Annali idrologici e altre pubblicazioni del Compartimento di Napoli del S.I.M.N.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Annali idrologici e altre pubblicazioni del Compartimento di Napoli del S.I.M.N."

Transcript

1 Il Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale. 1. Premessa Nella seconda metà del 1800, insigni studiosi nel settore idrologico e idraulico rilevarono la necessità dell istituzione a scopi tecnici e scientifici di un servizio idrografico a carattere nazionale, con compiti di rilevamento sistematico delle caratteristiche dei corsi d acqua e struttura organizzativa da collocare nell ambito dell Amministrazione dello Stato, atteso il carattere pubblico delle acque, concetto che, proprio in quei tempi, andava definitivamente affermandosi, in forza di un impianto normativo che andava sempre più arricchendosi di provvedimenti finalizzati alla tutela e gestione del patrimonio idrico. Sulla scia di tale evoluzione legislativa, con la legge 5 maggio 1907, n. 257, art. 13, modificata dalla legge 13 luglio 1911, n. 774, art. 46, venne istituito il Magistrato alle Acque per le Province Venete con i compiti di raccolta e coordinamento delle osservazioni idrografiche e meteorologiche concernenti i fiumi e i bacini montani del compartimento e l estuario veneto. Successivamente, il decreto Reale 31 marzo 1912, istituì in Parma un Ufficio speciale del Genio Civile per gli studi idrografici del fiume Po, a cui furono assegnati i compiti di raccogliere le osservazioni meteorologiche, idrometriche, limnimetriche e di portata del Po e dei suoi affluenti e di studiare le leggi sulla propagazione delle piene, la relazione tra altezze e deflussi, la periodicità dei vari stati di piena e magra e la loro relazione con le precipitazioni atmosferiche e con la sistemazione dei vari bacini. Ad integrazione e naturale compimento dell iter legislativo avviato con i due citati provvedimenti, il 17 giugno 1917, con D.L. n. 1055, venne istituito il Servizio Idrografico, sotto la vigilanza del Consiglio Superiore delle Acque del Ministero dei Lavori Pubblici, con il compito di procedere alla raccolta delle osservazioni idrografiche e meteorologiche riguardanti i corsi d'acqua ed i bacini imbriferi, fatte salve le competenze del Magistrato alle Acque per le Province Venete e dell'ufficio Speciale del Genio Civile per il Po. Con successivo D.L. n del 25 ottobre 1917, vennero poi istituite le Sezioni Autonome del Genio Civile per l'impianto e l'esercizio del Servizio Idrografico e con D.L. 21 giugno 1919, n. 6815, fu istituito, presso il Consiglio Superiore delle Acque, un Ufficio Tecnico Centrale Idrografico con l incarico di promuovere e coordinare gli studi e le osservazioni idrografiche e meteorologiche da compiersi dalle singole Sezioni, istituite con il D.L. 25 ottobre Si delineava così il quadro giuridico di riferimento per la definizione delle competenze e dell organizzazione del Servizio Idrografico Italiano (S.I.I.), struttura tecnica dell Amministrazione Statale che, fra alterne fortune e vari processi di riorganizzazione e ricollocazione istituzionale, ha assicurato lo svolgimento delle funzioni e attività istituzionalmente assegnate, fino al 2002, anno in cui le attività del Servizio, diventato nel frattempo Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (S.I.M.N.), sono definitivamente cessate in ambito statale, a seguito dell adozione dei provvedimenti legislativi di attuazione dell art. 92 del D. Lgs. 112/98 (c.d. Bassanini 2) Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59, che ne hanno trasferito le competenze in parte all A.P.A.T. - Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici (D.P.R. 207/2002) e in parte alle Regioni (D.P.C.M. 24 luglio 2002). Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 1

2 In particolare, l Ufficio Compartimentale di Napoli del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, istituito con il predetto D.L. n del 25 ottobre 1917 come Sezione Autonoma di Napoli del Genio Civile presso il Consiglio Superiore delle Acque del Ministero dei Lavori Pubblici, in forza del disposto del D.P.C.M. 24 luglio 2002 è stato trasferito alla Regione Campania, per essere incorporato, in attuazione della Deliberazione di Giunta Regionale n del 21 dicembre 2001, nel Servizio 04 - Centro Funzionale per la previsione meteorologica e il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane, struttura tecnica regionale incardinata nel Settore Programmazione Interventi di Protezione Civile sul territorio. Oltre alle competenze attribuite con la D.G.R. 6940/2001, ridefinite ed ampliate con altri successivi provvedimenti adottati dalla Giunta Regionale dall ottobre 2002 in poi, in materia di previsione meteorologica, monitoraggio meteoidropluviometrico, modellistica idrometeorologica di preannuncio, programmazione, progettazione, manutenzione e gestione delle reti di rilevamento, il Centro Funzionale assicura oggi anche le funzioni, già svolte dall ex Ufficio Compartimentale di Napoli del SIMN, relative alle attività storiche di rilevamento, validazione, archiviazione e pubblicazione delle grandezze climatiche, idrologiche e idrografiche interessanti il reticolo idrografico superficiale e sotterraneo. Nell ambito del processo organizzativo messo in atto per la ridefinizione operativa di tali attività, il Centro Funzionale ha portato a termine una serie di iniziative preliminari, finalizzate alla ricognizione dettagliata, raccolta e informatizzazione del prezioso e consistente patrimonio conoscitivo costituito da dati, informazioni e studi prodotti dall ex Ufficio Compartimentale SIMN di Napoli nel suo periodo di attività istituzionale ( ). Nel presente DVD, in particolare, viene presentata la raccolta sistematica della serie completa degli Annali Idrologici e delle principali pubblicazioni storiche edite dall Ufficio, fonti di informazione, preziose ed indispensabili per la conoscenza dei fenomeni naturali di carattere meteoclimatico, idrologico e marino, nonché supporto imprescindibile per la progettazione delle opere idrauliche di utilizzazione delle risorse idriche e difesa dai rischi indotti dagli eventi estremi. A supporto e integrazione della notevole mole di dati raccolti e informatizzati, di seguito si ritiene utile riportare alcune note descrittive del percorso storico-istituzionale e tecnico-scientifico che ha caratterizzato lo svolgimento delle attività, condotte dall ex SIMN di Napoli, funzionali alla redazione delle pubblicazioni qui presentate. 2. Impianto legislativo Articolato e complesso è l iter dei provvedimenti legislativi che, a partire dal 1919, hanno successivamente definito il quadro delle funzioni e competenze in ambito statale del Servizio Idrografico Italiano. Il primo provvedimento, adottato in un contesto storico in cui forte era l impulso verso atti di pianificazione finalizzati all incremento della produzione nazionale di energia idroelettrica, risale al 1920, quando, con il R.D. n. 1285, del 14 agosto Regolamento per le derivazioni e utilizzazioni di acque pubbliche, venne affidato al Servizio Idrografico il compito di redigere gli studi idrologici connessi alle domande di grande derivazione. Successivamente, con il R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, Testo unico sulle acque e sugli impianti elettrici, agli Uffici e Sezioni del Servizio Idrografico nelle rispettive giurisdizioni, vennero affidate tutte le competenze relative allo studio dei bacini imbriferi e Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 2

3 delle questioni idrologiche che sorgono in seguito a domande od esercizio di utilizzazioni d'acqua e per i progetti e l'esecuzione di importanti lavori idraulici e di bonifica. In particolare, il R.D. 1775/33 stabiliva che le amministrazioni dello stato, le regioni e le province autonome dovevano assicurare lo scambio delle informazioni relative ai provvedimenti di rilascio, di modificazione e di rinnovo delle concessioni di derivazioni e di licenze di attingimento, entro trenta giorni dalla data di efficacia del relativo provvedimento. Inoltre, a cura e spese del concessionario delle derivazioni d'acque pubbliche, su prescrizione dell'ufficio Compartimentale del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale interessato per territorio, dovevano essere installati e mantenuti in regolare stato di funzionamento idonei dispositivi per la misurazione delle portate e dei volumi in corrispondenza ai punti di prelievo e di restituzione, ove presente. Sempre, in materia di derivazioni, l art. 5 del D.P.R. 1 novembre 1959 n. 1363, "Regolamento per la compilazione dei progetti, la costruzione e l'esercizio delle dighe di ritenuta" ha affidato al Servizio Idrografico il compito di esprimere parere sulla massima piena calcolata, mentre la legge del 10 maggio 1976 n. 319, "Norme e tutela delle acque dall'inquinamento ha dato incarico al Servizio Idrografico di collaborare con le Regioni per l'accertamento delle caratteristiche quantitative dei corpi idrici. La suddetta legislazione, ha trovato di volta in volta specifiche direttive attraverso la emanazione di circolari che hanno delineato puntualmente le competenze del Servizio Idrografico: - Circolare Ministero lavori pubblici, Direzione Generale delle Acque, delle Bonifiche e degli Impianti Idroelettrici, 10 dicembre 1927, n.5370, "Intervento del Servizio Idrografico ai collaudi delle opere di utilizzazione idraulica (in B.U. n..36 del 1927); - Circolare n del 18 marzo 1936 "Istruzioni sull'applicazione del T.U."; - Circolare del Ministero Lavori Pubblici, Direzione Generale delle Acque e degli Impianti Elettrici, 9 agosto 1943, n.3764, "Esame preliminare nei riguardi idrologici delle domande di derivazione d'acqua pubblica. - Circolare Ministero lavori pubblici, Direzione Generale delle acque e degli impianti elettrici, 1 luglio 1961, n. 2310, "Bacini imbriferi montani. Riscossione sovracanoni". All assetto definitivo del Servizio, con l incorporazione del Servizio Mareografico, istituito con legge n del 18 ottobre 1942 presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con il compito di raccogliere ed elaborare i dati di marea, si giunse con la legge del 18 maggio 1989, n. 183, Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo, che istituì, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Servizi Tecnici Nazionali in un sistema coordinato ed unitario sotto l'alta vigilanza di un comitato di ministri [L.18/5/1989, n. l 83, art. 9, c. l ]. Con successivi D.P.R. 24 gennaio 1991, n.85 e D.P.R. 5 aprile 1993, n.106, vennero regolati l'organizzazione, il funzionamento e il potenziamento dei Servizi Tecnici Nazionali istituendo il Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali [DPR 5/4/93, n. l06, art. 4]. Il DPCM 10 marzo 1994, concernente la "Riorganizzazione nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri dei dipartimenti e degli uffici del Segretariato Generale" confermò, infine, l istituzione, presso il Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, tra i dipartimenti di diretta collaborazione del Presidente del Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 3

