PREVENIRE LE CADUTE DALL ALTO Giuliano Caccin Spisal Ulss 15

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1 L accesso, il transito e l esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza Art. 79 bis L.R. 61/85 PREVENIRE LE CADUTE DALL ALTO Giuliano Caccin Spisal Ulss 15 Mestre VE, 06 dicembre 2016

2 La cultura del lavoro sicuro

3 La cultura del lavoro sicuro

4 La cultura del lavoro sicuro Foto pubblicitaria ditta che esegue interventi su coperture

5 La cultura del lavoro sicuro L apparenza

6 La cultura del lavoro sicuro L idea

7 La cultura del lavoro sicuro L attenzione

8 La cultura del lavoro sicuro L inadeguatezza

9 Le soluzioni non mancano D.P.C. D.P.I.

10 La cultura del lavoro sicuro MA...

11 La cultura del lavoro sicuro MA...

12 Quando la sicurezza è anche opportunità

13 Quando la sicurezza è solo un costo

14 Quando l estro supera la sicurezza

15 Quando la sicurezza si integra nella progettazione

16 La vera cultura della sicurezza A partire dal 1996 è richiesto di integrare nella progettazione lo studio delle soluzioni per garantire la sicurezza Fase costruttiva Fasi manutentive (presente) (futuro)

17 Anche il D.Lgs 81/08 e s.m.i. Art. 90 Comma 3 Il committente o il responsabile dei lavori, contestualmente all affidamento dell incarico di progettazione, designa il coordinatore in materia di sicurezza e di salute durante la progettazione dell opera.

18 Anche il D.Lgs 81/08 e s.m.i. Art. 91 Comma 1 lett. b Il CSP predispone un fascicolo, adattato alle caratteristiche dell opera, i cui contenuti sono definiti all allegato XVI, contenente le informazioni utili ai fini della prevenzione e della protezione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, tenendo conto delle specifiche norme di buona tecnica e dell allegato II al documento UE 26 maggio 1993.

19 L.R. 61/85 art. 79bis Misure preventive e protettive da predisporre negli edifici per l accesso, il transito e l esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza

20 Il cambiamento L.R. 61/85 art. 79bis la sicurezza è un REQUISITO RICHIESTO in dotazione all opera

21 Le disposizioni regionali con le istruzioni tecniche adottate con la D.G.R. n. 2774/2009 sono entrate in vigore dal 20 ottobre 2009 poi modificate dalla D.G.R. n. 97/2012.

22 GC1 L obbligo previsto dalla norma, di prevedere idonee misure preventive e protettive fisse anche per le successive fasi di manutenzione è stato soppresso con la L.R. n. 28/2014.

23 Diapositiva 22 GC1 Giuliano Caccin; 03/02/2016

24 L obbligo previsto dalla norma di prevedere idonee misure preventive e protettive fisse anche per le successive fasi di manutenzione è stato ripristinato con la L.R. n. 4/2015.

25 L.R. 61/85 art. 79bis IL NUOVO TESTO DELLA NORMA (6 commi) Allegato A Note di indirizzo per l applicazione Allegato B Istruzioni tecniche

26 Comma 1 Ai fini della prevenzione dei rischi d infortunio, i progetti relativi agli interventi edilizi che riguardano nuove costruzioni o edifici esistenti devono prevedere,nella documentazione allegata alla richiesta relativa al titolo abilitativi o alla denuncia d inizio attività, idonee misure preventive e protettive che consentano, anche nella successiva fase di manutenzione, l accesso, il transito e l esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza.

27 Comma 1bis Le misure preventive e protettive di cui al comma 1 devono essere mantenute anche nella fase successiva al compimento dell intervento edilizio nel caso in cui l intervento riguardi la copertura degli edifici di nuova costruzione o interventi strutturali alla copertura di edifici esistenti e sulle copertura degli edifici medesimi vi sia la presenza di impianti tecnologici che necessitano di accessi frequenti e costanti per la loro manutenzione.

