INDICE 1. PREMESSA 2 2. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO 3

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2 INDICE 1. PREMESSA 2 2. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO ALLESTIMENTO DEL CANTIERE RICONFIGURAZIONE MORFOLOGICA DEL SITO CAPPING DI COPERTURA DEI RIFIUTI Strato di rottura capillare e drenaggio del biogas Strato impermeabile Strato drenante Strato di rinforzo Strato di controllo dell erosione superficiale Strato superficiale di copertura Dreno a tergo del muro perimetrale SISTEMAZIONE DEL COMPLUVIO INTERCETTAZIONE E CAPTAZIONE DEL BIOGAS COLLETTAMENTO DELLE ACQUE METEORICHE INTERVENTI DI RIPRISTINO AMBIENTALE DELL AREA VERIFICA COMPLESSIVA DELLA STABILITÀ DELLE SUPERFICI A FORTE PENDENZA 20 RELAZIONE TECNICA 1/23

3 1. PREMESSA La discarica di località Martucci, ubicata su un sito di proprietà del comune di Conversano, in contrada Martucci, da quanto si evince dalle ricostruzioni storiche effettuate, è stata oggetto di una prima intensa attività di conferimento di RSU in un arco di tempo pari a circa otto anni, dal 1975 al 1982, per circa un anno nel 1989 e per circa 100 giorni nel Solo rispetto a questi ultimi due periodi di conferimento esiste una documentazione amministrativa di riferimento. Attualmente risultano conclusi gli interventi di caratterizzazione ambientale del sito, espletati ai sensi del DM 471/99. Le risultanze di tali indagini hanno evidenziato la necessità di procedere alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza permanente del sito di cui al presente progetto. Nella presente relazione vengono illustrati tutti gli aspetti tecnici di dettaglio in relazione all intervento in progetto. RELAZIONE TECNICA 2/23

4 2. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO 2.1. ALLESTIMENTO DEL CANTIERE L allestimento del cantiere comporterà l attrezzamento dell area di lavoro all interno della quale saranno posizionate le macchine da utilizzarsi per eseguire le lavorazioni di bonifica in progetto (escavatore, pala meccanica, camion, gruppi elettrogeni, ecc..). Si dovrà procedere alla demolizione del muro perimetrale in tufo e alla rimozione della recinzione esistente e all installazione di una recinzione di cantiere che sarà estesa a tutte le particelle oggetto dell intervento di bonifica e ripristino ambientale, in maniera da impedire l accesso ai soggetti non autorizzati, agli animali randagi, ecc. Contestualmente si opererà, ove necessario, lo spostamento del cancello esistente portando quest ultimo dalla posizione attuale a quella che costituirà l accesso all area di lavoro. Successivamente si procederà all impianto dei baraccamenti di cantiere con il posizionamento di n.3 container di cui uno a disposizione delle maestranze, completo di vano infermeria e l altro per la Direzione Tecnica di cantiere. Con l allestimento del cantiere si prevede altresì di modificare la viabilità interna attraverso la realizzazione di piste che consentano di muoversi con i mezzi d opera all interno delle aree subpianeggianti nonché lungo tutto il perimetro dei rilevati costituenti gli abbancamenti principali di terreno misto a rifiuti della discarica da bonificare. La sistemazione dell area di cantiere prevede altresì l allestimento della zona di deposito dei materiali necessari per la realizzazione degli interventi. Per una descrizione di maggior dettaglio degli apprestamenti di cantiere si rimanda al piano di sicurezza e coordinamento allegato al presente progetto RICONFIGURAZIONE MORFOLOGICA DEL SITO Al fine di restituire l officiosità idraulica al compluvio che attraversa il sito, è necessario rimuovere uno strato di terreno in corrispondenza dello stesso per una fascia di larghezza pari a circa 30 m e profondità variabile tra 1 e 5 m. In base ai risultati delle indagini dirette effettuate in sito, riportati nella Relazione geologica (all. R.3), il materiale da scavare è costituito in una certa misura da terreno misto a rifiuti; nello specifico una maggiore presenza di rifiuti all interno del terreno è rilevabile in prossimità dell uscita del canale, ovvero del sondaggio S10 localizzato come da planimetria di ubicazione delle indagini dirette riportate in allegato alla Relazione geologica. RELAZIONE TECNICA 3/23

5 Lo strato di terreno rimosso sarà utilizzato per riconfigurare la morfologia della ex-discarica, come da allegato grafico T.4, nel quale sono state evidenziate le superfici di scavo e rinterro. In particolare, l andamento morfologico di progetto garantisce il convogliamento delle acque meteoriche verso il compluvio risagomato, evitando la stagnazione delle stesse in aree depresse. Data la specifica natura del materiale di scavo e rinterro, in fase di esecuzione dei lavori saranno elaborate ed applicate delle procedure di lavoro specificatamente studiate per le peculiarità delle lavorazioni da effettuarsi con l obiettivo di garantire i massimi livelli di sicurezza possibile. Le operazioni di scavo e trasferimento del suddetto materiale dovranno svolgersi nel più breve tempo possibile ed i lavoratori dovranno essere dotati di idonei dispositivi di protezione individuale. In aggiunta a quanto sopra, in corrispondenza della sommità dell abbancamento principale di rifiuti, ubicato a sud-ovest del sito, il terreno scavato sarà utilizzato per la formazione di uno strato di regolarizzazione di spessore medio pari a cm. Preliminarmente alle operazioni di scavo si provvederà al decespugliamento, diserbamento ed alla rimozione di tutti i manufatti presenti sulla ex-discarica CAPPING DI COPERTURA DEI RIFIUTI Il presente progetto prevede il tombamento definitivo dell ex discarica unitamente ad un intervento di risanamento paesaggistico del sito all interno del quale essa insiste. In assenza di prescrizioni tecniche di riferimento fornite da parte della normativa vigente nel caso di realizzazione di barriere di impermeabilizzazione di siti contaminanti, al fine di assicurare comunque elevati standard di tutela ambientale, si è ritenuto, partendo dall analogia esistente fra le finalità dell intervento in progetto e quanto previsto dalla normativa vigente in materia di chiusura di discariche di rifiuti, di conformarsi, in sede di progettazione del capping, a quanto previsto dal punto dell Allegato n.1 del D.Lgs. 13 gennaio 2003, n.36. Tale ipotesi progettuale comporterà un generalizzato sollevamento delle quote attuali e la realizzazione di una sistemazione specifica del compluvio che attraversa la discarica, di cui al successivo paragrafo 2.4. Nella progettazione del sistema di copertura si è quindi scelto di differenziare la tipologia di capping in funzione della pendenza della superficie sottostante, come riportato nel par. 4.1 dell'allegato R.1. Nel seguito della presente relazione si descriveranno i diversi materiali previsti per la realizzazione del capping di tombamento definitivo dei rifiuti. RELAZIONE TECNICA 4/23

