiti delle risorse finanziarie del Fondo di cui all articolo 1 septies, la continuità degli interventi e dei servizi già in atto, come previsti dal Fondo europeo per i rifugiati; c) determina, nei limiti delle risorse finanziarie del Fondo di cui all articolo 1 septies, le modalità e la misura dell erogazione di un contributo economico di prima assistenza in favore del richiedente asilo che non rientra nei casi previsti dagli articoli 1 bis e 1 ter e che non è accolto nell ambito dei servizi di accoglienza di cui al comma 1.

5 269 D.L. 30 dicembre 1989, n. 416 Art. 1 septies 4. Al fine di razionalizzare e ottimizzare il sistema di protezione del richiedente asilo, del rifugiato e dello straniero con permesso umanitario di cui all articolo 18 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e di facilitare il coordinamento, a livello nazionale, dei servizi di accoglienza territoriali, il Ministero dell interno attiva, sentiti l Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l ACNUR, un servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali che prestano i servizi di accoglienza di cui al comma 1 ( 2 ) ( 3 ). Il servizio centrale è affidato, con apposita convenzione, all ANCI. 5. Il servizio centrale di cui al comma 4 provvede a: a) monitorare la presenza sul territorio dei richiedenti asilo, dei rifugiati e degli stranieri con permesso umanitario; b) creare una banca dati degli interventi realizzati a livello locale in favore dei richiedenti asilo e dei rifugiati; c) favorire la diffusione delle informazioni sugli interventi; d) fornire assistenza tecnica agli enti locali, anche nella predisposizione dei servizi di cui al comma 1; e) promuovere e attuare, d intesa con il Ministero degli affari esteri, programmi di rimpatrio attraverso l Organizzazione internazionale per le migrazioni o altri organismi, nazionali o internazionali, a carattere umanitario. 6. Le spese di funzionamento e di gestione del servizio centrale sono finanziate nei limiti delle risorse del Fondo di cui all articolo 1 septies. ( 2 ) Ai sensi dell art. 2, comma 8, del D.L. 9 settembre 2002, n. 195, convertito, con modicazioni, nella L. 9 ottobre 2002, n. 222, per soggetto destinatario dei servizi di accoglienza di cui al presente comma si intende lo straniero con permesso umanitario di cui all art. 5, comma 6 del D.L.vo 25 luglio 1998, n ( 3 ) A norma dell art. 34, comma 3, del D.L.vo 19 novembre 2007, n. 251, per soggetto destinatario dei servizi d accoglienza di cui a questo comma, si intenda anche lo straniero con permesso di protezione sussidiaria di cui allo stesso decreto legislativo. 1 septies. ( 1 ) Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell asilo. 1. Ai fini del finanziamento delle attività e degli interventi di cui all articolo 1 sexies, presso il Ministero dell interno, è istituito il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell asilo, la cui dotazione è costituita da: a) le risorse iscritte nell unità previsionale di base «Immigrati, profughi e rifugiati» - capitolo dello stato di previsione del Ministero dell interno per l anno 2002, già destinate agli interventi di cui all articolo 1 sexies e corrispondenti a 5,16 milioni di euro; b) le assegnazioni annuali del Fondo europeo per i rifugiati, ivi comprese quelle già attribuite all Italia per gli anni 2000, 2001 e 2002 ed in via di accreditamento al Fondo di rotazione del Ministero dell economia e delle finanze; c) i contributi e le donazioni eventualmente disposti da privati, enti o organizzazioni, anche internazionali, e da altri organismi dell Unione europea. 2. Le somme di cui al comma 1, lettere b) e c), sono versate all entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al Fondo di cui al medesimo comma Il Ministro dell economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

6 GIURISPRUDENZA Asilo politico D.L. 30 dicembre 1989, n l Nella vigenza dell art. 17 del D.P.R. 16 settembre 2004, n. 303, il giudizio promosso dallo straniero extracomunitario per ottenere l annullamento del provvedimento prefettizio col quale è stata respinta la sua istanza di permanenza sul territorio nazionale nelle more della decisione, da parte del tribunale ordinario, sulla domanda di riconoscimento dello status di rifugiato politico, è devoluto alla giurisdizione del giudice amministrativo, poiché l impugnata decisione si fonda su di una valutazione discrezionale circa l insussistenza di un concreto pericolo che lo straniero, nel periodo di attesa, possa sottrarsi all esecuzione del provvedimento di allontanamento. * Cass. civ., Sezioni Unite, 27 febbraio 2008, n. 5089, Hoti c. Min. Interno ed altri. [RV601950] l Presupposti per il riconoscimento dello status di rifugiato politico sono la condizione socio politica normativa del