28 Comma 1bis Tali dispositivi di sicurezza, atti consentire l accesso alla copertura in quota per il transito dell operatore in sicurezza fino al raggiungimento degli impianti tecnologici installati e lo stazionamento per la fase manutentiva, devono essere presenti in misura minima, sia tecnica che estetica, e senza impatto visivo nei casi di intervento su edifici a destinazione non produttiva, oppure a destinazione produttiva ma aventi materiali di copertura tradizionali. La revisione periodica dei predetti dispositivi di sicurezza, può essere fatta anche solo prima dell accesso al tetto, se effettuato con l uso dei dispositivi di sicurezza installati

29 Comma 2 Per le finalità del comma 1bis il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, approva gli indirizzi, le direttive e le istruzioni tecniche per la realizzazione delle misure preventive e protettive. Comma 3 La mancata previsione delle misure di cui al comma 1 costituisce causa ostativa al rilascio della concessione o autorizzazione a costruire ed impedisce, altresì, l utile decorso del termine per l efficacia della denuncia di inizio dell attività.

30 Comma 4 I comuni adeguano i propri regolamenti edilizi alle istruzioni tecniche del provvedimento di cui al comma 2 prevedendo altresì adeguati controlli sulla effettiva realizzazione delle misure anche ai fini del rilascio del certificato di abitabilità. Comma 4bis Le disposizioni di cui al comma 1 bis si applicano successivamente alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione del Veneto del provvedimento del Consiglio regionale di cui al comma 2

31 Allegato A NOTE DI INDIRIZZO PER L APPLICAZIONE DELL ART. 79 BIS L.R. 61/85 (Misure preventive per la sicurezza delle manutenzioni in quota)

32

33 ENTRATA IN VIGORE Il comma 4 bis dell art. 79 bis stabilisce che le disposizioni di cui al comma 1, si applichino successivamente alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione del Veneto del provvedimento del Consiglio Regionale di cui al comma 2." E pertanto esclusa l applicazione della norma nei casi in cui la richiesta di titolo abilitativo o la denuncia di inizio attività siano state presentate prima dell entrata in vigore dell atto consigliare, a prescindere dalla data di rilascio del certificato di agibilità (che ha sostituito il certificato di abitabilità). Analogamente, la norma non si applica ai procedimenti amministrativi relativi a eventuali condoni edilizi, ad eccezione dei casi che prevedono interventi di adeguamento di nuova realizzazione rientranti nella tipologia indicata dal comma 1 bis. L applicazione dell art. 79 bis su tutto il territorio regionale è indipendente dall adeguamento del regolamento edilizio a cui ciascun Comune deve provvedere ai sensi del comma 4 dello stesso articolo.

34 CAMPO DI APPLICAZIONE Il campo di applicazione dell art. 79 bis L.R. 61/85, è limitato agli interventi edilizi che presentano contemporaneamente i seguenti requisiti: 1. Sono eseguiti su edifici, di nuova costruzione o già esistenti, per i quali è richiesto il permesso di costruire, la DIA e la SCIA. Sono esclusi gli interventi edilizi da eseguire senza alcun titolo abilitativo (art. 6, commi 1,2,3,4 del D.P.R. 380/2001). 2. Hanno per oggetto necessariamente, l esecuzione di lavori sulla copertura di edifici che alloggino impianti tecnologici necessitanti di accessi frequenti e costanti per la loro manutenzione.

35 ISTRUZIONI TECNICHE PER L APPLICAZIONE DELLA NORMATIVA Le Istruzioni tecniche per la predisposizione delle misure preventive e protettive per l accesso, il transito e l esecuzione dei lavori di manutenzione in quota in condizioni di sicurezza, costituiscono linee di indirizzo utili, per la progettazione e la realizzazione delle misure preventive e protettive dal rischio di caduta dall alto, per la valutazione dei progetti presentati e la verifica delle misure realizzate in sede ispettiva. È sempre ammessa l adozione di sistemi alternativi fissi e permanenti purché di pari efficacia nel garantire la sicurezza dei lavori durante le successive manutenzioni.

36 LA DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO Il progetto delle misure preventive e protettive riguarda le fasi di accesso, di transito e di esecuzione dei lavori sulle coperture ed è costituito da una relazione e da elaborati grafici. L amministrazione comunale verifica esclusivamente la completezza documentale dei progetti presentati che devono riportare i materiali e i componenti da impiegare per la realizzazione delle misure, il dimensionamento e le caratteristiche di qualunque componente necessario a garantire la sicurezza dei lavori.

