COME INTERPRETARE UN TESTO BIBLICO Studio di metodologia biblica a cura di Jonathan Mancini.
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- Damiano Palmisano
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1 COME INTERPRETARE UN TESTO BIBLICO Studio di metodologia biblica a cura di. Ho scelto di elaborare questo studio biblico di metodologia in modo abbastanza tecnico, affinchè lo Spirito Santo possa depositare in voi, che leggete, un amore soprannaturale delle Scritture e affinchè possiate cominciare a studiare la parola di Dio in un modo nuovo, con metodo e ordine; lontano dai vuoti schemi religiosi che provengono dal maligno. 1 CHE COS E L ESEGESI? Esegesi è una parola di origine greca (gr. exègesis), usata da Tucidide nel senso letterale di racconto, esposizione, da Polibio nel senso di spiegazione, commento, da Platone nel senso di interpretazione. Il significato etimologico coincide piuttosto con l uso dei due ultimi autori citati; infatti il termine deriva da un verbo (gr. exègeomai), che letteralmente significa condurre fuori, e in senso figurativo esporre, narrare, descrivere, interpretare, spiegare. Osserviamo che il verbo è composto con la preposizione ek (che diventa ex davanti a una vocale): questo implica che nello spiegare si trae fuori da un testo il suo significato (ek/ex infatti equivale all italiano da, complemento di moto da luogo). Per divertirci un momento, possiamo immaginare di creare una parola nuova adoperando invece di ek/ex la preposizione eis che è tradotta in, dentro con i verbi di movimento: otteniamo allora il termine (gr.
2 eisègesis), che indicherebbe esattamente il contrario: non l abilità di trarre fuori da un testo il suo significato, ma il procedimento di mettere in un testo un significato che non è il suo, che gli è imposto (da chi amministra). L eisegesi, dunque, è una tentazione da cui bisogna guardarsi con cura, quando si commenta un passo biblico. Le migliaia di religioni e denominazioni create dall uomo sotto spinta satanica, al giorno d oggi, sono affette da questa malattia dell eisegesi. Sono molte oggi le chiese che cambiano i significati biblici, facendo dire alla parola di Dio ciò che non è inerente alla sana dottrina (es. testimoni di Geova, cattolici, denominazioni evangeliche in generale, ecc.), d altronde, anche Satana, il trasformista per eccellenza cambiò il significato della Scrittura, collocandola in un contesto diverso, durante la tentazione di Gesù nel deserto (Mt4:1-11). L esegesi è dunque la ricerca e l esposizione del significato di un passo della Scrittura. Nessun passo o libro biblico è stato scritto direttamente per noi. Sono stati tutti scritti per dei lettori del passato, che si trovavano in situazioni ben precise. Solo quando avremo stabilito (nel limite della sana dottrina), quello che il testo aveva da dire a quei lettori, nella loro situazione, potremo cominciare a percepire che cosa la Bibbia dice a noi in quel medesimo brano, cercando e scoprendo le analogie o le differenzeche vi sono tra la nostra situazione e quella delle persone per cui quel brano è stato scritto. Spiegare ogni minima parola del testo come se fosse rivolta direttamente a noi, per dire qualcosa proprio a noi, senza passare prima attraverso l analisi delle situazioni storiche e del significato che il testo aveva per quelle, significa prendere una pericolosa scorciatoia, e trascurare le circostanze concrete che potevano illuminare o giustificare certe esortazioni per i lettori dell epoca biblica. Si potrebbero fare moltissimi esempi: che la donna debba tenere il capo coperto (1Co11:3-16), è chiaramente solo un esortazione rivolta dall apostolo Paolo e suggerita dalle abitudini dell epoca e dal desiderio di evitare scandali e sospetti nei confronti delle comunità cristiane (perché le donne di Corinto avevano l abitudine di comandare sull uomo). Al giorno d oggi vediamo migliaia di chiese denominazionali popolate da donne con il capo coperto da veli di seta bianca. Satana, ha usato questa
3 macchinazione per denigrare ancor di più le donne nelle assemblee, affinchè le chiese al giorno d oggi perdano le più grandi benedizioni come ad esempio predicatrici donne, ministri di culto donne, ecc. Ma la Scrittura ci ricorda, con potenza: Non c è qui né Giudeo né Greco; non c è ne schiavo né libero; non c è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù (Ga3:28). La dottrina dell unità, qui citata da Paolo, ci ricorda che davanti a Dio siamo tutti uno solo, quindi la donna sarà sottomessa a Dio, al marito, e alle autorità, ma avrà tutto il diritto, in Cristo Gesù, di esercitare la propria fede, così come lo Spirito Santo vorrà. È evidente che esortazioni come queste non si possono trasferire tali e quali ai credenti del nostro tempo, senza valutare la circostanza in cui furono dettate dall apostolo Paolo e la situazione diversa in cui ci troviamo oggi. 2 UNITA, PARAGRAFI, SEZIONI, PARTE, SCRITTO Ogni scritto è composto sempre di unità o paragrafi; un gruppo di unità che si susseguono in base a un filo conduttore possono formare una sezione; più sezioni possono formare una parte, e la somma delle varie parti forma lo scritto biblico. Le unità di base sono dunque quelle che racchiudono un pensiero o un insegnamento (es. i vangeli sinottici). Naturalmente può capitare, nella predicazione o nell insegnamento, che si debba spiegare un passo biblico molto lungo, formato da diverse unità (come a me capita spesso); in questo caso sarà molto utile identificarle una per una e metterne in luce il significato. Così si potrà vedere il filo conduttore che le unisce, e seguire lo svolgimento del pensiero. Naturalmente può accadere anche il contrario, cioè che si voglia interpretare e spiegare solo una parte di una unità letteraria (per esempio il versetto di una parabola o di un racconto (cfr. Lu15:21; 18:7; 19:9; Gv3:5; ecc.). In casi di questo genere non si può fare a meno di considerare e studiare, durante la preparazione personale, l insieme dell unità letteraria alla quale il versetto appartiene, per passare poi ad approfondire il significato del
4 versetto prescelto. Non fare questo, significa esporsi al pericolo di isolare quel versetto dal suo contesto immediato e di dargli un significato diverso da quello che intendeva lo scrittore (cfr. 2Tm3.16). 3 IL TESTO NEL CONTESTO Per contesto intendiamo i passi biblici che fanno da cornice al testo stesso. Se il testo è un unità letteraria, il suo contesto saranno le unità letterarie che la precedono o la seguono. Se il testo è un versetto contenuto in una unità letteraria, il suo contesto sarà tutta l unità nel suo insieme. Esistono due tipi di contesto: CONTESTO IMMEDIATO: più vicino al testo che ci interessa; CONTESTO PIU AMPIO: tutta la parte del vangelo o epistola in cui si trova il testo. Per esempio il Padre nostro ha per contesto immediato l istruzione sulla preghiera (Mt6:5-15), mentre ha per contesto più ampio tutto il sermone sul monte (Mt5-7). Dunque, l aiuto più importante viene dal contesto immediato. CONCLUSIONE L impegno e il tempo richiesti per lo studio della parola di Dio saranno più facilmente accettati se questo lavoro viene messo a frutto per diverse meditazioni o per una serie di studi biblici sullo stesso libro biblico. Poiche Esdra si era dedicato con tutto il cuore allo studio e alla pratica della legge del Signore, e a insegnare in Israele le leggi e le prescrizioni divine (Ed7:10). Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai (Gs1:8).
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