Paese di provenienza e la correlazione di questa con la specifica posizione del richiedente, senza che la prima possa fondarsi sul ricorso al notorio e che possa ricavarsi sillogisticamente la seconda dalla prima, rilevando, invece, la situazione persecutoria di chi (per l appartenenza ad etnia, associazione, credo politico o religioso, ovvero in ragione delle proprie tendenze o stili di vita) rischi verosimilmente specifiche misure sanzionatorie a carico della sua integrità fisica o libertà personale. Nella specie la S.C. ha confermato il decreto di diniego del giudice di merito, motivato sull inidoneità di indeterminate fonti di stampa a costituire la ragionevole prova della discriminazione dei curdi in Turchia e sulla mera asserzione dell appartenenza del richiedente a tale etnia e del conseguente pericolo. * Cass. civ., sez. I, 20 dicembre 2007, n , Gay c. Questura Livorno ed altri. [RV601014] l In quanto organo (istituito e regolato dall art. 2 del D.P.R. 15 maggio 1990, n. 136, in attuazione del disposto dell art. 1, comma secondo, del D.L. 30 dicembre 1989, n. 416, convertito in legge 28 febbraio 1990, n. 39) del Ministero dell Interno, la Commissione Centrale per il riconoscimento dello «status» di rifugiato non ha distinta soggettività giuridica e, come tale, è priva di legittimazione processuale e «ad causam». (Nella specie, è stato dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione proposto nei confronti della Commissione Centrale per il riconoscimento dello «status» di rifugiato avverso la sentenza del giudice di merito che aveva rigettato l opposizione contro un provvedimento reiettivo emanato dalla Commissione medesima nel vigore del regime di cui all art. 1 D.L. 30 dicembre 1989, n. 416, convertito in legge 28 febbraio 1990, n. 39, anteriormente alle modifiche introdotte dalle disposizioni di cui all art. 32 della legge 30 luglio 2002, n. 189). * Cass. civ., sez. I, 2 dicembre 2005, n , Zeray c. Questura Prato ed altri. [RV585002] l In base alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951, ratificata in Italia con legge 24 luglio 1954, n. 722, lo «status» di rifugiato deve essere riconosciuto qualora lo straniero abbia subito la violazione di diritti umani fondamentali sanciti da documenti internazionali o abbia il fondato timore di essere personalmente perseguitato nel Paese di origine. Pertanto, pur potendosi ammettere che l onere della prova dei requisiti fondanti lo «status» di rifugiato sia da valutare con minor rigore, poiché tanto più grave risulta la persecuzione tanto minore è la possibilità per lo straniero di fornirla, chi intende chiedere il riconoscimento del predetto «status» deve provare il pericolo cui andrebbe incontro con il rimpatrio, con precisi riferimenti all effettività e all attualità del rischio, non essendo all uopo sufficienti le dichiarazioni dell interessato, le attestazioni provenienti da terzi estranei al giudizio (in difetto di altri elementi di prova atti a suffragare le risultanze promananti da detti scritti), il riferimento a situazioni politico-economiche di dissesto del Paese di origine o a persecuzioni nei confronti di non specificate etnie di appartenenza ovvero il richiamo al fatto notorio, non accompagnato dall indicazione di specifiche circostanze riguardanti direttamente il richiedente. (Nella specie, relativa al caso di un cittadino eritreo, la Suprema Corte ha confermato la decisione del giudice di merito che aveva respinto l opposizione avverso il provvedimento di diniego

7 Asilo politico 316 del richiesto «status» di rifugiato in quanto la sussistenza del fondato timore di essere perseguitato in caso di ritorno in patria risultava documentata soltanto da dichiarazioni provenienti dal ricorrente e da un attestato del Fronte Democratico Popolare per la Liberazione dell Eritrea). * Cass. civ., sez. I, 2 dicembre 2005, n , Zeray c. Questura Prato ed altri. [RV585003] l In assenza di una legge organica sull asilo politico che, in attuazione del dettato costituzionale, ne fissi le condizioni, i termini, i modi e gli organi competenti in materia di richiesta e concessione, e in considerazione del fatto che le varie leggi succedutesi nel tempo hanno compiutamente regolato soltanto la categoria del rifugiato politico (di cui alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951) e configurato la domanda di asilo come esclusivamente finalizzata al riconoscimento di detta qualifica, il diritto di asilo deve intendersi non tanto come un diritto alla permanenza e alla protezione nel territorio dello Stato, quanto piuttosto come il diritto dello straniero di accedervi al fine di essere ammesso alla procedura di riconoscimento dello status di rifugiato politico e non ha contenuto legale diverso e più ampio del diritto a