37 LA VERIFICA DELLA CONFORMITA DEI PROGETTI ALL ART. 79 BIS Ai fini del rilascio del permesso di costruire, le amministrazioni comunali attraverso il SUAP o il SUE, acquisiscono le dichiarazioni che asseverino, ai sensi dell art. 20 del DPR 380/01 (art. 5 del DPR 380/01), la conformità dei progetti alle vigenti norme di sicurezza e controlleranno la completezza della documentazione. Il SUAP o il SUE, in presenza di casi particolari che prevedono la realizzazione di misure di prevenzione e protezione alternative a quelle delineate dalle istruzioni tecniche, richiedono il parere ULSS. La Denuncia o Segnalazione di Inizio Attività presentata all amministrazione comunale deve essere accompagnata da una dettagliata relazione a firma del progettista abilitato che asseveri, la conformità dell opera da realizzare alle norme di sicurezza vigenti (art. 23 del DPR 380/01). Il progettista dichiara il progetto conforme all art. 79 bis se le misure protettive e preventive progettate sono pienamente aderenti alle istruzioni tecniche regionali.

38 LA DOCUMENTAZIONE ALLEGATA ALLA DOMANDA DI CERTIFICATO DI AGIBILITA A lavori ultimati, il titolare del permesso di costruire, chi ha presentato denuncia o segnalazione di inizio attività o chiunque ne abbia titolo presenta all amministrazione comunale la richiesta di rilascio del certificato di agibilità (art. 24 del DPR 380/2001). Per quanto concerne la conformità delle opere all art 79 bis, il richiedente allega alla domanda di agibilità: la dichiarazione dell installatore di corretta messa in opera dei componenti di sicurezza con i contenuti minimi previsti al cap. 4 delle istruzioni tecniche. L amministrazione comunale verifica la sola completezza documentale delle domande presentate.

39 Allegato B ISTRUZIONI TECNICHE RELATIVE ALLE MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE DA PREDISPORRE NEGLI EDIFICI PER L ACCESSO, IL TRANSITO E L ESECUZIONE DEI LAVORI DI MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI SULLA COPERTURA IN CONDIZIONI DI SICUREZZA Aggiornamento 2016

40 Definizioni Misure preventive e protettive l espressione le misure preventive e protettive di cui al comma 1 devono essere mantenute [ ] non esprime la necessità che queste coincidano materialmente con quelle messe in opera nella fase di esercizio del cantiere, quanto piuttosto il concetto che la sicurezza deve essere garantita anche nelle successive attività di manutenzione dotando l edificio, nei casi previsti e in modo permanente, di idonei apprestamenti atti a evitare il rischio di cadute dall alto nelle fasi di accesso, transito e permanenza sulla copertura.

41 Definizioni Struttura del manufatto la struttura di un manufatto è la parte espressamente destinata ad assorbire i carichi e le azioni esterne cui il manufatto è soggetto durante tutta la sua vita di esercizio. Sono interventi strutturali sugli edifici esistenti quelli definiti dal punto 8.4 del Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008 NTC 2008.

42 Definizioni Impianto tecnologico un impianto tecnologico è un complesso di congegni, apparecchiature e sistemi atti a svolgere un preciso compito e ad assicurare un determinato servizio di cui è dotata l unità immobiliare ovvero l edificio su cui lo stesso è installato.

43 Definizioni Accessi frequenti e costanti: alcuni impianti tecnologici necessitano di accessi frequenti e costanti per la loro manutenzione al fine di assicurare un determinato servizio. Gli impianti tecnologici presenti sulle coperture degli edifici di nuova costruzione o edifici che sono stati oggetto di interventi strutturali che rientrano nella necessità di accessi frequenti e costanti ai sensi della presente norma sono gli impianti di: trattamento aria, riscaldamento, antincendio, fotovoltaico, cogenerazione e solare termico. Gli interventi di manutenzione necessaria, per le parti interessate, sono regolamentati da norme di legge, norme di buona tecnica o manuali di uso e manutenzione rilasciati dal costruttore dell impianto stesso.

