3. Principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato.

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1 3. Principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato - stabilito dall art. 112 c.p.c. obbliga il giudice a pronunciare su tutta la domanda e non oltre i limiti di essa e a non pronunciare d ufficio su eccezioni, che possono essere proposte soltanto dalle parti. Il giudice tributario, per la delimitazione della materia del contendere, deve fare riferimento ai motivi e al petitum del ricorso, che sono correlati alla motivazione e al dispositivo dell atto impugnato 1. Nei processi tributari di impugnazione il giudice deve esaminare tutti i motivi del ricorso, salvo che ne accolga uno, che comporti l assorbimento degli altri; deve, di conseguenza, pronunciarsi su ogni profilo delle conclusioni, accogliendo o respingendo le richieste di parte. Il giudice deve dare risposta alla domanda di annullamento che gli è stata sottoposta. Se accoglie la domanda per un dato motivo, gli altri motivi possono non essere esaminati perché assorbiti. Il giudice può respingere la domanda solo dopo aver esaminato tutti i motivi dedotti. Le sentenze che non rispettano il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato sono viziate da ultrapetizione, extrapetizione o da omessa pronuncia. La sentenza è viziata da ultrapetizione quando attribuisca al ricorrente più di quanto abbia chiesto. Ad esempio, si ha ultrapetizione se il giudice, nei processi di rimborso, condanna a rimborsare una somma maggiore di quella richiesta, o se, nei processi d impugnazione, annulla l atto integralmente, mentre il ricorrente ha chiesto l annullamento parziale 2. Si ha extrapetizione quando il giudice pronuncia un provvedimento diverso da quello richiesto (ad esempio, il giudice emana una sentenza di condanna al rimborso quando è stata richiesta una sentenza di annullamento) Questioni rilevabili d ufficio. A) I vizi del provvedimento impugnato devono essere dedotti dal ricorrente quale elemento fondativo della domanda. Il giudice non può, quindi, rilevare d ufficio un vizio non denunciato. Ad 1 I motivi della opposizione al provvedimento impositivo si configurano come causae petendi della domanda di annullamento, per cui incorre in vizio di extra o ultra petizione il giudice che fondi la decisione su motivi non dedotti (Cass. 20 settembre 1996 n. 8387; Id., 22 settembre 2011, n ). 2 La commissione tributaria non può attribuire ad un bene un valore inferiore a quello indicato o comunque non contestato dal ricorrente (Cass., 29 ottobre 1979, n. 5652; Id., 7 giugno 2000, n. 7649), né determinare il reddito in misura inferiore a quella originariamente dichiarata e non contestata (Cass., 7 marzo 1984, n. 1588).