ottenere il rilascio di un permesso di soggiorno per la durata dell istruttoria della relativa pratica. Si tratta, dunque, di un diritto attualmente previsto soltanto per coloro che rientrano nella nozione di rifugiato politico ai sensi della Convenzione predetta e, di conseguenza, risolutivamente condizionato al mancato accoglimento della domanda di riconoscimento dello status di rifugiato politico. (Nella specie, un cittadino turco di etnia curda, la cui domanda per il riconoscimento dello status di rifugiato politico era stata rigettata dalla allora competente Commissione centrale, aveva presentato ricorso avverso siffatto provvedimento e il tribunale prima e la corte d appello poi, in accoglimento di analoga domanda subordinata dello straniero, ne avevano dichiarato il diritto di asilo. Affermando il principio di cui in massima, la Suprema Corte ha cassato la sentenza e, decidendo nel merito, ha respinto l opposizione contro il provvedimento amministrativo). * Cass. civ., sez. I, 25 novembre 2005, n , Min. Interno ed altro c. Aday. [RV584328] l In quanto organo (istituito e regolato dall art. 2 del D.P.R. 15 maggio 1990, n. 136, in attuazione del disposto dell art. 1, comma secondo, del D.L. 30 dicembre 1989, n. 416, convertito in legge 28 febbraio 1990, n. 39) del Ministero dell Interno, la Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato non ha distinta soggettività giuridica e, come tale, è priva di legittimazione processuale e ad causam (nella specie, è stato dichiarato inammissibile il ricorso per Cassazione proposto dalla Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato congiuntamente al Ministero dell Interno avverso la sentenza del giudice di merito che aveva accolto l opposizione contro un provvedimento reiettivo emanato dalla Commissione medesima nel vigore del regime di cui all art. 1 D.L. 30 dicembre 1989, n. 416, conv. in legge 28 febbraio 1990, n. 39, anteriormente alle modifiche introdotte dalle disposizioni di cui all art. 32 della legge 30 luglio 2002, n. 18). * Cass. civ., sez. I, 25 novembre 2005, n , Min. Interno ed altro c. Aday. [RV584327] l Asilo e rifugio politico, pur avendo connotazioni diverse, sono tuttavia accomunati sotto il profilo procedimentale, la domanda di asilo dovendo essere assistita dalle medesime formalità previste per la richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato, e in particolare occorrendo che sia accompagnata dalla richiesta di un permesso di soggiorno temporaneo, come disposto dall art. 1, comma 5, del decreto-legge 30 dicembre 1989, n. 416 (convertito, con modificazione, dalla legge 28 febbraio 1990, n. 39). Ne consegue che, in mancanza della prova (o anche della semplice allegazione), da parte dell interessato, dell avvenuta presentazione di una istanza di concessione del permesso di soggiorno in pendenza della domanda di asilo, la sola proposizione della domanda stessa non può costituire, di per sé, ostacolo alla espulsione dello straniero. * Cass. civ., sez. I, 4 maggio 2004, n. 8423, Thalahitiya Gamaralalage c. Prefettura Catania ed altro. [RV572572] l Il ricorso dello straniero avverso il provvedimento di diniego di asilo politico emesso dalla Commissione Centrale per i Rifugiati (nel vigore del regime di cui all art. 1 D.L. 30 dicembre 1989, n. 416, conv. in legge 28 febbraio 1990, n. 39, e sino alla data di applicabilità delle disposizioni di cui all art. 32 della legge 30 luglio 2002, n. 189 che, introducendo nel testo del citato D.L. n. 416/1989 gli articoli da 1 bis a 1 septies, ha istituito, nell ambito della procedura semplificata per le richieste formulate dagli stranieri ristretti per identificazione in centri di permanenza temporanea e assistenza, commissioni territoriali e previsto la competenza del tribunale territorialmente competente data coincidente, ai sensi dell art. 34 della stessa legge, con l entrata in vigore nuovo regolamento previsto dal citato art. 1 bis, comma 3, D.L. n. 416/1989) rientra nella competenza per materia del Tribunale ai sensi dell art. 9 c.p.c., trattandosi di controversia avente ad oggetto lo status del richiedente, e nella competenza terri-