44 Cap. 1 : Progettazione La relazione di progetto e gli elaborati grafici allegati alla richiesta di titolo abilitativo per interventi edilizi rientranti nel campo di applicazione dell art. 79 bis della L.R. 61/85, devono indicare le misure di controllo del rischio individuate per l esecuzione degli interventi di manutenzione sugli impianti tecnologici presenti sulla copertura. La progettazione delle misure di controllo dei rischi di caduta dall alto deve, in linea con l art. 15 del D. Lgs. 81/08, tenere conto del livello di efficacia delle misure adottate in relazione ai diversi fattori esposizione al rischio.

45 Cap. 1 : Progettazione A tale adempimento provvede il progettista dell intervento, sentito il coordinatore per la progettazione, nei casi di cui all art. 90, comma 3, del D.Lgs 81/2008 in relazione agli obblighi previsti all articolo 91 dello stesso Decreto. Le opere e i manufatti costituenti componenti essenziali del sistema anticaduta, nella misura strettamente necessaria a garantire l accesso, il transito e l esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza, non sono considerate nelle verifiche di conformità urbanistico-edilizia riferite a parametri quali il volume, la superficie utile o l altezza massima delle costruzioni.

46 Cap. 1 : Progettazione In particolare, nella progettazione vanno definiti: i materiali e i componenti da impiegare per la realizzazione delle misure, il dimensionamento e le caratteristiche di qualunque componente necessario a garantire la sicurezza dei lavori. Le misure di sicurezza da progettare devono riguardare le seguenti fasi: Accesso alla copertura (cap. 1.2) Transito ed esecuzione dei lavori sulle coperture (cap. 1.3)

47 Cap. 1 : Progettazione Il progettista dichiara il progetto conforme a quanto disposto dall art. 79 bis della L.R. 61/85 se le misure protettive e preventive progettate sono pienamente aderenti a quelle delineate nei successivi cap. 1.2 e 1.3. In tali casi le amministrazioni comunali, verificata la completezza della documentazione allegata al progetto non avendo la necessità di compiere valutazioni tecnico-discrezionali sul rispetto della suddetta norma di sicurezza non richiederanno il parere sanitario all AULSS di competenza (art. 5 del DPR 380/01, art. 20 DPR 380/2001 come modificato dalla L.106/2011).,

48 Accesso alla copertura (Cap. 1.2) L ACCESSO ALLA COPERTURA O A POSTAZIONI CHE ESPONGANO A RISCHIO DICADUTA PER DISLIVELLI SUPERIORI AI 2 METRI, PER ESSERE AGEVOLE E SICURO, RICHIEDE LA PREDISPOSIZIONE DI STRUTTURE FISSE QUALI: A B C PERCORSI APERTURE SCALE DETTE SOLUZIONI POSSONO ESSERE PREVISTE SIA ALL INTERNO CHE ALL ESTERNO DELL EDIFICIO.

49 Percorsi orizzontali e verticali ALTEZZA LIBERA > 1,80 METRI RISPETTO AL PIANO DI CALPESTIO LARGHEZZA > 0.70 METRI IN PRESENZA DI VINCOLI COSTRUTTIVI NON ELIMINABILI, TALE ALTEZZA PUÒ ESSERE RIDOTTA, LIMITATAMENTE AD UN UNICO BREVE TRATTO E PER QUANTO STRETTAMENTE NECESSARIO GLI OSTACOLI FISSI CHE PER RAGIONI TECNICHE NON POSSONO ESSERE ELIMINATI DEVONO ESSERE CHIARAMENTE SEGNALATI E, SE DEL CASO, PROTETTI. ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE D INTENSITÀ > 20 LUX, SE È PREVEDIBILEUN UTILIZZO DEL PERCORSO IN CONDIZIONI DI SCARSA O ASSENTE ILLUMINAZIONE NATURALE. I CORPI ILLUMINANTI DEVONO ESSERE PROTETTI DAL RISCHIO D URTO. PARAPETTI NORMALI CON ARRESTO AL PIEDE O ALTRA DIFESA EQUIVALENTE IN CORRISPONDENZA DEI LATI APERTI PROSPICIENTI IL VUOTO. >70 >100 >120 >180

