LA FILATURA LANIERA ITALIANA NEL

Transcript

1 LA FILATURA LANIERA ITALIANA NEL (Nota a cura dell Area Centro Studi di Sistema Moda Italia per Pitti Immagine) Un consuntivo per il 2003 Nel 2003 si è assistito a un cedimento a due cifre nella produzione di filati lanieri. Dopo il calo prossimo al 15 che aveva caratterizzato il 2002, infatti, lo scorso anno si è assistito ad un ulteriore flessione (-10,3) che ha portato il valore della produzione settoriale sotto la soglia dei 2,8 miliardi. In soli due anni la filatura laniera italiana ha quindi perso valore per complessivi 855 milioni di euro. Nei dati relativi ai quantitativi, la flessione cumulata dell ultimo biennio risulta leggermente meno vistosa (dopo il calo dell 11,5 del 2002 si è infatti assistito, lo scorso anno, ad una flessione di 10 punti percentuali), ma anche in questo caso la riduzione dell output nel (oltre 88 milioni di kg) è stata ingente. Se misurata in unità fisiche la produzione italiana di filati dello scorso anno è risultata inferiore del 30 rispetto ai primi anni 90, mentre nei valori (a prezzi correnti) il calo risulta dell ordine del 20. Anche nel 2003, i risultati negativi ottenuti sono dipesi soprattutto dal deludente andamento del mercato interno che assorbe oltre i ¾ dei quantitativi prodotti. Tavola 1 L evoluzione del settore della Filatura-Laniera (Milioni di ) Valore della produzione Var. 11,0 0,3-14,7-10,3 Esportazioni Var. 24,6 10,2-8,5-8,2 Importazioni Var. 46,3 8,3-6,0-6,2 Saldo commerciale Disponibilità interna Var. 10,2-1,8-15,7-10,5 Indicatori Strutturali () Esportazioni/Produzione 21,8 24,5 26,9 28,9 29,5 Importazioni/Disp. Interna 7,6 10,1 11,1 12,4 13,0 Fonte: SMI Pitti Immagine srl Firenze, via Faenza 111 Tel Telefax Home page stampa.italia@pittimmagine.com stampa.estero@pittimmagine.com

2 Nelle produzioni destinate alla maglieria (circa il 73 dell output di filati pettinati, il 28 nel cardato) si sono registrate flessioni molto consistenti nei filati pettinati (-13), mentre le produzioni cardate hanno mostrato una maggior capacità di tenuta (-1,5). Entrambi i comparti hanno comunque risentito dei cali di attività che hanno interessato la maglieria esterna femminile (-4,1) e, soprattutto, il comparto maschile (-6,8). Nelle produzioni destinate all abbigliamento intimo, inoltre, solo dal comparto femminile sono venuti deboli impulsi positivi. Per quanto riguarda invece i prodotti destinati alla tessitura (-9,7 la flessione nei volumi prodotti), i differenziali di performance fra segmento cardato (-10,1) e pettinato (-8,9) sono stati meno vistosi. Il ruolo negativo delle fonti interne di domanda non è stato compensato da quello del commercio estero che, viceversa, ha contribuito ad appesantire ulteriormente il bilancio annuale. Se espresse in valore, infatti, le esportazioni di filati hanno archiviato il 2003 con una flessione (-8,2) analoga a quella che aveva già caratterizzato il Il risultato complessivo riflette soprattutto i risultati molto negativi che hanno interessato, fra i prodotti esclusivamente lanieri, i filati pettinati (-13,6 per complessivi 358 milioni); nella filatura cardata, invece, si sono confermati i livelli di export del 2002 (circa 157 milioni). Nel primo caso, cedimenti molto consistenti (-17,9) hanno continuato ad interessare i mercati UE (a quindici paesi) che assorbono ormai solo ¼ delle vendite estere complessive dell industria italiana. I flussi diretti ad Hong Kong (snodo commerciale per i prodotti diretti in Cina ed in altri paesi dell area), pur in calo, hanno continuato a rappresentare circa 1/3 delle esportazioni totali. In filatura cardata, il risultato di sostanziale stabilità delle esportazioni è stato possibile grazie al deciso incremento del valore dei flussi diretti ad Hong Kong (a differenza di quanto sperimentato per i prodotti pettinati, infatti, qui si sono registrati incrementi superiori al 20) dove sono transitati filati cardati con valori medi unitari superiori di quattro volte rispetto alla media. Anche le esportazioni dirette in Ungheria (secondo mercato per importanza in filatura cardata) si sono decisamente incrementate (+48,4 in valore, +34,8 nei quantitativi); pure le vendite dirette in Turchia hanno evidenziato elevati ritmi di sviluppo (+22,6 in valore) anche se hanno interessato filato di qualità inferiore alla media. Complessivamente, i risultati ottenuti nei nuovi mercati di produzione dell industria laniera hanno consentito di compensare gli ulteriori evidenti cedimenti dei mercati UE (-15,1) che hanno contribuito solo per 1/3 al fatturato estero complessivo del comparto cardato, assorbendo meno della metà dei quantitativi esportati. Un ulteriore elemento di differenziazione fra produzioni cardate e pettinate fa riferimento ai prezzi medi praticati sui mercati esteri: infatti, mentre nel primo caso, pur in un contesto di domanda non certo brillante, i listini medi all export si sono mantenuti in leggera crescita (+2), nei filati pettinati si sono registrate flessioni dell ordine del 4,5. Sul fronte dei flussi in entrata, nel contesto di forte ridimensionamento della domanda interna, si è assistito a flessioni consistenti, sia nei valori (-6,2) che nei quantitativi (-4,7) e la filatura italiana si è confermata come uno dei settori del tessile-abbigliamento con i più bassi rapporti di import penetration, ovvero della quota di mercato interno soddisfatta da prodotti di importazione.

