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2 La collana TRENTINOFAMIGLIA è un iniziativa del Progetto Speciale Coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità atta ad informare sui progetti in atto in Provincia di Trento e a raccogliere la documentazione prodotta nei diversi settori di attività, favorendo la conoscenza e la condivisione delle informazioni. Fanno parte della Collana TRENTINOFAMIGLIA : 1. Normativa 2. Programmazione \Piani 2.1 Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità (luglio 2009) 2.2 Piani di intervento sulle politiche familiari (novembre 2009) 2.3 Rapporto di gestione anno 2009 (gennaio 2010) 2.4 I network per la famiglia. Accordi volontari di area o di obiettivo (marzo 2010) 2.5 I Territori amici della famiglia Atti del convegno (luglio 2010) 3. Conciliazione famiglia e lavoro 3.1 Audit Famiglia & Lavoro (maggio 2009) 3.2 Estate giovani e famiglia (giugno 2009) 3.3 La certificazione familiare delle aziende trentine Atti del convegno (gennaio 2010) 3.4 Prove di conciliazione. La sperimentazione trentina dell'audit Famiglia & Lavoro (febbraio 2010) 3.5 Estate giovani e famiglia (aprile 2010) 3.6 Linee guida per l attuazione del Family Audit (luglio 2010) 4. Servizi per famiglie 4.1 Progetti in materia di promozione della famiglia e di integrazione con le politiche scolastiche e del lavoro (settembre 2009) 4.2 Accoglienza in famiglia. Monitoraggio dell accoglienza in Trentino (febbraio 2010) 5. Gestione/organizzazione 5.1 Comunicazione Informazione Anno 2009 (gennaio 2010) 5.2 Manuale dell organizzazione (gennaio 2010) 6. Famiglia e nuove tecnologie 6.1 Nuove tecnologie e servizi per l innovazione sociale (giugno2010) 1

3 Provincia Autonoma di Trento Progetto Speciale Coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità Luciano Malfer Via Gilli, Trento Tel. 0461/ Fax 0461/ prog.coordinamentopolitichefamiliari@provincia.tn.it A cura di: Lucia Claus, Stefania Tommasini Copertina a cura di: Sabrina Camin Stampa: Centro Duplicazioni della Provincia Autonoma di Trento 2

4 Family Audit Linee Guida per l attuazione del Family Audit 3

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6 INDICE Premessa... pag. 7 Deliberazione n di data 11 giugno pag. 9 Family Audit Linee guida per la conciliazione famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private... pag. 17 Deliberazione n. 10 di data 15 gennaio pag. 39 Deliberazione n di data 3 dicembre pag. 47 Deliberazione n. 976 di data 30 aprile pag. 55 Deliberazione n di data 16 ottobre pag. 63 5

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8 PREMESSA La conciliazione famiglia e lavoro: una nuova cultura aziendale Le risorse umane sono un elemento sempre più strategico per il successo dell impresa, ma il conflitto tra vita professionale e vita privata è una minaccia alla salute ed al benessere delle persone e allo sviluppo dell impresa. Non sempre le aziende sono consapevoli del fatto che, senza un corretto equilibrio tra le due sfere, difficilmente i dipendenti/collaboratori sono sereni e possono contribuire al successo del business. Inoltre, le organizzazioni si trovano ad affrontare sempre di più il problema di come attrarre e trattenere le risorse migliori, per mantenere un alto livello di competenza e competitività. A partire da queste premesse, si capisce perché sempre di più le aziende avviano riflessioni sulla possibilità di adottare al proprio interno programmi di conciliazione che permettano alle persone di coniugare le diverse sfere della propria vita. Le politiche di conciliazione hanno, infatti, un duplice impatto sull organizzazione: sulla redditività aziendale e sulle performance individuali. Negli ultimi anni, il tema del work-life balance è stato affrontato da molte aziende, soprattutto straniere, non solo con il fine di aumentare la produttività, ma anche come leva per incentivare e motivare le risorse umane, attraverso un ventaglio di soluzioni concrete in risposta alle richieste dei collaboratori/trici quali: una maggiore flessibilità lavorativa, l offerta di servizi per liberare tempo. Lo scopo è quello di riuscire ad investire sulla valorizzazione delle risorse umane non solo attraverso la garanzia di un migliore impiego del collaboratore/trice nel ciclo produttivo, ma anche cercando di andare incontro a quei bisogni di conciliazione delle persone che, una volta soddisfatti, si traducono in maggiori livelli di impegno e, quindi, di performance e di produttività. Dal punto di vista delle organizzazioni, la conciliazione rappresenta non solo una questione etica ma anche un obiettivo di business perché permette sia di ottenere effetti positivi sulla qualità del clima organizzativo, sull attrattività dell azienda nel mercato del lavoro, sulla produttività degli individui favorendo sia di raggiungere concretamente traguardi strategici quali, ad esempio, la riduzione del tasso di assenteismo e del tasso di turn over e una crescita dei livelli di motivazione nei lavoratori. Emergono peraltro bisogni e aspettative dei singoli che richiedono alle aziende soluzioni innovative. I bisogni e le aspettative possono essere raggruppati in tre macro categorie, alle quali corrispondono le tre principali direttrici delle politiche aziendali di conciliazione e delle relative soluzioni: bisogno/aspettativa di valorizzare e recuperare il tempo; oggi il tempo è la risorsa più scarsa, è un bene da curare e gestire, è un metro per misurare la ricchezza; bisogno/aspettativa di flessibilizzare il tempo di lavoro, per permettere un utilizzo più efficace del tempo attraverso attività che hanno, per il singolo, un maggiore valore; bisogno/aspettativa di flessibilizzare lo spazio di lavoro, obiettivo realizzabile con le moderne tecnologie dell informatica e dell informazione. Indispensabile, infine, una terza prospettiva, dopo quelle produttiva dell azienda e personale/esistenziale del singolo, per sviluppare la conciliazione in azienda: uno sforzo culturale per una consapevolezza aziendale nuova e lungimirante, che ambisca ad integrare le esigenze della conciliazione nelle strategie e nelle politiche dell impresa attraverso un coinvolgimento corresponsabile dei lavoratori. Questa è la via obbligata per individuare e realizzare iniziative di conciliazione che mirino a produrre benefici tangibili sia ai singoli lavoratori che all intera comunità. Ciò è possibile con modelli di comportamento aziendali dove le dinamiche tra vita familiare e lavoro sono integrate e non antagoniste, dove prevale la convinzione che il benessere delle persone è fondamentale per la 7

9 motivazione e il conseguimento di buone performance, in definitiva, dove le politiche di conciliazione assumono un ruolo centrale nelle strategie di sviluppo e di valorizzazione delle risorse umane. Per un successo delle politiche aziendali, infine, è necessario sul versante politico-istituzionale collocare la conciliazione al centro delle politiche familiari e del lavoro, anche come fondamentale indicatore del benessere e della qualità della vita della collettività. Conciliare lavoro e famiglia pretende pertanto l utilizzo e lo sviluppo di approcci, strumenti e metodi di gestione e sviluppo pensati e realizzati per e con l azienda. Il Family audit è uno strumento importante per migliorare le modalità con cui un organizzazione attua politiche di gestione del personale orientate alla famiglia. E un processo di valutazione sistematica, documentata ed obiettiva delle politiche di gestione del personale di organizzazioni di ogni dimensione e tipologia, che intendono certificare il proprio impegno per il miglioramento della conciliazione di famiglia e lavoro al loro interno. L organizzazione che utilizza l Audit viene infatti aiutata ad individuare, attuare e valutare le iniziative ed i provvedimenti per la conciliazione, innescando un ciclo virtuoso di miglioramento continuo. Le sperimentazioni attuate in questo campo dalla Provincia Autonoma di Trento hanno posto le basi operative e gestionali per adottare uno specifico standard autoctono adattabile alle dimensioni delle aziende per realizzare concretamente il Trentino amico della famiglia sostenendo il management delle organizzazioni che reinterpretano in questo modo la propria responsabilità sociale. Assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi Dirigente Generale Luciano Malfer 8

10 Deliberazione n di data 11 giugno 2010 Linee guida per la conciliazione famiglia e lavoro delle organizzazioni pubbliche e private. Approvazione dello standard Family Audit 9

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12 Reg.delib.n O G G E T T O: VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE Linee guida per la conciliazione famiglia e lavoro delle organizzazioni pubbliche e private. Approvazione dello standard Family Audit. Il giorno 11 Giugno 2010 ad ore 09:05 nella sala delle Sedute in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita LA GIUNTA PROVINCIALE sotto la presidenza del PRESIDENTE LORENZO DELLAI Presenti: ASSESSORI MARTA DALMASO MAURO GILMOZZI LIA GIOVANAZZI BELTRAMI TIZIANO MELLARINI ALESSANDRO OLIVI FRANCO PANIZZA UGO ROSSI Assenti: ALBERTO PACHER Assiste: LA DIRIGENTE PATRIZIA GENTILE Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta 11

13 Il Relatore comunica. La Provincia autonoma di Trento ha approvato in data 10 luglio 2009 il Libro Bianco sulle politiche familiari e per la natalità, documento tramite il quale, nel corso della corrente legislatura, si intende perseguire una politica di valorizzazione e di sostegno delle diverse funzioni che la famiglia assolve nella società, nell ambito di una strategia complessiva capace di innovare realmente le politiche familiari e di creare i presupposti per realizzare un territorio sensibile e amico della famiglia. Il Trentino si vuole qualificare sempre più come territorio accogliente ed attrattivo per le famiglie e per i soggetti che interagiscono con esse, capace di offrire servizi ed opportunità rispondenti alle aspettative delle famiglie residenti e non, operando in una logica di Distretto famiglia, all interno del quale attori diversi per ambiti di attività e mission, perseguono l obiettivo comune di accrescere sul territorio il benessere familiare. Nel Distretto famiglia converge l azione di quattro macro attori strategici: gli interventi e le politiche della Provincia autonoma di Trento; gli interventi e le politiche del sistema delle autonomie locali; l azione delle associazioni di famiglie e del terzo settore in generale; i servizi e le strategie messe in atto dagli attori economici for-profit e no-profit. Obiettivo è l individuazione e lo sviluppo di un modello di responsabilità territoriale coerente con le indicazioni della politica europea e nazionale e al contempo capace di dare valore e significato ai punti di forza del sistema Trentino, rafforzando il rapporto tra politiche familiari e politiche di sviluppo economico. Un tema importante e strategico del Libro Bianco riguarda le politiche di conciliazione famiglia e lavoro. La relazione tra famiglia e lavoro è fondamentale per la qualità del lavoro, per la qualità della vita e per il benessere degli individui e delle famiglie. La conciliazione di questi due aspetti chiama in causa molteplici fattori quali le modalità con cui sono organizzati i sistemi antropici, la distribuzione tra i coniugi dei carichi familiari, l organizzazione dell impresa, il sistema dei servizi complessivamente attivati a livello territoriale. Questi fattori pongono al centro del dibattito la tematica relativa alla gestione del tempo, al fine di individuare politiche innovative time saving che consentano di rendere il sistema più efficiente e che rispondano sempre più ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Due ambiti rivestono grande importanza per migliorare la qualità del rapporto famiglia-lavoro: riguardano le reti di servizi a sostegno delle famiglie che esistono su un territorio e le modalità con cui sono organizzate e gestite le organizzazioni pubbliche e private. Per quanto concerne questo secondo aspetto le Linee Guida riferite allo standard Family Audit, approvate con il presente provvedimento, operano con l'obiettivo di promuovere e sostenere il benessere familiare nelle organizzazioni attraverso una migliore conciliazione famiglia e lavoro; sono uno strumento di management adottato su base volontaria da organizzazioni che intendono certificare il proprio costante impegno per il miglioramento della conciliazione di famiglia e lavoro al proprio interno. Con deliberazione n. 51 di data 18 gennaio 2008 la Giunta provinciale ha approvato le Linee Guida locali per l attuazione in via sperimentale dello standard tedesco Audit Famiglia & Lavoro. Questo standard è stato introdotto, previa concessione di licenza, sul territorio provinciale, in via sperimentale, per favorire nelle organizzazioni pubbliche e private una gestione attenta ai bisogni di conciliazione tra i tempi di vita familiare con i tempi di vita lavorativa dei propri dipendenti. Ragioni di natura tecnica amministrativa, già esplicitate nella nota prot di data 28 gennaio 2010 del Progetto Speciale Coordinamento politiche familiari e natalità, nonché una differente visione del modello di implementazione territoriale dello standard, motivano l adozione di uno standard locale sulla conciliazione famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private che tenga conto delle specificità territoriali, dei risultati già conseguiti a seguito del percorso già attivato sin dal 2005 in Trentino e delle previsioni normative familiari. 12