2 es., la decadenza dell'amministrazione finanziaria dall'esercizio di un potere non può essere rilevata d'ufficio dal giudice, ma deve essere dedotta nel ricorso 3. Secondo l art. 112 c.p.c., il giudice «non può pronunciare d ufficio su eccezioni, che possono essere proposte soltanto dalle parti». Il giudice non può dunque rilevare d ufficio le eccezioni riservate alle parti (come l eccezione di prescrizione). A contrario, la regola generale è la rilevabilità d ufficio delle eccezioni non riservate alle parti, il che equivale a dire che il giudice può rilevare d ufficio le ragioni che rendono infondato il ricorso. Invece, la decadenza del contribuente dall'esercizio di un potere nei confronti dell'amministrazione finanziaria è rilevabile anche d'ufficio, trattandosi di una eccezione non riservata alle parti 4. La decadenza stabilita dalle leggi fiscali in favore dell amministrazione finanziaria per il mancato rispetto dei termini fissati per richiedere il rimborso di un tributo indebitamente versato è rilevabile di ufficio anche in grado di appello, perché attiene a situazioni indisponibili 5. B) L eccezione di giudicato esterno o interno - è rilevabile d ufficio, anche in Cassazione 6. Il giudicato interno (o preclusione) è sempre stato ritenuto rilevabile d ufficio. Il giudicato esterno era ritenuto rilevabile solo su eccezione di parte 7, ma la giurisprudenza più recente lo considera rilevabile d ufficio 8. Nel processo tributario, il giudice può acquisire d ufficio un giudicato esterno invocato da una delle parti, in quanto il giudicato esterno è assimilabile agli elementi normativi ed il suo accertamento, mirando ad evitare la formazione di giudicati contrastanti, corrisponde ad un preciso interesse 3 La mancanza di una valida sottoscrizione dell avviso di accertamento deve essere dedotta nel ricorso avanti alla commissioni tributarie (Cass., 2 aprile 2014, n. 7645). 4 Cass., 21 giugno 2004, n ; Id.,7 maggio 2004, n. 8707; Id., 6 luglio 2004, n Cass., 23 marzo 2012, n Cass., sez. un., 16 giugno 2006, n ; Id., sez. un., 25 maggio 2001, n. 226, in Foro it., 2001, I, 7 Cass., 7 settembre 1993, n. 9383; Id., 27 aprile 1993, n. 4957; Id., 17 maggio 1990, n Il giudicato non costituisce elemento che può essere incluso nel fatto e, pur non identificandosi con gli elementi normativi astratti, è ad essi assimilabile, essendo destinato a fissare la regola del caso concreto. Conseguentemente, la formazione del giudicato, sia interno che esterno, è rilevabile d'ufficio (Cass., 15 giugno 2007, n ).

3 pubblico, sotteso alla funzione primaria del processo e consistente nell eliminazione dell incertezza delle situazioni giuridiche attraverso la stabilità della decisione 9. C) Anche i vizi che attengono ai provvedimenti sanzionatori devono essere allegati dalle parti. Ma è stato anche affermato che il potere di escludere l applicabilità delle sanzioni non penali per obiettiva incertezza normativa è esercitabile anche d ufficio, in ogni stato e grado del procedimento, senza necessità di un apposita richiesta del contribuente, ma con l obbligo di motivare il diniego del beneficio qualora tale richiesta vi sia stata 10. Nel caso in cui le sanzioni devono essere unificate, l'ufficio, se emette in tempi diversi gli accertamenti relativi a più periodi d'imposta, deve determinare la sanzione complessiva tenendo conto dei provvedimenti già emessi. In sede processuale, il giudice che prende cognizione dell'ultimo avviso di accertamento deve rideterminare la sanzione unica complessiva tenendo conto delle sentenze precedenti Il rilievo d ufficio dell elusione o dell abuso. Secondo la giurisprudenza, il rango comunitario e costituzionale del principio di divieto di abuso del diritto comporta la sua applicazione d'ufficio da parte del giudice tributario 12. A questa massima va opposto che non esiste, nell ordinamento processuale, la regola secondo cui sarebbero rilevabili d ufficio i principi (rectius, le eccezioni fondate su principi) che hanno rango costituzionale. E che va rapportata ai caratteri del processo tributario la regola secondo cui il giudice può sempre rilevare d ufficio le eccezioni, che non siano riservate alle parti. Nel processo tributario, come nel processo civile, il giudice non può rilevare d ufficio un elemento costitutivo della domanda, perché ciò significherebbe accogliere una domanda diversa da quella proposta. In specie, come già detto, il giudice non può rilevare d ufficio i vizi dell avviso di accertamento, che debbono essere dedotti dal ricorrente come motivi del ricorso. Ma non si può dire che il giudice può rilevare d ufficio tutto ciò che costituisce oggetto di una eccezione, applicando l art. 112 c.p.c., senza considerare che il processo tributario ha per oggetto il 9 Cass., 14 gennaio 2011, n Cass., 10 aprile 1990, n. 2979; Id., 10 aprile 1990, n. 2981; Id., 14 gennaio 2000, n D. lgs. 18 dicembre 1997, n. 472, art. 12, comma Cass., 11 maggio 2012, n. 7393, che riepiloga la precedente giurisprudenza.

