I COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI (CSS) e LA NORMATIVA NAZIONALE

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1 ECOMONDO 2012 I COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI (CSS) e LA NORMATIVA NAZIONALE Rimini 7 Novembre 2012 ore Sala Diotallevi 2 Hall Sud Rimini Fiera Con il patrocinio di:

2 IL CONVEGNO: IL PROGRAMMA Introduzione e presentazione del seminario Giovanni Riva, UNIVPM, CTI Evoluzione della legislazione nazionale di interesse per i CSS Sebastiano Serra, MATTM Il DM 6 luglio 2012 e la sua applicazione con riferimento ai CSS Luca Benedetti, GSE La Raccomandazione CTI 8 e le Linee Guida CTI 10 sui CSS Mattia Merlini, CTI Le Linee Guida CTI 11 sulle procedure di campionamento e i sistemi di gestione della qualità dei CSS Giovanni Ciceri, RSE e Paola Muraro, Federambiente I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

3 IL CONVEGNO: IL PROGRAMMA La determinazione della frazione di energia rinnovabile dei CSS mediante la misura del 14C: la nuova UNI/TS Fabrizio Corinaldesi, Sibe Aspetti autorizzativi degli impianti di produzione e utilizzazione dei CSS Luciano Butti, B&P Avvocati 16:30 TAVOLA ROTONDA CSS: a che punto siamo? Partecipano: AITEC, Assoambiente, CTI, Federambiente, GSE, e RSE Discussione con il pubblico e conclusioni I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

4 Aspetti tecnici e normativi dell utilizzo del CSS Sebastiano Serra Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell Ambiente, della tutela del territorio e del mare

5 D.lgs. 205/2010: quali novità?

6 D.lgs. 205/2010 Introduzione di una definizione di CSS (art. 183, comma 1, lettera cc)) Riformulazione del comma 5 dell art. 179 ( Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti ) con introduzione di una nuova lettera e) che favorisce la produzione di CSS;

7 D.lgs. 205/2010 Introduzione all art. 214 di un nuovo comma 11per l introduzione di procedure semplificate ; Introduzione della disciplina relativa all end of waste (art. 184-ter).

8 CSS: Le prospettive di sviluppo CSS - attualmente ancora un rifiuto (speciale) CSS un candidato per accedere alla procedura fine rifiuto (DM) e alle procedure semplificate (DPR)

9 CSS = rifiuto o prodotto? Fino al 2006: rifiuto CDR = rifiuto - CDRQ = prodotto 2008 oggi: rifiuto 2012? UE Fino al 2008 a livello UE non esisteva un meccanismo riconosciuto dalla legge (Direttiva Rifiuti) che chiarisse quando un rifiuto cessa di essere tale

10 Nuova Direttiva Rifiuti (2008/98/CE) Meccanismo End of waste (EoW) regolato nell art. 6 Motivazione per l introduzione dell EoW? Incoraggiare la produzione di materiali riciclati di alta qualità Aumentare, grazie a prodotti riciclati di alta qualità, la fiducia dei consumatori Diminuire gli oneri superflui & facilitare il mercato interno per il commercio di prodotti riciclati di alta qualità [cfr. COM(2005)666 def.]. EoW presupposto necessario ed essenziale per creare cd. società del recupero/riciclo (premessa 28 ecc., art. 11)

11 CSS un candidato per l EoW? La norma UE elenca alcuni primi candidati La norma UE non elenca il CSS Conseguenza? Facoltà di ciascun Stato membro di decidere su candidati EoW (previo espletamento procedura di notifica UE) Domanda: CSS in grado di rispettare i parametri end of waste? Risposta: Non tutti i CSS!

12 CSS un candidato per l EoW? Utilizzo comune per scopi specifici Esistenza di un mercato/di una domanda Corrispondenza a determinati standard tecnici e merceologici Impatto complessivamente non negativo sull'ambiente o sulla salute umana EoW per CSS non escluso a priori

13 End-of-Waste (EoW) Legislazione concorrente Criteri specifici per l EoW) Le condizioni per l EoW - Utilizzo comune per scopi specifici - Esistenza di un mercato/di una domanda - Corrispondenza a determinati standard tecnici e merceologici - Impatto complessivamente non negativo sull'ambiente o sulla salute umana. Candidati per l EoW

14 Corte di giustizia: C-283/07 Sentenza della Corte di giustizia è stata resa sotto la vecchia direttiva rifiuti che non prevedeva l EoW

15 Sentenza Corte di giustizia C-283/07 osta all EoW del CSS? Direttiva 2008/98/CE legalizza a posteriori ciò che l Italia e altri Stati UE hanno, in più riprese, tentato di fare Già sotto la precedente normativa la sentenza (C- 283/07) si esponeva a varie censure Entrata in vigore della nuova Direttiva Rifiuti espone la sentenza a criticità ancora maggiori Gabinetto Avvocato Generale Kokott (2 Ott Bruxelles): Member State measures can case C-283/07, COM/Italy be upheld? - Risposta: NO

16 Corte di giustizia vs Nuova Direttiva CDRQ = rifiuto per assenza di medesime proprietà e caratteristiche di una materia prima Non determinante se il rifiuto recuperato abbia o meno le medesime proprietà e caratteristiche di una materia prima Elemento importante: corrispondenza a requisiti tecnici per gli scopi specifici

17 Corte di giustizia vs Nuova Direttiva La Corte ha ritenuto che la corrispondenza a standard tecnici UNI fosse un elemento irrilevante Elemento importante: corrispondenza a requisiti tecnici per gli scopi specifici

18 Corte di giustizia vs Nuova Direttiva Corte di giustizia Nuova Direttiva

19 Produzione / utilizzo CSS: inquadramento giuridico End of waste Rifiuti in entrata Processo di produzione Fine processo di produzione Processo di utlizzo

20 Stato della situazione DM End of Waste notificato alla Commissione Europea, su richiesta dell Austria ritardo di altri 90 giorni (metà febbraio 2013) DPR su semplificazione CSS per le cementerie: Approvato dal Consiglio dei Ministri (prima lettura) Richiesta di parere al Consiglio di Stato; Pareri Commissioni competenti di Camera e Senato; Sentito Conferenza Unificata Deliberazione definitiva del Consiglio dei Ministri; Comunicazione alla Commissione Europea;

21 Grazie per la Vs attenzione!

22 Il DM 6 luglio 2012 e la sua applicazione con riferimento ai CSS Luca Benedetti Responsabile Unità Studi ECOMONDO Rimini, 7 novemvre 2012

23 IL GRUPPO GSE MSE (Ministero dello Sviluppo Economico) Direttive MEF (Ministero dell Economia e delle Finanze) Proprietà 100% AEEG (Autorità per l Energia Elettrica ed il Gas ) Delibere MISSIONE Promozione dello sviluppo sostenibile, attraverso l'erogazione di incentivi economici destinati alla produzione energetica da fonti rinnovabili e con azioni informative tese a diffondere la cultura dell'uso dell'energia compatibile con le esigenze dell'ambiente - 2 -

24 INDICE PRODUZIONE DI ENERGIA DA FER: A CHE PUNTO SIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE. FOCUS SULLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA: Le statistiche sulla produzione di elettricità da biomasse nel Focus sulla produzione di elettricità da rifiuti nel IL DM 6 LUGLIO 2012: Impostazione. Gli incentivi per la produzione di energia elettrica da biomasse. Focus sugli incentivi alla produzione di energia elettrica da CSS. Le procedure applicative del GSE

25 PRODUZIONE DI ENERGIA DA FER: A CHE PUNTO SIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE. I dati dell Italian Progress Report 2011 Quota dei consumi finali lordi di energia coperti da fonti energetiche rinnovabili 17,0 % Valore UE-27 al 2010 : 12,4 % OBIETTIVO COMPLESSIVO ENERGIE RINNOVABILI 10,1 % 4,9 % 8,0 % TRAIETTORIA DELINEATA DAL PIANO DI AZIONE NAZIONALE PER LE ENERGIE RINNOVABILI Le biomasse contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi al 2020 per circa il 50% - 4 -

26 PRODUZIONE DI ENERGIA DA FER: A CHE PUNTO SIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE. 1 La Nuova Strategia Energetica Nazionale: le sette priorità. PROMOZIONE DELL'EFFICIENZA ENERGETICA superamento degli obiettivi europei, attraverso l enforcement delle norme e la stabilizzazione dei meccanismi di sostegno PROMOZIONE DI UN MERCATO DEL GAS COMPETITIVO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLE ENERGIE RINNOVABILI SVILUPPO DI UN MERCATO ELETTRICO RISTRUTTURAZIONE RAFFINAZIONE E RETE DI DISTRIBUZIONE CARBURANTI integrazione con reti e prezzi europei e con l'opportunità di diventare il principale hub sudeuropeo superamento gli obiettivi europei " ", contenendo al contempo l'onere in bolletta piena integrazione con mercato europeo, miglioramento efficienza e graduale integrazione della produzione da fonti rinnovabili assetto più sostenibile, miglioramento dei livelli di competitività e qualità del servizio in linea con quelli europei RICERCA & INNOVAZIONE 6 SVILUPPO SOSTENIBILE PRODUZIONE NAZIONALE DI IDROCARBURI importanti benefici economici e di occupazione e nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale 7 MODERNIZZAZIONE DEL SISTEMA DI GOVERNANCE più efficienza e efficacia dei processi decisionali - 5 -

27 PRODUZIONE DI ENERGIA DA FER: A CHE PUNTO SIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE. La nuova Strategia Energetica Nazionale - Risultati attesi al 2020 Risparmio consumi di energia primaria rispetto al 2010 Risparmio consumi di energia primaria rispetto al tendenziale Consumi di energia elettrica ai livelli attuali Forte incremento energie rinnovabili Rinnovabili elettriche prima componente del mix Minore dipendenza energetica da estero Sviluppo degli investimenti molto significativo Riduzione emissioni gas serra da 165 a 158 Mtep (-4%) -20 Mtep (-24% rispetto al tendenziale al 2020) consumi lordi annui pari a 346 TWh fino al 20% dei consumi finali e al 23% dei consumi primari mix atteso 36% - 38% dall 84% al 67% 180 miliardi di euro entro il % rispetto al

28 PRODUZIONE DI ENERGIA DA FER: A CHE PUNTO SIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE Sviluppo sostenibile delle rinnovabili Gli obiettivi della SEN Settore elettrico Incidenza sui Consumi Finali Lordi Settore termico Incidenza sui Consumi Finali Lordi Settore trasporti Incidenza sui Consumi Finali Lordi ~ 5,7 Mtep (~ 67 TWh ) 22% ~ 8,5 Mtep (~ 100 TWh ) 26% ~ 11 Mtep (~ 130 TWh ) ~ 10,5 Mtep 36% - 38% ~ 3,9 Mtep 17% 9% ~ 11 Mtep 19% - 20% ~ 1 Mtep 5 % ~ 2,5 Mtep 10 % 10 % ~ 2,5 Mtep 10 % target PAN 2020 SEN target PAN 2020 SEN target PAN 2020 SEN - 7 -

29 INDICE PRODUZIONE DI ENERGIA DA FER: A CHE PUNTO SIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE. FOCUS SULLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA: Le statistiche sulla produzione di elettricità da biomasse nel Focus sulla produzione di elettricità da rifiuti nel IL DM 6 LUGLIO 2012: Impostazione. Gli incentivi per la produzione di energia elettrica da biomasse. Focus sugli incentivi alla produzione di energia elettrica da CSS. Le procedure applicative del GSE

30 FOCUS SULLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA: LE STATISTICHE Evoluzione della produzione lorda da fonti rinnovabili (TWh) Nel 2000: 51 TWh => nel 2011: 83 TWh Aumento totale di circa 32 TWh (+64%) dovuto alle nuove rinnovabili 2011: Eolica + Solare + Bioenergie = 38% 2000: Eolica + Solare + Bioenergie = 4% 51 9% 83 13% 12% 13% 7% 87% 55% Idrica Geotermica Bioenergie* Eolica Solare * Bioenergie: biomasse solide, parte biodegradabile dei rifiuti, biogas e bioliquidi - 9 -

31 FOCUS SULLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA: LE STATISTICHE Focus sulle bioenergie nel settore elettrico (2011) Produzione lorda (GWh) Potenza efficiente lorda e numero di impianti