4 Consiglio, del Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali, costituito, oltre che dal Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, dal Servizio Geologico Nazionale, dal Servizio Nazionale Dighe e dal Servizio Sismico Nazionale. Nel frattempo, nel 1992, la legge n. 225 del 24 dicembre, Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile, attribuiva importanti competenze al Servizio, prevedendo che i programmi nazionali di previsione e prevenzione in relazione alle varie ipotesi di rischio, i programmi nazionali di soccorso, ed i piani per l'attuazione delle conseguenti misure di emergenza, fossero adottati avvalendosi dei Servizi Tecnici Nazionali [L. 24/12/1992, n.225, art. 4, c.2] e che gli stessi Servizi Tecnici Nazionali e tra questi il Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, costituiscono strutture operative nazionali del Servizio Nazionale della Protezione Civile [L. 24/12/1992, n.225, art. 11]. Ulteriori competenze, in seguito, tuttavia, modificate con successivi provvedimenti, sono state attribuite dalla cosiddetta legge Galli del 9 gennaio 1994, n.36, Disposizioni in materie di risorse idriche, che assegnava ai Servizi Tecnici Nazionali le funzioni di consulenza e supporto al Presidente del Consiglio dei Ministri per l emanazione dei decreti disciplinanti le modalità di censimento delle risorse idriche, per la protezione delle acque dall'inquinamento, nonché le metodologie generali per la programmazione della razionale utilizzazione delle risorse idriche e le linee della programmazione degli usi plurimi delle risorse idriche. Nell anno 2002, con i provvedimenti richiamati in premessa (D.P.R. 207/2002 e D.P.C.M. 24 luglio 2002), la struttura organizzativa del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale è stata definitivamente riformata, con ridistribuzione delle competenze fra l A.P.A.T. e le Regioni, in attuazione dei provvedimenti citati (legge 59/97 e D. Lgs. 112/98), emanati in materia di decentramento amministrativo di compiti e funzioni dello Stato, spesso estesi con improvvide e discutibili scelte all ambito tecnico di operatività di strutture preposte al controllo e alla gestione dell ambiente fisico, non necessariamente coincidente con l ambito amministrativo di competenza. 3. Organizzazione e competenze del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale All atto dell istituzione, nel 1919, dell Ufficio Tecnico Centrale Idrografico presso il Consiglio Superiore delle Acque, con compiti di direzione e coordinamento delle Sezioni istituite con il D.L. n del 1917, il Servizio Idrografico Italiano risultava costituito dall Ufficio Centrale in Roma e dalle dieci Sezioni (Venezia, Parma, Bologna, Pescara, Bari, Catanzaro, Napoli, Roma, Pisa e Genova), ciascuna delle quali competente su una regione idrograficamente omogenea, costituita da interi bacini idrografici, raggruppati in base al tratto di costa di appartenenza delle foci fluviali. Il Servizio doveva assicurare, inoltre, la funzione di coordinamento tecnico con gli Uffici Speciali delle Regioni Sicilia e Sardegna e delle province autonome di Trento e Bolzano. Negli anni a seguire, ulteriori provvedimenti definirono, ampliandole, le competenze del Servizio, che, sostanzialmente, erano distinte in due parti, entrambe finalizzate all esigenza, all epoca particolarmente sentita, di acquisire le conoscenze necessarie alla gestione e regolazione delle risorse idriche per l utilizzazione delle acque a scopo idroelettrico: - la prima, comprendente l attività a carattere sistematico come l osservazione meteorologica, limitatamente a temperatura e precipitazione, le misure riguardanti le acque superficiali e quindi i livelli dei corsi d'acqua e dei laghi, le portate, il Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 4

5 trasporto solido e la conseguente pubblicazione dei dati sugli Annali Idrologici e i Bollettini; - l altra, relativa alle indagini e ricerche a carattere speciale quali la determinazione delle caratteristiche morfologiche dei bacini, il rilievo dei profili longitudinali dei corsi d'acqua, il rilevamento delle sorgenti e la misura delle relative portate. Nel corso della sua iniziale attività, il Servizio Idrografico Italiano provvedeva, quindi, oltre che alla divulgazione dei dati raccolti, anche alla pubblicazione di una imponente mole di studi e ricerche. Ogni Sezione disponeva di un ampia autonomia e di una larga libertà di iniziativa per lo sviluppo delle ricerche all interno del compartimento idrografico di competenza. In una pubblicazione del 1932 (Ministero dei Lavori Pubblici Consiglio Superiore, 1932) veniva affermato che il compito fondamentale del Servizio è lo studio delle acque naturali. Il Servizio Idrografico sottopone ad osservazioni metodiche i fiumi, i torrenti, i laghi, le acque sotterranee, le piogge e le temperature: ne determina le caratteristiche, ne individua il regime. Nello stesso lavoro veniva descritta in modo dettagliato l attività svolta dal Servizio Idrografico, che nel 1932 aveva già prodotto numerose e importanti pubblicazioni, alcune delle quali a carattere periodico. I compiti svolti presso le Sezioni periferiche riguardavano la misura della temperatura dell aria, della pioggia e della neve; le osservazioni e misure inerenti ai fiumi e ai laghi (altezze idrometriche, portate, torbide, temperatura dell acqua); le osservazioni inerenti alle acque sotterranee; la determinazione degli elementi relativi alla estensione ed alla morfologia dei bacini imbriferi (aree, quote medie, estensione delle zone incolte, aree glaciali); i rilievi altimetrici per la determinazione del profilo longitudinale dei corsi d acqua; la pubblicazione del materiale d osservazione; gli studi sulle risorse idrauliche per forza motrice utilizzate negli impianti idroelettrici e la valutazione di quelle disponibili ma non ancora utilizzate; la redazione di carte delle irrigazioni; gli studi relativi alla utilizzazione agraria delle acque. Per quanto concerne le acque sotterranee, oltre a tenere sotto osservazione con frequenza di 3 volte al giorno più di 100 pozzi, fu avviato, nel 1931 ed avvalendosi esclusivamente del personale dipendente delle Sezioni compartimentali, il censimento delle sorgenti italiane, che fu portato a termine negli anni successivi, con la pubblicazione dei risultati nei volumi sulle Sorgenti Italiane (Ministero dei Lavori Pubblici Consiglio Superiore Pubbl. n. 14, Vol. VII, 1942). Alla luce dei diversi e nuovi compiti attribuiti in seguito all adozione negli anni dal 1930 al 1960 dei provvedimenti richiamati in premessa, che attribuirono al Servizio una sempre maggiore competenza in attività di previsione, prevenzione e gestione del rischio idrogeologico, la Commissione interministeriale per lo Studio della Sistemazione Idraulica e della Difesa del Suolo (istituita dopo la tragica alluvione di Firenze del novembre 1966), nella relazione conclusiva (a cura di Giulio De Marchi, 1970), ribadì la necessità di potenziare il Servizio Idrografico (impegnato nella conoscenza del territorio), quale elemento imprescindibile per l attuazione di qualsiasi politica dello Stato di difesa dalle alluvioni. La stessa Commissione propose, altresì, il potenziamento delle strutture tecniche dell amministrazione preposte alla vigilanza e al controllo dei sistemi idraulico-territoriali (vigilanza del territorio), affermando la necessità dell adozione di strumenti di pianificazione territoriale a scala di bacino idrografico (Piano di Bacino), attraverso i quali Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 5

6 programmare ed eseguire tutte le opere necessarie per la sistemazione idraulica, avendo come riferimento spaziale di intervento quello fisiograficamente definito dall intero bacino idrografico del corso d acqua. A ribadire l importanza degli studi idrologici propedeutici all adozione dei piani di bacino, nel 1978, nell ambito del Progetto Finalizzato Conservazione del Suolo, fu istituita una Commissione per l esame dei disegni di legge sulla difesa del suolo, che, nella sua relazione conclusiva, diede ampio spazio all azione del Servizio Idrografico come irrinunciabile strumento di conoscenza, l unico dal quale si potevano trarre gli elementi idrologici reali per procedere a qualsivoglia forma di difesa e utilizzazione delle acque. E delle benemerenze che il Servizio ha in passato acquistato è prova una raccolta imponente di ricerche e pubblicazioni di grandissimo interesse, la quale si aggiunge alle note pubblicazioni di carattere sistematico: i notissimi ed indispensabili Annali Idrologici. Il contesto legislativo delineatosi fu definitivamente consolidato, a circa 20 anni dalla conclusione del lavoro della Commissione sulla difesa del suolo presieduta da Giulio De Marchi, dalla pubblicazione sul supplemento alla Gazzetta Ufficiale n. 120 del 25 maggio 1989, della legge 18 maggio 1989 n. 183, Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo. Con tale legge, veniva sancita in modo assoluto la rilevanza del monitoraggio idrologico, che ha per scopo di assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi. La legge, altresì, definì in modo univoco i concetti di bacino idrografico e le diverse forme di corpi idrici e istituì, come già riportato, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Servizi Tecnici Nazionali in un sistema coordinato ed unitario sotto l'alta vigilanza di un comitato di ministri, successivamente riorganizzati dai citati D.P.R. 24 gennaio 1991, n.85, D.P.R. 5 aprile 1993, n.106 e D.P.C.M. 10 marzo Ai Servizi Tecnici Nazionali sono assegnate le seguenti funzioni [L.18/5/1989, n. 183, art. 9, c.4] da svolgere con autonomia scientifica, tecnica, organizzativa e operativa [L. 18/5/1989, n. 183, art. 9, c. 1]: - svolgere l'attività conoscitiva finalizzata allo "scopo di assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico [L.18/S/1989, n.183, art.1, C. l]"; - organizzare, gestire e coordinare "un sistema informativo unico ed una rete nazionale integrati di rilevamento e sorveglianza definendo con le Amministrazioni statali, le regioni, e gli altri soggetti pubblici e privati interessati, le integrazioni e i coordinamenti necessari [L.18/5/1989, n.183, art. 9, c.5]"; - fornire a chiunque ne faccia richiesta, dati, pareri e consulenze. Al Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale [L.18/5/1989, n. 183, art. 9, c.2] è affidata "la finalità [...] di descrivere i fenomeni climatici idrologici e marittimi in rapporto alle necessità della difesa del suolo ed alle proposte di utilizzazione delle risorse idriche" [DPR 24/1/1991, n.85 art. 22, c. l ]. Il Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, fatte salve le competenze delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, provvede al "rilevamento, validazione, archiviazione e pubblicazione delle grandezze climatiche, idrologiche e idrografiche interessanti il reticolo idrografico superficiale e sotterraneo, le lagune, il clima marittimo, i livelli marini ed i litorali [DPR 24/1/1991, n.85 art. 22, c.1]". Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 6

