PROGRAMMA DEI CONTROLLI

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1 PROGRAMMA DEI CONTROLLI Impianto di recupero rifiuti urbani e speciali non pericolosi con adeguamento volumetrico selezione e cernita con messa in riserva, nonché stoccaggio e travaso di rifiuti urbani pericolosi, non pericolosi e speciali non pericolosi. VARIANTE SOSTANZIALE Sede Legale ed Operativa: Cavaion Veronese Loc. Montean, 9/a Cavaion V.se, Gennaio 2014 Il Tecnico Il Committente..

2 SOMMARIO 1 PREMESSA AMMISSIBILITÀ DEI RIFIUTI IN IMPIANTO ED OPERAZIONI SVOLTE DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA IMPIANTISTICA MONITORAGGI AMBIENTALI Allegato 1: Scheda di caratterizzazione rifiuti Allegato 2: Lista codici CER ALLEGATI 1

3 1 PREMESSA Il presente documento costituisce il programma di controllo in conformità alle Indicazioni Operative per la Predisposizione e l Attuazione dei Sistemi di Controllo e Sorveglianza degli Impianti di Gestione Rifiuti predisposto dalla Provincia di Verona Settore Ecologia Servizio Gestione Rifiuti, ha lo scopo di garantire che: tutte le sezioni impiantistiche assolvano alle funzioni per le quali sono state progettate, in tutte le condizioni operative previste; venga assicurato un tempestivo intervento in caso di imprevisti; venga garantito l addestramento costante del personale impiegato nella gestione; venga garantito l accesso ai principali dati di funzionamento nonché ai risultati delle campagne di monitoraggio. In particolare vengono sottoposti a controllo periodico : la gestione amministrativa del centro; la gestione tecnica; le sezioni impiantistiche; la gestione dei rifiuti; la valutazione dei rischi ambientali; l addestramento del personale. Il PC predisposto è soggetto a revisione a cura del Responsabile del Programma di controllo in occasione di ogni nuovo rilascio di autorizzazione all esercizio o a modifiche significative dell impianto, delle sue modalità di gestione o della situazione ambientale, nonché a seguito di indicazioni della autorità di controllo. 2 AMMISSIBILITÀ DEI RIFIUTI IN IMPIANTO ED OPERAZIONI SVOLTE L attività che viene effettuata nell impianto consiste nelle seguenti operazioni: messa in riserva di rifiuti speciali e urbani non pericolosi (R13), con successiva esecuzione di trattamenti meccanici di selezione e cernita, finalizzata ad ottenere frazioni omogenee di rifiuti recuperabili in altri impianti di riutilizzo, cioè recupero (R3 per carta/cartone ed R12 per plastica) e successivamente sottoposte a compattamento con pressa idraulica (adeguamento volumetrico); messa in riserva di rifiuti speciali e urbani non pericolosi nonché urbani pericolosi (R13) derivanti da raccolte differenziate dei Comuni o rivenuti abbandonati occasionalmente nel corso della raccolta dei rifiuti urbani comprendenti lo stoccaggio e il travaso prima di essere destinati ad altre operazioni di recupero o smaltimento senza che su di essi vengano svolte operazioni di trattamento. Il materiale in ingresso viene gestito in maniera diversa a seconda delle caratteristiche specifiche: i carichi di rifiuti recuperabili da selezionare vengono scaricati all interno dello stabile in zona definita e sottoposti alle operazioni di selezione, cernita e travaso con successiva pressatura, compattazione, imballaggio; il materiale sarà soggetto a travaso, selezione, cernita, compattazione per renderlo conforme alle direttive. Il materiale sarà soggetto a selezione, eliminazione impurezze, compattamento, in conformità alle specifiche previste per ottenere materia prima secondaria per l industria cartaria; 2

4 i rifiuti sottoposti a sola messa in riserva e che non vengono sottoposti a selezione, sono, all esterno nell apposita piazzola impermeabilizzata e al piano seminterrato nell apposito locale; le singole tipologie di rifiuti messi in riserva sull area esterna sono in containers della capacità 20/30 mc, o in box con sponde cementate e nel caso dei rifiuti posti nell apposito locale seminterrato, in specifici contenitori a tenuta; il materiale cartaceo e plastico, ottenuto dalla lavorazione e selezione viene stoccato imballato all interno ed all esterno del capannone (solo carta) in apposite aree. All interno del capannone viene stoccato altro materiale sfuso (es. sottovaglio di selezione) in attesa di lavorazione. La selezione dei rifiuti plastici (R12) avviene con l ausilio di un impianto di selezione dotato di rompi sacco e tramoggia di carico. Le frazioni selezionate vengono immesse in una seconda tramoggia di carico con nastro trasportatore e sottoposte a pressatura ed imballo nella zona apposita, con successivo stoccaggio delle balle in loco. Gli scarti sono avviati in appositi box, quindi caricati in container per il trasporto allo smaltimento; il carico di quest ultimi avviene tramite carrelli elevatori. La selezione e la cernita del materiale cartaceo (R3) avviene manualmente, mentre la movimentazione del materiale è meccanica. Il materiale cartaceo una volta selezionato viene avviato alla pressa e poi stoccato in balle all interno ed all esterno del capannone, in attesa di essere avviato a recupero presso l industria cartaria. I carichi omogenei di materiali recuperabili quali vetro, lattine, metalli, non subiscono alcuna lavorazione, all interno dell impianto, in quanto già selezionati o non necessitanti di trattamenti di riduzione volumetrica, ovvero messi in riserva. (conferimento con solo R13). Tali rifiuti sono stoccati nelle aree definite, in attesa di essere destinati al sito di recupero diretto. La fase di selezione/cernita ed eliminazione impurezze darà origine ad uno scarto non recuperabile di rifiuto di varia composizione che sarà destinato a smaltimento. I rifiuti derivanti dalle operazioni di cernita, destinati a smaltimento verranno depositati temporaneamente in container, in prossimità dell area di selezione per poi essere, a fine giornata, allontanati verso gli impianti di destinazione. Ogni altro rifiuto non è ammesso all ' impianto e viene immediatamente respinto, previa segnalazione al Responsabile dell'impianto. La Ditta informerà gli Enti preposti ogniqualvolta si abbiano dei mutamenti nell eventuale processo di trattamento dei materiali, caratteristiche della messa in riserva o vengano individuate nuove tecnologie per il recupero dei rifiuti in oggetto. La gestione delle operazioni, assieme agli accorgimenti strutturali ed impiantistici, è condotta riducendo al minimo eventuali disturbi e rischi dovuti a: emissioni sonore; produzione polvere; traffico di mezzi pesanti; incendi. 3

