Formazione docenti neoassunti Provincia di Pisa a.s.2015/16
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1 Formazione docenti neoassunti Provincia di Pisa a.s.2015/16 Valeria Raglianti Docente di Lingua inglese Scuola Secondaria di 2^ grado - I.I.S. E. Santoni Pisa Psicopedagogista Formatore AID Pisa, marzo - aprile 2016
2 LABORATORIO 1 BES e DISABILITA? Realizzazione di un laboratorio formativo sull integrazione scolastica dei disabili e sui bisogni educativi speciali per tutti i docenti neoassunti
3 4 momenti in presenza 1) attività di accoglienza e conoscenza; 2) presentazione e discussione del tema generale dei BES declinato per i diversi ordini di Scuola; 3) lavoro di gruppo relativo ad un aspetto specifico emerso durante il secondo momento con produzione di una sintetica relazione; 4) restituzione e condivisione di ogni referente di gruppo sull esito del lavoro svolto.
4 + attività on-line Nel portfolio il corsista potrà descrivere le esperienze che ritiene più significative, illustrare le attività svolte e riflettere sullo sviluppo della propria professionalità. Questa applicazione accompagnerà il corsista nell elaborazione della documentazione che presenterà al comitato di valutazione per la discussione finale L elaborato, impostato durante l attività laboratoriale, dovrà essere completato insieme agli altri membri del sottogruppo sul forum della piattaforma indire ed inviato alla docente per la validazione entro i successivi 10 giorni
5 Bisogni Educativi Speciali (Special Educational Needs) SONO SUDDIVISIBILI IN TRE GRANDI SOTTOCATEGORIE disabilità disturbi evolutivi specifici svantaggio -DSAp -socio-economico - deficit del linguaggio - linguistico -ADHD - culturale -problematiche aree non verbali (disturbo della coordinazione motoria, disprassia) - disturbo dello spettro autistico lieve
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8 Passaggio Dall idea di integrazione all idea di inclusione Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta
9 Schema classico intervento con sostegno Bisogno Personalizzazione dell intervento Segnalazione alla famiglia Assegnazione risorse aggiuntive Invio ai servizi Certificazione
10 DSA e legge 170/2010 Bisogno Personalizzazione dell intervento Segnalazione alla famiglia Assegnazione risorse aggiuntive Invio ai servizi Certificazione
11 Direttiva sui BES Bisogno L intervento è attivato dalla scuola in accordo con la famiglia Personalizzazione dell intervento Segnalazione alla famiglia Assegnazione risorse aggiuntive Invio ai servizi L eventuale documentazione clinica ha un ruolo informativo Certificazione
12 C.M. n.8 del 6/3/2013 Individuazione alunno con BES Su informazioni fornite dalla famiglia attraverso diagnosi o altra documentazione clinica. La scuola può accettare qualsiasi diagnosi rilasciata dai privati riservandosi di valutare l effettiva ricaduta sui bisogni educativi La scuola si attiva con decisione del C. di C. o team docenti partendo dall analisi dei bisogni educativi emersi che determinano la necessità di elaborare un PDP In base ad una diagnosi Su decisione della scuola
13 Rapporti con la famiglia Alunno individuato come BES Chiedere alla famiglia l autorizzazione a trattare le informazioni sensibili (anche se può essere implicitamente data con la consegna della diagnosi) La scuola s attiva con decisione del C. di C. o team docenti attenendosi a criteri pedagogici e didattici e motivando dettagliatamente le decisioni. In base ad una diagnosi Su decisione della scuola
14 Azioni della Scuola La Circolare prevede che il GLH (previsto dalla L.104 art. 15 co.2) di istituto diventi Gruppo di lavoro per l inclusione (GLI) e i suoi compiti si estendono a tutti i BES Composto da FS, docenti sostegno, assistenti alla comunicazione, docenti disciplinari, genitori, esperti istituzionali o esterni convenzionati
15 Compiti del gruppo di lavoro e della scuola Rilevazione dei BES presenti nella scuola Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi Focus/confronto su casi, consulenza e supporto ai colleghi su strategie/metodologie di gestione delle classi Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai GLH Operativi Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l Inclusività, entro il mese di giugno Approvazione del Piano da parte del Collegio docenti A settembre adattamento del Piano Assegnazione definitiva risorse funzionali (D. S.)
