La Germania unita e democratica Marco Impagliazzo

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1 Avvenire, 3 ottobre 2010 La Germania unita e democratica Storia di successo, esempio per l Europa Vent anni fa finiva la divisione. Adesso nuovi particolarismi Marco Impagliazzo Quando, il 3 ottobre 1990, le due Germanie tornarono a essere unite dopo quarantacinque anni di separazione, il muro di Berlino era crollato da meno di un anno. Il processo di riunificazione si era realizzato con grande rapidità, tanto da suscitare perplessità fuori e dentro i confini tedeschi. In Germania, alcuni ritennero di avere assistito a un Anschluss, un annessione, piuttosto che a un autentica unificazione. All estero si materializzò lo spettro della 'grande Germania'. A vent anni di distanza il successo della riunificazione è evidente a tutti. Ai tedeschi anzitutto, che in un recente sondaggio l hanno coralmente definita (79% all Est, 82% all Ovest) un passaggio decisivo della loro storia nazionale. Una rivoluzione pacifica al confronto con altre vicende maturate in Paesi dell ex area comunista che hanno optato invece per la separazione, drammatica come in ex Jugoslavia o consensuale come per la Cecoslovacchia. La riunificazione ha posto all economia tedesca una nuova sfida epocale dopo quella vinta della ricostruzione del Paese all indomani della Seconda guerra mondiale. Allora furono necessari vent anni di sforzi e sacrifici, nel segno dell «economia sociale di mercato». Per estendere a Est i medesimi livelli di benessere, tutti i tedeschi contribuiranno fino al 2019 con una «tassa di solidarietà», destinata a finanziare nuove infrastrutture per l ex Ddr: in un Paese che vuole essere unito e concorrenziale, le regioni più forti sostengono necessariamente quelle più deboli. I risultati si vedono. Lo squilibrio tra Ovest ricco ed Est arretrato si è ridotto. La ridistribuzione ha comportato maggiore ricchezza per tutti. Il tasso di disoccupazione nella parte orientale si è ridotto, in seguito alla migrazione di tanti giovani verso Occidente. Chi aveva timore di un aggressiva «grande Germania» è stato smentito. La sfida dell unificazione è stata raccolta a molti livelli, dalla politica come dalla società civile, coinvolgendo partiti, Chiese e associazioni, in un impegno di superamento della mentalità e delle prassi del comunismo, verso una democrazia condivisa. Molti nuovi soggetti politici sono confluiti nei partiti tradizionali, con l eccezione della Linke, erede sostanzialmente dell ex Partito comunista, anche se profondamente riformata. Un esito non scontato, dal momento che i tedeschi dell Est avevano sperimentato senza soluzione di continuità dodici anni di regime nazista e più di quaranta di comunismo: oltre mezzo secolo senza democrazia. È per questo che l 85% dei tedeschi orientali e l 81% di quelli occidentali si definiscono orgogliosi di avere superato in maniera pacifica il comunismo. L edificazione di una Germania unita e