5 Le procedure di accettazione si sintetizzano quindi nelle seguenti fasi: 1. accesso all ' impianto dei propri automezzi autorizzati e degli automezzi di ditte terze autorizzate; 2. controllo amministrativo dei documenti di trasporto dei materiali; 3. controllo visivo del carico per accertarne la rispondenza alle tipologie ammesse e indicate sul formulario d'identificazione; 4. pesatura del carico lordo; 5. registrazione del carico o dello scarico sull ' apposito registro (provenienza/destinazione, tipologia, quantità ecc. dei materiali); 6. scarico dell ' automezzo che ritorna alla pesa per pesare l ' automezzo a vuoto (tara); 7. restituzione al trasportatore della terza parte del formulario di identificazione del rifiuto con indicato il peso scaricato, la data e l ora dello scarico, la firma per accettazione; 8. eventuale rifornimento di gasolio dei propri automezzi aziendali; 9. uscita automezzi. È obbligatorio l ' uso e la tenuta dei registri giornalieri di carico e scarico dei rifiuti (nonché provvedere al controllo e alla timbratura della terza parte dei formulari di identificazione dei rifiuti relativa al destinatario dei rifiuti stessi (cosi come previsto dal D.lgs. 152/06). Periodicamente l addetto alla registrazione dati dovrà stampare il registro di carico/scarico rifiuti (forma cartacea delle registrazioni presenti nel sistema informativo vidimata dall Ufficio del Registro), controllare l esatta compilazione di formulari e registro stesso e provvedere alla loro archiviazione. 2.1 Modalità di Gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche Ed Elettroniche (Raee). L area destinata a gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), è limitata: a una porzione dei piazzali ZONA 2, a un locale interno ZONA 3. Si precisa che la localizzazione dell area è all interno della sede aziendale. I materiali stoccati sono identificati secondo i codici CER. I macchinari impiegati nell attività sono autocarri, carrelli elevatori a pinze laterali che consentono di sollevare i materiali evitandone lo schiacciamento. L attività non comporta nessuno dei seguenti interventi occupazione dei terreni su vasta scala, sgombero del terreno, sterri di ampie dimensioni e sbancamenti, modifica del reticolo di drenaggio d importanza significativa, modifica delle condizioni sanitarie dei luoghi. L area destinata a RAEE non è recintata in quanto già protetta all interno dell impianto. La viabilità è realizzata in asfalto mentre l area di deposito dei contenitori è realizzata in calcestruzzo. La raccolta delle acque di dilavamento viene effettuata tramite griglie o caditoie e pozzetti di collegamento e inviata al trattamento all impianto di trattamento delle acque. L impianto è oggetto di adeguata manutenzione dell area del piazzale e dell impianto di raccolta delle acque da parte dell Ufficio Tecnico aziendale. L attività di raccolta e stoccaggio dei RAEE viene gestita tramite addetti che si occupano della gestione della movimentazione e della pesa e un apposito ufficio che gestisce gli adempimenti in materia di registrazione dei rifiuti (Registrazione e aggiornamento sul programma di tutta 4

6 l anagrafica ditte conferitici, mezzi, codici rifiuto, accettazione rifiuti, verifica formulario, restituzione e firma e tipologia rifiuti, pesatura rifiuti, verifica ritorno formulari in uscita completati con attestazione corretto smaltimento, registro carico e scarico, MUD). La movimentazione dei rifiuti avverrà con modalità tali da non creare danneggiamenti che possano causare il rilascio di sostanze inquinanti o pericolose per l ambiente o compromettere successive operazioni di recupero. L accesso è consentito solo al personale autorizzato. Il personale autorizzato ha a disposizione appositi percorsi pedonali. Nell area dedicata a gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), sono posizionati cassoni- contenitori. I RAEE in ingresso, sono costituiti da frigoriferi, televisori, computer e stampanti, tubi neon, ecc. La gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), all interno dell impianto viene effettuata limitatamente alla porzione dei piazzali evidenziata in planimetria. I rifiuti sono stoccati per tipologie omogenee, in base alla destinazione finale di recupero. Lo stoccaggio avviene in container, posizionati su un area dotata di pavimentazione in calcestruzzo; tali container riportano inoltre l indicazione del CER e la descrizione del rifiuto contenuto. I RAEE sono raccolti separatamente. La raccolta di RAEE può essere rifiutata nel caso in cui il responsabile ravvisi rischio di contaminazione del personale incaricato (ai sensi art. 6 c. 2 del D.Lgs 151/05). Gli addetti alla raccolta e stoccaggio operano in modo che i RAEE siano raccolti separatamente e che le operazioni di raccolta sia eseguita in modo da ottimizzare il reimpiego e il riciclaggio delle apparecchiature e dei componenti. La raccolta dei RAEE verrà effettuata dagli addetti in modo da garantirne la integrità e consentirne la messa in sicurezza. L integrità va garantita durante tutte le operazioni di carico e scarico. Nell area non vengono effettuate operazioni trattamento dei RAEE. Non vengono effettuate operazioni di rimozione dei fluidi e trattamento selettivo ai sensi dell all. 2 del D.Lgs 11/5/2005 n 151. Non viene effettuato recupero freon o gas contenuti in tubi catodici. I RAEE raccolti vengono destinati a impianti autorizzati per il trattamento e il recupero o smaltimento specifico delle sostanze nocive. I responsabili del gestore assicurano che i RAEE siano gestiti secondo i seguenti criteri. La raccolta dei RAEE da sottoporre ad operazioni di trattamento deve essere effettuata adottando criteri che garantiscano la protezione delle apparecchiature dismesse durante il trasporto e durante le operazioni di carico e scarico. Le apparecchiature non devono subire danneggiamenti che possano causare il rilascio di sostanze inquinanti o pericolose per l'ambiente o compromettere le successive operazioni di recupero. Devono essere evitate lesioni ai circuiti frigoriferi e alle pareti, nel caso di frigoriferi, per evitare il rilascio all'atmosfera dei refrigeranti o degli oli, nonché ai tubi catodici, nel caso di televisori e computer, Le sorgenti luminose ci cui al punto 5 dell'allegato 1B, durante le fasi di raccolta, stoccaggio e movimentazione, devono essere mantenute integre per evitare la dispersione di polveri e vapori contenuti nelle apparecchiature stesse, anche attraverso l'impiego di appositi contenitori che ne assicurino l'integrità. Devono essere: scelte idonee apparecchiature di sollevamento; rimosse eventuali sostanze residue rilasciabili durante la movimentazione delle apparecchiature; assicurata la chiusura degli sportelli e fissate le parti mobili; mantenuta l'integrità della tenuta nei confronti dei liquidi o dei gas contenuti nei circuiti; 5

