Scelta del raggio base 17/10/15. Scelta dei parametri applicativi di una lente Rigida gas permeabile. Scelta e adattamento di LAC R-GP

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1 Scelta dei parametri applicativi di una lente Rigida gas permeabile Scelta dei parametri Controllo della applicazione Scelta e adattamento di LAC R-GP le lenti di prova dovrebbero aver poteri simili a quelli dell ametrope*. Scelta del diametro iniziale di prova Scelta del Rb iniziale di prova Scelta del raggio base 1

2 Scelta del Rb basata sul valore K Lenti a geometrie sferica o flangia asferica. Oltre le 2.50 Dt di toricità, lente torica Anche per LAC asferiche totali Per tricurve aumentare tutto di 0.05 Astigmatismo Rb rispetto K (Dt) 0.00 K K K K K-0.15 Rapporto tra menisco lacrimale e variazione del Rb-Potere Un cambiamento di raggio di 0.10 mm produce una variazione di P di 0.50 Dt* *(Se il raggio è compreso tra ) Effetto correttivo del menisco lacrimale (-) (=) (+) Appoggio piatto Menisco (-) Appoggio corneo conforme Menisco (=) Appoggio stretto Menisco (+) 2

3 sclera Curva sferica teorica Appoggio corneo conforme sclera Curva sferica teorica Appoggio piatto sclera Curva sferica teorica 3

4 17/10/15 Appoggio stretto sclera Curva sferica teorica Scelta del diametro e modalità applicative Palpebre differenti 4

5 Apertura palpebrale normale ore 2 Tangente ore 6 Apertura palpebrale piccola Palpebra sovrapposta alla cornea Apertura palpebrale grande Tangente ore 12 Tangente ore 6 5

6 Apertura con spazio limbare piccolo Spazio limbare corneale, Diametro medio 9.50 Posizione primaria di sguardo pupilla asse oculare anatomico pupilla d'entrata pupilla anatomica 6

7 pupilla midriasi fino a 8 mm pupilla media circa 4 mm miosi Circa 2 mm modalità applicative con lenti RGP dette Filosofie applicative Intrapalpebrale Diametri lente medi o piccoli Aperture palpebrali medie o grandi Tenuta palpebrale Diametri lente medi o grandi Aperture Applicazione a tenuta palpebrale 7

8 Applicazione tenuta palpebrale La scelta della modalità applicativa La scelta dipende da alcuni fattori tecnici: Apertura palpebrale Diametro pupillare Potere della lente Gas permeabilità della lente Estesia e sensibilità Funzione correttiva della lente Tonicità palpebrale Spessore della lente Frequenza di ammiccamento Quantità e qualità lacrimale Fattori di aumento del diametro Grandi diametri pupillari Bassi poteri refrattivi Tenuta palpebrale Elevata sensibilità palpebrale Necessità di maggior centraggio 8

9 Fattori di diminuzione del diametro piccoli diametri pupillari alti poteri refrattivi Intra palpebrale sensibilità palpebrale non elevata Necessità di maggior ossigenazione Facilità di applicazione e rimozione Porzione di lente con ritenuta palpebrale 1,0 3,0 mm Confronto Tenuta palpebrale intrapalpebrale 9

10 17/10/15 Confronto e simulazione di movimento della lente Tenuta palpebrale intrapalpebrale Appoggio ottimale 10

11 Simulazione grafica, Appoggio stretto progressivo 0,50 Dt 1,00 Dt 1,50 Dt 2,00 Dt Cornea con astigmatismo SR 1,50 Pattern fluo di base, a confronto CC ST FL Lente Stretta Zona centrale con forte colorazione fluoresceinica (spazio apicale) Movimento dinamico inferiore Ricambio lacrimale scarso Confort buono/ottimo Zona delle flangie, stretta e poco intensa nella colorazione (flangia bassa) Pattern fluo di base, a confronto CC ST FL Lente Corneoconforme o Allineata. Leggera colorazione uniforme, su tutta la superficie ottica della lente Zona delle flangie, larghezza corretta, colore evidente (flangia giusta) Appoggio più equilibrato AV elevata e costante Confort buono 11

12 Pattern fluo di base, a confronto CC ST FL Zona delle flangie, larghezza eccessiva, colore molto evidente (flangia alta) Appoggio maggiore al centro Av buona, ma può fluttuare Movimento dinamico eccessivo Lente piatta, appoggio centrale o paracentrale, con disimpegno periferico eccessivo Lente stretta su cornea torica SR Zone di appoggio Ampie Poco stretto Zone di appoggio ridotte e di forma delineata Molto stretto Lente corneo-conforme su cornea torica SR Leggero distacco periferico verticale Distacco periferico verticale Ampio distacco periferico verticale 12

