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1 Galerie Agora, Rue du Marché aux Herbes 105, Bte 11 B-1000 Brussels Telephone Fax etf@etf-europe.org European Transport Workers Federation Fédération Européenne des Travailleurs des Transports Europäische Transportarbeiter-Föderation Federación Europea de los Trabajadores del Transporte Posizione della ETF 1 sul pacchetto di proposte per la riforma della PCP 1 Le Federazione European dei Lavoratori dei Trasporti rappresenta più di 2.5 milioni di lavoratori nei settori del trasporto e della pesca e 235 sindacati in 41 paesi europei.

2 Visione d insieme: assenza lampante di una prospettiva sociale nella proposta del pacchetto di riforma. L ETF e i suoi membri hanno partecipato con grande impegno alle consultazioni e ai dibattiti che hanno preceduto l'adozione delle proposte della Commissione per la riforma della politica comune della pesca (PCP). Dopo aver trascurato gli aspetti sociali per più di 40 anni, la discussione sulla riforma ha evidenziato rinnovato interesse e sensibilità verso l esigenza di inserire le rivendicazioni dei pescatori salariati nella PCP. Durante tutto l'arco delle consultazioni, iniziate con il Libro verde, l'etf ha chiesto un approccio nuovo, che potesse far confluire le preoccupazioni sociali in ogni misura e azione proposte. Per l'etf la PCP non dovrebbe focalizzarsi solo sulla gestione delle risorse, ma abbracciare un orizzonte più ampio e includere ogni aspetto della pesca europea, considerando anche le aree influenzate, per esempio, da decisioni su risorse o governance. Benché temi come la formazione e la sicurezza non rientrino del tutto nelle prerogative della DG MARE, va tuttavia ricordato che il Trattato sul funzionamento dell Unione Europea (TFUE) sancisce che tra gli obiettivi della PCP vi è "l'impiego migliore dei fattori di produzione, in particolare della manodopera" 2 e che possono essere attuate misure per garantire "un coordinamento efficace degli sforzi intrapresi nei settori della formazione professionale" 3. Ciò detto, L'ETF condivide la maggior parte degli obiettivi della Commissione europea (CE) nella Comunicazione COM (2011) 417 definitivo, ed è d'accordo sul bisogno di una riforma strutturale del settore, che affronti le debolezze della precedente versione della PCP. Tuttavia, l'etf ritiene che gli strumenti proposti dalla CE non permettano di affrontare i problemi che attanagliano il settore, soprattutto quelli che toccano direttamente i lavoratori, né permettano di accompagnare la transizione verso quei radicali mutamenti che la riforma comporterà per il settore. Come premessa, l'etf ritiene che le proposte presentate dalla Commissione creino confusione riguardo ai diversi attori che partecipano al settore delle catture. I testi parlano in generale di pescatori, senza specificare altro, mentre alcune misure proposte avrebbero un impatto diverso sui proprietari di pescherecci (a cui spesso ci si riferisce chiamandoli pescatori e salariati). È essenziale che il Parlamento europeo migliori questa lacuna introducendo un chiaro distinguo tra armatori e pescatori salariati. Inoltre, sebbene il processo di consultazione abbia rivelato il bisogno di includere misure per migliorare la performance sociale del settore, la CE ha deciso di adottare un approccio superficiale e non ha avanzato proposte concrete per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei pescatori salariati, né ha considerato le conseguenze che i mutamenti proposti avrebbero su tale categoria di lavoratori. Oltre ad aver condotto uno studio formale di valutazione d'impatto, per cui le parti sociali non sono state consultate, la Commissione non ha fatto altro che proporre cambiamenti strutturali 2 TFUE art.39 3 TFUE art. 41 1

3 per la gestione della pesca, che dovrebbero, secondo la DG MARE, migliorare la situazione economica della flotta, e pertanto, le condizioni di vita e di lavoro degli equipaggi. Quest approccio, che lascia alle forze di mercato la responsabilità di risolvere i problemi che attanagliano il settore, è troppo semplicistico e tiene solamente conto dell'eccessiva capacità, tralasciando altri aspetti che hanno un impatto diretto sulla performance sociale negativa del settore e che sono, talvolta, slegati dall'eccessiva capacità. Inoltre, oltre a lasciare alle forze di mercato una risorsa pubblica, le misure di tutela proposte non sono adeguate per prevenire la concentrazione e la speculazione, né per proteggere la piccola pesca e salvaguardare i lavoratori nel caso di un trasferimento delle concessioni da un operatore ad un altro. L'ETF ha fiducia nel fatto che il processo