50 Percorsi orizzontali e verticali PIANI DICALPESTIO IN MATERIALE ANTISDRUCCIOLO. SE GLI STESSI SONO COLLOCATI ALL ESTERNO, LA LORO CONFORMAZIONE DEVE ESSERE TALE DA EVITARE L ACCUMULO DI FANGO E LA FORMAZIONE DI LAMINE D ACQUA TUTTE LE SUPERFICI DI CALPESTIO CHE GARANTISCANO UN ADEGUATA PORTATA IN RELAZIONE AI CARICHI PREVISTI (PERSONE, ATTREZZATURE E MATERIALI) SCALE SCELTE SECONDO IL SEGUENTE ORDINE DI PRIORITÀ: SCALE FISSE A GRADINI A RAMPE CON SVILUPPO RETTILINEO, SCALE RETRATTILI A GRADINI, SCALE FISSE A PIOLI O GRADINI CON INCLINAZIONE MINORE DI 75, SCALE FISSE A PIOLI O GRADINI VERTICALI O CON INCLINAZIONE MAGGIORE DI 75.

51 Nei percorsi orizzontali e verticali è inoltre ammesso che: Per il raggiungimento di accessi, dall interno dell edificio, comportanti il superamento di un dislivello inferiore a 2 metri è ammissibile il ricorso a idonee soluzioni temporanee; nel caso di interventi su edifici residenziali esistenti, per particolari e documentate esigenze di natura tecnica che rendano impossibile l accesso dall interno, ovvero al fine di garantire il rispetto di eventuali norme di tutela riguardanti l immobile, è ammesso il ricorso ad apposite scale portatili inclinate, costituenti dotazione permanente all edificio, solidamente vincolabili alla zona di sbarco che non potrà superare l altezza di 7 metri dal suolo; l altezza della scala dovrà essere tale da sporgere a sufficienza oltre il livello di accesso, salvo che altri dispositivi garantiscano una presa sicura all operatore. In tali casi nell elaborato tecnico della copertura è indicato il vano dell edificio nel quale dette scale portatili sono custodite; I percorsi verticali con esclusiva funzione di accesso alla copertura devono essere muniti di sbarramento che ne impedisca l utilizzo a soggetti non autorizzati.

52 PARAPETTO NORMALE O ALTRA DIFESA EQUIVALENTE, IN CORRISPONDENZA DI LATI APERTI CON RISCHIO DI CADUTA DALL ALTO Scale fisse a gradini a sviluppo rettilineo LARGHEZZA PARI A 0,60 METRI CORRIMANO AD UNA ALTEZZA COMPRESA TRA 0,90 E 1 METRI SU ALMENO UNO DEI DUE LATI DELIMITATI DA PARETI;

53 Scale fisse a gradini a sviluppo rettilineo PROFILI DEI GRADINI A SPIGOLO ARROTONDATO <22 >25 GRADINI CON PEDATA E ALZATA DIMENSIONATE A REGOLA D ARTE. IN PRESENZA DI VINCOLI COSTRUTTIVI NON ELIMINABILI, L ALZATA E LA PEDATA POSSONO AVERE DIMENSIONI RISPETTIVAMENTE NON SUPERIORI A 0,22 METRI E NON INFERIORI A 0,25 METRI PIANEROTTOLI DI RIPOSO ALMENO OGNI 20 GRADINI

54 Aperture per l accesso diretto alla copertura ORIZZONTALI O INCLINATE: DIMENSIONI ADATTE AI PREVEDIBILI INGOMBRI DIMATERIALI E ATTREZZATURE DA TRASPORTARE E COMUNQUE UNA SUPERFICIE NON INFERIORE A 0,50 MQ. QUALORA L APERTURA SIA DIFORMA RETTANGOLARE, IL LATO INFERIORE DEVE ESSERE > 0,70 METRI. >70 >0.5mq >80 SE L APERTURA È A SEZIONE CIRCOLARE IL DIAMETRO DEVE ESSERE > 0,80 METRI. VERTICALI: LARGHEZZA > 0,70 METRI E ALTEZZA > 1,20 METRI. LIMITATAMENTE AGLI EDIFICI GIÀ ESISTENTI, IN PRESENZA DIVINCOLI COSTRUTTIVI NON ELIMINABILI, POSSONO ESSERE PRESE IN CONSIDERAZIONE DIMENSIONI DIVERSE, TALI COMUNQUE DA GARANTIRE UN AGEVOLE PASSAGGIO DELLE PERSONE E DEI MATERIALI. >70 >120

55 Scale fisse a pioli LARGHEZZA > 0,35 METRI; DISTANZA TRA I PIOLI COMPRESA TRA 0,25 0,30 METRI; MANIGLIONI DISBARCO DIALTEZZA COMPRESA TRA 0.90 E 1 METRO; DISTANZA TRA I PIOLI E LA PARETE OPPOSTA AL PIANO DEI PIOLI PARI O SUPERIORE A 0,15 METRI.

