STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI SANTO STEFANO DI CAMASTRA
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- Chiara Toscano
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1 REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI SANTO STEFANO DI CAMASTRA Dott.ssa Geol. Daniela Alario - Dr. Geol. Giovanni Bafumo
2 INTRODUZIONE Scopo del presente lavoro è quello di dare un contributo sugli studi riguardanti l evoluzione morfologica della costa siciliana. Il tratto di costa studiato appartiene, in massima parte, al territorio comunale di Santo Stefano di Camastra (ME) e per un piccolo tratto ( 1,200 Km. circa) al territorio comunale di Reitano (vedi fig. 1). Per la sua realizzazione, il lavoro è stato diviso in due fasi: nella prima sono stati recuperati dati bibliografici e cartografici della zona, nella seconda si è proceduto ad effettuare diversi sopralluoghi per rilevare dati sulla tipologia della costa e sulla geologia e geomorfologia del territorio. I rilievi di campagna e i dati cartografici acquisiti sono stati, successivamente, integrati e confrontati con osservazioni eseguite in stereoscopia su fotografie aeree a scala 1: I risultati ottenuti sono stati riportati sulla cartografia di base utilizzata e cioè quella della C.T.R. a scala 1:10.000, sulla quale sono indicate le aree soggette ad erosione e quelle dove, al contrario, prevalgono i processi di deposizione (vedi Fig. 2, 3 ). 2
3 L elaborato finale è stato corredato da una documentazione fotografica per mostrare, evidenziare ed offrire ai lettori la possibilità di visionare direttamente la situazione morfologica delle diverse zone studiate. 3
4 Figura 1 4
5 CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE E GEOLITOLOGICHE L area oggetto di studio ricade Foglio 251 dell I.G.M., tavoletta II SE Santo Stefano di Camastra in scala 1: e nella sezione e della C.T.R. in scala 1: Il territorio è caratterizzato da una morfologia di tipo collinare, costituito da versanti che degradano verso la costa con pendenze variabili, generalmente forti; Sono presenti numerosi corsi d acqua, a regime pluviale, caratterizzati da profonde valli scavate sulla roccia dall azione erosiva delle acque. Il più importante di essi, per dimensione, è il Torrente di Santo Stefano che scorre nella parte occidentale del territorio e ne delimita il confine comunale. Il rilevamento geologico di campagna ha permesso di individuare i litotipi più diffusi affioranti nel territorio. Si tratta di terreni di natura prevalentemente arenacea appartenenti al Flysch di Reitano (Miocene medio-inferiore) e costituiti da un alternanza di arenarie micacee a grana medio-grossa di colore grigio-bruno, poco cementate, in strati da 20 5
6 centimetri a 2 metri circa. Contengono intercalazioni di argille marnose grigie ad abbondante contenuto siltoso, in strati generalmente decimetrici. 6
7 DESCRIZIONE DELLA COSTA Il tratto di costa studiato ( figura 1) si estende dalla località Villa Margi a quella di Canneto, per una lunghezza di 6.00 km circa. Procedendo da Villa Margi e prima di arrivare alla stazione ferroviaria di S. Stefano, la costa è bassa, la spiaggia è ampia ed ha una larghezza compresa tra i metri. Essa è formata da ciottoli di piccole e medie dimensioni, di natura prevalentemente calcarea ed arenacea con pochi ciottoli metamorfici (gneiss occhiadini) e vulcanici (lipariti). In questa zona è scarsa la presenza di sedimenti sabbiosi in quanto, essendo questo un ambiente ad alta energia, i sedimenti più fini e leggeri vengono trasportati e depositati altrove dalle correnti marine e dal moto ondoso. Tra la stazione ferroviaria e la foce del V.ne Tudisco la spiaggia aumenta la sua larghezza fino a m. 80 circa ed è costituita da ciottoli di piccole e medie dimensioni, di natura prevalentemente calcarea, e da una discreta percentuale di matrice sabbiosa. 7