6 Strato di rottura capillare e drenaggio del biogas Per le superfici sub-orizzontali (capping tipo A) sarà realizzato uno strato in materiale drenante di spessore pari a 50 cm tramite la fornitura e posa in opera di ghiaia derivata dalla frantumazione di rocce calcaree, pezzatura da diam. cm 0,5 fino a cm 4. Per le superfici a forte pendenza (capping tipo B), lo strato di drenaggio del biogas e di rottura della frangia capillare sarà realizzato prevedendo la posa in opera di un geocomposito drenante tipo Enkadrain 5006H o equivalenti, che favorisce la captazione del biogas, anche lungo le superfici a forte pendenza, impedendo la formazione di sacche di biogas tra i rifiuti ed il pacchetto del capping di chiusura. Il suddetto geocomposito è costituito da un nucleo drenante tridimensionale realizzato in monofilamenti di polipropilene, in grado di assicurare elevati valori di trasmissività anche se sottoposto ad elevati valori di pressione di confinamento, accoppiato per cucitura a due non-tessuti termosaldati filtranti in monofilamenti di polipropilene, idonei a preservare la capacità drenante del nucleo drenante a lungo termine. Al fine di prevenire l inserimento di particelle fini del terreno, i bordi del geocomposito dovranno essere termicamente sigillati Strato impermeabile Lo strato impermeabile per le superfici sub-orizzontali (capping tipo A) sarà realizzato mediante la fornitura e posa in opera di uno strato di argilla di spessore pari a 50 cm, compreso lo spandimento e la compattazione fino al raggiungimento di un coefficiente di permeabilità non superiore a 10-7 cm/s. Lo strato impermeabile per le superfici a forte pendenza (capping tipo B) sarà realizzato mediante la posa in opera di un geocomposito impermeabile di tipo bentonitico, tipo HarpoBent BS o equivalente. Il geocomposito a base di bentonite sodica è costituito da un sandwich di geotessile non tessuto in polipropilene; la bentonite contenuta nel geocomposito avrà un contenuto di umidità non superiore al 12% ed avrà le caratteristiche riportate nel Disciplinare descrittivo prestazionale degli impianti e dei materiali. I singoli strati del geocomposito sono assemblati mediante un sistema continuo di agugliatura meccanica tale da garantire una resistenza allo spellamento (peeling) secondo ASTM D 6496 non inferiore a 600 N/m ed il geocomposito, prodotto in qualità secondo le norme ISO 9001:2000, dovrà garantire le seguenti caratteristiche: permeabilità secondo ASTM D 5887 non superiore a 5 x m/sec cui corrisponderà una perdita massima di fluido non superiore a 1 x 10E -8 mc/mqxsec calcolata secondo le norme ASTM D5887. I teli potranno essere del tipo autosigillante, in maniera da agevolare la saldatura degli stessi, ovvero, laddove questo sistema non fosse ritenuto adeguato, la Direzione dei Lavori potrà disporre RELAZIONE TECNICA 5/23

7 l utilizzo di bentonite supplementare in asciutto o in colla prima della sovrapposizione dei diversi fogli da unire. Si sottolinea, infine, che il geocomposito proposto sostituisce in modo assolutamente appropriato uno strato di argilla di spessore 0,50 m come verificabile nel confronto riportato di seguito relativamente al tempo di attraversamento dello strato impermeabilizzante da parte di un fluido. In particolare, uno spessore di argilla pari a 0,50 m con permeabilità k=1x10-8 m/s avrà un tempo di attraversamento pari a: 0,5 m / 1x10-8 m/s=0,5 x 10 8 s = 1,58 anni Utilizzando come elemento d impermeabilizzazione un geocomposito bentonitico tipo HarpoBent BS o equivalenti in alternativa allo strato di argilla, in base alla permeabilità pari a 5 x m/s e considerando cautelativamente uno spessore pari a 6 mm si avrà un tempo di attraversamento pari a: 6 mm / 5x10-11 m/s=1,2 x 10 8 s = 3,80 anni L impermeabilizzazione mediante il geocomposito bentonitico rappresenta quindi una soluzione migliorativa rispetto all argilla naturale normalmente utilizzata Strato drenante La realizzazione di uno strato drenante è finalizzata a ridurre il carico d acqua sullo strato impermeabile favorendo il drenaggio delle acque di percolazione attraverso la realizzazione di uno strato drenante che determina l aumento della capacità di immagazzinamento d acqua e la possibilità di ridurre la pressione interstiziale nella copertura a vantaggio della stabilità. Per le superfici sub-orizzontali (capping tipo A) sarà realizzato uno strato in materiale drenante di spessore pari a 50 cm tramite la fornitura e posa in opera di ghiaia derivata dalla frantumazione di rocce calcaree, pezzatura da diam. cm 0,5 fino a cm 4. La funzione drenante per le superfici a forte pendenza (capping tipo B) sarà assicurata mediante la posa in opera di un geocomposito drenante tipo Enkadrain 5006H o equivalenti, che favorisce l allontanamento delle acque meteoriche, anche lungo le superfici a forte pendenza, impedendo la formazione di un battente idraulico sopra le barriere sottostanti. Il suddetto geocomposito è costituito da un nucleo drenante tridimensionale realizzato in monofilamenti di polipropilene, in grado di assicurare elevati valori di trasmissività anche se sottoposto ad elevati valori di pressione di confinamento, accoppiato per cucitura a due non-tessuti termosaldati filtranti in monofilamenti di polipropilene, idonei a preservare la capacità drenante del nucleo drenante a lungo termine. Al fine di prevenire l inserimento di particelle fini del terreno, i bordi del geocomposito dovranno RELAZIONE TECNICA 6/23

