PROGETTARE LA COPERTURA DELLE DISCARICHE CON SISTEMI GEOSINTETICI. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
|
|
- Achille Caruso
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 PROGETTARE LA COPERTURA DELLE DISCARICHE CON SISTEMI GEOSINTETICI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
2 INDICE ARGOMENTI A. UTILIZZO DI SISTEMI GEOSINTETICI IN DISCARICA B. INQUADRAMENTO NORMATIVO C. APPROCCIO PROGETTUALE PER I SISTEMI DRENANTI D. APPROCCIO PROGETTUALE PER I SISTEMI DI RINFORZO E. CASI STUDIO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
3 UTILIZZO DI SISTEMI GEOSINTETICI FONTE: WWW. geosyntheticsmagazine.com ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
4 UTILIZZO DI SISTEMI GEOSINTETICI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
5 UTILIZZO DI SISTEMI GEOSINTETICI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
6 NORMATIVA ITALIANA A livello normativo, l Italia ha recepito la Direttiva Comunitaria 1999/31/CE, solamente nel 2003, con il Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36. L allegato 2 pto. 2.2 del D.Lgs 36/2003 asserisce: [..] al fine di garantire l'isolamento del carpo dei rifiuti dalle matrici ambientali, la discarica deve soddisfare i seguenti requisiti tecnici: sistema di regimazione e convogliamento delle acque superficiali; impermeabilizzazione del fondo e delle sponde della discarica; impianto di raccolta e gestione del percolato; impianto di captazione e gestione del gas di discarica (solo per discariche dove sono smaltiti rifiuti biodegradabili); sistema di copertura superficiale finale della discarica. [ ] ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
7 NORMATIVA ITALIANA Relativamente al sistema di copertura superficiale finale, nell Allegato 1 del Decreto Legislativo vengono specificate le caratteristiche che la stratigrafia dovrà disporre per ottemperare alle seguenti funzioni: isolare il corpo rifiuti dall'ambiente esterno; minimizzare la quota delle infiltrazioni d'acqua all interno del corpo rifiuto; ridurre al minimo l attività antropica per interventi di manutenzione; minimizzare l innescarsi di fenomeni erosivi; garantire sufficiente resistenza agli assestamenti provocati dai fenomeni di subsidenza localizzata a seguito della degradazione del rifiuto; Ai punti e dell All.1, vengono dettagliati i requisiti minimi che il sistema deve disporre a seconda se si tratti di una discarica per inerti o per rifiuti pericolosi/non pericolosi (vedi tabella successiva). ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
8 RIFIUTI INERTI Allegato 1 - pto IMPIANTI PER RIFIUTI INERTI 1. strato superficiale di copertura con spessore >= 1 m che favorisca lo sviluppo delle specie vegetali di copertura ai fini del piano di ripristino ambientale e fornisca una protezione adeguata contro l'erosione e consenta di proteggere le barriere sottostanti dalle escursioni termiche; 2. strato drenante con spessore >=0.5 m in grado di impedire la formazione di un battente idraulico sopra le barriere di cui ai successivi punti 3) e 4); 3. strato minerale superiore compattato di spessore >= 0.5 m e di bassa conducibilità idraulica. 4. strato di regolarizzazione per la corretta messa in opera degli elementi superiori e costituito da materiale drenante. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
9 RIFIUTI INERTI 1 m Strato superficiale di copertura 0,5 m GCD Strato drenante 0,5 m Strato minerale compattato var Strato regolarizzazione GCD: geocomposito drenante ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
10 RIFIUTI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI Allegato 1 - pto IMPIANTI PER FIUTI NON PERICOLOSI E PER RIFIUTI PERICOLOSI 1. strato superficiale di copertura con spessore 1 1 m che favorisca lo sviluppo delle specie vegetali di copertura ai fini del piano di ripristino ambientale e fornisca una protezione adeguata contro l'erosione e di proteggere le barriere sottostanti dalle escursioni termiche; 2. strato drenante protetto da eventuali intasamenti con spessore 0.5 m in grado di impedire la formazione di un battente idraulico sopra le barriere di cui ai successivi punti 3) e 4); 3. strato minerale compattato dello spessore 0,5 m e di conducibilità idraulica di 10-8 m/s o di caratteristiche equivalenti, integrato da un rivestimento impermeabile superficiale per gli impianti di discarica di rifiuti pericolosi; 4. strato di drenaggio del gas e di rottura capillare, protetto da eventuali intasamenti, con spessore 0.5 m; 5. strato di regolarizzazione con la funzione di permettere la corretta messa in opera degli strati sovrastanti ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
11 RIFIUTI NON PERICOLOSI 1 m Strato superficiale di copertura 0,5 m GCD Strato drenante 0,5 m Strato minerale compattato 0,5 m GCD Strato drenante biogas var Strato regolarizzazione GCD: geocomposito drenante ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
12 RIFIUTI PERICOLOSI 1 m Strato superficiale di copertura 0,5 m 0,5 m GCD GMB Strato drenante Strato minerale compattato 0,5 m GCD Strato drenante biogas var Strato regolarizzazione GCD: geocomposito drenante GMB: geomembrana sintetica in HDPE ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
13 PROBLEMI NORMATIVI in termini di stratigrafie, cio che afferma e sancisce la legge non risulta compatibile con le geometrie delle discariche esistenti prima del entrata in vigore del decreto stesso; l approvvigionamento di materiali naturali (quali argilla, ghiaia) in determinati contesti geografici costituisce certamente una voce di costo nel computo delle lavorazioni non trascurabile (da intendersi sia come costi diretti che come costi indiretti); ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
14 PROBLEMI NORMATIVI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
15 NORMATIVA PROGETTAZIONE NTC 2008 DM 14/01/2008 (GAZZETTA UFFICIALE n. 29 del 04/02/2008) Circolare n. 617 del 26/02/2009 Istruzioni per l applicazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008 CAP. 6 - PROGETTAZIONE GEOTECNICA PAR DISCARICHE CONTROLLATE DI RIFIUTI E DEPOSITI DI INERTI [..] in particolare, nel caso di barriere composite, devono essere valutate le condizioni di stabilità lungo le superfici di scorrimento che comprendano anche le interfacce tra i diversi materiali utilizzati [ ] ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
16 NORMATIVA PROGETTAZIONE STATO LIMITE DI ESERCIZIO - SLE STATO LIMITE ULTIMO SLU La verifica si imposta nel rispetto della seguente condizione: E d <= R d Ed = è il valore di progetto dell effetto delle azioni; Rd = è la resistenza di progetto, valutata in base ai valori di progetto della resistenza dei materiali e ai valori nominali delle grandezze geometriche interessate ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
17 NORMATIVA PROGETTAZIONE ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
18 NORMATIVA PROGETTAZIONE ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
19 NORMATIVA PROGETTAZIONE Gli approcci progettuali consentiti dalle nuove NTC per la verifica agli stati limite ultimi sono: APPROCCIO 1: due combinazioni combinazione 1: (A1 + M1 + R1) amplificazione dei carichi combinazione 2: (A2 + M2 + R2) riduzione delle resistenze APPROCCIO 2: una combinazioni combinazione 1: (A1 + M1 + R3) ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
20 II PARTE SISTEMI DRENANTI SINTETICI II PARTE PROGETTARE UN SISTEMA DRENANTE SINTETICO CONCETTI INTRODUTTIVI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
21 INTRODUZIONE In discarica (fondo e strato di copertura) è necessario prevedere a progetto delle soluzioni tecniche che siano in grado di drenare liquidi/aeriformi. Solitamente si è soliti utilizzare materiali naturali (inerti). Non sempre è tecnicamente sostenibile. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
22 INTRODUZIONE ~ Perché un geocomposito drenante venga accettato come alternativa ad uno strato di inerte, è necessario dimostrarne l equivalenza idraulica ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