14 Il Family Audit è un processo di analisi sistematica che consente all organizzazione di compiere un indagine ampia e partecipata al proprio interno, con l obiettivo di individuare iniziative che migliorano le possibilità di conciliazione tra famiglia e lavoro dei propri collaboratori. Il processo analizza sei macro ambiti suddivisi in 11 campi di indagine e di azione che sono: Organizzazione del lavoro: 1) orari: turnazioni, flessibilità, congedi parentali, pause, permessi, ecc. 2) processi di lavoro: distribuzione delle competenze, lavoro di team, sistemi di delega, orari delle riunioni, priorità, carichi di lavoro, pianificazione, ecc. 3) luoghi di lavoro: telelavoro, lavoro decentrato, mobilità al posto di lavoro, ecc. Cultura della conciliazione: 4) competenza dei dirigenti: know-how e competenze dei dirigenti nella gestione della conciliazione, programmi di formazione/sensibilizzazione, filosofia aziendale, comportamenti ed attitudini, ecc. 5) sviluppo del personale: know-how e competenze dei dipendenti nella gestione della conciliazione, programmi di formazione/sensibilizzazione, comportamenti ed attitudini, pari opportunità, sistemi di valutazione non discriminanti, competenze, qualifiche, esigenze, rispetto delle fasi di vita, gestione della maternità e dei congedi, ecc. Comunicazione: 6) strumenti per informazione e comunicazione: strumenti e modalità di comunicazione interna ed esterna, politiche, responsabilità, competenze, ecc. Benefit e servizi: 7) contributi finanziari: sistemi premianti, assicurazioni, mutue, casse per prestazioni mediche, borse di studio ai figli, ecc. 8) servizi alla famiglia: cure, mensa, assistenza ai figli nei periodi di chiusura delle scuole, uso di attrezzature aziendali, consulenza/mediazione, servizi di time-saving, sostegno della genitorialità, ecc. Distretto Famiglia: 9) riorientamento dei propri servizi secondo le logiche e le finalità del Distretto Famiglia tramite la diversificazione dei propri prodotti/servizi o la messa in campo di nuovi prodotti/servizi. 10) responsabilità sociale d impresa: adottare strategie e sistemi di rendicontazione che informano correttamente sul valore sociale creato e distribuito. Nuove tecnologie: 11) orientamento ai servizi ICT: presenza presso l organizzazione di una strategia esplicita sul ruolo che le nuove tecnologie possono apportare per ottimizzare il tempo del dipendente e dell organizzazione stessa. Il relatore propone dunque di approvare le Linee Guida per la conciliazione famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private dello standard Family Audit, allegato A) al presente provvedimento che ne costituisce parte integrante e sostanziale. 13

15 Tutto ciò premesso, LA GIUNTA PROVINCIALE - vista la legge provinciale n. 13 del 2007 ed in particolare l articolo 43; - visto il Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità della Provincia autonoma di Trento per il periodo approvato con deliberazione della Giunta provinciale n del 10 luglio 2009; - viste le Linee Guida per la conciliazione famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private dello standard Family Audit che formano parte integrante e sostanziale della presente proposta di deliberazione; - preso atto che l implementazione dello standard Family Audit nelle organizzazioni pubbliche e private concorre a rafforzare la politica di conciliazione famiglia e lavoro nonché a realizzare il Distretto famiglia; - viste le proprie precedenti deliberazioni n di data 5 ottobre 2007, n di data 24 aprile 2008, n di data 3 dicembre 2009, n. 10 di data 15 gennaio 2010 riferite alla composizione del Consiglio Audit e n. 976 del 30 aprile 2009 e s.m. concernenti l istituzione del registro dei valutatori e auditori, n del 10 luglio 2009 riferita all istituzione del registro provinciale delle organizzazioni pubbliche e private certificate e n. 10 del 15 gennaio 2010 riferita alle tariffe degli auditori e valutatori; - vista la nota del Progetto Speciale Coordinamento politiche familiari e natalità del 28 gennaio 2010 prot. n ; - ritenuto, per le argomentazioni esposte in premessa, di revocare la propria deliberazione n. 51 del 18 gennaio 2008; - acquisito il parere di regolarità tecnico-amministrativa del Dirigente del Progetto speciale Coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità; - a voti unanimi, espressi nelle forme di legge, D E L I B E R A 1. di approvare, quale Allegato A) al presente provvedimento che ne costituisce parte integrante e sostanziale, il documento Family Audit. Linee Guida per la conciliazione famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private ; 2. di istituire il marchio Family Audit per la provincia di Trento, i cui segni distintivi sono riportati nell allegato B) che costituisce parte integrante e sostanziale del presente atto, dando atto che tale marchio sarà depositato presso la Camera di Commercio di Trento; 3. di dare atto che l implementazione dello standard Family Audit nelle organizzazioni pubbliche e private concorre a rafforzare la politica di conciliazione famiglia e lavoro nonché a realizzare in Trentino il Distretto famiglia; 4. di revocare la propria deliberazione n. 51 di data di data 18 gennaio 2008; 5. di confermare le proprie deliberazioni n di data 5 ottobre 2007, n di data 24 aprile 2008, n di data 3 dicembre 2009, n. 10 di data 15 gennaio 2010 riferite alla composizione del Consiglio Audit e n. 976 del 30 aprile 2009 e s.m. concernenti l istituzione del registro dei valutatori e auditori, n. 14

16 1688 del 10 luglio 2009 riferita all istituzione del registro provinciale delle organizzazioni pubbliche e private certificate e n. 10 del 15 gennaio 2010 riferita alle tariffe degli auditori e valutatori; 6. di rinviare a successivi provvedimenti della Giunta provinciale e a determinazioni dirigenziali l adozione degli atti amministrativi necessari all implementazione dello standard Family Audit, all aggiornamento della strumentazione in essere nonché alla definizione delle modalità di transizione dei soggetti già certificati con lo standard di cui alla deliberazione n. 51 del 18 gennaio 2008 allo standard Family Audit; 7. di dare atto che dal presente provvedimento non derivano oneri a carico del bilancio provinciale. 15

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18 FAMILY AUDIT Linee guida per la conciliazione famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private 17

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20 SOMMARIO 1. Il Distretto famiglia 2. Gli obiettivi e il campo di applicazione dell Audit 3. Gli attori dell Audit: ruoli e responsabilità 4. Il processo dell Audit 5. I campi di indagine e di azione 6. I requisiti per la certificazione 7. La gestione dei documenti dell Audit 8. L utilizzo del marchio di certificazione 19

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22 Le Linee Guida descrivono e disciplinano la struttura organizzativa e il processo del Family Audit, i ruoli e i compiti dell Ente di certificazione, del Consiglio dell Audit e delle organizzazioni che applicano il processo. Come tale, le Linee Guida sono uno strumento a disposizione delle organizzazioni per attuare efficacemente il Family Audit. Le Linee Guida costituiscono con i Manuali Operativi del consulente e del valutatore un insieme complementare e coerente di documenti per la corretta, efficace e duratura realizzazione dell Audit nelle organizzazioni. La Provincia Autonoma di Trento promuove la diffusione territoriale dello standard Family Audit. L utilizzo dello standard Family Audit e del relativo marchio può avvenire solo previo rilascio di licenza da parte dell Ente di certificazione e proprietario. TERMINOLOGIA E CONCETTI Ai fini delle presenti Linee Guida si applicano i seguenti termini, abbreviazioni e concetti: Audit: abbreviazione dello standard Family Audit. Consulente: consulente accreditato per realizzare il processo di Audit. Per consulente, nel testo, si intende il professionista di genere sia maschile che femminile. Collaboratori: nel testo per collaboratori si intendono anche le collaboratrici. Distretto famiglia: circuito economico e culturale, a base locale, all'interno del quale attori diversi per ambiti di attività e finalità operano con l'obiettivo di promuovere e valorizzare la famiglia ed in particolare la famiglia con figli. Documento di impegno: documento con valenza contrattuale che viene sottofirmato dall organizzazione e inviato all Ente di certificazione prima dell avvio del processo di Audit. Ente di certificazione e proprietario dello standard Family Audit: la Provincia Autonoma di Trento. Gruppo di lavoro della direzione: gruppo partecipante al workshop iniziale e a quello finale, composto dai vertici e dal management dell organizzazione, ovvero da persone che ricoprono funzioni decisionali nell organizzazione. Gruppo di lavoro dell Audit: gruppo di lavoro individuato dalla direzione all interno dell organizzazione, che elabora nel corso dei workshop il Piano delle attività. Organizzazione: azienda di diritto privato, pubblico, profit oppure non profit. Piano delle attività: documento elaborato e sottoscritto dal legale rappresentante dell organizzazione, contenente le attività di conciliazione famiglia e lavoro che l organizzazione intende realizzare nel triennio successivo. Standard Family Audit: lo standard Family Audit e il relativo marchio possono essere utilizzati esclusivamente in modo congiunto previo rilascio della licenza da parte dell Ente proprietario. Valutatore: esperto accreditato per il processo di valutazione dell Audit nelle organizzazioni. Per valutatore, nel testo, si intende il professionista di genere sia maschile che femminile. 21

23 RISERVATEZZA E TUTELA DEI DATI PERSONALI L Ente di certificazione controfirmando il Documento di impegno, i consulenti e i valutatori accreditati in quanto iscritti al registro pubblico nell esercizio delle proprie funzioni, i membri del Consiglio dell Audit all atto dell adesione allo stesso, sottoscrivono verso le organizzazioni auditate un preciso impegno al vincolo di riservatezza e di tutela dei dati personali ai sensi del D.Lgs. 196/2003 e successive modifiche, per qualsiasi informazione e/o documento dei quali entrano in possesso nello svolgimento del proprio incarico. Tutti questi soggetti si impegnano, altresì, a non divulgare alcuna informazione e/o documento riferiti all organizzazione o a persone, che gli stessi acquisiscono nello svolgimento del proprio incarico, in nessuna forma o modalità. Tutti i documenti e le informazioni realizzate nel corso dell Audit non possono essere utilizzati per scopi diversi da quelli riferiti al processo di Audit stesso. I consulenti e i valutatori non possono utilizzare la documentazione descritta e/o richiamata nelle presenti Linee Guida, nei Manuali Operativi e in tutti i documenti correlati al di fuori dell ambito dell Audit. Tutta la documentazione originale del processo di Audit nell organizzazione, del processo di valutazione e di certificazione base e finale è conservata presso l Ente di certificazione. Nota bene: i documenti e le registrazioni obbligatorie dell Audit sono evidenziati con il corsivo sottolineato. 22