7 "Il Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale svolge i seguenti compiti [DPR 24/1/1991, n. 85 art. 22, c.2]: - provvede al rilievo sistematico e alle elaborazioni delle grandezze del clima terrestre; - provvede al rilievo sistematico dei corsi d'acqua; - provvede al rilievo sistematico ed alle elaborazioni delle grandezze relative ai deflussi superficiali, al trasporto solido, ai deflussi sotterranei e delle sorgenti, nonché all'osservazione e lo studio dell'erosione superficiale; - provvede al rilievo sistematico ed alla elaborazione delle grandezze relative al clima marittimo, allo stato dei litorali ed ai livelli marini; - fornisce al Consiglio dei Direttori gli elementi per la predisposizione dei criteri, metodi e standard di raccolta, elaborazione e consultazione dei dati relativi all'attività conoscitiva [dei servizi] [...]; - fornisce al Consiglio dei Direttori il supporto per la gestione del sistema informativo unico e delle reti di rilevamento e sorveglianza [...]; - provvede alla pubblicazione sistematica degli elementi osservati ed elaborati; provvede inoltre alla pubblicazione di cartografie tematiche; - esamina ed esprime parere sulle domande di grandi derivazioni e sui progetti di opere civili idrauliche e di bonifica di competenza statale; - collabora con le regioni, gli enti competenti e le amministrazioni locali, alla tutela delle acque dall'inquinamento mediante l'accertamento della misura della quantità e qualità dei corpi idrici". Nello stesso testo di legge, infine, si specifica che "Restano affidati al Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale i compiti demandati dalle vigenti disposizioni di legge al Servizio Idrografico ed al Servizio Mareografico del Ministero dei Lavori Pubblici [DPR 24/1/1991, n.85 art. 22, c.3]". Il Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale viene strutturato, secondo quanto definito dalla tabella D) allegata al D.P.R. n 106/93, in una Direzione Generale ed in dieci Uffici Compartimentali, articolati come segue: - Ufficio Compartimentale con sede in Venezia e con sezioni staccate ad Udine e Padova e con officina a Strà, competente sui bacini sfocianti sul litorale Alto Adriatico a nord del Fiume Po e sul tratto costiero compreso tra il confine italosloveno e Porto Levante compreso, incluse le superfici lagunari venete; - Ufficio Compartimentale con sede a Parma e con sezioni staccate a Milano, Torino Sondrio, competente sul bacino del Fiume PO e sul tratto costiero compreso tra la foce di Porto Levante e la foce di Porto Garibaldi compreso; - Ufficio Compartimentale con sede a Bologna competente sui bacini con foce sul litorale adriatico dal fiume Reno al fiume Tronto e sul tratto costiero compreso tra Porto Garibaldi e la foce del Fiume Tronto compresa; - Ufficio Compartimentale con sede a Pescara competente sui bacini con foce sul litorale adriatico dal fiume Salinello al fiume Fortore e nel tratto costiero compreso tra la foce del Fortore e la foce del Lato compresa; - Ufficio Compartimentale con sede a Bari competente sui bacini con foce sul litorale adriatico e ionico dal fiume Candelaro al fiume Lato e nel tratto costiero compreso tra la foce del Fortore e la foce del Lato compresa; - Ufficio Compartimentale con sede a Catanzaro con sezione staccata a Potenza competente sui bacini con foce sul litorale ionico e tirrenico dal fiume Bradano al Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 7

8 Fiume Noce e nel tratto costiero compreso tra la foce del Lato e la foce del Noce compresa; - Ufficio Compartimentale con sede a Napoli competente sui bacini con foce sul litorale tirrenico dal fiume Garigliano al fiume Bussento e nel tratto costiero compreso tra la foce del Noce e la foce del Garigliano compresa; - Ufficio Compartimentale con sede a Roma competente sui bacini con foce sul litorale tirrenico dal fiume Fiora al Lago di Fondi e nel tratto costiero compreso tra la foce del Garigliano e la foce del Fiora compresa; - Ufficio Compartimentale con sede a Pisa, con sezione staccata a Firenze, competente sui bacini con foce sul litorale tirrenico dal fiume Serchio al fiume Albenga e nel tratto costiero compreso tra la foce del Fiora e la foce del Magra compresa; - Ufficio Compartimentale con sede a Genova competente sui bacini del litorale ligure dal confine italo-francese al fiume Magra e nel tratto costiero compreso tra la foce del Magra ed il confine italo-francese. Al Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, inoltre, i citati provvedimenti hanno assegnato anche la funzione di assicurare il coordinamento tecnico con gli Uffici Idrografici delle provincie autonome di Trento e Bolzano e delle Regioni a statuto speciale Sicilia e Sardegna, al fine di garantire un sistema di osservazioni ed archiviazione omogeneo su tutto il territorio nazionale. Alla sorveglianza e gestione delle stazioni di misura sul territorio si provvede, dalle origini del Servizio e secondo quanto anche ribadito dal DPR 24/1/1991 n. 85, art. 23, c. 4, mediante il ricorso ad osservatori idrologici volontari, ai quali viene corrisposto un compenso forfettario annuo a titolo di rimborso spese. 4. Attività e pubblicazioni del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale Sulla base di quanto sin qui riportato, le attività condotte dal SIMN e, in particolare, dall Ufficio Compartimentale di Napoli, si possono sintetizzare nello studio, rilevamento e analisi dei fenomeni fisici e nella conservazione, pubblicazione e divulgazione dei dati e delle informazioni di carattere meteoclimatico, idrologico e idraulico. Sin dalla sua istituzione, il Servizio Idrografico ha provveduto a dare massima diffusione ai dati rilevati nelle stazioni di osservazione, affinchè questi potessero essere utilizzati dai ricercatori, dagli studiosi, dai progettisti, dagli enti pubblici e dai privati. Pubblicazioni fondamentali del Servizio Idrografico sono stati gli ANNALI IDROLOGICI, la cui serie completa pubblicata dall Ufficio SIMN di Napoli, dal 1921 al 1999, per il territorio di propria competenza, è riportata nel presente DVD, insieme alle principali pubblicazioni edite dal SIMN nel corso della sua storia istituzionale. La struttura degli annali, modificata nel corso degli anni, si presenta generalmente articolata su due fascicoli. Nel primo sono trattate la termometria, la pluviometria e la meteorologia e sono contenuti i seguenti elementi: - termometria: massime e minime temperature giornaliere; valori medi estremi delle temperature mensili; - pluviometria: totali giornalieri, mensili e annuali; precipitazioni massime di 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive; massime precipitazioni dell anno per periodi di più giorni consecutivi; precipitazioni di notevole intensità e breve durata; manto nevoso; Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 8

9 - meteorologia: pressione atmosferica, umidità relativa, vento al suolo (solo in alcuni compartimenti). Nel secondo, sono trattati i corsi d acqua ed ai relativi bacini, e sono contenuti i seguenti dati e tabelle: - afflussi meteorici su alcuni bacini; - altezze idrometriche giornaliere; - portate e bilanci idrologici; - osservazioni freatimetriche; - trasporto torbido; - indagini, studi idrologici, ed eventi di carattere eccezionale (in questo capitolo conclusivo vengono descritti, qualora si verifichino, i fenomeni eccezionali come alluvioni o lunghi periodi di siccità). In alcuni annali, sono presenti a corredo elaborazioni cartografiche relative alle isoiete e/o alle isoterme, a differenti livelli di aggregazione temporale, osservate nel corso dell anno. I dati riportati negli annali sono quelli rilevati, sul territorio di competenza istituzionale del SIMN Napoli, costituito dai bacini con foce sul litorale tirrenico dal fiume Garigliano al fiume Bussento e nel tratto costiero compreso tra la foce del Noce e la foce del Garigliano compresa, dalla rete di monitoraggio, gestita fino all ottobre del 2002 dal Compartimento e trasferita al Centro Funzionale della Regione Campania, in attuazione del disposto del D.P.C.M. 24 luglio 2002 Nei due seguenti paragrafi, sono riportati gli elementi informativi, descrittivi del suddetto territorio e della rete di stazioni di rilevamento dei dati pubblicati. 5. Caratteri idrologici e morfologici del territorio compartimentale del SIMN di Napoli Il territorio compartimentale comprende i bacini imbriferi dei corsi d acqua con foce sul litorale tirrenico da Sperlonga, a nord di Capo d Orlando, fino alla Torre di Mezzanotte, presso Sapri, nonché le isole degli arcipelaghi Campano e Pontino. Raggiunge un estensione di Km ,18 (19.270,13 è la superficie del territorio peninsulare e 69,05 appartiene alle isole) ed ha caratteristiche orografiche piuttosto accidentate, in quanto la superficie risulta per circa l 80% montuosa e collinare, ed è solcata da numerosi corsi d acqua. Il confine del Compartimento ha inizio da Sperlonga e, seguendo lo spartiacque dei monti Volsci e Lepini, raggiunge i Colli Laziali, attraversa i monti Prenestini fino al monte Monna, risale successivamente ai massicci del Velino e del Sirente e ridiscende poi, dopo aver contornato a nord e ad est il Fucino, fino a monte Cornacchia presso Balsorano. A partire da questo punto, il confine segue il displuvio appenninico che separa la valle del fiume Volturno da quella del Biferno, del Fortore e del Trigno, passa per le cime dei monti Meta, Mainarde e Matese; prosegue poi con direzione ovest-est separando la valle del fiume Sele da quella dell Ofanto e con direzione nord-sud la valle del Sele da quella dell Agri, giungendo, infine, al mar Tirreno, vicino Sapri, correndo sul massiccio del Sirino e del Coccovello. All interno dei rilievi che delimitano il confine del territorio compartimentale, l orografia continua a svilupparsi notevolmente con quelli subappeninici ed antiappenninici e con gruppi montuosi isolati. Le catene montuose si allineano prevalentemente in direzione da nord-ovest a sud-est, e cioè parallelamente al litorale, Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 9

