La menomazione rappresenta invece i problemi nella funzione enella struttura del compito, o nell eseguire un attività

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1 ICF: Classificazione Internazionale del Funzionamento della disabilità e della salute Per lo sviluppo di un linguaggio comune sulla salute e la disabilità Attraverso la selezione delle specifiche categorie in una lista di controllo (checklist) è possibile ottenere una descrizione del tutto neutrale di quelli che vengono chiamati il funzionamento e la disabilità di una persona, ovvero gli elementi che determinano la sua condizione di salute. Secondo l OMS salute non significa solo assenze di malattia, ma tensione verso un equilibrio da un punto di vista fisico, psicologico, spirituale. Questo significa che: 1. la salute non riguarda solo alcune parti del corpo, ma è uno stato di piena forma dell intera persona; 2. la salute è legata al funzionamento umano a tutti i livelli; 3. la salute non può essere separata dal contesto o ambiente in cui la persona vive. La salute interagisce con l ambiente e l ambiente interagisce con la salute. Grazie all ICF è possibile descrivere: 1. il funzionamento, cioè gli aspetti che vengono considerati positivi di una persona, ovvero quello che la persona è in grado di fare; 2. la disabilità, cioè gli aspetti negativi del funzionamento, ciò che una persona ha difficoltà a fare; 3. la presenza o l assenza di menomazioni riguardanti le funzioni e/o le strutture corporee; 4. i fattori contestuali, vale a dire l influenza positiva o negativa che l ambiente in cui vive la persona può avere sul funzionamento stesso della persona. La descrizione di questi aspetti si realizza attraverso il processo di selezione delle specifiche categorie che meglio descrivono la salute, gli aspetti collegati alla salute e il contesto della persona. Gli aspetti esaminati rientrano pertanto in queste tre aree: l integrità delle funzioni e delle strutture corporee; la capacità di svolgere delle attività, la possibilità di partecipare alla vita sociale. L ICF permette di integrare la diagnosi medica con il reale quadro di funzionamento della persona; si riferisce a qualsiasi persona, che vive anche solo temporaneamente una modificazione dello stato di salute (es. donna in gravidanza). E stato introdotto perché le informazioni che vengono date dalle diagnosi mediche, seppur importanti, non sono sufficienti per avere il reale quadro funzionale della persona, vale a dire che cosa quella persona è in grado di fare e quali sono invece le attività nelle quali ha delle difficoltà. Inoltre si è data risposta all esigenza di avere a disposizione un lignaggio internazionale che permettesse di rendere più efficace la comunicazione non solo tra i servizi della medesima area di intervento, ma anche tra servizi di diversa competenza (es. ASL e scuola)

2 E compilato da un equipe multidisciplinare e permette di pianificare un intervento sanitario, ma anche una programmazione dei curricula scolastici Si interfaccia con l ICD, ovvero la Classificazione Internazionale delle Malattie (1990 ICD-10, ultima versione). Classificare il funzionamento della persona vuol dire dunque descriverla nella sua globalità, a prescindere dall eziologia, dalla patologia, o dal problema che la riguarda. Indica gli aspetti positivi della relazione tra individuo e fattori contestuali. Nella classificazione ICF la disabilità viene considerata non più come malattia, disordine o disturbo, ma come la conseguenza e il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali e ambientali che rappresentano il contesto in cui vive. Il termine indica pertanto gli aspetti negativi dell interazione tra individuo e fattori contestuali dell individuo stesso. D. diventa una parola dalla connotazione neutra, centrata sulle capacità residue del soggetto, oltre che su quelle mancanti Negli anni 70 il termine il termine handicap è passato a descrivere la difficoltà che una persona con disabilità incontra nella propria esperienza di vita. L handicap descriveva la condizione di limitazione o un ostacolo a ricoprire il ruolo normalmente proprio e atteso da quella persona. L ONU ha sottolineato la connotazione ormai chiaramente negativa del termine handicap: l OMS, con la pubblicazione dell ICF, ha recepito l opportunità di sostituire il termine h. con disabilità secondo il nuovo significato di funzionamento non ottimale di una persona con condizione di salute in un ambiente sfavorevole. La menomazione rappresenta invece i problemi nella funzione enella struttura del compito, o nell eseguire un attività Fattori contestuali: rappresentano i fattori ambientali, gli elementi relativi allo stile di vita e i fattori personali