24 1. IL DISTRETTO FAMIGLIA Il Family Audit concorre a realizzare il Distretto famiglia inteso quale circuito economico e culturale, a base locale, all'interno del quale politiche differenti e conseguentemente attori diversi per ambiti di attività e finalità operano con l'obiettivo di promuovere e valorizzare il benessere familiare. Il Distretto famiglia consente: a) alle famiglie di esercitare con consapevolezza le proprie funzioni fondamentali e di creare benessere familiare, coesione e capitale sociale; b) alle organizzazioni pubbliche e private di offrire servizi, anche di carattere turistico, e interventi qualitativamente aderenti alle esigenze e alle aspettative delle famiglie, residenti e ospiti, ed accrescere l'attrattività territoriale contribuendo allo sviluppo locale; c) di qualificare il territorio come laboratorio strategico all'interno del quale si sperimentano e si integrano le politiche pubbliche, si confrontano e si rilanciano le culture amministrative, si innovano i modelli organizzativi, in una dimensione di incontro e confronto nell'ambito del contesto nazionale ed europeo. I singoli assi del modello a ragnatela rappresentano gli ambiti che possono orientare le proprie politiche e/o i propri servizi per promuovere sul territorio il benessere familiare. Gli assi che definiscono il modello a ragnatela del Distretto famiglia sono identificati a titolo esemplificativo nella Figura 1. Su questi assi la Provincia Autonoma di Trento ha già implementato azioni di riorientamento di politiche e/o servizi per massimizzare il benessere familiare territoriale. Lo standard del Distretto famiglia viene definito con specifica linea guida. Le attività di ciascun ambito del Distretto famiglia sono orientate verso il benessere familiare tramite specifici requisiti che possono essere obbligatori e facoltativi. Uno di questi ambiti è rappresentato dallo standard Family Audit. Figura 1 Il modello a ragnatela del Distretto famiglia Tempi del territorio Family Audit Associazioni di famiglie Mobilità pubblica Sistema degli impianti di risalita Politiche dei Comuni Edilizia sostenibile Infrastrutture family Sistema dei musei Sistema delle piste ciclabili Politiche provinciali Nuove tecnologie Sistema dei pubblici esercizi 23

25 2. GLI OBIETTIVI E IL CAMPO DI APPLICAZIONE DELL AUDIT 2.1 Scopo e obiettivo dell Audit L Audit aiuta le organizzazioni a realizzare un efficace, consapevole, duraturo ed economicamente sostenibile bilanciamento tra gli interessi dell organizzazione e quelli dei collaboratori. L obiettivo primario dell Audit è promuovere e sostenere il benessere familiare nelle organizzazioni attraverso una migliore conciliazione famiglia e lavoro. L Audit è uno strumento di management adottato su base volontaria da organizzazioni che intendono certificare il proprio costante impegno per il miglioramento della conciliazione di famiglia e lavoro al proprio interno. L Audit, altresì, è applicabile da tutti quei soggetti interessati a migliorare le possibilità di conciliazione tra famiglia e lavoro, indipendentemente dall intenzione di conseguire la certificazione. L Audit è uno standard registrato: il marchio appartiene alla Provincia Autonoma di Trento. Lo strumento dell Audit è descritto compiutamente attraverso: a) le presenti Linee Guida; b) i Manuali Operativi del consulente e del valutatore. Le Linee Guida e i Manuali Operativi del consulente e del valutatore costituiscono un insieme complementare e coerente di documenti per la corretta, efficace e duratura realizzazione dell Audit nelle organizzazioni. Le Linee Guida descrivono e disciplinano la struttura organizzativa e il processo dell Audit, i ruoli e i compiti dell Ente di certificazione e proprietario del marchio, del Consiglio dell Audit e delle organizzazioni che applicano il processo. I Manuali Operativi del consulente e del valutatore descrivono i ruoli e i compiti dei consulenti e dei valutatori accreditati, e forniscono a questi ultimi un concreto supporto tecnico, metodologico ed operativo per la realizzazione del processo di Audit nelle organizzazioni. Le Linee Guida e i Manuali Operativi sono, altresì, coerenti rispetto al Distretto famiglia, inteso quale circuito economico e culturale all interno del quale attori diversi per ambiti di attività e finalità operano, con l obiettivo di realizzare un territorio vicino ai bisogni e alle aspettative delle famiglie. 2.2 Il campo di applicazione dell Audit Lo strumento dell Audit può essere realizzato da qualsiasi organizzazione, di qualsiasi natura giuridica, dimensione e prodotto o servizio fornito. Per le organizzazioni di piccole dimensioni i requisiti per realizzare l Audit e ottenere la certificazione sono diversi (cfr. capitolo 6). L Audit può essere applicato all intera organizzazione oppure solamente ad alcuni settori (aree, reparti, unità operative, filiali, processi produttivi). Per le grandi organizzazioni, con diversi rami d attività oppure con attività decentrate possono essere attivati più di un processo di Audit. Per organizzazioni con oltre collaboratori, occupati in aree di attività differenti, devono essere attivati più gruppi di lavoro interni in contemporanea. I tempi per la realizzazione dell Audit sono prestabiliti e costituiscono un requisito per il riconoscimento del certificato (cfr. capitolo 6). L ampiezza della documentazione è variabile, e come tale deve essere valutata, in funzione della dimensione e complessità dell organizzazione. Le attività per il rilascio dei certificati-base e finale da parte del Consiglio dell Audit e dell Ente di certificazione non sono soggette a costo per le organizzazioni auditate. 24

26 3. GLI ATTORI DELL AUDIT: RUOLI E RESPONSABILITÀ 3.1 L Ente di certificazione L Ente di certificazione è la Provincia Autonoma di Trento. Essa è anche proprietaria del marchio del Family Audit. È compito dell Ente di certificazione: a) promuovere l Audit nelle appropriate sedi; b) istituire il Consiglio dell Audit; c) provvedere alla formale concessione dei certificati-base e finale; d) elaborare gli strumenti e i documenti dell Audit; e) organizzare la formazione dei consulenti e dei valutatori e mettere a disposizione di questi gli strumenti necessari per la realizzazione del processo Audit; f) informare i consulenti e i valutatori in merito agli sviluppi dell Audit; g) organizzare almeno una volta all anno un incontro di formazione, informazione e scambio di esperienze tra i consulenti, i valutatori, i membri del Consiglio dell Audit e altri soggetti interessati e coinvolti; h) garantire il supporto necessario per l efficace attuazione del processo dell Audit; i) gestire ed aggiornare il registro pubblico delle organizzazioni in possesso dei certificati-base e finale; j) gestire e aggiornare il registro pubblico dei consulenti e dei valutatori e verificarne costantemente la qualità delle prestazioni, tramite sondaggi e strumenti di monitoraggio della qualità; k) gestire ed aggiornare il portale dedicato all Audit; l) contribuire al miglioramento del processo stesso, anche tramite la realizzazione di periodici sondaggi sull efficacia e sugli effetti socio-economici del processo di Audit nelle organizzazioni. 3.2 Il Consiglio dell Audit Il Consiglio dell Audit è il comitato per la tutela della qualità del processo dell Audit; è istituito dalla Provincia Autonoma di Trento. E composto da persone rappresentative del mondo istituzionale, della realtà accademica ed economica, nonché delle associazioni preposte alla tutela di interessi collettivi e dell associazionismo familiare. È compito del Consiglio dell Audit: a) definire lo standard di riferimento dell Audit; b) valutare l integrazione dello standard con altri strumenti presenti sul piano nazionale e/o locale; c) proporre all Ente di certificazione modifiche delle presenti Linee Guida; d) accreditare i consulenti e i valutatori; e) definire il tariffario dell Audit e delle prestazioni professionali dei consulenti e dei valutatori; f) decidere sul riconoscimento dei certificati-base e finale alle organizzazioni auditate, sulla base del Rapporto di Valutazione e dei documenti presentati dal valutatore; g) individuare raccordi tra l Audit e il Distretto famiglia; h) individuare e realizzare iniziative di promozione dell Audit sul territorio. 3.3 Il consulente Il consulente, per svolgere le funzioni previste dalle presenti Linee Guida, deve essere accreditato dal Consiglio dell Audit ed essere iscritto al registro dei consulenti. Il consulente è un professionista il quale, utilizzando l apposito Manuale Operativo, accompagna l organizzazione nell efficace realizzazione dell Audit, in particolare: a) supporta e modera le attività del gruppo di lavoro interno; b) completa la modulistica richiesta; c) propone alle organizzazioni azioni di miglioramento; d) supporta le organizzazioni di piccole dimensioni nel compilare il documento Informazioni sull organizzazione e il Modello di rilevazione dati; 25

27 e) nelle organizzazioni di piccole dimensioni deve gestire i documenti nella piattaforma elettronica per conto dell organizzazione stessa, anche nel periodo intercorrente tra la certificazione-base e la certificazione finale; f) può essere coinvolto nella fase di valutazione per offrire una serie di informazioni. L organizzazione può nominare uno o più consulenti accreditati dal Consiglio dell Audit. Il consulente stipula il contratto con l organizzazione, opera in autonomia rispetto al Consiglio dell Audit ed ai valutatori, ed il costo della sua prestazione professionale è definito dal Consiglio dell Audit. Il Manuale Operativo del consulente definisce i requisiti formativi e professionali per svolgere l attività di consulente, le modalità di accreditamento da parte del Consiglio Audit, descrive i ruoli e i compiti del consulente e fornisce a quest ultimo un supporto tecnico, metodologico ed operativo per la realizzazione del processo di Audit nelle organizzazioni. 3.4 Il valutatore Il valutatore, per svolgere le funzioni previste dalle presenti Linee Guida, deve essere accreditato dal Consiglio dell Audit ed essere iscritto al registro pubblico dei valutatori. Il valutatore, utilizzando l apposito Manuale Operativo, ha il compito di valutare se l organizzazione ha attuato il processo di Audit secondo le disposizioni dettate dalle presenti Linee Guida. La durata del processo di valutazione, ovvero dalla data della valutazione nell organizzazione fino all invio del Rapporto di valutazione al Consiglio dell Audit, non deve superare le 3 settimane. Il valutatore stipula il contratto per la valutazione con l organizzazione, opera in autonomia rispetto al Consiglio dell Audit ed ai consulenti. Il valutatore deve essere indipendente rispetto all organizzazione auditata. Il costo della sua prestazione professionale è definito dal Consiglio dell Audit. Il Manuale Operativo del valutatore definisce i requisiti formativi e professionali per svolgere l attività di valutatore, le modalità di accreditamento da parte del Consiglio Audit, descrive i ruoli e i compiti del valutatore e fornisce a quest ultimo un supporto tecnico, metodologico ed operativo per la realizzazione del processo di valutazione dell Audit nelle organizzazioni. 3.5 L organizzazione auditata Possono applicare il processo le organizzazioni definite al punto 2.2. L organizzazione che intende adottare l Audit compila il Documento di impegno, con valenza contrattuale, che invia, prima dell avvio del processo di Audit, all Ente di certificazione. Le organizzazioni che adottano l Audit, si impegnano a rispettare le disposizioni contenute nelle presenti Linee Guida, in particolare: a) a completare il processo entro 6 mesi dalla stipula del contratto; b) a realizzare il processo tramite consulenti e valutatori accreditati e iscritti al registro pubblico; c) a nominare un proprio referente interno per l Audit (vedi 3.8); d) ad inviare annualmente al valutatore l aggiornamento del Piano delle attività; e) ad aggiornare, con cadenza annuale, il Modello di rilevazione dati; f) ad utilizzare, per le comunicazioni con i vari soggetti coinvolti nel processo di Audit e per la gestione della documentazione di pertinenza, l apposito portale dedicato all Audit, nonché la modulistica e gli strumenti specifici; g) ad utilizzare il marchio della certificazione come descritto nel capitolo 8; h) a partecipare attivamente ai sondaggi di valutazione del processo di Audit realizzato dall Ente di certificazione; i) a partecipare alla rete di organizzazioni auditate ed alle iniziative per lo scambio di esperienze promosso dall Ente di certificazione; 26