10 tranne che per i contrafforti antiappenninici della penisola sorrentina e del Cilento, prevalentemente orientati da nord-est a sud-ovest, dei vulcani di Roccamonfina e del Vesuvio, e per i gruppi montuosi isolati del Partenio, del Taburno e degli Alburni. Le vette più alte sono quelle del Velino (2407 metri) e del Sirente (2349 m), ubicate sul confine del Compartimento. Ancora sul confine, oltre che nell interno del Compartimento, vi sono altre cime superiori ai 2000 m s.l.m. Le aree pianeggianti sono relativamente poco estese e comprendono, oltre le pianure litoranee (piana Campana, piana del Sarno, piana del Sele, piana dell Alento), alcune piane interne piuttosto elevate come la piana del Fucino (650 m s.l.m.), del Beneventano (350 m) e del Vallo di Diano (450 m). Queste ultime zone presentano la caratteristica di essere sbarrate, dai rilievi dell antiappennino, ai venti del terzo quadrante, che sono quelli che apportano le maggiori piogge sul territorio del Compartimento. La percentuale delle aree alle diverse altitudini può essere così schematizzata: lo 0,5% del territorio compartimentale si trova al di sopra dei 1800 m s.l.m.; il 2,1% è situato a quote superiori ai 1500 m; il 6,4% è al di sopra dei 1200; il 16,6% della superficie supera i 900; il 35,8% è situato oltre i 600 m; infine, il 61,8% si trova a quote superiori ai 300 m e la restante superficie compartimentale si trova a quote inferiori. Il Compartimento comprende, da nord a sud, tre bacini principali: il Liri-Garigliano (con una superficie di 4992 Km 2 ed altitudine media di 628 m s.l.m.), il Volturno (per 5560 Km 2 e altitudine media di 532 m), il Sele (con 3236 Km 2 e 670 m). Completano il territorio compartimentale le zone pianeggianti comprese tra le foci di questi fiumi, nonché i bacini minori del Cilento. 6. La rete di monitoraggio del Compartimento SIMN di Napoli La rete di monitoraggio tradizionale, con strumentazione meccanica, del Servizio Idrografico ha provveduto, sin dal 1917, alla raccolta sistematica delle osservazioni idrografiche (misure riguardanti i livelli dei corsi d'acqua e dei laghi, le portate dei corsi d'acqua, il trasporto torbido in sospensione) e meteorologiche (limitate alla temperatura dell'aria e alle precipitazioni atmosferiche, in alcuni casi anche ad altre caratteristiche come la pressione, l'umidità, il vento, l'insolazione) riguardanti il territorio nazionale (fatte salve le competenze degli Uffici Idrografici Autonomi). In particolare, la rete di monitoraggio dell Ufficio Compartimentale di Napoli è stata realizzata a partire da un nucleo storico di stazioni, gestite da vari Enti e Osservatori, che nel 1915 era costituito da 80 pluviometri; i dati registrati fino ad allora furono raccolti negli anni successivi e pubblicati in tabelle contenenti le precipitazioni totali mensili e annuali (Eredia, 1919). Al 31 agosto del 1920, la rete pluviometrica del Compartimento di Napoli era già costituita da 192 stazioni: 157 pluviometri a lettura diretta, 23 pluviometri registratori e 12 pluvionivometri; mentre le stazioni idrometriche installate fino al 1920 erano soltanto 7 (Pubblicazione n.2 del Servizio Idrografico Italiano vol. I, 1920). Tra il 1920 ed il 1925 furono installate altre 34 stazioni pluviometriche, con alcune modifiche ed aggiornamenti di quelle esistenti, per cui al 31 dicembre 1925 essa risultava costituita da 226 stazioni (180 delle quali dipendenti direttamente dal Servizio Idrografico): 177 pluviometri, 13 pluvionivometri e 34 pluviografi e 2 pluviometri totalizzatori. Le stazioni termometriche erano 23 (2 delle quali registratrici). Nel frattempo la rete di stazioni idrometriche gestite dal Servizio raggiunse il numero di 65 (57 a lettura Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 10

11 diretta ed 8 registratrici), con 31 stazioni per misure di portata (Ministero dei Lavori Pubblici, 1926). A seguito della installazione di gran parte delle stazioni della rete idrometrica avvenuta nel decennio compreso tra il 1920 (7 stazioni preesistenti) ed il 1930, i dati idrologici furono pubblicati in due volumi (Annali Idrologici, Parte 1a e Parte 2a). Al 31 dicembre 1931, risultavano in funzione 104 idrometri, con 43 stazioni di misura della portata, 259 stazioni pluviometriche e 67 termometriche. La rete pluviometrica ha mantenuto un numero pressoché costante di stazioni dal 1925 al 1998, con un progressivo incremento dei pluviografi in sostituzione dei pluviometri semplici ed alcuni spostamenti dei siti, non sempre segnalati negli Annali idrologici pubblicati, rendendo necessaria una revisione della documentazione custodita negli archivi del Servizio per poter effettuare una ricostruzione delle serie storiche attribuite a ciascuna stazione. In una pubblicazione del Servizio idrografico (Pubbl. N.24 Fascicolo X, 1958) sono state riportate le precipitazioni medie mensili ed annue ed il numero di giorni piovosi per il trentennio In tale lavoro, sono state esaminate 219 stazioni, di cui 51 dotate di pluviografo e le altre di pluviometro a lettura diretta. Sul totale delle 219 stazioni analizzate, soltanto 22 disponevano del trentennio completo di osservazioni, 61 da 25 a 29 anni di misure, 106 da 20 a 24 ed infine 30 dai 15 ai 19 anni. Per quanto riguarda l altitudine, 193 stazioni (pari all 88%) risultavano ubicate a quote non superiori ai 750 m s.l.m. e soltanto 26 si trovavano a quote più elevate ma comunque inferiori ai 1500 m s.l.m. Il numero medio di pluviometri che ha funzionato nei decenni dal 1960 al 1990 si è mantenuto tra i 210 ed i 220 per gli strumenti a registrazione meccanica, stabilizzandosi a 216 nell ultimo decennio del secolo. L avvento dell elettronica, ed in particolare dei sistemi a microprocessore, ha consentito una fondamentale svolta nelle metodologie di acquisizione ed elaborazione dei dati; alla misura effettuata con apparecchi tradizionali è stato possibile sostituire sistemi in grado di misurare, visualizzare, registrare e trasmettere i dati direttamente in forma digitale. I vantaggi più evidenti di tale tipo di trattamento dei dati sono legati alla possibilità di effettuare un trattamento completo dei dati stessi, dal sistema di rilevamento alle elaborazioni più complesse, in maniera completamente automatica, eliminando così gran parte degli errori e delle imprecisioni dovute all intervento degli operatori. Così, dal 1993 ha avuto inizio l installazione di una rete di stazioni idrometriche e pluviometriche in teletrasmissione per il monitoraggio dei principali bacini del Compartimento di Napoli del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (Tranfaglia, 1994). Poiché lo scopo principale della rete era quello di effettuare il monitoraggio in tempo reale delle piene soltanto su tre bacini del territorio compartimentale, nella sua configurazione attuale essa appare non omogeneamente distribuita e sbilanciata nel rapporto tra sensori idrometrici e pluviometrici (Onorati e Tranfaglia, 1996). Attraverso due successivi interventi di potenziamento, eseguiti nel gennaio 1997 e nell agosto 1997, fu realizzata la rete di monitoraggio dei corsi d acqua Cavaiola e Solofrana a monte della confluenza col fiume Sarno e venne potenziata la rete all interno del bacino del Sele. A seguito degli eventi del maggio 1998, nelle località interessate dall alluvione vennero installate ulteriori cinque stazioni periferiche. In particolare, nei siti di Sarno, Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 11

12 Piano di Prato, Cetronico, Quindici e Torriello le stazioni furono strumentate con sensori pluviometrici, mentre nel sito di Torriello (comune di Quindici) fu installata una stazione meteo provvista dei sensori: pluviometrico, termoigrometrico, barometrico e anemometrico. Alla fine del 1998, la rete idrometeorologica di monitoraggio in tempo reale dell Ufficio Compartimentale di Napoli del SIMN risultava così costituita da 36 stazioni, dotate di strumentazione elettronica con trasmissione continua dei dati a mezzo ponte radio, da 4 ripetitori (di cui uno di riserva) e dalla centrale di acquisizione ed elaborazione dati, installata presso la sede dell Ufficio. Complessivamente, le 36 stazioni erano strumentate con 25 sensori idrometrici, 21 pluviometrici e 14 termometrici. Negli anni 1999 e 2000, la consistenza numerica della rete è aumentata, grazie ad alcuni interventi di potenziamento oggetto di altri progetti realizzati dall Ufficio Compartimentale SIMN di Napoli. Fra gli interventi di maggiore rilevanza, si segnala quello realizzato nell ambito del programma comunitario Interreg II C. Attraverso l esecuzione del relativo progetto, finanziato con fondi CE, si è provveduto all installazione e integrazione alla rete esistente di 14 nuove stazioni predisposte per il controllo dei principali parametri atmosferici e delle falde acquifere, funzionali allo studio dei periodi di siccità. In particolare, le 14 stazioni sono state strumentate con 12 pluviometri, 1 idrometro, 6 freatimetri, 11 igrometri, 12 termometri, 4 radiometri, 3 evaporimetri, 3 barometri e 2 complessi anemometrici (Celico et al., 2003). Due stazioni sono state adibite alla misura dell umidità del suolo e sono strumentate con una coppia di sensori tensiometro-igrometro suolo,mentre su un altra stazione è stata sperimentata (Pece et al., 1999) una sonda multiparametrica per la misura di alcuni indicatori idrogeochimici delle acque di falda (ph, conducibilità elettrica, salinità, ossigeno disciolto e temperatura dell acqua). Nel corso del 1999, inoltre, è stata attivata anche una stazione ondametrica fissa, ubicata sotto costa nel Golfo di Salerno sulla isobata -9 m, di fronte alla foce del F. Sele. La stazione misura in tempo reale una serie di parametri correntometrici ed ondametrici (altezza dell onda massima, livello medio mare, due componenti delle correnti marine sotto costa, direzione e velocità del vento, pressione atmosferica, temperatura dell acqua e dell aria). Lo scopo principale di tale stazione è stato quello di studiare il deflusso delle piene del Fiume Sele, che in presenza di forti mareggiate esonda anche con portate non particolarmente rilevanti (Onorati e Tranfaglia, 1996; Benassai et al. 2001). Ulteriori interventi, messi a punto nel corso dell anno 2000, hanno visto la realizzazione di 2 stazioni pluviometriche (S. Felice a Cancello, a seguito di richiesta da parte del Dipartimento della Protezione Civile, e Chianche, ove esiste già una stazione in telemisura dotata del solo sensore idrometrico). Per effettuare il monitoraggio in tempo reale anche ai fini del rischio idrogeologico, è stato realizzato un progetto, finanziato con i fondi previsti per l emergenza Sarno, per il potenziamento della rete idrometeorologica del Compartimento di Napoli. Il progetto di potenziamento della rete nei territori della Regione Campania maggiormente soggetti a rischio di colata rapida di fango (212 comuni) è consistito nell ampliamento della rete di monitoraggio in tempo reale esistente presso l Ufficio SIMN di Napoli attraverso l implementazione nel sistema, in una prima fase, di ulteriori 30 stazioni periferiche, dotate di sensore pluviometrico, e di 3 impianti ripetitori in ponte radio UHF per la trasmissione in centrale dei dati rilevati dai sensori ( Biafore et al, 2002). Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 12