8 Dal V.ne Tudisco fino poco oltre la foce del V.ne Gebbiole la spiaggia si restringe e raggiunge una larghezza di un paio di metri. Essa è poco fruibile in quanto sulla stessa è stata realizzata una struttura di difesa costiera costituita da blocchi calcarei di grosse dimensioni (foto 1). Procedendo verso est, la spiaggia torna ad allargarsi per la presenza di due barriere frangiflutti, emerse, distanti tra loro 25 metri, ognuna della quali ha una lunghezza di circa 50 metri (foto 2). La distanza delle barriere dalla costa è variabile: la prima dista 3 metri circa dalla costa e, in occasione delle basse maree, la sua estremità occidentale si congiunge alla terraferma mentre all altra estremità la distanza è di 10 metri circa; la seconda barriera, invece, è più lontana dalla costa e la sua distanza minima di 5 metri circa. Attualmente, la spiaggia in corrispondenza delle barriere ha una estensione media di circa 35 metri; il lato più ampio si riscontra ad ovest della prima barriera, dove la spiaggia raggiunge i 40 metri, mentre si restringe dal lato orientale della seconda. I sedimenti che costituiscono la spiaggia sono prevalentemente di tipo medio-fine. Si trovano ciottoli di 8
9 piccole e medie dimensioni di natura calcarea e rari clasti di natura vulcanica e metamorfica; abbondante è la presenza di sedimenti sabbiosi arenacei. Clasti di grosse dimensioni, immersi in una matrice sabbiosa, si trovano soprattutto in prossimità del lato orientale della foce del V.ne Gebbiole. Superate le barriere e spostandosi più ad est, la spiaggia si restringe leggermente (larghezza media 5 metri) e presenta le stesse caratteristiche lito-granulometriche del tratto precedente fin oltre la foce del V.ne Ortora. Questo restringimento, unitamente, forse, alla presenza di abitazioni residenziali in prossimità della mare, ha indotto alla realizzazione di una piccola struttura di protezione della costa costituita da blocchi lapidei sistemati sulla spiaggia. Andando avanti, da casa Abbate fino alla località di Canneto, la costa è bassa, rettilinea e la spiaggia ha una larghezza di 12 metri circa. In questo tratto i sedimenti sono costituiti, soprattutto, da ciottoli di piccole e medie dimensioni, con clasti di natura prevalentemente calcarea ed arenacea e rari quelli di tipo metamorfico e vulcanico. 9
10 Nel tratto di mare antistante il capannone, ex sugherificio, sede oggi di una fabbrica di ceramiche, in prossimità del Km 148 della SS. 113, per difendere la spiaggia dall azione erosiva del mare, alla fine degli anni 80 è stata realizzata una barriera frangiflutti, costituita da blocchi in cemento a forma di stella a tre punte, isolati, distanziati tra loro di un paio di metri ed emergenti di un paio di decimetri sopra il livello del mare (foto 3). Attualmente, la distanza della barriera dalla costa è pressappoco di 8-9 metri sul lato occidentale, 40 metri davanti all ex sugherificio e di 5 metri sul lato orientale. La larghezza della spiaggia che in media è di 10 metri, si riduce a 5 metri in prossimità dello spigolo orientale del capannone. In località Canneto la spiaggia raggiunge una larghezza di metri. 10
11 Foto 1 - Struttura di difesa costiera 11
12 Foto 2 barriere frangiflutti a sinistra della foce del vallone Ortara 12
13 Foto 3 Barriera frangiflutti ex sugherificio 13
14 Foto 4 - Barriera frangiflutti sulla costa di Santo Stefano 14
15 EVOLUZIONE DELLA COSTA L evoluzione morfologica di questo tratto di costa è stata studiata confrontando la cartografia ufficiale IGM in scala 1: del 1940, le fotografie aeree del 1978 (in scala approssimativa 1:22.300) e la cartografia regionale in scala 1: del Il lavoro è stato eseguito misurando la distanza esistente tra la linea di costa e determinati elementi cartografici di riferimento presenti nelle carte e nelle foto aeree. Prima di passare alla descrizione evolutiva del tratto costiero in esame si ritiene importante riportare alcune notizie, riferite e raccolte sul posto, sulle aree in cui sono state costruite le barriere frangiflutti, attualmente presenti. Tra la fine degli anni settanta e l inizio degli anni ottanta sono state costruite due barriere frangiflutti in prossimità del lato sinistro della foce del V.ne Tudisco. Le barriere non avevano lo stesso allineamento e sono state posizionate parallelamente tra loro ad una distanza di circa 60 metri; quella più esterna era collegata con la terraferma mentre quella interna si trovava isolata sul mare. Dopo qualche anno la larghezza della spiaggia, che prima 15