3 Congiuntura e previsioni Le informazioni disponibili sui primi mesi di quest anno evidenziano un miglioramento del quadro generale di domanda, anche se sembra non siano ancora emersi spunti di ripresa tali da poter riequilibrare, già nel 2004, il bilancio produttivo della filatura italiana. Per il primo trimestre di quest anno i dati di commercio estero segnalano un deciso recupero delle esportazioni di filati cardati (+9,3) che hanno finalmente beneficiato di una sensibile ripresa della domanda UE15 (+21.6), non solo nei mercati più attivi sul fronte del trade (Belgio e Paesi Bassi), ma anche in Germania (+22,5). Un deciso risveglio ha caratterizzato anche la domanda asiatica come testimonia l incremento superiore al 67 delle esportazioni dirette ad Hong Kong. Non altrettanto positivi invece i risultati ottenuti sui mercati esteri dalla filatura pettinata. In questo segmento il mood prevalente è rimasto pesantemente negativo con flessioni tendenziali nel primo trimestre ancora prossime al 15. Nei primi 20 mercati di sbocco per la produzione italiana, infatti, solo da Slovacchia, Russia ed Irlanda sono venuti spunti positivi. Troppo poco per riequilibrare significativamente il fatturato estero del comparto che garantisce annualmente quasi il 50 delle vendite estere totali di filato made in Italy. Tavola 2 - Esportazioni dei principali tipi di filati per industria (Periodo: gennaio-marzo 2004) Filati di lana e peli fini cardati Var. TOTALE ,3 100,0 Regno Unito ,3 11,5 Ungheria ,6 11,1 Belgio ,4 10,0 Croazia ,7 9,3 Hong Kong ,2 8,4 Filati di lana e peli fini pettinati Var. TOTALE ,9 100,0 Hong Kong ,5 35,1 Germania ,1 8,9 Francia ,6 7,5 Regno Unito ,6 6,0 Romania ,7 4,5 Filati di fibre acriliche pure Var. TOTALE ,9 100,0 Francia ,1 29,3 Germania ,3 15,8 Austria ,6 13,0 Regno Unito ,1 9,7 Spagna ,1 8,5 Filati di fibre sintetiche/lana Var. TOTALE ,9 100,0 Francia ,5 13,8 Germania ,4 10,9 Spagna ,6 9,8 Turchia ,9 9,8 Hong Kong ,9 5,6 Fonte: Elaborazione SMI su dati Istat