13 La localizzazione dei sensori pluviometrici sul territorio è stata effettuata sulla base di considerazioni di natura idrogeologica relative all individuazione, previa analisi statistica degli eventi osservati, dei presunti centri di scroscio degli eventi meteorologici intensi, nonché inerenti alla configurazione geolitologica di versante, con conseguente individuazione delle aree maggiormente predisposte a fenomeni di innesco di colata. Sulla scorta di tali presupposti progettuali, si è delineata una maggiore densità areale di apparati pluviometrici nelle zone coperte da piroclastiti e in quelle con configurazione orografica tale da generare un elevato gradiente spaziale delle precipitazioni. I criteri generali adottati operativamente per la localizzazione spaziale delle stazioni periferiche possono riassumersi nei seguenti (Mazzarella et al., 2000; Mazzarella e Tranfaglia, 2000; Braca et al., 2001; Biafore et al, 2002): - preferibile coincidenza con siti preesistenti di monitoraggio del Servizio Idrografico, già sedi di stazioni di misura tradizionali, per le quali si dispone di consistenti serie storiche di dati, funzionali alla stima dei tempi di ritorno degli eventi e delle soglie di preallarme e allarme; - infittimento della rete, con realizzazione di stazioni in nuovi siti, al fine di raggiungere una densità areale di almeno una stazione ogni 40 km2, nel territorio dei 212 Comuni della Campania a rischio di colata di fango, censiti dalle unità operative coordinate dal G.N.D.C.I., e di 1 stazione ogni 80 km2, nell intero territorio campano; - installazione, lungo la Penisola Sorrentino-amalfitana e nelle zone prossime all asse della catena appenninica, di stazioni di monitoraggio per rilevare le precipitazioni fortemente influenzate da effetti orografici; - ottimizzazione della distribuzione altimetrica dei sensori pluviometrici, al fine di monitorare efficacemente il regime idrologico nelle aree di distacco di colate rapide di fango. Nella fase successiva, che si è conclusa alla fine del 2002, si è proceduto all installazione di ulteriori 46 stazioni e tre nuovi ripetitori. All atto del trasferimento dell ex Ufficio Compartimentale SIMN di Napoli alla Regione Campania, la configurazione del sistema di monitoraggio meteoidropluviometrico in tempo reale era, quindi, costituita da 136 stazioni periferiche di monitoraggio, dotate di complessivi 269 sensori di misura, fra cui 112 sensori pluviometrici, 50 idrometrici e 54 termometrici. Ogni stazione periferica è dotata di centralina elettronica locale per la gestione dei dati rilevati e di apparati radio di telecomunicazione che trasmettono i dati via etere alla Centrale di acquisizione ed elaborazione di Napoli, attraverso un sistema di ripetitori (dieci) che operano in ponte radio UHF. I dati vengono acquisiti con cadenza temporale di 10 minuti dal front-end della centrale operativa. I dati rilevati dalle stazioni periferiche e trasmessi in centrale dai ripetitori vengono elaborati da un software installato su un server, connesso via LAN al front-end della centrale, che, nel caso di attivazione del presidio h24 da parte del Dipartimento della Protezione Civile, ne confronta i valori con quelli delle soglie pluviometriche di preallarme e di allarme al fine di definire lo stato del sistema. I valori delle soglie, che sono riferiti a valori di precipitazione di diversa durata (24, 48 e 72 ore), sono stati elaborati dal G.N.D.C.I. e codificati nell ambito delle procedure di pianificazione dell emergenza adottate del Dipartimento della Protezione Civile (Biafore et al, 2002; Tranfaglia et al., 2002). I dati raccolti dalla rete di impianti a registrazione meccanica, elaborati dal personale in servizio presso la sede di Napoli, hanno formato l oggetto delle due pubblicazioni di Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 13

14 servizio (Servizio Idrografico Compartimento di Napoli, "Annali Idrologici" parte 1a e parte 2a) che vengono qui presentati. Riferimenti bibliografici AA.VV. (a cura dell ing. MARCO RUGEN, Presidente) (1981) Relazione della Commissione per la ristrutturazione e il potenziamento del Servizio Idrografico (D. Inter.le n del 31 marzo 1980) Ministero dei Lavori Pubblici (Roma, 2 maggio 1981). BENCIVENGA M., ONORATI G. E RUSCONI A. (1998) Scenari per il monitoraggio in Italia: il Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale ed i Servizi Idrologici in Europa, Stati Uniti e Canada. Convegno presso l Accademia Nazionale dei Lincei sul Rischio idrogeologico e la difesa del suolo (Roma 1-2 ottobre 1998). BENASSAI G., BONORA M., BIAFORE M., CORSINI S., DE BLASIO A., TRANFAGLIA G. (2001) Analisi del rischio di esondazione nel tratto terminale del fiume Sele in occasione di eventi meteomarini estremi Atti da Giornate italiane di ingegneria costiera (Salerno, 7-9 novembre 2001), pp BIAFORE M., BRACA G., DE BLASIO A., MARTONE M., ONORATI G. E TRANFAGLIA G. (2001). Il monitoraggio ambientale dei territori campani a rischio di frane e di alluvioni: Lo sviluppo della rete idropluviometrica del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale. Proc. Conf. Il dissesto idrogeologico: inventario e prospettive Accademia Nazionale dei Lincei, Roma, pp BRACA G, MAZZARELLA A. E TRANFAGLIA G. (2001) Il nubifragio del 15 settembre 2001 su Napoli e dintorni Quaderni di Geologia Applicata, vol.9, pp CELICO P., TRANFAGLIA G., BIAFORE M., BRACA G. E DE VITA P. (2003) - Strutturazione di una rete per il monitoraggio dell influenza di periodi prolungati di scarsa piovosità sul regime delle falde idriche degli acquiferi dell Italia meridionale Atti del Convegno dell Accademia dei Lincei sulla Siccità in Italia (Roma, 21 marzo 2003) (in stampa). DALL OGLIO S. (1987) Il Servizio Idrografico Ministero dei Lavori Pubblici. Rapporto Tecnico Interno, pp (Roma, 6 novembre 1987). DE MARCHI G. (a cura di) (1970) Atti della Commissione Interministeriale per lo studio della sistemazione idraulica e della difesa del suolo Relazione conclusiva Volume Primo, pp (+ I-XXIII) Tipolitografia Edigraf (Roma, novembre 1970) EREDIA F. (1919) Osservazioni pluviometriche raccolte a tutto l anno Ministero dei Lavori Pubblici, Consiglio Superiore delle Acque, Ispettorato del Servizio Idrografico. Tipografia Nazionale Bertero (Roma, 1919). EREDIA F. (1925) Osservazioni pluviometriche raccolte nel quinquennio Ministero dei Lavori Pubblici, Consiglio Superiore, Servizio Idrografico. Libreria dello Stato (Roma, 1925). Il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane 14

Monografie delle stazioni della rete di monitoraggio in tempo reale Presentazione

Monografie delle stazioni della rete di monitoraggio in tempo reale Presentazione Premessa Nel CD sono riportate le monografie delle stazioni della rete di monitoraggio meteoidropluviometrico in tempo reale, nella sua attuale consistenza (maggio 2005), gestita dal il monitoraggio meteoidropluviometrico

Dettagli

Il Servizio Idrologico Regionale. Alessio Turi

Il Servizio Idrologico Regionale. Alessio Turi Il Servizio Idrologico Regionale Alessio Turi INDICE Storia Attività servizio idrologico Attività CFR GIS e database Conclusioni Storia Con il decreto legge 17 giugno 1917, n. 1055, al fine di provvedere

Dettagli

ELEMENTI DI IDROLOGIA

ELEMENTI DI IDROLOGIA Corso di Costruzioni idrauliche (E.A.) A.A. 2010/2011 ELEMENTI DI IDROLOGIA (Appunti tratti dalla lezione del 28/4/2011, non rivisti dal docente) Riferimenti bibliografici: L. Da Deppo et al., Fognature,

Dettagli

Gazzetta Ufficiale N. 239 del 11 Ottobre 2002 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 luglio 2002 Trasferimento alle regioni degli

Gazzetta Ufficiale N. 239 del 11 Ottobre 2002 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 luglio 2002 Trasferimento alle regioni degli Gazzetta Ufficiale N. 239 del 11 Ottobre 2002 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 luglio 2002 Trasferimento alle regioni degli uffici periferici del Dipartimento dei servizi tecnici nazionali

Dettagli

Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto

Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto Segreteria Regionale Lavori Pubblici Servizio Protezione Civile Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto Normativa di riferimento e iter costitutivo Relatore: dott. Maurizio Mazzonetto La

Dettagli

Mappe Climatiche in Puglia: metodologie, strumenti e risultati. Roma, 18 Maggio 2012

Mappe Climatiche in Puglia: metodologie, strumenti e risultati. Roma, 18 Maggio 2012 Il Centro Funzionale regionale del Servizio Protezione Civile, che ha integrato le attività dell ex Ufficio Idrografico e Mareografico, svolge le attività istituzionali di cui agli art.22 e 23 del D.P.R.

Dettagli

LA NORMATIVA SULLA DIFESA DEL SUOLO

LA NORMATIVA SULLA DIFESA DEL SUOLO LA NORMATIVA SULLA DIFESA DEL SUOLO R.D. 25 luglio 1904, n. 523 - Testo Unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie. R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775 - Testo Unico

Dettagli

CONFERENZA STATO - REGIONI seduta 24 maggio 2001

CONFERENZA STATO - REGIONI seduta 24 maggio 2001 CONFERENZA STATO - REGIONI seduta 24 maggio 2001 Repertorio Atti n. 1263 del 24 maggio 2001 Oggetto: Accordo tra il Governo e le Regioni ai fini dell attuazione dell art. 92, comma 4 del decreto legislativo

Dettagli

1. Nota istituzionale

1. Nota istituzionale Allegato parte integrante ALLEGATO A) 1. Nota istituzionale La normativa attualmente in vigore in materia di utilizzazione delle acque pubbliche ha origine dal regio decreto legge del 1919 (n. 2161), entrato

Dettagli

DALLA PREVISIONE METEOROLOGICA ALLA GESTIONE DELL ALLERTA METEO

DALLA PREVISIONE METEOROLOGICA ALLA GESTIONE DELL ALLERTA METEO DALLA PREVISIONE METEOROLOGICA ALLA GESTIONE DELL ALLERTA METEO Servizio Idrologico Regionale Centro Funzionale della Regione Toscana Alessandro Santucci GIORNATA DI FORMAZIONE IN PROTEZIONE CIVILE Gaiole

Dettagli

Corsi di formazione per: ATTIVITÀ DI SALA OPERATIVA DI CENTRO FUNZIONALE REGIONALE (CFR)

Corsi di formazione per: ATTIVITÀ DI SALA OPERATIVA DI CENTRO FUNZIONALE REGIONALE (CFR) Corsi di formazione per: ATTIVITÀ DI SALA OPERATIVA DI CENTRO FUNZIONALE REGIONALE (CFR) ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE DELLE CRITICITA' IDROGEOLOGICHE-IDRAULICHE PER IL CENTRO FUNZIONALE REGIONALE (CFR) 1 19

Dettagli

Dipartimento regionale per la sicurezza del territorio SERVIZIO IDROLOGICO. I dati idrologici prodotti da ARPAV: inquadramento storico-statistico

Dipartimento regionale per la sicurezza del territorio SERVIZIO IDROLOGICO. I dati idrologici prodotti da ARPAV: inquadramento storico-statistico I dati idrologici prodotti da ARPAV: inquadramento storico-statistico Dr. Giacomo Renzo Scussel STORIA DEL SERVIZIO IDROGRAFICO: OLTRE 100 ANNI DI ATTIVITA MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI Magistrato Acque

Dettagli

L Osservatorio apre alle scuole

L Osservatorio apre alle scuole Regione Siciliana Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque L Osservatorio apre alle scuole Ing. Maria Teresa Noto Novembre - Dicembre 2009 1 L e i suoi compiti istituzionali L (ex Ufficio Idrografico

