L INTERVENTO SUI SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI E SUL DISAGIO PSICHICO. Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S.

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1 L INTERVENTO SUI SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI E SUL DISAGIO PSICHICO

2 Il disagio Mentale

3 Non voglio con questo dire che la malattia non esiste, ma che noi produciamo una sintomatologia perché la malattia si costruisce e si esprime sempre a immagine delle misure che si adottano per affrontarla. Il medico diventa gestore dei sintomi e crea un'ideologia su cui poi il manicomio si edifica e si sostiene.

4 Uno dei sistemi più utilizzato nella classificazione dei disturbi mentali è quello dell associazione psichiatrica americana, pubblicato con il nome di Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. L ultima revisione del DSM è il DSM 5 del 2013

5 I criteri seguiti nelle descrizioni cliniche sono la scelta di un linguaggio chiaro, tale da evitare qualsiasi ambiguità e la descrizione analitica e dettagliata dei comportamenti ritenuti patologici.

6 Cos è il disagio un disturbo mentale? Un disturbo mentale è una sindrome caratterizzata da un alterazione clinicamente significativa della sfera cognitiva, della regolazione delle emozioni o del comportamento di un individuo che riflette una disfunzione nei processi psicologici, biologici o evolutivi che sottendono il funzionamento mentale (American Psychiatric Association, Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, 5^ Edizione, Raffaello Cortina Editore, Milano, P.22) 3

7 Cos è il disagio un disturbo mentale? Per esempio, una persona schizofrenica può parlare in modo incoerente (sfera cognitiva) e manifestare abulia, cioè essere incapace di manifestare le proprie emozioni (regolazione delle emozioni). 3

8 Cos è il disagio un disturbo mentale? In genere i disturbi mentali sono accompagnati da un sentimento di disagio più o meno profondo e vari gradi di disabilità nei vari ambiti della vita (autonomia, lavoro, relazioni interpersonali e relazioni sociali ecc.) Si deve prestare attenzione a non confondere le manifestazioni patologiche con le normali reazioni a eventi stressanti. 3

9 La sezione II del manuale riporta i vari tipi di disturbi psichiatrici secondo aree patologiche generali (esempio: disturbi d ansia) e, per ogni tipo di classificazione, le patologie specifiche (disturbo d ansia da separazione) DSM - 5

10 Sono poi descritti, con qualche variazione a secondo della patologia trattata, altri aspetti importanti per focalizzare il disturbo: La diagnosi differenziale (per differenziare il disturbo da altri affini); Lo sviluppo ed il decorso; (per ogni patologia si descrive lo sviluppo ed il decorso nel corso del ciclo vitale); Fattori di rischio, conseguenze funzionali e prognosi; Comorbilità (eventuale associazione ad altri disturbi); Aspetti diagnostici correlati al genere; Aspetti diagnostici correlati alla cultura di appartenenza; DSM - 5

11 La sezione III del manuale fornisce altri strumenti diagnostici come le scale di valutazione da somministrare al paziente stesso o per i minori ai genitori o ai tutori. DSM - 5

12 Infortunio Malattia Malformazione Menomazione Disabilià Handicap

13 Menomazione Perdita o anormalità a carico di una struttura o funzione fisiologica, anatomica o psicologica (esteriorizzazione stato patologico) Es. Cataratta menomazione visiva

14 Disabilità Limitazione o perdita, conseguente alla menomazione, della capacità a svolgere particolari attività (oggettivazione negli ambienti di vita) Cataratta menomazione visiva impedimenti a leggere, guidare

15 Handicap Condizione di svantaggio vissuta dalla persona come ridotta capacità a conformarsi alle aspettative o norme sociali (caratterizzazione sociale e culturale) Cataratta menomazione visiva impedimenti a leggere, guidare ridotta partecipazione sociale, dipendenza.

16 condizioni ed eventi che inibiscono in varia misura le opportunità di apprendimento, di pratica, di assimilazione di nuove forme di comportamento. ( ) alcuni individui sono ritardati soprattutto a causa di fattori patologici organici, altri soprattutto per l azione di condizioni socioculturali ( ), molti altri ancora per gli effetti combinati di entrambi (Bijou e Dunitz-Johnson, 1981) DA UN PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO HANDICAP E SVANTAGGIO INCLUDONO

17 ICF (2001) dell OMS Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute La salute è una condizione di benessere fisico e sociale, non soltanto assenza di malattia (OMS, 1946, 1998)

18 Condizione di salute Funzioni e strutture Corporee (ex minorazione) Attività personale (ex disabilità) Partecipazione sociale (ex handicap) Fattori contestuali 1. Ambientali 2. Personali

19 CAPACITA Influenza dei fattori contestuali (ambientali e/o personali) PERFORMANCE FACILITATORI (+) BARRIERE (-) CAPACITA Linguaggio espressivo assente Linguaggio espressivo adeguato FACILITATORE Fattore ambientale: tavola di comunicazione con i simboli BARRIERE Fattore personale: ansia sociale PERFORMANCE Performance comunicativa adeguata per i bisogni di base Performance espressiva deficitaria sul versante della partecipazione

20 Ha un applicazione ampia e universale funzionamento umano (salute) e le sue restrizioni (malattia) La salute risulta da un interazione complessa tra condizioni fisiche e fattori contestuali (ambientali e personali) I termini con connotazione negativa disabilità ed handicap attività e partecipazione sociale Non vi è relazione lineare tra le dimensioni, ma interazioni complesse tra di esse Le dimensioni (funzioni corporee, attività personale, partecipazione sociale) possono essere analizzate indipendentemente. QUALI LE DIFFERENZE SOSTANZIALI?