8 essere termicamente sigillati. Considerando uno strato drenante naturale con permeabilità di 1x10-4 m/s, di spessore 0,5 m e larghezza 1 m questo possiede una conducibilità idraulica di 0,5 x 10-4 m 3 /s m pari a 0,05 l/s m; occorre dunque verificare che il geocomposito drenante sia in grado di assicurare un valore di trasmissività uguale o superiore sia a breve che a lungo termine. Nello specifico, il geocomposito dovrà avere un valore della trasmissività in verticale (gradiente idraulico i = 1) non inferiore a 0,4 l/sm, (norma EN ISO opzione F/F) ed una resistenza a trazione longitudinale e trasversale non inferiore a 12 kn/m (norma EN ISO 10319), una resistenza al punzonamento dinamico non superiore a 15 mm (EN ISO 13433), un diametro di filtrazione O90 non superiore a 180 micron (EN ISO 12956) Strato di rinforzo Al fine di garantire la stabilità delle scarpate della discarica, si è prevista, per le superfici a forte pendenza (capping tipo B), la posa di uno specifico geocomposito, tipo Enkamat 7010W o equivalenti, atto a controllare la possibile erosione superficiale innescata dal ruscellamento delle acque meteoriche. I suddetti geocompositi trovano, infatti, impiego con funzione di aggrappo per il terreno vegetale di ricoprimento nel sistema copertura quando l inclinazione del profilo supera l angolo critico oltre il quale non è assicurata la stabilità dei materiali per scivolamento. I geocompositi di aggrappo sono costituiti da una geostuoia tridimensionale realizzata in monofilamenti di poliammide termosaldati nei punti di contatto accoppiata mediante cucitura ad un geotessile tessuto di rinforzo in multifilamenti di poliestere ad elevata tenacità. La particolare struttura della geostuoia preserva i semi ed i germogli dal dilavamento superficiale ed agisce come armatura permanente dell'apparato radicale, conferendo una protezione della scarpata duratura nel tempo. RELAZIONE TECNICA 7/23

9 Per il dimensionamento del geocomposito di aggrappo, è opportuno individuare, in base alle sezioni di progetto, le tensioni più critiche agenti sull elemento di rinforzo, ovvero: la tensione massima di progetto a cui può essere sottoposto il geocomposito; la tensione ultima a rottura del geocomposito. La tensione massima di progetto (T prog ) esercitata sul geocomposito dipende dalle geometrie della scarpata, dalle caratteristiche geotecniche dei materiali utilizzati (terreno e membrane) e dalla presenza di eventuali sovraccarichi e/o sollecitazioni. Per il calcolo di T prog si può utilizzare la seguente formula: T prog L W Scos sen c. s.cos W S cos cos c. s.sen h w s cos tg dove: Tprog = tensione massima di progetto L = lunghezza scarpata W = peso terreno per mq di superficie W = n hn + s hs n = peso specifico naturale del terreno hn = spessore del terreno con n s = peso specifico terreno saturo hs = spessore del terreno saturo = inclinazione scarpata s = sovraccarico accidentale (es. neve) c.s. = coefficiente sismico σ = angolo di resistenza critico ridotto con fs = 1,3 Nel caso in esame, il valore della tensione di progetto è stato calcolato per la scarpata corrispondente con la sponda est del compluvio e per la scarpata perimetrale ad ovest del sito, coincidente con le situazioni più gravose. Si riportano, quindi, di seguito i parametri di progetto ed i valori di tensione ottenuti. RELAZIONE TECNICA 8/23