32 FOCUS SULLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA: LE STATISTICHE Focus sulle bioenergie nel settore elettrico (2011) * Nelle biomasse solide è inclusa la parte biodegradabile dei rifiuti solidi urbani

33 FOCUS SULLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA: LE STATISTICHE Focus sulle bioenergie nel settore elettrico (2011) Distribuzione regionale (n.) Distribuzione regionale (GWh)

34 FOCUS SULLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA: LE STATISTICHE Focus sulle bioenergie nel settore elettrico (2011) Produzione da bioenergie per settore nel 2011 (GWh)

35 FOCUS SULLE PRODUZIONE DI ELETTRICITA' DA RIFIUTI: LE STATISTICHE Produzione regionale e provinciale da rifiuti urbani biodegradabili-gwh (2011)

36 FOCUS SULLE PRODUZIONE DI ELETTRICITA' DA RIFIUTI: LE STATISTICHE Produzione regionale da rifiuti urbani GWh (2011) 988,7 302,4 305,9 134,3 158,3 15,6 0 10,4 56,3 0,8 68,5 0 3,2 0,2 47, ,1 38,9 0 30,9 Serie1-15 -

37 INDICE PRODUZIONE DI ENERGIA DA FER: A CHE PUNTO SIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE. FOCUS SULLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA: Le statistiche sulla produzione di elettricità da biomasse nel Focus sulla produzione di elettricità da rifiuti nel IL DM 6 LUGLIO 2012: Impostazione. Gli incentivi per la produzione di energia elettrica da biomasse. Focus sugli incentivi alla produzione di energia elettrica da CSS. Le procedure applicative del GSE

38 IL DM 6 LUGLIO 2012: IMPOSTAZIONE MESSAGGI CHIAVE Le Energie Rinnovabili elettriche sono un pilastro fondamentale della strategia energetica italiana. Il Governo intende superare gli obiettivi europei L approccio finora seguito non è stato ottimale, soprattutto in termini di costi per il Paese Occorre continuare a sviluppare le energie rinnovabili con un approccio alla crescita più virtuoso, basato sull efficienza dei costi e sulla massimizzazione del ritorno economico e ambientale per il Paese. In questo contesto, sono stati emanati i due Decreti Ministeriali che ridefiniscono il sistema incentivante per le Rinnovabili elettriche Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, Aprile 2012

39 IL DM 6 LUGLIO 2012: IMPOSTAZIONE NUOVI MECCANISMI DI SOSTEGNO ALLA PRODUZIONE DA FER E FTV Principali elementi di novità rispetto ai vecchi meccanismi di incentivazione: Tetto di costo indicativo cumulato annuo per gli incentivi (in analogia al IV Conto Energia) Contingenti annui (potenza/ costo) per l ammissione agli incentivi Accesso agli incentivi subordinato alla preliminare iscrizione a registri/ partecipazione a procedure d asta Decurtazione delle tariffe incentivanti su base semestrale/annuale (in analogia al IV Conto Energia) Feed-in tariff (opzionale per le FER) per gli impianti di potenza non superiore a 1 MW Superamento dei meccanismi di quota obligation, Feed-in premium per gli impianti di potenza superiore a 1 MW Tariffe incentivanti alternative a Scambio sul Posto e Ritiro Dedicato Vecchi meccanismi di incentivazione e servizi GSE Incentivo Produzione Ritiro Energia Certificazioni C.E. Fotovoltaico C.E. Solare Termodinamico Ritiro Dedicato Scambio sul Posto Cogenerazione Certificati verdi Garanzia di Origine Tariffa omnicomprensiva (P<=1MW) Certificati RECS CIP 6/92 Nuovi meccanismi di incentivazione e servizi GSE Incentivo Produzione C.E. Fotovoltaico Ritiro Energia Certificazioni C.E. Solare Termodinamico Incentivo Ritiro Dedicato Scambio sul Posto Cogenerazione Garanzia di Origine Certificati RECS Tariffa omnicomprensiva (P<=1MW) CIP 6/

40 IL DM 6 LUGLIO 2012: Gli incentivi per la produzione di energia elettrica da biomasse. Punti fondamentali: IL D.M. 6/7/2012 Impianti FER (no FTV) in esercizio dal 1 gennaio 2013 (con potenza 1 kw) collegati alla rete elettrica. E' stabilito un limite al costo degli incentivi che non può superare complessivamente i 5,8 miliardi di euro annui (contatore sul sito GSE). Quattro diverse modalità di accesso: accesso diretto, Aste, Registri (per impianti nuovi, integralmente ricostruiti, riattivati, potenziati e ibridi), Registri per rifacimenti. La potenza incentivabile annua delle diverse fonti rinnovabili è ripartita in contingenti annuali per le diverse modalità di accesso. Per ciascuna fonte, tipologia e classe di potenza all energia immessa in rete è riconosciuta una Tariffa Base Incentivante cui si possono aggiungere specifici premi. Gli impianti di potenza > 1 MW possono ricevere solo l incentivo (differenza fra Tariffa base incentivante e prezzo di mercato dell energia, più gli eventuali premi). Gli impianti di potenza 1 MW possono richiedere, in alternativa al solo incentivo, una tariffa onnicomprensiva corrispondente alla Tariffa Base incentivante più l'eventuale premio. Per gli interventi di integrale ricostruzione, riattivazione, potenziamento e rifacimento è previsto un coefficiente moltiplicativo di «gradazione» < 1. I nuovi incentivi hanno durata pari alla vita media utile convenzionale della specifica tipologia di impianto. I nuovi meccanismi sono alternativi al ritiro dedicato e allo scambio sul posto

41 IL DM 6 LUGLIO 2012: Gli incentivi per la produzione di energia elettrica da biomasse. IL DM INDIVIDUA TRE DIVERSE MODALITÀ DI ACCESSO AGLI INCENTIVI: 1) ACCESSO DIRETTO a seguito dell entrata in esercizio degli interventi previsti per piccoli impianti e per particolari situazioni. 2) REGISTRI per due diversi insiemi di interventi progettuali: a) Registro per impianti nuovi, integralmente ricostruiti, riattivati, potenziati e ibridi che non possono accedere direttamente agli incentivi e con una potenza inferiore alla potenza di soglia di 5 MW (10 MW per idroelettrici e 20 MW geotermoelettrici); b) Registro per gli interventi di rifacimento parziali e totali (con l esclusione dei rifacimenti dei piccoli impianti che possono accedere direttamente agli incentivi). 3) ASTE per impianti nuovi, integralmente ricostruiti, riattivati, potenziati e ibridi di potenza superiore alla potenza di soglia di 5 MW (10 MW per idroelettrici e 20 MW geotermoelettrici). Contingenti annuali di potenza incentivabile per fonte e tipologia previsti per i registri e le aste: Eolico onshore Eolico offshore Idroelettrico Geotermoelettrico Biomasse di cui all articolo 8, comma 4, lettere a), b) e d), biogas, gas di depurazione, gas di discarica e bioliquidi sostenibili Biomasse di cui all articolo 8, comma 4, lettera c) Oceanica (comprese maree e moto ondoso) 3 0 0

42 IL DM 6 LUGLIO 2012: Gli incentivi per la produzione di energia elettrica da biomasse. CONCETTO FONDAMENTALE TARIFFA INCENTIVANTE = INCENTIVO + PREZZO ZONALE ORARIO + PREMIO (EVENTUALE) Potenza 1 MW Tariffa incentivante onnicomprensiva To = Tb + Pr Potenza > 1 MW Incentivo I nuovo = Tb + Pr - Pz Pr: premio Tb: tariffa incentivante base Pr Tb Pr I Tb Pz Pr: premio I = Tb-Pz Nel caso di incentivo negativo: I=0 Pz: prezzo zonale orario Nel caso di prezzo zonale orario negativo: Pz=0 Es: prezzo zonale 2011 ore 12 - zona Sud: 75 /MWh - zona Nord: 80 /MWh

43 IL DM 6 LUGLIO 2012: focus sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da CSS L'ART. 8 COMMA 4 DEL DM 6 LUGLIO 2012: TIPOLOGIE DI ALIMENTAZIONE L art. 8, comma 4 del Decreto 6 luglio 2012 definisce le seguenti quattro tipologie di alimentazione per gli impianti a biomasse e a biogas: prodotti di origine biologica (Tipo a); sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1 A dell Allegato 1 del Decreto (Tipo b); rifiuti per i quali la frazione biodegradabile è riconosciuta ai sensi dell Allegato 2 del Decreto (Tipo c); rifiuti non provenienti da raccolta differenziata diversi dal Tipo c e la frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) utilizzata in ingresso agli impianti a biogas (Tipo d)

44 IL DM 6 LUGLIO 2012: focus sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da CSS L'ART. 8 COMMA 5 DEL DM 6 LUGLIO 2012: determinazione dell'incentivo Ai fini della determinazione della tariffa incentivante base dell impianto è necessario individuare la tipologia di alimentazione dell impianto facendo riferimento esclusivamente a quanto riportato nel titolo autorizzativo alla costruzione ed esercizio dello stesso. Nei casi in cui il titolo autorizzativo non indichi in modo esplicito l obbligo all utilizzo di una sola tipologia ( Tipo a, Tipo b, Tipo c o Tipo d ) o, comunque, consenta un utilizzo di fonti ricadenti in più tipi, l individuazione della tariffa incentivante di riferimento è effettuata attribuendo all intera produzione la tariffa incentivante base di minor valore fra quelle riferibili alle tipologie autorizzate. Per i soli impianti a biomasse e biogas di potenza non superiore a 1 MW e nel solo caso in cui dall autorizzazione risulti che per l alimentazione vengono utilizzati sottoprodotti ricadenti nel Tipo b, congiuntamente a biomasse rientranti nel Tipo a, con una percentuale di queste ultime non superiore al 30% in peso, si attribuisce all intera produzione la tariffa incentivante base prevista per i sottoprodotti di Tipo b

45 IL DM 6 LUGLIO 2012: focus sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da CSS Rifiuti per i quali la frazione biodegradabile è riconosciuta ai sensi dell Allegato 2 del DM Alimentazione mediante rifiuti urbani ALIMENTAZIONE EX ART. 8 COMMA 4 LETTERA C) TIPO DI RIFIUTI UTILIZZATI CONDIZIONI FORFAIT Rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata I CER devono iniziare con le 4 cifre e sono esclusi i CER e % 1) Rifiuti speciali identificati dal CER 19 e elencati in Tab 6.A provenienti da impianti di trattamento e/o separazione meccanica dei rifiuti urbani. alimentati esclusivamente con rifiuti urbani indifferenziati a valle della raccolta differenziata I CER dei rifiuti urbani indifferenziati che alimentano gli impianti di trattamento e/o separazione devono iniziare con le 4 cifre e sono esclusi i CER e % 2) Combustibile solido secondario - CSS (nonché CDR conforme alla norma UNI :2004 qualificato come RDF) prodotto da rifiuti urbani conforme alla norma UNI EN PCI 20 MJ/kg 51%

46 IL DM 6 LUGLIO 2012: focus sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da CSS Rifiuti per i quali la frazione biodegradabile è riconosciuta ai sensi dell Allegato 2 del DM 3) 4) Alimentazione mediante rifiuti speciali ALIMENTAZIONE EX ART. 8 COMMA 4 LETTERA C) TIPO DI RIFIUTI UTILIZZATI CONDIZIONI FORFAIT Rifiuti speciali non pericolosi a valle della raccolta differenziata elencati in Tab. 6.A del DM la massa totale di tali rifiuti deve essere 30% del peso totale dei rifiuti utilizzati su base annua Rifiuti speciali identificati dal CER 19 e elencati in Tab 6.A provenienti da impianti di trattamento e/o separazione meccanica dei rifiuti urbani, Rifiuti speciali non pericolosi non elencati in Tab. 6.A del DM alimentati con rifiuti urbani e con rifiuti speciali non pericolosi di cui alla Tab. 6.A del DM la massa totale dei rifiuti speciali non pericolosi che alimentano gli impianti di separazione e/o trattamento deve essere 30% del totale dei rifiuti trattati la massa totale di tali rifiuti deve essere 30% del peso totale dei rifiuti utilizzati su base annua solo se utilizzati contestualmente ai rifiuti di cui ai punti precedenti il peso non deve superare del 5% quello del totale dei rifiuti utilizzati su base annua la massa totale dei rifiuti di cui al punto 3) insieme a quella di cui al presente punto deve essere 30% del peso totale dei rifiuti utilizzati su base annua % 51%