4 Le vendite estere di filati con un elevato contenuto chimico segnalano, per i prodotti in acrilico recuperi non marginali (+5,9) con risultati particolarmente brillanti sui mercati austriaco e tedesco (qui infatti si è assistito ad incrementi delle importazioni dall Italia a ritmi del 122,6 e del 62,3 rispettivamente). Niente di comparabile si è invece registrato nel segmento dei filati misti di lana e fibre sintetiche dove i mercati UE15 hanno continuato a perdere terreno a ritmi prossimi al 16 (anche se paesi come il Regno Unito ed il Portogallo sembra abbiano ritrovato una qualche dinamicità). In questo segmento, la novità più rilevante del primo trimestre di quest anno fa riferimento alla comparsa della Cina al nono posto della classifica dei maggiori mercati esteri; le vendite complessive risultano ancora contenute (631 migliaia di euro per complessive 79 tonnellate di filo, il 2,5 circa delle esportazioni totali del comparto) ma i tassi di crescita risultano molto elevati. In altri termini, almeno in questo segmento, la Cina oltre a costituire una (grande) minaccia inizia a rappresentare anche una (piccola) opportunità per le aziende italiane. Sul fronte delle importazioni, strutturalmente ancora poco rilevanti per la filatura italiana (ancora nel 2003 infatti solo il 13 circa della domanda interna è stato soddisfatto da filati importati, contro una media del 45,9 per il tessile-abbigliamento nel suo complesso), si è registrato, nel primo trimestre di quest anno, un aumento complessivo del 6,6, sintesi di incrementi abbondantemente superiori al 15 per i prodotti acrilici e sintetici, e di crescite molto più contenute (comprese fra il 3 ed il 4) per i prodotti cardati e pettinati a predominanza lana. Nel primo trimestre di quest anno, con esportazioni complessive di filati ancora in calo (-7,2) ed importazioni in ulteriore crescita, l attivo commerciale settoriale (82,6 milioni) si è ridotto di quasi 20 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del Una situazione congiunturale caratterizzata da qualche segnale di ripresa nel segmento cardato e da residue pesanti difficoltà per la filatura pettinata viene confermata dalle indagini campionarie SMI sull andamento dell attività produttiva. Con riferimento al secondo trimestre 2004, infatti, queste ultime evidenziano, per le produzioni destinate alla maglieria, una crescita produttiva dell ordine del 5 per la filatura cardata e residui cedimenti (-2,7) in filatura pettinata. Se con riferimento alla domanda estera si può iniziare a parlare di qualche timido segnale di ripresa, le indicazioni sugli ordinativi raccolti sul mercato interno evidenziano, per la scorsa stagione A/I solo una sostanziale stabilizzazione per i filati cardati per maglieria e un ulteriore cedimento per il filo pettinato. Il contesto di domanda rivolto alle filature italiane dovrebbe tuttavia iniziare ad evolvere in senso meno penalizzante nelle prossime stagioni che, nelle previsioni di Ac Nielsen, si dovrebbero caratterizzare per qualche segnale di risveglio sul fronte dei consumi finali.

5 Tavola 3 I consumi finali di maglieria esterna in Italia (Var. ) Previsioni P/E 03 A/I P/E 04 A/I P/E 05 Maglieria esterna femminile Quantità 0,2-0,2 0,5-0,4 0,7 Spesa 2,9 2,4 2,2 1,1 2,0 Maglieria esterna maschile Quantità -1,7-0,9 0,5-0,5 1,0 Spesa 1,1 1,9 2,9 2,2 2,4 Fonte: Ac Nielsen (Aprile 2004) In questo contesto, dunque, è lecito ipotizzare un certo recupero sul fronte dell attività produttiva in corso d anno, in quanto i prodromi di una possibile ripresa dovrebbero indurre i buyer di filati ad assumere atteggiamenti di acquisto via via meno prudenziali. In ogni caso, se anche nella seconda parte dell anno il recupero della domanda dovesse consolidarsi, i benefici per il settore della filatura e dell industria laniera nel suo complesso, sarebbero comunque limitati, in quanto andrebbero ad impattare sulle sole produzioni destinate alla stagione estiva, strutturalmente meno rilevanti. E quindi probabile che occorra attendere il 2005 per veder ritornare a svilupparsi a tassi non marginali l attività produttiva dell industria italiana. In questo senso sarà molto importante verificare se le indicazioni di Pitti Immagine Filati sulla stagione A/I evidenzieranno la possibilità di un inversione di tendenza dopo cinque stagioni negative. Firenze, 7 luglio 2004