28 j) ad informare costantemente i propri collaboratori sullo stato di implementazione delle azioni di conciliazione attivate tramite l Audit. Per le organizzazioni di piccole dimensioni i requisiti per realizzare l Audit e ottenere la certificazione sono diversi rispetto a quelli richiesti alle organizzazioni di medie e grandi dimensioni (cfr. capitolo 6). 3.6 Il gruppo di lavoro della direzione Il gruppo di lavoro della direzione dell organizzazione è composto dai vertici e dal management dell organizzazione, ovvero, da persone che ricoprono funzioni decisionali nell organizzazione. Nelle organizzazioni di piccole dimensioni il gruppo di lavoro della direzione può essere composto anche solo dal legale rappresentante. Qualora l Audit sia realizzato solamente per una parte dell organizzazione, anche il gruppo sarà rappresentativo della relativa parte. Il gruppo partecipa al workshop iniziale ed a quello finale. 3.7 Il gruppo di lavoro dell Audit Per la realizzazione dell Audit deve essere attivato un gruppo di lavoro interno all organizzazione. La direzione dell organizzazione individua i partecipanti del gruppo nel workshop iniziale, oppure, in una fase successiva comunque precedente al workshop con il gruppo di lavoro. Per la definizione del gruppo, la direzione deve considerare un numero minimo di 6 e un massimo indicativo di 15 membri; per le organizzazioni di piccole dimensioni, il numero minimo richiesto può essere inferiore a 6. Tra i membri del gruppo ci deve essere almeno un rappresentante per ogni area/settore/reparto dell organizzazione sottoposta al processo di Audit, un rappresentante dell area di gestione del personale, del comitato delle pari opportunità (ove previsto) e delle organizzazioni sindacali (ove rappresentate), una o più persone con capacità decisionali. Il gruppo è coordinato dal referente interno dell Audit. E opportuno che il gruppo sia composto da persone di livelli gerarchici differenti. Il gruppo deve, infine, essere sufficientemente rappresentativo delle diverse classi di età, di genere e rispecchiare la struttura del personale dell organizzazione. Nel corso dei lavori del gruppo, là dove si ritiene necessario acquisire informazioni utili all approfondimento di particolari tematiche, possono essere coinvolte altre persone, sia interne che esterne all organizzazione o possono essere attivate specifiche attività di analisi, come focus-group o indagini tramite questionari. 3.8 Il referente interno dell Audit Per la gestione dell Audit, la direzione dell organizzazione nomina un apposita figura, il referente interno dell Audit che ha il compito di: a) compilare i documenti Informazioni sull organizzazione e il Modello di rilevazione dati e consegnarli al consulente prima dell avvio del primo workshop con il gruppo di direzione; b) riferire alla direzione sull andamento del progetto; c) mantenere il rapporto con il consulente e, successivamente, con il valutatore; d) tenere i contatti con l Ente di certificazione; e) accompagnare le attività dell Audit, in particolare, coordinare e rappresentare verso l interno e l esterno il gruppo di lavoro dell Audit, nonché garantire il rispetto dei tempi di progetto pianificati; f) gestire la comunicazione e la documentazione attraverso la piattaforma gestionale Audit. 27

29 4. IL PROCESSO DELL AUDIT Nella figura 2 è rappresentato il diagramma dinamico delle 6 fasi del processo dell Audit, processo orientato a creare, promuovere e migliorare il benessere familiare nelle organizzazioni. Figura 2 Il processo dell Audit: diagramma dinamico 28

30 La figura 3 rappresenta il diagramma di flusso di dettaglio delle fasi e delle attività dell Audit, comprensivo dello status dell organizzazione. Figura 3 Il processo dell Audit: diagramma di flusso 29

31 4.1 Fase preliminare Nella prima fase del processo di Audit l organizzazione deve: a) inviare all Ente di certificazione, il Documento di impegno, debitamente compilato e firmato dal rappresentante legale; b) identificare l area dell organizzazione cui applicare il processo di Audit; c) individuare e stipulare il contratto con un consulente scelto dal registro pubblico. All organizzazione, dopo aver sottoscritto e inviato il Documento di impegno, compete inoltre il compito di: a) compilare il documento Informazioni sull organizzazione, b) compilare il Modello di rilevazione dati. Per le organizzazioni di piccole dimensioni, la compilazione di questi due documenti può essere svolta eventualmente con l ausilio del consulente. 4.2 Il processo nell organizzazione Il workshop con il gruppo di lavoro della direzione Il primo passo del processo dell Audit è il workshop con il gruppo di lavoro della direzione, moderato dal consulente. Gli obiettivi del workshop sono: a) informare la direzione dei contenuti e delle fasi del processo di Audit; b) definire gli obiettivi perseguiti dall organizzazione tramite l implementazione del processo di Audit; c) formalizzare l inserimento della politica della conciliazione nella strategia complessiva dell organizzazione; d) identificare e chiarire i punti di forza e le particolarità dell organizzazione, i campi di azione più rilevanti e gli eventuali ostacoli al processo; e) formalizzare le modalità di comunicazione interna del processo; f) individuare i partecipanti al gruppo di lavoro dell Audit o quantomeno identificarne i profili; g) definire la tempistica ed individuare il referente interno dell Audit; h) richiedere e, se già possibile, raccogliere dati, statistiche, documenti e qualsiasi altro materiale e informazione utili al processo di Audit (per esempio documenti di politica, presentazione aziendale, organigramma, codici di comportamento, statistiche anche di genere, ecc.). Del workshop viene elaborato un Protocollo. La stesura compete al consulente Il workshop con il gruppo di lavoro interno Il secondo passo del processo di Audit è il workshop con il gruppo interno, anch esso moderato dal consulente. La sua durata è variabile in funzione della complessità e ampiezza dell organizzazione; la durata minima non può essere inferiore a ½ giornata. Il workshop può essere svolto anche in più sessioni. Nel corso del workshop: a) viene effettuata un analisi della politica e delle iniziative già esistenti nell organizzazione nel campo della conciliazione famiglia-lavoro; b) sono individuati gli obiettivi per migliorare la politica di conciliazione tra famiglia e lavoro dell organizzazione; c) sono individuate le attività ritenute necessarie per il raggiungimento degli obiettivi individuati; d) vengono delineati i risultati attesi; e) viene redatta una proposta di Piano delle attività contenente obiettivi, attività programmate, responsabilità, risultati attesi, tempistica e, dove possibile, il relativo budget. Dello svolgimento del/i workshop deve essere elaborato un Protocollo. La stesura compete al consulente. 30

32 4.2.3 Il workshop finale con il gruppo della direzione e sottoscrizione del Piano delle attività Il terzo passo prevede il workshop finale, durante il quale il consulente presenta al gruppo di lavoro della direzione la proposta di Piano delle attività, al fine di discutere sugli obiettivi e azioni individuate dal gruppo di lavoro interno dell Audit e formalizzate nel Piano. Al workshop finale può essere invitato il gruppo di lavoro interno o alcuni suoi componenti se la direzione lo ritiene opportuno. Il Piano delle attività così approvato e/o modificato viene sottoscritto dal rappresentante legale. Nel Piano delle attività l organizzazione definisce anche la durata della fase di attuazione delle azioni, 3 anni, e di conseguenza decide la durata del processo per l ottenimento del certificato-finale La valutazione Approvato il Piano delle attività, l organizzazione deve: a) individuare e stipulare il contratto con un valutatore scelto dal registro pubblico; b) definire con il valutatore la data di effettuazione della valutazione, tale da consentirgli la raccolta della documentazione richiesta nel processo di Audit. Il referente interno dell Audit invia al valutatore i documenti entro 3 settimane dalla data di inizio del processo di valutazione, in formato elettronico utilizzando l apposito portale dell Audit. I documenti da caricare sul portale sono: a) Piano delle attività definitivo; b) Documento di impegno; c) Informazioni sull organizzazione; d) Modello di rilevazione dati; e) tutti i protocolli dei workshop con il gruppo di lavoro della direzione e con il gruppo di lavoro interno; f) dati, statistiche, documenti e qualsiasi altro materiale e informazione utili all Audit: per esempio i documenti di politica, presentazione aziendale, organigramma, codici di comportamento, ecc. E compito del valutatore verificare e ritirare presso l organizzazione le versioni originali dei suddetti documenti. Il processo di valutazione ha l obiettivo di: a) verificare la realizzazione dei requisiti che l organizzazione deve ottemperare per la certificazione (cfr. capitolo 6); b) verificare se gli obiettivi e i provvedimenti di miglioramento individuati nello svolgimento del processo di Audit sono realistici, fattibili ed efficaci per accrescere la conciliazione famiglia e lavoro dell organizzazione. Il processo di valutazione si realizza: a) tramite una raccolta di evidenze oggettive di quanto emerso nei vari workshop; le attività di verifica sono eseguite a campione; b) tramite incontri e interviste con i rappresentanti della direzione, con i membri dei gruppi di lavoro dell Audit e con altri rappresentanti delle diverse categorie di collaboratori; c) tramite una verifica puntuale di tutta la documentazione in originale realizzata dal processo di Audit e quella inserita nella piattaforma dell Audit; d) tramite la verifica, con la direzione, del Piano delle attività e, se ritenuto necessario, tramite la ridefinizione delle azioni e degli obiettivi. Se in questa fase emergono anomalie tali da non permettere una valutazione positiva del processo, l organizzazione ha 4 settimane di tempo per intervenire e/o integrare la documentazione e richiedere al valutatore una nuova verifica. Al termine del processo di valutazione, il valutatore elabora ed invia al Consiglio dell Audit il Rapporto di valutazione; l invio avviene in forma elettronica, utilizzando l apposito portale dell Audit. Il processo di valutazione, dalla data della visita all invio del Rapporto di valutazione al Consiglio dell Audit, non deve superare la durata di 3 settimane. 31