23 DEFINZIONE DI DRENANTI SINTETICI Definiti anche geospaziatori (dall inglese geospacer), sono caratterizzati da una struttura tridimensionale interna ad elevato indice di vuoti a cui viene accoppiato uno o due elementi filtranti in tessuto non tessuto. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
24 CLASSIFICAZIONE TERRENI ARGILLE (particelle < 2 micron) LIMI (particelle da 2 a 50 micron) SABBIE (particelle da 50 micron a 2 millimetri) GHIAIE (particelle > 2 millimetri) Le argille ed i limi possono essere considerati impermeabili impermeabili. I limi medi e grossolani e le sabbie fini di media e bassa permeabilità. Le sabbie e le ghiaie materiali ad elevata permeabilità. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
25 CLASSIFICAZIONE TERRENI Area A e B: terreni argillosi - drenaggio non necessario, permeabilità molto bassa (kv< m/s) Area D: terreni sabbiosi - drenaggio non necessario, permeabilità molto alta (kv> m/s) Area C: terreni limo sabbiosi - drenaggio necessario ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
26 PRESTAZIONI IDRAULICHE DELL INERTE La portata smaltibile da uno strato di materiale granulare avente una conducibilità idraulica k soggetto ad un gradiente idraulico i è fornito dalla relazione di Darcy Q = kia [m3/s] t = spessore L = larghezza = 1 q = kit [m3/s m] Il ks del terreno più permeabile che richieda un drenaggio è di ca.ks. = 5 x 10-5 m/s ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
27 CALCOLO PRESTAZIONI IDRAULICHE DELL INERTE q = k*i*t k = 5 X 10-5 m/s i = 0,04 (circa 2 ) t = 0,5 m [m3/s m] [m2/s] q = 5*10-5 x 0,04 x 0,5 = 0,1*10-5 [m2/s] ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
28 TRASMISSIVITA IDRAULICA DI UN GEOSINTETICO Il geocomposito drenante dovrà garantire una portata idraulica specifica superiore alla portata ottenuta per lo strato di materiale inerte, nelle medesime condizioni al contorno (in termini di gradiente idraulico e pressione applicata). PORTATA IDRAULICA SPECIFICA = TRASMISSIVITA IDRAULICA Si calcola in laboratorio secondo la norma UNI EN ISO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
29 APPARECCHIATURA DI MISURA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
30 APPARECCHIATURA DI MISURA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
31 DEFINIZIONE DI TRASMISSIVITA IDRAULICA Esprime la quantità d acqua che il materiale riesce a trasportare longitudinalmente nell unità di tempo per unità di larghezza al gradiente i = 1 assumendo un flusso laminare. Viene espressa in (m 3 /s m - m 2 /s oppure l/s m). 1 m 3 = 10 3 l θ = k * t k = permeabilità nel piano del gtx (m/s) t = spessore del prodotto (m) ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
32 PERMEABILITA DEL FILTRO L acqua penetra nel geocomposito in direzione perpendicolare attraverso il geotessile filtrante. La permeabilità in direzione perpendicolare è data da (legge di Darcy): k = q * t / 10 5 Dove: k = permeabilità (m/s) t = spessore del gtx (mm) = 1 mm q = capacità filtrante (l/m2 s) = 100 l/m2 s k = 10-3 m/s ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
33 PARAMETRI INFLUENZANO LA TRASMISSIVITA A. PRESSIONE APPLICATA SUL PRODOTTO (kpa) B. GRADIENTE IDRAULICO (geometria del piano di posa) orizzontale verticale obliqua ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
34 PRESSIONE APPLICATA A. DRENAGGIO VERTICALE P = k A *γ*h *H H B. DRENAGGIO ORIZZONTALE P = γ*s s ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
35 GRADIENTE IDRAULICO i = sen(β) I = 0,04 β = 2 I = 0,1 β = 5 I = 1 β = 90 ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
36 ESEMPIO DI SCHEDA TECNICA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
37 ESEMPIO DI SCHEDA TECNICA Dove: q amm = q nom FS 1 1 * FS2 * FS3 * FS q nom = portata specifica nominale del GCD calcolata secondo EN ISO (l/sm); q amm = portata specifica ammissibile del GCD; FS1 = fattore di danneggiamento che tiene in considerazione il fenomeno dell intrusione del geotessile all interno dell anima drenante; FS2 = fattore di danneggiamento che tiene in considerazione il fenomeno del creep dei materiali polimerici; FS3 = fattore di danneggiamento che tiene in considerazione il fenomeno del clogging di natura chimica; FS4 = fattore di danneggiamento che tiene in considerazione il fenomeno del clogging di natura biologica; ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
38 GHIAIA VS DRENANTE SINTETICO i = grad. idr. = 0,04 (2 ) K ghiaia RENDIMENTO IDRAULICO di uno strato di 50 cm di GHIAIA ghiaia = m/s; s = spess. = 0,5 m; s = spess. terr.. = 1 m; s GCD GCD = 20 mm g terr. RENDIMENTO IDRAULICO del GCD terr. = peso spec. = 18 kn/m 3 ; P = s*g = 18 kn/m 2 ~ 20 kpa; ghiaia = K*i*s =0,1*10-5 m3 / s*m Q ghiaia Q ghiaia - 2 ghiaia = K*i*s =0,1*10 l / s*m Q ghiaia ghiaia = K*i*s =0,1*10-2 l / s*m Trasmissività nominale Q GCD/20 kpa GCD/20 kpa = 1,10 l / s*m Trasmissività ammissibile Q GCD/20 kpa GCD/20 kpa = 0,36 l / s*m ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
39 REQUISITI ESSENZIALI 1. COMPRESSIONE DEL NUCLEO: l anima drenante deve poter evitare una riduzione significativa del suo spessore nel tempo e sotto determinate condizioni di carico; 2. COMPENETRAZIONE DEL FILTRO: è necessario evitare la compenetrazione del geotessile filtrante all interno dell anima, riducendo in questo modo la capacità drenante del geocomposito; 3. INTASAMENTO E COMPRESSIONE DEL FILTRO: è necessario evitare che il filtro si intasi e si comprima, dovendo pertanto soddisfare due criteri: CRITERI DI RITENZIONE: evita la fuoriuscita delle particelle di terreno (fenomeno di sifonamento); CRITERI DI PERMEABILITA : deve essere in grado di garantire il passaggio dell acqua; ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
40 COMPRESSIVE CREEP Spessore (mm) Dreni collassabili Dreni comprimibili Pressione (kpa) ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
41 COMPRESSIVE CREEP ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
42 COMPENETRAZIONE DEL FILTRO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
43 CRITERIO DI RITENZIONE Fornisce il diametro significativo dei pori del filtro Of a partire dalle caratteristiche del terreno (coefficiente di uniformità Cu e densità relativa Dr). 1< C u < 3 C u > 3 D r < 50% O f < C u d 50 O f < 9 d 50 / C u 50% < D r < 80% O f < 1,5 C u d 50 O f < 13,5 d 50 / C u D r > 80% O f < 2 C u d 50 O f < 18 d 50 / C u Criterio di Giroud ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
44 CRITERIO DI PERMEABILITA Il criterio di permeabilità di un geotessile è rappresentato dalla seguente relazione matematica: g n k f 10 * k terreno Dove: K g = permeabilità normale del geotessile (m/s); n = parametro variabile dalle caratteristiche del prodotto; K terreno = permeabilità del terreno (m/s) ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
45 II PARTE SISTEMI DRENANTI SINTETICI III PARTE PROGETTARE UN SISTEMA DRENANTE SINTETICO ESEMPI PRATICI DI DIMENSIONAMENTO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
46 DIMENSIONAMENTO DI UNO STRATO DRENANTE Nel caso in cui i dati di pioggia fossero disponibili, mediante la ricostruzione della LSSP, sarebbe possibile stabilire il dato idraulico relativo alla portata in ingresso al GCD e quindi essere in grado di valutarne la sostenibilità tecnica della proposta. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
47 DIMENSIONAMENTO DI UNO STRATO DRENANTE Si ipotizzi di aver ricostruito la LSPP, e di essere in grado di esplicitarla attraverso i valori dei due parametri a e n. h = a * r t n Siccome ciascuna curva è in funzione del tempo di ritorno (T), è necessario focalizzare l attenzione su una curva a tempo di ritorno fissato (T*), che per il presente campo di applicazione, potrebbe essere compresa tra i 10 e i 25 anni. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
48 DIMENSIONAMENTO DI UNO STRATO DRENANTE Assegnato tempo di ritorno, dividendo l altezza di precipitazione (mm) per la durata (h), si ottiene l intensità di pioggia j (mm/h) critica ricercata: j = h r = a * t n 1 t È possibile correlare l intensità di pioggia j, con la portata specifica di pioggia qr, attraverso la seguente relazione, consentendo la quantificazione della portata di progetto per unità di superficie. q pioggia = 2,777*10 7 * j [m/s oppure m3/sm2] ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
