COMUNE DI CANTU P.E.B.A. Piano per l Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Analisi dello Stato di Fatto RELAZIONE

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1 COMUNE DI CANTU P.E.B.A. Piano per l Eliminazione delle Barriere Architettoniche Analisi dello Stato di Fatto RELAZIONE dicembre

2 Delibera della Giunta Comunale n. 113 del Linee di indirizzo per la predisposizione e la realizzazione del Piano per l Eliminazione delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.) del comune di Cantù. Gruppo di Lavoro: ing. Mario Iorio (Dirigente Area LL.PP. del Comune di Cantu ) arch. Giuseppe Ruffo (Dirigente Area Gestione del Territorio del Comune di Cantu ) dott. arch. Andrea Rinaldo (Istruttore Direttivo Tecnico ufficio LL.PP. servizio fabbricati) dott. arch. Valentina Magli (Istruttore Tecnico ufficio LL.PP. servizio fabbricati) geom. Andrea Biolcati (Istruttore Tecnico ufficio LL.PP.) 2

3 1.0 INQUADRAMENTO DELLA MATERIA Nel vasto panorama della pianificazione si può definire il P.E.B.A. (Piano per l Abbattimento delle Barriere Architettoniche), come un documento metaprogettuale, nel senso di uno strumento pluridisciplinare conoscitivo degli impedimenti originati da cause naturali o antropiche allo svolgimento di una vita sociale di qualità per le persone colpite da disabilità. Tuttavia a questo primo segmento sociale si deve aggiungere anche quella porzione di cittadini che si potrebbero trovare dal punto di vista psico-fisico in condizioni di fragilità quali ad esempio: donne in stato di gravidanza, popolazione anziana, portatrici di handicap temporanei ed altri ancora. In questo senso si dovrebbe pertanto parlare più genericamente di un utenza allargata, comprendendo nell analisi un gruppo sociale più esteso, e contribuendo alla diffusione di una cultura della consapevolezza dei diversi livelli di fruizione delle risorse urbane, sensibilizzando a questo scopo le istituzioni, le categorie e i cittadini, verso la ricerca di metodologie condivise finalizzate all abbattimento delle barriere architettoniche. Tuttavia più la recente terminologia scientifica definisce questo tipo di approccio progettuale con la locuzione Design for All (DfA). Infatti è evidente che un marciapiede troppo alto, una rampa con pendenza eccessiva, un percorso cittadino non accessibile o accessibile ma con elevate difficoltà, non rappresentano soltanto degli impedimenti ad una vita di relazione normale per le persone aventi difficoltà motorie, visive o sensoriali, ma anche per una più estesa compagine sociale. Pertanto la fruizione in sicurezza delle infrastrutture urbane è utile quindi per tutti i cittadini, mentre la cablatura in termini di accessibilità diffusa della città è in primis un problema culturale, ed in seconda battuta una questione di volontà politica. Da questo punto di vista la partecipazione alla costruzione del piano di associazioni specifiche, gruppi ma anche dei singoli cittadini è di fondamentale importanza per un proficuo confronto dialettico e per la più ampia condivisione delle scelte. Un riferimento importante può essere ricercato anche nell art. 3 della Costituzione Italiana poiché è compito della Repubblica rimuovere quegli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano la libertà, l uguaglianza e la dignità dei cittadini. Normalmente il P.E.B.A. è costituito da una mappatura e classificazione delle barriere architettoniche esistenti, in relazione agli immobili di proprietà dell ente locale, alla quale seguono poi una serie di procedure finalizzate al graduale abbattimento delle stesse, secondo le scadenze temporali stabilite dalle previsioni tecnico-economiche prefigurate. 2.0 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Dal punto di vista normativo il P.E.B.A. ha già quasi trent anni di anzianità sulle spalle: infatti è stato introdotto per la prima volta dalla legge finanziaria del 1986, e precisamente dai commi 21 e 22 dell art. 32 della L. 41/86. La Legge-quadro per l assistenza, l integrazione sociale e i diritti delle persone 3