47 IL DM 6 LUGLIO 2012: focus sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da CSS Rifiuti per i quali la frazione biodegradabile è riconosciuta ai sensi dell Allegato. 2 del DM 5) 6) 7) Alimentazione mediante rifiuti speciali ALIMENTAZIONE EX ART. 8 COMMA 4 LETTERA C) TIPO DI RIFIUTI UTILIZZATI CONDIZIONI FORFAIT prodotti da rifiuti speciali non pericolosi a valle della raccolta differenziata elencati in Tab. 6.A del DM e da rifiuti urbani conformi alla norma UNI EN Combustibili solidi secondari PCI 20 MJ/kg (CSS) (nonché CDR conforme la somma delle masse dei rifiuti speciali non alla norma UNI :2004 pericolosi inclusi in Tab. 6.A deve essere 30% del 51% qualificato come RDF) totale delle masse dei rifiuti utilizzati per produrre il CSS se utilizzati insieme ai rifiuti di cui al punto 4) la massa di questi ultimi e dei CSS deve essere 30% del peso totale dei rifiuti utilizzati su base annua Rifiuti sanitari e veterinari a rischio infettivo (CER * e *) Pneumatici fuori uso (CER ) (se usati insieme a rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata e a rifiuti speciali non pericolosi, la quantità di CER * e * concorre alla percentuale del 30% precedentemente citata) % 35%

48 IL DM 6 LUGLIO 2012: focus sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da CSS Fonte rinnovabile Gas di discarica Gas residuati dai processi di depurazione Biogas Biomasse Bioliquidi sostenibili a) prodotti di origine biologica a) prodotti di origine biologica Tipologia b) sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1 A; d) rifiuti non provenienti da raccolta differenziata diversi da quelli di cui alla lettera c) c) rifiuti per i quali la frazione biodegradabile è determinata forfettariamente con le modalità di cui all Allegato 2 b) sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1 A; d) rifiuti non provenienti da raccolta differenziata diversi da quelli di cui alla lettera c) c) rifiuti per i quali la frazione biodegradabile è determinata forfettariamente con le modalità di cui all Allegato 2 Potenza VITA UTILE degli IMPIANTI TARIFFA INCENTIVANTE BASE (per il 2013) Biomasse da filiera Riduzione gas serra Requisiti di emissioni in atmosfera Cogenerazione ad alto rendimento Cogenerazione ad alto rendimento + teleriscaldamento Cogenerazione ad alto rendimento + recupero azoto per produrre fertilizzanti Cogenerazione ad alto rendimento + recupero 30% azoto per produrre fertilizzanti Recupero 40% azoto per produrre fertilizzanti (Tb) art. 8, c. 6, art. 8, c. 7, art. 8, c. 6 Tab.1-B all. 5 art. 8, c. 8 art. 8, c. 8 art. 26, c. 1 e 2 art. 26, c. 3 art. 26, c. 3 kw anni /MWh /MWh /MWh /MWh /MWh /MWh /MWh /MWh /MWh 1<P <P P> <P <P P> <P <P <P <P P> <P <P <P <P P> <P <P <P P> <P <P <P P> ** 10 ** <P <P <P P> ** <P P> <P P> PREMI (Pr)

49 IL DM 6 LUGLIO 2012: le procedure applicative del GSE PROCEDURE APPLICATIVE DEL D.M. 6 luglio 2012 CONTENENTI I REGOLAMENTI OPERATIVI PER LE PROCEDURE D ASTA E PER LE PROCEDURE DI ISCRIZIONE AI REGISTRI (Pubblicate dal GSE il 24 agosto 2012) Le procedure elaborate dal GSE, ai sensi dell art. 24 del D.M. 6 luglio 2012, individuano e regolamentano operativamente le diverse fasi previste per l accesso, la richiesta e la gestione degli incentivi agli impianti FER diversi dal fotovoltaico. In particolare le procedure trattano i seguenti principali aspetti: i regolamenti per l iscrizione ai Registri, alle Procedure di Asta e ai Registri per i rifacimenti; la richiesta degli incentivi a seguito dell entrata in esercizio degli impianti; le modalità di calcolo e di erogazione degli incentivi, ivi incluse le modalità di riconoscimento dei premi; i controlli e le verifiche sugli impianti; le indicazioni per l utilizzo del portale informatico FER-E per tutte le fasi del processo (accesso diretto, iscrizione ai Registri e alle Aste, entrata in esercizio e rilascio degli incentivi)

50 IL DM 6 LUGLIO 2012: le procedure applicative del GSE IL PORTALE INFORMATICO PER LA GESTIONE DELL INCENTIVAZIONE (completa dematerializzazione del processo) La richiesta di iscrizione ai registri, alle procedure di asta e alle procedure per i rifacimenti nonché la richiesta per l ammissione agli incentivi, predisposte dal soggetto responsabile in forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio, sono inviate al GSE esclusivamente tramite il portale FER-E predisposto dal GSE sul suo sito, secondo modelli approntati dal GSE e resi noti nella procedura applicativa pubblicata dal GSE il 24 agosto Il portale informatico del GSE ( dedicato ai nuovi meccanismi incentivanti del DM, include tutte le procedure previste per l accesso e per l erogazione degli incentivi: l iscrizione ai registri, alle aste e la gestione delle relative graduatorie la comunicazione di entrata in esercizio degli impianti per la richiesta degli incentivi la stipula del contratto e la successiva erogazione degli incentivi

51 Grazie per l attenzione

52 La Raccomandazione CTI 8 e le Linee Guida CTI 10 sui CSS Prof. G.Riva Dott. M.Merlini merlini@cti2000.it

53 IL CONVEGNO: INQUADRAMENTO 2008/98/CE DIRETTIVA RIFIUTI D.Lgs n. 205/2010 NORME TECNICHE CDR CDR-Q CSS UNI UNI EN COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI Raccomandazioni e Linee Guida elaborate dal CTI 1. Raccomandazioni CTI 8 2. Linee Guida CTI Linee Guida CTI 11 I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

54 IL CONVEGNO: LA DOCUMENTAZIONE CTI e LE NORME TECNICHE CSS Raccomandazioni CTI 8 NORME EN 32 DOCUMENTI Linee Guida CTI 11 UNI EN UNI EN UNI EN UNI EN Linee Guida CTI 10 RIFIUTI/CSS I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

55 IL CTI: CHI SIAMO Il Comitato Termotecnico Italiano è un associazione senza scopo di lucro e federata all UNI Energia e risparmio energetico a 360 gradi Attività normativa nazionale ed internazionale: progetti di norma, linee guida, revisione norme UNI/CTI, lavori normativi internazionali CEN e ISO del settore termotecnico Supporto ai Ministeri e Amministrazioni Pubbliche Verifica dei software commerciali per il rilascio della certificazione ai sensi del D.P.R. 2 aprile 2009 n. 59 (determinazione delle prestazioni energetiche degli edifici) Organizzazione di eventi culturali e divulgativi Formazione oltre 500 associati - circa 1000 esperti I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

56 IL CTI: LA STRUTTURA SC GL ESPERTI SC 1 «Trasmissione del calore e fluidodinamica» SC 2 «Fonti convenzionali e gestione dell energia» SC 3 «Generatori di calore e impianti in pressione» SC 4 «Sistemi e macchine per la produzione di energia» SC 5 «Condizionamento dell aria e refrigerazione» SC 6 «Riscaldamento e ventilazione» SC 7 «Tecnologie di sicurezza» SC 8 «Misura del calore e contabilizzazione» SC 9 «Fonti rinnovabili di energia» SC 10 «Termoenergetica ambientale e sostenibilità I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

57 IL SOTTOCOMITATO 9: IL GRUPPO DI LAVORO 903 ENERGIA DA RIFIUTI Coordinatore: prof. ing. Riva Giovanni Project Leader: dott. Merlini Mattia Aziende coinvolte (più di 50 aziende/associazioni con oltre 70 esperti) raccolta, trasporto, trattamento e gestione del ciclo dei rifiuti; recupero energetico dei rifiuti; produzione ed utilizzo dei combustibili da rifiuti; costruzione e gestione di impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti; analisi di laboratorio sui combustibili; ricerca e sviluppo nell intera filiera dei rifiuti. I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

58 SRF CSS CDR SOLID RECOVERED FUELS (SRF) Solid fuel prepared from non-hazardous waste to be utilised for energy recovery in incineration or co-incineration plants and meeting the classification and specification requirements laid down EN 15359:2011 COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO (CSS) Combustibile solido ottenuto da rifiuti non pericolosi, utilizzato per il recupero di energia in impianti di incenerimento o co-incenerimento, rispondente alle specifiche e alla classificazione fornite dalla UNI EN 15359:2011 COMBUSTIBILE DERIVATO DA RIFIUTO (CDR O RDF) Vettore energetico classificabile, sulla base delle norme tecniche UNI 9903 e successive modifiche ed integrazioni, come RDF di qualità normale, che è recuperato dai rifiuti urbani e speciali non pericolosi mediante trattamenti finalizzati a garantire un potere calorifico adeguato al suo utilizzo. I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

59 COS È IL CSS? COS È IL CDR? È UN RIFIUTO NON PERICOLOSO È UN COMBUSTIBILE SOLIDO ETEROGENEO RICHIEDE UN TRATTAMENTO (biologico/meccanico) È OTTENUTO DA RIFIUTI URBANI E RIFIUTI SPECIALI FA RIFERIMENTO ALLA UNI EN FA RIFERIMENTO ALLA UNI È PRODOTTO IN 125 QUALITÀ DIFFERENTI NON È UN CDR È RICHIAMATO DAL D.Lgs 205/2010 È PRODOTTO IN 2 QUALITÀ (CDR e CDR-Q) È UN PARTICOLARE TIPO DI CSS È RICHIAMATO DAL DM 05/02/1998 (anche dal D.Lgs 205/2010) I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

60 CODICE UNI :2004 UNI :2004 UNI EN 15357:2011 I CSS: IL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE 1/4 TITOLO Combustibili solidi non minerali ricavati da rifiuti (RDF) - Specifiche e classificazione Combustibili solidi non minerali ricavati da rifiuti (RDF) - Termini e definizioni Terminologia, definizioni e descrizioni Sistemi di gestione per la qualità - Requisiti particolari per la UNI EN 15358:2011 loro applicazione alla produzione di combustibili solidi secondari UNI EN 15359:2011 Classificazione e specifiche UNI EN 15440:2011 UNI CEN/TR 15441:2007 Metodo per la determinazione del contenuto di biomassa Linee guida relative alla salute sul lavoro UNI EN 15442:2011 Metodi di campionamento UNI EN 15443:2011 Metodi per la preparazione del campione di laboratorio UNI EN 15590:2011 UNI CEN/TR 15591:2008 Determinazione del tasso corrente di attività microbica aerobica mediante l indice di respirazione dinamico reale Determinazione del contenuto di biomassa basata sul metodo del C14 I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

61 CODICE UNI CEN/TR 14980:2008 UNI EN 15400:2011 UNI CEN/TS 15401:2010 UNI EN 15402:2011 UNI EN 15403:2011 UNI CEN/TR 15404:2010 UNI CEN/TS 15405:2010 UNI CEN/TS 15406:2010 UNI CEN/TS :2010 UNI CEN/TS :2010 I CSS: IL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE 2/4 TITOLO Rapporto sulla differenza relativa tra frazione biodegradabile e biogenica di un combustibile solido secondario Metodi per la determinazione del potere calorifico Metodi per la determinazione della massa volumica apparente Determinazione del contenuto di materia volatile Determinazione del contenuto di ceneri Metodi per la determinazione del comportamento termico delle ceneri per mezzo di temperature caratteristiche Determinazione della massa volumica di pellet e brichette Determinazione delle proprietà ponte di materiale alla rinfusa Determinazione del contenuto di umidità mediante metodo di essiccazione in stufa - Parte 1: Determinazione dell'umidità totale attraverso un metodo di riferimento Determinazione del contenuto di umidità mediante metodo di essiccazione in stufa - Parte 2: Determinazione dell'umidità totale attraverso un metodo semplificato I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

