LA VITA IN EMERGENZA

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1 LA VITA IN EMERGENZA - Corso di Base per Volontari di Protezione Civile - PERCORSO UNIFICATO

2 Argomenti della Lezione: - Le aree di - Le tendopoli - I PMA e i PASS - Gli eventi - L attività dei volontari nelle Misericordie

3 AREE DI

4 Aree di Attesa della popolazione Sono luoghi di primo ritrovo per la popolazione: - riceverà le informazioni sull evento accaduto e sui comportamenti da seguire per le successive sistemazioni; - qui si raccoglieranno informazioni sulle persone soccorse, per poter ricostruire un anagrafe provvisoria

5 Aree di Ricovero della Popolazione sono luoghi in cui saranno allestite strutture in grado di assicurare un ricovero alla popolazione interessata dall evento. Tende, roulotte, moduli, abitativi, case prefabbricate, ecc

6 STRUTTURE IMPROPRIE DI ACCOGLIENZA Sono spazi e luoghi preesistenti che possano essere utilizzati in condizioni di emergenza Nell ambito della pianificazione di emergenza comunale è fondamentale tenere aggiornate le informazioni inerenti le strutture ricettive pubbliche e/o private in grado di soddisfare esigenze di alloggiamento temporaneo della popolazione interessata da un possibile evento (alberghi, centri sportivi, strutture militari/caserme,edifici pubblici, campeggi )

7 Area di Ammassamento Soccorritori e Risorse Spazio adibito ai soccorritori e alle risorse. Da tale area partono i soccorsi coordinati dai Centri Operativi Sala Operativa Misericordie Sale Operative Regionali C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) C.O.M. (Centro Operativo Misto)

8 Area di Ammassamento Soccorritori e Risorse Le caratteristiche tecniche richieste : 1) Dimensioni sufficienti ad accogliere almeno una tendopoli 2) Collocazione in prossimità di un casello autostradale o comunque facilmente raggiungibile per strada agevole anche a mezzi di grandi dimensioni.

9 Area di Ammassamento Soccorritori e Risorse 3) Disponibilità nelle vicinanze di risorse idriche ed elettriche facilmente collegabili e ricettive per lo smaltimento di acque reflue 4) Accertamento della sicurezza delle aree stesse in riferimento ai possibili rischi di inondazioni, dissesti idrogeologici o interruzione dei servizi e delle infrastrutture primarie

10 TENDOPOLI TIPO L installazione di una tendopoli prevede la predisposizione di moduli tenda standard secondo uno schema denominato Modulo 32, immaginato ed adottato dall ufficio C.A.P.I. del Ministero dell Interno e di seguito recepito e codificato dal Dipartimento della Protezione Civile.

11 TENDOPOLI TIPO Secondo tale schema, si prevede un insieme di 32 tende montate secondo un preciso schema che tiene conto del cablaggio dell impianto elettrico. Lo schema prevede 8 moduli da 4 tende per un totale di 192 persone assistite. Ogni tenda, infatti, può ospitare 6 persone; sono quindi calcolati 24 posti letto a modulo per un totale di 192 possibili ospiti a tendopoli.

12 TENDOPOLI TIPO 55x55 Poiché ciascuna tenda misura m. 6,20 x 4,55 e necessita prevedere uno spazio di circa 5 m. tra i vari moduli al fine di consentire il passaggio per le pulizie ed eventuali tubazioni, la dimensione minima necessaria ad istallare le 32 tende è di m. 55 x 55 corrispondenti alla metà di un campo sportivo di calcio (3050 mq).

13 Per la realizzazione della tendopoli completa di servizi, si devono posizionare inoltre: - Almeno due servizi igienici (moduli bagno strutture mobili tipo container) - Almeno una tenda sociale modulare, per mensa, attività sociali, riunioni, chiesa, ecc ( dimensioni di 12x15 eventualmente espandibile 12x20 12x25 fino a 12x30) - Una segreteria per la gestione del campo (moduli dimensioni di 2,50 x 12,00 x 2,50) - Spazio per stoccare i 9 container di risulta dei materiali (3,00 x 2,50 x 2,50) - Percorso idoneo al transito di un mezzo medio e spazi di manovra

14 TENDOPOLI TIPO IMPIANTO ELETTRICO Per rifornire di energia elettrica la tendopoli occorre un generatore da 150 KVA (in dotazione ai C.A.P.I.). Il generatore, normalmente, viene collocato a 200 m dal centro della tendopoli.

15 DISTRIBUZIONE ACQUA SICUREZZA ANTINCENDIO

16 LA SICUREZZA DEL PERSONALE NELLE ATTIVITA DI ALLESTIMENTO I SOCCORRITORI DEVONO INDOSSARE LE PROTEZIONI INDIVIDUALI NECESSARIE ALLA MOVIMENTAZIONE E INSTALLAZIONE DI MATERIALI (D.Lgs. 81/08 già 626/94) CASCHI IN PRESENZA DI CARICHI SOSPESI, GUANTI, OCCHIALI E SCARPE ANTINFORTUNISTICHE ecc.