13 17/10/15 Immagini fuoroscopiche a confronto corretta stretta piatta Parametri Materiale Potere Rb Diametro Asfericità Geometria ZO Flange Stabilizzazione Toricità Geometrie Sferica: Monocurva ( ZO DT ) Bicurva Tricurva Tetracurva Penta e esa e epta curve nota Lenti sferiche=lenti Coassiali Il centro di curvatura delle flangie è sullo stesso asse della curva base. 13

14 Geometrie Sferiche Asferiche: 1. ZO sferica, Flangia asferica 2. ZO asferica, Flangia sferica 3. A curva periferica disassata 4. Asferica totale Sferiche o asferiche Sferiche Asferiche Maggior stabilità visiva Minor impronte 3-9 Miglior centraggio Miglior comfort iniziale dinamico Tenut a palpebrale Interpalpebrale Qualità ottica ottima Difficoltà costruttiva Minor ricambio lacrimale Pattern fluorescinici specifici Profondità sagittale 14

15 Altezza sagittale Confronto Altezza sagittale corretta Scarsa Corretta Eccessiva Le lenti RGP toriche sono la seconda scelta, in una applicazione in cui non si riesce, per motivi applicativi o refrattivi, ad applicare una lente RGP Sferica I motivi di questa scelta possono essere molti, vediamone alcuni Sollevamento eccessivo sul meridiano più curvo (pattern fluo) Instabilità dinamica all ammiccamento, non supportabile con variazione di parametri (ACR) Eccessiva flessione, deformazione della lente sferica su cornea torica (non supportabile con aumento di spessore) 15

16 I motivi di questa scelta possono essere molti, vediamone alcuni Astigmatismi indotti Colorazione 3-9 non risolvibile Distorsione corneale post rimozione Astigmatismo interno su cornea sferica o quasi Materiale Potere Rb Diametro Asfericità Geometria ZO Flange Stabilizzazione Toricità Indice di rifrazione Parametri Scelta dei parametri della lente a contatto RGP 16

17 Differenza tra Z (clearence) e AEL Rb Radial Edge Lift Differenza tra Z (clearence) e AEL Axial Edge Lift, sollevamento assiale di forma Può essere descritto come assiale e radiale Maggiore è il BOZR, e maggiore sarà l appiattimento della curva periferica necessario a mantenere una clearence periferica particolare Partendo dal Rb, curvatura topografica della cornea e sollevamento periferico corne voluto, si possono costruire le curvature periferiche. aa L AEL è un dato in vitro, fissato per ogni lente Z è in vivo, e varia a seconda. Sollevamento periferico, clearance o Z Il sollevamento della flangia deve essere circa µm. Se la flangia risulta bassa µm, si ha punteggiatura 3-9, sofferenza corneale, scarso ricambio dinamico. Sollevamenti di µm, servono in caso di porto continuo, altrimenti creano eccessiva destrutturazione del film. 17

18 Riassumendo: Considerazioni applicative sulla clearence periferica Perché la periferia della lente deve essere più piatta della cornea? Permette lo scambio di nutrimento sotto la lente Forma un menisco circolare che attrae per capillarità la lente, mantenendola aderente alla cornea (secondariamente anche il rapporto Rb-ZO asseconda questa funzione) Aiuta a togliere la lente Contribuisce ad evitare l adesione della lente Riassumendo: Considerazioni applicative sulla clearence periferica Z troppo bassa Lente troppo ferma Scarso ricambio film Difficile rimozione Adesione Colorazione arcuata Pressione bordo lente eccessiva Z troppo alta.. Bolle d aria periferiche.... Colorazione 3-9 Indici di rifrazione dei materiali per LAC pmma 1.49 CAB 1.47 Silicone-acrilato Fluoro silicone-acrilato Silicone 1.43 Condiderazioni..pMMA, spessori, toriche 18