62 I CSS: IL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE 3/4 CODICE UNI EN :2011 UNI EN :2011 UNI EN :2012 UNI EN :2012 UNI CEN/TS 15639:2010 UNI CEN/TR 15716:2008 UNI EN 15407:2011 UNI EN 15408:2011 TITOLO Determinazione del contenuto di umidità mediante metodo di essiccazione in stufa - Parte 3: Umidità del campione per l analisi generale Determinazione della distribuzione granulometrica Parte 1: Metodo della setacciatura per le particelle di piccole dimensioni Determinazione della distribuzione granulometrica Parte 2: Metodo manuale per la determinazione della lunghezza massima proiettata per le particelle di grandi dimensioni Determinazione della distribuzione granulometrica Parte 3: Metodo di analisi dell immagine per le particelle di grandi dimensioni Determinazione della durabilità meccanica dei pellet Determinazione del comportamento alla combustione Metodi per la determinazione del contenuto di carbonio (C), idrogeno (H) e azoto (N) Metodi per la determinazione del contenuto di zolfo (S), cloro (Cl), fluoro (F) e bromo (Br) I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

63 CODICE UNI EN 15410:2011 UNI EN 15411:2011 UNI CEN/TS 15412:2010 UNI EN 15413:2011 I CSS: IL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE 4/4 TITOLO Metodi per la determinazione del contenuto dei principali elementi (Al, Ca, Fe, K, Mg, Na, P, Si, Ti) Metodi per la determinazione del contenuto di microelementi (As, Ba, Be, Cd, Co, Cr, Cu, Hg, Mo, Mn, Ni, Pb, Sb, Se, Tl, V e Zn) Metodi per la determinazione dell'alluminio metallico Metodi per la preparazione del campione di prova dal campione di laboratorio I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

64 LA UNI EN 15359: SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Tratto da UNI EN I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

65 LA UNI EN 15359: LA CLASSIFICAZIONE UNI EN UNI EN PARAMETRI DI CLASSIFICAZIONE MISURA STATISTICA UNITÀ DI MISURA CLASSI PCI Media MJ/kg (t.q.) Cloro (Cl) Media % (s.s.) 0,2 0,6 UNI EN Mercurio (Hg) Mediana mg/mj (t.q.) 0,03 0,08 80 percentile mg/mj (t.q.) 0,06 0,16 Prospetto semplificato tratto da UNI EN ESEMPIO CODICE CLASSE: PCI: 4; Cl: 3; Hg: 1 I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

66 LA UNI EN 15359: LA SPECIFICAZIONE OBBLIGATORIA Prospetto semplificato tratto da UNI EN PARAMETRI OBBLIGATORI Contenuto di ceneri Contenuto di umidità Valore Calorifico Netto Valore Calorifico Netto Cloro Antimonio Arsenico Cadmio Cromo Cobalto Rame Piombo Manganese Mercurio Nichel Tallio Vanadio Metalli Pesanti Valore Metodi di prova del CEN La specificazione dei PARAMETRI CHIMICI, come riportati nel prospetto, è OBBLIGATORIA La determinazione dei PARAMETRI CHIMICI deve essere fatta in accordo ai METODI DI PROVA ELABORATI DAL CEN/TC 343 (norme UNI EN) I VALORI LIMITE per ciascun parametro sono frutto di un ACCORDO TRA PRODUTTORE E UTILIZZATORE DI CSS I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

67 LA UNI EN 15359: LA SPECIFICAZIONE FACOLTATIVA Prospetto semplificato tratto da UNI EN PARAMETRI VOLONTARI Preparazione del combustibile Frazione di biomassa Composizione Parametri fisici Alluminio metallico Carbonio Idrogeno Azoto Zolfo Bromo Fluoro PCB Alluminio Ferro Potassio Sodio Valore Metodi di prova del CEN La specificazione dei PARAMETRI CHIMICI, come riportati nel prospetto, è VOLONTARIA. Possono essere richiesti ulteriori parametri rispetto a quelli definiti nel prospetto. La determinazione dei PARAMETRI CHIMICI deve essere fatta in accordo ai METODI DI PROVA ELABORATI DAL CEN/TC 343 (norme UNI EN) I VALORI LIMITE per ciascun parametro sono frutto di un ACCORDO TRA PRODUTTORE E UTILIZZATORE DI CSS I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

68 LA UNI EN 15359: LE REGOLE DI CONFORMITÀ PERIODO DI PRODUZIONE: 12 MESI SISTEMA DI GESTIONE QUALITÀ (SGQ) MASSA MASSIMA DI UN LOTTO: 1500 t Se la produzione annuale è minore di t, la dimensione del lotto per la classificazione deve essere pari ad 1/10 della quantità prodotta nell arco dei 12 mesi VARIAZIONI SIGNIFICATIVE (cambiamento codice classe): INTERRUZIONE DEL LOTTO CAMPIONAMENTO: UNI EN (campione composito deve essere costituito da almeno 24 incrementi) lotto 24 incrementi campione composito campione laboratorio PCI, Cl, Hg X 10 LOTTI I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

69 LA UNI EN 15359: LE REGOLE DI CONFORMITÀ (MODELLO) I CSS devono essere accompagnati durante tutte le fasi da una dichiarazione di conformità dal responsabile dell impianto di produzione Disponibile in caso di ispezione Tratto da UNI EN I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

70 LA UNI EN 15359: UN ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE Tratto da UNI EN lotto 24 incrementi campione composito campione laboratorio PCI, Cl, Hg X 10 LOTTI (o gruppi) I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

71 LA UNI EN 15359: UN ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE PCI: Media aritmetica: 10,4 MJ/kg (t.q.) Limite inferiore dell intervallo di confidenza al 95%: 9,8 MJ/kg (t.q.) Valore medio calcolato è arrotondato per difetto a: 10 MJ/kg (t.q.) L intervallo di confidenza al 95% è arrotondato per eccesso a: 10 MJ/kg (t.q.) Cl: Media aritmetica: 0,94 % (s.s.) Limite superiore dell intervallo di confidenza al 95%: 1,03 % (s.s.) Valore medio calcolato è arrotondato per difetto a: 0,9 % (s.s.) L intervallo di confidenza al 95% è arrotondato per eccesso a: 1 % (s.s.) Hg: Mediana: 0,024 mg/mj (t.q.) L 80 percentile: 0,31 mg/mj (t.q.) Valore mediana arrotondato per difetto: 0,02 mg/mj (t.q.) Valore 80 percentile arrotondato per eccesso: 0,03 mg/mj (t.q.) CODICE CLASSE: PCI: 4; Cl: 3; Hg: 1 I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

72 LA RACCOMANDAZIONE CTI 8: SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE D.Lgs n. 205/2010 UNI EN UTILIZZO EFFICIENTE DEI CSS RAPPORTI TRA PRODUTTORE E UTILIZZATORE PROCEDURE DI AUTORIZZAZIONE E DI CONTROLLO I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

73 LA RACCOMANDAZIONE CTI 8: LA CLASSIFICAZIONE e LE SPECIFICHE CLASSIFICAZIONE In conformità alla UNI EN SPECIFICAZIONE Da elaborazione di dati disponibili e riferiti all'esperienza pluriennale di gestione dei rifiuti (Parametri obbligatori secondo la UNI EN 15359) UNI EN PARAMETRO MISURA UNITÀ DI VALORE MASSIMO STATISTICA MISURA DELLA MEDIANA Cadmio (Cd) Mediana mg/kg (s.s.) 10 Tallio (Tl) Mediana mg/kg (s.s.) Arsenico (As) Mediana mg/kg (s.s.) 15 Cobalto (Co) Mediana mg/kg (s.s.) Cromo (Cr) Mediana mg/kg (s.s.) Rame (Cu) Mediana mg/kg (s.s.) 2000 Manganese (Mn) Mediana mg/kg (s.s.) Nichel (Ni) Mediana mg/kg (s.s.). Piombo (Pb) Mediana mg/kg (s.s.). Antimonio (Sb) Mediana mg/kg (s.s.) 150 Vanadio (V) Mediana mg/kg (s.s.) Mercurio (Hg) Fare riferimento ai valori forniti dalla Cloro (Cl) classificazione della UNI EN Prospetto semplificato tratto da Raccomandazione CTI 8 I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

74 LA RACCOMANDAZIONE CTI 8: IL CAMPIONAMENTO UNI EN UNI EN La procedura di campionamento del lotto (massimo 1500 t) prevede il prelievo di un numero minimo di 24 incrementi. Il campione finale è un campione composito per lotto. Ai fini del confronto con i limiti di classificazione e di specificazione viene utilizzata la media/mediana dei valori degli ultimi 10 lotti di produzione, che corrispondono indicativamente ad un controllo: annuale, su 10 lotti, per produzione inferiore a t/a su gruppi di 10 lotti, per produzione annuale superiore a t/a temporale su 10 lotti, per periodi inferiori a 1 anno La possibilità di campionare il materiale in continuo nel corso della produzione è previsto dalla UNI EN Il CSS prodotto durante la formazione del campione composito può essere avviato all utilizzo poiché risulta impraticabile l immagazzinamento per periodi lunghi (anche attività microbiologica) I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

75 LE LINEE GUIDA CTI 10 I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

76 LE LINEE GUIDA CTI 10: SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE COMBUSTIBILI IN INGRESSO ENERGIA ELETTRICA IMPIANTO LINEE GUIDA 10 IDENTIFICAZIONE E CLASSIFICAZIONE dei combustibili determinazione del CONTENUTO DI BIOMASSA e delle CARATTERISTICHE ENERGETICHE (PCI e umidità) piani e metodi di campionamento: FREQUENZA DI CAMPIONAMENTO I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

77 LE LINEE GUIDA CTI 10: IDENTIFICAZIONE DEL COMBUSTIBILE COMBUSTIBILE IN INGRESSO ALL IMPIANTO Rifiuti Combustibili fossili Biocombustibili liquidi Biocombustibili solidi di origine vegetale o animale Syngas Biogas IDENTIFICAZIONE Codice CER (eventuale contratto di fornitura) Codifica ufficiale dell Agenzia delle Dogane Codifica ufficiale dell Agenzia delle Dogane Secondo prospetti Linee Guida CTI 10 Combustibili dai quali è ottenuto Vettore energetico gassoso di origine biogenica prodotta nel corso del processo di digestione anaerobica costituita in prevalenza da metano ( 30%), anidride carbonica e in piccole quantità da impurezze quali idrogeno, azoto, acido solfidrico, mercaptani, ammoniaca. I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

78 LE LINEE GUIDA CTI 10: CLASSIFICAZIONE DEL COMBUSTIBILE Combustibile completamente biodegradabile (CCB) vettore energetico il cui contenuto di energia è attribuibile esclusivamente alla biomassa Combustibile parzialmente biodegradabile (CPB) vettore energetico il cui contenuto di energia risulta essere attribuibile in parte da biomassa CCB CPB I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

79 LE LINEE GUIDA CTI 10: CARATTERISTICHE ENERGETICHE ESCLUSI PCI Impianti alimentati esclusivamente con biocombustibili Gas naturale da rete CSS BIOCOMBUSTIBILI PCI t,q, = PCIss x (1 0,01 x U) 2,443 x U BIOCOMBUSTIBILI LIQUIDI UNI/TS O DIN COMBUSTIBILI GASSOSI UNI EN ISO 6976 CSS UNI EN UMIDITÀ CSS UNI EN BIOCOMBUSTIBILI SOLIDI UNI EN I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

80 LE LINEE GUIDA CTI 10: CONTENUTO DI BIOMASSA UNI EN METODO DEL 14 C METODO DI DISSOLUZIONE CHIMICA SELETTIVA METODO BASATO SULL ANALISI MERCEOLOGICA Scintillazione liquida (PSM) Conteggio beta (BI) Spettrometria di massa (AMS) Permette di separare la frazione fossile presente in un combustibile PB e ottenere per differenza il contenuto in biomassa Prevede la separazione manuale dei diversi componenti del combustibile attribuendo ogni componente ad uno dei seguenti gruppi: biomassa, fossile e inerte. Per ciascun sottogruppo (es.carta, legno, ecc.) la UNI EN prevede fattori correttivi che definiscono la percentuale di biomassa, fossile, inerte I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

81 LE LINEE GUIDA CTI 10: FREQUENZA DI CARATTERIZZAZIONE Piano di caratterizzazione iniziale in relazione alla quantità di combustibile utilizzato (per ogni combustibile) Acquisizione di 12 dati analitici (frequenza in relazione alla quantità) Determinazione della media (μ) e dell intervallo μ 0,2μ; μ + 0,2μ Se l 85 % dei dati analitici soddisfa μ 0,2μ x μ + 0,2μ il combustibile è costante e la frequenza di caratterizzazione può essere ridotta a regime Se l 85 % dei dati analitici NON soddisfa μ 0,2μ x μ + 0,2μ la frequenza di caratterizzazione viene aumentata x è il singolo dato analitico (es. 12 dati in un anno = 1 dato al mese) I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

