toria le Protezione civile
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- Ornella Fumagalli
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1 di toria le LA Cari lettori, Protezione civile Mensile di informazione e studi per le Componenti del Servizio nazionale della Protezione civile Questo editoriale è veramente speciale perché l autore è l On. Giuseppe Zamberletti, padre della Protezione civile italiana e fondatore della nostra testata, che ho avuto il piacere d incontrare nel suo ufficio di Roma lo scorso 9 luglio. Essendo questo numero dedicato all antincendio boschivo, il colloquio ha riguardato tale argomento per concludersi, in considerazione dell autorevolezza del personaggio, con un commento su uno dei temi di più pregnante e discussa attualità: la riforma del Titolo V della Costituzione Il Corpo Forestale dello Stato svolge un ruolo centrale nella difesa dei boschi dagli incendi, sia per le attività di prevenzione e contrasto ITALIANA del fenomeno, sia per quelle di spegnimento e repressione dei reati - ha esordito l On. Zamberletti -. I gruppi di protezione civile nascono con l AIB, quando il Corpo Forestale dello Stato con straordinarie caratteristiche di qualità, ma numericamente piccole, si trovò ad affrontare il problema degli incendi boschivi: una questione difficile da fronteggiare soprattutto per l insufficienza di uomini a propria disposizione. In virtù di ciò decisero di operare con i volontari. Al contrario di quanto è avvenuto sull altro versante con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il CNVVF rappresenta una componente numericamente più consistente di quella del CFS e ciò gli ha consentito di non sentire l esigenza di avere una forza aggregata come quella dei volontari. Il Corpo Forestale dello Stato - ha sottolineato Giuseppe Zamberletti - ha il grande merito storico di essere stato un L On. Giuseppe Zamberletti nel suo ufficio di Roma, durante la nostra intervista
2 L On. Zamberletti in una manifestazione di Protezione civile in Provincia di Varese Corpo statale di professionisti che ha capito fino in fondo l importanza e la necessità di collaborare con le squadre di volontari. Questo Corpo è altresì importante perché è stato il promotore e l addestratore per eccellenza dei gruppi di volontariato AIB - continua Zamberletti - una tendenza radicata nei territori montani del nord Italia che si è diffusa poi in tutto il Paese. Non solo. Il Corpo Forestale, più di ogni altro Corpo dello Stato che si occupa di protezione civile, ha compreso la necessità di servirsi del volontariato con tale lungimiranza da farlo sentire parte integrante della propria struttura. Ciò soprattutto alla luce di un quadro normativo che, nell ambito dell antincendio boschivo, affidava a tale struttura la responsabilità primaria di occuparsi in prima linea degli interventi nei boschi, limitando l operatività del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sostanzialmente ai soli interventi a difesa dei nuclei urbani, quando cioè l incendio arriva a diffondersi in maniera massiccia fino a mettere a rischio l integrità di case e cascine (incendi d interfaccia). Fu con la nuova legge risalente agli anni 80 che disciplinava gli interventi sugli incendi boschivi, che il Corpo Forestale si rese conto di essere il solo a fronteggiare la parte più delicata delle operazioni. I forestali sanno bene - ha detto l On. Zamberletti - che nel momento in cui il fuoco divampa e diventa un incendio, ci si trova di fronte al vero problema. Si era soliti dire che l obiettivo principale consiste nella tempestività dell intervento. Quando un fuoco diventa un incendio i mezzi e gli uomini per fronteggiare l evento non bastano mai. Il ruolo fondamentale del COAU L'attività di spegnimento degli incendi boschivi con flotta aerea dello Stato viene coordinata sul territorio nazionale dal Dipartimento della Protezione civile tramite il Centro Operativo Aereo Unificato (COAU). Di recente, la gestione della flotta aerea è stata affidata ai Vigili del Fuoco. Il passaggio di gestione del parco mezzi ai Vigili del Fuoco non lo condi- 7