10 Scarpata sponda est del compluvio Lunghezza del versante (L) 11,00 m Inclinazione del versante (β) 20 Spessore del terreno di ricoprimento non saturo (H n ) 0,00 m Spessore del terreno di ricoprimento saturo (H s ) 0,50 m Peso dell'unità di volume del terreno di ricoprimento non saturo ( n ) 20,00 kn/mc Peso dell'unità di volume del terreno saturo ( s ) 20,00 kn/mc Peso dell'unità di volume dell'acqua ( w ) 10,00 kn/mc Sovraccarico S riferito ad un piano orizzontale 0,00 kn/mc Coefficiente sismico orizzontale 0,02 Angolo di attrito δ critico copertura 16 Valore angolo δ ridotto con FS= 1,3 12,3 Tensione esercitata sul geocomposito (T prog ) 28,58 kn/m Scarpata perimetrale lato ovest Lunghezza del versante (L) 5,00 m Inclinazione del versante (β) 35 Spessore del terreno di ricoprimento non saturo (H n ) 0,00 m Spessore del terreno di ricoprimento saturo (H s ) 0,50 m Peso dell'unità di volume del terreno di ricoprimento non saturo ( n ) 20,00 kn/mc Peso dell'unità di volume del terreno saturo ( s ) 20,00 kn/mc Peso dell'unità di volume dell'acqua ( w ) 10,00 kn/mc Sovraccarico S riferito ad un piano orizzontale 0,00 kn/mc Coefficiente sismico orizzontale 0,02 Angolo di attrito δ critico copertura 16 Valore angolo δ ridotto con FS= 1,3 12,3 Tensione esercitata sul geocomposito (T prog ) 25,16 kn/m In base ai risultati sopra riportati, si può affermare che la situazione più gravosa si ha in corrispondenza della sponda est del compluvio, caratterizzata da minore pendenza ma maggiore lunghezza. A partire dal maggiore valore di tensione ottenuto è, quindi, possibile calcolare la resistenza ultima a rottura T ult, da cui dovrà essere caratterizzato il geocomposito e che risulta pari al valore della tensione massima di progetto lungo il pendio aumentata in base ai seguenti coefficienti di sicurezza: - fc, coefficiente di riduzione per creep; - fm1, fattore di sicurezza parziale per tolleranza di produzione ed estrapolazione dati; RELAZIONE TECNICA 9/23

11 - fm2, fattore di sicurezza parziale per danneggiamento meccanico in fase d installazione; - fmn, fattore di sicurezza parziale per danneggiamento chimico. I valori del coefficiente per creep e dei fattori di sicurezza parziali sono elencati nelle tabelle seguenti. Tempo di progetto di esercizio della struttura (Anni) Coefficiente di riduzione fc % 60 65% 2 70% Fattori per effetto del creep Tempo di progetto di esercizio della struttura (Anni) Coefficiente di sicurezza parziale fm Tolleranza di produzione ed accuratezza nelle estrapolazioni dei dati Materiale di riempimento Diametro min-max. Coefficiente di sicurezza parziale fm2 granulo (mm) Pietrisco spigoloso Ghiaia Sabbia e Terreno Vegetale Danneggiamento meccanico in fase di installazione ph del terreno Coefficiente di sicurezza parziale fmn Nel caso in esame si avrà, quindi: Scarpata perimetrale lato ovest Tensione richiesta (T prog ) Danneggiamento chimico causato da ambienti aggressivi 28,58 kn/m fc (fattore di sicurezza per creep): anni 60 0,65 fm1 (fattore di sicurezza per durata dell'opera): anni 60 1,2 fm2 (fattore di sicurezza per danneggiamento meccanico): ghiaia 1,2 fn (fattore di sicurezza per ph del terreno): range ph 4,1 8,9 1 Resistenza ultima richiesta (T ult ) 63,31 kn/m Da quanto sopra, si evince che il geocomposito da porre in opera dovrà avere una resistenza alla trazione longitudinale pari o superiore a circa 65 kn/m. Il geocomposito previsto soddisfa tale RELAZIONE TECNICA 10/23

12 criterio, presentando una resistenza alla trazione longitudinale pari a 200 kn/m, come verificabile nell allegato R.4 Disciplinare descrittivo prestazionale degli impianti e dei materiali Strato di controllo dell erosione superficiale A copertura dello strato di terreno di ricoprimento, anche in considerazione dell inclinazione delle scarpate, per le superfici a forte pendenza (capping tipo B), si prevede l utilizzo di una biorete, tipo Geojuta o equivalenti, posata con funzione di controllo dell erosione superficiale. La Geojuta è una biorete costituita da fibre di juta a maglia aperta; trova impiego con funzione di antierosione a completamento del sistema copertura, ovvero a protezione temporanea del terreno vegetale di copertura sufficiente a favorire lo sviluppo della vegetazione fino alla degradazione delle fibre naturali costituenti il materiale. La biorete è completamente biodegradabile. La resistenza a trazione è almeno pari a 15 kn/m in direzione longitudinale e 15 kn/m in direzione trasversale con allungamenti non superiori al 8 % (norma ASTM D 4599) Strato superficiale di copertura Il terreno agrario da utilizzare per la sistemazione a verde dovrà possedere una struttura glomerulare, con scheletro in quantità non superiore al 5% e con ph 6-6,5 contenente sostanza organica non inferiore al 2%. La terra vegetale, da apportare quale substrato alla crescita della vegetazione, dovrà essere chimicamente neutra, contenere nella giusta proporzione e sotto forma di sali solubili tutti gli elementi minerali indispensabili alla vita delle piante ed una sufficiente quantità di microrganismi e di sostanza organica (humus minimo 1%), esente da sali nocivi e da sostanze inquinanti e dovrà rientrare per composizione granulometrica media nella categoria della terra fine in quanto miscuglio ben bilanciato e sciolto di argilla, limo, sabbia (terreno di medio impasto). La presenza di pietre è tollerata nella misura del 5% in peso con elementi con pezzatura inferiore ai 5 cm Dreno a tergo del muro perimetrale Al fine di agevolare l allontanamento delle acque d infiltrazione provenienti dallo strato di drenaggio realizzato all interno del pacchetto di copertura verso l esterno è stato previsto, alla base delle scarpate, a tergo del muro perimetrale della ex-discarica, la realizzazione di un dreno dello spessore di circa 30 cm costituito da ghiaia di granulometria compresa tra 20 e 40 mm, nel quale saranno posizionate tubazioni finestrate per il convogliamento delle acque meteoriche di infiltrazione in apposite canalette di drenaggio che seguono il confine del sito. RELAZIONE TECNICA 11/23