16 Le problematiche di apprendimento: interventi diversi per problemi diversi
17 Difficoltà nell apprendimento? Disabilità cognitiva Disturbo specifico dell apprendimento Disturbi da deficit d attenzione e comportamento dirompente Disturbi d ansia Disturbi dell umore Disturbi generalizzati dello sviluppo e disturbi psicotici Mutismo selettivo Alcune patologie neurologiche progressive Alcune forme di epilessia Preesistenti disturbi del linguaggio..
18 La disabilità cognitiva: classificazione secondo il Quoziente Intellettivo (QI) Area limite : da 84 a 71 Disabilità lieve: da 70 a Disabilità moderata : da a Disabilità grave: da a Disabilità gravissima: < 20-25
19 La disabilità cognitiva: eziopatogenesi Patologie genetiche Malformazioni cerebrali Pregresse encefalopatie ipossico-ischemicoemorragiche (p.e.: sofferenza perinatale) Patologie neurometaboliche Endocrinopatie.. N.d.d.
20 La disabilità cognitiva: strumenti diagnostici Anamnesi Valutazione clinica (esame neurologico, valutazione genetica) Accurata valutazione psicologica Esami strumentali (neuroimaging, indagini elettrofisiologiche, esame cromosomico, genetica molecolare, esami neurometabolici, ecc.)
21 La disabilità cognitiva lieve: il quoziente intellettivo globale (QIT) Norma > 84 Area Limite Disabilità < 71
22 L alunno con problematiche di apprendimento: diverse competenze da valutare Competenze extra-verbali (QIP) Competenze verbali (QIV) Competenze inerenti la letto-scrittura e il calcolo matematico
23 L alunno con ridotte capacità in ambito extra-verbale Difficoltà nel problem solving Difficoltà visuo-prassiche e visuospaziali Difficoltà nello spostare competenze da un contesto all altro Ridotta elasticità Difficoltà in ambito logico..
24 L alunno con ridotte capacità in ambito verbale Difficoltà narrative Difficoltà di comprensione verbale -N.B.: 1) tali difficoltà si rilevano sia nella lingua scritta che in quella parlata 2) tali difficoltà riguardano sia il lessico che le strutture morfo-sintattiche
25 DISTURBI DI APPRENDIMENTO Insieme eterogeneo di condizioni, in età evolutiva, caratterizzate dalla presenza di difficoltà in una o più aree dell apprendimento scolastico (lettura, scrittura, calcolo, problem solving matematico, lingue non native -inglese, francese, latino, ecc -, studio e memorizzazione dei contenuti curricolari,.)
26 DISTURBI DI APPRENDIMENTO Specifici (DSA) Primari, cioè non riconducibili ad altri condizioni clinicamente rilevanti. Includono: -Dislessia -Disortografia -Disgrafia -Discalculia Aspecifici (Difficoltà generiche di apprendimento) Secondari a: - Ritardo Mentale - Disturbi neurologici (ad es. Paralisi Cerebrali Infantili) -Deficit sensoriali, uditivi o visivi -Disturbi psichiatrici (depressione, ansia, autismo, ecc.) -Ridotte opportunità educative(svantaggio socio-culturale, assenze, ecc.)
