Storia del paracadutismo

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1 Una volta che avrete conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desiderate tornare. Leonardo da Vinci Storia del paracadutismo Nel nostro continente la prima idea di un paracadute, che alcune fonti ci dicono già noto in Cina nel sec. XIV, risale a Leonardo da Vinci che ne disegnò uno nel Questo prototipo era costituito da una struttura rigida di forma piramidale, rivestita di tela di lino inamidata, per renderla compatta ed impermeabile all acqua. Le dimensioni erano notevoli: 7,20m di base per 7,20m di altezza (1). Un altro tipo fu progettato nel 1595 da F. Venanzio da Sebenico. Tra le prime applicazioni si citano quelle del francese S. Lenormand che si lanciò (1732) dall'osservatorio di Montpellier e quella dei fratelli Garnerin che nel 1797 compirono un esperimento di discesa controllata da 700m d altezza: giunti in quota a bordo di una mongolfiera, ne sgonfiarono l involucro scendendo a terra tramite un paracadute a calotta, come quello comunemente usato oggi dai militari. Perfezionatesi le tecniche si poté giungere, nel 1912, ad un lancio da un aeroplano in volo, per opera del Capitano A. Berry, presso Saint Louis (USA). Finita la Grande Guerra, in tutti i Paesi vennero avviati studi ed esperienze per realizzare paracadute efficaci e sicuri. In queste ricerche si distinse l italiano Prospero Feri ma non mancarono aviatori più spericolati, come l americano Clem Sohn che si lanciava usando ali di tela steccate dai polsi fino alle caviglie per poi atterrare con un paracadute tradizionale. Divenne celebre finché cadde vittima di un incidente nel In quel momento, tutte le aviazioni avevano ormai adottato paracadute dorsali di buona sicurezza. Tanto che durante la Seconda Guerra Mondiale le calotte di seta non vennero usate solo per salvare i piloti costretti ad abbandonare il loro aereo ma anche per il lancio di interi reparti in zona di combattimento. 7

2 I paracadutisti compirono gesta memorabili: la più famosa l attacco in Normandia nel giugno Da allora il paracadute è andato ulteriormente evolvendosi: nel 51 si tennero in Jugoslavia i primi campionati del mondo e nel 1963 l americano Domina Jalbert, perfezionando gli studi di Francis M. Rogallo, realizzò il paracadute ad ala capace di far compiere voli anche su medie distanze (2). 1485: Leonardo disegna il primo paracadute. Disegno tratto da Il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci sito nella biblioteca Ambrosiana di Milano. 1967: Luigi De Monti, recordman italiano 1975: prime foto a colori e tentativi di formazione 8

3 Il paracadutismo moderno Il passaggio all'era del paracadutismo moderno avviene nei primi anni '80 con l'avvento dei primi paracadute a profilo alare. Questo avvenimento segna una svolta epocale poiché il paracadute, fino a quel momento di forma sferica e puro freno aerodinamico, diventa una "macchina aeronautica". Grazie alla sua nuova pianta rettangolare, esso sfrutta il principio fisico della portanza che gli consente non solo di far atterrare in piedi il paracadutista, ma anche di aumentare considerevolmente la manovrabilità e quindi la qualità e quantità degli spostamenti in volo. Il precedente paracadute tondo, utilizzato ancora per i lanci militari a bassa quota, è composto da una calotta emisferica costituita con tessuto antistrappo in fibra sintetica, formata da 24 fusi, ciascuno composto da 4 zone trapezoidali. Sul foro apicale è applicata una crociera di funi in fibra sintetica. Sui fusi numero 3,9,15,21 sono praticate quattro fenditure rettangolari protette con una speciale rete di fibra sintetica. 9

4 Lungo tutto il bordo della calotta sono applicate una serie di tasche prese d aria realizzate con una fascia dello stesso tessuto della calotta. Lungo il bordo inferiore della calotta è applicata una rete anti-malfunzionamento alta 40cm. Il fascio funicolare è composto da 24 funi di fibra sintetica con quattro anime interne che, partendo dal bordo della calotta, attraversano la rete anti-malfunzionamento e terminano con nodo antibloccante e cintura a zigzag sulla maniglia di collegamento alla bretella di sospensione. Con questo mezzo la velocità di caduta è di 19,8Km/h, mentre la velocità propria ottenuta grazie alle fenditure nella parte posteriore è di 3,6Km/h. Figura 1 (3). Figura 1: paracadute tondo 10

5 Per quanto riguarda la nuova concezione del paracadute a profilo alare per capire il funzionamento di queste macchine è bene far riferimento ad un ala rigida (ala d aereo), per poi vedere com è possibile ottenere risultati simili con una struttura realizzata in tessuto e funi di nylon. Facendo riferimento alla figura 2 nella quale è rappresentata la sezione di un ala vediamo che il flusso d aria, investendo il bordo d attacco, viene deflesso sopra l estradosso e sotto l intradosso per ricongiungersi oltre il bordo d uscita. Le particelle fluide che passano sopra l estradosso, per la configurazione del profilo, subiscono un incremento di velocità con conseguente diminuzione di pressione. Le particelle fluide che passano sotto l intradosso subiscono invece un rallentamento con conseguente aumento di pressione. Pertanto si avrà una forza aerodinamica risultante diretta verso l alto dovuta alla depressione sull estradosso ed alla pressione sull intradosso. Tale risultante, detta portanza, è la forza aerodinamica che tiene in aria gli aerei. Chiaramente la portanza generata è in funzione della velocità del flusso d aria diminuendo il quale diminuisce il numero di particelle fluide che in ogni momento passano sopra e sotto all ala e quindi diminuisce l influenza aerodinamica esercitata (la portanza varia con il quadrato della velocità). Questo spiega perché gli aerei non possono volare al di sotto di una determinata velocità (velocità di stallo). La portanza è anche funzione dell angolo di incidenza dell ala rispetto al vento relativo: all aumentare di tale angolo aumenta la portanza fino ad un valore critico oltre il quale, come si verifica per velocità troppo basse, si ha lo stallo. Lo stallo rappresenta il distacco repentino dell aria che lambisce il profilo alare con conseguente caduta della portanza. 11

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