D.- Sono puniti per maltrattamenti in famiglia e violazione degli obblighi familiari i conviventi?

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1 D.- In caso di separazione, in assenza dei figli, può essere disposta dal giudice l assegnazione della casa coniugale? R.- Ove non vi sia prole convivente, questo tipo di tutela non ha più ragione di sussistere né il legislatore ha ritenuto di adottare un diverso tipo di regolamento, facendo prevalere l'interesse alla tutela del coniuge più debole sul diritto reale o di godimento relativo all'immobile già sede della casa coniugale. Per quanto concerne la separazione, pertanto, il coniuge più debole andrà altrimenti tutelato in sede di regolamento economico degli interessi di ciascun membro della coppia, tenendo peraltro conto dell incidenza sul reddito che la disponibilità della casa di abitazione, in forza degli anzidetti diritti, può assumere.pertanto, la Corte di Cassazione, afferma il seguente principio di diritto: «Il previgente art. 155 c.c., nel testo in vigore sino all'entrata in vigore dellalegge 8 febbraio 2006, n. 54, e il vigente art: 155-quater c.c., in tema di separazione, come l'art. 6 della legge 898/70, subordinano l'adottabilità del provvedimento di assegnazione della casa coniugale alla presenza di figli, minorenni o maggiorenni non autosufficienti conviventi con i coniugi. In difetto di tale elemento, sia che la casa familiare sia in comproprietà fra i coniugi, sia che appartenga in via esclusiva ad un solo coniuge, il giudice non potrà adottare con la sentenza di separazione un provvedimento di assegnazione della casa coniugale, non autorizzandolo neppure l'art. 156 c.c., che non prevede tale assegnazione in sostituzione o quale componente dell'assegno di mantenimento». D.- Sono puniti per maltrattamenti in famiglia e violazione degli obblighi familiari i conviventi? R. Il convivente è considerato "persona della famiglia" dal codice penale (art. 572 cp.) ed è tutelato penalmente in tale veste, nel caso subisca maltrattamenti (fisici o morali). Non è invece previsto tra i conviventi il reato di violazione degli obblighi familiari.

2 D.- Chi esercita la potestà sui figli minori in caso di cessazione della convivenza di fatto? R.- Entrambi esercitano la potestà sui minori. In caso di cessazione della convivenza è il Tribunale per i minorenni del luogo di residenza del minore a decidere sul suo affidamento (nel caso in cui non v è conflittualità tra i genitori sull affidamento del figlio, questo rimane affidato al genitore con cui convive).e competente il Tribunale ordinario per i provvedimenti di assegnazione della casa familiare e per la fissazione del contributo di mantenimento a carico del genitore non affidatario. Tali questioni possono essere valutate anche dal Tribunale per i minorenni ma solo in termine di prescrizione e non di ordini immediatamente esecutivi (sicché spesso si debbono affrontare due cause per regolamentare la situazione di un figlio naturale, nel caso di conflittualità tra i genitori, data la distinzione di competenze operata dalla legge tra Tribunale ordinario e Tribunale per i Minorenni). D.- Quali sono gli effetti del riconoscimento del figlio naturale? R.- Il genitore sarà tenuto nei confronti del figlio riconosciuto a tutti i diritti e doveri previsti per i figli legittimi. Non ci sono figli di serie B. Lo stesso obbligo sorge a carico del genitore che sia stato dichiarato tale a seguito di sentenza (c.d. dichiarazione giudiziale di paternità o maternità)del Tribunale per i Minorenni competente. Con la sentenza dichiarativa di paternità o maternità naturale il Tribunale ha competenza a decidere anche l affidamento del minore ed il contributo a carico del genitore non affidatario. Il provvedimento avrà efficacia di titolo esecutivo, ovvero di titolo necessario per promuovere azione esecutiva nei confronti del genitore inadempiente. Il genitore che per primo abbia effettuato il riconoscimento, poi, potrà ottenere sentenza che condanni l altro genitore al pagamento di una quota delle spese, sino al riconoscimento ed alla dichiarazione giudiziale, sostenute per l educazione, l istruzione ed il mantenimento del figlio naturale. L obbligo di mantenimento, invero, spetta ad entrambi i genitori che abbiano riconosciuto il figlio, in proporzione delle rispettive sostanze e secondo la loro capacità di lavoro professionale o casalingo. Si tiene conto per tale valutazione non solo dei redditi da lavoro ma di ogni altra risorsa economica (es. utili derivanti dall investimento di capitale o da immobili). Il genitore naturale che convive con il figlio naturale, anche se maggiorenne ma economicamente non autosufficiente, ha titolo per chiedere direttamente all altro genitore il contributo al mantenimento.