27 DSA Disturbi di apprendimento secondo il DSM V; Disturbi specifici delle abilità scolastiche secondo l ICD-10; Disturbi evolutivi specifici di apprendimento secondo la Consensus Conference italiana, Gennaio 2007 Insieme di quadri clinici caratterizzati da un deficit significativo nell acquisizione di una o più abilità scolastiche, nonostante: -un livello intellettivo generale nella norma -l assenza di deficit di tipo neurologico o sensoriale -l assenza di patologie psichiatriche primarie - normali opportunità educative
28 I disturbi specifici dell apprendimento: eziopatogenesi e storia clinica Problematica di natura geneticamente determinata Di regola, nessun sintomo fino all ingresso alla Scuola Primaria Importanti difficoltà nell apprendimento della letto-scrittura (e del calcolo) Espressività ed evoluzione diverse a seconda della gravità del disturbo (e di molti altri fattori)
29 CLASSIFICAZIONE DEI DSA La differenziazione tra i DSA viene effettuata sulla base delle specifiche abilità scolastiche compromesse Disturbi specifici della LETTURA: -Disturbo specifico della lettura decifrativa (o Dislessia evolutiva) Disturbi specifici della SCRITTURA: -disturbo specifico della competenza ortografica (Disortografia evolutiva) -disturbo specifico nella realizzazione manuale dei grafemi (Disgrafia evolutiva) Disturbi specifici delle ABILITA NUMERICHE ED ARITMETICHE: -disturbo specifico dell elaborazione numerica e delle procedure del calcolo (Discalculia evolutiva) Elevato grado di comorbidità tra i diversi DSA
30 Che cos'è la Dislessia Disturbo di acquisizione delle abilità strumentali di decodifica della lingua scritta (lettura decifrativa), che si manifesta in bambini di intelligenza normale, privi di significative patologie neurologiche o psichiatriche, di deficit sensoriali non corretti e nonostante normali opportunità educative. In caso di difficoltà severe delle capacità di decodifica, anche la comprensione del testo risulta generalmente compromessa; le difficoltà di comprensione del testo, tuttavia, possono costituire un eventuale conseguenza delle difficoltà nella lettura decifrativa, ma non rappresentano l aspetto cardine della Dislessia Evolutiva (DE) E frequente l associazione con difficoltà a carico delle competenze ortografiche nella scrittura
31 Decorso DE Le manifestazione cliniche della DE si modificano in funzione della specifica fase evolutiva considerata In fasi successive dell alfabetizzazione (fine 2 ciclo Scuola Primaria, Scuola Secondaria di Primo Grado):, il profilo tipico del bambino con DE si caratterizza per: il persistere di una strategia di decodifica di tipo sub-lessicale, generalmente di tipo sillabico; la lettura ad alta voce può raggiungere un discreto grado di accuratezza, ma risulta tipicamente molto più lenta rispetto ai valori normali attesi per l età; tentativi di accesso diretto alle parole scritte, utilizzando gli indizi semantici e sintattici presenti nel testo, oppure, sfruttando le conoscenze lessicali; la lettura diviene più veloce, ma spesso costellata da numerosi errori. Nel complesso, la letteratura più recente è concorde nel mostrare come la caratteristica più persistente della DE nei bambini di lingua italiana è la lentezza della decodifica; il numero di errori nella lettura ad alta voce, a partire dalla fine della scuola primaria, può essere abbastanza ridotto.
32 Che cos'è la Disortografia Disturbo nel processamento delle competenze ortografiche in un soggetto con normali capacità cognitive e non affetto da sindromi neurologiche o da patologie di ordine psichiatrico.
33 Errori di ortografia: Errori FONOLOGICI: omissione, aggiunta, sostituzione, inversione, scambio di fonemi; doppie, riduzioni arbitrarie; Errori NON-FONOLOGICI: scambio di grafemi o sillabe con lo stesso suono od omofoni (es. squola per scuola; cuadro per quadro; etc...); separazioni/fusioni illegali (in verno per inverno, luna per l'una; etc...
34 Che cos'è la Disgrafia Disturbo di acquisizione delle competenze grafo-motorie della scrittura (capacità di scrivere a mano in modo sufficientemente rapido e leggibile) che si manifesta in bambini di intelligenza normale, privi di significative patologie neurologiche o psichiatriche, di deficit sensoriali non corretti e nonostante normali opportunità educative. In un certo numero di casi la disgrafia evolutiva può associarsi ad un più generale deficit di sviluppo della coordinazione motoria (goffaggine nei movimenti, scadenti prestazioni nello sport, difficoltà nel controllo della motricità fine, problemi nel disegno)
35 Che cos'è la Discalculia Evolutiva Deficit orientato su due versanti di elaborazione (Consensus Conference, 2011): a) deficit di cognizione numerica (subitizing, quantificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo mentale, etc...); b) deficit nell'esecuzione algoritmica del calcolo (procedure per risolvere il calcolo).