49 DIMENSIONAMENTO DI UNO STRATO DRENANTE Nel caso in cui la superficie che si sta considerando non dovesse essere orizzontale, sarà necessario correggere la relazione che definisce la portata di progetto, attraverso la seguente relazione: Q pioggia Q pioggia Q pioggia q progetto = = = *cos( α) = A A A cos( α) q pioggia *cos( α) Dove: Q 3 pioggia = portata di pioggia insiste sull area A, da drenare [m /s]; A = superficie orizzontale su sui insiste [m 2 ]; α = angolo di inclinazione della superficie considerata [ ]. [m3/s m2] ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
50 DIMENSIONAMENTO DI UNO STRATO DRENANTE Il passaggio successivo è quello di valutare la quota parte della portata specifica che intercetta la superficie di riferimento, si infiltri nello strato di terreno e raggiunga il GCD. Per poter considerare questo fattore, occorre introdurre il fattore di infiltrazione λ. q progetto = q pioggia * cos( α ) * λ [m3/s m2] ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
51 DIMENSIONAMENTO DI UNO STRATO DRENANTE Il passaggio finale è poi quello di considerare la lunghezza L del tratto considerato, ottenendo la portata di progetto su cui valutare le prestazioni del GCD. Q = q * L = q * cos( α ) * λ * progetto progetto pioggia * L [m3/s m] ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
52 II PARTE SISTEMI DRENANTI SINTETICI IV PARTE PROGETTARE UN SISTEMA DRENANTE SINTETICO STRATO DI INTERCETTAZIONE BIOGAS ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
53 STRATO DI INTERCETTAZIONE DEL BIOGAS Per poter affrontare tecnicamente la questione relativa la captazione del biogas prodotto all interno della discarica mediante un GCD, è necessario introdurre anche la relazione di conversione che consente di ottenere la trasmissività equivalente del gas (LFG landfill gas) in termini di valore della trasmissività idraulica del GCD riferita all acqua. θ H20 = µ µ LFG H20 γ γ H20 LFG θ LFG ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
54 STIMA DI PRODUZIONE ANNUA BIOGAS Verificata la possibilità di trattare il gas disponendo dei valori di laboratorio relativi all acqua, il passaggio successivo è quindi quello di stimare il tasso di produzione di biogas. Calcolare questo parametro è estremamente difficile e soggetto come anticipato a numerose approssimazioni, visto il numero di variabili da cui dipende il valore finale della grandezza considerata. Alcune valutazioni di carattere approssimativo riportano per l Italia valori compresi tra i 2,5 m 3 /t/ anno e 7,5 m 3 /t/ anno. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
55 STIMA DI PRODUZIONE ANNUA BIOGAS Q gas = rgashmedia rifiuto γ rifiuto Dove: Q gas = portata specifica di biogas [m 3 /s/m 2 ] r gas = tasso di produzione di biogas [m 3 /kg/anno]; H media rifiuto = altezza media del rifiuto stoccato in discarica [m]; γ rifiuto = peso specifico del rifiuto [kn/m 3 ]. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
56 STIMA TRASMISSIVITA RICHIESTA Il passaggio successivo è poi quello di valutare il valore richiesto relativo di trasmissività del GCD, affinché il sistema sintetico sia in grado di intercettare e drenare la Q gas definita al punto precedente. θ gas required = Q γ 2 gas gas L ugas max 8 Dove Q gas = portata specifica di biogas [m 3 /s/m 2 ]; γ 3 gas = peso specifico del gas [kn/m ]; u gas max = pessione massima del gas sotto copertura [kpa]; L = distanza tra i collettori drenanti [m]; ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
57 STIMA TRASMISSIVITA AMMISSIBILE Valutata la trasmissività richiesta del GCD, è necessario applicare la solita procedura che sconta il valore richiesto (required) mediante opportuni fattori correttivi per ottenere il valore ultimo di esercizio (ultimate) (relativo al comportamento del prodotto nel lungo periodo). θ ulitmate gas = θ required gas 5 i= 1 FS i 5 FS i= 1 i = FS IN * FS CR * FS CC * FS BC * FS OVERALL FS IN = fattore correttivo all intrusione del geotessile all interno dell anima drenate; FS CR = fattore correttivo dovuto al fenomeno del creep; FS CC = fattore riduttivo al fenomeno del chemical clogging; FS BC = fattore riduttivo al fenomeno del biological clogging; FS OVERALL = fattore riduttivo generale; ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
58 STIMA TRASMISSIVITA AMMISSIBILE Il passaggio finale è poi quello di applicare la relazione di equivalenza che permette di ottenere il valore di trasmissività del gas rispetto alla trasmissività dell acqua: θ H20 = µ µ gas H20 γ γ H20 gas θ gas ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
59 CASI APPLICATIVI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
60 CASI APPLICATIVI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
61 V PARTE SISTEMI DI RINFORZO V PARTE PROGETTARE UN SISTEMA DRENANTE SINTETICO SISTEMI DI RINFORZO VERIFICHE MECCANICHE ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
62 INTRODUZIONE Volendo propendere per un sistema di copertura definitivo geosintetico, occorrerà preliminarmente verificare che lo stato tensionale che si genererà all interfaccia tra ogni strato sintetico, risulti compatibile con le caratteristiche meccaniche dei materiali previsti a progetto. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
63 DATI DI INPUT Per impostare tali verifiche occorre definire i seguenti parametri: geometria della scarpata su cui andrà prevista l installazione del sistema (lunghezza, pendenza); caratteristiche del terreno di copertura finale (spessore, peso specifico, coesione, angolo di attrito); caratteristiche meccaniche dei materiali geosintetici previsti nel pacchetto di chiusura (resistenza a trazione ammissibile, angolo di attrito all interfaccia superiore ed inferiore, adesione superiore ed inferiore, spessore ); ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
64 DATI DI INPUT Il peso dell ammasso di terreno (W) previsto sopra l ultimo geosintetico previsto, si calcola nel seguente modo: W = γ s L Dove: γ = peso specifico del terreno [kn/m 3 ]; s = spessore del terreno di riporto [m]; L = lunghezza della scarpata [m]; W = peso del terreno di riporto [kn/m]. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
65 DATI DI INPUT Detta β la pendenza della scarpata, il peso proprio W si può scomporre nelle due componenti normale (W N ) e parallela (W P ) al pendio: W = W cos ( β ) W P = W W N ( ) sen β Mediante dei tests specifici (UNI EN ISO prova di taglio diretto e UNI EN ISO ) è possibile definire le caratteristiche, per ciascuna interfaccia, in termini di angolo di attrito (δ) e adesione (a) che consentiranno di eseguire le verifiche meccaniche di integrità dei prodotti. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
66 TEST DI TAGLIO DIRETTO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
67 TEST DI TAGLIO DIRETTO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
68 TEST DI TAGLIO DIRETTO FONTE: MANASSERO AT AL ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
69 SFORZI TANGENZIALI Una volta noti gli stati tensionali tangenziali ti di tutte le interfacce, sarà sufficiente per ogni materiale considerato, eseguire il seguente controllo: τ max > ( τ τ ) sup inf Dove: τ max = T max s T max = resistenza a trazione massima ammissibile del geosintetico considerato [kn/m]; s = spessore del geosintetico considerato [m]; t max = tensione massima ammissibile del geosintetico considerato [kpa]; FONTE: MANASSERO AT AL ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
70 SFORZI TANGENZIALI Solitamente, per impostare il problema in favore di sicurezza, si trascura il fattore adesione (a) sviluppando la verifica di integrità meccanica nel seguente modo: T T i sup i inf ( β ) tan( δ ) = W cos i sup ( β ) tan( δ ) = W cos i inf La tensione indotta sul singolo strato geosintetico sarà pertanto: σ i = T i sup T s i i inf Oppure ragionare in termini di forza a trazione: T i = Ti sup Ti inf ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