56 Scale con inclinazione > 75 SCALE FISSE A PIOLI VERTICALI O CON INCLINAZIONE > 75 E ALTEZZA > 5 METRI DEVONO ESSERE DOTATE, LUNGO TUTTO IL LORO SVILUPPO, DISISTEMI (FUNI O ROTAIE DIGUIDA) PER L AGGANCIO DIIDONEI DPIANTICADUTA. IN ALTERNATIVA DEVONO AVERE: SOLIDA GABBIA METALLICA DI PROTEZIONE, A PARTIRE DA UNA ALTEZZA DI 2,50 METRI, AVENTE MAGLIE O APERTURE DIAMPIEZZA TALE DA IMPEDIRE LA CADUTA ACCIDENTALE DELLA PERSONA VERSO L ESTERNO; PARETE DELLA GABBIA OPPOSTA AL PIANO DEI PIOLI CHE NON DISTI DA QUESTI PIÙ DI 0,60 METRI; SBARRAMENTI CHE NE IMPEDISCANO L USO ALLE PERSONE NON AUTORIZZATE.

57 Scale retrattili a gradini LARGHEZZA UTILE > 0,35 METRI; GRADINI CON ALZATA COMPRESA TRA 0,25 E 0,30 METRI; MONTANTI DOTATI DI CORRIMANO DISTANTI DAGLI STESSI ALMENO 0,10 METRI; DIMENSIONI MINIME DELLA BOTOLA, A CUI SONO APPLICATE, PARI A 1,20 X 0,70 METRI; RIPIANI DISBARCO DOTATI DIMANIGLIONI DISBARCO DIALTEZZA COMPRESA TRA 0.90 E 1 METRO; PORTATA PARI A 150 KG (1500 N). TALI SCALE DEVONO ESSERE UTILIZZATE MANTENENDO UNA INCLINAZIONE COMPRESA TRA 60 E 75.

58 Transito ed esecuzione dei lavori sulle coperture AL FINE DIGARANTIRE UN ADEGUATO LIVELLO DISICUREZZA DURANTE IL TRANSITO E LA SOSTA SULLA COPERTURA, A PARTIRE DAL PUNTO DIACCESSO, DEVONO ESSERE PREVISTI: ELEMENTI PERMANENTI DI PROTEZIONE ELEMENTI CHE FAVORISCONO LA POSA IN OPERA E L UTILIZZO DI DISPOSITIVI DI SICUREZZA NELLA SCELTA DELLE SOLUZIONI SOPRAINDICATE DEVE ESSERE CONSIDERATA LA FREQUENZA DEGLI INTERVENTI DIMANUTENZIONE PREVISTI, GARANTENDO LA PRIORITÀ AI SISTEMI COLLETTIVI DIPROTEZIONE RISPETTO A QUELLI INDIVIDUALI LA PRESENZA DIPARTI NON PRATICABILI (CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL RISCHIO DISFONDAMENTO DELLA SUPERFICIE DICALPESTIO), QUANDO NON SIA POSSIBILE SEGREGARLE, DEVONO ESSERE ADEGUATAMENTE SEGNALATE CON APPOSITI CARTELLI CHIARAMENTE VISIBILI

59 A) Elementi permanenti di protezione: In funzione della struttura e della tipologia di rischio possono essere previsti: parapetti; passerelle, camminamenti o andatoie per il transito di persone e materiali; reti permanenti di sicurezza.