Dettagli

BURC n 08 del 04 febbraio 2002

BURC n 08 del 04 febbraio 2002 BURC n 08 del 04 febbraio 2002 REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta del 21 dicembre 2001 - Deliberazione n. 6940 - Area Generale di Coordinamento AA.GG. e Personale - Variazione Ordinamento Amministrativo

Dettagli

16/03/2017. Maurizio Giugni CENNI DI IDROLOGIA IL CICLO IDROLOGICO. Idrologia. Lezione n. Parole chiave: Reti di drenaggio urbano

16/03/2017. Maurizio Giugni CENNI DI IDROLOGIA IL CICLO IDROLOGICO. Idrologia. Lezione n. Parole chiave: Reti di drenaggio urbano Maurizio Giugni CENNI DI IDROLOGIA 11 Lezione n. Parole chiave: Reti di drenaggio urbano Corso di Laurea: IAeT Insegnamento: Infrastrutture idrauliche Email Docente: giugni@unina.it A.A. 2009-2010 IL CICLO

Dettagli

AUTORITA INTERREGIONALE

AUTORITA INTERREGIONALE AUTORITA INTERREGIONALE di BACINO della BASILICATA www.adb.basilicata.it Piano di bacino stralcio del bilancio idrico e del deflusso minimo vitale NORME DI ATTUAZIONE Collaborazione Sogesid S.p.A. Consulenza

Dettagli

Dirigente di Ruolo Regione Calabria

Dirigente di Ruolo Regione Calabria INFORMAZIONI PERSONALI Nome Iiritano Giuseppe Data di nascita 02/01/1967 Qualifica Amministrazione Incarico attuale Numero telefonico dell ufficio Dirigente di Ruolo Regione Calabria REGIONE CALABRIA Dirigente

Dettagli

La pianificazione di settore nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: elementi di coerenza con il Piano di Gestione

La pianificazione di settore nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: elementi di coerenza con il Piano di Gestione La pianificazione di settore nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: elementi di coerenza con il Piano di Gestione Il Piano di tutela delle acque SCOPO Costituisce uno specifico piano di settore

Dettagli

SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI

SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI Copertura: regionale Periodicità: annuale www. arpa.veneto.it Rapporto di sintesi sugli andamenti dei principali parametri oceanografici e meteo-marini delle

Dettagli

Attivazione del Centro funzionale di protezione civile della Regione Sardegna. lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione;

Attivazione del Centro funzionale di protezione civile della Regione Sardegna. lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione; DECRETO N. 156 Prot. n. 27577 Oggetto: Attivazione del Centro funzionale di protezione civile della Regione Sardegna VISTI lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione; l art.

Dettagli

Decreto del Presidente

Decreto del Presidente REGIONE LAZIO Dipartimento Direzione Regionale DIPARTIMENTO ISTITUZIONALE E TERRITORIO PROTEZIONE CIVILE Decreto del Presidente N. T00003 del 23/01/2013 Proposta n. 27495 del 31/12/2012 Oggetto: Attivazione

Dettagli

Messaggi di ARPAL (Centro Funzionale)

Messaggi di ARPAL (Centro Funzionale) GESTIONE ORGANIZZATIVA E FUNZIONALE DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO METEO REGIONALE AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE In Regione Liguria concorrono al sistema di allartamento meteo due enti: - la REGIONE LIGURIA

Dettagli

Mappe della pericolosità e del rischio di alluvione

Mappe della pericolosità e del rischio di alluvione Mappe della pericolosità e del rischio di alluvione Regione Toscana Giornata di Partecipazione e Consultazione Pubblica ai fini della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione del

Dettagli

Esperienze di monitoraggio dei dissesti in Lombardia

Esperienze di monitoraggio dei dissesti in Lombardia Convegno Il monitoraggio dei fenomeni franosi Barzio, 8 aprile 2008 Esperienze di monitoraggio dei dissesti in Lombardia Relatore Dr. Geol. Dario Fossati Il monitoraggio delle frane prima del 1987 Monitoraggi

Dettagli

AGGIORNAMENTO. Le normative. dal 2008 al 2015

AGGIORNAMENTO. Le normative. dal 2008 al 2015 AGGIORNAMENTO Le normative dal 2008 al 2015 Coordinamento dei soccorsi L. 26 febbraio 2011 n. 10 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, recante proroga di

Dettagli

Autorità di bacino del fiume Po

Autorità di bacino del fiume Po Analisi e proposte tecnico-scientifiche per la conoscenza e la pianificazione integrata del distretto del fiume Po: presentazione del progetto Rete di Monitoraggio del Po (Re.Mo. del Po) Lunedì, 15 maggio

Dettagli

Disciplinare Istituzione dei presidi idraulici ed idrogeologici di protezione civile di competenza regionale

Disciplinare Istituzione dei presidi idraulici ed idrogeologici di protezione civile di competenza regionale Disciplinare Istituzione dei presidi idraulici ed idrogeologici di protezione civile di competenza regionale 17/07/2008 TESTO 1 Indice Articolo 1 Oggetto del regolamento Articolo 2 Ambito d intervento

Dettagli

SEZIONE 0 INTRODUZIONE

SEZIONE 0 INTRODUZIONE SEZIONE 0 INTRODUZIONE 0.3 COMPENDIO DI NORME E LEGGI DI PROTEZIONE CIVILE NORMATIVA EUROPEA Risoluzione 2002/C 43/01 Cooperazione in materia di formazione nel settore della protezione civile NORMATIVA

Dettagli

Effetti delle precipitazioni nevose dell inverno in Piemonte

Effetti delle precipitazioni nevose dell inverno in Piemonte Effetti delle precipitazioni nevose dell inverno 2008-2009 in Piemonte Marco Cordola Area Previsione e Monitoraggio Ambientale La stagione invernale 2008-2009 I danni da valanghe Le misure di mitigazione

Dettagli

Regione Calabria ARPACAL. Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente della Calabria

Regione Calabria ARPACAL. Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente della Calabria Regione Calabria ARPACAL Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente della Calabria CENTRO FUNZIONALE MULTIRISCHI DELLA CALABRIA (Centro Funzionale Decentrato di Protezione Civile - Legge n. 100

Dettagli

SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI

SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI Copertura: regionale Periodicità: annuale www. arpa.veneto.it Rapporto di sintesi sugli andamenti dei principali parametri oceanografici e meteo-marini delle

Dettagli

La Valle d Aosta. il... (4 476 m). Il capoluogo di regione è...

La Valle d Aosta. il... (4 476 m). Il capoluogo di regione è... La Valle d Aosta La Valle d Aosta confina a nord con la......, a est e a sud con il..., a ovest con la... È una regione completamente...... Le sue cime principali sono: il...... (4 810 m), il...... (4

Dettagli

IL LABORATORIO ISONZO E ALTRE ESPERIENZE SULLA CONDIVISIONE NELLA GESTIONE DELLE ACQUE NEL BACINO DELL ISONZO

IL LABORATORIO ISONZO E ALTRE ESPERIENZE SULLA CONDIVISIONE NELLA GESTIONE DELLE ACQUE NEL BACINO DELL ISONZO IL LABORATORIO ISONZO E ALTRE ESPERIENZE SULLA CONDIVISIONE NELLA GESTIONE DELLE ACQUE NEL BACINO DELL ISONZO Ing. Roberto Casarin Dott. Matteo Bisaglia Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento,

Dettagli

SCHEDE DOCUMENTALI NORMATIVA EUROPEA NORMATIVA STATALE

SCHEDE DOCUMENTALI NORMATIVA EUROPEA NORMATIVA STATALE SD 0.1 COMPENDIO DI NORME E LEGGI DI PROTEZIONE CIVILE NORMATIVA EUROPEA Risoluzione 2002/C 43/01 Cooperazione in materia di formazione nel settore della protezione civile NORMATIVA STATALE Legge 8 dicembre

Dettagli

IL MONITORAGGIO AMBIENTALE

IL MONITORAGGIO AMBIENTALE Valorizzare la qualità ambientale dei territori IL MONITORAGGIO AMBIENTALE Modulo A introduzione al monitoraggio il caso del monitoraggio in falda Istituto Istruzione Superiore A. Spinelli 2013-2014 monitoraggio

Dettagli

Gestione sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA

Gestione sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA Uno dei temi afferenti alla problematica della Gestione sostenibile delle acque sotterranee e di superficie è quello dell Inquinamento

Dettagli

GESTIONE DEL CONSEGUENTE AI. da parte del sistema di allerta della Regione del Veneto

GESTIONE DEL CONSEGUENTE AI. da parte del sistema di allerta della Regione del Veneto GESTIONE DEL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO CONSEGUENTE AI TEMPORALI FORTI da parte del sistema di allerta della Regione del Veneto Giugno 2016 Dott. Vincenzo Sparacino LA SCALETTA Iter costitutivo CFD Veneto

Dettagli

Milano, 23 aprile 2009

Milano, 23 aprile 2009 Milano, 23 aprile 2009 Il Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po via Garibaldi, 75-43100 Parma - tel. 0521 2761 www.adbpo.it - partecipo@adbpo.it Piano distrettuale di gestione delle

Dettagli

CONCESSIONI DEMANIALI E PIANIF. BACINI IDROGRAFICI DETERMINAZIONE. Estensore VITELLONI PIERPAOLO. Responsabile del procedimento TORRIGIANI TONINO

CONCESSIONI DEMANIALI E PIANIF. BACINI IDROGRAFICI DETERMINAZIONE. Estensore VITELLONI PIERPAOLO. Responsabile del procedimento TORRIGIANI TONINO REGIONE LAZIO Dipartimento: Direzione Regionale: Area: DIPARTIMENTO TERRITORIO AMBIENTE E COOPERAZIONE TRA I POPOLI CONCESSIONI DEMANIALI E PIANIF. BACINI IDROGRAFICI DETERMINAZIONE N. B6132 del 27/11/2009

Dettagli

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA LEGGE 18 maggio 1989 n. 183: "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo" (S.O. n. 38 alla G.U. - s.g.

Dettagli

1. Pluviometria sulla città di Napoli

1. Pluviometria sulla città di Napoli Il nubifragio del 17 e 18 settembre 2005 a Napoli 1. Pluviometria sulla città di Napoli Le precipitazioni registrate dai pluviometri in telemisura di Napoli Camaldoli e Napoli Capodimonte hanno avuto inizio

Dettagli

DETERMINAZIONE PROT N. 926/REP. N. 57 DEL

DETERMINAZIONE PROT N. 926/REP. N. 57 DEL DETERMINAZIONE PROT N. 926/REP. N. 57 DEL 30.01.2013 Oggetto: Comune di Villaputzu. Studio di compatibilità relativo al progetto di Variazione di un sottotetto in appartamento ai sensi dell art. 15 della

Dettagli

DELIBERA N. 156 RELATIVA ALLA SEDUTA DEL C.I. DEL 19 giugno 2007 Pagina 1 di 6. Autorità di Bacino

DELIBERA N. 156 RELATIVA ALLA SEDUTA DEL C.I. DEL 19 giugno 2007 Pagina 1 di 6. Autorità di Bacino Pagina 1 di 6 CRITERI PER LA DEFINIZIONE DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE DEL BACINO DEL FIUME SERCHIO, DI CUI ALLE DELIBERE DI COMITATO ISTITUZIONALE N. 121 DEL 1 AGOSTO 2002 E N. 152 DEL 20 FEBBRAIO 2007.