4 handicappate e cioè la L. 104/92 ha sancito poi la necessità dell accessibilità degli spazi urbani (art. 24 c. 9), mentre il DPR 503/96 Regolamento recante norme per l eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici, abrogando il previgente DPR 384/78, ha posto l attenzione sul patrimonio immobiliare di proprietà appunto pubblica. Nello specifico tale DPR 503/96 richiama la normativa di dettaglio di cui al DM LL.PP. 236/89 e cioè dell allegato tecnico della L. 13/89 Disposizioni per favorire il superamento e l eliminazione delle barriere negli edifici privati, ma anche per quanto riguarda la Regione Lombardia al contenuto della norma pressoché coeva di cui alla L.R. 6/89. Il DPR 380/01 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia prevede specifici elementi normativi al capo III titolato Disposizioni per favorire il superamento e l eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, pubblici e privati aperti al pubblico, comprendendo dall art. 77 all art. 81 le prescrizioni relative agli edifici privati, mentre all art. 82 quelle per gli edifici pubblici e privati aperti al pubblico. Merita una segnalazione particolare il comma 8 dell art. 82, il quale fa riferimento ai P.E.B.A., prevedendone la loro integrazione relativamente all'accessibilità degli spazi urbani, con particolare riferimento all'individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili, all'installazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della segnaletica installata in modo da ostacolare la circolazione delle persone handicappate. Completa il quadro normativo una pubblicazione regionale denominata Disposizioni per favorire il superamento e l eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, pubblicata sul BURL n. 44 edizione speciale del 6 novembre Tale ultimo lavoro editoriale è costituito da un insieme di opuscoli i quali trattano le singole tipologie di edifici ed infrastrutture urbane, selezionando per ciascuna di esse la normativa specifica di riferimento. Dall escursus storico sopra esposto si evince un quadro legislativo piuttosto corposo e complesso, con elementi di eccellenza programmatoria quali quelli contenuti nella normativa regionale specifica (L.R. 6/89), ma anche con punti di criticità rappresentati dall incertezza interpretativa causata dalla sovrapposizione dei diversi livelli di normazione, e complessivamente da una applicazione a volte geograficamente disomogenea delle prescrizioni legislative. 3.0 DEFINIZIONE DEI MACRO OBIETTIVI DEL P.E.B.A. Ad una prima fase censuario-ricognitiva dello stato di fatto dal punto di vista dell accessibilità del patrimonio di proprietà comunale, inteso come l insieme di edifici pubblici, spazi pubblici e di percorsi urbani, segue un secondo step di predisposizione delle azioni volte all eliminazione delle barriere architettoniche riscontrate e successivamente alla programmazione temporale di tali azioni. Questo cronoprogramma non può però che essere messo in relazione alla possibilità di finanziamento della rimozione delle barriere architettoniche stesse, secondo un ordine di priorità prestabilito, poiché appunto la L.R. 6/89 impegna almeno il 10% delle entrate comunali rappresentate dagli oneri di 4

5 urbanizzazione per questo scopo 1. Tuttavia se la mappatura dello stato di fatto può rappresentare certamente un elemento di rispetto della normativa e di innalzamento della consapevolezza sulla materia, la concretezza delle azioni deve rapportarsi necessariamente con le risorse economiche messe in campo, che in tempi di contrazione del mercato immobiliare sono piuttosto contenute. Si è quindi convenuto di agire secondo le priorità stabilite nel piano di azione economico/operativo biennale riguardante il periodo temporale Quadro economico presunto degli emolumenti a disposizione: euro (come avanzo ) euro* euro euro euro * Dall entrata prevista di euro per il 2015, euro (comprensivi di IVA) sono già stati impegnati nell abbattimento delle barriere architettoniche presso: l ambulatorio medico e il cimitero di Cantù Asnago, i cimiteri di Vighizzolo e Cascina Amata. 3.1 DEFINIZIONI Per barriera architettonica si intende qualsiasi impedimento che limita o esclude la fruizione degli spazi da parte di soggetti aventi difficoltà motorie, visive, sensoriali o di altra natura, e ai cittadini tout court in generale. Mentre con il termine barriera localizzativa ci si riferisce ad ogni ostacolo della percezione connesso alla posizione, alla forma o al colore di strutture architettoniche e dei mezzi di trasporto tale da impedirne o limitarne la fruizione da parte delle compagini sociali sopra esposte. In relazione alle diverse tipologie di barriere architettoniche o localizzative si hanno le definizioni di accessibilità, visitabilità e adattabilità con riferimento ad edifici sia di proprietà pubblica che privata e ad alcuni elementi infrastrutturali, le quali si evincono dagli articoli 2 e 3 del D.M. n. 236 del 1989, ed anche dall articolo 14 della legge regionale n. 6 del 1989 (solo però per quanto concerne i concetti di visitabilità ed adattabilità). In estrema sintesi, l accessibilità esprime la totale immediata fruibilità degli elementi spaziali, e riguarda: 1 L.R. 6/89, art. 15. Oneri di urbanizzazione 1. I Comuni destinano una quota non inferiore al 10% delle entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione ai fini dell'abbattimento delle barriere architettoniche e localizzative per le opere, edifici ed impianti esistenti di loro competenza. 2 L.R. 6/89, art Le leggi di cui al terzo comma del precedente art. 9 dovranno prevedere che i Comuni singoli o associati e le Provincie predispongano entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore delle Leggi stesse, piani biennali di intervento, tenuto conto dei piani predisposti ai sensi dell art. 32, ventunesimo comma, della Legge 28 febbraio 1986, n. 41, finalizzati all eliminazione delle barriere architettoniche e localizzative per le strutture e costruzioni di rispettiva competenza, con l indicazione degli interventi prioritari. 5