3 D.- In quale caso la separazione può essere addebitata ad un coniuge? R.-Per l'addebitabilità della separazione, l'indagine sull'intollerabilità della convivenza deve essere effettuata con una valutazione globale e con la comparazione delle condotte di tutti e due i coniugi, non potendo il comportamento dell'uno essere giudicato senza un raffronto con quello dell'altro. Infatti, solo tale comparazione permette di riscontrare se e quale rilevanza essi abbiano avuto, nel verificarsi della crisi matrimoniale. (la Corte di Cassazione ha confermato la pronunzia della corte territoriale che aveva escluso ai fini dell'addebito che l'allontanamento del coniuge dall abitazione familiare, in presenza di una stabile relazione extraconiugale dell'altro coniuge, abbia avuto incidenza sulla crisi matrimoniale).cass. civ. sez. I, 14 novembre 2001, n D.- Può essere sempre addebitata la separazione al coniuge che abbandona la casa coniugale? R.- In tema di separazione personale dei coniugi, l'abbandono della casa familiare non costituisce causa di addebitabilità della separazione quando sia stato determinato dal comportamento dell'altro coniuge, ovvero quando il suddetto abbandono sia intervenuto nel momento in cui l'intollerabilità della prosecuzione della convivenza si sia già verificata, ed in conseguenza di tale fatto. Cass. civ. sez. I, 11 agosto 2000, n

4 D.- Può essere rilevante per la separazione dei coniugi il tentato adulterio? R.-L'infedeltà di uno dei coniugi può integrare da sola violazione dei doveri nascenti dal matrimonio ancorché sia rimasta allo stadio di mero tentativo (nella specie l'adulterio non si è concretizzato per mancanza di corrispondenza da parte del terzo).cass. civ. sez. I, 7 settembre 1999, n D.- E tenuto il coniuge all obbligo di fedeltà nel corso della separazione? R.- In caso di separazione coniugale, qualora il coniuge intrattenga una nuova relazione nell abitazione familiare dopo l emissione dei provvedimenti temporanei del Giudice, alla stessa non può essere addebitata la separazione con il provvedimento definitivo che statuisce sul nuovo stato di separazione. Cass. Civ. I sez., , n D.- Quanto dura l obbligo di mantenimento dei figli a carico dei genitori? R.-Una recente sentenza della Corte di Cassazione stabilisce che i figli che non vanno bene a scuola e sono fuori corso non vanno più mantenuti dai genitori. La Cassazione, con questa recente sentenza, stabilisce che i figli fuori corso sono colpevoli in primis del mancato guadagno, quindi, se non rendono a scuola è giusto che incomincino a lavorare e rendersi indipendenti. Una seconda sentenza della Corte di Cassazione, (sentenza n /2008 prima sez. civile), stabilisce che il figlio che inizia a lavorare, anche solo dopo un mese dall assunzione, e anche con in corso il patto di prova per 6 mesi, i genitori non hanno più l obbligo del mantenimento. La sentenza infatti stabilisce che è sufficiente la mera potenzialità del conseguimento dell autonomia economica e che quindi il mantenimento può ritenersi cessato. L obbligo dei genitori di mantenere i figli, ex art. 147 e 148 Codice Civile,

5 sussiste per il solo fatto di averli generati e tale obbligo non cessa automaticamente con la maggiore età od oltre un dato limite della stessa (per esempio l età molto avanzata del figlio maggiorenne), ma si protrae sino a quando il figlio abbia raggiunto una propria dipendenza economica. Il genitore che contesta la sussistenza del proprio obbligo di mantenimento nei confronti del figlio maggiorenne è tenuto a fornire in primis la prova che il figlio maggiorenne sia divenuto economicamente autonomo, (Cass. Civ. Sez. I n. 2289); ovvero, nel caso che comunque tale figlio maggiorenne non svolga attività lavorativa retribuita, tale genitore è tenuto a fornire la prova che ciò dipenda da condotta colpevole del figlio che persista in un atteggiamento di inerzia nella ricerca di un lavoro compatibile con le sue attitudini, rifiuti immotivatamente offerte di lavoro, o abbandoni senza valide giustificazioni il posto di lavoro (Cass. Civ. Sez. I n. 951: Cass. n. 475/1990, Cass. n /1992, Cass. n. 8383/1996, Cass. n. 4765/2002). D.- Da mesi ormai la convivenza con mia moglie è diventata impossibile continui litigi e scenate anche davanti ai bambini vorrei trasferirmi in un altro appartamento, è lecito? R.- La convivenza è un dovere che nasce dal matrimonio, ma è considerata una giusta causa di allontanamento dal domicilio domestico l esistenza di circostanze che rendono intollerabile la coabitazione o che arrecano grave pregiudizio all educazione dei figli. Anche la proposizione della domanda di separazione davanti al Tribunale è una giusta causa di allontanamento. In ogni caso non dovrà far mancare a sua moglie e ai suoi figli quanto necessario alle loro normali esigenze di mantenimento, per non dover rispondere del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare.. D.- Da mesi mia moglie rifiuta ogni rapporto intimo con me ho il diritto di

6 chiederle di adempiere i suoi doveri coniugali? Il matrimonio comporta una generale accettazione di condivisione della vita intima, ma non una incondizionata adesione a tutti i singoli futuri rapporti: non esiste all interno del matrimonio un dovere di compiere atti sessuali. Dal nuovo articolo 609 bis del codice penale emerge che la libertà sessuale è un valore fondamentale dell individuo e che la sfera intima del coniuge è assolutamente inviolabile, al pari di quella di ogni altro individuo. Per risolvere il problema potrebbe essere utile intraprendere una terapia di coppia. Non servirà invece un richiamo ad assolvere doveri coniugali che non esistono nel nostro ordinamento. Se la convivenza coniugale è divenuta intollerabile, lei può ovviamente chiedere la separazione. Può anche chiedere la pronuncia di addebito a sua moglie, provando che l ingiustificato e persistente rifiuto dei rapporti intimi ha incrinato la vostra relazione ed ha causato il fallimento del matrimonio.

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