2 democratica ha costituito la risposta più forte ai rigurgiti di razzismo e xenofobia emersi negli anni 90. I partiti di estrema destra non sono riusciti a conquistare percentuali di consenso significative. Occorre tuttavia vigilare su un fenomeno che e- sercita attrattiva per un certo mondo giovanile. La nuova Germania non è la vecchia Repubblica federale allargata, ma un Paese nuovo, dove i tedeschi orientali hanno un peso. La prova migliore è che l attuale cancelliere Angela Merkel viene dall Est. Tale rinnovamento ha comportato un ripensamento del ruolo di Berlino nel contesto europeo e globale. Il peso specifico e la funzione di spinta del Paese nel processo di integrazione europea sono aumentati. Sugli scenari mondiali, la partecipazione alle missioni di pace dell Onu e della Nato, specie nei Balcani e in Afghanistan, rappresenta una novità dopo la Seconda guerra mondiale. Tuttavia, in Germania come altrove, il senso di crisi e la sfiducia verso l Europa hanno appannato l entusiasmo della riunificazione. A Est esiste ancora una certa 'ostalgia' (ost = est), diffusa tra quanti si ritengono danneggiati dalla fusione con l Ovest. È comunque prevedibile che l anniversario di oggi sarà una festa grande. Sarebbe auspicabile che fosse l Europa tutta ad associarsi alle celebrazioni e a riflettere sul senso di questa 'storia di successo', in una stagione tentata dai particolarismi e dalle divisioni. Germania, la sfida immigrati a vent anni dall unificazione Riuscita l integrazione fra i due Stati, rimane però il divario economico Il problema è come inserire gli stranieri che sono sempre più numerosi. Buoni risultati, ma più lenti di come previsto Vincenzo Savignano Riunificata, ma ancora squilibrata; libera ma contraddittoria, con ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri; multietnica, ma con molti stranieri scarsamente integrati. Così appare la Germania a venti anni dalla riunificazione. Un Paese che sta uscendo a testa alta dalla crisi e che si sta riproponendo come la locomotiva d Europa, grazie anche agli enormi progressi nell integrazione socioeconomica tra i cinque Länder dell Est e gli undici dell Ovest. L unità del Paese recuperata nel 1990 dopo la divisione nel 1945 rimane un concetto molto soggettivo soprattutto se si analizza il processo di riunificazione da un punto di vista prettamente socio-economico. Sotto questo aspetto la Germania deve completare il suo percorso anche se molta strada è stata fatta. Solo una settimana fa la Corte costituzionale ha prolungato la

3 cosiddetta tassa di solidarietà, meglio conosciuta come «Soli», imposta nel 1995 per finanziare i costi della ricostruzione dell ex Germania Est. Questa tassa porta nelle casse dello Stato circa 12 miliardi di euro all anno e grazie a questi fondi tutte le città dell ex Ddr hanno ricevuto un lifting radicale, Berlino su tutte. Ma ancora oggi il reddito dei tedeschi che vivono in queste regioni è solo il 70-80% di quello dei loro concittadini dell Ovest. Secondo le statistiche comparative più recenti, al luglio scorso, la disoccupazione nell Est era all 11,5%, quasi il doppio rispetto al 6,6% dell Ovest. Non sorprende, quindi, che dal 1990 a oggi circa 1,6 milioni di persone si siano trasferite dall Est all Ovest del Paese in cerca di lavoro. Dati e statistiche che hanno attirato l attenzione dei media e di Angela Merkel, il primo cancelliere nato e cresciuto nell ex Germania comunista che oggi, con il presidente della Repubblica federale Christian Wulff, parteciperà ai festeggiamenti ufficiali che si terranno nella città-land di Brema. «È chiaro ha sottolineato la cancelliera, alla vigilia delle celebrazioni che guardando ai dati mensili sul mercato del lavoro emergono ancora differenze strutturali tra le nuove e le vecchie regioni. Tuttavia per tutti i tedeschi il vantaggio enorme è poter vivere in uno Stato democratico libero e in pace con gli stati vicini. Questo succede per la prima volta nella storia della Germania e per me ha un valore inestimabile». Le ha fatto eco il suo mentore politico, il gigante della Cdu Helmut Kohl, il grande fautore politico della riunificazione delle due Germanie. L ex cancelliere ha tracciato un bilancio in chiaro-scuro del processo di integrazione dopo la caduta del Muro. «Mi rallegro dei traguardi raggiunti ha commentato. I nuovi Länder federali hanno fatto grandi progressi e hanno recuperato molto terreno dal Anche se, tutto procede più lentamente di quanto avevamo immaginato all epoca». Procederà invece l esodo da Est verso Ovest: nel 2030, in base ad alcuni studi, gli abitanti dell ex Ddr saranno 11 milioni rispetto agli attuali 13 milioni, per scendere ulteriormente a quota 8,2 milioni nel La popolazione tedesca, tuttavia, potrebbe essere rimpiazzata da milioni di nuovi immigrati, provenienti prevalentemente dall est dell Europa ma anche dall estremo oriente che si andranno ad aggiungere agli oltre 7 milioni di stranieri che rappresentano circa il 9% della popolazione, dato che sale fino al 20% se si considerano gli stranieri di seconda e terza generazione. Insomma nella Germania unita del futuro il vero problema non sarà più l integrazione interna tra regioni dell Est e quelle dell Ovest, bensì l integrazione di milioni di stranieri che andranno a cercare fortuna nel Paese più ricco d Europa.