13 Le tubazioni finestrate sono previste in polietilene ad alta densità (PEAD) DN110 fessurato (3 fessure) e saranno posate una ogni 10 metri di dreno. La ghiaia, derivata dalla frantumazione di rocce calcaree, avrà pezzatura da diam. cm 0,5 fino a cm SISTEMAZIONE DEL COMPLUVIO Come ricordato nel precedente paragrafo 2.2.9, il sito in oggetto è interessato da fenomeni di ruscellamento delle acque superficiali provenienti dai terreni posti a monte. Nello specifico, l area della discarica in oggetto è caratterizzata dalla presenza di un compluvio naturale, come indicato nella tavola n.456 del reticolo idrografico del S.I.T. Puglia Come verificabile nell allegato R.5 Relazione calcoli idraulici, la portata di piena, per il tempo di ritorno pari a 200 anni, risulta pari a: Q P = 2,29 mc/s Al fine di permettere il corretto deflusso delle acque, in corrispondenza del compluvio si procederà alla rimozione dello strato di terreno rimestato a rifiuti che attualmente ricopre la linea di compluvio, creando un canale artificiale che garantisca l allontanamento delle acque mantenendo un franco di sicurezza di 1 m rispetto al livello della piena duecentennale. La sistemazione del canale sarà realizzata mediante il posizionamento di materassini tipo Reno, sul fondo dello stesso, e di gabbionate metalliche lungo le sponde. Come meglio specificato nel Disciplinare descrittivo prestazionale degli impianti e dei materiali in allegato, il materasso Reno è costituito da una struttura di rete metallica a doppia torsione a maglia esagonale, avente forma parallelepipeda, di notevole ampiezza e piccolo spessore, divisa in più celle (tasche), aventi la funzione di aumentarne la funzionalità idraulica e la robustezza. I rivestimenti realizzati con detti materassi svolgono una funzione di rivestimento antierosivo nei confronti dell azione delle correnti e sono opere di rivestimento sottili (da 17 a 30 cm.) capaci di adattarsi ad un gran numero di situazioni e geometrie. Le gabbionate metalliche sono, invece, strutture realizzate in rete metallica a doppia torsione con maglia esagonale tipo 8x10 (UNI EN ). I gabbioni sono riempiti con pietrame per creare una struttura flessibile, permeabile e monolitica. Il filo utilizzato nella produzione del gabbione a scatola è in acciaio dolce trafilato a freddo con rivestimento in bagno galvanico a caldo in lega eutettica di Zinco-Alluminio (5%) cerio-lantanio La pendenza del canale di progetto è stata, quindi, determinata, sulla base delle quote di rilievo, in modo tale che la quota di scorrimento del canale nell ultima sezione di valle, coincida con il piano campagna. Date le quote e la lunghezza del canale la pendenza sarà del 2,59%. Il dimensionamento del canale è stato effettuato mediante un procedimento iterativo mirato ad individuare la sezione di progetto che, compatibilmente con le caratteristiche tecniche del materiale utilizzato, comporti un costo di realizzazione inferiore. RELAZIONE TECNICA 12/23

14 La sezione migliore è rettangolare con base 3,00 m ed altezza 1,50 m (data sovrapponendo ad un gabbione di dim. 1,00x3,00x(h)1,00 m un gabbione di dim. 1,00x3,00x(h)0,50 m). Di seguito si riporta la scala di deflusso del canale, rimandando all allegato R.5 Relazione calcoli idraulici per i necessari approfondimenti: Altezza di Sezione Contorno Raggio Velocità Portata riempimento liquida bagnato idraulico m. mq. m. m. m/sec. mc/sec. 0,02 0,06 3,04 0,020 0,28 0,02 0,04 0,12 3,08 0,039 0,52 0,06 0,06 0,18 3,12 0,058 0,74 0,13 0,08 0,24 3,16 0,076 0,95 0,23 0,10 0,30 3,20 0,094 1,14 0,34 0,12 0,36 3,24 0,111 1,32 0,47 0,14 0,42 3,28 0,128 1,49 0,62 0,16 0,48 3,32 0,145 1,65 0,79 0,18 0,54 3,36 0,161 1,80 0,97 0,20 0,60 3,40 0,176 1,95 1,17 0,22 0,66 3,44 0,192 2,09 1,38 0,24 0,72 3,48 0,207 2,22 1,60 0,26 0,78 3,52 0,222 2,35 1,83 0,28 0,84 3,56 0,236 2,47 2,08 0,30 0,90 3,60 0,250 2,59 2,33 0,32 0,96 3,64 0,264 2,71 2,60 0,34 1,02 3,68 0,277 2,82 2,88 0,36 1,08 3,72 0,290 2,93 3,16 0,38 1,14 3,76 0,303 3,03 3,46 0,40 1,20 3,80 0,316 3,13 3,76 Scala di deflusso canale artificiale Dalla scala di deflusso si evince che in occasione del transito della portata di picco a 200 anni il franco residuo all interno del canale è superiore a 1 m e che la velocità massima della corrente è pari a 2,60 m/s. In base a quanto comunemente riportato in letteratura, l utilizzo dei materassini Reno garantisce la protezione delle scarpate fino a velocità della corrente pari a circa 5 m/s, come indicato nella Figura che segue. RELAZIONE TECNICA 13/23

