Prefazione. dhckfibj gagamaga MmMmMmMm mmmmgmmm MmMmAmMm mmmmmmmm AGAGMGAG JBIELCHD. le partite di gioco aperto

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1 prefazione Prefazione dhckfibj gagamaga MmMmMmMm mmmmgmmm MmMmAmMm mmmmmmmm AGAGMGAG JBIELCHD le partite di gioco aperto Le mosse di apertura 1.e4 e5 sono antiche quanto lo stesso gioco degli scacchi, ma non hanno perso la pur minima parte d importanza nell epoca dell esplosione informatica. La longevità dell interesse nei confronti dei giochi aperti è abbastanza facile da spiegare: è il modo più semplice per entrambi i colori di arroccare e ottenere uno sviluppo normale. La situazione strategica del diagramma è relativamente facile da descrivere. Ad ogni modo, questa apparente semplicità può portare alle complicazioni più straordinarie nel giro di appena poche mosse: una dimostrazione della natura inesauribile degli scacchi. Entrambi gli schieramenti mirano a indebolire/ consolidare il pedone e5/e4. L occupazione del centro con il pedone di donna in genere assicura un comodo vantaggio di spazio. Le case più vulnerabili sono f2/f7, il che conferisce una certa importanza alle diagonali a2-g8/a7-g1. La situazione è molto più tagliente che non nel Gambetto di donna, che si può ottenere invertendo specularmente la posizione e in cui i pedoni centrali beneficiano del forte sostegno delle donne, mentre la relativa debolezza delle diagonali b1-h7/b8-h2 non comporta rischi per i rispettivi re. Poiché la posizione assumerà presumibilmente un carattere aperto, i principi dello sviluppo rivestono un importanza addirittura vitale. Giocare non più di 2-3 mosse di pedone, non muovere nuovamente un pezzo già sviluppato, sviluppare prima i cavalli e poi gli alfieri, arroccare, mettere in collegamento le torri. Lo so che sembra un predicozzo, ma mentre lavoravo alla stesura del libro mi ha molto colpito la frequenza con cui le catastrofi di apertura (o se non altro il mancato successo) erano imputabili alla violazione di queste semplici regole. In alcuni casi, l evoluzione di varianti importanti ha deviato dal corso logico del gioco per decenni o perfino per secoli, solo perché i giocatori hanno dimenticato questi semplici precetti (si veda ad esempio il commento a 9...Ce6 di Korchnoj nella variante chiusa della partita Italiana oppure la storia di 8 Ee7 nella linea principale della variante di cambio della Spagnola). Ovviamente le regole non vanno osservate ciecamente, ma nella maggior parte dei casi possono costituire utili punti di riferimento quando bisogna effettuare una scelta in posizioni a noi relativamente sconosciute. Delle raccomandazioni classiche, ve n è una avvolta da un certo mistero. Perché mai dovrebbe essere più importante sviluppare prima i cavalli e solo dopo gli alfieri? La risposta astratta consta di due elementi. A differenza dei cavalli, gli alfieri sono pezzi a lungo raggio che, disponendo di una diagonale aperta, sono sviluppati quasi altrettanto bene nelle loro case di partenza. Ne consegue che il loro sviluppo non è materia di urgenza assoluta. In secondo luogo, una mossa prematura di alfiere, mentre il cavallo è ancora nella casa di partenza, può essere causa di fastidi nella difesa dei punti b2/b7 o g2/g7. Devo confessare che per lungo tempo mi era sfuggita la significatività di questa regola. Ecco la partita che mi ha insegnato una lezione dolorosa ma indimenticabile. 5

2 le partite di gioco aperto - vol. 1 Marin-Hoszu Eforie Nord e4 e5 2.Bf3 Bc6 3.Cb5 a6 4.Ca4 Bf6 5.d4 Ero stato in testa per tutto il torneo e avevo bisogno di una semplice patta all ultimo turno per qualificarmi per la prima volta alla seconda divisione del nostro campionato nazionale, un discreto successo ad appena 18 anni. Il mio avversario, un esperto giocatore per corrispondenza, aveva invece disperatamente bisogno di una vittoria e così decisi di provocare il maggior numero di cambi possibile sin dall inizio dei giochi. Al tempo non sapevo che giocare deliberatamente per la patta significa collocarsi nelle immediate vicinanze di una deliberata sconfitta exd Ce7 7.De1 b5 8.e5 Bxe5 9. xe5 d6 10. e1 bxa4 11.Bxd4 Cd7 12.Ef Bc6 Cxc6 14.Exc6 d5 è abbastanza evidente che il Nero non ha alcun problema. Il Bianco è leggermente indietro nello sviluppo e deve ancora impiegare un tempo per riprendere il pedone a4. Data la situazione di torneo, notai la fresca debolezza della diagonale h2-b8 che mi avrebbe consentito di semplificare ulteriormente la posizione, la cui essenza continuava a sfuggirmi del tutto. 