36 I disturbi specifici dell apprendimento: quando è possibile porre la diagnosi Data la grande variabilità inter- individuale nell apprendimento della lingua scritta, è possibile porre diagnosi di disturbo specifico dell apprendimento solo alla fine del primo ciclo della Scuola Primaria
37 I disturbi specifici dell apprendimento: cosa dobbiamo (e possiamo) fare Diagnosi nei tempi corretti Corretta informazione Interventi di tipo riabilitativo Modificazioni dell attività didattica (predisposizione di un piano didattico personalizzato con utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi L. 170/10)
38 CHE COS È IL PDP? PIANO: un programma, un progetto, una strategia. DIDATTICO: lo scopo della didattica è il miglioramento: -dell'efficacia e soprattutto dell'efficienza dell'apprendimento dell allievo,che comporta, quindi, una diminuzione dei tempi di studio e del dispendio di energie -dell efficacia e dell'efficienza dell'insegnamento del docente PERSONALIZZATO: indica la diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti nella progettazione del lavoro
39 CHI REDIGE IL PDP? Il team dei docenti o il consiglio di classe, acquisita la diagnosi specialistica di DSA, redige il Piano Didattico Personalizzato. La redazione del documento prevede una fase preparatoria d incontro e di dialogo tra docenti, famiglia e specialisti nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze. Le scuole, nell ambito dell autonomia di cui al D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275, e gli insegnanti, nell ambito della libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione, sono liberi nell individuazione delle modalità di insegnamento più idonee a corrispondere alle necessità di ciascun allievo, ivi compresi gli strumenti compensativi e dispensativi per gli allievi con DSA.
40 PDP e ruolo della famiglia (1) Art.5 del Decreto attuativo effettivamente è la scuola che "garantisce ed esplicita " interventi didattici e personalizzati Linee Guida, al punto 3.1, si parla di "condivisione con la famiglia delle iniziative intraprese (omissis) "nella predisposizione della documentazione in questione è fondamentale il raccordo con la famiglia Punto 6.5 titolo "La Famiglia". Di nuovo il verbo usato è "condivide" e, attenzione alla preposizione, "è chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo..."
41 PDP e ruolo della famiglia (2) L'approvazione del PDP è un provvedimento amministrativo che appartiene alla competenza del Consiglio di classe. La normativa chiede che nella elaborazione e approvazione di tale strumento si tenga conto, tra l'altro, delle indicazioni dei genitori dello studente con DSA. Devo tuttavia farle osservare che l'autonomia didattica e le forme attraverso le quali essa si esplica (ivi compresal'approvazione del PDP), benché resti certamente condizionata dal rispetto della norma- tiva, dalla diagnosi, dalle osservazioni e considerazioni dei soggetti interessati (studenti e famiglia) oltre che dalla logica e dal buon senso, non può essere però "bloccata" dalla mancata "accettazione" del PDP da parte delle famiglie. Se il PDP approvato senza che esso sia stato "condiviso" o elaborato in "raccordo" con le famiglie, non sia rispettoso della diagnosi di DSA (o comunque non contenga considerazioni convincenti sulle ragioni per cui sia necessario discostarsi dalle indicazioni contenute nella diagnosi) o contenga altri difetti, in questo caso non rimane altra strada che quella della impugnazione di tale provvedimento amministrativo dinanzi al TAR. Avv. Antonio Lupo HELP-LINE LEGALE AID
42 attività didattiche individualizzate l azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con l obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell ambito delle strategie compensative e del metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente.
43 attività didattiche personalizzate L azione formativa personalizzata ha, in più, l obiettivo di dare a ciascun alunno l opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella specifica ed unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo. La didattica personalizzata [...], anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004, calibra l offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così, l accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue preferenze e del suo talento. Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso l impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno: l uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell ottica di promuovere un apprendimento significativo.