17 UN CAMPO E COMPOSTO DA: INGRESSO CAMPO BASE L ingresso al Campo Base deve prevedere una separazione tra i flussi dei mezzi di servizio e quelli pedonali. ZONA FRONT OFFICE Zona di primo accesso al campo, in cui si ha compresenza di persone esterne e ospiti interni. Vi si realizzano i servizi di prima accoglienza e di gestione del Campo. ZONA SOCIALE E SPAZI APERTI COMUNI Zona in cui trovano posto la tenda sociale per la popolazione e la mensa a cui possono accedere dall esterno visitatori e funzionari/strutture operative, a seguito di autorizzazione ricevuta dal Front Office

18 ZONA SERVIZI E VOLONTARI Zona in cui si realizzano l area cucina e preparazione pasti, i servizi igienici ad uso esclusivo degli addetti alla cucina, tende e servizi igienici dei volontari. L area deve essere accessibile ai soli operatori. ZONA POPOLAZIONE Zona in cui vengono disposte le tende ed i servizi igienici ad uso esclusivo degli ospiti del campo.

19 LE FASI DI COSTRUZIONE DEL CAMPO Allestimento illuminazione Picchettamento dell area designata all installazione del campo Recinzione e sorveglianza campo Montaggio zona front-office Allestimento

20 LA COLONNA MOBILE NAZIONALE DELLE MISERICORDIE 9 Container per stoccaggio materiale 9 Moduli bagno (di cui 2 per disabili)

21 LA COLONNA MOBILE NAZIONALE DELLE MISERICORDIE

22 LA COLONNA MOBILE NAZIONALE DELLE MISERICORDIE 2 celle frigorifero 1 modulo centrale idrica 1 modulo centrale elettrica 1 modulo sala operativa piccola 1 modulo sala operativa grande 1 modulo cucina piccolo 1 modulo cucina grande 7 torri di illuminazione 2 torri faro carrellate

23 IL CAMPO NAZIONALE delle MISERICORDIE Le attività previste all interno del campo sono : organizzazione e distribuzione dei pasti; censimento della popolazione accolta con particolare riguardo ai disabili con prioritaria soluzione delle loro prime necessità; vigilanza sulla sicurezza attiva e passiva del campo (ingresso di persone non conosciute, entrata ed uscita dal campo di materiali vari); ammassamento e gestione dei volontari

24 Posto Medico Avanzato Il Posto Medico Avanzato viene definito nella G.U. 109 del 12 maggio 2001 come un "dispositivo funzionale di selezione e trattamento sanitario delle vittime, localizzato ai margini esterni dell'area di sicurezza o in una zona centrale rispetto al fronte dell'evento. Può essere sia una struttura che un area funzionale dove radunare le vittime, concentrare le risorse di primo trattamento, effettuare il triage ed organizzare l evacuazione sanitaria dei feriti nei centri ospedalieri più idonei".

25 Posto Medico Avanzato Ne esistono di varie tipologie, definite secondo allestimento e capacità operativa. Deve essere autonomo per almeno 72 ore, sia per capacità operativa che per autosufficienza logistica.

26 Il PMA viene richiesto, di norma: al verificarsi di maxiemergenze, ovvero in situazioni che, stante il gran numero di persone coinvolte, si presenti la necessità del trattamento dei feriti più gravi prima del ricovero ospedaliero Può essere altresì utilizzato come presidio sanitario in eventi di massa che presentino un rischio evolutivo (es. recentemente Santificazione Papa a Roma, Concerti con elevatissima affluenza di pubblico, ecc.)

27 Posto Assistenza Socio Sanitario Il Posto di Assistenza Socio Sanitario P.A.S.S. viene definito nella G.U. 145 del 22 giugno 2013 come: una struttura campale preposta all assistenza sanitaria di base e sociosanitaria alla popolazione colpita da catastrofe

28 Posto Assistenza Socio Sanitario P.A.S.S. L'esigenza di questo modulo sanitario nasce a seguito di riduzione o interruzione dei servizi di assistenza sanitaria di base nelle catastrofi. Il PASS di norma si integra o subentra al PMA che per definizione non può sopperire a tale necessità e che, salvo il reiterarsi degli eventi calamitosi, dopo 72 ore cessa la sua attività

29 Posto Assistenza Socio Sanitario P.A.S.S. ; La logistica prevede una struttura in moduli campali, preferibilmente shelter, per attività di medicina generale di base, pediatria di libera scelta, infermieristica/fisioterapia, psicologia e assistenza sociale. Deve essere movimentato autonomamente e non è a servizio esclusivo dei campi di accoglienza ma di tutta la popolazione che non gode più dei servizi di base.

30 Il PASS, essendo un modulo sanitario non emergenziale, viene richiesto per garantire alla popolazione il mantenimento dei servizi socio sanitari di base laddove ve ne sia la necessità. Può essere impiegato sia a seguito di calamità naturali o eventi catastrofici, sia in caso di emergenze umanitarie, quali ad esempio il fenomeno dell'immigrazione.