15.Cf4?! La violazione della regola sotto osservazione è in particolar modo pericolosa quando la colonna b è aperta. Il Bianco avrebbe probabilmente potuto mantenere una posizione accettabile con 15.Exa4 Be4 16.Bd2 Bc5 17.Eg4 sebbene a rigor di termini l esperimento di apertura si debba considerare un fiasco completo. Già qui è solo il Nero che può reclamare un vantaggio Cd6 16.Exa4 Il Bianco è ben distante dalla parità dopo 16.Cxd6 Exd6 17.Exd6 cxd6 seguita da...dab8 e...dfc8, ma forse era questa l unica possibilità di sopravvivenza b8! Eccoci! Il Nero guadagna un tempo per lo sviluppo attaccando il pedone debole. 17.Cxd6 Exd6 18.b3 Non c è altra maniera di difendere questo pedone, ma la debolezza della grande diagonale si farà presto sentire b4 19.Ea3 Il Bianco tenta di sopravvivere sul fianco di donna, ma l altra ala della scacchiera è completamente sguarnita Bg4 Ora il Nero ottiene un vantaggio decisivo. 20.g3 Eh6 21.h4 Ef6 22. f1 e4 23.c3 Una perdita di tempo necessaria per salvare la torre, e ancora una volta una conseguenza indiretta del prematuro sviluppo dell alfiere camposcuro. 23.Bd2 De2 perderebbe quanto meno un cavallo, in vista della minaccia...dxf e2 24.Ec5 Ef3 25.Ba3 Il Bianco è finalmente riuscito a completare lo sviluppo, appena in tempo per abbandonare Be

3 prefazione Poco dopo questo momento di dolore, vidi nella rivista bulgara Shakhmatna Misl una partita del tutto identica tra due giocatori bulgari. In anni recenti, ho vinto con il Nero almeno una mezza dozzina di partite lampo in Internet esattamente nello stesso modo. è molto più che una coincidenza. La teoria è piena di trappole tattiche, ma la mia partita contro Hoszu può essere considerata una trappola di importanza ben più profonda, che ci invita a meditare sull importanza dei principi generali. Questo primo volume si propone di presentare un repertorio completo per il Nero contro praticamente tutti i sistemi di sviluppo del Bianco, dal romantico Gambetto di re alla variante di cambio della Spagnola. Limiti di spazio mi hanno costretto a dividere l opera in due volumi; poiché la suddivisione del materiale può apparire leggermente arbitraria mi accingo a darvi qualche spiegazione. Sul finire degli anni Ottanta capii finalmente che la Siciliana non faceva per me (voglio a tal proposito rivolgere un particolare ringraziamento a John Nunn che mi battè in una partita che poi fu eletta miglior partita dell anno 1987!) e mi convertii alla Spagnola aperta. Per qualche anno tutto filò liscio ma poi cominciai ad avere problemi contro l intero gruppo di sistemi presentati in questo libro. Continuavo a sentirmi a mio agio quando raggiungevo la posizione dopo 1.e4 e5 2.Bf3 Bc6 3.Cb5 a6 4.Ca4 Bf6, ma ciò mi accadeva con sempre minor frequenza Due-tre anni fa ho ripreso a giocare 1 e5, ma solo dopo aver lavorato a tutte queste varianti minori. Alla luce di quanto sopra, posso dunque dire di aver diviso il materiale su basi sì soggettive, ma nella piena convinzione che molti altri giocatori condivideranno la mia percezione. Ogni capitolo consta di due parti distinte. Nei testi introduttivi ho tentato di mettere in rilievo i momenti salienti dell evoluzione storica della variante in esame e di spiegarne le caratteristiche tattiche e strategiche fondamentali. Ritengo che questi aspetti siano strettamente correlati tra loro. Per ottenere una comprensione approfondita di una data posizione è molto utile ripercorrere il lungo e complesso procedimento di ricerca che ha visto per protagonisti i migliori teorici e giocatori della storia degli scacchi. La più alta delle cime si può scalare