4 diritto all annullamento di un determinato atto impositivo, e che il giudice non può respingere la domanda in base ad una eccezione, che non è desumibile dal contenuto dell atto impugnato. Nel processo civile, se l attore agisce basandosi sugli effetti e, quindi, sulla validità di un contratto (come quando agisce per l esecuzione di un contratto); se, insomma, gli effetti di un contratto sono un elemento fondativo della domanda, il giudice può rilevare d ufficio che il contratto è nullo, perché si tratta del rilievo d ufficio di una eccezione non riservata al convenuto 13. Ma, nel processo tributario, quando è impugnato un avviso di accertamento avente come ragione giuridica la violazione dell obbligo di dichiarazione (cioè un fatto evasivo), l oggetto del processo è il diritto all annullamento di quell atto impositivo, avente quella determinata ragione giuridica. Il processo tributario è promosso da un ricorso che ha come petitum necessario l annullamento totale o parziale di un atto amministrativo, come pone in chiaro l art. 17-bis, comma 8, del D. lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, e come causa petendi i vizi dell atto impugnato; e il giudice, dal canto suo, deve giudicare la fondatezza della domanda di annullamento, come proposta dal contribuente, con riferimento ad un determinato atto impugnato, avente un determinato contenuto, e con riguardo ai motivi di ricorso dedotti. Il giudice non può respingere un ricorso contro un avviso di accertamento basandosi ex officio sulla eccezione che la pretesa fiscale, se non è fondata sulla violazione di un obbligo di dichiarazione (evasione), è comunque fondata perché il comportamento del contribuente è elusivo, o abusivo. Se la ragione giuridica posta a fondamento dell avviso impugnato non è la clausola antielusiva, il giudice non può dotare l avviso di accertamento di una ragione giuridica diversa (antielusiva), e respingere in base a tale diversa ragione giuridica il ricorso del contribuente. Il giudice non può insomma rilevare d ufficio una ragione giuridica, che non sia stata posta a base dell avviso di accertamento, perché ciò significa pronunciarsi su una domanda diversa da quella proposta Cass. civ., Sez. III, 20 ottobre 2004, n , Id., 29 marzo 2004, n La giurisprudenza, pur riconoscendo che il processo tributario è un giudizio di impugnazione dell'atto, sicché l'ufficio finanziario non può porre a base della propria pretesa ragioni diverse e modificare la motivazione dell'atto nel corso del giudizio, afferma poi che il giudice avrebbe il potere di qualificare autonomamente la fattispecie demandata alla sua cognizione, a prescindere dalle allegazioni delle parti in causa (Cass., 11 maggio 2012, n. 7393, cit.; Id., 9 dicembre 2009, n ). La Cassazione, autoriconoscendosi il potere di riqualificare la fattispecie, mira ad accreditare l idea che può decidere prescindendo dal contenuto dell atto impugnato (e, quindi, dall oggetto del processo, fissato dalla domanda). In realtà, il giudice non dispone affatto del potere di riqualificare la fattispecie, se con ciò si intende che il giudice può sostituire, al titolo giuridico posto alla base del provvedimento impugnato, un titolo giuridico diverso. Il giudice tributario non può rifare la motivazione dell atto impugnato, sostituendo, in un avviso motivato in termini di evasione, una motivazione in chiave di abuso del diritto o di elusione.