71 SFORZI TANGENZIALI L interpretazione del segno della tensione va interpretata nel seguente modo: σ i σ σ i > 0 < 0 il geosintetico sarà sottoposto ad uno sforzo di trazione; il geosintetico sarà sottoposto ad uno sforzo di compressione; Chiaramente nel caso in cui il geosintetico fosse sottoposto a sforzo di trazione, occorrerà verificare se non eccede la sua massima capacità di resistenza. Il passaggio finale consiste nel calcolare il fattore di sicurezza associato: FS = T max T i ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
72 VI PARTE VERIFICHE ALLO SCIVOLAMENTO VI PARTE PROGETTARE UN SISTEMA DRENANTE SINTETICO SISTEMI DI RINFORZO VERIFICHE ALLO SCIVOLAMENTO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
73 MODELLO CONCETTUALE FISICO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
74 MODELLO CONCETTUALE FISICO L=lunghezza del pendio; t=spessore del terreno; W=peso del terreno; N = componente normale al piano di W; Fs=componente parallela al piano di W; PP=spinta passiva al piede; Rg=resistenza del geosintetico di rinforzo; φ=coefficiente di attrito all interfaccia critico; β=inclinazione del pendio. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
75 APPROCCIO PROGETTUALE APPROCCIO 2: A1+M1+R3 ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
76 FORZA AGENTE Le forze agenti sul sistema sono rappresentate dalla componente della forza peso del terreno lungo il pendio. W = γ * t * L γ = peso specifico del terreno (kn/m 3 ); t = spessore dello strato di terreno (m); L = lunghezza del pendio (m) ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
77 AZIONE DELLE FORZE AGENTI LUNGO IL PIANO La componente parallela la pendio generata dalla forza peso è Ed Ed = Fs = W * sen ( β ) ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
78 FORZE RESISTENTI Le forze resistenti allo scivolamento sono: R d = F res γ R = ( R + Rg / γm Pp) / / + γr Assumendo sia per la resistenza del rinforzo gsy che per l angolo di attrito al interfaccia γm = 1,1 ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
79 CALCOLO RESISTENZA DI PROGETTO DEL RINFORZO Secondo la nuova normativa Rd >= Ed R d >= Ed ( + γ / γ R Rg / m + Pp) R >= F s R g >= γ γ m * ( R * s p F R P ) R g >= 1,10 (1,10 * F R P * s p ) R = N * tan( δd ) δ d = arctan(tan( δk) / γm) ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
80 CONDIZIONI SISMICHE In condizioni sismiche, variano sia le componenti Fs che R E d = Fs = W * sen( β ) + W * kh *cos( β ) + / W * kv * sen( β ) R d = F res γ R = ( R + Rg / γm Pp) / / + γr N = W * cos( β ) W * kh * sen( β ) + / W * kv *cos( β ) R = N * tan( δd) ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
81 CONSIDERAZIONI FINALI R g >= γ γ m * ( R * Fs R Pp ) Per ridurre in valore assoluto Rg possiamo: RIDURRE FS (dipende dalla geometria del problema) Fs = W * sen( β ) AUMENTARE R (dipende dall angolo di attrito all interfaccia) R = N * tan( δd) ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
82 ANCORAGGIO IN TRINCEA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
83 ANCORAGGIO IN TRINCEA FS ancor = FS * Rancor / Rg = FS * FS ancor ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
84 STABILITA BERMA FS taglio = FS * Rtaglio berma / Rg = FS * FS taglio berma ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
85 MODELLO DI STABILITA KOERNER ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
86 MODELLO DI STABILITA KOERNER Solitamente, quando si vuole introdurre preliminarmente il concetto di stabilità traslativo di un sistema composito, imposta una verifica all equilibrio limite per un pendio indefinito. Il piano di potenziale scivolamento è considerato avere una pendenza β, ed il sistema composito iniziale costituito da uno strato di terreno di spessore s posto sopra una geomembrana in HDPE. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
87 MODELLO DI STABILITA KOERNER La stabilità del sistema verrà chiaramente espressa mediante il rapporto tra le forze stabilizzanti e le componenti che invece tenderanno a rendere instabile il sistema, adottando il classico approccio del fattore di sicurezza: FS = forze stabilizzanti forze instabilizzanti FS = N W tan sen ( δ ) ( β ) = W cos W ( β ) tan( δ ) sen( β ) = tan tan ( δ ) ( β ) Le conclusioni che si possono trarre sono che la stabilità del sistema dipendono univocamente dai parametri geometrici del pendio e dalle caratteristiche all interfaccia presenti all interno del sistema composito. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
88 MODELLO DI STABILITA KOERNER In realtà, le condizioni al contorno sono alquanto differenti; ciò costringe necessariamente di complicare il modello introducendo la geometria del pendio definito. Il procedimento di calcolo che viene proposto è quello di Koerner (Koerner, Hwu -1991, Giroud e Beech 1989, Ling e Leshchinsky 1997). L approccio matematico seguito dal metodo di calcolo, si basa sulla teoria dell equilibrio limite, applicato ad un pendio definito. Concettualmente studia lo stato di equilibrio limite di uno strato di riporto di terreno, posto direttamente a contatto con una geomembrana liscia (viene considerata la superficie di contatto generalmente più critica). Koerner adotta il modello del doppio cuneo, lungo un tratto di versante di lunghezza L. Il terreno di ricoprimento ha uno spessore costante (t), e l interfaccia è caratterizzata dai due parametri a (adesione) e δ (angolo di attrito). Allo scopo di quantificare il livello prestazionale del sistema, viene definito un FS, dato dal rapporto tra le forze stabilizzanti e instabilizzanti, valutate lungo la linea di massima pendenza. ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
89 MODELLO DI STABILITA KOERNER Per determinare il fattore di sicurezza (F.S. F.S.) è necessario definire le seguenti grandezze, relative alla parte del cuneo attivo (A) e passivo (P). Per la parte attiva avremo: W A = γh 2 L h 1 senβ tanβ 2 N C a A = W cosβ = c a A L h senβ ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
90 MODELLO DI STABILITA KOERNER Impostando le condizioni di equilibrio in direzione verticale, si perviene alla seguente espressione: E A senβ = W A N A cosβ N A tan δ + C F.S. a senβ E A = (F.S.) ( W ) ( ) A NA cosβ NA tan δ + Ca senβ( F.S. ) senβ ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
91 MODELLO DI STABILITA KOERNER Per la parte passiva, avremo invece le seguenti grandezze: W P = γh 2 sen2ββ N p = W + E senβ P P C ch = senβ ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
92 MODELLO DI STABILITA KOERNER Da cui impostando la relazione di equilibrio in direzione orizzontale, si ottiene: C + N P tan φ EP cos β = F.S. E P = cosβ C + W P tan φ ( F.S. ) senβtan φ ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
93 MODELLO DI STABILITA KOERNER Impostando infine la condizione al contorno di uguaglianza EA = EP, si ottiene una equazione di secondo grado del tipo ax2 + bx + c = 0, con x = F.S., la cui soluzione è: F.S. = b + b 2a 2 4ac a ( W N cosβ) β = cos A A ( W N cosβ) senβ φ + b = [ tan A A ( N tan δ + C ) senβ β + A a cos + senβ( C + WP tan φ)] c ( ) 2 N tan δ + C sen β φ = tan A a ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
94 MODELLO DI STABILITA KOERNER CON RINFORZO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
95 MODELLO DI STABILITA KOERNER CON RINFORZO La resistenza T considerata nel modello di calcolo è la resistenza ammissibile calcolata a partire dalla nominale, applicando degli opportuni fattori di sicurezza. T allow = T ult F.C. inst F.C. 1 creep F.C. ch / bio ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
96 MODELLO DI STABILITA KOERNER CON RINFORZO FS = b + b 2 4ac 2a a = b ( Wa Nacos( β) Tammsen( β) cos( β) [( W N cos( β) T sen( β) sen( β)tan( φ) + ] = a a amm ( N tan( δ) + C ) sen( β)cos( β) + sen( β) ( C + W tan( φ) ) ] a a p c = 2 ( N tan( δ) C ) sen ( β)tan( φ) a + a ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
97 VII PARTE CASI STUDIO VII PARTE CASI STUDIO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
98 VII PARTE CASI STUDIO DISCARICA RAVENNA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
99 DISCARICA HERA RAVENNA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
100 DISCARICA HERA RAVENNA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