Dettagli

Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio DIVISIONE GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE

Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio DIVISIONE GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio DIVISIONE GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE Struttura istituzionale e organizzativa per la gestione delle acque in Italia Workshop Gli obblighi

Dettagli

Nuovo Sistema di Allertamento della Regione Emilia-Romagna

Nuovo Sistema di Allertamento della Regione Emilia-Romagna Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile Nuovo Sistema di Allertamento della Regione Emilia-Romagna Clarissa Dondi Astrid Franceschetti Nicola Magagni Luca Muratori Sara Pignone Manuela

Dettagli

Fondamenti di idrologia le precipitazioni Giancarlo Dalla Fontana Università di Padova A.A. 2013/2014

Fondamenti di idrologia le precipitazioni Giancarlo Dalla Fontana Università di Padova A.A. 2013/2014 Corso di Laurea in Tecnologie Forestali e Ambientali Idrologia e Sistemazioni Idraulico-Forestali Fondamenti di idrologia le precipitazioni Giancarlo Dalla Fontana Università di Padova A.A. 2013/2014 Le

Dettagli

L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di VIGUZZOLO (AL). Variante Generale al Piano Regolatore Generale Comunale vigente. Approvazione.

L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di VIGUZZOLO (AL). Variante Generale al Piano Regolatore Generale Comunale vigente. Approvazione. REGIONE PIEMONTE BU20 16/05/2013 Deliberazione della Giunta Regionale 6 maggio 2013, n. 15-5752 L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di VIGUZZOLO (AL). Variante Generale al Piano Regolatore

Dettagli

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA ESTRATTO del Processo verbale dell adunanza del 18 luglio 2006 Seduta pubblica Sessione II ordinaria Intervenuti Consiglieri N. 33 Presidente Giacomo Ronzitti Consiglieri

Dettagli

Dipartimento Territorio Direzione Regionale Ambiente e Protezione Civile Ufficio Idrografico e Mareografico - Area D2/2S/09. Roma, 20 aprile 2007

Dipartimento Territorio Direzione Regionale Ambiente e Protezione Civile Ufficio Idrografico e Mareografico - Area D2/2S/09. Roma, 20 aprile 2007 REGIONE LAZIO Dipartimento Territorio Direzione Regionale Ambiente e Protezione Civile Ufficio Idrografico e Mareografico - Area D2/2S/09 Roma, 20 aprile 2007 OGGETTO: Relazione idrologica. Evento del

Dettagli

Centro Funzionale Monitoraggio Rischi di Regione Lombardia

Centro Funzionale Monitoraggio Rischi di Regione Lombardia Comuni, Provincia e Prefettura: per un coordinamento di conoscenze, competenze e responsabilità Villa Recalcati Varese 12 settembre 2015 Centro Funzionale Monitoraggio Rischi di Regione Lombardia Attività

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS Deliberazione 25 gennaio 2010 - ARG/elt 4/10 Procedura per il miglioramento della prevedibilità delle immissioni dell energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili non programmabili

Dettagli

Provincia Autonoma di Trento Dipartimento Urbanistica ed Ambiente Servizio Utilizzazione Acque Pubbliche

Provincia Autonoma di Trento Dipartimento Urbanistica ed Ambiente Servizio Utilizzazione Acque Pubbliche Provincia Autonoma di Trento Dipartimento Urbanistica ed Ambiente Servizio Utilizzazione Acque Pubbliche Bilanci idrici Relazione Tecnica I bacini di primo livello secondari - ILLASI - ISARCO - Ing. Mirko

Dettagli

Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 162 del 10/12/2013

Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 162 del 10/12/2013 Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 162 del 10/12/2013 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 26 novembre 2013, n. 2181 Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri - 27 febbraio 2004 e ss.mm.ii

Dettagli

Decreto Presidente Giunta n. 245 del 01/08/2017

Decreto Presidente Giunta n. 245 del 01/08/2017 Decreto Presidente Giunta n. 245 del 01/08/2017 Dipartimento 50 - GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA Direzione Generale 9 - DIR GEN PER IL GOVERNO DEL TERR, I LAVORI PUBBLICI E LA PROTEZIONE CIVILE U.O.D.

Dettagli

Le iniziative del Ministero dell Ambiente in materia di difesa delle coste dal 2006 e gli obiettivi di indirizzo generali

Le iniziative del Ministero dell Ambiente in materia di difesa delle coste dal 2006 e gli obiettivi di indirizzo generali Le iniziative del Ministero dell Ambiente in materia di difesa delle coste dal 2006 e gli obiettivi di indirizzo generali Leonardo Di Maggio Consulente Sogesid presso la Direzione Generale per la Salvaguardia

Dettagli

DISTRETTO IDROGRAFICO DELLA SARDEGNA

DISTRETTO IDROGRAFICO DELLA SARDEGNA PRESIDENZA DIREZIONE GENERALE AGENZIA REGIONALE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DELLA SARDEGNA DISTRETTO IDROGRAFICO DELLA SARDEGNA CLIMB - General Assembly Climate Change Impacts on Water and Security (in Southern

Dettagli

UFFICIALE.U

UFFICIALE.U dipvvf.staffcadip.registro UFFICIALE.U.0016834.23-12-2016 Schema di decreto sul servizio antincendio boschivo articolo 9 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177 Il Ministro dell interno di concerto

Dettagli

Reggio Emilia, 8 maggio 2009

Reggio Emilia, 8 maggio 2009 Reggio Emilia, 8 maggio 2009 via Garibaldi, 75-43100 Parma - tel. 0521 2761 www.adbpo.it - partecipo@adbpo.it Piano distrettuale di gestione delle acque Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE (DQA) D.

Dettagli

OGGETTO : NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI DELLA REGIONE LIGURIA. ADEGUAMENTO STRUTTURA E COMPETENZE. LA GIUNTA REGIONALE

OGGETTO : NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI DELLA REGIONE LIGURIA. ADEGUAMENTO STRUTTURA E COMPETENZE. LA GIUNTA REGIONALE OGGETTO : NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI DELLA REGIONE LIGURIA. ADEGUAMENTO STRUTTURA E COMPETENZE. N. 363 IN 23/04/2004 LA GIUNTA REGIONALE del REGISTRO ATTI DELLA GIUNTA

Dettagli

MISURE IDROMETRICHE NEI FIUMI LIVENZA, MONTICANO E NEL CANALE MALGHER NEI GIORNI SETTEMBRE 2007

MISURE IDROMETRICHE NEI FIUMI LIVENZA, MONTICANO E NEL CANALE MALGHER NEI GIORNI SETTEMBRE 2007 DIPARTIMENTO REGIONALE PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO MISURE IDROMETRICHE NEI FIUMI LIVENZA, MONTICANO NEI GIORNI 26-29 SETTEMBRE 27 Relazione n. 7/7 5/11/27 Data 5/11/27 MISURE IDROMETRICHE NEI FIUMI

Dettagli

I LIVELLI DEL LAGO DI GARDA NEGLI ANNI

I LIVELLI DEL LAGO DI GARDA NEGLI ANNI DIPARTIMENTO REGIONALE PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO GARDA NEGLI ANNI 2007-08 ARPAV Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio Alberto Luchetta Progetto e realizzazione Italo Saccardo Gianmario

Dettagli

Acque sotterranee, lo stato chimico è buono

Acque sotterranee, lo stato chimico è buono Acque sotterranee, lo stato chimico è buono Il monitoraggio dell'ispra ha rilevato uno stato buono delle acque sotterranee e superficiali, mentre la situazione è meno confortante per quelle di bacini e

Dettagli

Geol. Manuela Ruisi. Autorità di bacino del fiume Tevere. Ufficio Studi e Documentazione per l'assetto Idrogeologico e U.R.P. Unità Risorse Idriche

Geol. Manuela Ruisi. Autorità di bacino del fiume Tevere. Ufficio Studi e Documentazione per l'assetto Idrogeologico e U.R.P. Unità Risorse Idriche Ufficio Studi e Documentazione per l'assetto Idrogeologico e U.R.P. Unità Risorse Idriche - Regio Decreto 1775/33 aggiornamento D.Lgs 152/06 Art. 7 Le domande di cui al primo comma relative sia alle grandi

Dettagli

REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE

REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL 22-12-2003 (punto N. 24 ) Proponente TOMMASO FRANCI Decisione N.24 del 22-12-2003 DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE TERRITORIALI E AMBIENTALI

Dettagli

INDICE. Bacino dei fiumi della pianura tra Livenza e Piave I

INDICE. Bacino dei fiumi della pianura tra Livenza e Piave I Bacino dei fiumi della pianura tra Livenza e Piave I INDICE 4 - RETI DI MONITORAGGIO ISTITUITE AI FINI DELL ARTICOLO 8 E DELL ALLEGATO V DELLA DIRETTIVA 2000/60/CE E STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI, DELLE

Dettagli

acqua il monitoraggio in Campania

acqua il monitoraggio in Campania acqua il monitoraggio in Campania 2002-2006 L acqua è probabilmente l unica risorsa naturale che interessa tutti gli aspetti della civiltà umana, dallo sviluppo agricolo e industriale ai valori culturali

Dettagli

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO TERRITORIO. SU PROPOSTA del Dirigente dell Area Rifiuti, della Direzione regionale Energia, Rifiuti, Porti e Aeroporti ;

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO TERRITORIO. SU PROPOSTA del Dirigente dell Area Rifiuti, della Direzione regionale Energia, Rifiuti, Porti e Aeroporti ; del 21.04.2010, B2232 OGGETTO: Eco X S.r.l. Autorizzazione all esercizio di un impianto di gestione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, ai sensi dell articolo 210 del D.Lgs. 152/06 e e dell

Dettagli

STUDIO PER L ANALISI DEL RISCHIO IDRAULICO E ALLUVIONALE DEL COMUNE DI PARMA

STUDIO PER L ANALISI DEL RISCHIO IDRAULICO E ALLUVIONALE DEL COMUNE DI PARMA STUDIO PER L ANALISI DEL RISCHIO IDRAULICO E ALLUVIONALE DEL COMUNE DI PARMA La necessità di uno Studio: ultimi studi idraulici organici realizzati sul territorio comunale sono relativi agli anni 2000;

Dettagli

FLORA: modellistica per la valutazione delle piene in Lombardia

FLORA: modellistica per la valutazione delle piene in Lombardia FLORA: modellistica per la valutazione delle piene in Lombardia Ing. Matteo Cislaghi Dott. Michele Russo Ing. Roberto Serra ARPA Lombardia Servizio Idrografico Genova, 22 maggio 2013 AGGIORNAMENTO DELLE