legislativo possa migliorare la proposta della Commissione e si aspetta una stretta cooperazione con il Parlamento europeo. Gli obiettivi della riforma L'ETF condivide l'obiettivo generale della proposta della Commissione, ossia creare le condizioni per lo sviluppo di un settore della pesca che possa essere sostenibile dai punti di vista ambientale, sociale ed economico. I pescatori salariati sono consapevoli del fatto che le attività del settore dipendono dal buono stato delle risorse e che quindi si devono compiere sforzi per garantire stock sani. Perciò la PCP dovrebbe garantire che si stabiliscano e si rispettino regole chiare, basate su dati attendibili. È importante rilevare che il mancato rispetto delle regole in alcuni Stati membri è uno dei limiti dell'attuale PCP. Una delle priorità della nuova PCP dovrebbe essere assicurare lo sfruttamento degli stock secondo la resa massima disponibile (MSY: maximum sustainable yield). Tuttavia bisogna considerare che i livelli di MSY andrebbero stabiliti poggiando su dati attendibili e che l'informazione ora disponibile sullo stato della maggior parte degli stock non basta a determinare tali valori. Inoltre, l'approccio MSY dovrebbe essere applicato caso per caso: per alcune specie, i livelli MSY verranno raggiunti, secondo i rapporti dell'ices (il Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare), entro uno o due anni dalla data fissata dall UNCLOS (la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare): in questi casi, andrebbe applicata una certa flessibilità. È pure auspicabile che il principio MSY sia applicato in funzione di un approccio ecosistema. In ultimo, nello stabilire i livelli MSY, si dovrebbe tener conto in modo equo di fattori cruciali quali l inquinamento, l aumentata temperatura dell'acqua e la mortalità ittica naturale. Si dovrebbero avanzare misure per scoraggiare e progressivamente eliminare la pratica dei rigetti, secondo una tempistica e procedure realistiche, così da coinvolgere strettamente le parti sociali e gli altri soggetti interessati. Si dovrebbero promuovere dei progetti pilota, assieme alla ricerca e allo sviluppo di strumenti selettivi migliorati ed anche incoraggiare il consumo di quelle specie che hanno un basso valore commerciale, nonostante il loro alto livello nutritivo. Questi progetti dovrebbero analizzare, tra l'altro, le conseguenze che l'applicazione delle misure anti-rigetto avrà sugli equipaggi in termini di orari di lavoro più lunghi e, quindi sulla sicurezza. Inoltre, ai membri d equipaggi dovrebbe essere impartita una formazione sull'applicazione delle nuove regole per i rigetti, e si dovrebbe poter finanziarla mediante il futuro Fondo marittimo e per la Pesca. 2

4 I piani pluriennali di gestione sono strumenti adatti ad assicurare sostenibilità sul lungo periodo e il loro uso nel Mediterraneo è appropriato, così come la necessità di assicurare che i Paesi confinanti possano adottare lo stesso approccio. Anche il miglioramento delle consulenze scientifiche e la razionalizzazione del sistema consultivo scientifico dovrebbero essere annoverati tra le priorità, poiché questi sono gli elementi alla base delle decisioni sulle politiche. Dovrebbe essere attuata una rinnovata cooperazione tra il mondo scientifico, l industria e le parti sociali, e la riforma dovrebbe essere l'occasione per avanzare sensibilmente questo partenariato. Il miglioramento dell'attività di raccolta dati, e i rinnovati obblighi per gli Stati membri sulla loro comunicazione dovrebbero includere cifre su aspetti socio-economici, giacché questi sono insufficienti e obsoleti. La sostenibilità sociale viene menzionata tra gli obiettivi della futura PCP, ma purtroppo non viene avanzata nessuna proposta concreta. Le misure della Commissione perseguono un miglioramento dello stato degli stock e della performance ambientale del settore, e propongono l'introduzione di un sistema basato sul mercato per garantirne la sostenibilità economica. Non vengono introdotte misure significative per migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei pescatori salariati, poiché, secondo l'ingenua analisi della Commissione, questo si otterrà una volta che la situazione economica del settore migliorerà. Al contrario, pensiamo che senza misure attive per sostenere la transizione, le condizioni di vita e di lavoro dei pescatori salariati si deteriorerà ancora. Lo sviluppo della PCP come parte di un'economia marittima più ampia è certo un obiettivo lodevole, a cui dovrebbero far seguito proposte concrete. Fino ad ora, nonostante i piani ambiziosi portati avanti quando la Politica marittima integrata (PMI) venne stabilita, la pesca non fu considerata un settore prioritario. Una migliore integrazione delle politiche sulla pesca nel contesto marittimo dovrà includere aspetti come la formazione e la creazione di carriere marittime che possano migliorare la situazione dei mercati del lavoro nel settore marittimo. Quest approccio sarebbe di sicuro vantaggioso per la comunità costiera e contribuirebbe a preservare l occupazione nel settore marittimo. Un futuro per l'industria e l occupazione nei settori della pesca e dell acquacultura Come già menzionato, l'etf è pienamente d'accordo con il principio generale secondo cui la PCP debba assicurare le condizioni per un'industria forte, vitale e competitiva, che offra posti di lavoro attraenti. Tuttavia è discutibile che i cambiamenti proposti dalla Commissione possano portare al raggiungimento di questi obiettivi. La Commissione europea sembra avere una fede incrollabile nel fatto che l'introduzione dei meccanismi di mercato risolverà i problemi del settore. L'ETF ha messo in discussione questa prospettiva, e per vari motivi: o Gli stock di pesce sono una risorsa pubblica e privatizzarli è inaccettabile. L'ETF suggerisce di stabilire un nuovo sistema basato sull'assegnazione di quote individuali che, comunque, non possano essere commerciate. I diritti di pesca dovrebbero tornare allo Stato quando un operatore lascia il settore, e lo Stato dovrebbe riassegnarli. In tutti gli altri settori economici, le concessioni servono per permettere un uso temporaneo dei beni pubblici, e non possono 3

5 essere vendute direttamente ad altri operatori, ma devono ritornare allo Stato che li deve riassegnare. o Gli Stati membri dovrebbero poter controllare i diritti di pesca: questi dovrebbero essere rilasciati dietro prova del rispetto delle regole di conservazione, della legislazione ambientale e sociale, dei contratti collettivi, se esistenti, e dei diritti dei lavoratori. La proposta della Commissione sarebbe dovuta essere più esplicita e avrebbe dovuto indicare quali criteri trasparenti ed obiettivi gli Stati membri possono stabilire per definire l'eleggibilità (cioè i requisiti richiesti) per l'assegnazione delle concessioni di pesca. L'ETF considera questo punto una mancata opportunità, dato che collegare l'accesso alle risorse con l'ottemperanza alle regole di sicurezza e al rispetto delle condizioni lavorative sarebbe un modo efficace per migliorare la performance sociale negativa del settore e scoraggerebbe la competizione sleale da parte di quanti operano senza rispettare le norme e, dunque, con minori costi operativi. o La Commissione presenta l'introduzione di uno schema per le concessioni come un espediente per eliminare i sussidi al disarmo: pur essendo d'accordo nell'affermare che i sussidi al dismarmo non sono stati efficaci nel ridurre l'eccessiva capacità, noi riteniamo che la soluzione presentata dalla Commissione non sia soddisfacente. Innanzitutto, come abbiamo detto precedentemente, noi siamo contro il permettere ad operatori privati di commerciare diritti di pesca. In secondo luogo, se il commercio dei diritti di pesca rendesse più facile ai proprietari di pescherecci l'uscita dal settore, i lavoratori non riceverebbero nessuna compensazione e non beneficerebbero di una protezione nel caso i loro datori di lavoro cessassero le attività. La Commissione definisce questa soluzione sociale, ma non riusciamo a capire l'utilizzo di questo termine nel contesto. o Le misure di salvaguardia proposte non bastano a garantire continuità occupazionale: che cosa succederebbe alla manodopera nel caso di trasferimento di concessioni? La proposta della Commissione non prende nemmeno in considerazione quest aspetto. Misure protettive vanno introdotte per far sì che i livelli dell occupazione siano mantenuti quando le concessioni sono trasferite e che la forza-lavoro viene assunta dal nuovo concessionario. Le scelte riguardanti l erogazione di concessioni da parte degli Stati membri vanno realizzate in modo da garantire che la precedenza venga data agli operatori locali, al fine di non mettere a repentaglio l occupazione locale. o Inoltre, lo scenario presentato dalla Commissione considera solamente uno scenario dove il valore del pescato aumenterà, ma non prende in considerazione che, per una serie di fattori diversi, le quote potrebbero essere ridotte, o il valore del pescato potrebbe ridursi: in entrambi i casi il valore delle concessioni, e quindi gli incentivi a lasciare il settore, diminuirebbero. o Le esperienze di Paesi dove esistono sistemi di diritti di pesca scambiabili non sono così positive come la Commissione europea le presenta. L'introduzione di diritti trasferibili ha portato nella maggior parte dei casi ad una riduzione della capacità, ma ha creato situazioni ingiuste, e ha provocato la concentrazione delle attività di pesca nelle mani di pochi operatori, alcuni dei quali provengono dall esterno e subappaltano le attività di pesca ad altri, nella maggior parte dei casi coloro che già pescavano nelle stesse acque. Le misure di salvaguardia proposte dalla Commissione non impedirebbero il verificarsi di queste situazioni, e questo sarebbe in netto contrasto con l'obiettivo di rafforzare e dare più potere alle comunità costiere. 4