solo passo dopo passo; lo stesso vale per la vetta che il pensiero scacchistico ha raggiunto all inizio del sec. XXI. Potrete notare alcune differenze per quanto riguarda la struttura generale delle varie introduzioni. Ciò si deve non solo alla diversa natura delle posizioni ma anche alla mia percezione soggettiva della realtà in ciascun caso. Sebbene mi sia stato chiesto di dimostrare che tutte le varianti sono giocabili con il Nero, un compito necessario in un libro di repertorio e che spero di aver assolto, in alcuni casi mi sono talmente entusiasmato davanti all originalità e alla temerarietà delle idee del Bianco che ho provato la fortissima tentazione di girare la scacchiera e prendere le difese dell altra parte. Per contro, in altri casi ho avuto la netta sensazione che la posizione del Bianco non avesse alcun potenziale e che fosse in discussione perfino il diritto stesso all esistenza dell intera variante. La seconda parte di ogni capitolo consta di un albero di tutte le varianti utili dal punto di vista del Nero. Nella maggior parte dei casi ho elaborato tali varianti ben al di là dello stato attuale della teoria ufficiale, proprio come faccio con qualsiasi apertura che io giochi. In molti casi ho dissotterrato interessanti idee strategiche per il Bianco, che hanno richiesto molto impegno prima di giungere a una risposta efficace per il Nero. Sebbene ciò abbia complicato di molto il mio compito analitico, sono fermamente convinto che questo sia l approccio migliore allo studio di un apertura. Invece di cullarsi sulle rosee prospettive garantite dai giudizi di sicurezza della teoria su questa o quell altra linea, è molto meglio prevedere tra le mura casalinghe le possibili sorprese alla scacchiera. Anche se questo lavoro di cesello sulle varianti ha accresciuto la mia comprensione generale, sono anche del tutto consapevole di alcuni inconvenienti pratici. Uno degli incubi ricorrenti dei Grandi Maestri è che i loro appunti di apertura vengano rubati e usati da qualcun altro. Io ho fatto molto peggio che non lasciare incustodite le mie analisi: le ho addirittura pubblicate! Nel farlo, ho seguito il consiglio di Botvinnik secondo il quale qualsiasi Grande Maestro che ambisca a migliorare deve continuamente pubblicare le sue analisi per sottoporle al giudizio critico delle platee più ampie. C è poi un altro elemento psicologico stimolante: sapendo che la maggior parte delle mie conoscenze di apertura sono ormai pubbliche, dovrò senza dubbio approfondire le mie indagini e, chissà, forse 7

4 le partite di gioco aperto - vol. 1 anche ampliare il mio repertorio. è la prima volta che mi cimento con un libro di apertura. Poiché sono abituato a scrivere di temi più generici, come l attacco, la difesa o i giganti, ho mantenuto lo stesso approccio per quanto riguarda lo sviluppo logico degli eventi. Nella maggior parte dei punti chiave ho tentato di spiegare perché un seguito sia migliore di un altro se non semplicemente forzato. Sono consapevole del fatto che alcune delle mie posizioni possano essere soggettive o addirittura sbagliate, ma spero di essere riuscito ad esporre la materia nella maniera più chiara possibile. Da ultimo, vorrei spendere qualche parola sul metodo di lavoro nel suo complesso. La parte teorica di ogni capitolo è il risultato di una complessa procedura di affinamento a tre: lo scrivente, il suo allenatore Valentin Stoica e il computer. La percentuale di contribuzione varia da capitolo a capitolo, ma in una certa misura Vali può essere considerato come il mio coautore. Ad ogni modo, mi assumo la piena responsabilità per qualsiasi errore che venga eventualmente individuato nelle analisi. Nel corso dei secoli, lo studio delle partite aperte è stato organicamente legato allo sviluppo del pensiero scacchistico in generale. Voglio sperare che questo ennesimo libro sullo stesso tema, qui presentato nella sua terza edizione sostanzialmente ampliata e aggiornata al 2008, possa portare il suo modesto contributo al progresso della comprensione scacchistica. Mihail Marin Bucarest