6 - gli spazi esterni, ritenendo soddisfatto tale requisito se esiste almeno un percorso pedonale agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motorie o sensoriale; - le parti comuni degli edifici; - le singole unità immobiliari interne di un fabbricato. La visitabilità prevede la possibilità di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico, nel quale non sia impedito il raggiungimento dell apparecchio sanitario (lavabo e w.c.). L adattabilità invece prefigura la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi contenuti però, allo scopo di renderlo fruibile anche da parte di persone portatrici di handicap e rappresenta quindi un livello ridotto di qualità del patrimonio immobiliare. Un particolare livello di utilizzazione degli edifici aperti al pubblico esistenti che non vengono sottoposti però a ristrutturazione è quello previsto dall art 5.7 del DM 236/89, che prevede la c.d. visitabilità condizionata, cioè la possibilità di fruizione per le persone a ridotta o impedita capacità motoria ottenuta attraverso l aiuto del personale di ausilio. In questo caso deve essere posto in prossimità dell ingresso un apposito pulsante di chiamata al quale si deve affiancare il simbolo internazionale di accessibilità. In conclusione il termine adeguamento viene riferito in generale all ambiente costruito in relazione agli interventi necessari al fine di garantirne l assenza di limiti all esercizio dell attività autonoma dei cittadini, in funzione delle loro esigenze individuali e delle possibili evoluzioni. 3.2 RACCORDI CON LA NORMATIVA ANTINCENDIO Il richiamo alla specifica normativa antincendio è contenuto nel punto 4.6 del DM 236/89 (ribadito anche dall art. 18 del DPR 503/96), nel quale è sottolineata la necessità connessa alla redazione di progetti edilizi finalizzati a garantire l accessibilità o la visitabilità di un edificio, di prevedere adeguati compartimenti antincendio, così come definiti dal DM 30 novembre , in luogo invece dei più consueti sistemi di vie d uscita, normalmente non utilizzabili però da parte delle persone recanti disabilità. Lo scopo è quindi quello di prevedere idonei luoghi protetti, resistenti al fuoco, distribuiti in numero sufficiente e facilmente raggiungibili anche da parte di chi presenta difficoltà motorie, dove si possa attendere in sicurezza l arrivo dei soccorsi (luoghi sicuri statici). 3 DM 30/11/ Compartimento antincendio - Parte di edificio delimitata da elementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata e organizzato per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi Luogo sicuro - Spazio scoperto ovvero compartimento antincendio, separato da altri compartimenti mediante spazio scoperto o filtri a prova di fumo, avente caratteristiche idonee a ricevere e contenere un predeterminato numero di persone (luogo sicuro statico), ovvero a consentirne il movimento ordinato (luogo sicuro dinamico). 6

