EURO IN FORMAZIONE ON LINE ANNO III MATERIA: LETTERATURA ITALIANA LEZIONE 6 Introduzione alla Divina Commedia
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- Dino Alfieri
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1 Introduzione alla Divina Commedia I critici concordano nel ritenere l'inferno concluso nel 1309, il Purgatorio nel , mentre indicano il 1320 come data conclusiva del Paradiso. dell'opera può essere ricavato da una Epistola che Dante invia a Cangrande della Scala, signore di Verona che lo ha ospitato tra il 1314 e il 1318, nella quale gli dedica il Paradiso. L'aggettivo divina venne indicato da Giovanni Boccaccio, infatti scrisse; Incipit Comedia Dantis Alagherii, florentini natione, non moribus (Comincia la Commedia di Dante Alighieri, fiorentino di origine, non di costumi), titolo polemico nei confronti dei concittadini che lo bandirono dalla patria. Nella edizione a stampa effettuata da Ludovico Dolce a Venezia nel 1554 l opera è intitolata DIVINA COMMEDIA in maniera definitiva. Nella stessa Epistola a Cangrande Dante spiega che l'ha chiamata Commedia, perchè è un'opera che inizia tragicamente ma finisce felicemente. Infatti si parte dal dramma dei dannati (inferno) per giungere alla beatitudine celeste (paradiso). Fonti della Divina Commedia Nella Divina Commedia appare evidente il tema della visione e dell'elevazione al cielo, come troviamo nella Repubblica di Cicerone, o nell'apocalisse di san Giovanni. Il libro VI dell'eneide ha offerto a Dante numerosi riferimenti mitologici ed uno dei personaggi maggiori, Virgilio la guida ed il simbolo della ragione umana. Altri apporti culturale sono giunti da opere medievali come la Navigazione di san Brandano, la Visione di san Paolo, la Visione di Alberico, il Purgatorio di san Patrizio. I numerosi riferimenti mitologici derivano dal mondo della latinità: Ovidio, Stazio, Lucano, Orazio e Virgilio; i numerosi riferimenti storici sono ripresi da 1
2 Livio e da Plinio. A livello filosofico è presente Aristotele, Severino Boezio, san Tommaso, san Bonaventura (Itinerarium mentis in deum), san Bernardo di Chiaravalle. STRUTTURA L entrata dell'inferno è presso Gerusalemme. Ai suoi antipodi sorge la montagna del purgatorio, la voragine dell inferno è stata causati dalla caduta di Lucifero ed è incastrato al centro della terra. Attorno alla terra immobile ruotano nove cieli; oltre a questi, nell'empireo, i beati siedono in adorazione di Dio, circondato dai nove cori angelici. Nell inferno i peccati diventano più gravi mano a mano che si scende verso il fondo. Nel purgatorio i peccati sono disposti in senso decrescente secondo i sette vizi capitali. Nel paradiso i meriti derivano dal comportamento tenuto durante la vita terrena. Dante è il personaggio principale ed è accompagnato da Virgilio (la ragione umana che riporta l'uomo sulla retta via), che lo guida nell'inferno e nel purgatorio, Stazio rappresenta la poesia illuminata dalla fede, Beatrice simboleggia la fede e la teologia e san Bernardo rappresenta il valore massimo dell'estasi ascetica. Dante rappresenta l'intera umanità del suo tempo, immersa nel peccato. Numerosissimi sono i personaggi politici principalmente tra i dannati. Il paesaggio dell'inferno e del Purgatorio è rappresentato con molta verosimiglianza: soprattutto nella seconda Cantica abbondano prati, valli fiorite, selve. Nel paesaggio infernale troviamo paludi buie, orrende apparizioni di mostri, terrificanti metamorfosi. Nella terza Cantica, invece, domina la luce, segno di gioia e della grazia illuminante di Dio. 2
3 Dante ritiene di dover contribuire a riportare l'umanità sulla retta via e così il poema ha un valore didattico ed allegorico. Dante, nel Convivio, afferma che un opera letteraria può essere interpretata sotto quattro aspetti, o «sensi»: - letterale, - allegorico, - morale, - anagogico. Sul piano letterale il poema descrive un viaggio nell'aldilà, iniziato il venerdì santo (8 aprile) del 1300, l'anno Santo del Giubileo indetto da papa Bonifacio VIII. Sul piano allegorico il poema descrive simbolicamente il percorso dell'anima dal peccato alla salvezza. Tutto ciò originato dalla mancanza delle guide fondamentali del papa e dell'imperatore, poiché il primo prevarica il potere temporale e il secondo non lo esercita con sufficiente rigore. Il senso morale viene evidenziato dai ripetuti inviti del poeta a resistere alle tentazioni, a rafforzare la volontà sull'istinto, a seguire le Sacre Scritture ed a resistere alle tentazioni. Il senso anagogico si riferisce soprattutto alle citazioni bibliche e alla simbologia in esse contenuta. Il simbolismo numerico Un rigido determinismo caratterizza la Commedia: nella tradizione ebraicocristiana alcuni numeri hanno un significato magico; per esempio il tre esprime la Trinità, mentre l'uno simboleggia l'unità di Dio e il dieci ricorda il numero dei comandamenti. Questi numeri ritornano insistentemente nella 3
4 Commedia, che si divide in tre Cantiche, ciascuna composta di trentatrè Canti ciascuna; trentatrè corrisponde all'età della morte di Cristo. Il primo canto dell inferno è di introduzione ed unito alle tre cantiche ciascuna di trentatrè canti permette di raggiungere i cento Canti che è il numero che rappresenta dieci moltiplicato per se stesso. I Canti si compongono di terzine, mentre nei tre regni vi sono nove settori.. Il determinismo numerico riguarda anche i contenuti del poema. Per esempio: - il Canto VI di tutte e tre le Cantiche è dedicato al problema politico; - nei tre regni c'è una progressione di pena o di intensità di beatitudine. Nell'Inferno e nel Purgatorio le pene sono attribuite in base al contrappasso una regola secondo cui la pena riflette la colpa, per analogia oppure per contrasto e non è mai attribuita né immaginata dal poeta senza un nesso logico. Lingua utilizzata Dante riesce dimostrare l assoluta maturità del volgare utilizzato ed infatti riesce a passare dal comico al grottesco, dal lirico al drammatico, creando neologismi ed utilizzando eleganti latinismi. La fortuna della Divina Commedia Il successo del poema e delle opere minori di Dante è già notevole presso i contemporanei; meno fortuna ha Dante nei secoli successivi, forse influenzati dal Petrarca. Nel Cinquecento Pietro Bembo indica Petrarca come sommo modello di stile poetico, mentre il Seicento non comprende affatto la profondità del 4
5 messaggio dantesco. Il Settecento illuministico non ama l'opera di Dante, al contrario dell'ottocento che rivaluta la Commedia. La scuola positivistica del Carducci sembra comprendere meglio la poesia dantesca. Il Novecento è il secolo degli studi linguistici e strutturali della Commedia. La scuola crociana annovera critici come Attilio Momigliano, sensibile soprattutto agli aspetti lirici e storico-politici del poema, nonché Francesco Flora e Giovanni Getto che rivalutano in particolare il Paradiso. Di recente contributi fondamentali. Pregevole contributo è stato offerto da Umberto Bosco che ha curato la monumentale Enciclopedia Dantesca ( ). 5
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