5 il Gambetto di re Capitolo Uno dhckfibj gagamaga MmMmMmMm mmmmgmmm MmMmAGMm mmmmmmmm AGAGMmAG JBIELCHD il Gambetto di re 1.e4 e5 2.f4 dhckfibj gagamaga MmMmMmMm mmmmgmmm MmMmAGMm mmmmmmmm AGAGMmAG JBIELCHD Una volta l apertura più popolare, il Gambetto di re è oggi poco giocato dai Grandi Maestri. Le statistiche mostrano che ogni anno questo cimelio viene impiegato in non più di una mezza dozzina di partite in cui il Bianco ha un Elo superiore a E tuttavia non è facile dare una spiegazione precisa dell oblio in cui il Gambetto di re sembra essere caduto. Si tratta solo di moda, o è la dura e cruda realtà che il nonno di tutte le aperture è ormai troppo in là con gli anni? Il Gambetto di re è semplicemente sbagliato o i Grandi Maestri di oggi sono troppo cauti? O, in sintesi, quale è il posto che dovrebbe essere assegnato al Gambetto di re nel vasto arsenale delle aperture di gioco aperto? A giudicare dall ordine in cui ho organizzato il materiale nel presente libro (proprio come fanno molti altri libri di teoria) si potrebbe concludere che la Spagnola (qui rappresentata da una sola delle sue linee secondarie) sia la più sofisticata e, anzi, la migliore, mentre il Gambetto di re sarebbe la più rozza e persino un po sospetta. Tuttavia, c è un piccolo quesito che mi turba. E se gli estremi tendessero a toccarsi, come in certi sistemi matematici, o come con gli spazi di forma circolare, proprio come il mondo in cui viviamo? Non stiamo forse ripetendo l esperienza di Colombo, che pensava di raggiungere le Indie navigando verso ovest? E se il Gambetto di re e la Spagnola fossero l alfa e l omega di tutte le aperture di gioco aperto, la stessa verità assoluta soltanto espressa in modi diversi? Siamo noi, Grandi Maestri del ventunesimo secolo, giunti così vicini a quella che riteniamo la fine della strada che abbiamo già dimenticato da dove tutto è cominciato? Per avere qualche punto di riferimento che ci permetterà di formulare una risposta, dovrò scavare piuttosto a fondo nel passato, alla ricerca del modo in cui i più grandi pensatori della storia degli scacchi mettevano in relazione questi due estremi. Il Gambetto di re fu menzionato per la prima volta e sottoposto ad analisi sistematica in un libro dal titolo interminabile, come era allora di moda, pubblicato nel 1561 da un prete spagnolo di nome Ruy Lopez de Segura, un uomo in quel periodo considerato il più forte giocatore del mondo e che era anche il confessore e consigliere del re, Filippo II. È in quello stesso libro che l apertura che ancora oggi porta il nome di quel prete venne analizzata. Curiosa coincidenza, no? I due estremi ebbero un punto di partenza comune, come si può vedere. Un altro più forte giocatore del suo tempo e favorito delle corti reali (il suo nome completo era François André Danican Philidor), scoprì circa due secoli più tardi che il pedone è l ani- 9

6 le partite di gioco aperto - vol. 1 ma degli scacchi. Criticò i maggiori giocatori italiani per il loro spregiudicato gioco d attacco e sottolineò il fatto che i loro successi erano da attribuirsi alla debole difesa dei loro avversari. Queste sue idee, per certi versi, anticiparono la nuova scuola posizionale fondata da Steinitz sul finire del diciannovesimo secolo. Ci si aspetterebbe che non ci fosse più posto per il superaggressivo Gambetto di re nel nuovo sistema di pensiero. E tuttavia, per difendere la sua concezione del gioco, Philidor consigliava di evitare lo sviluppo del cavallo di fronte al pedone f, che dovrebbe essere preposto a minare il centro avversario alla seconda mossa o poco dopo. In effetti, usò questa strategia con entrambi i colori. L apertura che porta il suo nome ha oggi poco a che vedere con il modo in cui Philidor la giocava, tranne che per le prime due mosse del Nero. Dopo 1.e4 e5 2.Bf3 d6 3.d4, Philidor lanciava il suo contrattacco con...f5, che oggi però è ritenuto un po esagerato. Si può notare una simile discontinuità nel sistema di pensiero di Steinitz. Con il Bianco giocava con successo le varianti chiuse della Spagnola, mentre con il Nero era