60 PARAPETTI I PARAPETTI FISSI DIPROTEZIONE SUL PERIMETRO DELLE PARTI NON PRATICABILI DELLA COPERTURA (ES. ELEMENTI DICOPERTURA NON PEDONABILI, LUCERNARI CIECHI, CUPOLINI, ECC.) E DIPROTEZIONE CONTRO IL RISCHIO DI CADUTA VERSO IL VUOTO DEVONO POSSEDERE LE SEGUENTI CARATTERISTICHE MINIME: AVERE UN ALTEZZA UTILE DI ALMENO UN METRO; ESSERE COSTITUITO DA ALMENO DUE CORRENTI, DI CUI QUELLO INTERMEDIO POSTO A CIRCA METÀ DISTANZA FRA QUELLO SUPERIORE E IL PAVIMENTO; AVERE ARRESTO AL PIEDE COMPLETATO CON FASCIA CONTINUA POGGIANTE SUL PIANO DI CALPESTIO ED ALTA ALMENO 15 CENTIMETRI; COSTRUITO E FISSATI IN MODO DA POTER RESISTERE, NELL INSIEME ED IN OGNI SUA PARTE, AL MASSIMO SFORZO CUI PUÒ ESSERE ASSOGGETTATO, TENUTO CONTO DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI E DELLA PENDENZA DELLA COPERTURA.

61 Parapetti su copertura

62 Passerelle, camminamenti e andatoie E PASSERELLE, I CAMMINAMENTI E LE ANDATOIE PER IL TRANSITO DI PERSONE E MATERIALI INSTALLATI SULLE PARTI NON PRATICABILI DELLA COPERTURA (ES. ELEMENTI DICOPERTURA NON PEDONABILI; LUCERNARI, CUPOLINI, ECC.) E PER PASSAGGI SUL VUOTO DEVONO POSSEDERE LE SEGUENTI CARATTERISTICHE MINIME: RESISTERE ALLE SOLLECITAZIONI E AI SOVRACCARICHI PREVISTI PER IL PASSAGGIO DI PERSONE E PER LA MOVIMENTAZIONE DEI MATERIALI, ESSERE DOTATI SUI LATI APERTI DI PARAPETTI AVENTI LE CARATTERISTICHE SOPRA RIPORTATE; ESSERE COSTRUITI IN MODO DA EVITARE LO SCIVOLAMENTO DELLE PERSONE E PRIVI DI ANGOLI TAGLIENTI; LA LARGHEZZA MINIMA DELLE ANDATOIE DOVRÀ ESSERE PARI A 0,25 METRI E LUNGHE ALMENO 0,50 METRI; LA LARGHEZZA MINIMA DEI GRADINI DOVRÀ ESSERE PARI A 0,25 METRI E LA LUNGHEZZA MINIMA DI ALMENO 0,40 METRI; GLI SCALINI POSA PIEDE DEVONO AVERE LATI DI ALMENO 0,13 METRI PER 0,13 METRI.

63 Reti permanenti di sicurezza LE RETI PERMANENTI PREDISPOSTE AL DI SOTTO DELLE PARTI NON PORTANTI DELLA COPERTURA (ES. LUCERNARI, CUPOLINI, ECC.) DEVONO: ESSERE RESISTENTI AD UN CARICO DI ALMENO 1,50 KN/MQ DI SUPERFICIE CARATTERISTICHE TECNICHE E TIPOLOGIA DIANCORAGGIO SCELTI TENENDO CONTO DEI FATTORI AMBIENTALI (ES. AGENTI ATMOSFERICI, FUMI, NEBBIE O VAPORI DOVUTI ALLA ATTIVITÀ SVOLTA NEL LOCALE);

64 Elementi che favoriscono la posa in opera e l utilizzo di dispositivi di sicurezza Qualora non sia possibile predisporre, in parte o in tutto, misure di sicurezza collettiva (parapetti, reti, etc.), è necessario che i lavori in quota vengano svolti con l impiego di dispositivi di protezione individuale anticaduta. Già in fase di progettazione di un edificio devono essere previste le caratteristiche e la collocazione dei dispositivi a parti stabili, dove il lavoratore possa agganciarsi quali: linee di ancoraggio; dispositivi di ancoraggio; ganci di sicurezza da tetto.