6 o Dopo aver discusso per più di un anno sulla definizione di piccola pesca, la proposta presenta una soluzione semplicistica che non rende conto della complessità della piccola pesca e assimila una parte ingente della flotta piccola alla pesca industriale. L ETF ritiene che la definizione di piccola pesca dovrebbe essere più vasta e che la flotta artigianale andrebbe esclusa da qualsiasi sistema di diritti di pesca trasferibili. L ETF esorta gli Stati membri a introdurre ammortizzatori sociali al fine di sostenere i pescatori salariati e ridurre al minimo gli effetti dell applicazione della PCP riveduta sui lavoratori. Le reti di sicurezza devono in particolare prevedere il sostegno alla riqualificazione ed alla transizione verso altre attività, misure di sostegno in caso di riduzione o di arresto temporaneo delle attività di pesca e le indennità di disoccupazione in caso di perdita del posto di lavoro. Sebbene gli incidenti sul luogo di lavoro siano un grande problema della pesca, la proposta della Commissione non avanza nessuna misura per incoraggiare il settore e gli Stati membri a migliorare la situazione attuale. Non viene fatto riferimento alcuno, ad esempio, ai possibili incentivi e a misure attive per promuovere la modernizzazione della flotta, così da rendere i pescherecci dei luoghi di lavoro più sicuri e per promuovere la formazione. Inoltre, la maggior parte delle regole attuali su salute e sicurezza nel settore della pesca si applicano solo ad una parte molto ridotta della flotta UE, perché non coprono i piccoli pescherecci. L'approccio della Commissione è che, una volta che i problemi economici del settore verranno risolti, gli operatori investiranno di più in sicurezza e salute. Quest approccio rivela un'attitudine di indifferenza verso problemi molto seri che toccano quanti vivono di questo settore: anche il miglioramento delle condizioni lavorative viene lasciato alle forze di mercato. L'ETF ritiene che lo sviluppo del dialogo sociale ad ogni livello sia una priorità per il settore, specialmente considerando il fatto che in alcuni Stati membri la rappresentanza dei partner sociali è scarsa, così come il dialogo bi e tri-partito. La Commissione, tuttavia, non propone una strategia su come intende promuovere questo dialogo: per questo esortiamo affinché venga stabilita una cooperazione più costruttiva con il comitato di dialogo sociale settoriale pesca marittima, i cui membri hanno un'esperienza di lungo corso sui bisogni del settore, per quello che riguarda promozione del dialogo e sviluppo delle competenze (capacity building). Ancora una volta, l'etf consiglia l'introduzione di un meccanismo che preveda il rispetto dei contratti collettivi e delle condizioni di lavoro come mezzo per promuovere il dialogo sociale e valorizzarne i risultati. I partner sociali a livello europeo si adoperano in maniera significativa per contribuire alla razionalizzazione e all'adattamento della formazione e delle competenze ai cambiamenti che colpiscono il settore, e in futuro dovrebbero essere appoggiati convenientemente dalla Commissione europea, specialmente attraverso il futuro strumento finanziario. La ratifica della Convenzione OIL 188 rappresenterà di sicuro un passo avanti per l'adozione di condizioni lavorative decorose in tutto il mondo. A questo scopo, l'europa dovrebbe guidarne il processo fino alla sua entrata in vigore. La Convenzione permetterà un quadro omogeneo a livello globale, estenderà alcune misure di protezione per i lavoratori autonomi e introdurrà la possibilità di ispezioni da parte delllo Stato del porto. Tuttavia ciò avrà un impatto limitato sul miglioramento delle condizioni lavorative per i pescatori salariati nell'ue, giacché la maggior parte delle norme UE esistenti sono già più rigorose rispetto a quelle della Convenzione. Perciò pensiamo che i decisori 5