16 della loro sistemazione era di ridotte dimensioni (un paio di metri circa), a causa di un rapido e considerevole accumulo di sedimenti trasportati dal mare, ha raggiunto la misura attuale e la barriera interna oggi è collegata, anch essa, alla terraferma. Il ripascimento nella zona di mare protetta dalle barriere, utilizzata come riparo di imbarcazioni, è talmente veloce da richiedere, attualmente, un dragaggio periodico per evitarne il completo insabbiamento (vedi foto 4). Altre barriere frangiflutti sono state costruite e sistemate sul lato sinistro della foce del Vallone Ortara e sul tratto di mare antistante l ex sugherificio. In entrambi i casi il loro effetto positivo sulla costa, e cioè, la riduzione dell erosione marina, si è manifestato, soprattutto, sul lato occidentale delle barriere dove i processi sedimentari sono stati talmente rapidi ed intensi da provocare, come nella foce del V.ne Ortara, il collegamento della barriera con la spiaggia. Le aree maggiormente studiate sono state quelle ricadenti in prossimità della foce dei corsi d acqua che attraversano il territorio poiché, essendo queste delle zone morfologicamente molto attive, determinano variazioni continue ed apprezzabili sulla 16
17 morfologia costiera e quindi sulla sua evoluzione. Sul restante tratto di costa, a parte quello dove sono presenti le barriere frangiflutti, non sono state rilevate variazioni evolutive considerevoli o apprezzabili poiché la scala delle carte utilizzate non risulta idonea per la stima di piccole modifiche della linea di costa. I dati ottenuti dallo studio effettuato sono stati riportati nella tabella 1 e nei grafici allegati che indicano, oltre alle zone più significative, quelle dove sono state più considerevoli le variazioni della linea di costa. L analisi dei dati ricavati evidenzia che sulla zona presa in esame prevalgono localmente processi evolutivi differenti tra loro. Sulla foce del Torrente di Santo Stefano ( figura 2) sono state rilevate due situazioni morfodinamiche diverse tra loro; il lato sinistro è dominato da intensi processi erosivi che hanno provocato dal 1940 al 1978 un arretramento della costa di 37 metri. Dal 1978 la situazione evolutiva cambia e sull area si instaurata una situazione di equilibrio che non ha provocato, quindi, variazioni significative sulla costa fino al Sul lato destro dello stesso torrente prevale, 17
18 invece, una situazione di equilibrio che si è mantenuto in modo costante, a partire dal 1940, fino al Una situazione di equilibrio, identica alla precedente, è stata rilevata sulla foce del Vallone Ortara e su quella del Vallone Petraria. Nella località in cui si trova Casa Abbate (figura 3), in prossimità del km 149 della S.S. 113, la costa è soggetta all azione di rilevanti fenomeni erosivi che hanno provocato, dal 1940 al 1978, un arretramento della costa di 10 metri. Dal 1978 al 1994 il fenomeno è continuato con la stessa intensità provocando un ulteriore arretramento di 10 metri. In conclusione lo studio effettuato ha evidenziato che la costa è, in generale, sottoposta a processi erosivi nella parte occidentale e cioè quella che ricade tra il Torrente di Santo Stefano e Case Abbate; sul tratto orientale, invece, prevale una situazione di generale equilibrio. 18
19 TABELLA 1 VARIAZIONI DELLA LINEA DI COSTA A PARTIRE DAL 1940 ANNO 1978 ANNO 1994 TORRENTE DI S. STEFANO Lato sinistro m m TORRENTE DI S. STEFANO Lato destro m. 0 m. 0 FOCE VALLONE ORTARA m. 0 m. 0 FOCE VALLONE PETRARIA m. 0 m. 0 CASA ABBATE m m
20 TORRENTE SANTO STEFANO CASA ABBATE
21 Figura 2 - Torrente di Santo Stefano 21
22 Figura 3 Casa Abbate 22
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