sempre pronto a difendersi contro varianti d attacco taglienti come il Gambetto Evans (che considerava scorretto) ritirando i pezzi sull ultima traversa. E tuttavia sosteneva la teoria che informava la sua nuova scuola posizionale era perfettamente rappresentata dalla seguente variante della partita Viennese, parente stretto del Gambetto di re: 1.e4 e5 2.Bc3 Bc6 3.f4 exf4 4.d4 Eh4+ 5.Fe2 dmcmfibj gagamaga MmbmMmMm mmmmmmmm MmMGAgMk mmhmmmmm AGAmFmAG JMIEmCHD Si dovrebbe aggiungere che nella pratica ottenne molti più successi con questa apertura che non contro il Gambetto Evans. Fin qui credo che l intero ragionamento sul legame tra il Gambetto di re e le aperture posizionali come la partita Spagnola sia coerente, ma non decisivo. Ai tempi di Ruy Lopez e Philidor, il pensiero scacchistico era ancora ai suoi albori, mentre nel caso di Steinitz si può pensare che l impiego del Gambetto di re fosse una reminiscenza della sua giovinezza. C è bisogno di un forte elemento ulteriore per portare avanti la discussione. Nemmeno tirare in ballo altri grandi specialisti del Gambetto di re, giocatori del calibro di Anderssen, Chigorin e Spielmann, getta molta luce sull argomento: possedevano tutti quello che oggi chiamiamo stile di gioco romantico e non si sentivano semplicemente a proprio agio in aride posizioni tecniche. Inoltre, verso la fine della sua carriera uno Spielmann deluso scrisse: «Dio sa quanto ho lottato e sofferto per il Gambetto di re nel corso di tutta la mia carriera scacchistica. Sono profondamente dispiaciuto per il fatto che l epoca di Anderssen e Morphy non possa ripetersi». Veniamo ora alla storia da cui l intera discussione è partita. Una volta mi capitò di leggere una laconica affermazione di Akiba Rubinstein: «Gioco il Gambetto di re solo quando sono di cattivo umore.» La cosa mi incuriosì. Conoscevo la sua brillante vittoria contro Hromadka in questa apertura, ma l avevo ritenuta un episodio nell unico esperimento della sua vita. Consideravo la sua vittoria con il Nero contro Alapin nella stessa variante molto più tipica del suo gioco (entrambe le partite sono riportate più avanti). Dopo tutto, Rubinstein è famoso più per il suo gioco misurato nelle aperture chiuse, dove l azione concreta viene preparata nei minimi dettagli, che per lanciare attacchi taglienti alla seconda mossa. Spinto dalla curiosità, decisi di avviare una breve ricerca sull argomento. Esaminai l opera in due volumi su Rubinstein (A.R. Uncrowned King e A.R. The later years) di Donaldson e Minev, che su questo tema è più completa del mio database. Rimasi sconcertato dal risultato. Il grande giocatore polacco aveva giocato il Gambetto di re non meno di 22 volte, ottenendo il devastante punteggio di 19 punti contro avversari ragionevolmente forti (Grandi Maestri compresi). Non meno interessante è che Rubinstein riusciva a dare al gioco un corso molto fluido e logico, proprio come in così tante sue altre eleganti vittorie in aperture posizionali. Dovrei anche aggiungere che nelle relativamente poche 10

7 il Gambetto di re partite in cui i suoi avversari deviarono alla prima mossa il punteggio di Rubinstein è ben più modesto. A dire il vero, ho l impressione che giocasse 1.e4 solo quando aveva ragione di credere che la risposta sarebbe stata 1...e5. O, in altre parole, il suo repertorio principale comprendeva 1.d4 e il Gambetto di re. Ciò va ben oltre le questioni di umore o l eccentricità. Il fatto che uno dei più grandi giocatori posizionali di sempre ricorresse con regolarità al Gambetto di re è un forte indizio che questa sia più di una semplice apertura avventurosa. Mi piace pensarla così in proposito: restando sempre in contatto con i due modi opposti di giocare a scacchi, Rubinstein riuscì a conservare una visione d insieme armoniosa, che lo ha reso unico nella storia degli scacchi. In tempi moderni, considerate due altri esempi di giocatori originali: Bronstein e Spasskij. Avevano entrambi un solido repertorio di apertura, con la partita Spagnola come arma principale contro 1...e5, ma hanno giocato il Gambetto