7 3.3 COMPETENZE SULLA PREDISPOSIZIONE DEI P.E.B.A. Il riferimento normativo principale in ordine alla predisposizione dei P.E.B.A. è costituito dai commi 21 e 22 dell art. 32 della L. 41/86 4, che li pone in carico alle amministrazioni pubbliche, secondo le modalità tecniche descritte dal DPR 503/96. La cogenza di tale prescrizione è ulteriormente rinforzata dal fatto che l articolo 1 c. 7 del DPR 503/96 prevede che: non possono essere erogati contributi o agevolazioni da parte dello Stato e di altri enti pubblici per la realizzazione di opere o servizi pubblici non conformi alle norme di cui al presente regolamento, inoltre il comma 4 sancisce che: agli edifici e spazi esistenti, anche se non soggetti a recupero o riorganizzazione funzionale, devono essere apportati tutti quegli accorgimenti che possono migliorarne la fruibilità sulla base delle norme contenute nel presente regolamento. La fase operativa preliminare si estrinseca in azioni di tipo conoscitivo e si sviluppa intorno all obbiettivo di censire ed analizzare le proprietà immobiliari comunali, selezionando allo scopo sia gli immobili che gli spazi e i percorsi urbani da sottoporre agli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche. Si tratta quindi di un processo di tipo politico-tecnico-economico che si sviluppa nel tempo. 3.4 METODOLOGIA OPERATIVA E DOCUMENTI DEL PEBA La fase conoscitiva-censuaria degli immobili e degli spazi pubblici analizzati è stata affrontata mediante una copiosa serie di sopralluoghi sul posto, e la contemporanea compilazione di apposite schede di rilevazione realizzate ad hoc: in particolare una è stata predisposta appositamente per gli edifici, mentre una seconda scheda è relativa ai cosiddetti percorsi urbani. La rilevazione ha tenuto in considerazione le esigenze dell utenza di riferimento e dell utenza allargata, cioè più in generale delle necessità di tutti i cittadini (approccio Design for All). La quasi totalità dei sopralluoghi sono stati eseguiti congiuntamente con il consigliere comunale Aldo Stoppani, quale promotore politico dell iniziativa ed anche come rappresentante dell ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro). Nell ottica poi della partecipazione alla stesura del PEBA, talune schede di rilevazione sono state compilate da alcuni pro-sindaci del comune di Cantù, i quali hanno offerto il loro contributo volontario su questa materia. Si è quindi redatto un primo documento, la relazione sull analisi dello stato di fatto, contenente le informazioni recepite attraverso l esperimento dei sopralluoghi. Quindi si è proceduto alla stesura 4 Art. 32 L. 41/86 21.Per gli edifici pubblici già esistenti non ancora adeguati alle prescrizioni del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, n. 384, dovranno essere adottati da parte delle Amministrazioni competenti piani di eliminazione delle barriere architettoniche entro un anno dalla entrata in vigore della presente legge. 22. Per gli interventi di competenza dei comuni e delle provincie, trascorso il termine previsto dal precedente comma 21, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano nominano un commissario per l'adozione dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche presso ciascuna amministrazione. 7

8 della stima sull abbattimento delle barriere architettoniche riscontrate, mediante la compilazione di schede di stima in numero corrispondente agli immobili o percorsi urbani considerati. Questa stima, ottenuta considerando i costi medi delle opere necessarie, fornisce un indicazione numerico-economica degli emolumenti necessari per l abbattimento delle barriere architettoniche rilevate. Successivamente si è provveduto a fornire il quadro economico temporale di azione finalizzato alla cantierabilità delle azioni decise secondo un ordine di priorità prestabilito, e considerando il biennio operativo Completano il quadro degli atti del PEBA due elaborati grafici contenenti: il primo la mappatura degli edifici considerati mentre il secondo lo stato dei principali percorsi viari urbani, codificato mediante tratteggio di colore verde (sostanziale assenza di barriere architettoniche), tratteggio di colore arancione (presenza di qualche barriera architettonica), tratteggio di colore rosso (inacessibilità per la presenza di numerose barriere architettoniche), 4.0 RILEVAZIONE DEGLI EDIFICI E DEGLI SPAZI PUBBLICI ESISTENTI L analisi del patrimonio immobiliare esistente ha comportato il sopralluogo conoscitivo diretto di: - n. 23 edifici pubblici di cui al successivo elenco: 1. Palazzo Municipale p.za Parini, 4 2. Palazzo Municipale (anagrafe-istruzione) p.za Marconi 3. Biblioteca U. Bernasconi p.za Marconi 4. Salone dei Convegni p.za Marconi 5. Villa Calvi e il suo Parco v. Roma, 8 6. Centro civico e palestra v. Unione, Campo Solare v. G. da Cermenate 8. Basilica e Battistero di Galliano v. s. Vincenzo 9. Consultorio Familiare v.le Madonna, Sede ASL v. Cavour, Centro Civico Cantu Asnago v. Rienti 12. Centro Civico Vighizzolo e spazi annessi v. San Giuseppe, Ex Chiesa di s. Ambrogio o della Trasfigurazione p.za Marconi 14. Teatro s. Teodoro v. Corbetta,7 15. Servizi Sociali v. Cavour, Caserma Carabinieri v. Manzoni, Sottopasso Cantu Asnago p.za Stazione 18. Sede Protezione Civile v. Tripoli, Macello Comunale v. Tripoli 20. Ex Sede Distaccata Tribunale v. G. da Fossano, Canturina Servizi (P.U. a tema n. 1) v. V. Veneto 8