101 DISCARICA HERA RAVENNA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
102 DISCARICA HERA RAVENNA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
103 DISCARICA HERA RAVENNA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
104 DISCARICA HERA RAVENNA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
105 VII PARTE CASI STUDIO DISCARICA LATINA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
106 DISCARICA LATINA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
107 DISCARICA LATINA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
108 DISCARICA LATINA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
109 VII PARTE CASI STUDIO DISCARICA CALTANISSETTA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
110 DISCARICA CALTANISSETTA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
111 DISCARICA CALTANISSETTA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
112 VII PARTE CASI STUDIO DISCARICA GRECIA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
113 DISCARICA GRECIA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
114 DISCARICA GRECIA ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
115 VII PARTE CASI STUDIO DISCARICA BALCANI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
116 DISCARICA BALCANI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
117 DISCARICA BALCANI ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
118 VII PARTE CASI STUDIO MESSA IN SICUREZZA PERMAMENTE VENETO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
119 MESSA IN SICUREZZA VENETO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
120 MESSA IN SICUREZZA VENETO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
121 VII PARTE CASI STUDIO DISCARICA AV MI-TO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
122 DISCARICA MILANO ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
123 GRAZIE DELL ATTENZIONE ing. MASSIMILIANO NART - ROMA 4 maggio
Il capping geosintetico di una discarica
TeMa srl Divisione Ambiente 1-5 Campo di applicazione : Il capping geosintetico di una discarica di RSU SEPARAZIONE FUNZIONE CAMPO DI APPLICAZIONE BACINI IDRICI FILTRAZIONE CANALI Titolo : Realizzazione
DettagliPROGETTARE LA COPERTURA DELLE DISCARICHE CON SISTEMI GEOSINTETICI. FOGGIA, 30 maggio ing. MASSIMILIANO NART - FOGGIA 30 maggio
PROGETTARE LA COPERTURA DELLE DISCARICHE CON SISTEMI GEOSINTETICI FOGGIA, 30 maggio 2012 ing. MASSIMILIANO NART - FOGGIA 30 maggio 2012 1 INDICE ARGOMENTI A. UTILIZZO DI SISTEMI GEOSINTETICI IN DISCARICA
DettagliDISCARICA DI BUDAPEST STUDIO PER UN PROGETTO DI COPERTURA
DISCARICA DI BUDAPEST STUDIO PER UN PROGETTO DI COPERTURA DISCARICA DI BUDAPEST STUDIO PER UN PROGETTO DI COPERTURA IL SISTEMA DI COPERTURA (CAPPING) Il sistema di copertura di una discarica: - Confina
DettagliSCHEDA TECNICA : GEOTESSILE
COMPOSIZIONE: Mix di fibre sintetiche in fiocco (Poliestere 100%). CARATTERISTICHE: Tessuto non tessuto calandrato e termofissato.esente da collanti o leganti chimici. Prodotto ecologico completamente
DettagliNON E un PROJECT FINANCING. E un PROJECT FINANCING
NON E un PROJECT FINANCING E un PROJECT FINANCING Se a pag. 20 della Relazione Tecnica Descrittiva relativa alla Discarica SIBERIE, è stato riportato il capitolo: BARRIERA GEOLOGICA nella pag. 21 (vedi
DettagliPROGETTARE LO STRATO ANTICAPILLARE DEI RILEVATI STRADALI CON SISTEMI GEOSINTETICI. ing. MASSIMILIANO NART 1
PROGETTARE LO STRATO ANTICAPILLARE DEI RILEVATI STRADALI CON SISTEMI GEOSINTETICI ing. MASSIMILIANO NART 1 INDICE ARGOMENTI 1. NATURA DEL PROBLEMA 2. DEFINIZIONE DI STRATO ANTICAPILLARE 3. SOLUZIONE CLASSICA
DettagliSISTEMI DI IMPERMEABILIZZAZIONE DELLE DISCARICHE
SISTEMI DI IMPERMEABILIZZAZIONE DELLE DISCARICHE Barriera di fondo Protezione dalla migrazione del percolato Protezione dalla migrazione del biogas Fornisce supporto meccanico ai rifiuti Evita l accumulo
DettagliTubi di Drenaggio. con flangiatura elicoidale continua sull intera lunghezza.
Tubi di Drenaggio DRENAGGIO dei TERRENI L adozione dei tubi Spirodrain è la miglior soluzione per risolvere qualsiasi problema di drenaggio dei terreni e di raccolta delle acque sotterranee. I tubi Spirodrain
DettagliTAVOLA TECNICA SUGLI SCAVI. Art. 100 comma 1 del D. Lgs. 81/2008
TAVOLA TECNICA SUGLI SCAVI Art. 100 comma 1 del D. Lgs. 81/2008 D. Lgs. 81/2008: Art. 100 Piano di Sicurezza e Coordinamento comma 1: il Piano di Sicurezza e Coordinamento è corredato..da una tavola tecnica
DettagliStati limite di carattere idraulico (UPL-HYD) Norme e progettazione di opere geotecniche
Stati limite di carattere idraulico (UPL-HYD) Stati limite di carattere idraulico (UPL-HYD) Galleggiamento (uplift( uplift) Sollevamento (heave( heave) Sifonamento (piping) (Erosione interna) Sollevamento
DettagliINDICE. 2 Quadro normativo di riferimento 4. 3 Caratterizzazione sismica del sito 5
RELAZIONE SISMICA INDICE 1 Introduzione 3 Quadro normativo di riferimento 4 3 Caratterizzazione sismica del sito 5 3.1 Valutazione pericolosità sismica 5 3. Valutazione tempo di ritorno Tr 6 3..1 Periodo
DettagliGEOSTRU SOFTWARE SLOPE Il software per la stabilità dei pendii naturali opere di materiali sciolti fronti di scavo
GEOSTRU SOFTWARE SLOPE Il software per la stabilità dei pendii naturali opere di materiali sciolti fronti di scavo NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI D.M. 14 Gennaio 2008 GEOSTRU SOFTWARE SLOPE Prescrizioni
DettagliRELAZIONE RISPOSTA A DOMANDA N. 2. Generalità. Fondazioni. Caratteristiche del terreno
RISPOSTA A DOMANDA N. 2 RELAZIONE Generalità La presente relazione illustra gli aspetti geotecnici e delle fondazioni relativi alle strutture delle seguenti opere: EDIFICIO SERVIZI BUNKER PROTEXIMETRICO
DettagliPROGETTARE INTERVENTI PER LA DIFESA DEL TERRITORIO E PER LA BONIFICA DEI TERRENI
CORSO DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE PROGETTARE INTERVENTI PER LA DIFESA DEL TERRITORIO E PER LA BONIFICA DEI TERRENI La messa in sicurezza di discariche e siti contaminati mediante barriere composite
DettagliCorso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE
LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE 1 PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE Sono le perdite di carico (o di pressione) che un fluido, in moto attraverso un condotto, subisce a causa delle resistenze
DettagliCALCOLI IDRAULICI DRENAGGIO DELLA PIATTAFORMA STRADALE
CALCOLI IDRAULICI DRENAGGIO DELLA PIATTAFORMA STRADALE Premesse La rete per l evacuazione delle acque meteoriche dal corpo stradale, viene progettata in maniera da captare la totalità delle acque piovane
DettagliD.M. 11.03.1988: NTC2008: 6.2.1. 6.2.2
D.M. 11.03.1988: [ ] la progettazione deve essere basata sulla caratterizzazione geotecnica dei terreni di fondazione, ottenuta a mezzo di rilievi, indagini e prove [ ] NTC2008: [ ] Le scelte progettuali
DettagliDimensionamento delle strutture
Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle
DettagliTrasportatori a nastro
Trasportatori a nastro Realizzano un trasporto di tipo continuo, in orizzontale o in pendenza, di materiali alla rinfusa e di carichi concentrati leggeri. incastellatura di sostegno Trasporti interni 1
DettagliAPPLICAZIONI SOFTWARE PER LA PROGETTAZIONE GEOTECNICA CON LE NTC 2008
BELLUNO 8 Marzo 2012 APPLICAZIONI SOFTWARE PER LA PROGETTAZIONE GEOTECNICA CON LE NTC 2008 Seminario tecnico Applicazioni software per la progettazione geotecnica con le NTC 2008 GEOSTRU SOFTWARE WWW.GEOSTRU.COM
DettagliLINEA MURI DI CONTENIMENTO
LINEA MURI DI CONTENIMENTO Costruisce il futuro Sistemi di contenimento dei pendii - Tipologie: I muri ottenuti tramite la posa in opera dei blocchi di contenimento della MA.CE.VI. in condizioni di : -
DettagliDiscariche di rifiuti e bonifiche di siti inquinati. elevate prestazioni a lungo termine
Discariche di rifiuti e bonifiche di siti inquinati elevate prestazioni a lungo termine Discariche di rifiuti e bonifiche di siti inquinati Elevate prestazioni a lungo termine L utilizzo dei geosintetici
DettagliPIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PRIVATA COMUNE DI FERRARA, VIA BOLOGNA IN AREA CLASSIFICATA DAL PRG SOTTOZONA D 2.2 ...