di re in decine e decine di partite (con risultati eccellenti, aggiungerei). Tuttavia, nel loro caso questo dettaglio è meno sconvolgente che in quello di Rubinstein, dato che il loro stile di gioco era molto più ardito. D altra parte, anche il fatto che siano riusciti a mantenere in vita quest apertura in anni in cui la tecnica di difesa ha fatto passi da gigante ha la sua importanza. Tenendo conto di tutti questi dettagli, la mia personale sensazione è che il Gambetto di re sia ingiustamente trascurato oggigiorno. Una domanda spontanea è perché io abbia dovuto ricorrere a metodi indiretti di valutazione, piuttosto che spiegare la posizione in sé, come ho fatto in tutti gli altri capitoli. La risposta è molto semplice: il Gambetto di re è molto più complicato. Non lo si può confutare né provarne la correttezza. Il Gambetto di re sembra inesauribile come il gioco stesso degli scacchi. Chiunque intenda giocare 1...e5 dovrebbe seguire il consiglio di Kholmov: «Assicuratevi di avere sempre un sistema solido contro il Gambetto di re». A quanto pare, l altrimenti granitico Grande Maestro aveva appreso la lezione dalla sua esperienza: aveva subito sconfitte in quest apertura contro entrambi i grandi specialisti anzidetti, Bronstein e Spasskij. L idea di base del Bianco nel Gambetto di re è piuttosto chiara: sacrifica un pedone laterale per ottenere la supremazia assoluta al centro. Se ribaltiamo la posizione di 180 gradi vediamo sempre lo stesso schema dopo 1.d4 d5 2.c4. In realtà, nella partita di donna il Bianco ha poca scelta se vuole lottare per un vantaggio in apertura. Svilupparsi come nella Spagnola con 2.Bc3 Bf6 3.Cg5 è molto meno efficace perché il pedone d5 è ben difeso, mentre l ulteriore occupazione del centro con e2-e4 è più difficile. Ciò che rende tutto molto più interessante nel Gambetto di re che non dopo 1.d4 d5 2.c4 è che il lato di re viene aperto in una fase molto precoce della partita, mettendo subito entrambi i re in pericolo. Come repertorio ho scelto la variante: 2...Cc5 dhckfmbj gagamaga MmMmMmMm mmimgmmm MmMmAGMm mmmmmmmm AGAGMmAG JBIELCHD Questo è il più popolare fra i sistemi del cosiddetto Gambetto di re rifiutato. Il Nero esegue una normale mossa di sviluppo. Non tenta di punire il Bianco per l indebolimento della posizione del suo re prendendo in f4 e creando così la minaccia immediata...eh4+. Al contrario, gli crea problemi a lungo termine con l arrocco, diretta conseguenza dell impetuosa avanzata del pedone f. La posizione ricorda un po la difesa Slava, ma lì si presume che gli eventi principali si svolgano sul lato di donna, dando alla partita un corso per lo più posizionale. Ancora una volta, la mia decisione si basa su ragioni intuitive. In tutti gli altri capitoli avevamo la scelta tra due o al massimo tre varianti principali, mentre in questo caso ci troviamo nel bel mezzo di una giungla. La mossa 2...Cc5 è la più adeguata se il Nero vuole dare un corso posizionale alla partita ed evitare il tipo di posizioni irrazionali nei sogni del Bianco sin dalla seconda mossa. 11

8 le partite di gioco aperto - vol. 1 Prima di esaminare gli elementi strategici che caratterizzano la posizione quando entrambi i giocatori adottano uno sviluppo normale, dovremo prima considerare il piano di una precoce espansione al centro con: 3.Bf3 d6 4.c3 Preparando la successiva conquista del centro con d2-d4. Se confrontiamo la posizione con la vecchia linea principale dell'italiana (4.c3 Bf6 5.d4), il Bianco ha giocato f2-f4 invece di Cc4, che impedisce al Nero di rompere il centro con...d5. Il Bianco sembra anche avere una posizione migliore che nella partita Ponziani, perché il pedone d4 guadagnerà un tempo attaccando l alfiere avversario. Ma un trattamento di questo tipo ha il serio difetto di trascurare lo sviluppo dei pezzi e presenta il rischio di un espansione prematura. 