Focus Lavoro L approfondimento di qualità
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1 Focus Lavoro L approfondimento di qualità N La tutela della genitorialità 1 Il congedo obbligatorio dopo il Jobs Act A cura di Debhorah Di Rosa Categoria: Previdenza e lavoro Sottocategoria: Varie Il Jobs Act ha ampliato e potenziato le tutele in favore della genitorialità con il dichiarato obiettivo di consentire ai lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che di quello privato, di conciliare al meglio i tempi di vita e lavoro. Le misure introdotte hanno portato ad una profonda revisione del Testo Unico in materia di sostegno alla maternità e alla paternità (D.Lgs. n. 151/2001) con riferimento alla determinazione dei diritti e all ambito di applicazione: si è così pervenuti ad una sostanziale equiparazione delle tutele spettanti a genitori naturali ed adottivi o affidatari. Maggiore attenzione inoltre è stata riservata alla condivisione della responsabilità genitoriale tra il padre e la madre rendendo più flessibili gli istituti già in vigore. Premessa Ambito di applicazione I decreti attuativi del Jobs Act e le Leggi di Stabilità che si sono succeduti negli ultimi due anni hanno modificato la disciplina prevista dal nostro ordinamento in materia di tutela della genitorialità e nel contempo reso strutturali molte delle misure introdotte inizialmente in via sperimentale. Gli interventi del legislatore hanno riguardato sia il congedo obbligatorio, nelle sue diverse articolazioni, che il congedo parentale, del quale è stato ampliato l arco temporale di fruizione e resa più flessibile l articolazione. Il congedo obbligatorio per maternità spetta: alle lavoratrici dipendenti, siano esse apprendiste, operaie, impiegate o dirigenti, aventi un rapporto di lavoro in corso alla data di inizio del congedo; 1
2 alle donne disoccupate o sospese se ricorre una delle seguenti condizioni: il congedo di maternità sia iniziato entro 60 giorni dall ultimo giorno di lavoro; il congedo di maternità sia iniziato oltre i predetti 60 giorni, ma sussiste il diritto all indennità di disoccupazione, alla mobilità oppure alla cassa integrazione. Per le disoccupate che negli ultimi due anni hanno svolto lavori esclusi dal contributo per la disoccupazione, il diritto all indennità di maternità sussiste a condizione che il congedo di maternità sia iniziato entro 180 giorni dall ultimo giorno di lavoro e che siano stati versati all Inps 26 contributi settimanali negli ultimi due anni precedenti l inizio del congedo stesso; alle lavoratrici agricole a tempo indeterminato ed alle lavoratrici agricole a tempo determinato che nell anno di inizio del congedo siano in possesso della qualità di bracciante comprovata dall iscrizione negli elenchi nominativi annuali per almeno 51 giornate di lavoro agricolo; alle lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (colf e badanti) che hanno almeno 26 contributi settimanali nell anno precedente l inizio del congedo di maternità oppure 52 contributi settimanali nei due anni precedenti l inizio del congedo stesso; alle lavoratrici a domicilio; alle lavoratrici LSU o APU; alle lavoratrici assicurate ex IPSEMA. Il congedo per maternità obbligatoria Il congedo per maternità obbligatoria ha una durata di 5 mesi, durante i quali la donna percepisce l 80% della sua retribuzione, ed inizia due mesi prima della data prevista del parto per poi terminare al compimento del terzo mese del bambino. La quasi totalità dei contratti collettivi prevede la corresponsione della differenza da parte del datore di lavoro, cosicché la lavoratrice arriva a percepire il 100% della retribuzione media giornaliera. Per avere diritto alla maternità obbligatoria, entro il settimo mese di gravidanza, la donna deve presentare una apposita istanza al datore di lavoro e all INPS che deve essere corredata da una certificazione medica che specifichi la data presunta del parto e il mese di gestazione. La nascita deve poi essere comunicata con autocertificazione entro 30 giorni, sia all Istituto di Previdenza che al datore di lavoro. 2
3 Secondo quanto previsto dal Jobs Act, il congedo di maternità intervenuto nell'esecuzione di un contratto a termine presso la stessa azienda, concorre a determinare il periodo di attività lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato e determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei rapporti a termine. Estensione del congedo Qualora si verifichi una nascita anticipata rispetto al termine previsto, la lavoratrice ha diritto ad astenersi dal suo servizio, oltre ai 3 mesi post partum anche ai giorni di cui non ha fruito in precedenza. La modifica apportata dal Jobs Act alla disciplina che regola i casi di parto prematuro determina una sostanziale modifica del periodo di congedo obbligatorio, unicamente nei casi in cui la nascita si verifichi prima dei due mesi di congedo pre-parto (parto fortemente prematuro). In pratica, qualora il parto si