31 Può essere impiegato sia a seguito di calamità naturali o eventi catastrofici, sia in caso di emergenze umanitarie, quali ad esempio il fenomeno dell'immigrazione.

32 La GESTIONE degli EVENTI

33 UN EVENTO GESTITO DALLA SOM COME SI MUOVE LA NOSTRA MACCHINA DI NAZIONALE? EVENTO La richiesta arriva da: SOR MISERICORDIE, DPC, MISERICORDIA, UTENTE, CONFRATELLO DIRETTORE LA SOM RICHIEDE DISPONIBILITA E GESTISCE LE SUCCESSIVE PARTENZE ATTIVAZIONE SOLO DOPO EFFETTIVA RICHIESTA PERVENUTA DA DPC EMERGENZA TIPO «C» CONSIGLIERE DEL., PRESIDENTE NAZ. CONTATTI CON IL DPC SOR MISERICORDIE REFERENTE ZONALE CAPOGRUPPO MISERICORDIA VOLONTARIO / CAPOSQUADRA DIRIG.RESPONSABILE

34 UN EVENTO GESTITO DALLA SOR COME SI MUOVE LA MACCHINA DI REGIONALE DELLE MISERICORDIE EVENTO FUNZIONARIO REGIONE REFERENTE CORV SOR (UFFICIO EMERGENZE) SINGOLO VOLONTARIO (CASI PARTICOLARI) REFERENTE ZONALE CAPOGRUPPO MISERICORDIA VOLONTARIO / CAPOSQUADRA

35 ALLERTA / ALLERTA PER EVENTO IN CORSO DISPONIBILITA LA SCALETTA DELLE ATTIVAZIONI RICHIESTA DI IMPIEGO ATTIVAZIONE DEI BENEFICI ART.9 e 10 NON ESISTONO ALTRI SCHEMI PREPARAZIONE SQUADRE ATTIVAZIONE (partenza)

36 LA SQUADRA E STATA ALLERTATA COME ORGANIZZARE UNA POSSIBILE PARTENZA 1) Il responsabile del gruppo avvisa il proprio Governatore della possibilità di intervento; 2) Il responsabile di settore verifica la disponibilità dei volontari alla permanenza minima sul luogo dell evento per almeno 72 ore; 3) Si verifica l efficienza delle attrezzature, dei mezzi e dei dpi da inviare, (predisporre apposita CHECKLIST); 4) Si predispone, anche se non richiesto, il vettovagliamento e si identifica un area di riposo per i volontari, garantendo un autosufficienza sul luogo dell evento di almeno 48 ore; 5) Si dota il caposquadra inviato di una disponibilità economica (per emergenza); 6) Si compilano le schede di pre-attivazione con i dati di volontari e mezzi; 7) Il caposquadra designato si coordina con la Som e/o il Cor.

37 I TEMPI DI ATTESA? SONO CALCOLATI!! Un intervento coordinato e immediato di una macchina così complessa quale la protezione civile, richiede la comprensione e partecipazione attenta di tutti. UNA SALA OPERATIVA GESTISCE SVARIATE RICHIESTE QUINDI PUO IMPEGARE PIU TEMPO DI QUANTO SI POSSA IMMAGINARE NEL DARE DELLE RISPOSTE U.O. DI PROTEZIONE CIVILE U.O. DI PROTEZIONE CIVILE U.O. DI PROTEZIONE CIVILE

38 UNA SQUADRA TIPO? Per motivi di sicurezza, i volontari non svolgono mai servizio singolarmente ma, sempre, in squadre di almeno 2/3. Uno di questi deve essere identificato come Caposquadra. Ogni volontario, prima di entrare in servizio, controlla l efficienza ella propria dotazione personale. Tutti i componenti registrano sempre la propria presenza tramite gli appositi moduli e sui fogli di servizio eventualmente predisposti dal proprio ente di appartenenza.

39 SI RELAZIONA CON I PROPRI VOLONTARI RISPETTA E FA RISPETTARE LE INDICAZIONI DI SICUREZZA IL CAPOSQUADRA. è solo lui!! NON SI IMPROVVISA, NON E UN SUPEREROE SI INTERFACCIA CON LA DIRIGENZA E PARTECIPA AI BRIEFING SI RELAZIONA CON LA SOM/SOR E ESPONE LE NECESSITA DEI PROPRI VOLONTARI RISPETTA LE INDICAZIONI IMPARTITE DALLA SALA OPERATIVA

40 ESISTONO DELLE GERARCHIE? SI E VANNO RISPETTATE! Il sistema di protezione civile ha sempre bisogno di una gerarchia di comando creata ad ogni livello. Ci saranno confratelli a cui saranno assegnate responsabilità diverse, utili all organizzazione generale dei vari gruppi operati. Questo comporta uno stress importante dell individuo incaricato, che dovrebbe essere supportato dai vari volontari nello spirito di massima collaborazione. Non esistono generali né tantomeno comandanti.solo volontari come voi, che per il loro grado di preparazione sono stati incaricati di un ruolo ancora più complicato. AIUTIAMOLI!!!

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