33 4.4 La certificazione base Nel corso dei periodici incontri del Consiglio dell Audit, il valutatore consegna la documentazione cartacea in originale (il Rapporto di valutazione e la documentazione correlata) ed espone al Consiglio l esito della valutazione. Per il riconoscimento del certificato-base (vale anche per il certificato-finale), il Consiglio dell Audit con la presenza di almeno il 70% dei suoi componenti analizza la documentazione e prende atto di quanto riportato dal valutatore riconoscendo il certificato in presenza del parere positivo della maggioranza dei presenti. Il riconoscimento del certificato-base attesta che l organizzazione ha svolto un corretto processo di Audit ed ha individuato obiettivi e azioni efficaci per sviluppare e migliorare la propria politica di conciliazione famiglia e lavoro. Il Consiglio dell Audit, tramite la struttura amministrativa competente, comunica in forma scritta all organizzazione l esito della valutazione, segnalando eventuali raccomandazioni e proposte migliorative. Il Consiglio dell Audit, in presenza di parere non positivo oppure là dove si ritiene necessaria un integrazione di informazioni o documenti, richiede all organizzazione l invio di un integrazione scritta entro 4 settimane. La valutazione dell integrazione da parte del Consiglio dell Audit avviene secondo le modalità decise dal Consiglio e può portare al riconoscimento del certificato-base oppure al definitivo parere negativo. In questo caso, per ottenere il certificato-base, l organizzazione deve ripetere l intero processo di Audit. L Ente di certificazione provvede a consegnare all organizzazione il certificato-base, con le modalità concordate con la stessa, ed inserisce quindi l organizzazione nel registro pubblico delle organizzazioni in possesso del certificato-base. L organizzazione si impegna ad informare tutti i collaboratori sul processo di Audit e provvede altresì ad informare costantemente i collaboratori sullo stato di implementazione dei provvedimenti: questo aspetto è oggetto di verifica da parte del valutatore. 4.5 La fase attuativa delle misure di conciliazione L organizzazione deve inviare annualmente al valutatore, entro i 3 mesi successivi alla scadenza annuale della data di rilascio del certificato-base, l aggiornamento del Piano delle attività. Il valutatore esamina e valuta l aggiornamento del Piano delle attività e contestualmente compie una verifica presso l organizzazione. Quindi trasmette l aggiornamento del Piano delle attività e un documento contenente le proprie considerazioni al Consiglio dell Audit, il quale esprime un parere sullo stato di avanzamento del Piano delle attività dell organizzazione. Per la 3 annualità non è, infatti, necessario elaborare l aggiornamento annuale in quanto è previsto il workshop di verifica finale con il relativo Protocollo. L aggiornamento deve presentare, per ciascun obiettivo e rispettive azioni, lo stato di attuazione, l eventuale realizzazione oppure non realizzazione con la relativa motivazione, il tutto nel quadro delle evidenze raccolte durante le verifiche effettuate nell organizzazione con periodicità annuale. Nel documento devono essere presentati anche eventuali nuovi obiettivi e attività individuate dall organizzazione ad integrazione di quanto già definito. Il mancato invio al valutatore dell aggiornamento entro 3 mesi dopo il termine annuale, oppure l invio di un documento valutato non sufficiente dal valutatore oppure dal Consiglio dell Audit senza un opportuna integrazione, comporta il ritiro da parte del Consiglio dell Audit del certificato-base. 4.6 La certificazione finale Il riconoscimento del certificato-finale attesta che l organizzazione ha attuato un efficace politica organizzativa e gestionale dei processi lavorativi centrata sui bisogni ed attese del proprio personale, realizzando in particolare una serie di azioni che consentono una migliore conciliazione tra famiglia e lavoro. 32

34 Entro la fine del 3 anno dalla data di riconoscimento del certificato-base, a seconda dell opzione scelta dall organizzazione, essa ha quattro possibili alternative: a) ottenere il certificato-finale, che avrà validità di un anno; b) la ricertificazione: ottenere il certificato-finale e ripetere il processo di Audit, mantenendo così il certificato-finale per altri 3 anni; c) il mantenimento: ottenere il certificato-finale e mantenerlo per altri 3 anni senza ripetere il processo, impegnandosi però a garantire fornendo annualmente l aggiornamento del Piano delle attività - il livello di conciliazione famiglia e lavoro raggiunto con il certificato-finale; d) non concludere il processo di Audit per il conseguimento del certificato-finale; in tal caso il certificatobase decade. Nel caso a) l organizzazione decide di sottoporre a valutazione quanto realizzato sulla base degli obiettivi e delle misure contenuti nel Piano delle attività e richiede il riconoscimento del certificato-finale, senza però intraprendere un nuovo ciclo di Audit. In questo caso il certificato-finale è valido solamente per 1 anno; anche l utilizzo del marchio è permesso solamente per 1 anno. Nel caso b) l organizzazione decide di sottoporre a valutazione quanto realizzato sulla base degli obiettivi e delle misure contenuti nel Piano delle attività, richiede il riconoscimento del certificato-finale e riattiva un nuovo ciclo di Audit triennale. In questo caso la validità del certificato-finale e l utilizzo del marchio proseguono per 3 anni, fino alla prossima valutazione. Nel caso c) l organizzazione decide di sottoporre a valutazione quanto realizzato sulla base degli obiettivi e delle misure contenuti nel Piano delle attività, richiede il riconoscimento del certificato-finale, ma non riattiva un nuovo ciclo di Audit. In questo caso la validità del certificato-finale e l utilizzo del marchio proseguono per 3 anni solamente se l organizzazione dimostra di mantenere il livello di conciliazione raggiunto tramite il processo di Audit. Questa opzione può essere applicata dalle organizzazioni di piccole dimensioni e comunque da quelle organizzazioni che non possono garantire un costante processo di miglioramento delle politiche di conciliazione, ma che hanno raggiunto, tramite l efficace applicazione del processo di Audit, un elevato standard e intendono garantirne il mantenimento nel tempo. Nel caso d) l organizzazione comunica all Ente di certificazione la rinuncia al certificato-base ed all utilizzo del marchio. Di seguito sono descritti nel dettaglio i primi tre casi Il processo di certificazione finale Il ciclo per l ottenimento del certificato-finale deve avere una durata massima di 4 mesi, comprensivo della valutazione, che ha una durata di 3 settimane. Durante questo periodo il certificato-base è in ogni caso valido. Le fasi previste sono: a) l esecuzione con il supporto del consulente di un workshop di verifica finale con il gruppo di lavoro della direzione e il referente interno dell Audit. Lo scopo è quello di eseguire la verifica finale del raggiungimento degli obiettivi e verificare la realizzazione e l efficacia delle misure contenute nel Piano delle attività, nonché analizzare eventuali obiettivi e azioni non realizzate con le relative cause; il Piano delle attività viene pertanto aggiornato allo stato finale. b) Del workshop viene elaborato un Protocollo dal consulente. c) La fase della valutazione ripercorre esattamente il processo descritto nella sezione 4.3, con particolare attenzione: a) alle evidenze oggettive raccolte tramite l analisi della documentazione e l esecuzione di interviste per verificare il grado di realizzazione delle misure contenute nel Piano delle attività; b) all analisi del Modello di rilevazione dati. d) L iter per la certificazione finale, da parte del Consiglio dell Audit, ripercorre esattamente il processo della certificazione base descritto alla sezione

35 4.6.2 Il processo di ricertificazione Le organizzazioni che decidono di ricertificarsi, devono realizzare il processo di cui al precedente punto con le seguenti aggiunte: a) stesura di un nuovo Piano delle attività di validità triennale, che sarà nuovamente sottoposto all approvazione e/o modifica da parte della direzione; nella fase di valutazione si porrà particolare attenzione agli obiettivi e alle misure del nuovo Piano delle attività, le quali dovranno accrescere ulteriormente la conciliazione famiglia e lavoro nell organizzazione; b) invio con la medesima procedura descritta alla sezione 4.5 dell aggiornamento del Piano delle attività al valutatore L opzione per il mantenimento della certificazione Le organizzazioni che decidono, dopo avere ottenuto il certificato-finale, di non ripetere il processo dell Audit, ma di mantenere la certificazione finale e l utilizzo del marchio per un periodo di 3 anni, devono garantire di mantenere il livello di conciliazione famiglia e lavoro raggiunto tramite il processo di Audit. Per dimostrarlo, l organizzazione deve inviare annualmente al valutatore l aggiornamento del Piano delle attività, seguendo l iter descritto al punto 4.5. L aggiornamento deve dimostrare che le azioni realizzate nel processo di Audit e riportate nel Piano delle attività, continuano ad essere efficacemente applicate dall organizzazione. E obbligatorio allegare anche l aggiornamento del Modello di rilevazione dei dati. Il mancato invio al valutatore dell aggiornamento del Piano delle attività entro 3 mesi dopo il termine annuale, oppure l invio di un documento valutato non sufficiente dal valutatore e dal Consiglio dell Audit senza un opportuna integrazione, comporta il ritiro da parte del Consiglio dell Audit del certificato-finale Revoca dei certificati I certificati-base e finali sono revocati dall Ente di certificazione con effetto immediato nei seguenti casi: a) se la certificazione base e finale è stata ottenuta sulla base di false indicazioni; b) qualora l organizzazione è dichiarata fallita oppure se si trova in procedura di concordato preventivo; c) se a carico dell organizzazione viene emessa una sentenza definitiva di particolare gravità nel campo delle pari opportunità oppure di discriminazione sul lavoro; d) se opera in modo grave e palese in difformità allo standard dell Audit; e) se l organizzazione non provvede ad inviare al valutatore entro 3 mesi dal termine previsto l aggiornamento del Piano delle attività, oppure, se richiesto, non lo integra prontamente. Questo vale anche per l opzione del mantenimento della certificazione; f) se a carico dell organizzazione avvengono fatti gravi che dimostrano una politica di gestione del personale contraria alla conciliazione; g) se dopo 3 anni dalla data di rilascio del certificato-base l organizzazione non provvede a concludere il processo dell Audit con la certificazione finale Valutazioni supplementari In presenza di dubbi sulla legittimità del certificato-base oppure finale, il Consiglio dell Audit ha la facoltà di richiedere in qualsiasi momento un processo di valutazione supplementare, a costo dell organizzazione, il cui esito può determinare la conferma con eventuali raccomandazioni al Piano delle attività oppure la revoca del certificato-base oppure finale. 5. I CAMPI DI INDAGINE E DI AZIONE L Audit è un processo di analisi sistematica che consente all organizzazione di compiere un indagine ampia e partecipata al proprio interno, con l obiettivo di individuare iniziative che migliorano le possibilità di conciliazione tra famiglia e lavoro dei propri collaboratori. 34

36 L indagine viene effettuata nell ambito dei workshop con il gruppo di lavoro interno analizzando 6 macro ambiti, suddivisi in 11 campi di indagine e di azione. Il Manuale Operativo del consulente approfondisce e riporta esempi dei singoli campi di indagine e di azione. Tabella n. 1 Campi di indagine e di azione del Family Audit MACRO AMBITI A. Organizzazione del lavoro B. Cultura della conciliazione CAMPI DI INDAGINE E DI AZIONE 1) Orari: turnazioni, flessibilità, congedi parentali, pause, permessi, ecc.; 2) Processi di lavoro: distribuzione delle competenze, lavoro di team, sistemi di delega, orari delle riunioni, priorità, carichi di lavoro, pianificazione, ecc. 3) Luoghi di lavoro: telelavoro, lavoro decentrato, mobilità al posto di lavoro, ecc. 4) Competenza dei dirigenti: know-how e competenze dei dirigenti nella gestione della conciliazione, programmi di formazione/sensibilizzazione, filosofia aziendale, comportamenti ed attitudini dei dirigenti, ecc. 5) Sviluppo del personale: know-how e competenze dei dipendenti nella gestione della conciliazione, programmi di formazione/sensibilizzazione, comportamenti ed attitudini, pari opportunità, sistemi di valutazione non discriminanti, competenze, qualifiche, esigenze, rispetto delle fasi di vita, gestione della maternità e dei congedi, ecc. C. Comunicazione 6) Strumenti per informazione e comunicazione: strumenti, politiche e modalità di comunicazione interna ed esterna, responsabilità, competenze, ecc. D. Benefit e servizi 7) Contributi finanziari: sistemi premianti, assicurazioni, mutue, casse per prestazioni mediche, borse di studio ai figli, ecc. 8) Servizi alla famiglia: cure, mensa, assistenza ai figli nei periodi di chiusura delle scuole, uso di attrezzature aziendali, consulenza/mediazione, servizi di time-saving, sostegno della genitorialità, ecc. E. Distretto famiglia 9) Riorientamento dei propri servizi secondo le logiche e le finalità del Distretto famiglia tramite la diversificazione dei propri prodotti/servizi o la messa in campo di nuovi prodotti/servizi 10) Responsabilità sociale d impresa: adozione strategie e sistemi di rendicontazione che informano correttamente sul valore sociale creato e distribuito F. Nuove tecnologie 11) Orientamento ai servizi ICT: presenza presso l organizzazione di una strategia esplicita sul ruolo che le nuove tecnologie possono apportare per ottimizzare il tempo del dipendente e dell organizzazione stessa 35