15 In particolare, la velocità critica (primo movimento) e limite (alla max. deformazione), derivate da test di laboratorio, per spessori del materasso di 0,15-0,17 m, si possono rispettivamente considerare pari a 3,5 m/s e 4,2 m/s (cfr. Tabella seguente). È evidente che anche il valore di velocità massimo (2,6 m/s) raggiunto in corrispondenza di una portata pari a 2,33 mc/sec, è comunque inferiore a 3 m/s e che, quindi, la posa in opera dei materassi Reno protegge in modo appropriato il fondo del canale da possibili fenomeni erosivi. Analoga garanzia è fornita tramite il posizionamento dei gabbioni metallici, che resistono a velocità della corrente fino a 6-8 m/s, come evidenziato nella Figura sopra riportata. Infine, si osserva che per garantire la continuità del capping di chiusura ed in particolare dello strato di impermeabilizzazione, successivamente alla rimozione dello strato di terreno rimestato a rifiuti che attualmente ricopre la linea di compluvio, si procederà alla posa, in corrispondenza della stessa, di uno strato di materiale minerale argilloso dello spessore minimo di 50 cm, sul quale sarà steso il medesimo geocomposito bentonitico utilizzato per l impermeabilizzazione delle restanti superfici della discarica. Si riporta di seguito una sezione tipo della sistemazione del compluvio. RELAZIONE TECNICA 14/23

16 Sezione tipo della sistemazione del compluvio 2.5. INTERCETTAZIONE E CAPTAZIONE DEL BIOGAS In base ai prelievi effettuati si può affermare che una presenza significativa di metano è rilevabile solo all interno del corpo rifiuti allestito nel Pertanto, si è ritenuto di prevedere in corrispondenza del corpo rifiuti allestito nel 1996, la realizzazione di due pozzi di captazione del biogas posti all interno della copertura, partendo dallo strato di rottura capillare, e di tubazioni in polietilene PE 80 DN 90 per la captazione del biogas. Tale sistema consente il collettamento del biogas fino ad una torcia statica Inox da 4" ad accensione manuale, dove lo stesso sarà bruciato Il materiale di risulta proveniente dagli scavi per la realizzazione dei suddetti camini dovrà essere posizionato nella zona più depressa del sito e dovrà essere coperto da uno strato di materiale inerte di spessore 20 cm in modo da evitare di mettere detti materiali in contatto diretto con l atmosfera ed evitare la dispersione di cattivi odori. Il pozzo trivellato dovrà essere di diametro tale da consentire la posa in opera di una tubazione DN 400 mm in PEAD finestrato del tipo a quattro fessure all interno della quale installare un altra tubazione DN 90 mm, sempre in PEAD a quattro fessure, da immobilizzarsi mediante l apporto di ghiaia di pezzatura compresa fra 2 cm e 3 cm all interno dell intercapedine che si verrà a formare fra le predette tubazioni. Il pozzo dovrà essere elevato procedendo di pari passo con la realizzazione dei diversi strati costituenti il capping e quindi procedendo all innesto, sul tubo in PEAD più esterno, di una tubazione di pari diametro, del tipo non finestrato, nonché di una tubazione di DN 90mm, del tipo finestrato, in modo da consentire il prolungamento della tubazione interna fino ad una altezza tale da sollevare la quota del pozzo di 0,5 m rispetto al piano dello strato di drenaggio per le acque meteoriche. RELAZIONE TECNICA 15/23

17 Il pozzo sarà completato con pezzo speciale innestato sulla tubazione emergente DN 90 mm per il campionamento la regolazione ed il collegamento alla tubazione di captazione del biogas.. Il tratto terminale del pozzo sarà contenuto all interno di un pozzetto in cls prefabbricato di forma quadrata di lato 1,2 m ed altezza 1,1 m che sarà poggiato su una soletta in cls precedentemente gettata in opera dello spessore 0,10 m. Il predetto pozzetto si eleverà rispetto all estradosso del terreno di copertura di 0,3 m. Il pozzetto sarà tompagnato utilizzando una soletta prefabbricata in cls avente funzione di telaio di sostegno per il posizionamento di una griglia metallica tipo orsogrill di lato 0,9 m che impedirà l accesso diretto al bocca pozzo a soggetti non autorizzati, animali randagi, ecc.. Inoltre, considerato che gli sfiati saranno collegati tra di loro tramite una rete di tubazioni in PEAD posizionata nello strato di terreno vegetale, i pozzetti saranno adeguatamente predisposti fori passatubo attraverso i quali la suddetta rete potrà essere direttamente collegata ai camini. Sezione sfiato biogas RELAZIONE TECNICA 16/23