3 Chi sono i BES? Normativa di riferimento: Legge introduce l inserimento dei disabili nelle classi normali salvo le condizioni di estrema disabilità Legge inserimento di tutti i disabili nelle classi normali Legge 104/ 92 recepisce la Sentenza della Corte Costituzionale n. 215 dell 87 che recita così: Se obiettivo è quello di garantire per tutti il pieno sviluppo della persona, se dunque, compito della Repubblica è apprestare i mezzi per raggiungerlo, non vi è dubbio che alle condizioni di minorazione che tale sviluppo ostacolano debba prestarsi speciale attenzione e che in quest ottica vadano individuati i compiti della scuola, quale fondamentale istituzione a tal fine Legge 170/2010 che definisce la classificazione DSA Direttiva Ministeriale 27/12/2012 e le note integrative del 2013 che individuano i BES La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 così descrive i BES: l area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali. Vi sono tre sottocategorie: 1. Disabilità 2. Disturbi evolutivi specifici a) Disturbi specifici dell apprendimento (DSA) b) Deficit del linguaggio, abilità non verbali e di coordinazione motoria, dell attenzione e dell iperattività (ADHD, autismo) c) Funzionamento intellettuale limite 3. Svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale 2.a DSA disturbi specifici dell apprendimento, di lettura, scrittura e calcolo Per poter emettere una diagnosi di DSA è necessario che i punteggi dei test di apprendimento si collochino significativamente al di sotto di quelli medi per età, livello culturale e competenze linguistiche. Inoltre i deficit non devono essere spiegabili con rilevanti disturbi neurologici o senso-motori e devono interferire in misura rilevante con le attività di vita quotidiana. Le specifiche categorie di DSA sono: Dislessia Disortografia Disgrafia Discalculia La diagnosi va posta alla fine del normale ciclo di apprendimento di lettura, scrittura e calcolo, quindi a partire della fine della classe II della scuola 2.b Deficit del linguaggio, abilità non verbali e di coordinazione motoria, dell attenzione e dell iperattività (ADHD, autismo) Ai disturbi dell apprendimento codificati e certificabili ai sensi della Legge 170/10, la direttiva sui BES aggiunge le seguenti tipologie: Disturbi con specifiche problematiche nell area del linguaggio: disturbi specifici del linguaggio o più in generale presenza di bassa

4 intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale; Deficit specifici nelle aree non verbali : disturbo della coordinazione motoria, disprassia, disturbo non-verbale o bassa intelligenza non verbale associata ad alta intelligenza verbale; Altre problematiche severe che possono compromettere il percorso scolastico, come un disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle casistiche previste dalle norme che consentono la certificazione di disabilità, o l ADHD Autismo: nel DSM V è stato dato un nuovo nome alla categoria: anziché disturbi pervasivi dello sviluppo si parla di disturbo dello spettro autistico, che include ADHD (acronimo di Attention Deficit Hyperactivity Disorder) e altri problemi di comportamento I criteri diagnostici secondo il DSM sono: Inattenzione o facile distraibilità Impulsività Iperattività motoria Assenza di specifici e rilevanti deficit cognitivi I sintomi devono essere iniziati prima dei 7 anni di età; durare da oltre 6 mesi; evidenziarsi in almeno due diversi contesti della vita del bambino 2c. Funzionamento intellettivo limite (FIL) La Direttiva del 2012 cita fra i BES anche il Funzionamento Intellettivo Limite affermando che: Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di funzionamento cognitivo limite, qualora non rientrino nelle previsioni delle leggi 104 o 170 richiedono particolare considerazione Per la diagnosi sono diversi i criteri proposti dalle associazioni internazionali (ICD, DSM); se si considera il profilo delle funzioni cognitive specifico del FIL, confrontato con qullo dei coetanei senza FIL, si trovano punti di debolezza più marcati nella memoria, e in particolare nella memoria visuo-spaziale, ma all interno di un abbassamento generalizzato del profilo. 5. Svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale Oltre a DSA, ADHD, FIL e autismo vanno considerati i bisogni speciali di stranieri, immigrati e bambini adottivi che costituiscono un ampia fascia di quella che la Direttiva 2012 definisce alunni con difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse2 e che la Circolare 6 marzo 2013 fa rientrare in quell area dei BES che interessa lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana Tra i problemi specifici degli alunni immigrati troviamo: L apprendimento forzato di una seconda lingua può comportare un bilinguismo sottrattivo con rischio di deficit in entrambe specie quando il livello socio-culturale non è elevato; La relazione tra difficoltà di apprendimento e problemi linguistici specifici va approfondita caso per caso; I diversi obiettivi di socializzazione tra la cultura di appartenenza e quella ospitante, e i diversi comportamenti attesi da parte dei coetanei,

5 possono interferire negativamente. In questo caso occorrono interventi sull intero gruppo-classe

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