7 evitare operazioni di riduzione volumetrica prima della messa in sicurezza; utilizzare modalità conservative di caricamento dei cassoni di trasporto. I materiali da sottoporre a trattamento devono essere caratterizzati e separati per singola tipologia al fine di identificare la specifica metodologia di trattamento. Lo stoccaggio dei pezzi smontati e dei rifiuti deve essere realizzato in modo da non modificarne le caratteristiche compromettendone il successivo recupero. I recipienti fissi e mobili, comprese le vasche ed i bacini utilizzati per lo stoccaggio dei rifiuti, devono possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti stessi. I serbatoio contenenti i rifiuti liquidi pericolosi devono essere provvisti di opportuni dispositivi antitraboccamento e di dispositivi di contenimento. I contenitori dei fluidi volatili devono essere a tenuta stagna. Se lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi avviene in recipienti mobili questi devono essere provvisti di: a) idonee chiusure per impedire la fuoriuscita del rifiuto stoccato; b) dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e di svuotamento; c) mezzi di presa per rendere sicure ad agevoli le operazioni di movimentazione. Sui recipienti fissi e mobili deve essere apposta idonea etichettatura con l'indicazione del rifiuto stoccato. Lo stoccaggio del CFC e degli HCFC non viene effettuato. Lo stoccaggio degli oli usati deve essere realizzato in conformità con quanto previsto dal decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 95, e successive modificazioni, e dal decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato 16 maggio 1996, n Lo stoccaggio di pile e condensatori contenenti PCB e di altri rifiuti contenenti sostanze pericolose o radioattive deve avvenire in container adeguati nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute. La movimentazione e lo stoccaggio delle apparecchiature e dei rifiuti da esse derivanti deve avvenire in modo che sia evitata ogni contaminazione del suolo e dei corpi ricettori superficiali e profondi. Devono essere adottate tutte le cautele per impedire la formazione degli odori e la dispersione di aerosol e di polveri. Il trattamento nell area non viene effettuato. Nell'area di stoccaggio delle apparecchiature dismesse devono essere adottate procedure per evitare di accatastare le apparecchiature senza opportune misure di sicurezza per gli operatori e per l'integrità delle stesse apparecchiature. La Messa in sicurezza dei RAEE non viene effettuata presso l area. I televisori vengono posizionati manualmente nel container a cura del personale, mentre per i frigoriferi, visto il peso degli stessi, viene utilizzato un apposito carrello elevatore, adottando le opportune cautele per evitare danneggiamenti ai circuiti frigoriferi ed alle pareti e conseguenti fuoriuscite dei refrigeranti o degli oli. Non vengono effettuate operazioni di riduzione volumetrica dei RAEE. Presso l impianto vengono inoltre conferiti tubi fluorescenti al neon (punto 5.2 dell allegato 1B del Decreto legislativo 151/05). Anche questa tipologia di rifiuti viene stoccata in modo da preservarne l integrità ed evitare fuoriuscite di gas. I tubi sono posizionati manualmente in posizione verticale all interno di appositi contenitori in attesa di essere poi inviati alla destinazione finale. 6

8 3 DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA IMPIANTISTICA Il complesso attuale è costituito dalle seguenti zone: 1. Zona pesa ed accettazione. 2. Zona uffici. 3. Area esterna di transito e manovra. 4. Area di ricovero mezzi (seminterrato). 5. Capannone di stoccaggio, travaso e selezione rifiuti in cui si possono individuare: - zona di ricezione e accumulo rifiuti recuperabili in attesa di lavorazione; - zona di selezione, lavorazione e pressatura; - zona di deposito materiale selezionato in uscita. 6. Aree esterne per lo stoccaggio e seconda vagliatura di rifiuti (messa in riserva, stoccaggio e travaso) impermeabilizzata, dotata di pozzetti allacciati all impianto di trattamento acque. 7. Area di stoccaggio dei rifiuti urbani pericolosi e non provenienti da raccolte differenziate dei Comuni. Il sito è costituito da un locale chiuso pavimentato, posto nel seminterrato, dotato di: - box a tenuta stagna della capacità di circa 1 mc (vernici, inchiostri, inchiostri diversi, medicinali, batterie accumulatori e batterie diverse); - fusti olio con doppia camera da circa lt. 250/260 (olii minerali e vegetali); - contenitore stagno di capacità di circa 2 mc (neon); tutte le suddette tipologie sono provenienti dagli ecocentri comunali o rinvenuti abbandonati, in fase di raccolta dei rifiuti urbani. 8. Zona di lavaggio mezzi di trasporto su piazzola impermeabilizzata. 9. Impianto per il trattamento delle acque di lavaggio e dei dilavamenti delle piazzole di stoccaggio e seconda vagliatura; 10. Impianti per il trattamento della prima pioggia insistente sui piazzali impermeabilizzati di manovra L attività di gestione dei rifiuti avviene prevalentemente all'interno di un capannone industriale esistente di recente fabbricazione, eccezion fatta per l aree esterne di stoccaggio e seconda vagliatura. Lo stabile in uso contiene, oltre gli spazi dedicati all attività di recupero rifiuti, anche un officina manutenzione automezzi, i locali per servizi igienici e spogliatoi, gli uffici ed altri locali di disimpegno, necessari al normale svolgimento dell attività lavorativa. Il capannone è di tipo industriale ed è realizzata con una struttura portante in C.A.P. con perimetro completamente tamponato, con altezza media di circa 8 metri, con copertura piana. Internamente la pavimentazione è in battuto di cemento vibrato e lisciato, mentre l aerazione avviene mediante finestre perimetrali, con apertura a Vasistas e lucernari a soffitto di cui il 50% apribili (motorizzati). La copertura sulle campate realizzate in struttura prefabbricata è del tipo con travi a doppia pendenza, sormontate da tegoli nervati disposti in modo da lasciare più fasce libere per l'ingresso della luce (lucernari). L area esterna è interamente pavimentata. 7