21 L OMS CON L ICF PROPONE UN MODELLO UNIVERSALE DI SALUTE E DISABILITÀ, IN QUANTO ESSE CONDIVIDONO LE STESSE DIMENSIONI. LA DISABILITÀ NON È UN PROBLEMA DI UN GRUPPO MINORITARIO, QUANTO UNA CONDIZIONE CHE OGNUNO PUÒ SPERIMENTARE. L ICF NON CLASSIFICA LE PERSONE, MA GLI STATI DI SALUTE AD ESSE CORRELATI. Senza l ICF la disabilità è una torre di Babele. La mancanza di un linguaggio comune ha portato a numerosi problemi nel campo delle certificazioni e della valutazione degli interventi. Dal suo uso non può che venirne un vantaggio. (Leonardi, 2003; cit. in Ianes, 2004)

22 Valutazione delle capacità di orientamento e mobilità per alunni con deficit visivi (adattato da Cox e Dykes, 2002 trad. it.) ORIENTAMENTO E MOBILITA Sì No Note ALL INTERNO DELL EDIFICIO SCOLASTICO Lo studente conosce l ubicazione di Presidenza Infermeria Entrate e uscite (rispetto a dove si trova nei diversi momenti della giornata scolastica, con le procedure di emergenza (es. incendi) Aule Aula informatica Palestra Possibili punti pericolosi In classe: percorribilità degli spazi I percorsi sono sgombri da ostacoli Libri, cartelle e altri oggetti sono riposti opportunamente Le aree di uso frequente (cattedra, tavoli di lavoro, uscite, ecc.) sono facilmente accessibili Informare gli studenti della disposizione dei banchi e di ogni eventuale cambiamento Lo studente conosce l ubicazione di Armadi e scaffali Cattedra Tavoli di lavoro Nell aula informatica: conosce l ubicazione di Cattedra Postazioni di lavoro Computer e stampanti Banchi per la lettura Lo studente conosce le procedure per Chiedere aiuto Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. Ritirare e restituire 2015\2016i materiali

23 COMPORTAMENTO PROBLEMA I comportamenti problema sono tutti quei comportamenti che, per varie ragioni, creano difficoltà al soggetto o nella relazione tra esso ed il suo ambiente.

24 COMPORTAMENTO PROBLEMA E' un comportamento piuttosto dirompente e potenzialmente pericoloso per l'individuo, per gli altri e/o per l'ambiente. es: il bambino che urla o lancia oggetti, si getta a terra, sbatte la testa contro il muro...

25 CARATTERISTICHE COMPORTAMENTO PROBLEMA: e' legato alla situazione e' conseguenza di un evento (non sempre ha una funzione comunicativa riconoscibile)* può essere associato ad auto/etero-aggressività

26 LA METODOLOGIA DELL ANALISI FUNZIONALE È RIVOLTA ALL IDENTIFICAZIONE DELLE VARIABILI CHE INFLUENZANO IL VERIFICARSI DI UN COMPORTAMENTO PROBLEMA ED È DIVENUTA UNA CARATTERISTICA DEGLI ATTUALI APPROCCI ALLA VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO.

27 Il termine analisi funzionale veniva utilizzato da Skinner (1953) per denotare le dimostrazioni empiriche di «relazioni di causa-effetto» tra l ambiente e il comportamento; tuttavia, il termine è stato esteso dagli esperti di analisi del comportamento e dagli psicologi in generale per descrivere un ampia gamma di proce- dure e operazioni che differiscono per molti importanti aspetti (vedi Haynes e O Brien, 1990; Iwata et al., 2000, per due commenti diversi ma esaurienti).

28 L analisi descrittiva implica l osservazione diretta del comportamento in condizioni che si verificano naturalmente (non controllate), nel tentativo di identificare correlati ambientali al comportamento problema.

29 Alcuni esempi di questi approcci sono i metodi di osservazione continua (ad esempio, Bijou, Peterson e Ault, 1968), la registrazione antecedentecomportamento-conseguenza di tipo ABC (ad esempio, Groden, 1989).