8 317 GIURISPRUDENZA toriale, ai sensi dell art.25 c.p.c., del Tribunale di Roma, luogo in cui ha sede il soggetto convenuto, che è l Amministrazione centrale dello Stato (essendo la Commissione organo, privo di autonoma soggettività giuridica, del Ministero dell Interno). * Cass. civ., sez. I, 18 giugno 2004, n , Saparamadu c. Pres. Cons. Min. [RV573742] l In tema di protezione internazionale, lo straniero che sia giunto clandestinamente in Italia e venga trattenuto per accertamenti presso l aerostazione di arrivo, ha diritto di presentare contestuale istanza di riconoscimento della condizione di rifugiato politico e di permanere nello Stato (munito di permesso temporaneo o ristretto nel Centro di identificazione) fino alla definizione della procedura avente ad oggetto la verifica delle condizioni per beneficiare dello status di rifugiato ovvero della protezione umanitaria. Ne consegue che deve ritenersi illegittimo il rifiuto da parte della polizia areoportuale di ricevere detta istanza in sede di svolgimento dei primi controlli, avendo l Amministrazione l obbligo di inoltrarla al questore per le determinazioni di competenza, astenendosi da alcuna forma di respingimento e dall adozione di misure di espulsione che impediscano il corso e la definizione della domanda presso le commissioni designate. * Cass. civ., sez. I, 15 dicembre 2009, n , Tika Ram c. Prefettura Roma [RV611089] l Qualora lo straniero venga espulso successivamente al rigetto della richiesta di permesso di soggiorno per il riconoscimento dello status di rifugiato da parte della Commissione Centrale ratione temporis competente ed a causa della sua permanenza nel territorio nazionale in violazione dell intimazione del questore ad abbandonarlo, l omessa impugnazione del provvedimento di rigetto davanti al tribunale competente a conoscere sia delle domande di riconoscimento dello status di rifugiato che di quelle dirette ad ottenere le altre misure di protezione umanitaria preclude la possibilità di dedurre le medesime ragioni in sede di opposizione al provvedimento di espulsione, salvo che i motivi di opposizione consistano nella allegazione di un nuovo e diverso fatto di persecuzione, non esaminato nella sede preposta e fatto valere come sopravvenuta ragione del divieto di espulsione ai sensi dell art. 19 del D.L.vo n. 286 del * Cass. civ., sez. I, 15 dicembre 2009, n , Rahimi c. Prefettura Roma [RV611088] l In materia di protezione internazionale, è vietata l espulsione dello straniero (adottata dal prefetto) all esito della decisione negativa della commissione territoriale, ai sensi dell art. 32 della legge n. 189 del 2002 ( ratione temporis applicabile), sull istanza di riconoscimento dello status di rifugiato, se l interessato, in attesa della definizione della procedura, abbia chiesto al questore il rilascio del titolo di soggiorno. * Cass. civ., sez. I, 4 agosto 2010, n , Egbon c. Prefetto Roma Uff. Terr. Gov. [RV614100] Asilo politico L. 23 dicembre 1992, n l Le controversie che riguardano il diritto di asilo, di cui al terzo comma dell art. 10 Cost., rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, trattandosi di un diritto soggettivo al quale non è applicabile la disciplina sullo status di rifugiato (D.L. n. 416 del 1989, convertito in legge n. 39 del 1990), la quale, invece, espressamente prevede la giurisdizione del giudice amministrativo. * Cass. civ., Sezioni Unite, 26 maggio 1997, n. 4674, Jaber Allen c. Ministero Interno. [RV504706] l Le controversie che riguardano il diritto di asilo, di cui al terzo comma dell art. 10 Cost., rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, trattandosi di un diritto soggettivo al quale non è applicabile la disciplina sullo status di rifugiato (D.L. n. 416 del 1989, convertito in legge n. 39 del 1990), la quale, invece, espressamente prevede la giurisdizione del giudice amministrativo. La previsione contenuta nell art. 10, terzo comma, della Costituzione, pone un preciso precetto giuridico che attribuisce direttamente allo straniero, al quale risulta impedito nel paese d origine l effettivo esercizio dei diritti e delle libertà democratiche garantite ed assicurate dalla nostra Costituzione, un diritto soggettivo perfetto all ottenimento dell asilo, pur in mancanza di una legge ordinaria che ne specifichi le condizioni di esercizio e le modalità di godimento. Conseguentemente, il riconoscimento del diritto d asilo non può essere impedito dall esistenza di una richiesta di estradizione per reati politici da parte del paese d origine del richiedente. * Trib. Torino 28 maggio 2001, Trib. Torino 28 maggio 2001, n (Mass. redaz.) l Il riconoscimento dello status di rifugiato può rappresentare una circostanza ostativa e, dunque, un possibile vizio del provvedimento di espulsione, ma non della esecuzione di questo da parte del questore, il quale come risulta dagli artt. 13 e 14 D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286 una volta che sia stato emanato il decreto di espulsione, è tenuto senz altro a darvi corso senza necessità di richiedere alcun altro nulla osta, se non quello previsto per l ipotesi in cui lo straniero si trovi sottoposto a procedimento penale (art. 13, terzo comma, D.L.vo cit., come sostituito dalla legge 30 luglio 2002, n. 189). * Cass. civ., sez. I, 11 giugno 2003, n. 9362, Salillari c. Min. Interno. [RV564149]

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