9 La raccolta delle acque dei piazzali di transito dei mezzi e dei pluviali del capannone viene effettuata con apposite canalizzazioni e caditoie; viene separata la I dalla II pioggia per la successiva dispersione sul suolo. Le acque reflue derivanti dai servizi igienici degli uffici e spogliatoi, confluiscono nella rete fognaria comunale. L area è dotata di recinzione perimetrale e d illuminazione. La recinzione circonda tutta l area della sede aziendale ed ha un altezza minima di 2 metri dal piano campagna. L azienda è dotata di adeguati presidi antincendio (estintori, idranti e cannoncini schiumogeni) ed in possesso di regolare C.P.I. n rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco il All esterno dell impianto vi è un Box (amovibile) adibito a spogliatoio per il personale, dotato di cassetta primo soccorso, estintore e servizi igienici. L'impianto di selezione carta e plastica in essere è dotato di un nastro trasportatore e di una pressa. Attualmente quindi la selezione può avvenire o relativamente alla carta o relativamente alla plastica dovendo interrompere l'una o l'altra tipologia di selezione in base al tipo di materiale da recuperare. Con I installazione di un nuovo nastro e di una nuova pressa, invece, pur non chiedendo per quest area un aumento dei quantitativi massimi di materiale lavorato in autorizzazione, si potrà selezionare carta e plastica contemporaneamente con notevoli vantaggi relativi alla gestione dell'impianto e del personale occupato nella lavorazione. I rifiuti plastici da selezionare, che vengono conferiti sfusi, sono scaricati all interno del capannone su pavimento, dove, con mezzi meccanici (pala gommata o muletto) sono caricati nel nastro trasportatore che, effettuando una prima distribuzione del materiale, veicola lo stesso verso il nastro di selezione dove alcuni operatori eseguono la selezione manuale dei materiali. I rifiuti cartacei sono sottoposti a selezione manuale, eliminazione d impurità e sottoposti poi a compattamento in conformità alle specifiche richieste per l ottenimento di M.P.S. per l industria cartacea. Le impurità e il materiale non conforme vengono lasciati cadere attraverso condotti in box o container sottostanti mentre il materiale selezionato cade a fine corsa nastro per poi essere pressato. La riduzione volumetrica consente un migliore stoccaggio dei rifiuti (plastica)/materie prime seconde (carta) e una più agevole movimentazione del materiale. Il materiale, sia plastico che cartaceo, una volta suddiviso in gruppi omogenei per qualità e tipologia viene portato in una pressa oleodinamica continua, completa di dispositivi di legatura automatici delle balle mediante filo metallico, per il condizionamento in balle. Lo stoccaggio avviene in idonee aree individuate all'interno o all esterno del capannone su pavimento impermeabilizzato. Fasi PLASTICA 1. SCARICO Il materiale viene scaricato all'interno del capannone nelle zone prestabilite; un addetto ne verifica la conformità e periodicamente preleva un campione perché sia valutata la percentuale di frazione estranea presente. 2. CARICAMENTO: Una grossolana selezione manuale su piazzale interno elimina eventuali ingombranti quindi il materiale viene spinto per alimentare il nastro di carico. 3. PRESELEZIONE: Più postazioni di lavoro selezionano il materiale al fine di alimentare le fasi successive. Il materiale del tipo plastica selezionato è suddiviso in frazioni omogenee. 8

10 4. SELEZIONE: Il materiale arriva su nastri dove operatori lo selezionano manualmente per tipologia eliminando eventuali ulteriori impurezze costituite, ad esempio, da lattine di metallo o in alluminio. Il materiale selezionato è sottoposto a riduzione volumetrica. 5. FINE NASTRO: Il fine nastro è anch'esso un prodotto costituito da imballaggi in plastica. 6. STOCCAGGIO Il luogo di raccolta dei materiali che si andranno a trattare è localizzato internamente alla struttura esistente (capannone). Figura 3/I: Schema della linea di selezione della plastica L Impianto di selezione consente di dividere e distribuire il rifiuto da trattare, per le quali è stato progettato e dimensionato, in maniera uniforme, in modo che possa essere selezionato e raccolto manualmente da operatori. Il materiale da trattare viene caricato da un Operatore al Carico (A), per mezzo di una pala gommata o simile nel Nastro Trasportatore posizione 1, questo scarica nel Nastro Trasportatore posizione 2 che, effettuando una prima distribuzione del materiale, veicola il materiale da lavorare verso il Nastro di Selezione posizione 3. Gli Operatori di Produzione (C) eseguono la selezione manuale dei materiali. Il materiale selezionato, a seconda della tipologia, viene lasciato cadere attraverso dei condotti su cassoni sottostanti. Il materiale non cernito cade sul cassone posizionato a fine. II controllo generale della macchina è effettuato da un Capoturno (B) nel QUADRO D questo con il selettore di ogni macchina componente in "Automatico". La macchina è ad alimentazione elettrica 380 V trifase. Fasi CARTA 9