verifichi prima dei due mesi antecedenti la data presunta, il congedo va calcolato aggiungendo ai tre mesi post partum tutti i giorni compresi tra la data dell evento e quella presunta. La disciplina innovata si applica alle lavoratrici dipendenti e parasubordinate, con esclusivo riferimento agli eventi coincidenti o successivi alla data del 25 giugno La lavoratrice che intenda ottenere il ricalcolo dell indennità, deve presentare apposita istanza telematica, utilizzando il modello SR01 alla sede INPS competente, richiamando il numero di protocollo della domanda di maternità online presentata in precedenza: alla domanda di maternità, va sempre allegato il certificato medico che attesta la data presunta del parto. Sospensione del congedo di maternità Sempre con riferimento ai parti e agli ingressi in famiglia avvenuti a partire dal 25 giugno 2015, in caso di ricovero del neonato durante il periodo di fruizione del congedo obbligatorio di maternità, la madre lavoratrice dipendente o iscritta alla gestione separata, ha il diritto di chiedere la sospensione del congedo di maternità per il periodo corrispondente e di recuperarlo, in tutto o in parte, a partire dalla data di dimissione o anche da data antecedente. Si tratta di una misura strutturale che si applica anche ai casi di adozione e affidamento. Questo tipo di sospensione può essere richiesta una sola volta per ciascun figlio e soltanto a condizione che una attestazione medica certifichi che le condizioni di salute della lavoratrice siano compatibili con la ripresa dell attività lavorativa. Ciò in ossequio alla disciplina generale che vieta di adibire le donne al lavoro durante i 5 mesi tutelati dal congedo obbligatorio. 3
4 La lavoratrice dipendente che voglia fruire della sospensione è tenuta a comunicare alla sede INPS competente per territorio la data di sospensione del congedo di maternità e la successiva data di ripresa dello stesso, utilizzando l apposito modello predisposto dall Istituto e allegando una dichiarazione di responsabilità della richiedente riguardo l effettiva consegna al datore di lavoro. Ovviamente durante il periodo di sospensione del congedo di maternità, non è possibile fruire, per il medesimo neonato, del congedo parentale che decorre, in ogni caso, a partire dal termine del congedo di maternità. Variazione della durata del congedo obbligatorio Nel caso di una gravidanza a rischio, quando insorgono complicanze nella gestazione oppure se le condizioni di lavoro possono compromettere la salute della madre o del nascituro e non sia possibile far svolgere alla donna mansioni diverse, è possibile anticipare l inizio del congedo obbligatorio. Per ottenere l anticipazione della decorrenza del periodo di congedo per gravidanza a rischio o complicanze è necessario presentare apposita istanza alla Direzione Provinciale del Lavoro, corredata dalla certificazione medica rilasciata dall ASL o da una struttura sanitaria. Se entro una settimana non vi è nessun pronunciamento, la domanda si ritiene accolta. Nel caso in cui la gestante svolga lavori pericolosi per la sua salute o quella del bambino e il datore di lavoro non possa adibirla ad altre mansioni, sarò quest ultimo a dover richiedere l astensione anticipata per maternità alla Direzione Provinciale del Lavoro che valuterà il caso e potrà anche fare accertamenti. Il periodo di durata del congedo obbligatorio può dunque essere articolato come segue: ante partum: i 2 mesi precedenti la data presunta del parto (salvo flessibilità) e il giorno del parto; i periodi di interdizione anticipata disposti dall azienda sanitaria locale (per gravidanza a rischio) oppure dalla direzione territoriale del lavoro (per mansioni incompatibili); post partum: i 3 mesi successivi al parto (salvo flessibilità) e, in caso di parto avvenuto dopo la data presunta, i giorni compresi tra la data presunta e la data effettiva. In caso di parto anticipato rispetto alla data presunta (parto prematuro o precoce), ai tre mesi 4
5 dopo il parto si aggiungono i giorni compresi tra la data effettiva e la data presunta; i periodi di interdizione prorogata disposti dalla direzione territoriale del lavoro (per mansioni incompatibili con il puerperio). Il congedo di paternità obbligatorio I giorni di paternità obbligatoria per tutto l anno 2016 sono due: uno deve coincidere con il giorno della nascita del bambino o della sua adozione, l altro deve essere fruito entro i primi 5 mesi dalla nascita o adozione del piccolo. La misura è prevista in via sperimentale fino al 31 dicembre Oltre ai due giorni di astensione obbligatoria, sono state confermate le due giornate di astensione facoltativa da utilizzare entro il termine della maternità obbligatoria, in alternativa ai giorni concessi alla madre, che quindi dovrà rientrare al lavoro due giorni prima. Al lavoratore spetta l intera retribuzione per entrambe le giornate. - Riproduzione riservata - 5
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