4...Cb6 5.d4?! È considerata più prudente 5.Ba3, con l idea di cambiare l alfiere attivo, ma il cavallo è piuttosto lontano dalla case critiche centrali, permettendo al Nero di ottenere un forte controgioco dopo 5...Bf6 6.d3 Bg4 7.d4 f exd4 6.cxd4 Cg4 7.Ce3 Bf6 8.Bc3 dhmkfmmj gagmmaga MiMgMhMm mmmmmmmm MmMGAGcm mmhmibmm AGMmMmAG JMmELCmD Abbiamo raggiunto la prima posizione critica. Se gli si permettesse di consolidare il centro, il Bianco avrebbe gioco migliore. Per esempio, una naturale mossa di sviluppo come 8...Bc6?! può condurre a problemi inattesi dopo... 9.h3! Cxf3 10.gxf3 Il Bianco ha rafforzato il pedone e4 e gode di un enorme vantaggio di spazio. Le linee seguenti dimostrano che è già troppo tardi perché il Nero possa crearsi un adeguato controgioco Bh5 Minaccia...Bxf4. Nemmeno la rottura centrale 10...d5 riesce a mettere sotto pressione il Bianco. Per esempio 11.Ed2! dxe4 12.fxe4 Cxd Cxe3 14.Exe3 Ee7 15.e5± con forte iniziativa al centro. 11.Dg1! Parando la minaccia e sviluppando un pezzo Eh4+ Altrimenti il Bianco starebbe semplicemente meglio in una posizione del tutto normale. 12.Cf2 Exf4 13.Bd5 Tutto a un tratto, la donna è in trappola. Il Nero può salvarsi grazie a mezzi tattici, che però lo condurranno forzatamente a una posizione passiva Ca5+ 14.b4 Bxb4 15.Ea4+ Certo, non 15.Bxf4? a causa di 15...Bc2+ 16.Fe2 Bxf4 matto Bc6+ 16.Exa5! Bxa5 17.Bxf4 Bxf4 18.Dxg7 Il vantaggio di spazio e la potente coppia degli alfieri danno al Bianco un compenso più che sufficiente per il pedone. Il Nero non ha alcun modo per intrappolare la torre in g7. Per esempio: 18...Bg6 19.Ce3 (minacciando Ch6) 19...h6 20.d5 c5 (impedendo Cd4) 21.Cd2 seguita da Cc3. Tale scenario è in generale tipico del Gambetto di re. Talvolta mosse naturali (come 8...Bc6) non sono adeguate. È necessario pensare in termini più concreti. Nel presente caso, è migliore la distruzione immediata del centro bianco per mezzo del sacrificio di pezzo 8...Bxe4! 9.Bxe4 Ee7, che dopo ulteriori complicazioni conduce a una posizione complessa con possibilità all incirca pari. L intero piano basato su 4.c3 sembra piuttosto rischioso per il Bianco, sebbene non sia privo di una certa dose di veleno, come abbiamo visto. Il corso più usuale della partita dopo 2...Cc5 consiste nel normale sviluppo dei pezzi bianchi e neri. Una volta terminata la prima parte della mobilitazione delle forze, il Bianco dovrà compiere una scelta sul futuro corso d azione sul lato di re. Può giocare f4-f5 per lanciare un attacco di pedoni, o cambiare in e5 per esercitare pressione sulla colonna f. Una terza possibilità consiste nel cambiare l alfiere in c5 con Ba4 per arroccare e mantenere la tensione al centro il più a lungo possibile. 12

9 il Gambetto di re Il Nero deve organizzare il suo controgioco in maniera analoga al Gambetto di donna: deve in altre parole prima mirare a mettere in discussione la supremazia centrale del Bianco con una tempestiva spinta in d5 o f5, possibilmente dopo aver abbandonato la tensione con...exf4. Un elemento di aiuto può essere il controllo della casa d4, specialmente dopo lo sviluppo dell alfiere in g4. Proseguiamo ora indagando le possibili conseguenze della spinta del pedone bianco in f5. Partita 1 Rubinstein-Marco L Aja e4 e5 2.f4 Cc5 3.Bf3 d6 4.Cc4 Bf6 5.Bc3 0 0 Questa mossa è leggermente sospetta per due motivi fondamentali: colloca il re nell area più pericolosa della scacchiera e ritarda il controgioco al centro. 6.d3 Bbd7 dmckmjfm gagbmaga MmMgMhMm mmimgmmm MmCmAGMm mmhambmm AGAmMmAG JMIELMmD Nelle aperture di gioco aperto in cui il Bianco occupa il centro con e4 e d4 ma mantiene il pedone f nella posizione iniziale, lo sviluppo del cavallo in d7 può essere considerato un modo flessibile di mantenere la tensione al centro (si pensi, per esempio, alla variante Breyer nella partita Spagnola, dove il cavallo va in d7 dopo la perdita di due tempi). Qui, l efficacia di un simile assetto è discutibile, perché non esercita pressione sulle case centrali e dà al Bianco maggiore libertà d azione sul lato di re. 7.f5!? Non è facile controbattere il lento attacco avviato da questa mossa. Bogoljubov raccomandava 7.Ba4 seguita dalla cattura in c5 e dall arrocco corto come sistema più semplice per ottenere un vantaggio. Tuttavia, ciò non farebbe altro che giustificare il precedente gioco del Nero. Prima di tutto, il controllo della casa d5 verrebbe indebolito e, in secondo luogo, la cattura in c5 darebbe al cavallo avversario una posizione più attiva. La seguente variante illustra molto bene questi concetti piuttosto astratti: 7...exf4 8.Cxf4 d5! 