11 1. SCARICO Il materiale viene scaricato all'interno del capannone nelle zone prestabilite; un addetto ne verifica la conformità e periodicamente preleva un campione perché sia valutata la percentuale di frazione estranea presente. 2. SELEZIONE: Il materiale stoccato viene selezionato manualmente, eliminando eventuali impurezze. Il materiale viene selezionato a seconda della tipologia carta, carta patinata, cartone, cartoncino, ecc.. 3. CARICAMENTO: il materiale selezionato viene caricato su nastro trasportatore per essere poi sottoposto a riduzione volumetrica. Il materiale recuperabile è avviato al riciclaggio. 4. STOCCAGGIO Il luogo di raccolta dei materiali che si andranno a trattare è localizzato internamente alla struttura esistente (capannone) o in apposita piazzola impermeabilizzata con solo asfalto all esterno (Area 4). Pressa per la compattazione (sia di carta che di plastica) Sia la carta/cartone che la plastica sono avviate ad apposita pressa per la loro compattazione in balle omogenee. Ogni pressa è composta essenzialmente da: tramoggia di carico; camera di compattazione; canale uscita balle; cilindro di contropressione; circuito idraulico; castello aghi portafili; legatore; quadro comando. DESCRIZIONE: 1) Tramoggia di carico realizzata in lamiera di acciaio, irrigidita da un telaio in profilati, flangiata alle estremità per il raccordo con la struttura della pressa e nella parte superiore con il nastro di alimentazione. Il volume di carico è sufficiente a garantire il regolare svolgimento dei cicli di compattazione di cui ne comanda l'avvio mediante sensori che alloggia ad altezza regolabile. Nella parte frontale è inserita una portella d ispezione; 2) Struttura in pesante carpenteria elettrosaldata, opportunamente lavorata a macchina utensile, in modo da ottenere la perpendicolarità tra le pareti interne delle fiancate ed il fondo della pressa costituito da una robusta intelaiatura di putrelle elettrosaldate sulle quali è fissata una lamiera di acciaio. Sulle lamiere costituenti il fondo della camera di compattazione è fissato uno strato di acciaio imbullonato intercambiabile, che costituisce il suolo di scorrimento per il carrello di spinta; 3) Canale di uscita balle composto dal fondo di scorrimento comune, da fiancate mobili e da un piano mobile superiore. Il basamento è strutturalmente simile al fondo della camera di compattazione, mentre le pareti mobili sono formate da un telaio interno realizzato in HEB rivestite con lamiera di acciaio sagomata; 4) Leverismo di contropressione realizzato in lamiera di acciaio d idoneo spessore, accoppiata, incernierate tra loro mediante perni in C 40 bonificato formanti un trapezio; 5) Gruppo di compattazione costituito da un carrello di spinta realizzato in pesante carpenteria che trasla all'interno della struttura della pressa mosso da un cilindro oleodinamico. Nell'estremità superiore del carrello è montata una lama di taglio che 10

12 agendo in combinazione con una controlama applicata alla bocca di carico della pressa realizza il taglio dei materiali durante l'avanzamento; 6) L'apparato legatore è costituito da un castello aghi in carpenteria metallica all'interno del quale sono installati cinque aste inscatolato sormontate da aghi per il trasporto del filo al dispositivo di legatura. Sul lato opposto è posizionato il dispositivo di legatura costituito da un insieme di lame a movimento verticale per il taglio dei fili e da un insieme di alberini su cui sono installati appositi ganci per l'avvolgimento dei fili. Quest'ultimo dispositivo in base al modello ed alla destinazione d'uso della pressa può essere mobile con movimento idraulico. Il posizionamento di una macchina rompi sacco tra la tramoggia di carico dell'impianto ed il nastro trasportatore fa si che la fase di taglio dei sacchetti avvenga in automatico. Nella nuova area 4, nel settore adiacente al fabbricato, in un area di circa 300 mq, sarà ubicato un vaglio rotante mobile atto ad una seconda selezione di affinamento merceologico sui CER , , e provenienti delle operazioni ci selezione e cernita provenienti dall area 1, mediante la separazione di eventuali impurità residue presenti nel materiale già vagliato (Ditta costruttrice: COMER Engineering S.r.l.). Le caratteristiche della macchina sono riportate nei seguenti estratti del relativo manuale. Fasi: 1. CARICAMENTO: il materiare precedentemente vagliato proveniente dall area 1 in appositi cassoni a tenuta stagna, viene caricato tramite ragno meccanico nella tramoggia del vaglio. 2. SELEZIONE: Il materiale viene vagliato per tipologia andando a eliminare eventuali ulteriori impurezze merceologiche. 3. STOCCAGGIO Il luogo di stoccaggio dei materiali vagliati è localizzato nell area 1. 11

13 Figura 3/II: Estratto Planimetria Stato di progetto. Ubicazione vaglio rotante mobile. 12

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16 Tutte le acque di dilavamento (prima e seconda pioggia) afferenti all area di seconda vagliatura verranno quindi raccolte tramite una nuova linea di raccolta e confluite nell area di trattamento A (attualmente già dimensionata per il trattamento in continuo di una superficie scolante di circa 1000 mq) e successivamente smaltite nella rete fognaria. 3.1 Ciclo delle acque La raccolta delle acque dei piazzali di transito dei mezzi e dei pluviali del capannone viene effettuata con apposite canalizzazioni e caditoie; per quanto riguarda l acqua afferente ai piazzali di transito, viene separata la I dalla II pioggia. Le acque reflue derivanti dai servizi igienici degli uffici e spogliatoi, confluiscono nella rete fognaria comunale. L area è dotata di recinzione perimetrale e d illuminazione. Per quanto riguarda la pioggia afferente nell Area di stoccaggio 4, prima di confluire nella rete fognaria comunale, vengono trattate solo le acque di prima pioggia in quanto i container eventualmente depositati saranno chiusi ed a tenuta stagna, quindi protetti dall azione degli agenti atmosferici e non in grado di generare il dilavamento di sostanze pericolose o pregiudizievoli per l'ambiente; per quanto riguarda il deposito delle mps, le acque di dilavamento insistenti sulle medesime rispettano i limiti per lo scarico in rete fognaria, cosi come previsti nella DGRV 842/2012. Diversamente tutte le acque provenienti dall Area 2, prima di confluire nella rete fognaria comunale, sono conferite ad uno sgrigliatore (stazione di grigliatura in canale RT1) a monte dell esistente impianto di depurazione in continuo, come indicato nella planimetria di progetto, per la rimozione dei materiali grossolani e dei solidi più fini. 15