18 2.6. COLLETTAMENTO DELLE ACQUE METEORICHE Per quanto riguarda l allontanamento delle acque meteoriche, si evidenzia che l andamento morfologico di progetto garantisce il convogliamento delle acque meteoriche verso il compluvio risagomato, evitando la stagnazione delle stesse in aree depresse. Il progetto esecutivo prevede, inoltre, l esecuzione di una canaletta di raccolta in terra lungo l intero perimetro del sito, come rappresentato negli elaborati grafici T.7, T.8 e T.9. In particolare, sul lato sud, ovvero a monte del compluvio che attraversa l area, in corrispondenza quindi dell ingresso del canale artificiale, è prevista la realizzazione di una canaletta di scolo a sezione trapezia, caratterizzata da larghezza minima del fondo pari a 1,00 m e profondità pari a 0,50 m (cfr. all. T.9). Detta canaletta è stata dimensionata, in via più che cautelativa, per garantire il deflusso, ovvero il convogliamento verso il canale artificiale che attraversa il sito, della portata di picco a 200 anni, pari a 2,29 mc/s come calcolata nell allegato R.5 Relazione calcoli idraulici. Nello specifico, essendo l ingresso del canale artificiale ubicato circa a metà del lato sud del sito, si può ragionevolmente ipotizzare che le acque provenienti dai terreni a monte si ripartiscano e giungano all ingresso del canale artificiale equamente da est e da ovest. Tale ipotesi corrisponde con il considerare il valore della portata di progetto, relativamente alla canaletta di scolo, pari alla metà della piena di picco a 200 anni, ovvero pari a 1,16 mc/s. Il dimensionamento del canale di scolo è stato effettuato utilizzando la formula di Chézy: essendo: - Q: la portata - A: la sezione liquida - R: il raggio idraulico - i f : la pendenza del fondo - χ: il coefficiente di attrito Q A R i f Per esprimere quest'ultimo è stata utilizzata l'espressione di Bazin: R 87 R dove γ è il coefficiente di scabrezza. Il coefficiente di scabrezza di Bazin può essere assunto in via cautelativa pari a 1,80, corrispondente al valore massimo previsto per canali in terra in cattive condizioni di manutenzione. RELAZIONE TECNICA 17/23

19 Considerato che si è adottata una pendenza minima i f pari al 4%, si riporta di seguito la scala di deflusso della canaletta perimetrale: Altezza di Sezione Contorno Raggio Velocità Portata riempimento liquida bagnato idraulico m. mq. m. m. m/sec. mc/sec. 0,10 0,11 1,24 0,085 0,70 0,07 0,20 0,22 1,48 0,148 1,18 0,26 0,30 0,35 1,72 0,200 1,55 0,53 0,40 0,48 1,97 0,244 1,85 0,89 0,50 0,63 2,21 0,283 2,11 1,32 0,60 0,78 2,45 0,319 2,34 1,83 0,70 0,95 2,70 0,353 2,56 2,44 Da quanto sopra si evince che la canaletta di scolo prevista risulta verificata per la portata di progetto INTERVENTI DI RIPRISTINO AMBIENTALE DELL AREA L intervento di riqualificazione ambientale del sito è stato definito conformemente a quanto disposto dal D.Lgs. 36/2003 secondo il quale è possibile destinare le aree interessate da discariche di rifiuti ad utilizzi di tipo ricreativo a verde pubblico. Nello specifico, con l intervento in progetto si intende realizzare, anche tramite la piantumazione di essenze arbustive, una zona verde, caratterizzata dalla presenza di percorsi pedonali interni. É prevista, inoltre, la predisposizione dell area per la realizzazione di un parco energetico. I percorsi pedonali saranno realizzati tramite posa di un sistema stabilizzante in polvere fibrorinforzato da miscelare in sito con terreno presente o riportato, che garantisce un aspetto totalmente naturale e un eccezionale durabilità nel tempo, oltre a possedere comprovate caratteristiche di sicurezza. Tramite il sistema scelto è possibile ottenere l effetto di una strada bianca che normalmente viene realizzato impiegando materiali incoerenti quali pietrisco o ghiaietto, ad oggi ottenibile tramite nuove tipologie di sistemi stabilizzati. La pavimentazione scelta è dotata di capacità drenanti e consente di realizzare una pavimentazione ecologica, assolutamente priva di bitume, o asfalto, o cemento, con caratteristiche di stabilità e coefficiente di attrito ottimali, sostanzialmente eguale per materiali e cromia alle tradizionali strade bianche rurali ma senza l inconveniente della polvere e dell incoerenza del brecciolino. Il passaggio dalla sponda destra alla sponda sinistra del canale artificiale di nuova realizzazione sarà garantito grazie alla realizzazione di due ponticelli con struttura portante in c.a. gettato in opera di larghezza pari a 2,00 m e lunghezza pari a 3,50 m, ovvero caratterizzati da RELAZIONE TECNICA 18/23

20 sezione ad arco della platea superiore di lunghezza pari a 3,08 m in corrispondenza dell intradosso della stessa. La struttura del ponte sarà caratterizzata da altezza netta minima all intradosso della platea superiore pari a 1,30 m e massima (in corrispondenza della mezzeria dell arco) pari a 1,60 m. La larghezza netta della sezione longitudinale del manufatto è prevista pari a 3,00 m. In corrispondenza dei suddetti ponti ed a protezione da cadute accidentali nel canale artificiale, nonché in corrispondenza del ciglio superiore delle aree a maggiore pendenza, sarà installata una staccionata in legname di castagno di altezza non inferiore a cm 90. Si rimanda alle planimetrie relative alla sistemazione finale del sito (All. T.9) per maggiori dettagli. RELAZIONE TECNICA 19/23