82 CSS altri rifiuti assimilabili ai CSS LE LINEE GUIDA CTI 10: CAMPIONAMENTO UNI EN Linee guida CTI 11 BIOCOMBUSTIBILI SOLIDI UNI EN BIOCOMBUSTIBILI LIQUIDI CF SOLIDI UNI/TS UNI EN ISO 5555 UNI EN ISO 3170 UNI EN ISO 3171 ISO ISO COMBUSTIBILI GASSOSI UNI EN ISO ALTRI CEN/TC 292 Caratterizzazione dei rifiuti CEN/TR UNI EN UNI Campionamento manuale di rifiuti liquidi, granulari, pastosi e fanghi Nel caso di mancanza di normativa di campionamento per particolari tipi di rifiuti, la metodologia deve essere valutata, quindi motivata e descritta nelle procedure I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale 7 Novembre 2012

83 Rimini Fiera ECOMONDO 2012 I COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI (CSS) E LA NORMATIVA NAZIONALE 7 Novembre 2012

84 Le Linee Guida CTI 11 sulle procedure di campionamento e i sistemi di gestione della qualità dei CSS Giovanni Ciceri

85 Scopo In accordo al quadro normativo europeo riguardante i Solid Recovered Fuels (SRF) o Combustibili Solidi Secondari (CSS) ottenuti dal trattamento meccanico dei rifiuti non pericolosi, nonché alla Raccomandazione CTI 8 sulla classificazione e specificazione dei CSS, definiscono: le procedure di campionamento dei CSS in conformità con la UNI EN (metodi di campionamento) e la UNI EN (preparazione del campione) le modalità di campionamento per tipologia di impianto il calcolo dei valori delle mediane dei parametri ai fini della classificazione e specificazione dei CSS in conformità con la UNI EN il sistema di gestione per la qualità dei CSS ed i requisiti per la sua applicazione in conformità con la UNI EN 15358; un esempio di manuale di qualità e relativo modello di applicazione, nella produzione e commercializzazione dei CSS dalla raccolta fino alla consegna, in conformità con la UNI EN

86 Campionamento Il campionamento ai fini della classificazione e specificazione (UNI EN 15359), deve essere effettuato secondo quanto riportato nella UNI EN e nella UNI EN 15443

87 Campionamento secondo la UNI EN Il piano di campionamento prevede i seguenti passaggi: individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto determinazione della procedura di campionamento determinazione del numero di incrementi determinazione della massa minima del campione determinazione della massa minima dell incremento selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto

88 Campionamento secondo la UNI EN Individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto Il lotto corrisponde ad una certa quantità di materiale prodotto o consegnato sulla base di un accordo tra produttore ed utilizzatore con determinate specifiche e che deve essere sottoposto a caratterizzazione. Ai fini del campionamento, il lotto non deve essere superiore a t lotti di dimensioni maggiori devono essere suddivisi in modo adeguato. variazioni significative (*) nel ciclo di produzione o nel materiale in ingresso comportano l interruzione del lotto (*) come definito dalla UNI EN 15359, si intendono quelle che comportano un cambiamento del codice classe.

89 Campionamento secondo la UNI EN Individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto In funzione della giacitura si possono avere diversi casi: cumulo: nel caso di deposito temporaneo presso il produttore o l utilizzatore, in cumulo o più cumuli, tutto il materiale depositato costituisce un unico lotto. I diversi cumuli potrebbero corrispondere a lotti contrattualmente diversi e in tal caso ogni cumulo deve essere caratterizzato separatamente, anche se la dimensione complessiva è inferiore a 1500 t veicolo: il lotto è rappresentato dal materiale trasportato da uno o più veicoli materiale in movimento (es. su nastro trasportatore): anche nel caso di consegna diretta da produttore a utilizzatore la definizione di lotto è fatta: su base temporale, stimando, in maniera cautelativa per non eccedere le t/lotto la quantità trasportata per unità di tempo. sulla base della quantità prodotta

90 Campionamento secondo la UNI EN Individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto Ai fini della classificazione il materiale prodotto si caratterizza su base annuale, su almeno 10 lotti : la produzione in 12 mesi è minore di t: la dimensione del lotto è pari ad un decimo della quantità prodotta la produzione in 12 mesi è > t: i lotti in un anno sono superiori a 10, ogni gruppo da 10 viene trattato separatamente e si considera la classificazione peggiore tra quelle ottenute Dimensione del lotto e numero di lotti ai fini della classificazione Quantità prodotta (t) Periodo produzione (mesi) Dimensione del lotto (t) Numero di lotti x x/10 10 x> max x/dimensione del lotto

91 Campionamento secondo la UNI EN Se invece la classificazione non può essere fatta sulla base di 12 mesi di produzione, dovrebbe essere inclusa nella produzione di 12 mesi una stima della produzione prevista del mese mancante Produzione annuale (t) Dimensione del lotto (t) Numero di lotti Numero di classificazioni * Individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto (2 lotti oltre i 20 vengono aggiunti a quelli dell anno successivo) 28+ (2 dell anno precedente) = 30 * In questo caso, può essere più semplice considerare lotti di dimensioni inferiori, in modo da ottenere un numero di lotti multiplo di 10: per esempio, considerando lotti di t, i lotti diventano 30, con 3 classificazioni possibili; nell anno successivo, con una dimensione di 1400 t, i lotti sono 30 (3 classificazioni complete). Ovviamente, occorre prevedere maggiori costi per il maggior numero di lotti da analizzare

92 Campionamento secondo la UNI EN individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto determinazione della procedura di campionamento determinazione del numero di incrementi determinazione della massa minima del campione determinazione della massa minima dell incremento selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto

93 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione della procedura di campionamento Sono preferibili metodi di campionamento meccanici rispetto a quelli manuali, e metodi da materiali in movimento rispetto a metodi statici In ordine decrescente di rappresentatività: 1) campionamento di materiale in movimento: è il più rappresentativo ed accurato. Richiede attrezzatura dedicate e la stima della quantità prodotta può essere meno precisa 2) campionamento da veicolo: è meno rappresentativo del precedente e di non facile esecuzione. La stima della quantità di materiale è però più precisa 3) campionamento da cumulo: è il meno rappresentativo in assoluto in quanto non tutte le parti del cumulo potrebbero avere la stessa probabilità di essere prelevate Vanno sempre considerate le possibilità di contaminazione durante il campionamento

94 Campionamento secondo la UNI EN individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto determinazione della procedura di campionamento determinazione del numero di incrementi determinazione della massa minima del campione determinazione della massa minima dell incremento selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto

95 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione del numero di incrementi Il numero minimo di incrementi (per la formazione del campione composito) è 24, indipendentemente dalla dimensione del lotto Tale numero viene applicato nella maggior parte dei casi Se la determinazione della massa minima effettiva del campione comporta un numero maggiore di incrementi si applica quest ultimo. Per ogni modalità di campionamento, la norma indica sia il numero minimo di incrementi (obbligatorio) sia un numero massimo di incrementi (suggerito) sulla base della conoscenza relativa all eterogeneità del materiale da campionare e della rappresentatività della metodologia di campionamento adottata.

96 Campionamento secondo la UNI EN individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto determinazione della procedura di campionamento determinazione del numero di incrementi determinazione della massa minima del campione determinazione della massa minima dell incremento selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto

97 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione del la massa minima del campione La massa minima del campione (m m ) è data da: dove: d 95 è la pezzatura massima nominale, [mm] f è il fattore di forma, [mm 3 /mm 3 ] λ è la densità media delle particelle del combustibile, [kg/m 3 ] g è il fattore di distribuzione della dimensione della particella p è la frazione di particelle aventi una specifica caratteristica (es. contaminanti) e in genere viene assunto pari a 0,1, [kg/kg] cv è il coefficiente di variazione, pari a 0,1 (1)

98 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione del la massa minima del campione Le linee guida riportano 6 esempi di applicazione della (1) che prevedono l utilizzo di valori diversi di densità e cv ipotizzato per la proprietà da misurare e dei parametri f, g e p 1. fluff con densità di kg/m 3 e cv di 0,1 (f=0,05; g=0,25; p=0,1) 2. fluff con densità di kg/m 3 e cv di 0,1 (f=0,05; g=0,25; p=0,1) 3. fluff con densità di kg/m 3 e cv di 0,2 (f=0,05; g=0,25; p=0,1) 4. materiali granulari solidi con densità di kg/m 3 e cv di 0,1 (f=1; g=1; p=0.1) 5. materiali granulari solidi con densità di kg/m 3 e cv di 0,1 (f=1; g=1; p=0.1) 6. materiali granulari solidi con densità di kg/m 3 e cv 0,2 (f=1; g=1; p=0,1) Il risultato ottenuto deve essere verificato con la quantità minima per l analisi chimica (prospetto B.2 dell appendice B)

99 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione del la massa minima del campione Esempio - determinazione della massa minima e/o volume minimo per CSS come fluff con densità di kg/m 3 e con un coefficiente di variazione (cv) ipotizzato per le proprietà da misurare di 0,1 (f=0,05; g=0,25; p=0,1) d 95 (mm) Massa minima del campione (kg) Volume minimo da prelevare del campione (litri) Densità apparente (kg/m 3 ) , , , ,

100 Campionamento secondo la UNI EN individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto determinazione della procedura di campionamento determinazione del numero di incrementi determinazione della massa minima del campione determinazione della massa minima dell incremento selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto

101 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione della massa minima dell incremento I casi previsti sono: campionamento di materiale in flusso manuale da caduta meccanico da caduta da nastro in movimento campionamento da veicolo campionamento da cumulo

102 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione del la massa minima dell incremento Esempi di calcolo della massa minima degli incrementi per campionamento da nastro in movimento (d 95 =20 mm) Portata (kg/s) 0, Velocita nastro (m/s) 0,1 0,2 0,5 0,1 0,2 0,5 0,1 0,2 0,5 0,1 0,2 0,5 0,1 0,2 0,5 Carico del nastro (kg/m) 5 2, Numero degli incrementi 1 Verificare con tabelle massa minima campione (vedere punto 5.1.4) Massa minima degli incrementi (kg) 0,30 0,16 0,06 0,60 0,32 0,12 1,20 0,64 0,24 3,0 1,6 0,6 6,0 3,2 1,2 Massa campione 1 (kg) 7,2 3,8 1,4 14,4 7,6 2,8 28,8 15,2 5,

103 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione del la massa minima dell incremento Nel caso di campionamento da veicolo Il numero minimo di incrementi può variare tra 24 (materiali omogenei) e 35 (valore suggerito per materiali manifestamente eterogenei) la massa minima di ogni incremento è comunque arrotondata per eccesso fino a 1 kg. La massa del campione si ottiene moltiplicando la massa dell incremento x il numero di incrementi (24 o 35)

104 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione del la massa minima dell incremento Esempio di calcolo della massa minima degli incrementi in funzione della pezzatura massima nominale della particella (d 95 ) per campionamento da veicolo d 95 (mm) Massa minima degli incrementi (kg) Densità apparente (kg/m 3 ) ,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 10 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 20 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 25 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 30 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 40 1,0 1,0 1,0 0,1 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,2 1,4 1,7 50 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,2 1,7 2,0 2,4 2,7 3,4 70 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 2,3 3,2 4,6 5,6 6,5 7,4 9, ,4 1,6 2,0 2,2 2,4 2,7 6,8 9,5 13,5 16,2 18,9 21,6 27, ,8 13,0 16,2 17,3 19,4 21,6 54,0 75,6 108,0 129,6 151,2 172,8 216,0

105 Campionamento secondo la UNI EN Determinazione del la massa minima dell incremento Nel caso di campionamento da cumulo, per la determinazione della massa minima degli incrementi (m i ) si fa riferimento al prospetto precedente Il numero minimo di incrementi può variare tra 24 (materiali omogenei) e 50 (valore suggerito per materiali manifestamente eterogenei)

106 Campionamento secondo la UNI EN individuazione del lotto e determinazione della massa del lotto determinazione della procedura di campionamento determinazione del numero di incrementi determinazione della massa minima del campione determinazione della massa minima dell incremento selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto

107 Campionamento secondo la UNI EN selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto Per ogni lotto il campionamento è di tipo stratificato" Per stratificato si intende che i prelievi dei singoli incrementi vengono effettuati ad intervalli regolari di tempo, durante il periodo di produzione del lotto. Sono descritti i campionamenti: da veicolo manuale da nastro fermo da materiale in cumulo da cascata da nastro in movimento

108 Campionamento secondo la UNI EN selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto Campionamento da veicoli Determinare il numero di veicoli (ciascuno normalmente da 25/27 t) che costituiscono il lotto e quindi individuare il numero di veicoli da campionare in funzione del numero di incrementi prestabilito (da 24 a 35) che devono essere prelevati in modo casuale da ogni veicolo Esempio lotto di 10 veicoli con prelievo di 24 incrementi: 2 incrementi per veicolo ad inizio e fine scarico ad esclusione dei veicolo 2, 4, 6 e 8 sui quali vengono presi 3 incrementi

109 Campionamento secondo la UNI EN selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto Campionamento da veicoli Vengono proposte soluzioni a problemi oggettivi di campionamento, ad es. Nel caso non fosse possibile campionare allo scarico (per esempio scarico diretto in tramoggia), occorre effettuare i prelievi direttamente sui veicoli, mediante sonde/tubi di campionamento adeguati. Se tale attrezzatura non può essere usata a causa della natura dei campioni, allora è possibile effettuare il campionamento da ogni veicolo prima dell inizio dello scarico, solo alla sommità del carico Per autocarri con sistemi automatici anche questo può non risultare possibile: in tal caso è necessario che una parte del carico venga scaricato a parte su piazzola per il prelievo manuale (ad esempio, prima dell inizio dello scarico stesso)

110 Campionamento secondo la UNI EN selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto Campionamento da nastro fermo Telaio di campionamento La distanza tra le pareti del telaio deve essere almeno 3 volte la pezzatura (d 95 ) del materiale (maglia del setaccio attraverso la quale passa almeno il 95 % del materiale e non meno di 30 mm

111 Campionamento secondo la UNI EN selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto Campionamento da cumulo

112 Campionamento secondo la UNI EN selezione e distribuzione degli incrementi su un lotto Campionamento da cascata da nastro in movimento

113

114 Preparazione del campione di laboratorio secondo la UNI EN Il campione deve essere adeguatamente e correttamente ridotto sia in termini di massa che di granulometria. qualsiasi riduzione di massa deve essere preceduta da riduzione granulometrica. quest ultima viene ottenuta mediante appositi macinatori: a martelli: per riduzione granulometria fino a 30 mm circa; a coltelli: per riduzione fino a 1 mm o meno dopo riduzione granulometrica, si effettua la divisione del campione mediante sistemi di ripartizione/divisione o mediante quartatura manuale I due fattori (massa e granulometria) sono collegati tra loro, sia nel caso di campioni granulari che di campioni non granulari (es. il fluff ) occorre fare attenzione a problematiche di contaminazione, e surriscaldamento del campione

115 Preparazione del campione di laboratorio secondo la UNI EN Sono considerati i casi di: Campioni granulari Campioni non granulari Nel secondo caso, le linee guida riportano i valori di f (fattore di forma) considerando tre possibilità fi forma: piatta allungata mista Al procedere dei passaggi di riduzione granulometrica, il fattore di forma si avvicina sempre di più a quello dei materiali granulari (f=1)

116 Modalità di campionamento per tipologia d impianto Con riferimento alla UNI EN 15359, si possono verificare i seguenti casi: impianto nuovo, che inizia la produzione (fase di avviamento) o impianto che modifica processo/materiale in ingresso impianto già avviato, per il quale esistono dati pregressi Le modalità di classi classificazione e specificazione del CSS in ingresso all impianto sono basata sulla produzione annuale (la peggiore su base statistica per gruppi di 10 lotti non superiori a t) Nel primo caso riportato, non essendo possibile effettuare la classificazione in tempi inferiori ad un anno, occorre procedere ad una classificazione basata su lotti di dimensioni ridotte o su singolo cumulo

117 Modalità di campionamento per tipologia d impianto Impianto nuovo o soggetto a modifiche Si raccomanda che la quantità di stoccaggio autorizzata (Q) sia maggiore o uguale a 100 t I lotti devono essere caratterizzati singolarmente. In ogni caso ciascuno degli n lotti non deve essere inferiore a 5 t. Nel caso in cui si voglia procedere per lotti, la fase di avviamento si conclude positivamente se la mediana di 10 lotti consecutivi, calcolata per ciascun parametro di classificazione e specificazione (es. da 1 a 10, da 2 a 11, ) su n (lotti destinati alla caratterizzazione) sono conformi ai requisiti attesi Ai fini della sola classificazione e specificazione i valori di riferimento del mercurio sono dimezzati (mediana e 80 percentile) In caso il singolo lotto non sia conforme ai requisiti attesi, la caratterizzazione deve ripartire da un nuovo lotto I singoli lotti conformi possono essere avviati all utilizzo se supportati da idoneo certificato, mentre i singoli lotti non conformi possono venire avviati a ritrattamento

118 Modalità di campionamento per tipologia d impianto Impianto nuovo o soggetto a modifiche

119 Modalità di campionamento per tipologia d impianto Impianto nuovo o soggetto a modifiche Nel caso invece si proceda su unico cumulo, si effettuano 10 analisi sulla quantità di stoccaggio autorizzata (Q), ottenute da 10 campioni di laboratorio indipendenti La fase di avviamento può considerarsi conclusa se la mediana di 10 analisi è conforme ai requisiti attesi Ai fini della sola classificazione e specificazione i valori di riferimento del mercurio sono dimezzati (mediana e 80 percentile) Durante la fase iniziale, il prodotto non può essere avviato all utilizzo prima di conoscere i risultati analitici

120 Modalità di campionamento per tipologia d impianto Impianto con dati pregressi Nel caso di un impianto già in produzione da oltre un anno, si possono utilizzare i dati esistenti di caratterizzazione su lotti prelevati secondo la UNI (lotti di 5 settimane di produzione) Si possono verificare 3 casi: lotti inferiori a t: si elaborano i dati annuali disponibili secondo la UNI EN per verificare i requisiti attesi lotti superiori a t: si elaborano i dati relativi ai lotti settimanali su base annua (da 5 a 10) scegliendo tra tutte le classificazioni quella peggiore in accordo alla UNI EN lotti e sottolotti (come definiti dalla UNI ) superiori a t: si procede come sopra

121 Modalità di campionamento per tipologia d impianto Impianto con dati pregressi Se sono disponibili dati di caratterizzazione ottenuti su lotti prelevati secondo la UNI e tali lotti settimanali non sono consecutivi (per esempio lotti di 5 settimane a gennaio e lotti di 5 settimane a luglio), i dati di caratterizzazione possono essere utilizzati, ai fini della conformità con la UNI EN 15359, solo nel caso non vi siano state variazioni significative nel ciclo di produzione o nel materiale in ingresso Se i dati relativi ai lotti e ai sottolotti sono conformi ai requisiti attesi, si procede secondo quanto previsto dalla UNI EN 15359, ma inviando comunque all utilizzo Secondo la UNI EN 15359, sono significative le variazioni che comportano un cambiamento del codice classe

122 Corrispondenze tra UNI EN e UNI 9903 CDR conformi alla UNI vs. classificazione UNI EN La UNI definisce il CDR di qualità normale e quello di qualità elevata Entrambe sono particolari CSS che in accordo alla UNI EN assumono le seguenti classi (tra parentesi le classi migliorative) CDR CDR-Q Cloro 3 (2; 1) 3 (2; 1) PCI 3 (2; 1) 3 (2; 1) Mercurio 4 (3; 2; 1) 3 (2; 1)

123 Corrispondenze tra UNI EN e UNI 9903 Relazione tra i parametri richiesti dalla UNI e dalla UNI EN Per quanto concerne la specificazione, non sempre è possibile ottenere una corrispondenza tra UNI e UNI EN perche i parametri e le unità di misura non sono sempre confrontabili Le linee guida forniscono le indicazioni per il calcolo del valore delle mediane partendo dai dati sperimentali

124 UNI UNI EN Conversione/relazione Caratteristica misura unità di misura Unità di Caratteristica statistica misura statistica misura Umidità media % t.q. Umidità media % t.q. uguale PCI media kj/kg t.q. PCI media MJ/kg t.q. valore 9903/1000 Contenuto di ceneri media % s.s. Contenuto di ceneri media % s.s. uguale As media mg/kg s.s. As media mg/kg s.s. uguale Cd+Hg media mg/kg s.s. Hg mediana mg/mj t.q. non confrontabile (*) media 80 percentile mg/mj t.q. non confrontabile Hg media mg/kg s.s. non confrontabile Cd media mg/kg s.s. non confrontabile Cl totale media % t.q. Cl media % s.s. valore UNI 9903 *100/(100- umidità) Cr media mg/kg s.s. Cr media mg/kg s.s. uguale Cu solubile media mg/kg s.s. Cu media mg/kg s.s. Non confrontabile Mn media mg/kg s.s. Mn media mg/kg s.s. uguale Ni media mg/kg s.s. Ni media mg/kg s.s. uguale Pb volatile media mg/kg s.s. Pb media mg/kg s.s. Non confrontabile S media % t.q. non in comune Contenuto di vetro media % s.s. non in comune Fe media % s.s. non in comune Fluoro media % s.s. non in comune Al media % s.s. non in comune Sn media % s.s. non in comune Zn media % s.s. non in comune Aspetto esteriore non in comune Pezzatura mm non in comune Rammollimento ceneri C non in comune Sb media mg/kg s.s. non in comune Co media mg/kg s.s. non in comune Tl media mg/kg s.s. non in comune V media mg/kg s.s. non in comune (*) valore in mg/kg s.s. /PCI in MJ/kg s.s.

125 Grazie per l attenzione giovanni.ciceri@rse-web.it

126 LA GESTIONE DELLA QUALITÀ NELLA PRODUZIONE DEI COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI Paola Muraro (Federambiente)

127 Punto di partenza della nostra raccomandazione è la UNI EN 15358: 2011 COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI - SISTEMA DI GESTIONE DELLA QUALITÀ - REQUISITI PARTICOLARI PER L APPLICAZIONE ALLA PRODUZIONE DEI COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI I combustibili solidi secondari (CSS): la normativa tecnica nazionale

128 PROCEDURE AMMINISTRATIVE PER LA PRODUZIONE DI CSS PER UN IMPIANTO GIÀ AUTORIZZATO IL PASSAGGIO DA CDR A CSS COSTITUISCE UNA MODIFICA NON SOSTANZIALE ALL AUTORITÀ COMPETENTE DEVONO ESSERE FORNITI: DATI IDENTIFICATIVI, DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ DEI CSS, CERTIFICAZIONI DI QUALITÀ AMBIENTALE Dlgs 152/06 smi Art comma 8 Definizione di modifica sostanziale è quella che comporta un aumento o una variazione qualitativa delle emissioni

129 INTRODUZIONE Scopo della UNI EN è lo sviluppo di un Sistema di Gestione della Qualità (SGQ) per la produzione ed il commercio di Combustibili Solidi Secondari (CSS) che consenta il miglioramento continuo, enfatizzando il raggiungimento dei requisiti di qualità.

130 INTRODUZIONE Scopo della UNI EN è lo sviluppo di un Sistema di Gestione della Qualità (SGQ) per la produzione ed il commercio di Combustibili Solidi Secondari (CSS) che consenta il miglioramento continuo, enfatizzando il raggiungimento dei requisiti di qualità. La UNI EN è una base per lo sviluppo di un SGQ per produttori di CSS che non ne siano dotati.

131 INTRODUZIONE Scopo della UNI EN è lo sviluppo di un Sistema di Gestione della Qualità (SGQ) per la produzione ed il commercio di Combustibili Solidi Secondari (CSS) che consenta il miglioramento continuo, enfatizzando il raggiungimento dei requisiti di qualità. La UNI EN è una base per lo sviluppo di un SGQ per produttori di CSS che non ne siano dotati. Lo sviluppo di un SGQ basato sulla UNI EN non comporta l obbligo di una certificazione fatta da terzi, ma diviene una condizione necessaria per quelle tipologie di CSS per le quali la legge consente di accedere alla disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste).