17 Lo sgrigliatore è realizzato in acciaio inox AISI 304 e presenta le seguenti caratteristiche tecniche: Larghezza canale Altezza canale Altezza di scarico Altezza totale griglia Altezza zona filtrante N. spazzole pulitrici 6 Potenza installata Motoriduttore Inclinazione griglia mm 500 mm 2000 mm (misurati dal fondo del canale) 2700 mm 1000 mm 0,75 kw bonfiglioli a bagno d olio La sezione di ossidazione biologica (V3/V4) è costituita da n. 2 elettro-soffianti (PS1/PS2) del tipo a canali laterali, provviste di motore elettrico con funzionamento completamente a secco, senza alcuna lubrificazione, con ventola coassiale per il raffreddamento forzato del cuscinetto, lato girante. La soffiante viene fornita completa di Filtro di aspirazione, motore elettrico trifase, con protezione IP44 220/ H2, valvola di ritegno sulla mandata, manicotto flessibile. Ancora, tutte le acque di dilavamento (prima e seconda pioggia) afferenti all area di seconda vagliatura (area 4) verranno quindi raccolte tramite una nuova linea di raccolta e confluite nell area di trattamento A (attualmente già dimensionata per il trattamento in continuo di una superficie scolante di circa 1000 mq) e successivamente smaltite anch esse nella rete fognaria. Di seguito si riassume il controllo della gestione del ciclo delle acque: DESCRIZIONE SCHEDA 1 DA VERIFICARE GESTIONE ACQUE Le acque meteoriche ricadenti all interno del perimetro dell impianto saranno gestite conformemente a quanto previsto dalla normativa vigente e Autorizzazione all Esercizio. Presenza in impianto delle analisi chimiche periodiche ai sensi della normativa vigente; Presenza di un quaderno con riportate tutte le operazioni di manutenzione ordinarie e straordinarie del sistema di raccolta e trattamento acque; RESPONSABILITÀ DELLA DITTA Corretta manutenzione sistemi di scolo e trattamento. Dovrà mantenere efficienti i sistemi di raccolta e depurazioni effettuando accurata manutenzione e pulizia. Annotare su apposito quaderno delle manutenzioni tutti gli interventi effettuati. Effettuare le analisi chimiche periodiche secondo il pannello analitico approvato. Di seguito si riporta la tavola di progetto in cui sono state indicate le suddette quattro aree (Area ) e le altre modifiche di progetto. 16

18 PLANIMETRIA DELLO STATO DI PROGETTO 17

19 4 MONITORAGGI AMBIENTALI Durante le attività di gestione la ditta Gestore dell impianto dovrà effettuare con cadenza stabilita dall Autorizzazione e normativa vigente dei monitoraggi ambientali atti a dimostrare che l impianto non crea impatti negativi sia sulla salute umana sia sull ambiente circostante. Per questo motivo oltre alle analisi chimiche sui materiali che transitano nell impianto dovranno essere condotte ai sensi della normativa vigente in materia le segue verifiche: monitoraggio Riferimento normativo frequenza monitoraggio acustico PrescrizioniAutorizzative annuale monitoraggio scarichi idrici PrescrizioniAutorizzative semestrale monitoraggio olfattometrico PrescrizioniAutorizzative annuale MONITORAGGIO RUMORE La ditta prevede di svolgere, all avvio delle attività ed in condizioni di esercizio a regime, una campagna di misurazioni acustiche presso i recettori sensibili nei punti concordati con ARPA e COMUNE, al fine della verifica del rispetto dei limiti normativi della zonizzazione acustica comunale. Tale monitoraggio acustico sarà condotto per tutte e le fasi (Step) di l esercizio del complesso, inclusa la configurazione di progetto completa in condizioni di messa a regime delle lavorazioni. Successivamente, è prevista una campagna di misurazioni acustiche con frequenza annuale. Inoltre, ogni qualvolta saranno apportate modifiche sostanziali che possano influire sul processo di lavorazione e sulle emissioni sonore, la ditta provvederà a svolgere una nuova valutazione di impatto acustico che sarà presentata agli enti competenti. MONITORAGGIO SCARICHI Di seguito sono specificate le frequenze di monitoraggio, i parametri indagati, ed il metodo utilizzato per ciascuno scarico idrico per il quale si prevede un monitoraggio. È previsto un monitoraggio semestrale da pozzetti di ispezione e campionamento per gli scarichi parziali che confluiscono al punto di scarico. Inquinanti monitorati Parametri Unità di misura Modalità di controllo Discontinuo Metodi di riferimento(*) Volume acqua mc/anno semestrale ph semestrale APAT 2060 Conducibilità us/cm semestrale APAT 2030 Solidi sospesi totali mg/l semestrale APAT 2090 COD mg/l semestrale APAT 5130 Alluminio Arsenico (As) e composti mg/l mg/l semestrale semestrale EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C