21 3. VERIFICA COMPLESSIVA DELLA STABILITÀ DELLE SUPERFICI A FORTE PENDENZA La verifica di stabilità delle superfici a forte pendenza della ex-discarica può essere ricondotta, in modo apparentemente semplice, a classici aspetti della geotecnica applicata ai rilevati in terra, laddove si fa usualmente ricorso ai metodi cosiddetti dell equilibrio limite. Tuttavia, nel caso in esame, le scarpate sono costituite in buona misura da terreno di riporto, ovvero dal terreno misto a rifiuti scavato per realizzare la sistemazione del compluvio che attraversa il sito. I rifiuti, pur presentando alcune analogie di costituzione con i terreni, hanno caratteristiche proprie che rendono estremamente problematica la diretta applicazione ad essi dei metodi di studio della geotecnica. La particolare composizione dei rifiuti, la estrema deformabilità di alcuni loro elementi, la instabilità fisico-chimica dei componenti organici, il ruolo dei fluidi in essi contenuti non consentono di riferire il loro comportamento fisico e meccanico a parametri semplici e ben consolidati nel campo della meccanica delle terre. In altri termini, il comportamento meccanico dei rifiuti sotto carico è fortemente condizionato dalle grandi deformazioni che il materiale subisce, tanto che non è praticamente riconoscibile un dominio di plasticizzazione del materiale. Per cui, le stesse ipotesi che sono alla base dei metodi di verifica dell equilibrio limite vengono meno. Questo comportamento è del resto confermato dalla evidenza sperimentale. Si è constatato, infatti, che in determinate condizioni fronti di scavo a pareti pressoché verticali eseguiti in discariche di rifiuti si mantengono stabili anche su notevoli altezze. Pertanto è normale pratica includere come esplicito elemento di progetto la pendenza che deve essere attribuita alle scarpate, che non deve superare i rispetto al piano orizzontale. Da dati sperimentali riscontrabili in letteratura è infatti questo il valore di pendenza in corrispondenza del quale il corpo dei rifiuti rimane stabile. Nonostante tutto quanto sopra, normalmente viene richiesto che il progetto di una discarica venga sostenuto da verifiche di stabilità. Per ottemperare a tale esigenza non si può che ricorrere ai metodi dell equilibrio limite, attribuendo ai rifiuti parametri di resistenza al taglio fittizi, scelti in funzione del livello di deformazione che si intende tollerare. A tal fine si è fatto riferimento ai risultati sperimentali dedotti dalla pubblicazione di Grisolia et al (Modelli di comportamento geotecnico di una discarica di RSU scelta dei parametri di progetto), dai quali è possibile individuare dei livelli di sollecitazione limite corrispondenti a imposti livelli di deformazione, in corrispondenza dei quali definire dei parametri di resistenza fittizi (cfr figg. 1 e 2) RELAZIONE TECNICA 20/23

22 Prove di compressione triassiale interpretate con la rottura a diversi livelli di deformazione Angoli di attrito in funzione delle deformazioni A questo punto è necessario individuare la condizione in corrispondenza della quale si vuole effettuare la verifica di stabilità. La situazione più gravosa è evidentemente quella che si registra in fase di conformazione della scarpata. Ne deriva che i parametri da adottare per una verifica massimamente cautelativa sono: = 15 (angolo di attrito) C = 10 kpa = 1 t/mq (coesione) Riguardo il peso di volume, la situazione più cautelativa corrisponde al considerare il peso di volume del materiale di rinterro, ovvero del terreno misto a rifiuti, pari al valore massimo attribuibile ai rifiuti, che normalmente non supera a seguito delle operazioni di compattazione 1,5 t/mc. RELAZIONE TECNICA 21/23

23 Per la verifica di stabilità si è scelto di adottare la procedura semplificata messa a punto da Taylor, secondo la quale, per un certo valore di l altezza H c critica del rilevato che si rompe con un cerchio passante per il piede del pendio è data da: H c = N s x C/ Nella quale N s, detto fattore di stabilità, è un numero puro e dipende da e da, C è la coesione e il peso di volume del rifiuto. I valori di N s sono deducibili dal seguente grafico. Per = 15 e = 35, angolo massimo delle superfici a forte pendenza presenti in sito, N s assume un valore certamente superiore a 12, ma a vantaggio di sicurezza si considera N s = 12, da cui si ha: H c = N s x C/ = 8 m Questo deve quindi essere il valore massimo di altezza delle superfici a forte pendenza che deve essere ottenuto dalla regolarizzazione preliminare della morfologia del sito. Verificata, quindi, la stabilità delle scarpate costituite da terreno misto a rifiuti, rimane da verificare la stabilità complessiva della discarica nella fase di post-gestione, ovvero a seguito della realizzazione della copertura finale. Ma in questo caso il problema della stabilità non è riconducibile esclusivamente a fenomeni di rottura generalizzata (per la cui verifica valgono comunque le considerazioni finora svolte per il corpo dei rifiuti) in quanto le superfici deboli coincidono con quelle poste a separazione dei vari strati. Si tratta pertanto di individuare quelli accorgimenti da porre in opera per rinforzare tali superfici al fine di scongiurare eventuali fenomeni di scorrimento connessi fondamentalmente all ingressione delle acque meteoriche. Infatti, le sovraspinte interstiziali dell'acqua a livello dello strato drenante sono in grado di provocare tensioni nel pacchetto sovrastante, formato dal terreno RELAZIONE TECNICA 22/23

24 vegetale, tali da renderlo instabile e innescare fenomeni di scorrimento lungo la superficie critica all'interno della stratigrafia. Al fine di scongiurare l innescarsi di fenomeni di instabilità di questo genere, in corrispondenza delle scarpate lo strato drenante posto tra il geocomposito bentonitico e il terreno vegetale dovrà essere protetto da un geocomposito di rinforzo costituito da una geostuoia tridimensionale realizzata in monofilamenti di poliammide termosaldati nei punti di contatto accoppiata ad un geotessile tessuto di rinforzo in multifilamenti di poliestere ad elevata tenacità. Si osserva, infine, in base ai risultati riportati al par , la situazione più gravosa si ha in corrispondenza della sponda est del compluvio, caratterizzata da minore pendenza ma maggiore lunghezza. In corrispondenza di tale superficie, il geocomposito da porre in opera dovrà avere una resistenza alla trazione longitudinale pari o superiore a circa 65 kn/m. Il geocomposito previsto soddisfa tale criterio, presentando una resistenza alla trazione longitudinale pari a 200 kn/m, come riportato nell allegato R.4. RELAZIONE TECNICA 23/23

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