... 1 INTRODUZIONE... 2 2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 2 3 PRESCRIZIONI TECNICHE... 3 4 CALCOLO PORTATE DI PROGETTO... 3 5 VERIFICA IDRAULICA DEL COLLETTORE... 5 Pagina 1 di 6 1 INTRODUZIONE La presente
DettagliRAPPORTO DI PROVA Venezia,. Foglio n. 1 di 7. Protocollo: Luogo e Data della prova: Richiedente: Materiale testato:
Foglio n. 1 di 7 Protocollo: Luogo e Data della prova: Mestre, Richiedente: Materiale testato: Prova eseguita: Conducibilità termica Riferimento Normativo: UNI EN 12667 DESCRIZIONE DEL CAMPIONE SOTTOPOSTO
DettagliDESCRIZIONE DELLE FONDAZIONI
SOMMARIO 2 GENERALITA 3 3 DESCRIZIONE DELLE FONDAZIONI 3 4 PERICOLOSITA SISMICA 4 5 CARATTERIZZAZIONE FISICO-MECCANICA DEL TERRENO 4 6 MODELLI GEOTECNICI DI SOTTOSUOLO 5 7 VERIFICHE DELLA SICUREZZA E DELLE
DettagliATLANTIS SYSTEM GESTIONE ACQUE METEORICHE
ATLANTIS SYSTEM GESTIONE ACQUE METEORICHE Atlantis produce una serie di prodotti geosintetici in polipropilene (PP) pressofuso ad alta resistenza, anche rivestiti con geotessile, che trovano applicazione
DettagliCONSIDERAZIONI GENERALI
CONSIDERAZIONI GENERALI FUNZIONI DELLE FONDAZIONI La funzione delle fondazioni è quella di trasferire i carichi provenienti dalla struttura in elevazione al terreno sul quale l edificio poggia. La scelta
DettagliRACCOLTA DELLE ACQUE METEORICHE
RACCOLTA DELLE ACQUE METEORICHE DIMENSIONAMENTO E PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RACCOLTA DELLE ACQUE METEORICHE Il sistema di raccolta delle acque meteoriche è regolata dalla norma europea UNI EN 12056-3
DettagliGuida Applicazione MODULO GEOBENT XP GUIDA ALL INSTALLAZIONE PER APPLICAZIONI IN DISCARICA. LINING & WATERPROOFING TECHNOLOGIES Lining
Guida Applicazione LINING & WATERPROOFING TECHNOLOGIES Lining MODULO GEOBENT XP GUIDA ALL INSTALLAZIONE PER APPLICAZIONI IN DISCARICA lwt@laviosa.com Rev.00 Barriere di fondo La localizzazione e la tecnica
DettagliProduct note Migrazione da Emax ad Emax 2 mantenendo la certificazione in base alle norme serie IEC 61439 per i quadri di bassa tensione
Product note Migrazione da Emax ad Emax 2 mantenendo la certificazione in base alle norme serie IEC 61439 per i quadri di bassa tensione Generalità SACE Emax 2 è il nuovo interruttore aperto di ABB SACE
DettagliTUBI PEAD CORRUGATI Per Fognatura Per Fognatura con rete di rinforzo Per drenaggio
Listino Prezzi DEPOSITO DI BARI 70027 PALO DEL COLLE BARI - S.S. 96 Km. 113+200 TEL. 080 627580 - FAX 080 629648 e-mail: appa.commerciale@tiscali.it www.appartubi.it TUBI PEAD CORRUGATI Per Fognatura Per
DettagliAssociazione Geotecnica Italiana
Associazione Geotecnica Italiana PROGRAMMAZIONE DELLE INDAGINI GEOTECNICHE COME ELEMENTO DELLA PROGETTAZIONE DI NUOVE OPERE E PER IL CONSOLIDAMENTO DI QUELLE ESISTENTI Il quadro normativo esistente e la
DettagliCHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608
COSTRUIRE SERRAMENTI IN PVC CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608 1 La norma europea rivolta alla definizione delle caratteristiche dei profili in PVC per finestre
DettagliPROGETTO ESECUTIVO PER LA MIGLIOR GESTIONE IRRIGUA INDICE
Via Turazza 48, 35128 Padova. Tel./Fax 049 774197. E-mail: albmazzu@libero.it PROGETTO ESECUTIVO PER LA MIGLIOR GESTIONE IRRIGUA INDICE 1 PREMESSA... 2 2 CANALE ALTIPIANO... 2 2.1 TRATTA 1... 2 2.2 TRATTA
Dettagli1. PREMESSA... 2 2. PARAMETRI IDROLOGICI DI PROGETTO... 3 3. VERIFICHE IDRAULICHE... 5
INDICE 1. PREMESSA... 2 2. PARAMETRI IDROLOGICI DI PROGETTO... 3 3. VERIFICHE IDRAULICHE... 5 PROGETTO ESECUTIVO 1/9 1. PREMESSA La presente relazione descrive gli aspetti idraulici connessi con lo smaltimento
DettagliINDICE 1 DESCRIZIONE DELL OPERA... 3 2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 4 3 MATERIALI... 7 4 TRAVE IN C.A. - ANALISI DEI CARICHI... 8
2/6 INDICE 1 DESCRIZIONE DELL OPERA... 3 2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 4 3 MATERIALI... 7 4 TRAVE IN C.A. - ANALISI DEI CARICHI... 8 5 CALCOLO DELLE SOLLECITAZIONI TRAVE... 9 6 CALCOLO DELLE SOLLECITAZIONI
DettagliMODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO. Geol. Fabio Garbin
MODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO Geol. Fabio Garbin Preparazione all Esame di Stato, Roma 8 aprile 2011 Riferimenti Normativi essenziali D.M. 14.01.2009: Approvazione delle nuove Norme Tecniche sulle
DettagliCalcolo della trasmittanza di una parete omogenea
Calcolo della trasmittanza di una parete omogenea Le resistenze liminari Rsi e Rse si calcolano, noti i coefficienti conduttivi (liminari) (o anche adduttanza) hi e he, dal loro reciproco. (tabella secondo
DettagliOPERE DI SOSTEGNO IN TERRE RINFORZATA
OPERE DI SOSTEGNO IN TERRE RINFORZATA SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO TECNICO VITTORIO VENETO 4 OTTOBRE 2007 1 SOMMARIO ELEMENTI GENERALI - DEFINIZIONI ASPETTI NORMATIVI CRITERI DI PROGETTAZIONE VERIFICHE DI
Dettagliwww.lavoripubblici.it
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ****** Istruzioni per l applicazione delle Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 16 INTRODUZIONE Il Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008,
DettagliGEOTECNICA. ing. Nunziante Squeglia 13. OPERE DI SOSTEGNO. Corso di Geotecnica Corso di Laurea in Ingegneria Edile - Architettura
GEOTECNICA 13. OPERE DI SOSTEGNO DEFINIZIONI Opere di sostegno rigide: muri a gravità, a mensola, a contrafforti.. Opere di sostegno flessibili: palancole metalliche, diaframmi in cls (eventualmente con
Dettagli1) non deve portare a rottura il terreno sottostante. 2) non deve indurre nel terreno cedimenti eccessivi
SICUREZZA e FUNZIONALITÀ delle strutture in elevazione (edificio in c.a., rilevato, etc.) sono garantite anche da alcuni requisiti che il SISTEMA FONDALE deve rispettare. In particolare il carico trasmesso
DettagliCase history VILLA LA CASARINA - RIELLO
Case history VILLA LA CASARINA - RIELLO SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE: INTERVENTO con IDROSAC IMHOFF Figura 1. Panoramica del giardino di Villa Casarina PROBLEMA: Trattamento e depurazione delle acque
Dettagli1 Relazione Generale sull Intervento...2. 2 Determinazione dei parametri geotecnici...2. 3 Normativa di riferimento...3. 4 Relazione sui materiali...