44 INDIVIDUALIZZARE obiettivo comune: conoscere il lessico relativo alla CASA - HOUSE didattica individualizzata: propongo attività di recupero individualizzate, fornisco strumenti compensativi e insegno ad utilizzarli PERSONALIZZARE obiettivo personalizzato: conoscere il lessico relativo ad una particolare stanza - KITCHEN didattica personalizzata: propongo abbinamenti in cui le parole/didascalie e le immagini da scegliere siano disposte in maniera lineare, oppure sotto ciascuna immagine una scelta limitata di parole/didascalie
45 strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell abilità deficitaria la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto; il registratore, che consente all alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione; i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori; la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo; altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, ecc.
46 misure dispensative sono invece interventi che consentono all alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l apprendimento la lettura ad alta voce la scrittura sotto dettatura prendere appunti copiare dalla lavagna il rispetto della tempistica per la consegna dei compiti scritti la quantità eccessiva dei compiti a casa l effettuazione di più prove valutative in tempi ravvicinati lo studio mnemonico di formule, tabelle, definizioni sostituzione della scrittura con linguaggio verbale e/o iconografico
47 Strumenti compensativi e Misure dispensative COMPENSARE DISPENSARE Tutto ciò che si dà al ragazzo per combattere le difficoltà: Tabelle, mappe, liste Calcolatrice Computer con programmi di lettura e scrittura con cuffie, microfono Libri digitali, libri parlati Lettore umano segretario (scrive sotto dettatura del ragazzo) Più tempo Tutto ciò che si toglie al ragazzo per combattere le difficoltà: Lettura a voce alta Scrittura veloce sotto dettatura Memorizzazione di liste Memorizzazione di regole e definizioni Memorizzazione di tabelline Memorizzazione di poesie Quantità di compiti Disegno tecnico
48 Video Intervista a Mika Strumento compensativo? "Disturbi Specifici Dell'Apprendimento, come andare oltre i 9855 giorni Dott.sse Valentina Gloria e Lara Orsolini (Pisa, )
49 I disturbi specifici dell apprendimento: il vero obiettivo per il futuro Garantire alle persone che presentano un disturbo specifico dell apprendimento la possibilità di seguire un percorso scolastico del tutto adeguato alle proprie possibilità e ai propri interessi culturali
50 CHI FA CHE COSA Diagramma schematico dei passi previsti dalla legge 170/2010 per la gestione dei DSA
51 Disturbi da deficit d attenzione e comportamento dirompente Disturbo da deficit d attenzione e iperattività (ADHD) Disturbo della condotta Disturbo oppositivo-provocatorio
52 Disturbo da deficit d attenzione e iperattività: criteri diagnostici Esordio prima dei 7 anni Presenza di sintomi da deficit d attenzione e/o da iperattività Tali sintomi determinano una significativa compromissione del funzionamento del bambino in almeno due contesti diversi (p.e., a scuola e a casa)
53 Deficit d attenzione: i sintomi Non presta attenzione ai particolari, compie errori di distrazione Non mantiene l attenzione sui compiti Non sembra ascoltare quando gli si parla Non segue le istruzioni, non porta a termine i compiti Ha difficoltà ad organizzarsi nelle attività È riluttante a impegnarsi negli sforzi mentali protratti Perde gli oggetti necessari per i compiti È facilmente distratto da stimoli esterni È sbadato nelle attività quotidiane
54 Iperattività: i sintomi Muove con irrequietezza mani o piedi Lascia il proprio posto a sedere Scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo Ha difficoltà a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo Appare come sotto pressione o motorizzato Parla troppo Spara la risposta prima che la domanda sia stata completata Ha difficoltà ad attendere il proprio turno Interrompe gli altri ed è invadente
55 Disturbo oppositivo-provocatorio Va in collera Litiga con gli adulti Sfida attivamente gli adulti Irrita deliberatamente le persone Accusa gli altri per i propri errori o per il proprio cattivo comportamento È suscettibile, arrabbiato e rancoroso È dispettoso e vendicativo