7 politici europei e nazionali non dovrebbero affidarsi a strumenti internazionali per migliorare le condizioni di lavoro della pesca, ma dovrebbero invece impegnarsi ad adottare iniziative concrete nel loro ambito di competenza. Inoltre va fatto un lavoro di preparazione in vista dell entrata in vigore della Convenzione in modo da garantire che gli Stati membri siano pronti ad applicare il controllo da parte dello stato del porto. Nella maggior parte degli Stati membri scarseggiano le ispezioni lavorative nella pesca: la peculiarità del luogo di lavoro complica i controlli. Riteniamo perciò che debbano essere fatti degli sforzi per unire ai controlli, rafforzati secondo le disposizioni della PCP, delle ispezioni lavorative. La volontà espressa dalla Commissione di cooperare con l'oil per promuovere un progetto pilota inteso a formare gli ispettori Ue sulle norme di controllo dello Stato di approdo è un significativo passo in avanti che dovrebbe anticipare altre iniziative simili. La mancanza di attrattive del settore per i giovani è stata dibattuta ampiamente negli ultimi anni, e ciò va attribuito in genere all'immagine negativa del settore. A nostro giudizio la scarsa attrazione è principalmente dovuta alle cattive condizioni di lavoro e all'instabilità delle attività di pesca. La creazione, come detto prima, di corsi di formazione marittimi integrati aiuterebbe a preservare l'occupazione nel settore andando a vantaggio delle regioni costiere. Governance L'ETF ritiene sia appropriato spostare i processi decisionali che riguardano temi regionali a livello regionale, anche se non è chiaro come questo verrà attuato. Nello stabilire regole per i prossimi Consigli consultivi regionali (RAC), la Commissione dovrà tener presente i problemi degli ultimi anni, specialmente riguardo all assegnazione dei seggi a tutte le parti. I Consigli consultivi regionali (CCR, in inglese RAC) devono essere coinvolti nella definizione delle nuove disposizioni che regolamentano il loro funzionamento. Purtroppo l ACFA (Comitato consultivo per la pesca e l'acquacoltura, CCPA) non è menzionato nella proposta della Commissione. Cogliamo l'occasione di ribadire l'importanza del CCPA nel processo di consultazione. Il CCPA rappresenta l'unico organo dove le organizzazioni delle parti interessate discutono di questioni orizzontali e forniscono una prospettiva europea, grazie ai loro incontri preparatori. Il valore aggiunto de CCPA non deve essere sottovalutato, e la Commissione dovrebbe continuare a considerare le organizzazioni europee delle parti interessate come partner privilegiati per il dialogo e la consultazione. L'eliminazione del CCPA rischia di causare l'indebolimento di alcune organizzazioni europee di soggetti interessati, e con possibili conseguenze molto negative anche sul dialogo sociale a livello europeo. La dimensione internazionale L'ETF riconosce l'intenzione della Commissione di migliorare gli accordi per la pesca con i paesi terzi, rendendoli coerenti con i principi che guidano la riforma. L'inclusione di una clausola sui diritti umani negli accordi è un passo importante. Tuttavia, anche i diritti dei lavoratori dovrebbero essere inclusi tra le condizioni da osservare, e non solo dai Paesi partner, ma anche dalle imprese che operano attraverso gli accordi di pesca. Per questo motivo crediamo che la clausola sociale, così come definita negli accordi attuali, debba essere migliorata. Il testo attuale infatti è risultato essere troppo vago, e quindi è difficile capire se i principi in esso contenuti sono davvero applicati. Noi riteniamo 6

8 che, anche in quest ambito, l'assegnazione dei diritti di pesca vada subordinata al rispetto dei diritti dei lavoratori, all'applicazione di condizioni di lavoro dignitose, come sancisce la Convenzione dell OIL 188, all'impegno nei negoziati salariali con i sindacati, nonché all'osservanza della legislazione ambientale e delle norme di conservazione. Inoltre, le condizioni d assunzione dei lavoratori locali dovrebbero essere incluse nelle valutazioni periodiche degli accordi ed i loro risultati resi pubblici. Sebbene quest aspetto non sia incluso nella proposta della Commissione, l'etf crede che debba essere fatto uno sforzo a livello UE per monitorare le attività delle flotte UE che operano in acque non-ue al di fuori del quadro degli accordi di pesca, perché queste dovrebbero rispettare gli stessi principi guida applicati a quelle che pescano nell'unione europea. Riteniamo che provvedimenti concreti vadano avanzati per garantire che le condizioni lavorative dei membri di equipaggi domiciliati al di fuori dell UE, e che lavorano a bordo d imbarcazioni che battono bandiera UE, siano uguali a quelle dei lavoratori domiciliati nell UE. 7

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