5 Vi sono dei criteri identificativi della domanda, a cui il giudice deve attenersi (ex art. 112 c.p.c.) anche nei processi d impugnazione, come il processo amministrativo 15 e tributario; tra i criteri identificativi della domanda sono compresi il presupposto d imposta e la norma impositiva, indicati nella motivazione dell atto impugnato. Il giudice tributario deve muoversi insomma entro questo perimetro, segnato dalla motivazione dell atto impugnato e dai motivi del ricorso, come del resto ripetutamente affermato dalla stessa Cassazione 16. Nello stabilire se è fondato il ricorso, proposto con un dato atto impositivo, il giudice può interpretare la domanda e l atto impugnato, ma non può valutare la fondatezza del ricorso come se l atto impugnato fosse diverso da come è, e avesse una contenuto diverso da quello che ha Iura novit curia. Il giudice ha il potere-dovere di conoscere le norme di diritto oggettivo applicabili, senza vincoli o limitazioni scaturenti dalle indicazioni delle parti (iura novit curia). Il principio riguarda anche il diritto di altri ordinamenti 18 e il diritto dell Unione europea. 15 Cfr. Cons. Stato, sez. VI, 12 dicembre 2008, n. 6169, secondo cui il giudice non può pronunciare oltre i limiti della concreta ed effettiva questione che le parti hanno sottoposto al suo esame e dunque oltre i limiti del petitum e della causa petendi, ulteriormente specificati nell ambito del processo amministrativo attraverso l articolazione dei motivi di ricorso. 16 Oggetto del processo tributario, atteso il meccanismo di instaurazione di tipo impugnatorio che lo caratterizza, non è l'accertamento dell'obbligazione tributaria, da condursi attraverso una diretta ricognizione della disciplina applicabile e dei fatti rilevanti sulla base di essa, a prescindere da quanto risulti nell'atto impugnato, bensì l'accertamento della legittimità della pretesa tributaria in quanto avanzata con l'atto impugnato e alla stregua dei presupposti di fatto e in diritto in tale atto indicati (Cass., 3 agosto 2007 n ; Id., 19 marzo 2009 n. 6620; Id., 20 ottobre 2011, n ). 17 Se l Amministrazione afferma nell avviso che una certa operazione è formata da negozi simulati, il giudice deve stabilire se gli atti sono simulati o no. Se non sono simulati, deve accogliere il ricorso; non può giudicarli non simulati, ma considerarli ugualmente idonei a sorreggere l atto impugnato, perché l operazione è elusiva, e respingere per tale motivo l impugnazione del contribuente: ciò significa pronunciarsi su una domanda diversa da quella proposta. Posto l assioma che può rilevare d ufficio la elusione, per la Cassazione il passo è stato breve per porre un principio ulteriore, e cioè che il giudice deve valutare sempre, ex officio, se l avviso di accertamento abbia riguardo ad un caso di elusione o abuso. Se ciò non è avvenuto, ad opera del giudice di merito, la Cassazione deve annullare la sentenza impugnata e demandare al giudice del rinvio il compito di esaminare d ufficio se c è stata elusione (Cass., 26 ottobre 2011, n , in Corr. trib., 2012, 272). 18 Cass., 17 novembre 2003, n

6 Oltre che le leggi, il giudice deve conoscere i regolamenti ministeriali 19. Non sembra che il principio iura novit curia riguardi i regolamenti comunali 20, ma si è ritenuto che vi rientri lo statuto comunale 21. Il giudice non è tenuto a conoscere gli atti amministrativi. Ciò vale, in particolare, per i decreti ministeriali che accertano il mancato o irregolare funzionamento degli uffici a fini di proroga dei termini 22. Il principio iura novit curia non riguarda i poteri di rilievo d ufficio del giudice, ma significa che le norme non sono un tema di prova, perché il giudice le conosce; non vuol dire che le applica d ufficio, oltre i limiti dell art. 112 c.p.c.. 19 Cass., 3 agosto 2004, n Cass., 16 novembre 2005, n Cass., sez. un., 16 giugno 2005, n , secondo cui, in base al nuovo titolo V della Cost., lo statuto comunale è un atto a contenuto normativo. 22 Cass., 20 dicembre 2003, n ; Id., sez. I, 20 agosto 2004, n

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