9 22. Sede Polizia Locale (P.U. a tema n. 1) v. V. Veneto 23. Centro Diurno Disabili (CDD) v. Foscolo, 1 - n. 4 cimiteri di cui al successivo elenco: 1. Cimitero di Cascina Amata v. Tonale, 1 2. Cimitero di Cantu Asnago v. Rienti 3. Cimitero di Vighizzolo v. Montenero 4. Cimitero Maggiore (P.U. a tema n. 3) v.le Madonna - n. 7 centri sportivi di cui al successivo elenco: 1. Palazzetto Parini p.za Parini 2. Centro Sportivo di Cascina Amata v. Monforte, 7 3. Centro Sportivo v.papa Giovanni XXIII, 3 4. Centro Sportivo Toto Caimi v. s. Giuseppe, Centro Sportivo v. Milano, Centro Sportivo Cantu Asnago v. Rienti 7. Palestra v. Palestrina - n. 21 edifici scolastici di cui al successivo elenco: 1. Asilo Nido T.O. Boghi v.le Madonna, Scuola dell infanzia s. Carlo v. per Alzate, Scuola dell infanzia La Lanterna v. Colombo, Scuola dell infanzia L Aquilone v. Daverio, Scuola dell infanzia Piccoli Passi v. Michelangelo, Scuola dell infanzia s. Giuseppe v. Indipendenza, 5 7. Scuola dell infanzia Sole e nido Arcobaleno v. Rossini, Scuola dell infanzia Il Faro v. Colombo, Scuola primaria G. Paolo II v. Colombo, Scuola primaria F. Degano v. s. Giuseppe, Scuola primaria G. Rodari e secondaria I grado F. Turati v. Pitagora, Scuola primaria O. Marelli v. Andina, Scuola primaria s. Chiara e s. Francesco D Assisi v. Casartelli, Scuola primaria di Fecchio v. per Alzate, Scuola primaria B. Munari v. de Gasperi, Scuola primaria E. Bianchi v. Daverio, Scuola primaria di Mirabello v. Umbria, Scuola primaria V. Bachelet v. Leopardi, Scuola secondaria I grado F. Anzani v. G. da Fossano, Scuola secondaria I grado F. Tibaldi v. Manzoni, Scuola EDA di Mirabello v. Baracca, v.palestrina 9

10 - n. 6 spazi pubblici a verde di cui al successivo elenco: 1. Parco pubblico don Gnocchi v. Colombo 2. Parco pubblico B. Powell v. del Carroccio 3. Parco pubblico v. s. Giuseppe ang. v. Spluga 4. Parco pubblico Villefranche v. California 5. Parco pubblico v.le Lombardia 6. Parco pubblico Villa Argenti (P.U. n.2) v. Dante - n. 4 farmacie e dispensari di cui al successivo elenco: 1. Farmacia v. Mazzini, Farmacia v. s. Giuseppe 3. Farmacia v.le Lombardia, Dispensario v. Tonale, 4 L accessibilità dell edificio pubblico per eccellenza e cioè quello rappresentato dal palazzo comunale, inteso come l insieme degli edifici prospettanti su piazza Parini e su piazza Marconi e degli altri edifici pubblici considerati, ha comportato la rilevazione dei seguenti elementi minimi di possibilità fruitiva: - disponibilità di un parcheggio per disabili nelle immediate vicinanze; - accessibilità del percorso di avvicinamento all ufficio comunale prescelto; - ingresso principale verso l ufficio prescelto; presenza di segnalazioni per soggetti con deficit visivi ed uditivi; soglie, rampe, impedimenti di varia natura; eventuale visibilità condizionata; - spazi interni di relazione; - presenza di un servizio igienico accessibile per ogni nucleo di servizi installato; - raccordo con la normativa antincendio: presenza di uscite di sicurezza, vie di esodo accessibili e/o di compartimenti antincendio. Con lo stesso criterio operativo si proceduto nella rilevazione degli altri edifici e degli spazi pubblici. 10

11 EDIFICI 11

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