30 Interventi sui comportamenti problema Interventi sostitutivi: Interventi volti a sostituire i comportamenti problema con condotte positive e socialmente accettate Interventi punitivi: interventi volti a scoraggiare il manifestarsi dei comportamenti problema mediante l utilizzo di punizioni (time out, blocco fisico, ipercorrezione, costo della risposta) Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

31 Trattamento individuale Rinforzo Token economy Problem solving Fading Prompting Trattamento famigliare Parent training Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

32 Disabilità intellettive Definizione : Condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico, caratterizzata soprattutto da compromissione delle abilità che si manifestano durante il periodo evolutivo e che contribuiscono al livello globale di intelligenza, cioè quelle cognitive, linguistiche, motorie e sociali. Il ritardo può presentarsi con o senza altre patologie psichiatriche o somatiche

33 Nell arco di tempo tra il 1960 e il 1980 si diffuse in Italia, favorito anche da prese di posizioni autorevoli provenienti da altre parti del mondo, un movimento culturale che, partendo da una concettualizzazione del diverso, auspicò l abolizione di strutture segreganti, la promozione dei diritti della persona con disabilità, l abolizione di ogni forma di segregazione, la riforma della normativa che lo riguarda. Attualmente vi è sempre maggior consapevolezza dei problemi connessi ad una effettiva integrazione della persona disabile.

34 Qualità dei servizi sociosanitari presenti nel territorio Caratteristiche degli ambienti lavorativi e scolastici

35 Effetto priorità per cui la prima impressione che si ha su una persona, e che è basata soprattutto sulla rivelazione delle caratteristiche fisiche del soggetto, porta ad attribuire alla stessa anche altre caratteristiche non immediatamente osservabili La ricerca di chi ci è simile. Un altro fenomeno è quello legato al fatto che le persone tendono a ricercare la compagnia di altre persone che possiedono riconoscersi caratteristiche nelle quali possono

36 Tendenza alla stereotipizzazione: nei gruppi sociali la tendenza ad accogliere o emarginare situazioni di diversità dipende anche dalla presenza di pregiudizi o stereotipi: la presenza di pregiudizi e stereotipi nei confronti delle persone disabili è ancora molto forte.

37 Non si riferisce al rendere normale il soggetto con disabilità, che continua ad avere obiettivamente delle limitazioni, ma a garantire occasioni di vita il più possibili normali a cominciare dai normali contesti di vita di una persona.

38 DALL INTEGRAZIONE ALL INCLUSIONE Le risposte al tema delle differenze. inserimento. integrazione. bisogni educativi speciali. inclusione Inserimento come ingresso di nuovi gruppi in un contesto istituzionale, sociale e/o produttivo Ciò è reso possibile da norme che consentono l accesso (es. legge 517, sentenza Corte Costituzionale 1987 )

39 Perché i Bisogni Educativi Speciali? Dal concetto di integrazione a quello di integrazioni per rispondere ai bisogni educativi di tutti quegli alunni che si segnalano per diversità senza essere disabili. (M.Gelati, 2004) Perché questi modi di interpretare l integrazione? norma omogeneità adattamento Modelli che che si fondano sul concetto di deficit

40 Perché l inclusione? Se nell integrazione il riferimento è alla disabilità e ai bisogni speciali, cioè a situazioni deficitarie, nell inclusione il riferimento è l insieme delle abilità differenti. L educazione inclusiva propone di modificare sistemi e pratiche di insegnamento in modo da farle corrispondere alle differenze di tutti gli studenti. dall adattamento dell alunno all adattamento richiesto all istituzione e agli insegnanti.

41 Le buone prassi nella prospettiva inclusiva L ORGANIZZAZIONE La progettazione come attività rivolta a tutti gli alunni. Tutti gli alunni sono nelle relazioni e nella mente dei loro insegnanti ( es. la definizione degli obiettivi e l organizzazione dell attività didattica devono avere come riferimento le differenze e non l alunno medio) Attenzione alle barriere alla partecipazione e all apprendimento (es. organizzazione scuola e pratiche di insegnamento non personalizzate, delega all insegnante di sostegno ).

42 Riferimento ai gruppi ed esclusione di pratiche speciali (es. sezioni e laboratori omogenei strutturati dove si organizzano attività per i soli alunni con disabilità in modo sistematico). Utilizzo di sostegni distribuiti intesi come risorse della classe, della scuola nel suo complesso e del territorio. Partecipazione delle famiglie e costruzione di reti aggiuntive di sostegno. Progettazione in riferimento al territorio e al progetto di vita.

43 Presa in carico dei soggetti diversamente abili Distretto socio-sanitario Equipe multidisciplinare (medico, psicologo, assistente sociale, tecnici della riabilitazione, insegnanti, educatori) PEI (piano educativo individualizzato) Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

44 Interventi sociali per i diversamente abili Prestazioni economiche Prestazioni integrative Trasporto sociale Assistenza scolastica Assistenza domiciliare Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

45 Comunità e strutture per disabili Centri diurni Comunità alloggio Casa famiglia Case alloggio Centri residenziali Assistenza domiciliare handicappati gravi agli

46 Modello di un piano di intervento individualizzato Analisi dei bisogni Risorse presenti Identificazione degli obiettivi Attività previste Tempi previsti Valutazione

47 Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

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