56 Disturbo della condotta Aggressioni a persone o animali Distruzione di oggetti o di proprietà altrui Frode o furto Gravi violazioni di regole
57 I disturbi d ansia nel bambino Disturbo d ansia di separazione Fobia sociale Disturbo ossessivo-compulsivo Disturbo d ansia generalizzato Disturbo di panico Fobia specifica
58 Disturbo d ansia di separazione Sta male quando si separa dai genitori Si preoccupa eccessivamente riguardo alla perdita dei genitori Si preoccupa eccessivamente di essere rapito o di smarrirsi Rifiuta di andare a scuola Ha paura di stare solo Va a dormire solo se ha vicino un genitore Ha incubi frequenti sulla perdita dei genitori Lamenta sintomi fisici (mal di testa, mal di stomaco, vomito, ecc.) quando si separa dai genitori
59 I disturbi dell umore in età scolare Gli episodi maniacali sono relativamente rari Anche gli episodi depressivi maggiori sono meno frequenti che negli adulti La depressione si manifesta più spesso nel bambino con lamentele somatiche, irritabilità e ritiro sociale Molto frequentemente sono ben evidenti un ridotto interesse nelle attività e una ridotta capacità di concentrazione
60 I disturbi generalizzati dello sviluppo e i disturbi psicotici in età scolare Disturbi generalizzati dello sviluppo: Disturbo autistico Disturbo di Rett Disturbo disintegrativo della fanciullezza Disturbo di Asperger Disturbi psicotici Very early onset schizophrenia
61 Mutismo selettivo Costante incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche (p.e., a scuola) mentre è possibile parlare in altre situazioni (p.e., a casa) Esordio di norma intorno ai 5 anni di età Frequentemente transitorio
62 Alcune patologie neurologiche che possono dar luogo a problematiche di apprendimento in età scolare Encefaliti lente Alterazioni del comportamento successive ad infezione streptococcica Alcune patologie neurometaboliche ad esordio tardivo Neoplasie sopratentoriali..
63 Patologie neurologiche in età scolare: strumenti diagnostici Anamnesi Accurato esame clinico (possibile presenza di segni neurologici) Esami elettrofisiologici (EEG, PE) Neuroimaging (TC, RM) Esami neurometabolici, immunologici, ecc.
64 Alcune forme di epilessia che possono disturbare l apprendimento in età scolare Epilessia-assenza (piccolo male) idiopatica, benigna assenze pluriquotidiane di breve durata, di regola non accompagnate da altri sintomi, con sospensione completa della coscienza Sindromi da punta-onda continua nel sonno possibili diversi quadri eziopatogenetici tipico aspetto EEG nel sonno talora crisi convulsive relativamente rare possibilità di un progressivo deterioramento del linguaggio e delle funzioni cognitive
65 Preesistenti disturbi specifici del linguaggio Disturbo dell espressione del linguaggio Disturbo misto dell espressione e della ricezione del linguaggio
66 L alunno con problemi cognitivi lievi : sono utili gli strumenti della 170/10? Scrittura al computer Libro digitale Calcolatrice Preparazione di schemi e mappe concettuali Interrogazioni programmate Tempi aggiuntivi per le verifiche o verifiche ridotte sul piano quantitativo..
67 L alunno con disturbo del comportamento : sono utili gli strumenti della 170/10? Scrittura al computer Libro digitale Calcolatrice Preparazione di schemi e mappe concettuali Interrogazioni programmate Tempi aggiuntivi per le verifiche o verifiche ridotte sul piano quantitativo..
68 Alcuni alunni con Bisogni Educativi Speciali Marco: QIP 75; QIV 77 Susanna: QIP 116; QIV 74 Elena: QIP 72; QIV 96 Michele: QIP 84; QIV 66 Federico: QIP 90; QIV 72 + caduta specifica nelle capacità di letto-scrittura
69 1 proposta Attività laboratoriali in orario extrascolastico per alunni con BES
70 Obiettivi: Prevenire l insuccesso scolastico; Riflettere sul proprio modo di apprendere e comprendere le strategie più idonee ad affrontare le difficoltà; Condividere con altri studenti che presentano lo stesso disturbo il proprio disagio nei confronti dell'esperienza scolastica e affrontarlo insieme attraverso un reciproco scambio di esperienze e informazioni (peer education).