132 FILIERA DEI COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI Criteri di accettazione concordati/autorizzati Rispetto specifiche del cliente/legislazione Rifiuto non pericoloso Produzione e commercio del Combustibile Solido Secondario SGQ Uso del combustibile classificato Punto di ricezione (rifiuto) Punto di fornitura (CSS) ll SGQ descritto dalla UNI EN 15358, in accordo con la UNI EN ISO 9001, copre l intero processo produttivo dal punto di ricevimento del rifiuto al punto di spedizione del CSS.

133 GLI OBIETTIVI CREAZIONE DI UNA PIÙ AMPIA FIDUCIA NELLA PRODUZIONE E COMMERCIO DEI CSS;

134 GLI OBIETTIVI CREAZIONE DI UNA PIÙ AMPIA FIDUCIA NELLA PRODUZIONE E COMMERCIO DEI CSS; DEFINIZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE ATTA A COMUNICARE A TUTTI GLI INTERESSATI LE SPECIFICHE NECESSARIE PER ASSICURARE IL RAGGIUNGIMENTO DEI REQUISITI DI QUALITÀ;

135 GLI OBIETTIVI CREAZIONE DI UNA PIÙ AMPIA FIDUCIA NELLA PRODUZIONE E COMMERCIO DEI CSS; DEFINIZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE ATTA A COMUNICARE A TUTTI GLI INTERESSATI LE SPECIFICHE NECESSARIE PER ASSICURARE IL RAGGIUNGIMENTO DEI REQUISITI DI QUALITÀ; VERIFICA DELLE ORIGINI E DIMOSTRAZIONE DELLE PROPRIETÀ DEI MATERIALI IN INGRESSO (CIOÈ CHE SIANO RIFIUTI NON PERICOLOSI).

136 GLI OBIETTIVI CREAZIONE DI UNA PIÙ AMPIA FIDUCIA NELLA PRODUZIONE E COMMERCIO DEI CSS; DEFINIZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE ATTA A COMUNICARE A TUTTI GLI INTERESSATI LE SPECIFICHE NECESSARIE PER ASSICURARE IL RAGGIUNGIMENTO DEI REQUISITI DI QUALITÀ; VERIFICA DELLE ORIGINI E DIMOSTRAZIONE DELLE PROPRIETÀ DEI MATERIALI IN INGRESSO (CIOÈ CHE SIANO RIFIUTI NON PERICOLOSI). Una maggiore conoscenza del processo di produzione dei CSS, consente di ridurre il campionamento ed i controlli che devono essere effettuati sui prodotti finali.

137 CONFRONTO REQUISITI UNI EN15358 CON EN ISO9001 RESPONSABILITÀ DEL MANAGEMENT GESTIONE DELLE RISORSE REALIZZAZIONE DEL PRODOTTO MISURE, ANALISI E MIGLIORAMENTO 4 - Pianificazione 3 - Politica della Qualità 2 Focalizzazione sul Cliente 1 Obblighi del Management 5 - Responsabilità, autorità e comunicazione 1 Disponibilità delle risorse 6 Revisione del management 4 Ambiente di lavoro 3 Infrastrutture 1 Pianificazione per la realizzazione del prodotto 2 Risorse umane 6 Controllo del monitoraggio e strumenti di misura 2 Processi connessi al cliente 5 Produzione ed erogazione dei servizi 2 Monitoraggio e misure 3 Progettazione e sviluppo 1 Generalità 4 Approvvigionamenti 5 Miglioramento 3 Controllo dei prodotti non conformi 4 Analisi dei dati

138 CONFRONTO REQUISITI UNI EN15358 CON EN ISO9001 RESPONSABILITÀ DEL MANAGEMENT GESTIONE DELLE RISORSE REALIZZAZIONE DEL PRODOTTO MISURE, ANALISI E MIGLIORAMENTO 4 - Pianificazione 3 - Politica della Qualità 2 Focalizzazione sul Cliente 1 Obblighi del Management 5 - Responsabilità, autorità e comunicazione 1 Disponibilità delle risorse 6 Revisione del management 4 Ambiente di lavoro 3 Infrastrutture 1 Pianificazione per la realizzazione del prodotto 2 Risorse umane 6 Controllo del monitoraggio e strumenti di misura 2 Processi connessi al cliente 5 Produzione ed erogazione dei servizi 2 Monitoraggio e misure 3 Progettazione e sviluppo N.B. in rosso i paragrafi con requisiti supplementari per i CSS 1 Generalità 4 Approvvigionamenti 5 Miglioramento 3 Controllo dei prodotti non conformi 4 Analisi dei dati

139 REALIZZAZIONE DEL PRODOTTO Pianificazione per la realizzazione del prodotto: criteri di accettazione del prodotto basati su EN Processi connessi al cliente: rispetto delle specifiche del cliente, di legislazione e norme Progettazione e sviluppo: requisiti non specifici Approvvigionamenti: verifica dei rifiuti approvvigionati (tipo, origine e proprietà). In particolare codici CER (per codici a specchio dichiarazione del fornitore che il rifiuto non ricada sotto le proprietà dei rifiuti pericolosi) Produzione ed erogazione dei servizi: attività di produzione effettuate secondo istruzioni operative ben definite Controllo del monitoraggio e strumenti di misura: laboratori accreditati secondo standard ISO

140 MISURE, ANALISI E MIGLIORAMENTO Monitoraggio e misure del prodotto Devono essere definiti i requisiti di misura dei prodotti per verificare che i fabbisogni delle parti interessate siano raggiunti. Per classificare e specificare il prodotto, verranno usate le regole di conformità definite nella UNI EN ed ogni altro obbligo di legge. Campionamento e metodi di prova Il campionamento, la riduzione e la preparazione del campione e le misure per determinarne la conformità saranno effettuati secondo la UNI EN e la UNI EN Il calcolo dei valori delle mediane dei parametri ai fini della classificazione e specificazione dei CSS saranno in conformità con la UNI EN e quanto elencato nella legislazione vigente. Il produttore potrebbe far uso di altri metodi a patto che questi siano chiaramente definiti nel manuale della qualità ed il personale sia adeguatamente preparato ad usarli.

141 UN ESEMPIO DI MANUALE DELLA QUALITÀ

142 Obiettivi Rispetto dei requisiti richiesti per la produzione del CSS, comunicazione all intera organizzazione Soddisfazione delle parti interessate ( contratti e aspettative implicite ed esplicite degli utilizzatori) Conoscenze tecniche e tecnologiche Aggiornamento normativo Documentazione evidente e certa Comunicazioni all interno e verso l esterno dell azienda Ottimizzazione dell organizzazione e dei processi Rispetto dei requisiti di sicurezza, igiene e tutela ambientale previsti dalla vigente normativa

143 Obblighi dei produttore Mantenere attivo il SGQ ai sensi UNI CEN/TS 15358:2006 Assicurare professionalità dei dipendenti e dei collaboratori Motivare, responsabilizzare e sensibilizzare il personale Ottimizzare la gestione dei processi aziendali Mantenere, migliorandola, l efficienza dei processi agli standard prefissati

144 Principali indicatori Segnalazioni, contestazioni e/o reclami delle parti interessate Non conformità del prodotto, nell erogazione del servizio (processo) e nella sua organizzazione Grado di efficienza dei processi Costi della non qualità Livello di addestramento del personale IN CASO DI NON CONFORMITÀ È FONDAMENTALE VERIFICARE CHE SIANO INTRAPRESE LE OPPORTUNE AZIONI CORRETTIVE

145 Figure coinvolte Responsabile della qualità o responsabile terzo della verifica dell attuazione del piano di monitoraggio Responsabile tecnico di gestione dell impianto è il responsabile delle attività della programmazione e del campionamento Responsabile ufficio pesa ed ufficio registri Capo impianto e/o capo turno laboratorio -Società esterna -Laboratorio di prova

146 Esempio di struttura organizzativa per il SGQ

147 Processo di produzione

148 Codifica e sequenza dei processi di produzione Codifica Sezione Processo Esito 1.1 Ricezione mezzo Ispezione mezzo 1.3 o Ingresso rifiuto Rifiuto del mezzo in ingresso Uscita dall impianto 1.4 Autorizzazione allo scarico del mezzo Scarico del mezzo nell area di ricezione dell impianto Ispezione visiva del rifiuto 2.2 o Rifiuto del carico Stoccaggio rifiuto Accettazione e sottrazione dal carico dei materiali inidonei al trattamento Stoccaggio dei materiali inidonei al trattamento Stoccaggio del rifiuto in attesa dell alimentazione all impianto 3.2 o Movimentazione rifiuto Caricamento dei materiali inidonei al trattamento Movimentazione del rifiuto nelle varie zone della ricezione Uscita dall impianto Alimentazione rifiuto all impianto di selezione Alimentazione del rifiuto Carico del rifiuto a bocca impianto

149 Procedure operative Gestione del Flusso in Ingresso agli stabilimenti

150 Procedure operative Gestione del Flusso in Uscita dagli stabilimenti

151 Importante Mantenere un protocollo di controllo della qualità anche se il processo di produzione resta costante o non c è variazione della qualità del materiale in ingresso Se la qualità del CSS non è rispondente alle attese intensificare le verifiche sul materiale in ingresso Controlli rapidi: individuare parametri indicatori quali ceneri o altri parametri ( es. mercurio) In caso di non conformità, avviare una nuova fase intensiva di controllo per la nuova classificazione/specificazione

152 SCHEDA DI CARATTERIZZAZIONE ED OMOLOGA DEL RIFIUTO DICHIARAZIONE DEL PRODUTTORE / DETENTORE DEL RIFIUTO

153 MODULO PER SEGNALAZIONE E TRATTAMENTO NON CONFORMITÀ Eventuale azione correttiva

154 I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale A cura del CTI e RSE, con il patrocinio di GSE, ENEA, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare La determinazione della frazione di energia rinnovabile dei CSS mediante la misura del 14 C: la nuova UNI/TS 11461:2012 Dott. F. Corinaldesi SIBE srl Spin-Off dell Università Politecnica delle Marche f.corinaldesi@univpm.it Mercoledì 7 Novembre 2012, Sala Diotallevi 2 - Hall Sud, Ecomondo 2012

155 UNI/TS Impianti di co-combustione, incenerimento e co-incenerimento - Determinazione della frazione di energia rinnovabile prodotta dall impianto mediante la misura del 14 C 1- Il campionamento della CO 2 presente alle emissioni gassose dell impianto. 2) La determinazione analitica del contenuto di radiocarbonio ( 14 C) nella CO 2 campionata. 3) Il calcolo del contenuto biogenico (rinnovabile) del combustibile in termini di energia prodotta.

156 Campionamento della CO 2 alle emissioni SISTEMA DI CONDENSAZIONE MISURATORE DI FLUSSO GORGOGLIATORE PER CATTURA CO 2

157 Campionamento della CO 2 alle emissioni

158 Metodi di misura del 14 C 1. Spettrometria ad accellerazione di massa 2. Scintillazione liquida

159 CORREZIONE DELLE MISURE EFFETTO BOMBA LEGNAME DI DEMOLIZIONE (60 ANNI) MOBILI E MATERIALE DI IMBALLO (40 ANNI) CARTA E CARTONE (25 ANNI) BIOMASSA RECENTE (10 ANNI)

160 DAL CARBONIO ALL ENERGIA E bio A Crin B [( A B) C E bio = energia biogenica (rinnovabile), da biomassa [0-1] C rin = carbonio rinnovabile determinato mediante metodo del 14 C [0-1] A = rapporto caratteristico PCI/C della frazione biogenica (rinnovabile) B = rapporto caratteristico PCI/C della frazione fossile rin ] CORREZIONE PER IL CONTENUTO IN ACQUA E bio U E bio F cr E bio-u = energia biogenica al netto del contenuto di umidità [0-1] F cr = fattore di correzione ricavabile dalla specifica tecnica

161 Considerazioni finali 1. Il campionamento a camino è più semplice e più rappresentativo rispetto alle metodiche di campionamento sul combustibile solido 2. I risultati ottenuti dalla fase analitica devono essere corretti per l effetto bomba ed infine per il contenuto di acqua 3. Per determinare la frazione rinnovabile espressa in energia è necessaria la conoscenza delle caratteristiche chimico energetiche delle frazioni che compongono il combustibile

162 Aspetti autorizzativi degli impianti di produzione e utilizzazione dei CSS avv. Luciano Butti B&P Avvocati luciano.butti@buttiandpartners.com Professore a contratto di diritto internazionale dell ambiente Università di Padova 7 novembre 2012 Fiera Ecomondo Convegno I combustibili solidi secondari (CSS) e la normativa nazionale