20 Parametri Bario Boro Cadmio (Cd) e composti Cromo (Cr) e composti Ferro Manganese Nichel (Ni) e composti Piombo (Pb) e composti Rame (Cu) e composti Selenio Stagno Zinco (Zn) e composti Unità di misura mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l Modalità di controllo Discontinuo semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale semestrale Metodi di riferimento(*) EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 EPA 3051A EPA 6010C 2007 Solfati mg/l semestrale EPA 9056A 2007 Cloruri mg/l semestrale EPA 9056A 2007 Fosforo totale mg/l semestrale EPA 9056A 2007 Azoto ammoniacale (come NH 4 ) mg/l semestrale APAR 4030 Azoto nitroso (come N) mg/l semestrale APAT 4050 Azoto nitrico (come N) mg/l semestrale EPA 9056A 2007 Idrocarburi totali mg/l semestrale APAT 5160 Tensioattivi totali mg/l semestrale APAT 5170 (anionici) (*)Qualora i metodi analitici e di campionamento impiegati siano diversi dai metodi previsti dall autorità competente di cui all allegata tabella o non siano stati indicati, le specifiche tecniche prescelte devono fare riferimento a metodi riconosciuti a livello nazionale e/o internazionale e attuati da laboratori certificati. (**) Qualora sia possibile effettuare il campionamento tenuto conto del loro riutilizzo previsto nel ciclo produttivo e dell imprevedibilità degli eventi meteorici. All oggi la ditta risulta autorizzata alla scarico in fognatura: 19

21 20

22 21

23 22

24 23

25 MONITORAGGIO OLFATTOMETRICO Al fine di determinare le emissioni dalle sorgenti odorigene principali è necessario predisporre un piano di monitoraggio, in modo tale che le singole analisi consentano di ottenere il maggior numero di informazioni significative riguardo all impatto olfattivo dell impianto, evitando errori o repliche inutili nelle misurazioni. Campionamenti e analisi devono essere condotti al fine di ottenere risultati rappresentativi delle emissioni dell impianto monitorato. Tale monitoraggio olfattometrico è previsto con frequenza annuale nei punti concordati con ARPA e COMUNE come meglio descritto nella seguente tabella. Parametro Olfattometria dinamica (Qualità dell aria e odori) Unità di misura Unità olfattometriche Modalità di controllo Discontinuo Metodi(**) Controllo biennale UNI EN 13725:2004 RIDUZIONE DEI RISCHI PER L AMBIENTE E DISAGI PER LA POPOLAZIONE La conseguenza di qualsiasi incidente può presentarsi sotto forma di: sversamento di sostanze (liquide e/o solide) in aree non impermeabilizzate; rilascio di sostanze in atmosfera (solidi sospesi, vapori); incendi. Tali eventi potrebbero provocare un inquinamento sia del suolo che dell aria. Per tali eventi (ad eccezione dell incendio) non è ipotizzabile un evolversi così precipitoso da poter provocare danni gravi. I possibili danni sono di tipo ambientale localizzato, facilmente contenibili. L attività infatti viene svolta all interno di un aree pavimentate. La movimentazione dei mezzi esternamente avviene su aree asfaltate dotate di sistema di regimazione e controllo acque meteoriche. Eventuali sversamenti accidentali in dette aree possono essere immediatamente risolti attraverso assorbimento dello sversamento o eventuale aspirazione senza venire direttamente a contatto con le matrice ambientali suolo ed acque. Nel caso di sversamenti localizzati gli operatori dovranno intervenire in maniera repentina con utilizzo di tutti i dispositivi previsti per la protezione individuale (DPI). La presenza di personale a presidio di tutte le fasi di gestione del rifiuto (dall accettazione, scarico e stoccaggio) riduce la probabilità di un evolversi repentino di eventuali incendi. Nel caso di sviluppo di piccoli incendi gli operatori opportunamente formati ed addestrati, dovranno adottare le procedure contenute nel documento di gestione delle emergenze in essere. L incendio di notevoli dimensioni si verifica quando, il fuoco, al momento dell'individuazione da parte di un addetto, ha già raggiunto una notevole estensione ed interessa o può interessare più materiali. L incendio non può essere domato senza l'intervento dei Vigili del Fuoco. Le procedure di emergenza possono essere così elencate: Allarme dato con pulsante di emergenza, raccolta della squadra; Chiamata d emergenza al 115; Chiamata alle aziende limitrofe per avvisarle dell emergenza in atto (i numeri sono reperibili presso il centralino); Chiamata all ARPAV locale per l eventuale intervento di monitoraggio dell aria; Intervento degli addetti antincendio con idranti per il contenimento del fuoco; Evacuazione generale dell insediamento; Raduno dei lavoratori nel punto di raccolta; 24

26 Passaggio di consegne ai VV.FF; Collaborazione, se richiesta, con le squadre dei VV.FF giunte sul posto. 4.1 Addestramento del personale Il piano dei controlli deve prevedere il riscontro dell attuazione del programma di informazione e formazione del personale. Gli argomenti dovranno essere relativi alle attività svolte in impianto. A titolo indicativo si ritiene che gli argomenti principali che dovranno essere trattati siano i seguenti: illustrazione dei pericoli e dei comportamenti da adottare per contrastare gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali; esposizioni a polveri, rumori o situazioni insalubri; istruzione del personale sulle procedure, comportamenti e uso D.P.I. illustrazione dei comportamenti da adottare per evitare inconvenienti all esterno dell impianto; illustrazione delle principali norme di gestione e legislative inerenti la gestione dell impianto; rischi di contaminazione; inquinamento da sostanze pericolose; procedure di emergenza ambientale. Tali attività dovranno essere verbalizzate e segnalate su apposito registro. DESCRIZIONE SCHEDA 2 ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE Programma di informazione e formazione del personale. DA VERIFICARE FREQUENZA RESPONSABILITÀ DELLA DITTA Attività formativa del personale, attraverso la lettura dei verbali e dei registri. Mensile per RPC. Periodica per RT. Redigere il piano di formazione e addestramento annuale registrando l attività svolta. Registrare l attività di addestramento e formazione sul quaderno delle manutenzioni. RESPONSABILITÀ DEL RPC ESITI E TRATTAMENTO DELLE NON CONFORMITÀ riscontro dell attuazione del programma di informazione e formazione Eventuali Non Conformità riscontrate da parte di RPC andranno risolte come segue: Nel caso di non conformità di livello 2: I) Richiamo verbale al Gestore con richiesta di risoluzione immediata; 25