4 Fu un moto popolare a volere subito l unità Il ricordo del politologo Langguth: gli operai per strada annullarono i dubbi di intellettuali e politici e la freddezza dell Europa Vito Punzi Gerd Langguth, classe 1946, è professore onorario di Scienze Politiche presso l Università di Bonn. È stato deputato al Bundestag per la Cdu dal 1976 al 1980; dal 1981 al 1985 ha diretto la Centrale Federale per la Formazione Politica, a Bonn. Membro della Fondazione Konrad Adenauer, Langguth è autore di numerose pubblicazioni sulla storia più recente della Germania e di alcune importanti biografie, tra cui spiccano quella del ex presidente della Repubblica Federale, Horst Köhler, e quella di Angela Merkel. Professor Langguth, quale ruolo aveva nella Cdu al momento della riunificazione tedesca? Il 3 ottobre 1990 ero alla guida della rappresentanza della Commissione Europea in Germania. Ricordo che il 10 novembre dell anno precedente mi ero trovato casualmente a Berlino subito dopo la riapertura del Muro: fu un momento di grande emozione, con tedeschi dell est e dell ovest che si abbracciavano tra le lacrime senza essersi mai visti prima. Da quel momento la tensione che per decenni aveva dominato la Berlino divisa iniziò ad allentarsi. Aveva mai immaginato che la riunificazione sarebbe avvenuta così rapidamente? Avevo da sempre ritenuto giusto aspirare ad una riunificazione, visto che la popolazione dell allora Ddr non aveva alcun diritto alla propria autodeterminazione. Il sistema comunista era fondato sul ripudio dei diritti umani e poteva sopravvivere solo con l uso del terrore. Lo stesso Kohl aveva avuto sempre chiaro l obiettivo della riunificazione. Non era della stessa idea gran parte della Spd. Sia Oskar Lafontaine, allora segretario di quel partito, che Gerhard Schröder, furono d accordo nel votare contro la legge per l unità tedesca. Non bisogna dimenticare che anche molti partner europei la vedevano con sospetto: non solo i francesi e gli inglesi, ma lo stesso Giulio Andreotti. Così risultò fondamentale il sostegno degli USA, di George Bush senior in particolare: senza quest ultimo non ci sarebbe stata alcuna Germania riunificata. Prima del 3 ottobre molti cittadini dei territori orientali avrebbero preferito un modello confederativo e tutt oggi alcuni intellettuali, tipo Günter Grass, criticano duramente la riunificazione parlando di 'occupazione occidentale'. Non necessariamente un intellettuale è intelligente dal punto di vista politico. E questo vale anche per Grass. Il fatto che all interno della Ddr vi fosse la Berlino 'capitalista' rendeva piuttosto illogica l ipotesi del permanere di due stati. Ma, so-

5 prattutto, furono principalmente gli operai a scendere in strada per chiedere una rapida unificazione. Gli intellettuali che volevano la divisione non presero sul serio il naturale senso di appartenenza dei tedeschi, soprattutto nella Germania orientale, nonostante la lunga separazione. Non assecondare la decisione della corte costituzionale federale, che obbligava il governo tedesco occidentale ad una politica di riunificazione, avrebbe significato anche una violazione dei principi del diritto all autodeterminazione dei popoli. In cosa la riunificazione non è ancora del tutto riuscita? Ritengo che il Muro sia ancora presente nella testa della gente. Molti tedeschi dell est si percepiscono inferiori rispetto ai cosiddetti Wessi, gli occidentali, e molti di questi ultimi hanno pregiudizi sugli Ossi, gli orientali appunto. Nell attuale Germania esistono zone nelle quali l industria è totalmente collassata e in più ambienti si teme il costituirsi di un mezzogiorno tedesco orientale. Centinaia di migliaia di euro non sono bastati per pareggiare le condizioni di vita tra est e ovest e tuttavia, secondo i dati più recenti, il pil prodotto da ciascun abitante nei nuovi Ländern è salito dal 43% (1991) al 73% (2009) del livello tedesco occidentale.

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