Dettagli

Pericolosità idraulica a valle delle dighe

Pericolosità idraulica a valle delle dighe Convegno nazionale Longarone (BL) 13 settembre 2013 Pericolosità idraulica a valle delle dighe L utilizzo delle dighe per la laminazione delle piene in Provincia di Trento ing. Roberto Bertoldi Dirigente

Dettagli

A relazione dell'assessore Valmaggia:

A relazione dell'assessore Valmaggia: REGIONE PIEMONTE BU20 18/05/2017 Deliberazione della Giunta Regionale 8 maggio 2017, n. 61-5025 L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di Pietra Marazzi (AL). Approvazione della Variante strutturale

Dettagli

CORPI IDRICI: STATO E OBIETTIVI. II Forum di informazione pubblica Milano, 17 settembre 2009

CORPI IDRICI: STATO E OBIETTIVI. II Forum di informazione pubblica Milano, 17 settembre 2009 Progetto di Piano Elaborato ai sensi dell art. 13 della Direttiva 2000/60 CE e dell art. 117 del D.Lgs. 152/06 e dell art. 1, comma 3 bis della L.13/09 CORPI IDRICI: STATO E OBIETTIVI II Forum di informazione

Dettagli

LA RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA

LA RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA LA RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA CONFIGURAZIONE DELLA RETE Il sistema di controllo della qualità dell aria in Valle d Aosta è finalizzato al monitoraggio della qualità dell aria dell intero

Dettagli

PROCEDURA PER L'ATTIVAZIONE DEL CENTRO FUNZIONALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

PROCEDURA PER L'ATTIVAZIONE DEL CENTRO FUNZIONALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROCEDURA PER L'ATTIVAZIONE DEL CENTRO FUNZIONALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Prot.n.(GBO/05/60714) --------------------------------------------------------------- Visti: gli articoli 117 e 118 della

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA L AUTORITÀ DI REGOLAZIONE DEI TRASPORTI E L AUTORITÀ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI

PROTOCOLLO DI INTESA TRA L AUTORITÀ DI REGOLAZIONE DEI TRASPORTI E L AUTORITÀ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI PROTOCOLLO DI INTESA TRA L AUTORITÀ DI REGOLAZIONE DEI TRASPORTI E L AUTORITÀ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI L Autorità di regolazione dei trasporti (di seguito: ART ) e l Autorità per le garanzie

Dettagli

Modifiche all'organizzazione interna del Dipartimento della protezione civile. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Modifiche all'organizzazione interna del Dipartimento della protezione civile. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI D.P.C.M. 23 ottobre 2006 (1). Modifiche all'organizzazione interna del Dipartimento della protezione civile. (1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 24 novembre 2006, n. 274. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Dettagli

DELIBERAZIONE N X / 1205 Seduta del 20/12/2013

DELIBERAZIONE N X / 1205 Seduta del 20/12/2013 DELIBERAZIONE N X / 1205 Seduta del 20/12/2013 Presidente ROBERTO MARONI Assessori regionali MARIO MANTOVANI Vice Presidente VALENTINA APREA VIVIANA BECCALOSSI SIMONA BORDONALI PAOLA BULBARELLI MARIA CRISTINA

Dettagli

Regione Lazio. Decreti del Commissario ad Acta 24/09/ BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 77

Regione Lazio. Decreti del Commissario ad Acta 24/09/ BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 77 Regione Lazio Decreti del Commissario ad Acta Decreto del Commissario ad Acta 16 settembre 2015, n. U00433 Recepimento del documento della Conferenza Stato-Regioni e Province Autonome del 25 marzo 2015

Dettagli

Piano di Tutela delle Acque e Direttiva 2000/60/CE: Quali gli obblighi e le azioni per il futuro

Piano di Tutela delle Acque e Direttiva 2000/60/CE: Quali gli obblighi e le azioni per il futuro Piano di Tutela delle Acque e Direttiva 2000/60/CE: Quali gli obblighi e le azioni per il futuro Corrado Soccorso Dipartimento Difesa del Suolo Sezione Geologia e Georisorse Settore Tutela Acque Iniziativa

Dettagli

Metodologia per la definizione della predisposizione al verificarsi di fenomeni tipo Flasch Flood nel bacino del fiume Arno

Metodologia per la definizione della predisposizione al verificarsi di fenomeni tipo Flasch Flood nel bacino del fiume Arno Metodologia per la definizione della predisposizione al verificarsi di fenomeni tipo Flasch Flood nel bacino del fiume Arno La metodologia utilizzata per la verifica della propensione di un determinato

Dettagli

Schema di PROTOCOLLO DI INTESA tra

Schema di PROTOCOLLO DI INTESA tra Schema di PROTOCOLLO DI INTESA tra e PROTEZIONE CIVILE REGIONE CAMPANIA per la condivisione e l utilizzo dei dati meteorologici e pluviometrici funzionali agli adempimenti in materia di Cassa integrazione

Dettagli

Cinzia Talamo del Politecnico di Milano

Cinzia Talamo del Politecnico di Milano URBAN UTILITY _ milano 22 03 2013 LA COSTRUZIONE DEL DATO COME PRESUPPOSTO DELLA DECISIONE TERZA SESSIONE RICOGNIZIONI E PRATICHE DI MANUTENZIONE URBANA: IL FACILITY MANAGEMENT URBANO Cinzia Talamo del

Dettagli

Allegato N. 1 delibera n. 7 del 9/12/2003

Allegato N. 1 delibera n. 7 del 9/12/2003 Allegato N. 1 delibera n. 7 del 9/12/2003 PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE LOMBARDIA E LE AUTORITA D AMBITO LOMBARDE PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA DI REDAZIONE DEL PIANO D AMBITO E AGGIORNAMENTO

Dettagli

Il Presidente del Consiglio dei Ministri

Il Presidente del Consiglio dei Ministri VISTA la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante disciplina dell'attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri; VISTO l articolo 8, del decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 543,

Dettagli

REPORT PLUVIOMETRICO ANNO 2013

REPORT PLUVIOMETRICO ANNO 2013 REPORT PLUVIOMETRICO ANNO 2013 REPORT PLUVIOMETRICO ANNO 2013 Commento generale PREMESSA Al fine di valutare l entità gli apporti pluviometrici, sono state considerate tutte le stazioni automatiche (circa

Dettagli

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE COMITATO TECNICO REGIONALE CRITERI PER L ELABORAZIONE DEI PIANI DI BACINO SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO RACCOMANDAZIONE

Dettagli

I LIVELLI DEL LAGO DI GARDA NEGLI ANNI

I LIVELLI DEL LAGO DI GARDA NEGLI ANNI DIPARTIMENTO REGIONALE PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO GARDA NEGLI ANNI 2009-10 ARPAV Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio Alberto Luchetta Servizio Idrologico Regionale Giacomo Renzo

Dettagli

Grado di sviluppo ed aspetti funzionali del Sistema di Supporto Decisionale in uso al Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara

Grado di sviluppo ed aspetti funzionali del Sistema di Supporto Decisionale in uso al Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara Grado di sviluppo ed aspetti funzionali del Sistema di Supporto Decisionale in uso al Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara M. Volpin G. Tebaldi L. Montanari

Dettagli

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI. VISTO l articolo 5, comma 3, della legge 24 febbraio 1992, n. 225;

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI. VISTO l articolo 5, comma 3, della legge 24 febbraio 1992, n. 225; Ordinanza Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI

Dettagli

Telerilevamento e dissesto idrogeologico stato dell arte e normativa

Telerilevamento e dissesto idrogeologico stato dell arte e normativa Telerilevamento e dissesto idrogeologico stato dell arte e normativa Telerilevamento e rischio ambientale Remote Sensing and environmental hazard Telerilevamento e dissesto idrogeologico Stato dell arte

Dettagli

Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 3 Marche Centro - Macerata. Gli adeguamenti alle normative europee nell A.T.O. 3 Marche Centro-Macerata

Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 3 Marche Centro - Macerata. Gli adeguamenti alle normative europee nell A.T.O. 3 Marche Centro-Macerata Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 3 Marche Centro - Macerata Forum Nazionale sull Acqua Roma Teatro Capranica, 18 ottobre 2011 Gli adeguamenti alle normative europee nell A.T.O. 3 Marche Centro-Macerata

Dettagli

SCHEMA DI CONVENZIONE

SCHEMA DI CONVENZIONE SCHEMA DI CONVENZIONE tra il DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE, l AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME PO, l AUTORITA DI BACINO DEL FIUME PO, la REGIONE EMILIA ROMAGNA, la REGIONE LOMBARDIA, la REGIONE

Dettagli

ONIS: il Progetto Esecutivo

ONIS: il Progetto Esecutivo ONIS: il Progetto Esecutivo Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio per lo sport -Task Force Impiantistica 1 Contenuti Normative di riferimento e funzioni dell ONIS Struttura e operatività dell ONIS

Dettagli

NUCLEI DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI RIPARTIZIONE RISORSE QUOTE ANNI 2007 E 2008

NUCLEI DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI RIPARTIZIONE RISORSE QUOTE ANNI 2007 E 2008 NUCLEI DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI RIPARTIZIONE RISORSE QUOTE ANNI 2007 E 2008 (ART. 1, COMMA 7, LEGGE N. 144/1999 E ART. 145, COMMA 10, LEGGE N. 388/2000) I L C I P E VISTA la

Dettagli

Autorità di Bacino DELL ADIGE E DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE

Autorità di Bacino DELL ADIGE E DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE Autorità di Bacino DELL ADIGE E DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE ACQUA: A CHI RIVOLGERSI, QUANDO DOVE, PERCHE. LE CHIAVI PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE ing. Roberto Casarin

Dettagli

La precipitazione. Misura della precipitazione

La precipitazione. Misura della precipitazione La precipitazione. Misura 2. Distribuzione nello spazio (afflusso) 3. Disponibilità di dati storici 4. Caratterizzazione del clima Misura della precipitazione 2 Misura della Precipitazione Strumenti Pluviometro

Dettagli

Parte VII 1 La componente geologica, idrogeologica e sismica

Parte VII 1 La componente geologica, idrogeologica e sismica 1 1 Inquadramento climatico 1.1 Il clima del territorio di Giussano Parte VII 1 La componente geologica, idrogeologica e sismica Il territorio del Comune di Giussano, ricade nel cosiddetto mesoclima padano,

Dettagli

19 gennaio In attesa di registrazione alla Corte dei Conti IL MINISTRO

19 gennaio In attesa di registrazione alla Corte dei Conti IL MINISTRO Decreto 19 gennaio 2016 - Misure necessarie al coordinamento informativo ed operativo tra la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria,

Dettagli

ATMOSFERA, CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA

ATMOSFERA, CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA 1 / 20 ST-001 ALLEGATO I ATMOSFERA, CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA 2 / 20 ST-001 DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI METEOCLIMATICHE Gli impianti di trattamento e di compressione gas della Concessione Stoccaggio

Dettagli