3 L On. Zamberletti con un gruppo di volontari del Friuli Venezia Giulia, una donna sindaco e il direttore centrale della PC regionale, Guglielmo Berlasso vido - ha affermato Zamberletti -. E questo non perché spetti al Dipartimento della Protezione Civile gestire i mezzi aerei antincendio e men che meno al COAU. Il Centro operativo Aereo unificato (COAU) deve svolgere solo attività di coordinamento delle varie flotte aeree nella disponibilità delle diverse amministrazioni statali e regionali. Dalle regioni alle Forze di polizia alle Forze armate, i mezzi ad ala fissa ed ad ala rotante devono, per le attività di protezione civile e quindi anche per la lotta contro gli incendi boschivi, essere poste sotto il coordinamento del COAU. Del resto è bene ricordare che Il COAU venne costituito nel 1981 a seguito di un grave incidente in cui sulle montagne abruzzesi perse la vita un giovane escursionista. Il ragazzo caduto in una scarpata fu soccorso dai presenti che valutarono la impossibilità di raggiungere il ferito via terra e chiesero opportunamente ai carabinieri accorsi sul posto di procurare un elicottero. Come era comprensibile gli uomini dell Arma rivolsero la domanda naturalmente in casa propria. L elicottero, infatti, arrivò da Pratica di Mare, ma era sprovvisto di verricello e quando si provò a rimediare all inconveniente era ormai troppo tardi. Da questo drammatico incidente la Protezione civile comprese che anche per l uso dei mezzi aerei una singola amministrazione non sempre era in grado di gestire l intervento con mezzi propri. Capimmo che era indispensabile un cervello - continua l On. Zamberletti - ovvero un Centro di coordinamento che, ricevendo l allarme, fosse in grado di stabilire dove era possibile avere a disposizione l elicottero più idoneo a conseguire il risultato migliore. Per salvare il ragazzo in quel caso sarebbe stato sufficiente, infatti, rivolgersi alla base militare dell Aeronautica di Rimini, che disponeva di elicotteri attrezzati per il soccorso aereo e con
4 Milano, Piazza del Duomo, settembre L On. Zamberletti durante la celebrazione della Festa di Padre Pio. Sul sagrato, a destra, Franco Gabrielli all epoca prefetto dell Aquila medici a bordo. Nasce così il COAU, Centro Operativo Aereo Unificato, con il preciso obiettivo di unificare sotto un unica regia di comando, tutte le forze dotate di mezzi per il soccorso aereo e per gli interventi di antincendio boschivo. Scopo del COAU, inoltre, è di valutare l intervento più appropriato e successivamente sulla base di queste informazioni stabilire priorità d intervento e velivoli più idonei, dotati di determinate peculiarità, da mettere a disposizione per il soccorso. Il COAU precisa l Onorevole - come Centro di coordinamento e di gestione del soccorso, deve avere chiaro il quadro delle disponibilità dei mezzi da parte delle varie amministrazioni. Deve conoscere le caratteristiche di ciascun mezzo e sulla base della tipologia dell intervento capire qual è il velivolo più vicino disponibile in quel momento e adatto a quella specifica operazione di soccorso. L esistenza, quindi, di una comunità delle varie forze che detengono i mezzi è importante per poter contare su una piena disponibilità a una collaborazione a 360 e h24. Quando iniziò la lotta contro gli incendi - ricorda Zamberletti - venivano utilizzati gli aerei per dominare e contrastare l espandersi di incendi boschivi in aree impervie. In particolare, si decise di utilizzare i C130, velivoli sui quali venivano montati dei moduli, che dotati di carichi d'acqua o liquidi ritardanti, contrastavano appunto l'espandersi delle fiamme. L inconveniente è che era necessario ritornare all aeroporto per rifornirsi, determinando così gravi ritardi nei lanci. Successivamente si passò ai Canadair che potevano invece