71 2 proposta Competenze organizzative e gestionali della Scuola
72 Azioni indispensabili per una vera e duratura inclusione scolastica Presenza esplicita nel POF di un protocollo di accoglienza per gli alunni e studenti con certificazione diagnostica di DSA/BES Azioni per la rilevazione precoce delle situazioni riconducibili a rischio di DSA/BES (continuità con progetti di identificazione precoce, come quelli attivati da AID : progetto SCO.le.DI; APRICO;LA SCUOLA FABENE A TUTTI...) Azioni per l osservazione sistematica per l identificazione delle prestazioni atipiche (griglie osservative del precursori critici dell apprendimento nella scuola dell infanzia; griglia osservativa per il monitoraggio del processo di acquisizione della scrittura, della lettura e del calcolo nella scuola primaria; griglia osservativa per la rilevazione di prestazioni atipiche nella scuola secondaria di primo e secondo grado) Progetti di sensibilizzazione sulla tematica DSA/BES rivolti alle famiglie (incontri di sensibilizzazione nel passaggio tra segmenti scolastici diversi) Iter procedurale dopo la diagnosi per la realizzazione del PDP (documentazione di buone prassi per rendere operativo il raccordo con la famiglia per la stesura del PDP ; presenza di strumenti osservativi per coinvolgere le famiglie, come questionari- colloqui per far emergere i punti di forza e di fragilità degli studenti ascoltando la voce dei genitori...; questionari o percorsi didattici, che puntano sulla narrazione per far emergere la voce degli studenti e del proprio modo di apprendere; pianificazione di azioni per il monitoraggio dell efficacia del PDP;) Modelli di realizzazione dell orientamento nel passaggio tra segmenti scolastici diversi (quali sono le comunicazioni nel passaggio degli alunni e degli studenti tra ordini diversi di scuola; quali indicazioni di percorso sono forniti alle famiglie dopo la scuola secondaria di primo grado;) Attivazione intra-scolastica e/o extra-scolastica di laboratori didattici di potenziamento (laboratori linguistico-fonologici; laboratori sul metodo di studio; laboratori per sviluppare la competenza compensativa sull uso delle tecnologie; laboratori per i genitori) Percorsi di ricerca-azione innovativi sull inclusione e progetti di riflessione sulle metodologie e sulla didattica per l'apprendimento; Formazione effettuata da enti accreditati sulla tematica DSA/BES realizzata dall I.S ed impegno collettivo del corpo docente Grado di integrazione tra metodologie didattiche e innovazione tecnologica informatica (elemento di inclusione per tutta la classe). Applicazione nella pratica didattica e valutativa (compiti poli-risolvibili a diversi livelli di complessità) delle nuove impostazioni metodologiche, in accordo con gli orientamenti presenti nelle linee guida 2011
73 Buone Prassi PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA Documento elaborato dalla sezione AID Pisa 2013 Procedure di accoglienza negli Istituti Scolastici - Dalla Diagnosi di DSA al Piano Didattico Personalizzato
74 3 proposta analisi del PDP della scuola corretta riflessione (e/o riformulazione) che tenga conto delle caratteristiche diagnostiche degli studenti di proposte didattiche inclusive
75 Aspetti fondamentali la corretta lettura della diagnosi il patto con la famiglia (compiti a casa compresi, che sono sempre fonte di ansie, malumori e conflitti) strumenti e strategie informatiche e non Studio valutazione
76 4 proposta Dalla Diagnosi/Certificazione al PDP
77 5 proposta PRATICHE DIDATTICHE INNOVATIVE
78 PRATICHE DIDATTICHE INNOVATIVE Metodologie di attivazione di strategie logico visive : mappe, schemi guida, tabelle, glossario per immagini; uso efficace dei mediatori didattici. Modalità didattiche inclusive Applicazione nella pratica didattica ( compiti poli-risolvibili a diversi livelli di complessità) delle nuove impostazioni metodologiche, in accordo con gli orientamenti presenti nelle Linee guida 2011 ( allegati Legge 170/2010) Protocolli di condivisione dei criteri di valutazione degli studenti con DSA e delle modalità di preparazione delle verifiche
79 Per (non) concludere
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