Filiere di prossimità e filiere territoriali in Basilicata attraverso il metodo del dialogo e la partecipazione dal basso (PSR 2007/2013)

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1 Filiere di prossimità e filiere territoriali in Basilicata attraverso il metodo del dialogo e la partecipazione dal basso (PSR 2007/2013) Potenza, 3 luglio 2013 M. Assunta D Oronzio INEA

2 La Progettazione Integrata di Filiera (PIF), strumento individuato nell ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013 FEASR- ha il compito di avviare percorsi di sviluppo territoriale necessari per affrontare alcuni dei nodi strutturali della realtà agricola e rurale regionale favorendo l aggregazione e la qualificazione dell offerta. Per tale finalità, sono stati individuati strumenti di animazione-informazione quali focus group, incontri territoriali, interviste, tavoli di confronto con l obiettivo di individuare e aggiornare i bisogni degli operatori del settore e, infine, di fornire un auto-diagnosi della situazione attuale.

3 Il PIF si configura come un insieme coordinato ed organico di operazioni riferibili a più Misure del PSR alle quali i diversi operatori di una determinata filiera produttiva agroalimentare accedono attraverso la presentazione di una domanda collettiva presentata da un Soggetto Proponente.

4 I tre elementi che caratterizzano il PIF lucano Territorio: Interventi che rispondono alle esigenze/specializzazioni e zonizzazione del territorio Strategia di sviluppo: un processo di sviluppo condiviso e nuove competenze a livello locale Partenariato: favorire i legami fra i principali attori locali e la loro responsabilizzazione nella gestione delle risorse 4

5 Finalità PIF Concentrare l offerta Aggregare i soggetti Rafforzare il partenariato Qualità e tracciabilità

6 La costruzione del progetto di filiera in Basilicata: un percorso lungo ma necessario Quali filiere? Individuazione degli stakeholders da coinvolgere Individuazione delle esigenze (6 Focus Group sui comparti produttivi: ortofrutta, cerealicoltura, zootecnia latte e carne, vino, olio) Condivisione del progetto integrato di filiera (incontri con le parti sociali, tavolo verde, ecc.)

7 Focus Group (aprile settembre 2009)

8 Focus Group (aprile settembre 2009)

9 Risultati dei Focus -Conferma delle principali criticità e opportunità del PSR -Perdita di potere contrattuale e di sbocchi di mercato; -Eccessiva polverizzazione delle unità produttive; -Basso livello di aggregazione dei produttori; - Abbandono dell attività agricola con ricadute negativa anche sull ambiente -Rallentamento del ricambio generazionale; -Divario tra imprese di produzione e di trasformazione ed approvviggionamento extraregionale; -Elevato margine di intermediazione e scarso coordinamento dei soggetti 9

10 Temi trasversali emersi dai Focus Group: - Integrazione fra i fondi comunitari: formazione, ricerca, infrastrutture logistiche; - Valorizzazione delle produzioni di qualità: tracciabilibilità dei prodotti, territorio di provenienza, produzioni tipiche per creare la giusta sinergia tra agricoltura e turismo ecc. 10

11 Focus group Bando PIF (31 dicembre 2009): Sensibilizzazione del Soggetto Proponente Ortofrutta: 22 aprile 2009 Cerealicoltura: 20 maggio 2009 Zootecnia latte: 25 maggio 2009 Zootecnia carne: 4 agosto 2009 Vino: 21 settembre 2009 Olio: 25 settembre 2009 Incontri informativi territoriali finalizzati alla diffusione: Manifestazione di interesse, presentazione procedura informatica on line. - Rionero, 16 febbraio Santarcangelo, 18 febbraio Potenza, 23 febbraio Metaponto, 25 febbraio 2010 Ascoltare le esigenze e i dubbi degli operatori attraverso la raccolta delle FAQ sul sito dedicato PSR Basilicata Ortofrutta 5 incontri - media 16,6 partecipantipubblicizzati anche su un sito internet Zootecnia latte sono stati utilizzati diversi strumenti: internet, TV- Rai 3 Basilicata, giornali -Il Quotidiano, La Nuova del Sud-, un convegno. Vino: in media 24 partecipanti su 4 incontri. Divulgazione anche tramite riviste e tv locali. Cerealicolo territoriale: 8 incontri, altro mezzo di divulgazione un sito internet del Soggetto Proponente

12 Avviso Pubblico Esplorativo Far emergere le caratteristiche delle filiere, cosiddette minori (filiere delle aree protette e filiere di prossimità), in termini di Produzione Lorda Vendibile, di strutturazione dei differenti anelli produttivi, trasformativi e commerciali, di esigenze tecniche e tecnologiche, nonché i fabbisogni finanziari necessari a consentire un loro adeguato sviluppo, coerentemente con le disposizioni del PSR Basilicata