19 Sollevamento Z e DZOP Scelta del DZOP Spesso è un parametro fisso legato alla geometria e al diametro della lente Spesso lo si valuta indirettamente con il DT Importante in caso di: Pupille grandi Pupille decentrate Lenti dal movimento dinamico Lenti decentrate staticamente Forti escursioni della motilità oculare Ametropie elevate (afachie, forti cilindri), DZOP elevato Il DZOP dovrebbe essere almeno 2 mm sopra il Diametro pupillare scotopico. Scelta del DZOP Il valore si può definire piccolo (<7.40 mm), medio ( mm), grande (> 8.10 mm) Se la lente ha una ZO grande e questa è conforme, allora si avrà una buona stabilità dinamica, per adesione. Se la ZO è molto grande, si avrà la tendenza ad una lente stretta. Per compensare il Rb dovrà essere, oppure a richiedere delle flangie molto piatte o asferiche, per una un Z accettabile. 19

20 Rapporto tra Rb e diametro Nelle lenti a geometria coassiale il pattern Rb- diametro è strettamente diretto. Ad un appiattimento di Rb di 0.10 corrisponde una diminuzione di diametro (DT) di 0.35 centesimi. Anche con la modifica della zona ottica (DZOP) si varia il pattern. Diminuendolo la lente si appiattisce. Scelta del Rb Set di prova step 0.10 mm, anziché 0.05 Solitamente la prima lente ha un Rb simile a K centrale Le cornee toriche dovrebbero preferibilmente avere lenti con Rb K per avere una AV ottimale con lenti sferiche. Scelta del Rb La scelta del Rb è funzione anche del DZOP. Se ad esempio si ha una pupilla grande, anche ZO dovrà essere dimensionata di conseguenza (aloni);; se la ZO è grande la corneoconformità sarà raggiunta con una lente più piatta rispetto alla stessa lente più piccola, es mm in più di K. 20

21 Scelta del Rb Di solito i Rb dei 2 occhi non differiscono di molto, tranne Altri fattori importanti da rivedere spessore lente, potere, tensione palpebrale. Diametro Corneale Rappresenta l ampiezza massima della cornea Per la misura si può usare: Regolo millimetrato Lampada a fessura con oculare millimetrato Autorefrattometro A seconda del valore misurato possiamo trovare tre casi: Normocornea (Tra 11,30mm e 12,00 mm) Microcornea (< 11,20 mm) Macrocornea (> 12,00 mm) Scelta del DT Diametro corneale irideo visibile o diametro orizzontale irideo visibile (HIVD) DT= HIVD-2 mm (diametro di prova) Pupilla scotopica Apertura verticale palpebre Spesso il DT è uguale per i due occhi, quindi conviene. 21

22 Scelta del DT Normalmente le lenti grandi sono più stabili Lenti piccole (< 9.00 mm), lenti medie ( mm), lenti grandi (>9.80 mm) Poteri elevati (BVP) richiedono Ø grandi per aumentare la stabilità, legata al maggior peso e al baricentro avanzato Scelta delle flangie Le flangie possono essere da 1 (Bicurve) a 4 (Pentacurve). Le flangie non sferiche sono di solito paraboliche o iperboliche. Maggiore è il numero delle flangie, e minore sarà l appiattimento della prima flangia rispetto a Rb, e minore sarà l intervallo di appiattimento tra le varie flangie. Scelta delle flangie La flangia finale ha un raggio attorno a mm. La prima flangia è più piatta di Rb di almeno mm. Spesso anche 1.50 mm più piatta. Delle flangie piatte e ampie danno: Maggior ricambio lacrimale Minor punteggiatura corneale Ma per contro: Maggior irritazione palpebrale Minor comfort Maggior dinamica della lente 22

23 Scelta delle flangie Se Z è basso oltre a basso ricambio di film, basso ricambio di detriti e sostanze cataboliche Un Z alto determina una lente instabile Inoltre BVP (base vertex power) Si deve iniziare calcolando il BVP rispetto al valore oftalmico Tabelle di conversione del potere tra apice corneale e lente oftalmica Il BVP dovrebbe essere correlato con il valore ametropico oftalmico Effetto del menisco lacrimale Non fare sovra-refrazioni agli ipermetropi con lenti di potere negativo, e viceversa Classificazione ACLM materiali lenti rigide GP 1a pmma puro (Dk 0) 1b pmma con max 10% di copolimeri per bagnabilità e rigidità (Dk 0) 2a CAB puro 90%, (Dk 2-8) 2b copolimeri misti di CAB, e altri monomeri. 3 copolimeri di più metacrilati, con più silossanmetacrilati (Dk>6) 4 derivati di polisiloxani 5 come gr.3 più almeno 5% di fluorati o flurometacrilati (Dk>20) 23

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