37 6. I REQUISITI PER LA CERTIFICAZIONE I requisiti indispensabili per la certificazione che devono essere soddisfatti nel corso della realizzazione dell Audit e che devono essere verificati dal valutatore sono 10. Tabella n. 2 Requisiti per la certificazione delle organizzazioni REQUISITI ORGANIZZAZIONE DI MEDIA E GRANDE DIMENSIONE ORGANIZZAZIONE DI PICCOLA DIMENSIONE 1. Documento di impegno Deve essere firmato dal Legale rappresentante 2. Tempi del processo Audit 6 mesi (salvo motivazioni valutate dal Consiglio dell Audit) 3. Analisi del processo Audit Analisi di tutti gli 11 campi di indagine e azione Analisi solo sui 6 macro-ambiti 4. Gruppi di lavoro Gruppo di lavoro della direzione composto da persone che ricoprono funzioni decisionali nell organizzazione Gruppo di lavoro interno: minimo 6 persone rappresentative della struttura organizzativa Gruppo di lavoro della direzione composto anche solo dal legale rappresentante Gruppo di lavoro interno: anche inferiore a 6 partecipanti 5. Referente interno Audit Obbligatorio 6. Piano delle attività Deve essere firmato dal legale rappresentante 7. Modello di rilevazione dati Compilazione completa Compilazione coerente alla struttura organizzativa 8. Documentazione cartacea ed elettronica Deve essere completa 9. Piattaforma elettronica Uso obbligatorio Uso opzionale (la gestione della piattafoma viene fatta in questo caso dal consulente) 10. Avvalersi di consulenti e valutatori accreditati Obbligatorio 7. LA GESTIONE DEI DOCUMENTI DELL AUDIT 7.1 I documenti dell Audit L ampiezza della documentazione è variabile in funzione della dimensione e complessità dell organizzazione. I documenti obbligatori dell Audit sono: 1. Il Piano delle attività 2. Il Documento di impegno 3. Informazioni sull organizzazione 4. Il Modello di rilevazione dati 5. Il Rapporto della valutazione 6. Tutti i protocolli dei workshop con il gruppo di lavoro della direzione e con il gruppo di lavoro interno. 36

38 A questi documenti possono essere allegati altri documenti, per esempio dati, statistiche, documenti e qualsiasi altro materiale e informazione utili all Audit: documenti di politica, presentazione aziendale, organigramma, codici di comportamento, ecc Il portale dedicato all Audit Il portale, dedicato alla gestione documentale dell Audit, è la piattaforma informatica che consente ai soggetti coinvolti nell Audit di comunicare e accedere ai documenti per la propria parte di competenza. L utilizzo del portale è un requisito obbligatorio dell Audit. Le organizzazioni di piccole dimensioni possono optare per non utilizzarlo; in questo caso la gestione della piattaforma per conto dell organizzazione viene tenuta dal consulente. Il portale quale strumento di gestione delle informazioni e dei documenti nel quadro della trasparenza e insieme della tutela dei dati dell organizzazione, permette sia di scaricare tutti i documenti ufficiali del processo dell Audit, sia di garantire i corretti livelli comunicativi previsti dal processo. Gli attori del processo (Ente di certificazione, Consiglio dell Audit, consulenti, valutatori, organizzazioni), per svolgere le proprie funzioni, accedono al portale tramite un apposito sistema di identificazione. L'intero sistema coordinato ed integrato in un unico ambiente software prevede la possibilità di controllo ed indirizzo da parte dell Ente proprietario dello standard Family Audit in qualità di gestore del sistema. Il dominio è 8. L UTILIZZO DEL MARCHIO FAMILY AUDIT Con il riconoscimento dei certificati-base e finale, l organizzazione ottiene il diritto ad utilizzare sulla propria documentazione e comunque nelle varie attività di comunicazione verso l interno e l esterno l apposito marchio elaborato dall Ente di certificazione per lo standard dell Audit. Il marchio Family Audit è riportato nella figura 3. Il marchio Family Audit Figura 3 Audit Dalla data della certificazione base, l organizzazione può utilizzare il marchio per il periodo di 3 anni. Successivamente: a) l organizzazione che ha optato per la ricertificazione, può conservare la certificazione e utilizzare il marchio per ulteriori 3 anni, fino alla conclusione del nuovo ciclo di Audit; b) l organizzazione che ha optato per il mantenimento, può conservare la certificazione e utilizzare il marchio per ulteriori 3 anni. c) l organizzazione che ha optato per la certificazione finale senza intraprendere un nuovo processo di ricertificazione o mantenimento, può conservare la certificazione e utilizzare il marchio per la durata di 1 anno. Nei casi di revoca dei certificati, questi diritti decadono immediatamente. 37

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40 Deliberazione n. 10 di data 15 gennaio 2010 Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità" della Provincia Autonoma di Trento per il periodo Approvazione tariffe auditori e valutatori e ulteriore integrazione composizione Consiglio dell'audit Famiglia & Lavoro. 39

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42 Reg.delib.n. 10 Prot. n. O G G E T T O: VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE "Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità" della Provincia Autonoma di Trento per il periodo Approvazione tariffe auditori e valutatori e ulteriore integrazione composizione Consiglio dell'audit Famiglia & Lavoro. Il giorno 15 Gennaio 2010 ad ore 10:50 nella sala delle Sedute in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita LA GIUNTA PROVINCIALE sotto la presidenza del PRESIDENTE LORENZO DELLAI Presenti: VICE PRESIDENTE ALBERTO PACHER ASSESSORI MARTA DALMASO MAURO GILMOZZI UGO ROSSI Assenti: LIA GIOVANAZZI BELTRAMI TIZIANO MELLARINI ALESSANDRO OLIVI FRANCO PANIZZA Assiste: LA DIRIGENTE PATRIZIA GENTILE Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta 41

43 Il Relatore comunica: la Giunta provinciale, con deliberazione n di data 5 ottobre 2007, ha costituito il Consiglio dell Audit, nominandone contestualmente il Presidente. Tale organismo, che si configura come comitato locale per la tutela della qualità del processo dell Audit, ha tra gli altri il compito di definire gli standard locali dell European Work & Family Audit, valutare i diversi strumenti di conciliazione sul piano locale, decidere sulla base della documentazione prodotta a quali organizzazioni aderenti alla sperimentazione andranno riconosciute le certificazioni attestanti lo sviluppo e la realizzazione al proprio interno di efficaci interventi di conciliazione, individuare e realizzare direttamente o tramite terzi iniziative di promozione dell Audit sul territorio. Con il medesimo provvedimento sono stati individuati quali componenti, in un ottica di interdisciplinarietà, oltre ai referenti delle strutture organizzative della Provincia le cui competenze hanno dei significativi agganci sia con l attuazione del Piano provinciale in materia di politiche familiari e recentemente nel Libro Bianco, sia con le tematiche delle pari opportunità, rappresentanti del mondo accademico, economico imprenditoriale, sindacale e delle associazioni familiari. Con successiva deliberazione n di data 24 aprile 2008 la stessa Giunta, ritenendo necessario qualificare maggiormente le competenze del Consiglio dell Audit nell ambito del tema legato alle politiche attive del lavoro, ne ha ampliato la composizione con la nomina di un componente dell Agenzia del lavoro. Con provvedimento n di data 3 dicembre 2009 è stata ulteriormente ampliata la composizione di tale organismo con l inserimento di un altro rappresentante dell Agenzia del lavoro e con la partecipazione della Consigliera di Parità. Con nota di data 7 ottobre 2009 l Assessore alla Salute e Politiche Sociali, reputando opportuno qualificare ancor più tale organismo ed ampliarne il ventaglio di competenze, si è rivolto alla Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Trento chiedendo la designazione di un rappresentante di tale ente. Con lettera datata 11 dicembre 2009 il Presidente della Camera di Commercio ha comunicato che la Giunta camerale, nella riunione del 9 dicembre 2009, ha designato il Direttore dell Ufficio commercio e regolazione del mercato dott. Luca Trentinaglia in rappresentanza effettiva di tale ente nel Consiglio Audit. Le Linee Guida del processo dell Audit Famiglia & Lavoro in Trentino, approvate con deliberazione della Giunta provinciale n. 51 di data 18 gennaio 2008, al punto 3.7 stabiliscono che: Il Consiglio dell Audit definisce i prezzi minimi per la realizzazione dei processi di Audit per l ottenimento del Certificato base e finale, sia per la consulenza degli auditori sia per l attività dei valutatori. E opportuno ricordare in questa sede che l auditore è la figura che accompagna l attuazione del processo di Audit nell organizzazione, mentre spetta al valutatore esaminare se l organizzazione ha attuato il processo di Audit secondo le disposizioni dettate dalle Linee Guida. Nella seduta di data 11 dicembre 2009 il Consiglio Audit, dopo aver stabilito prioritariamente alcuni criteri per definire le tariffe per tali figure professionali, ha deciso nei seguenti importi i costi IVA esclusa - per le aziende relativi al percorso di Audit: 42

44 Dipendenti organizzazione AUDITORE Tariffa VALUTATORE Tariffa Costo per azienda Fino a , , ,00 da 16 a , , ,00 da 51 a , , ,00 oltre , , ,00 L Agenzia del lavoro, nell ambito delle proprie competenze, ha recentemente previsto inoltre la possibilità di erogare una serie di incentivi alle imprese private (anche in forma cooperativa ) con sede legale o unità operativa in provincia di Trento, che intraprendono questo percorso. In particolare il Consiglio di Amministrazione dell Agenzia del lavoro, con provvedimento n. 100 di data 5 novembre 2009, ha approvato le disposizioni attuative relative all Azione 11 tipologia 1 Progetti sui regimi d orario e sulla qualità del lavoro, con riferimento agli interventi volti a rispondere a specifiche esigenze dei lavoratori correlate ad impegni di cura ed assistenza. In tale regolamento si dispone che l Agenzia del lavoro sostiene la sperimentazione dei progetti aziendali anche riconoscendo la validità del processo Audit Famiglia & Lavoro. L articolo 2 prevede inoltre un contributo per le consulenze in materia di organizzazione aziendale nella misura dell 80% dell importo richiesto, che possono arrivare, per l elaborazione e l attuazione del progetto, fino ad un tetto massimo di Euro. Tutto ciò premesso, - udita la relazione; LA GIUNTA PROVINCIALE - vista la deliberazione n. 51 di data 18 gennaio 2008 di approvazione delle Linee Guida locali per l attuazione dell Audit Famiglia & Lavoro e di istituzione del marchio Audit per la provincia di Trento; - ritenuto di stabilire le tariffe pur in parziale difformità rispetto a quanto stabilito ai punti 3.3 e 3.7 delle Linee Guida per l attuazione dell Audit Famiglia & Lavoro in Trentino; - vista la deliberazione della Giunta Provinciale n. 108 di data 26 gennaio 2009 relativa all individuazione dell incarico speciale Coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità; 43