posarsi direttamente sulla superficie del mare o dei laghi e riempire i propri serbatoi senza l'ausilio di altre apparecchiature. A quei tempi si era riusciti a unificare sotto l unica regia di comando del COAU, sia i mezzi gestiti dall aeronautica, sia i mezzi gestiti dalla Forestale. Il problema si pose per la prima volta quando fu necessario decidere a chi offrire la gestione dei Canadair. Personalmente ritenni fin da subito, che la gestione dei Canadair dovesse essere affidata all Aeronautica Militare. Difatti per diversi anni fu proprio l Aeronautica a gestire il parco dei velivoli, utilizzando piloti militari dotati di grande professionalità e sostenendo 9
5 costi molto contenuti. Solo successivamente la gestione del servizio è stata data in outsourcing a una società esterna specializzata. Di recente, si è deciso di riprendere in mano pubblica la gestione dei mezzi - ma non il coordinamento che rimane al COAU - e di affidarla al Corpo dei Vigili del Fuoco che non dispone però di piloti d aereo, ma solo di piloti per elicotteri. Tale decisione sembra un po fuori luogo e avventata - ha tenuto a sottolineare l On. Zamberletti - dal momento che creare una struttura aeronautica dedicata all interno del Corpo dei Vigili del Fuoco al fine di gestire gli aerei ad ala fissa, ha un costo elevato, tant è che lo stesso Corpo alla fine ha deciso di affidare per ora la gestione dei Canadair a una società esterna. Attualmente i Vigili del Fuoco possono certamente vantare un efficientissimo parco elicotteri, e posso dire per lunga esperienza personale che i piloti degli elicotteri dei Vigili del fuoco sono fra i migliori del mondo. Tuttavia altra cosa è organizzare una forza aerea con una flotta di Canadair. Anche alla luce di ciò, ritengo che la gestione dei Canadair, come più volte ho suggerito, debba ritornare all Aeronautica che può contare su una squadra di piloti già formati. Non dimentichiamo - ha infine ricordato - che spending review vuol dire anche utilizzare al meglio il personale a disposizione, senza la necessità di creare nuove ridondanti e dispendiose strutture. Ecco perché la mia idea è quella di riportare la gestione di tutta la flotta aerea ad ala fissa all Aeronautica. La catena di comando: questa sconosciuta! Il Titolo V fa riferimento a una parte della Costituzione italiana, che istituisce le autonomie locali: regioni, province e comuni. L obiettivo è stato sempre quello di dare allo Stato un carattere più decentralizzato. In questo modo lo Stato centrale e, quindi, i livelli più alti prendono le decisioni generali, anche in riferimento alle spese da effettuare. Nel corso del tempo le Regioni hanno ricevuto sempre più competenze. Tuttavia, come ha sottolineato l On. Zamberletti affrontando il tema della riforma del titolo V della Costituzione, è necessario fare attenzione a non cadere in erronee interpretazioni. Credo che si sia venuta a creare una cortina di silenzio fra il livello regionale e quello centrale. In realtà - ha detto Zamberletti - il rapporto tra Stato e Regioni dovrebbe essere basato sulla trasparenza e su uno scambio reciproco e continuo di informazioni, aspetto che viene spesso a mancare soprattutto nell ambito della Protezione civile. In particolare, purtroppo, a livello nazionale non si conosce il numero complessivo dei volontari che fanno parte delle Associazioni locali e dei Gruppi comunali di Protezione civile. E non si è neppure in grado di stabilire la catena tecnica di comando delle Organizzazioni locali. Aspetto ancora più preoccupante - continua - è che ad oggi non esiste il ruolo del comandante tecnico regionale dei volontari di Protezione civile. L unica figura di riferimento è il funzionario, che tuttavia ricopre un incarico assolutamente inidoneo per gestire in maniera ottimale l intera organizzazione di volontariato. E indispensabile, quindi, secondo l On. Zamberletti creare e costituire una catena di comando costituita dagli stessi tecnici