9.Bxc5 (dopo 9.exd5 De8+ 10.Ff1 Cd6 il cavallo in a4 e il re bianco sarebbero piuttosto mal piazzati) 9...Bxc5 10.exd5 Bxd5 11.Cxd5 Exd Cg4 e il Nero ha conseguito uno sviluppo perfetto e ha poco da temere. Il pedone c7 è temporaneamente indifeso, ma ciò non è un problema, perché 13.Cxc7!? condurrebbe a una posizione completamente pari dopo 13...Bxd3! 14.Exd3 Cxf3 15.Dxf3 Ec5+ 16.Fh1 Exc c6 8.a3 b5 9.Ca2 a5 L espansione del Nero sul lato opposto è meno pericolosa perché in quell area non c è traccia del re bianco. 10.Ee2 La cautela eccessiva è sempre stata una caratteristica di Rubinstein. In questo caso, l immediata 10.Bg5 avrebbe potuto risparmiare un tempo nel corso della partita Eb6 11.Bg5! Il segnale d attacco. Il Bianco incrementa la pressione sulla casa f7 e approfitta del fatto che 11...h6 indebolirebbe il lato di re senza motivo, in quanto il cavallo rimarrebbe al suo posto dopo la forte 12.h4! a4 Anche il lato di donna del Nero sta incominciando ad assumere un aspetto concreto. La minaccia...b4 sembra un po spiacevole. Con le prossime mosse, Rubinstein prende immediatamente misure preventive. 12.Bd1 d5 13.c3 Ca6 14.Ef3 Una posizione singolare. Il Nero ha tre tempi in più, fatto che in circostanze diverse gli avrebbe 13

10 le partite di gioco aperto - vol. 1 dato un vantaggio decisivo. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che uno dei più importanti criteri di valutazione di una posizione è la sicurezza dei re. Su questo piano, il Bianco sta molto meglio. Diversi suoi pezzi e pedoni stanno prendendo di mira il re avversario, mentre il re bianco è del tutto al sicuro per il momento. Possiamo così vedere gli effetti dell arrocco prematuro del Nero. Allo stesso tempo, l apparente attività del Nero è piuttosto sterile; non dispone di un modo chiaro di aprire la posizione per far valere il suo migliore sviluppo. dmmmmjfm mmmbmaga ckammhmm maiagahm ammmammm GMGAmEmM CGMmMmAG JMIBLMmD 14...dxe4?! Non c era alcun bisogno di aprire la diagonale a2-g8 così presto. Come sottolineato da Kmoch, qui bisognava preferire l immediata 14...Dad8, che comunque non avrebbe risolto i problemi del Nero. Per esempio: 15.g4 Cb7 (con l idea di esercitare un po di pressione lungo la diagonale h1 a8) 16.Bh3 Ce7 17.g5 dxe4!? (l operazione tattica avviata da questa mossa non riuscirà a cambiare il corso della partita, ma ritirare il cavallo con 17...Be8 significherebbe accettare il fallimento completo del precedente gioco del Nero dopo 18.Ce3 Ec7 19.f6 gxf6 20.Bdf2 seguita dall arrocco lungo, con attacco devastante) 18.dxe4 Bxe4 19.Exe4 c5 20.Cd5 Bf6!? 21.gxf6 Cxd5 22.Eg4 Cxf6 23.Dg1 Ec6 24.Dg3. Il Bianco è riuscito a stabilizzare la posizione e conserva un piccolo vantaggio di materiale. Ancora più importante è il fatto che minaccia di portare avanti il suo attacco con Cg5 e Be3 (o Bdf2). 15.dxe4 Dad8 16.g4 Ec7 MmMjMjfm mmkbmaga cmammhmm maimgahm ammmamam GMGMmEmM CGMmMmMG JMIBLMmD 17.Bxf7! Una combinazione semplice a coronamento della superiore strategia del Bianco Dxf7 18.g5 Le minacce g5-g6 o Cxf7 seguita da gxf6 assicurano al Bianco un vantaggio di materiale Bd5!? Cercando disperatamente di aprire le linee verso il re avversario. 19.exd5 Bb6 MmMjMmfm mmkmmdga chammmmm maiagagm ammmmmmm GMGMmEmM CGMmMmMG JMIBLMmD 19...cxd5 sarebbe stata migliore, sebbene dopo 20.Cxd5 il Bianco avrebbe conservato un vantaggio considerevole a causa della posizione relativamente sicura del suo re. Dopo 19...Bb6 Rubinstein giocò 20.g6 e vinse dopo alcune inutili complicazioni, senza mai però lasciarsi sfuggire il vantaggio. Tuttavia 20.Eh5! con la minaccia g5-g6 sarebbe stata più convincente. Per esempio: 20...Bxd5 21.g6 hxg6 22.fxg6 Df6 23.Cxd5+ Dxd5 24.Eh7+ 14

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