163 Indice: 1) I possibili procedimenti autorizzativi; 2) Le vicende autorizzative e l importanza delle prescrizioni; 3) Possibili sviluppi futuri: La bozza di regolamento end of waste 4) Possibili sviluppi futuri: La combustione dei CSS nei cementifici: possibile modifica non sostanziale ex lege ; 5) Conclusioni

164 Premessa Art. 183 c.1 lett. Cc) D. Lgs. n. 152/2006 Combustibile solido secondario (CSS): Il combustibile solido prodotto da rifiuti che rispetta le caratteristiche di classificazione e di specificazione individuate dalle norme tecniche UNI CEN/Ts e s.m.i.; fatta salva l applicazione dell art. 184-ter, il combustibile solido secondario è classificato come rifiuto speciale VINCOLANTE PER LEGGE Unico riferimento richiamato dalla normativa nazionale

165 Sintesi delle principali procedure autorizzative Il D.lgs. 152/2006 prevede tre differenti percorsi autorizzativi per gli impianti di trattamento e di recupero dei rifiuti Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A) Art. 29-bis Autorizzazione Unica Art. 208 Procedura semplificata Art

166 L A.I.A.: caratteristiche fondamentali La disciplina dell AIA è contenuta nella parte II, Titolo III-bis del D.lgs n. 152/2006, in particolare agli artt. 29-bis e ss. Con l AIA si autorizza l'esercizio di un impianto avente potenzialmente un impatto ambientale trasversale e che sia tra quelli indicati nell allegato VIII alla Parte II del D.Lgs. 152/2006 (ovvero, solo per categorie IPPC NO AIA VOLONTARIA!) L AIA sostituisce ad ogni effetto la maggior parte delle autorizzazioni necessarie per l impianto stesso, ma se ne devono rispettare tutte le prescrizioni; Fondamentale, inoltre, l implementazione delle BAT (best available techinques); Importante: presto scadrà il termine di recepimento della direttiva 2010/75/UE che apporterà importanti modifiche (categorie IPPC, relazione di riferimento, importanza BAT e BRef, specifiche tecniche ecc...) valutazione della normativa in sede di recepimento o, in mancanza, del contenuto prescrittivo della direttiva

167 L AIA: procedura per il rilascio Termine max 150 giorni per conclusione (NB: cfr. CdS 1739/2011: Risarcimento per ritardo!) Entro 30 giorni 30 giorni per visione atti e osservazioni Presentazione istanza E trasmissione progetto Comunicazione avvio procedimento Pubblicazione avvisi Al pubblico Osservazioni del pubblico Entro 15 giorni Entro 60 giorni acquisisce docc,pareri e nulla osta necessari Conferenza dei servizi Autorizzazione

168 Autorizzazione Unica ex art. 208 Si applica, di regola, ove non si rientri in A.I.A. (fuori dalle categorie IPPC) per impianti di smaltimento e recupero rifiuti Istanza Procedimento si conclude entro 150 gg. Entro 30 gg. Entro 30 gg. Convocazione CdS Conclusione CdS Entro 90 gg. acquisisce docc., pareri e nulla osta necessari Autorizzazione

169 Procedura abilitativa semplificata La procedura abilitativa semplificata è prevista all art. 214 per attività rientranti nei limiti dimensionali e quantitativi previsti dal D.M. 5 febbraio 1998 Ad oggi, la quasi totalità degli impianti di gestione e riutilizzo energetico di rifiuti, ed in particolare quelli di produzione (trattamento meccanico) ed utilizzo di CSS, non rientra nei limiti della semplificata

170 Vicende autorizzative Cosa succederà alle autorizzazioni attualmente in vigore con il CSS? Art. 39 c.8 D.Lgs. 205/2010 Rimangono in vigore fino alla loro scadenza naturale, tutte le autorizzazioni in essere all esercizio degli impianti di trattamento rifiuti che prevedono la produzione o l utilizzo di CDR e CDR-Q 1) Dopo la scadenza, comunque CSS (e UNI 15359) in sede di rinnovo; 2) Prima della scadenza sarà possibile: A) continuare ad operare con CDR (e UNI relativa) B) chiedere una MODIFICA in corso di validità, passando al CSS (e alla ) Quale tipo di modifica?

171 Modifiche sostanziali: la discrezionalità della PA Il panorama normativo delle modifiche alle Autorizzazioni (in particolare AIA, con alcuni riferimenti alle emissioni) non brilla per chiarezza. Tuttavia, alcuni riferimenti importanti ci sono: Art. 5, comma 1, lett. l-bis) del d. lgs. n. 152/2006: modifica sostanziale di un progetto, opera o di un impianto: la variazione delle caratteristiche o del funzionamento ovvero un potenziamento dell'impianto ( ) che, secondo l'autorita' competente, producano effetti negativi e significativi sull'ambiente. In particolare, con riferimento alla disciplina dell'autorizzazione integrata ambientale, per ciascuna attivita' per la quale l'allegato VIII indica valori di soglia, e' sostanziale una modifica che dia luogo ad un incremento del valore di una delle grandezze, oggetto della soglia, pari o superiore al valore della soglia stessa. I caso: valutazione sulla base di effetti negativi o significativi sull ambiente Discrezionalità P.A. II caso: valutazione sulla base di calcoli numerici Obbligo per la P.A.

172 Modifiche sostanziali : la discrezionalità della PA All interno di questo quadro normativo, ci sono ulteriori spazi per la discrezionalità della PA i) art. 269, riferito alle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera, al comma 8 ultima parte specifica per modifica sostanziale si intende quella che comporta un aumento o una variazione qualitativa delle emissioni o che altera le condizioni di convogliabilità tecnica delle stesse pur non essendo dettato per le AIA, può fungere da importante riferimento per la PA; ii) le Regioni possono dettare limiti più restrittivi o, come già accaduto (es. Lazio, Emilia Romagna), individuare in modo esemplificativo ulteriori tipologie di modifiche sostanziali Tuttavia, la qualifica della modifica è molto importante, perché SE SOSTANZIALE, SERVIRA NUOVA ISTANZA AIA!

173 Modifiche non sostanziali La situazione non cambia di molto per le modifiche non sostanziali, per le quali non servirà nuova istanza di AIA ma, semmai, un aggiornamento con un iter procedimentale più snello (art. 29-nonies d.lgs. 152/2006): Modifica non sostanziale che richiede aggiornamento Modifica non sostanziale che non richiede aggiornamento Discrezionalità P.A. ma ricadute procedimentali importanti (dopo 60 gg. attuo la modifica, ma quanto durerà aggiornamento?) Come comportarsi in tale panorama normativo?...

174 Alcuni suggerimenti operativi Preventivi contatti con gli Enti volti a condividere l iter autorizzativo necessario (modifiche, prescrizioni, tempistiche) e condivisone doc. tecnici; Autorizzazioni nuove e non ricalcate su quelle del CDR (la permanenza del CER del CDR potrebbe, infatti, creare dubbi/problemi); Riferimento alla normativa UNI EN (richiamata nel codice dell ambiente ), e solo in via specifica alle ulteriori norme UNI o documenti tecnici; Attenta valutazione delle prescrizioni fornite (preventiva, già in sede di Conferenze dei Servizi! fondamentale poi in sede giurisdizionale); Valutazione/promozione BAT/Linee Guida per la produzione e l utilizzo del CSS, se necessario anche specifiche per i diversi codici CER

175 Uno sguardo al futuro le prospettive di evoluzione normativa

176 Prospettive di evoluzione normativa La bozza di regolamento end of waste fatta salva l applicazione dell art. 184-ter, il combustibile solido secondario è classificato come rifiuto (183, c. 1, lett.cc) Fino ad oggi rifiuto obblighi di gestione, responsabilità e sanzioni di cui alla Parte IV d. lgs. 152/2006 E in fase di studio la bozza di regolamento per l end of waste dei CSS. In sintesi, prevede: 1) Applicabilità: a cementifici con capacità di produzione oltre 500 ton/g di clinker o impianti di combustione con potenza oltre 50 MW, purchè certificati (EMAS o ISO 14001), autorizzati in AIA o ordinaria, con sistema di gestione della qualità. 2) Requisiti per l EoW: dichiarazione di conformità (rispetto prescrizioni produttive CSS combustibile; rispondenza a caratteristiche di classificazione; dati identificativi produttore; rispetto disposizioni nazionali e comunitarie relative a immissione su mercato e commercializzazione prodotti (?)) 3) Disciplina della circolazione, gestione e relativa documentazione, controlli

177 Prospettive di evoluzione normativa la bozza di Regolamento sull utilizzo dei CSS nei cementifici A livello autorizzativo, sarà poi fondamentale il Regolamento per la combustione dei CSS (come rifiuti) nei cementifici In sintesi, la bozza di Regolamento prevede: 1) Applicazione: ai cementifici oltre 500 ton/g clinker, in AIA e certificati; 2) Qualificazione ex lege di modifica sostanziale per la parziale sostituzione dei combustibili tradizionali con CSS; 3) Requisiti per tale qualifica: energetici; produttivi, di emissioni,quantitativi, realizzativi; 4) Procedimento che, curiosamente, pur qualificato come aggiornamento, comporta pubblicazione, osservazioni dei privati, conferenze dei servizi, il tutto nel termine di 90 gg. (!) 5) Qualifica di modifica non sostanziale anche per l utilizzo del CSS end of waste, con iter procedurale più snello

178 Prime brevi riflessioni sulle bozze di regolamenti Le bozze di regolamento, ben strutturate e con frequenti richiami alla normativa tecnica europea nonché con un importante obiettivo di semplificazione, mostrano per taluni aspetti uno scarso coordinamento con la normativa nazionale, in particolare: i) il regolamento sull EoW: è poco chiaro nel richiedere il rispetto delle disposizioni nazionali e comunitarie in tema di commercializzazione dei prodotti; ha limiti di applicabilità apparentemente non suffragati da sufficienti motivazioni di carattere tecnico; ii) il regolamento sulla combustione CSS in cementifici: pur richiamando i limiti emissivi di cui al d. lgs. 133/2005, non tiene conto delle possibili peculiarità del singolo impianto qualificando ex lege come non sostanziale la modifica; tuttavia, prevede un procedimento che, pur nel termine di 90 giorni, assomiglia più ad una nuova piccola AIA che ad un aggiornamento, come invece dovrebbe essere ex 152/2006

179 Conclusioni I CSS sono un importante strumento per far fronte ai problemi di gestione dei rifiuti, con l intento di ridurre l impatto ambientale e recuperare energeticamente secondo standard di qualità, da coordinare con gli strumenti esistenti. Soprattutto a livello autorizzativo risulta fondamentale e imprescindibile: i. coordinamento tra i vari livelli normativi (norme giuridiche e tecniche devono essere strettamente collegate); ii. condivisione con gli Enti dei percorsi autorizzativi, a diversi livelli (dalla piccola impresa alle Federazioni); iii. introduzione di documentazione tecnica nel procedimento amministrativo (approfondite relazioni tecniche in sede di richieste di modifica o di aggiornamento delle autorizzazioni, circa gli impatti prodotti, l incidenza sulle emissioni e le eventuali modifiche impiantistiche connesse all utilizzo del CSS), cui la giurisprudenza fornisce sempre maggiore importanza (cfr. CdS n. 2234/2012); iv. il rispetto, primariamente, di quanto indicato dalla UNI EN e dalle norme in essa richiamate; è, infatti il principale riferimento normativo; v. un continuo monitoraggio della la prassi applicativa.

180 Conclusioni: le linee guida e i documenti tecnici, molto importanti se Le norme di riferimento (compresi i futuri Regolamenti) devono seguire tali principi, per snellire (pur nella garanzia di adeguato approfondimento) e non complicare i procedimenti amministrativi. Un importante riferimento per le imprese operanti nel settore risultano i documenti tecnici redatti al fine di fungere da Linee guida per l applicazione della normativa di riferimento. Tali documenti, infatti, hanno un ruolo: i) operativo (e di semplificazione), per le imprese; ii) di possibile difesa in caso di contestazioni, ove si sia agito conformemente ad esse. Tuttavia, ciò varrà SE E SOLO SE i documenti tecnici saranno strettamente connessi alla normativa di riferimento e compatibili con essa nonché il più possibile condivisi con gli Enti competenti.

181 Grazie per l attenzione

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