45 - vista la deliberazione della Giunta Provinciale n di data 10 luglio 2009 relativa all approvazione del Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità della Provincia Autonoma di Trento per il periodo ; - visto il provvedimento del Consiglio di Amministrazione dell Agenzia del Lavoro n. 100 di data 5 novembre 2009 che prevede l erogazione di contributi alle imprese private che intraprendono il percorso di Audit; - visto il verbale del Consiglio dell Audit relativo alla riunione di data 11 dicembre 2009 e condivise nel merito le argomentazioni che hanno motivato la definizione delle tariffe per la consulenza degli auditori e per l attività dei valutatori; - visti gli atti citati in premessa; - acquisito il parere di regolarità tecnico-amministrativa del Dirigente del Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità; - a voti unanimi, espressi nelle forme di legge, D E L I B E R A 1) di approvare le tariffe IVA esclusa - della consulenza degli auditori e dell attività dei valutatori secondo lo schema sotto riportato: Dipendenti organizzazione AUDITORE Tariffa VALUTATORE Tariffa Costo per azienda Fino a , , ,00 da 16 a , , ,00 da 51 a , , ,00 oltre , , ,00 2) di integrare ulteriormente, per le motivazioni di cui in premessa, la composizione del Consiglio Audit Famiglia & Lavoro con l inserimento del Direttore dell Ufficio commercio e regolazione del mercato dott. Luca Trentinaglia in rappresentanza della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Trento; 3) di modificare i punti 3.3 e 3.7 delle Linee Guida per l attuazione dell Audit famiglia & Lavoro in Trentino, approvate con deliberazione n. 51 di data 18 gennaio 2008, sostituendo al termine prezzi minimi quello di tariffe ; 44

46 4) di disporre la pubblicazione per estratto della presente deliberazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma Trentino Alto Adige; 5) di dare atto, da ultimo, ai sensi dell art. 4 della legge provinciale 30 novembre 1992, n. 23 e successive modificazioni, che avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ex art. 8 del D.P.R. 24 novembre 1971, n. 1199, entro 120 giorni e ricorso giurisdizionale avanti il T.R.G.A. di Trento, ex art. 2 lett. B) della Legge 6 dicembre 1971 n. 1034, entro 60 giorni, da parte di chi abbia un interesse concreto ed attuale. 45

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48 Deliberazione n di data 3 dicembre 2009 "Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità" della Provincia Autonoma di Trento per il periodo Ulteriore modifica composizione Consiglio dell'audit Famiglia & Lavoro e corresponsione assegni compensativi. 47

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50 Reg.delib.n Prot. n. O G G E T T O: VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE "Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità" della Provincia Autonoma di Trento per il periodo Ulteriore modifica composizione Consiglio dell'audit Famiglia & Lavoro e corresponsione assegni compensativi. Il giorno 03 Dicembre 2009 ad ore 08:30 nella sala delle Sedute in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita LA GIUNTA PROVINCIALE sotto la presidenza del PRESIDENTE LORENZO DELLAI Presenti: VICE PRESIDENTE ALBERTO PACHER ASSESSORI MARTA DALMASO MAURO GILMOZZI LIA GIOVANAZZI BELTRAMI ALESSANDRO OLIVI UGO ROSSI Assenti: TIZIANO MELLARINI FRANCO PANIZZA Assiste: LA DIRIGENTE PATRIZIA GENTILE Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta 49

51 Il Relatore comunica: La Giunta provinciale, con deliberazione n di data 5 ottobre 2007, ha costituito il Consiglio dell Audit, nominandone contestualmente il Presidente. Tale organismo, che si configura come comitato locale per la tutela della qualità del processo dell Audit, ha tra gli altri il compito di definire gli standard locali dell European Work & Family Audit, valutare i diversi strumenti di conciliazione sul piano locale, decidere sulla base della documentazione prodotta a quali organizzazioni aderenti alla sperimentazione andranno riconosciute le certificazioni attestanti lo sviluppo e la realizzazione al proprio interno di efficaci interventi di conciliazione, individuare e realizzare direttamente o tramite terzi iniziative di promozione dell Audit sul territorio. Con il medesimo provvedimento sono stati individuati quali componenti, in un ottica di interdisciplinarietà, oltre ai referenti delle strutture organizzative della Provincia le cui competenze hanno dei significativi agganci sia con l attuazione del Piano provinciale in materia di politiche familiari, sia con le tematiche delle pari opportunità, rappresentanti del mondo accademico, economico imprenditoriale, sindacale e delle associazioni familiari. Con successiva deliberazione n di data 24 aprile 2008 la stessa Giunta, ritenendo necessario qualificare maggiormente le competenze del Consiglio dell Audit nell ambito del tema legato alle politiche attive del lavoro, ne ha ampliato la composizione con la nomina di un componente dell Agenzia del lavoro. In particolare tale organismo risulta attualmente composto da: Luciano Malfer Isabella Speziali Lucia Trettel Claudia Loro Roberta Arcaini Mariangela Franch e Barbara Poggio Clara Pedrelli Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità Agenzia del lavoro Assessorato all emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità Organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil Forum Trentino delle Associazioni familiari Università degli Studi di Trento Coordinamento imprenditori trentini 50

52 Con nota di data 7 ottobre 2009 l Assessore alla salute e Politiche Sociali, reputando opportuno qualificare ancor più tale organismo ed ampliarne il ventaglio di competenze, con riferimento specifico alle tematiche della parità tra uomo e donna legate al mondo del lavoro, ha invitato la Consigliera di Parità ad aderire al Consiglio dell Audit. Con lettera datata 27 ottobre 2009 la Consigliera di Parità avv. Eleonora Stenico ha confermato il proprio interesse e disponiiblità ad aderire al Consiglio Audit e ha indicato la Vice Consigliera di Parità avv. Gabriella Di Paolo come sua sostituta in caso di assenza. Il relatore, ritenendo inoltre necessario ampliare la rappresentatività dell Agenzia del lavoro all interno del Consiglio Audit, a fronte del supporto tecnico che l Agenzia fornisce al Consiglio con carattere di continuità nelle materie di sua competenza, propone di nominare, in affiancamento alla dott.ssa Isabella Speziali, la dott.ssa Valentina Matarazzo. Si propone infine di autorizzare, ai sensi dell articolo 2 della legge provinciale 4/58 e visti i criteri dettati dalla delibera n. 3559/2001, i componenti esterni alla Provincia a svolgere lavoro preparatorio e di studio per un totale di ore 20 nel 2009 e di ore 288 nel 2010, dietro la corresponsione di un compenso orario di Euro 21,00 per una spesa totale di Euro 420,00 nel 2009 e di Euro 6.048,00 nel 2010, dando atto che la verifica dell avvenuta effettuazione delle prestazioni al di fuori delle riunioni sarà attestata dal Presidente del Consiglio. Tutto ciò premesso, - udita la relazione; LA GIUNTA PROVINCIALE - vista la legge provinciale 20 gennaio 1958, n. 4 e successive modifiche e integrazioni, recante Disposizioni concernenti i compensi spettanti ai componenti di commissioni, consigli e comitati comunque denominati, istituiti presso la Provincia autonoma di Trento ; - visto l art. 55 della legge provinciale 14 settembre 1979, n. 7 e s.m., recante Norme in materia di bilancio e contabilità generale della Provincia Autonoma di Trento e l art. 26, comma 1, del relativo regolamento di contabilità; - vista la deliberazione n di data 28 dicembre 2001; - vista la circolare prot. n. 158 di data 24 gennaio 2006 a firma del Presidente della Provincia; - viste le deliberazioni n. 2186/2004 e 518/2007 di approvazione del Piano di interventi in materia di politiche familiari; - vista la deliberazione della Giunta Provinciale n. 108 di data 26 gennaio 2009 relativa all individuazione dell incarico speciale Coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità; - vista la deliberazione della Giunta Provinciale n di data 10 luglio 2009 relativa all approvazione del Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità della Provincia Autonoma di Trento per il periodo ; - visti gli atti citati in premessa; 51

53 - acquisito il parere di regolarità tecnico-amministrativa del Dirigente del Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità; - a voti unanimi, espressi nelle forme di legge, D E L I B E R A 1) di modificare ulteriormente, per le motivazioni di cui in premessa, la composizione del Consiglio Audit Famiglia & Lavoro nel modo seguente: Luciano Malfer Isabella Speziali e Valentina Matarazzo Lucia Trettel Claudia Loro Roberta Arcaini Mariangela Franch e Barbara Poggio Clara Pedrelli Eleonora Stenico e Gabriella Di Paolo sostituta) Progetto speciale coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità Agenzia del lavoro Assessorato all emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità Organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil Forum Trentino delle Associazioni familiari Università degli Studi di Trento Coordinamento imprenditori trentini Consigliera di Parità 2) di autorizzare, ai sensi dell articolo 2 della legge provinciale 4/58 e visti i criteri dettati dalla delibera n. 3559/2001, i componenti esterni alla Provincia a svolgere lavoro preparatorio e di studio per un totale di ore 20 nel 2009 e di ore 288 nel 2010, dietro la corresponsione di un compenso orario di Euro 21,00 per una spesa totale di Euro 420,00 nel 2009 e di Euro 6.048,00 nel 2010; 3) di corrispondere ai componenti della Commissione esterni alla Provincia l assegno compensativo per lavoro preparatorio e di studio previsto al punto 2) per il periodo non inferiore al trimestre e di dare atto che la verifica dell avvenuta effettuazione delle prestazioni al di fuori delle riunioni verrà attestata dal Presidente del Consiglio; 52

54 4) di imputare la spesa complessiva di Euro 420,00, derivante dall'adozione del presente provvedimento, al capitolo del bilancio per l esercizio finanziario 2009 e la spesa presunta di Euro 6.048,00 al corrispondente capitolo del bilancio 2010; 5) di rinviare a successivi provvedimenti gli eventuali impegni per gli anni successivi. 53

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56 Deliberazione n. 976 di data 30 aprile 2009 Linee Guida per l'attuazione dell'audit Famiglia & Lavoro in Trentino approvate con deliberazione della Giunta provinciale n. 51 di data 18 gennaio Istituzione albo provinciale degli auditori e valutatori. 55

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58 Reg.delib.n. 976 Prot. n. 1 VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE O G G E T T O: Linee Guida per l'attuazione dell'audit Famiglia & Lavoro in Trentino approvate con deliberazione della Giunta provinciale n. 51 di data 18 gennaio Istituzione albo provinciale degli auditori e valutatori. Il giorno 30 Aprile 2009 ad ore 10:15 nella sala delle Sedute in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita LA GIUNTA PROVINCIALE sotto la presidenza del PRESIDENTE LORENZO DELLAI Presenti: VICE PRESIDENTE ALBERTO PACHER ASSESSORI MAURO GILMOZZI LIA GIOVANAZZI BELTRAMI ALESSANDRO OLIVI FRANCO PANIZZA UGO ROSSI Assenti: MARTA DALMASO TIZIANO MELLARINI Assiste: LA DIRIGENTE PATRIZIA GENTILE Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta 57