27 SCHEDA 2 ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE II) Qualora non venisse risolta la non conformità, si produrrà nota scritta alla ditta con richiesta di procedere alla risoluzione entro 3 giorni lavorativi; III) Qualora la ditta non risolvesse la problematica o non inviasse la documentazione giustificativa, entro il termine di 3 giorni, RPC invierà nota scritta agli Enti preposti. Nel caso di non conformità di livello 1: I) In caso di grave inadempienza, sentite le motivazioni del Gestore, il Controllore invierà nota scritta agli Enti preposti. 4.2 Quaderno Manutenzioni e Controlli Nello svolgimento delle sue attività la Ditta utilizza delle apparecchiature a tecnologia semplice o complessa che necessitano di manutenzione. Per tutte le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dovrà rimanerne traccia scritta. La manutenzione può essere: programmata: effettuata secondo un programma stabilito sull utilizzo dei mezzi, sulle necessità e sulle eventuali scadenze legislative (p.e. tagliando dei mezzi stradali). ordinaria: decisa di volta in volta sulle reali necessità dei mezzi e degli impianti ma che può essere effettuata con un certo margine di manovra (p.e. pulizia dei serbatoi e delle caditoie). straordinaria: da effettuare a seguito di rotture/danneggiamenti o comunque malfunzionamenti. L urgenza dell intervento di ripristino è dettata dalle necessità produttive, di sicurezza e di tutela ambientale connesse con il problema. 26

28 5 CONCLUSIONI Il presente potrà essere modificato ed aggiornato in virtù delle segnalazioni da parte degli Enti preposti in fase di esercizio, modifiche al processo di gestione dell impianto ed aggiornamento legislativo di riferimento, previa approvazione da parte della Provincia di Verona. La ditta Gestore dovrà mettere a disposizione gli eventuali addetti richiesti e fornire libero accesso ai dati oggetto del presente Documento relativo ai Controlli. Il Tecnico (Dott. For. Manuel Cavazza) 27

29 ALLEGATO 1_SCHEDA DI CARATTERIZZAZIONE DEL RIFIUTO DATI RELATIVI AL PRODUTTORE NOME O RAGIONE SOCIALE: SEDE LEGALE: Via/piazza n C.A.P. Comune Provincia Telefono fax CODICE FISCALE: PARTITA IVA: SEDE IMPIANTO Via/piazza n C.A.P. Comune Provincia Telefono fax DATI RELATIVI AL RIFIUTO CODICE CER _ _ NOME DEL RIFIUTO DESCRIZIONE DEL PROCESSO CHE HA ORIGINATO IL RIFIUTO: COMPONENTI DEL RIFIUTO: ELENCO MATERIE PRIME UTILIZZATE NEL PROCESSO CHE HA PRODOTTO IL RIFIUTO: CLASSIFICAZIONE: rifiuto urbano rifiuto speciale non pericoloso 28

30 rifiuto speciale pericoloso DESTINAZIONE: recupero smaltimento CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE: inodore odore pungente e/o irritante odore di materiale in fermentazione odore sgradevole odore di solvente altro STATO FISICO: solido polverulento solido fangoso palabile liquido Il sottoscritto Legale Rappresentante della Ditta produttrice dichiara che il rifiuto corrisponde a quanto riportato nella presente scheda e che le informazioni sono veritiere e reali. Data Timbro e firma Il produttore autorizza il trattamento dei dati ai sensi della legge 196/03. Data Timbro e firma 29

31 ALLEGATO 2: LISTA CODICI CER In relazione alla tipologia e/o delle necessità gestionali i rifiuti potranno essere destinati a differenti operazioni di recupero o smaltimento e di conseguenza essere stoccati in diverse aree, come descritto nella tabella seguente: TABELLA A Rifiuti che possono essere sottoposti ad attività di messa in riserva, selezione, cernita, adeguamento volumetrico. CER Descrizione rifiuto Area rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi imballaggi in carta e cartone Operazione di recupero R3 Operazione di recupero R12 Operazione di recupero R13 1 X X 1 X X imballaggi in plastica 1 e 4 X X imballaggi in materiali compositi imballaggi in materiali misti assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce X X 1 e 4 X X 1 e 3 X X plastica 1 e 4 X X plastica e gomma 1 e 2 X X carta e cartone 1 X X plastica 1 e 4 X X Riferimento normativo per MPS prodotte p.to 1.1 dell All. 1 al D.M. 05/02/1998 p.to 1.1 dell All. 1 al D.M. 05/02/

32 TABELLA B Rifiuti che possono essere sottoposti ad attività di messa in riserva, comprendente eventualmente lo stoccaggio ed il travaso. CER Descrizione rifiuto Area Operazione di recupero R imballaggi in materiali misti 1, 2 e imballaggi in vetro 2 e 4 X pneumatici fuori uso 2 e 4 X vetro 2 e 4 X vetro 2 e 4 X metalli ferrosi 1 e 2 X metalli non ferrosi 1 e 2 X vetro 2 e 4 X vetro 2 e 4 X rifiuti biodegradabili di cucine e mense 2 X oli e grassi commestibili 3 X vernici, inchiostri adesivi e resine diversi da X medicinali diversi da quelli di cui voce X batterie accumulatori diversi da quelli cui voce X apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci , e X 2 e 3 X legno, diverso da quello di cui alla voce e 4 X metallo 2 e 4 X residui della pulizia stradale 2 X rifiuti ingombranti 2 X 31

33 TABELLA C Rifiuti che possono essere sottoposti ad attività di messa in riserva, comprendente eventualmente lo stoccaggio ed il travaso. CER Descrizione rifiuto Area Operazione di recupero R * imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze 3 X * tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio 3 X * apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi 3 X * oli e grassi diversi da quelli di cui alla voce X * vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose 3 X * medicinali citotossici e citostatici 3 X * * batterie e accumulatori di cui alle voci , e nonché batterie e accumulatori non suddivisi contenenti tali batterie apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce e , contenenti componenti pericolosi 3 X 2 e 3 X 32

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