che sono appunto i volontari, i quali dotati di competenze e di comprovata esperienza, conoscono i reali problemi del proprio comparto. I volontari - continua - sono gli unici in grado di gestire al meglio la delicata macchina del Volontariato, una realtà complessa che può essere suddivisa in due gruppi: il gruppo delle Associazioni nazionali di volontariato già provviste di catena di comando e le Organizzazioni locali di protezione civile, che al contrario ne sono sprovviste. La catena tecnica di comando, infatti, permetterebbe miglioramenti sostanziali dal punto di vista, ad esempio, del risparmio di risorse e dell ottimizzazione dei mezzi a disposizione, tramite un adeguata pianificazione degli interventi di aiuto. Infine, l On. Zamberletti si è soffermato 10
6 La nostra redazione in collaborazione con REAS - Fiera di Montichiari (BS) e INTERSHUTZ - Fiera di Hannover, organizza un workshop dal titolo: Sicurezza e gestione di grandi eventi, alla vigilia di EXPO 2015, che si terrà venerdì 10 ottobre 2014, ore: 10.30/13.00 nella sala conferenze di REAS. Prenderanno parte ai lavori Simona Bordonali, assessore alla Protezione civile di Regione Lombardia e l On. Elisabetta Gardini, relatrice della Protezione civile italiana al Parlamento europeo. E, inoltre, in corso di definizione la partecipazione al convegno di esponenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e di VV.F. tedeschi. anche sullo spinoso tema dei ruoli decisionali. A livello regionale chi comanda in caso di emergenza? I due terzi delle forze presenti sul territorio, Vigili del Fuoco, Forze Armate, Polizia e Carabinieri, appartengono allo Stato. Attualmente manca una norma in grado di conferire alla Regione il potere di coordinare l insieme di tutti questi variegati corpi, l unica figura di riferimento con effettivo potere di comando è il prefetto. La Regione in fase di dispiegamento delle forze in periodi di crisi, può contare solo sul volontariato di Protezione civile, sprovvisto però di catena di comando. Il problema, dal mio punto di vista - prosegue - non è insito nel Titolo V della Costituzione, ma nella definizione del ruolo della Regione in ambito di Protezione civile. Non dimentichiamo che in Italia il sindaco è anche un ufficiale di governo e nel comparto della Protezione civile, ad esempio, i Carabinieri e le Forze armate dipendono da quest ultimo. Al contrario, la Regione non ha questo potere e lo ottiene eccezionalmente e caso per caso in occasione di una grave emergenza con la nomina del Presidente a Commissario straordinario del Governo. Il problema, tuttavia, si accentuerà ancora di più, nel momento in cui verrà ridotto il numero dei prefetti, elementi chiave in quanto collaborano con il sindaco in caso di emergenza, con l inconveniente che l Amministratore non saprà più a quale figura di riferimento rapportarsi. Anche alla luce di queste considerazioni - ha tenuto a precisare Zamberletti - risulta fondamentale far in modo che la Regione, priva attualmente di autorità, possa creare una struttura regionale sul territorio provvista di potere nell ambito di Protezione civile, che sia in grado di rappresentarla a pieno titolo. Argomento molto complesso e interessante che dovrà prima o poi trovare un adeguata soluzione. Franco Pasargiklian Direttore responsabile 1 RADUNO NAZIONALE ESTIVO DELLA PROTEZIONE CIVILE VIESTE PUGNOCHIUSO, 18/21 SETTEMBRE 2014 Manca poco tempo al nostro grande appuntamento! Affrettatevi a iscrivervi alla manifestazione e possibilmente anche a partecipare alle gare di nuoto, corsa e pallavolo in programma, andando sul nostro sito web: Approfittate anche delle eccezionali offerte di soggiorno del Gruppo Marcegaglia di Pugnochiuso, dedicate in esclusiva solo ai partecipanti del Raduno, per godervi qualche giorno di meritato relax con la vostra famiglia e con tutti gli amici e colleghi del Sistema nazionale di Protezione civile. 11
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