65 Caratteristiche LINEE DI ANCORAGGIO DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO GANCI DI SICUREZZA DA TETTO ESSERE DISLOCATI IN MODO DA PROCEDERE IN SICUREZZA, A PARTIRE DAL PUNTO DI ACCESSO, FINO AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI INSTALLATI GARANTENDO, DI NORMA, LA POSSIBILITÀ DI LAVORARE IN TRATTENUTA ESSERE CHIARAMENTE IDENTIFICABILI PER FORMA E/O COLORE O CON ALTRO MEZZO ANALOGO ESSERE ACCESSIBILI IN MODO DA CONSENTIRE L ANCORAGGIO SENZA RISCHIO DI CADUTA POSSEDERE I REQUISITI PREVISTI DALLE NORMA UNI DI RIFERIMENTO GARANTIRE NEL TEMPO LE NECESSARIE CARATTERISTICHE DI RESISTENZA E SOLIDITÀ ESSERE OGGETTO DI PERIODICHE VERIFICHE E MANUTENZIONI A CURA DEL PROPRIETARIO DELL IMMOBILE SECONDO LE INDICAZIONI DEL COSTRUTTORE

66 Cap 1.4 Casi particolari IN PRESENZA DI PARTICOLARI VINCOLI COSTRUTTIVI DERIVANTI DA NORME URBANISTICO-EDILIZIE O DI TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO E PAESAGGISTICO O DI IMPEDIMENTI TECNICI CHE NON CONSENTONO L ADOZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE PREVISTE DALLE PRESENTI ISTRUZIONI TECNICHE, POSSONO ESSERE PROGETTATI SISTEMI ALTERNATIVI RISPETTO A QUELLI DELINEATI NEI CAP. 1.2, 1.3, PURCHÉ DI PARI EFFICACIA. IN TALI CASI, CHE COMPORTANO LA NECESSITÀ DI UNA VALUTAZIONE TECNICO-DISCREZIONALE, IL SUAP O IL SUE RICHIEDONO ALLA ULSS L ESPRESSIONE DEL PARERE SANITARIO DI CUI ALL ART. 5 DEL DPR 380/01.

67 Cap 1.4 Casi particolari La Regione Veneto può individuare casi particolari per i quali, in considerazione della loro frequenza e specificità, è consentita l adozione di misure alternative a quelle delineate nei cap. 1.2, 1.3, in quanto ritenute parimenti efficaci nel garantire la sicurezza dei lavori durante le successive manutenzioni. In tali casi la dichiarazione sottoscritta dal progettista che asseveri la conformità alle misure già individuate a livello regionale non richiede la verifica tecnico-discrezionale del progetto rispetto all ottemperanza all art. 79 bis della L.R. 61/85, rendendo non necessario sul suddetto punto l espressione del parere sanitario di cui all art. 5 del DPR 380/01.

68 Cartelli informativi L obbligo di utilizzo di sistemi anticaduta deve essere evidenziato con idonea e permanente cartellonistica nella zona di accesso alla copertura. Tale cartellonistica, deve essere presente in misura minima, sia tecnica che estetica, e senza impatto visivo nei casi di intervento su edifici a destinazione non produttiva, oppure a destinazione produttiva ma aventi materiali di copertura tradizionali

69 Fascicolo dell opera Le misure preventive e protettive previste per la sicurezza dei lavori di manutenzione degli impianti sulla copertura ai sensi dell art. 79 bis L.R. 61/85 costituiscono una parte dei contenuti del fascicolo dell opera di cui all art. 91 lett. b del D.Lgs. 81/98 che, quando previsto, costituisce il documento di riferimento per l esecuzione in sicurezza dei lavori successivi sull opera. Il coordinatore per la progettazione, se presente, integra nel fascicolo le misure di controllo del rischio di caduta dall alto di cui all art. 79 bis della L.R. 61/85.

70 Documentazione e informazioni sulle misure predisposte A lavori ultimati, l installatore produce al committente, per il sistema di sicurezza installato sulla copertura, una dichiarazione di conformità di corretta messa in opera dei componenti di sicurezza contenente almeno le seguenti informazioni: Installazione e messa in uso secondo le istruzioni fornite dal fabbricante; Rispondenza delle soluzioni adottate a quanto previsto in sede progettuale comprensiva delle modalità di fissaggio alla struttura; Documentazione fotografica dei particolari del fissaggio al supporto di fondo, qualora il fissaggio non risultasse più visibile dopo aver completato l installazione; Manuale d uso dei componenti di sicurezza installati con il programma di manutenzione.

71 Per un futuro senza cadute dall alto Grazie per l attenzione

ALLEGATOA alla Dgr n. 97 del 31 gennaio 2012 pag. 1/4

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