59 Il Relatore comunica: la Giunta provinciale, con l approvazione del Piano di interventi in materia di politiche familiari approvato nel marzo 2007, ritenendo nodale affrontare il tema della conciliazione famiglia-lavoro, con l azione n. 14 ha voluto introdurre sul territorio provinciale l Audit Famiglia & Lavoro, processo di valutazione sistematica, documentata e obiettiva delle politiche di gestione del personale adottato su base volontaria da organizzazioni pubbliche e private che intendono certificare il proprio impegno per il miglioramento della conciliazione di famiglia e lavoro al proprio interno. L azione 14, cui sopra si è fatto cenno, prevede al suo interno una serie di adempimenti volti ad implementare nel nostro territorio il modello organizzativo dell Audit, tra i quali la costituzione del Consiglio dell Audit, l acquisizione della licenza da parte della Fondazione Hertie di Francoforte, nonché la definizione delle Linee Guida locali, in coerenza con il modello europeo, l organizzazione di corsi di formazione per auditori e valutatori con la creazione e gestione del registro ufficale di tali operatori accreditati presso la Provincia ed infine l attuazione del processo Audit presso le organizzazioni pilota con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali. La Giunta provinciale, con proprio provvedimento n di data 5 ottobre 2007, ha costituito il Consiglio dell Audit, nominandone contestualmente il Presidente. Tale organismo, che si configura come comitato locale per la tutela della qualità del processo dell Audit, ha tra gli altri il compito di definire gli standard locali dell European Work & Family Audit, valutare i diversi strumenti di conciliazione sul piano locale, decidere sulla base della documentazione prodotta a quali organizzazioni aderenti alla sperimentazione andranno riconosciute le certificazioni attestanti lo sviluppo e la realizzazione al proprio interno di efficaci interventi di conciliazione, individuare e realizzare direttamente o tramite terzi iniziative di promozione dell Audit sul territorio. Con successiva deliberazione n. 51 approvata il 18 gennaio 2008 la Giunta provinciale ha inoltre approvato le Linee Guida per l attuazione dell Audit Famiglia & Lavoro in Trentino secondo lo standard European Work & Family Audit, istituito il marchio Audit per la provincia di Trento e dato atto che alla Provincia autonoma di Trento è stata rilasciata la licenza per implementare l Audit famiglia & Lavoro in Trentino. Le Linee Guida locali dell Audit disciplinano il governo e il processo per l attuazione dell Audit Famiglia & Lavoro in provincia di Trento; in particolare specificano i ruoli e i compiti della Provincia in quanto Ente locale licenziatario del marchio, del Consiglio dell Audit, degli Auditori, dei Valutatori e delle Organizzazioni che applicano il processo, garantendo al contempo a tale processo un elevato livello di qualità e la conformità allo standard europeo European Work & Family Audit. Particolare attenzione viene riservata dalle Linee Guida alle nuove figure professionali dei valutatori ed auditori; in particolare il valutatore ha il compito di esaminare se l organizzazione ha attuato il processo di Audit secondo le disposizioni dettate dalle Linee Guida in conformità allo standard European Work & Family Audit, mentre l auditore accompagna e stimola l attuazione concreta del processo di Audit nell organizzazione, grazie allo sviluppo di strategie per il miglioramento delle politiche del personale incentrate sull equilibrio tra esigenze della famiglia e dell impresa. Le Linee Guida dispongono che gli auditori e valutatori accreditati vengano inseriti in un apposito elenco pubblico gestito dalla Provincia in qualità di Ente licenziatario, la quale verifica costantemente la qualità delle loro prestazioni, tramite sondaggi e altri strumenti di monitoraggio della qualità e può ritirare l accreditamento sulla base di valutazioni non soddisfacenti. 58

60 Per l accreditamento, in particolare, le Linee Guida prevedono la necessaria frequenza ad un corso di formazione ad hoc, l affiancamento ad un auditore o valutatore accreditato nel processo di valutazione presso almeno un organizzazione e il superamento di un esame finale con il rilascio di un attestato di competenza. Per mantenere l accreditamento, inoltre, gli auditori e i valutatori devono eseguire almeno un processo di Audit all anno e partecipare all incontro annuale organizzato dall Ente licenziatario del marchio. Gli auditori e i valutatori, per la gestione della documentazione di pertinenza, sono tenuti ad utilizzare l apposito sito dedicato all Audit Famiglia &Lavoro; essi infine partecipano alle attività di informazione e di scambio di esperiente proposte dall Ente licenziatario e/o dalla Beruf&Famiglie ggmbh. Il Consiglio dell Audit, nel corso della riunione di data 27 aprile 2009, ha approvato nei contenuti essenziali la configurazione dell albo provinciale degli auditori e valutatori. Al fine dunque di dare attuazione a quanto stabilito dalle Linee Guida si rende dunque necessario istituire l albo provinciale degli auditori e valutatori, inteso quale pubblico registro nel quale iscrivere le figure professionali accreditate dalla Provincia a svolgere determinate funzioni all interno del processo Audit. In particolare si propone l adozione di un albo formato da due sezioni, una per gli auditori e una per i valutatori, che, oltre ai dati anagrafici degli iscritti, riporti in maniera organica una serie di informazioni quali: estremi dell accreditamento; estremi del mantenimento dell accreditamento; estremi eventuale cancellazione; indicazione delle organizzazioni pubbliche o private presso le quali il soggetto accreditato ha operato. L Ente licenziatario dovrà consentire il diritto di accesso all albo, che potrà essere visionato da chiunque ne faccia richiesta. Parimenti la Provincia dovrà rilasciare gli estratti e i certificati che sono richiesti. Agli adempimenti di cui sopra potrà essere data attuazione anche mediante utilizzo di mezzi telematici. Risulta opportuno evidenziare in proposito che per poter esercitare l attività di auditore e valutatore sul territorio provinciale è necessario essere iscritti all albo. In sede di prima applicazione verranno iscritti nell albo i valutatori e gli auditori che hanno conseguito tali qualifiche a seguito di ammissione e conseguente frequenza al corso di formazione e superamento dell esame finale, indicati nelle graduatorie finali approvate con determinazione del Dirigente del Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità rispettivamente n. 15 e 16 entrambe di data 23 aprile

61 Il Relatore propone dunque di istituire l albo provinciale degli auditori e valutatori, rinviando a successive determinazioni del Dirigente del Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità la definizione dell organizzazione e tenuta dell albo, nonché i requisiti per l iscrizione, il mantenimento e la cancellazione nel quadro di quanto già delineato dalle Linee Guida per l attuazione dell Audit Famiglia & Lavoro in Trentino, secondo lo standard European Work & Family Audit approvate con deliberazione della Giunta provinciale n. 51 di data 18 gennaio 2008 ed eventuali successive modifiche. Tutto ciò premesso, LA GIUNTA PROVINCIALE - udita la relazione; - vista la legge provinciale 27 luglio 2007, n. 13 e successive modificazioni ed in particolare gli articoli 3, comma 8 e 43; - vista la deliberazione n. 518 di data 14 marzo 2007 di approvazione del Piano degli interventi in materia di politiche familiari ; - visto il verbale del Consiglio dell Audit relativo alla riunione di data 27 aprile 2009; - acquisito il parere di regolarità tecnico-amministrativa del Dirigente del Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità; - a voti unanimi, espressi nelle forme di legge, D E L I B E R A 1. di istituire, presso il Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità, l albo provinciale degli auditori e valutatori, previsto dalle Linee Guida per l attuazione dell Audit Famiglia & Lavoro in Trentino, prevedendone i contenuti riportati in premessa; 2. di stabilire che la tenuta, la gestione e l aggiornamento del suddetto albo, nonché il rilascio di estratti e certificati, anche mediante l utilizzo di strumenti informatici, avverrà a cura della Struttura provinciale sopra indicata; 3. di rinviare al Dirigente della Struttura competente per materia gli ulteriori adempimenti gestionali; 4. di disporre la pubblicazione integrale della presente deliberazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma Trentino Alto Adige; 5. di dare atto che l istituzione dell albo provinciale degli auditori e valutatori costituisce un ulteriore passaggio per l implementazione dell azione n. 14 prevista dal Piano degli interventi in materia di politiche familiari nell ambito delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro; 60

62 6. di dare atto, da ultimo, ai sensi dell art. 4 della legge provinciale 30 novembre 1992, n. 23 e successive modificazioni, che avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ex art. 8 del D.P.R. 24 novembre 1971, n. 1199, entro 120 giorni e ricorso giurisdizionale avanti il T.R.G.A. di Trento, ex art. 2 lett. B) della Legge 6 dicembre 1971 n. 1034, entro 60 giorni, da parte di chi abbia un interesse concreto ed attuale. 61

63 62

64 Deliberazione n di data 16 ottobre 2009 Parziale modifica della deliberazione n. 976 di data 30 aprile 2009 avente ad oggetto: "Linee Guida per l'attuazione dell'audit Famiglia & Lavoro in Trentino approvate con deliberazione della Giunta provinciale n. 51 di data 18 gennaio Istituzione albo provinciale degli auditori e valutatori". 63

65 64

66 Reg.delib.n Prot. n. VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE O G G E T T O: Parziale modifica della deliberazione n. 976 di data 30 aprile 2009 avente ad oggetto: "Linee Guida per l'attuazione dell'audit Famiglia & Lavoro in Trentino approvate con deliberazione della Giunta provinciale n. 51 di data 18 gennaio Istituzione albo provinciale degli auditori e valutatori". Il giorno 16 Ottobre 2009 ad ore 10:10 nella sala delle Sedute in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita LA GIUNTA PROVINCIALE sotto la presidenza del PRESIDENTE LORENZO DELLAI Presenti: ASSESSORI MARTA DALMASO MAURO GILMOZZI LIA GIOVANAZZI BELTRAMI TIZIANO MELLARINI ALESSANDRO OLIVI FRANCO PANIZZA UGO ROSSI Assenti: ALBERTO PACHER Assiste: LA DIRIGENTE PATRIZIA GENTILE Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta Il Relatore comunica: 65

67 la Giunta provinciale, con propria deliberazione n. 976 di data 30 aprile 2009, ha istituito, presso il Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità, l albo provinciale degli auditori e valutatori, previsto dalle Linee Guida per l attuazione dell Audit Famiglia & Lavoro in Trentino; ha stabilito inoltre che la tenuta, la gestione e l aggiornamento del suddetto albo, nonché il rilascio di estratti e certificati, anche mediante l utilizzo di strumenti informatici, avvenga a cura della Struttura provinciale sopra indicata, al Dirigente della quale spettava la definizione degli ulteriori adempimenti gestionali. In merito al provvedimento sopra richiamato, pur mantenendo nei contenuti invariato l impianto che la Provincia, in qualità di Ente licenziatario, ha definito per implementare il marchio Audit Famiglia & Lavoro in Trentino, si ravvisa la necessità di un adeguamento terminologico con la conseguente sostituzione del termine albo con quello di registro ; ciò al fine di evitare l ingenerarsi di equivoci in quanto nel caso preso in esame l iscrizione degli auditori e valutatori accreditati non implica alcuna abilitazione professionale. A fronte di quanto evidenziato il Relatore propone dunque di modificare parzialmente la deliberazione n. 976 di data 30 aprile 2009 nel senso di sostituire al termine albo quello di registro in tutti i contesti nel quale esso appare, mantenendo invariato quant altro disposto con tale provvedimento. Tutto ciò premesso, - udita la relazione; LA GIUNTA PROVINCIALE - vista la legge provinciale 27 luglio 2007, n. 13 e successive modificazioni ed in particolare gli articoli 3, comma 8 e 43; - vista la deliberazione n. 976 di data 30 aprile 2009 di istituzione dell albo provinciale degli auditori e valutatori; - acquisito il parere di regolarità tecnico-amministrativa del Dirigente del Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità; - a voti unanimi, espressi nelle forme di legge, D E L I B E R A 1. di modificare parzialmente, per le motivazioni evidenziate in premessa, la propria deliberazione n. 976 di data 30 aprile 2009 avente ad oggetto: Linee Guida per l'attuazione dell'audit Famiglia & Lavoro in Trentino approvate con deliberazione della Giunta provinciale n. 51 di data 18 gennaio Istituzione albo provinciale degli auditori e valutatori, nel senso di sostituire al termine albo quello di registro in tutti i contesti nel quale esso appare; 2. di mantenere invariato quant altro disposto con il provvedimento n. 976 richiamato al punto 1); 3. di disporre la pubblicazione per estratto della presente deliberazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma Trentino Alto Adige; 4. di dare atto, da ultimo, ai sensi dell art. 4 della legge provinciale 30 novembre 1992, n. 23 e successive modificazioni, che avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ex art. 8 del D.P.R. 24 novembre 1971, n. 1199, entro 120 giorni e ricorso giurisdizionale avanti il T.R.G.A. di Trento, ex art. 2 lett. B) della Legge 6 dicembre 1971 n. 1034, entro 60 giorni, da parte di chi abbia un interesse concreto ed attuale. 66

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