1 Relazione Generale sull Intervento... Determinazione dei parametri geotecnici... 3 Normativa di riferimento...3 4 Relazione sui materiali...3 5 Verifiche statiche...4 5.1 Formule di calcolo delle azioni...4
DettagliSommario PREMESSA... 1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 1 CALCOLO ILLUMINOTECNICO... 4
Relazione di calcolo illuminotecnico Sommario PREMESSA... 1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 1 CALCOLO ILLUMINOTECNICO... 4 PREMESSA Oggetto del seguente lavoro è il calcolo illuminotecnico da effettuarsi nel
DettagliCALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE
CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE Appunti a cura dell Ing. Stefano Usai Tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici A. A. 2001/ 2002 e 2002/2003 Calcolo elettrico delle linee elettriche
DettagliPORTANZA DELLE FONDAZIONI
1 N.T.C. 2008, Capitolo 6.4 - OPERE DI FONDAZIONE Nelle verifiche di sicurezza devono essere presi in considerazione tutti i meccanismi di stato limite ultimo, sia a breve sia a lungo termine. Gli stati
DettagliRELAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI
RELAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI pag. 1 / 12 SOMMARIO 1. PREMESSA... 3 2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 3 3. STRATIGRAFIA E PARAMETRI GEOTECNICI ADOTTATI... 3 4. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI... 5
DettagliRESISTENZA DEI MATERIALI TEST
RESISTENZA DEI MATERIALI TEST 1. Nello studio della resistenza dei materiali, i corpi: a) sono tali per cui esiste sempre una proporzionalità diretta tra sollecitazione e deformazione b) sono considerati
DettagliRiferimenti Lucio Amato Direzione Tecnica Alessandro Sorrentino Luciano Ardito. Clienti Ingegneri, architetti, geometri, CTU
TECNO IN GEOSOLUTIONS - CASE HISTOY TECNO IN GEOSOLUTIONS - CASE HISTOY La valutazione della resistenza a compressione del calcestruzzo in opera: dalla resistenza del campione cilindrico prelevato mediante
DettagliRistrutturazione del complesso ENAV di Roma ACC - Ciampino Roma Progetto definitivo delle strutture - RELAZIONE GEOTECNICA
INDICE 1 PREMESSA... 2 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO... 2 3 SISMICITA DELL AREA... 3 4 LE INDAGINI GEOGNOSTICHE... 3 5 ASPETTI IDROGEOLOGICI GENERALI... 5 6 ASPETTI GEOTECNICI DEL PROGETTO LE STRUTTURE FONDALI...
DettagliGli impianti di scarico Indicazioni, vincoli e requisiti di progettazione
Gli impianti di scarico Indicazioni, vincoli e requisiti di progettazione Riferimento normativo Per la progettazione degli impianti di scarico si fa riferimento alla normativa europea composta da 5 parti.
DettagliCarichi unitari. Dimensionamento delle sezioni e verifica di massima. Dimensionamento travi a spessore. Altri carichi unitari. Esempio.
Carichi unitari delle sezioni e verifica di massima Una volta definito lo spessore, si possono calcolare i carichi unitari (k/m ) Solaio del piano tipo Solaio di copertura Solaio torrino scala Sbalzo piano
Dettaglisistema euromax Eurotherm SpA Pillhof 91 I-39010 Frangarto BZ Tel. 0471 63 55 00 Fax 0471 63 55 1 1 mail@eurotherm.info www.eurotherm.
sistema euromax Eurotherm SpA Pillhof 91 I-39010 Frangarto BZ Tel. 0471 63 55 00 Fax 0471 63 55 1 1 mail@eurotherm.info www.eurotherm.info sistema euromax Alta resistenza nel minimo spessore Il sistema
DettagliALLEGATO II Dispositivi di attacco
ALLEGATO II Dispositivi di attacco. : il testo compreso fra i precedenti simboli si riferisce all aggiornamento di Maggio 2011 Nel presente allegato sono riportate le possibili conformazioni dei dispositivi
DettagliI criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità. Valeria Frittelloni ISPRA
I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità Valeria Frittelloni ISPRA Analisi della Commissione europea sulla conformità del DM 27 settembre 2010 inclusione del codice
DettagliTEMA srl divisione ambiente
TEMA srl divisione ambiente Il drenaggio geosintetico dei terreni mediante l utilizzo di geocompositi drenanti FAMIGLIA PRODOTTI Q DRAIN 16/01/2013 1 INDICE 1 PREMESSA 3 2 INTRODUZIONE AI GEOCOMPOSITI
DettagliTRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI.
TRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI. PRECISAZIONI Il presente documento nasce dalla pressante richiesta di iscritti
DettagliGrazie ai mezzi maneggevoli, si possono produrre pali inclinati in quasi ogni inclinazione e direzione.
Battitura di pali duttili Generalità: Grazie agli escavatori idraulici leggeri e maneggevoli, i lavori per fondazioni di pali possono essere eseguiti anche in condizioni difficili oppure quando lo spazio
DettagliAPPOGGI NEOARM APPOGGI NEOARM B04
APPOGGI NEOARM APPOGGI NEOARM B04 DESCRIZIONE PRODOTTO La serie Neoarm è una linea di apparecchi d appoggio strutturali in elastomero armato, costituiti cioè da un blocco in elastomero nel quale sono inseriti
DettagliNormative sulla Tenuta dei Serramenti ad Aria, Acqua e Vento
UNI EN 12208 La tenuta all acqua di un serramento, descrive la sua capacità di essere impermeabile sotto l azione di pioggia battente e in presenza di una determinata velocità del vento. La norma, la UNI
DettagliIl PANNELLO A TAGLIO TERMICO
Il PANNELLO A TAGLIO TERMICO Le normative sul risparmio energetico prevedono, tra l altro, che gli elementi di tamponamento esterni degli edifici siano dotati di prefissate caratteristiche di isolamento
Dettagli2. Inquadramento Legislativo e Normativo pag. 3
INDICE GENERALE: 1. Introduzione pag. 3 2. Inquadramento Legislativo e Normativo pag. 3 3. Stratigrafia del divisorio di copertura e caratteristiche tecniche dei prodotti pag. 5 4. Calcolo della trasmittanza
DettagliESEMPIO DI DIMENSIONAMENTO DI UNA RETE DI FOGNATURA
Corso di Costruzioni idrauliche (E.A.) A.A. 2011/2012 ESEMPIO DI DIMENSIONAMENTO DI UNA RETE DI FOGNATURA (Appunti tratti dalla lezione del 14/05/2012, non rivisti dal docente) 1 Esempio di dimensionamento
DettagliCONSOLIDAMENTO PONTE E DIFESA SPONDA DESTRA TORRENTE STANAVAZZO. NORMATIVA UTILIZZATA: D.M. 14/01/2008 Norme Tecniche per le costruzioni
GENERALITA COMUNE DI PREDOSA Provincia di Alessandria CONSOLIDAMENTO PONTE E DIFESA SPONDA DESTRA TORRENTE STANAVAZZO ZONA SISMICA: Zona 3 ai sensi dell OPCM 3274/2003 NORMATIVA UTILIZZATA: D.M. 14/01/2008
DettagliRAPPORTO DI PROVA 110104 - R 0874
RAPPORTO DI PROVA 110104 - R 0874 DETERMINAZIONE DEL CONTRIBUTO DI UNA VERNICE TERMICA A BASE CERAMICA SUI VALORI DI TRASMITTANZA DI PARETI INTONACATE, DELLA DITTA "ATRIA s.r.l." STABILIMENTO DI PARTANNA
DettagliRELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** **** **** D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007 L.C.
RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** **** **** D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007 L.C. 15/02/2008 L.C. 28/03/2008 GENERALITA' COMPARTIMENTI La presente
DettagliNuova edificazione in prossimità di un elettrodotto esistente
tel. 055.32061 - fax 055.5305615 PEC: arpat.protocollo@postacert.toscana.it p.iva 04686190481 Nuova edificazione in prossimità di un elettrodotto esistente Guida pratica per le informazioni sulle fasce
DettagliASPETTI DELLA PROGETTAZIONE STRUTTURALE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI
ASPETTI DELLA PROGETTAZIONE STRUTTURALE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI Pescara 13 Aprile 2011 Relatore Dott. Ing. Maria Angelucci Fattori che influenzano la progettazione strutturale Caratteristiche del pannello
DettagliEsercitazione 5 Dinamica del punto materiale
Problema 1 Un corpo puntiforme di massa m = 1.0 kg viene lanciato lungo la superficie di un cuneo avente un inclinazione θ = 40 rispetto all orizzontale e altezza h = 80 cm. Il corpo viene lanciato dal
DettagliUsando il pendolo reversibile di Kater
Usando il pendolo reversibile di Kater Scopo dell esperienza è la misurazione dell accelerazione di gravità g attraverso il periodo di oscillazione di un pendolo reversibile L accelerazione di gravità
DettagliLE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO
LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO Roberto Malatesta. William Marcone Ufficio Tecnico (giugno 2008) LA PROTEZIONE DAL RUMORE DEGLI EDIFICI, LA NORMATIVA NAZIONALE La maggior sensibilità delle persone
DettagliCOPERTINA. Prototipo di Relazione geotecnica di esempio
COPERTINA Prototipo di Relazione geotecnica di esempio GENERALITA RELAZIONE GEOTECNICA SULLE FONDAZIONI (NTC 2008 CAP. 6 e CIRCOLARE 617/2009 punto C6.2.2.5) OGGETTO COMUNE: Progetto di una struttura in
DettagliLezione 1. Obiettivi prestazionali e normativa vigente. Laboratorio progettuale (Tecnica delle Costruzioni)
Lezione 1 Obiettivi prestazionali e normativa vigente Laboratorio progettuale (Tecnica delle Costruzioni) Obiettivi prestazionali Obiettivi progettuali Sono definiti dall associazione associazione tra
DettagliCOMUNE DI BARLETTA. Tav. 1/Str. RELAZIONE GEOTECNICA
COMUNE DI BARLETTA Settore Manutenzioni Provincia di Barletta-Andria-Trani Tav. 1/Str. RELAZIONE GEOTECNICA OGGETTO: RECUPERO E RISTRUTTURAZIONE DELLA PALAZZINA COMUNALE DI VIA GALVANI DA DESTINARE A CENTRO
DettagliPer prima cosa si determinano le caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione del profilo, nel nostro caso sono le seguenti;
!""##"!$%&'((""!" )**&)+,)-./0)*$1110,)-./0)*!""##"!$%&'((""!" *&)23+-0-$4--56%--0.),0-,-%323 -&3%/ La presente relazione ha lo scopo di illustrare il meccanismo di calcolo che sta alla base del dimensionamento
DettagliCASE HISTORY DRENAGGIO VIGNETI- IDROSAC-MONTALCINO (SIENA)
CASE HISTORY DRENAGGIO VIGNETI- IDROSAC-MONTALCINO (SIENA) 1 - Descrizione dell intervento a difesa del suolo1 Lo scopo dell intervento è quello di realizzare un drenaggio a bassa profondità in trincea
DettagliREGOLAMENTO (UE) N. 1235/2011 DELLA COMMISSIONE
30.11.2011 Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 317/17 REGOLAMENTO (UE) N. 1235/2011 DELLA COMMISSIONE del 29 novembre 2011 recante modifica del regolamento (CE) n. 1222/2009 del Parlamento europeo
Dettagli4. Altre azioni. 4.1. Effetti della temperatura ( 3.5)
P 4. Altre azioni La versione 2014 delle NTC introduce, come già visto in precedenza, alcune novità a livello di azioni da considerare nella progettazione strutturale. In particolare son trattate in modo
DettagliCommittente : Provincia Regionale di Ragusa Località : Porto di Pozzallo (RG) Opera : Realizzazione della stazione passeggeri nel porto di Pozzallo
Committente : Provincia Regionale di Ragusa Località : Porto di Pozzallo (RG) Opera : Realizzazione della stazione passeggeri nel porto di Pozzallo RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA SOMMARIO 1 DESCRIZIONE
Dettagli1 Premesse generali... 2. 2 Quadro normativo di riferimento... 3. 3 Inquadramento stato idraulico... 3. 3.1 Sezioni stradali in RILEVATO...
Sommario 1 Premesse generali... 2 2 Quadro normativo di riferimento... 3 3 Inquadramento stato idraulico... 3 3.1 Sezioni stradali in RILEVATO... 4 3.2 Sezioni stradali in TRINCEA... 5 3.3 Caratteristiche
DettagliSTABILIZZAZIONE DELLE TERRE A CALCE STUDIO DI LABORATORIO DELLA MISCELA TERRA CALCE
STUDIO DI LABORATORIO DELLA MISCELA TERRA CALCE INTERAZIONE CALCE TERRENO L aggiunta di calce in un terreno argilloso provoca: 1) la sostituzione degli ioni Na2+, K+, H+ con ioni Ca2+ (scambio ionico);
DettagliECONET S CONFORME ALLE NORMATIVE EUROPEE EN 1263-1 E EN
Scheda tecnica e manuale di montaggio RETE DI SICUREZZA ECONET S CONFORME ALLE NORMATIVE EUROPEE EN 1263-1 E EN 1263-2 1 CARATTERISTICHE TECNICHE MATERIALE: POLIPROPILENE, stabilizzato ai raggi UV. COLORE:
DettagliCommittente: Comune di Flero. Cantiere: via Paine Flero (BS) Progetto: Riqualificazione e ampliamento della scuola materna in via Paine
Committente: Comune di Flero Cantiere: via Paine Flero (BS) Progetto: Riqualificazione e ampliamento della scuola materna in via Paine ------------------------------------------------------------------
DettagliINTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito.
INTEGRALI DEFINITI Sia nel campo scientifico che in quello tecnico si presentano spesso situazioni per affrontare le quali è necessario ricorrere al calcolo dell integrale definito. Vi sono infatti svariati
DettagliCriteri ingegneristici progettuali per impianti di stoccaggio di rifiuti non pericolosi
Criteri ingegneristici progettuali per impianti di stoccaggio di rifiuti non pericolosi Seminario tecnico PROGETTARE LE DISCARICHE: ASPETTI TEORICI E PRATICI Roma, 4 maggio 2011 Ing. Mauro Fortugno ENVIRON
DettagliTRENTENNALE DI IMPIANTI DI DISCARICA CONTROLLATA
Allegato STIMA DEGLI ONERI DI DISMISSIONE TRENTENNALE DI IMPIANTI DI DISCARICA CONTROLLATA Il presente elaborato contiene la stima degli Oneri di dismissione così come stabilito dal Decreto Legislativo
DettagliIng. Stefano Di Sangro REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO SOLARE FOTOVOLTAICO CONNESSO ALLA RETE
Studio di Ingegneria Stefano Di Sangro CITTA DI ROSETO DEGLI ABRUZZI Provincia di Teramo PIANO REGIONALE TRIENNALE TUTELA E RISANAMENTO AMBIENTALE 2006/2008 ART. 225 L.R. N. 15 DEL 26.04.04 INSTALLAZIONE
DettagliCOMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA
COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1
DettagliRELAZIONE DI CALCOLO
Istituto Scolastico Barbarigo Castello 6432/A Venezia Installazione di piattaforma elevatrice Progetto esecutivo per strutture di fondazione RELAZIONE DI CALCOLO Committente Provincia di Venezia Dipartimento
DettagliIdrogeologia. Velocità media v (m/s): nel moto permanente è inversamente proporzionale alla superficie della sezione. V = Q [m 3 /s] / A [m 2 ]
Idrogeologia Oltre alle proprietà indici del terreno che servono a classificarlo e che costituiscono le basi per utilizzare con facilità l esperienza raccolta nei vari problemi geotecnici, è necessario
DettagliUniversità degli studi di Catania Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
Università degli studi di Catania Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale DISCARICA PER R.S.U. - COMUNE DI SICULIANA (AG): REALIZZAZIONE TECNICA Federico G. A. Vagliasindi Ordinario di Ingegneria
DettagliUniversità degli Studi di Napoli Federico II
Scuola Politecnica e delle Scienze di Base Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per l Ambiente e il
DettagliContributo dei tamponamenti nelle strutture in c.a. Metodo utilizzato da FaTA-e
1 2 Contributo dei tamponamenti nelle strutture in c.a Metodo utilizzato da FaTA-e La presenza dei tamponamenti in una struttura in c.a., come evidenziato nei vari eventi tellurici avvenuti, riveste un
DettagliStudio di Geologia Applicata - Dott. Geol. Pier Luigi Amadori
Studio di Geologia Applicata - Dott. Geol. Pier Luigi Amadori Viale della Repubblica, 4-47014 Meldola (FC) Tel-Fax. 0543/49 03 36 - C. F. MDR PLG 44L06 A 565 O - P. IVA 00627450406 PREMESSA La presente
Dettagliwww.rodacciai.it PROVA DI TRAZIONE L 0 = 5.65 S 0 PROVE MECCANICHE
PROVA DI TRAZIONE La prova, eseguita a temperatura ambiente o più raramente a temperature superiori o inferiori, consiste nel sottoporre una provetta a rottura per mezzo di uno sforzo di trazione generato
Dettagli2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994
2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994 2.2.4.1 Descrizione L uso delle distanze di sicurezza rappresenta un modo per garantire l integrità fisica dei lavoratori in presenza
DettagliREGIONE PUGLIA Area politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l attuazione delle opere pubbliche
AMMISSIBILITA DEI RIFIUTI IN DISCARICA AI SENSI DEL DECRETO MINISTERIALE 27/09/2010 PRIMI INDIRIZZI APPLICATIVI REGIONALI Il Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
DettagliALLEGATO A ALLE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI: PERICOLOSITÀ SISMICA
ALLEGATO A ALLE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI: PERICOLOSITÀ SISMICA Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) adottano un approccio prestazionale alla progettazione delle strutture nuove e alla verifica
DettagliNormative di riferimento
Aztec Informatica CARL 9.0 Relazione di calcolo 1 RELAZIONE DI CALCOLO GEOTECNICO Normative di riferimento - Legge nr. 1086 del 05/11/1971. Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio,
Dettagli