13 TIPOLOGIE DI FILIERE MINORI FILIERE DELLE AREE PROTETTE FILIERE DI PROSSIMITA Filiere multicomparto proprie di determinate aree del territorio regionale occupato per lo più dai parchi, che puntano essenzialmente sulla qualità e che caratterizzano fortemente i territori al cui interno dette aree protette sono ubicate Filiere caratterizzate da produzioni in posizione marginale rispetto ai principali mercati regionali e, pertanto, finalizzate ad avvicinare i produttori minori al mercato regionale, con specifico riferimento a quello dei capoluoghi di provincia e dei centri maggiori, anche turistici

14 SOGGETTI DESTINATARI DELL AVVISO PUBBLICO ESPLORATIVO FILIERE DELLE AREE PROTETTE I soggetti gestori, ovvero i soggetti responsabili, delle seguenti aree protette: Parco Nazionale del Pollino (area geografica rientrante tra i confini regionali); Parco Nazionale dell Appennino lucano Val d Agri Lagonegrese; Parco Regionale di Gallipoli Cognato; Parco Regionale delle Chiese Rupestri del materano FILIERE DI PROSSIMITA Soggetti collettivi rappresentativi degli interessi dei produttori agricoli.

15 MODALITA DI PARTECIPAZIONE ALL AVVISO PUBBLICO ESPLORATIVO I Soggetti destinatari, ciascuno per la tipologia di filiera di propria pertinenza, dovranno predisporre un DOCUMENTO DI ANALISI ANALISI DI CONTESTO GENERALE ANALISI SWOT OBIETTIVI SPECIFICI RIFERITI ALLE PRODUZIONI OGGETTO DELLE DUE TIPOLOGIE DI FILIERA (DELLE AREE PROTETTE E DI PROSSIMITA ) POSSIBILI INVESTIMENTI COLLEGATI AGLI OBIETTIVI SPECIFICI MISURE PSR ATTIVABILI ESIGENZE FINANZIARIE INTEGRAZIONE CON I PIANI DI SVILUPPO LOCALE (ASSE 4 LEADER DEL PSR ) INTEGRAZIONE CON ALTRI PROGRAMMI ATTIVI SUL TERRITORIO REGIONALE

16 A SOSTEGNO DELLE FILIERE MULTICOMPARTO E DI PROSSIMITÀ SONO STATI REALIZZATI INCONTRI TERRITORIALI: * ROTONDA, 24 FEBBRAIO 2010, *NOEPOLI, 1 MARZO 2010, *SENISE 3 MARZO 2010 *VILLA D AGRI 31 MARZO 2010, *LAURIA 18 MARZO INDIVIDUATI I FABBISOGNI DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI ATTRAVERSO SPECIFICHE SCHEDE TECNICHE (PREDISPOSTE DA INEA) E SOMMINISTATE DALL ALSIA

17 AVVISO PUBBLICO ESPLORATIVO

18 RISORSE FINANZIARIE PER FILIERA Misure Importo in euro Sommano

19 Metodologia: incontri e interviste con i Soggetti proponenti e con i beneficiari. PIF APPROVATI 5 REGIONALI 9 TERRITORIALI - Ortofrutta - Ortofrutta (2) - Vino - Vino (1) - Cereali - Cereali (2) - Zootecnia da carne - Zootecnia da latte (2) - Zootecnia da latte - Olivicoltura (2) Il Dipartimento Agricoltura, con il supporto di INEA, sta verificando la rispondenza dei vari PIF rispetto agli obiettivi del bando: favorire l aggregazione e la cooperazione tra i diversi operatori di filiera, nelle fasi della produzione, trasformazione e commercializzazione; favorire la concentrazione dell offerta; aumentare il valore aggiunto del settore e la competitività delle imprese; promuovere la tipicità delle produzioni e del territorio e aumentare il potere contrattuale degli imprenditori.

20 Alcune riflessioni di carattere generale sul progetto integrato di filiera - Tempi più lunghi per l avvio del progetto integrato di filiera causati dalla necessità di poter contare su risorse umane adeguatamente formate per gestire progetti più complessi; - Strumento nuovo per gli operatori; -Massimizzare l adesione degli operatori agricoli al partenariato: la numerosità, a volte, è caratterizzata da conflitti;.monitoraggio del sistema relazionale - A ciò si aggiunga l attuale crisi di mercato che si riflette sull autofinanziamento

21 GRAZIE PER L ATTENZIONE

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